PARAMORFISMI. (Lesur) Deviazioni in cui la colonna si presenta più o meno rigida (Zanoli) Semplici alterazioni funzionali, senza lesione strutturali.
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- Federico Bosco
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1 PARAMORFISMI Esistono molte definizioni dei paramorfismi tutte abbastanza valide: (Sorrentino) Complesso di abiti morfologici paranormali compresi tra i confini della normalità e della patologia; (Pivetta) Modeste alterazioni parapatologiche della forma corporea; (Lesur) Deviazioni in cui la colonna si presenta più o meno rigida (Zanoli) Semplici alterazioni funzionali, senza lesione strutturali.
2 PARAMORFISMI I paramorfismi sono dettati da atteggiamenti viziati non rilevati e trattati; Atteggiamento astenico Spinta staturale non assecondata dalla sviluppo della forza muscolare Condizioni biochimiche e stato psicoaffettivo
3 PARAMORFISMI L età di insorgenza dei paramorfismi varia dalla prima infanzia (3 mesi 3 anni), seconda e terza infanzia (3-6 anni) e (7-14) o periodo di crescita puberale. Il paramorfismo deve essere preventivato e compensato in quanto le alterazioni delle curve sono fissate almeno estemporaneamente
4 DISMORFISMI Sono alterazioni morfologiche che, a differenza dei paramorfismi, presentano alterazioni strutturali scheletriche. Il trattamento relativo è di natura ortopedica ma l attività motoria preventiva e compensativa può ritardare l evoluzione patologica e migliorare le condizioni statiche e dinamiche dello scheletro.
5 Paramorfismi e dismorfismi portano ad alterazioni posturali poiché comportano la perdita della posizione ottimale, ad un disallineamento dei segmenti scheletrici e ad una perdita dell armonico utilizzo dei distretti muscolari, impegnati a compensare curve non fisiologiche per mantenere la stazione eretta.
6 Il rachide è costituito dalla sovrapposizione di vertebre che vengono divise in quattro regioni: Cervicale (7 vertebre cervicali) Dorsale (12 vertebre dorsali) Lombare (5 vertebre lombari) Sacrale (5 vertebre sacrali e 4/5 vertebre coggigee)
7 La qualità di questa struttura è da un lato la rigidità, cioè l efficienza statica nella corretta postura eretta (antigravitazionaria) e dall altro, la flessibilità, intesa come qualità di effettuare una grande ampiezza di movimenti dovuta all alternarsi delle vertebre con i dischi intervetrebali e dalla stessa forma delle vertebre nelle diverse regioni del rachide
8 Una unità funzionale vertebrale è costituita da due vertebre adiacenti, dai tessuti interposti (disco) e dalle connessioni intervetrebali (legamenti). Viene divisa in una zona anteriore, corpo vertebrale/disco, con ruolo di sostegno (statico) e da una zona posteriore di reciproca connessione tra le due vertebre con funzione cinetica
9 Le vertebre cervicali hanno forma concava- convessa, il nucleo polposo ha sede anteriormente e lo spessore del disco è maggiore davanti per la curvatura lordotica cervicale Le vertebre lombari sono piatte e parallele, il nucleo polposo è situato centralmente consentendo movimenti di oscillazione a dondolo e il disco ha facce parallele
10 Il disco intervertebrale è una struttura elastica con il compito di assorbire carico ed urti grazie al liquido contenuto al suo interno, mentre le facce superiori ed inferiori presentano strutture rigide cartilaginee. La porzione esterna detta anello fibroso è una maglia fibro-elastica con le fibre intrecciate in modo obliquo e contrapposto per consentire movimenti di oscillazione e traslazione.
11 Il gel colloiodale contenuto all interno del disco è sottoposto alla legge di Pascal per cui nei dischi sottoposti a pressione una parte delle fibre si rilascia mentre le altre rimangono tese per impedire una caduta di pressione intradiscale. L età e l usura dei dischi comporta una progressiva disidratazione e caduta di pressione intradiscale.
12 Vista di profilo la colonna presenta quattro curve fisiologiche, ma una, quella sacrococcigea non essendo mobile non è considerata ai fini posturali. Al di sopra del sacro vi è la curvatura lombare lordotica a convessità anteriore considerata la principale; dopo inizia la curvatura dorsale cifotica a convessità posteriore, meno pronunciata;
13 la curvatura dorsale dipende più dai corpi vertebrali e non dai dischi da cui invece dipendono maggiormente le curvature lombari e cervicali; La curvatura cervicale lordotica a convessità anteriore simile a quella lombare. L equilibrio statico corretto dipende dall allineamento delle curve
14 Essendo la cifosi dorsale soggetta a modeste variazioni, l accentuazione delle curve è maggiore sulle curvature lordotiche cervicale e lombare. Secondo Henle le curve aumentano per la marcia scorretta e con l età; Secondo Delmas le curve sono presenti alla nascita
15 Secondo l indice di Delmas, dato dal rapporto fra l altezza e la lunghezza della colonna (I= H x 100/ L) un rachide è a curve forti se l indice I<94; medie se I=95,5, deboli se I>96. Stessa conclusione per Ferrara e Gambardella con il rapporto fra angolo cifotico D1-D7-L3 e angolo lordotico D7-L3- L5: normale =0,93; <0,93 curve forti, >0,93 curve deboli.
16 La deviazione scoliotica è maggiore nelle colonne con deboli curve cifotiche e lordotiche considerato la loro funzione statica; La funzione delle curve della colonna è duplice, la prima è quella di aumentare il grado di resistenza alle forze pressorie o gravitazionali dato che questa è direttamente proporzionale al quadrato delle curve +1 cioè R= N con N = numero di curve;
17 Nel nostro caso che dobbiamo considerare tre curve (quella sacro-coccigea è fissa) R = 10, cioè un rachide con tre curve è dieci volte più resistente di un rachide rettilineo; La seconda è quella di scaricare all interno del punto di appoggio il punto di gravità, scomponendo le forze agenti su ogni vertebra in due componenti separate secondo la regola del parallelogramma (scivolamento in avanti)
18 Importanza di quanto su esposto in tutti gli esercizi con sovraccarico sulla testa, sulle spalle ad esempio nello squat. Sul piano frontale la colonna non presenta curve fisiologiche. Una colonna è in asse se il filo a piombo fatto partire dalla settima cervicale scende tangenzialmente al solco intergluteo.
19 PIATTAFORMA SACRALE Se una radiografia mette in evidenza uno squilibrio sul piano frontale esso può essere dovuto ad una alterazione di origine lombo-pelvico o vertebrale. Se la piattaforma sacrale è orizzontale (creste iliache e tetti cotiloidei orizzontali) allora lo squilibrio è vertebrale.
20 PIATTAFORMA SACRALE Se invece la piattaforma sacrale è obliqua possiamo essere in presenza di Asimmetria del bacino (tetti cotiloidei allineati) Asimmetria degli A.I. (creste iliache allineate).
21 PIATTAFORMA SACRALE Gli arti inferiori non sempre hanno crescita omogenea la loro lunghezza può essere misurata empiricamente posizionando uno spessore sotto il piede dell arto sospettato, misurando la distanza dalla spina iliaca antero superiore al malleolo interno omolaterale o con radiografia millimetrata. Fine dell accrescimento con Greulich/Pyle e Risser
22 VALUTAZIONE DELLE CURVE La radiografia sul piano sagittale della colonna serve a valutare Lordosi cervicale Cifosi dorsale Lordosi lombare Inversioni di curvatura
23 VALUTAZIONE DELLE CURVE Una colonna è normalmente equilibrata sul piano sagittale se il baricentro passa per il processo odontoide dell epistrofeo, D1, D12, promontorio sacrale fino alla metà dei malleoli esterni. Lordosi cervicale da C1 a C7 = 35 (70 = iperlordosi, 5 = nuca appiattita) Cifosi dorsale da D1-2 a D8-9 = 20, 25 40, 45
24 VALUTAZIONE DELLE CURVE Se aumenta dai 45 a 90 ipercifosi dorsale, < 20 dorso piatto Lordosi lombare da L1 a L5 = 40, quando >65 antiversione del bacino, =90 iperlordosi lombare; oppure <50 retroversione del bacino, se si inverte la curva siamo in presenza di cifosi lombare
25 La statica del bacino dipende in modo diretto dall azione delle masse muscolari inserite su di esso che possono, tra l altro, imporre movimenti di rotazione in retroversione e antiversione. Dividiamo i muscoli in Antiversori: Anteriormente: retto femorale e psoas-iliaco Posteriormente: lombari Lateralmente: tensore della fascia lata Retroversori: Anteriormente: retto addominale Posteriormente: grande gluteo, estensori della coscia
26 Se questi distretti muscolari sono in perfetta sinergia, il bacino è in equilibrio, se predomina l azione degli antiversori aumenta l inclinazione del bacino e la curvatura lombare, se invece prevale l azione dei retroversori, diminuisce l inclinazione del bacino e la curvatura lombare (azione correttrice). La corretta posizione di partenza del bacino è indispensabile per tutti gli esercizi addominali e di respirazione.
27 L inclinazione del bacino si determina in posizione di decubito supino che evita la compensazione lombare, risulta dall angolo inferiore che si forma tra la retta passante tra la sias e la sips, e la retta perpendicolare al suolo. Normalmente l angolo ha un valore di 12, se il bacino è anteroverso l angolo aumenta, se è retroverso l angolo diminuisce.
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46 Per valutare l assetto del bacino si ricorre anche al metodo di Piollet (regola dei tre piani) e al metodo di Schulthess. Regola del Piollet: Si tracciano tre rette parallele passanti per 1)ombelico, 2) SIPS, 3) SIAS; se quella passante per la SIPS è equidistante dalle altre due il bacino è equilibrato, se si avvicina alla 1) è in antiversione, se si avvicina alla 3) è in retroversione. Regola di Schulthess: la stessa del decubito supino in posizione eretta
47 La misurazione dell angolo di lordosi lombare non è ancora universalmente stabilita. Secondo gli studi più recenti di Fernard e Fox (1985) può essere determinato con una radiografia laterale della colonna in posizione supina, si misura l angolo lombo-lombare tra le rette passanti per il piatto superiore di L2 e il piatto inferiore di L5, valore normale 23, o l angolo lombo-sacrale tra le rette passanti per il piatto superiore di L2 e la retta parallela all apice del sacro.
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49 Il processo di spondilolisi può anche essere dovuto all attività motoria ed in particolare ai sovraccarichi vertebrali in posizione eretta (squat) o in flessione del busto in avanti (sollevamento di carichi, lombari con sovraccarico), si stabilizza verso i anni ed è più rara nell adulto.
50 Il trattamento chinesiologico della spondilolisi e delle lordosi lombari si propone lo scopo di frenare lo scivolamento vertebrale, o di ridurre il processo con la ginnastica addominale, nel rispetto degli accorgimenti tecnici a cui si rimanda nella parte pratica, e con esercizi di respirazione.
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