Giovedì 27 febbraio Assemblea dei soci (documento di sintesi)

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1 Giovedì 27 febbraio Assemblea dei soci (documento di sintesi) 1. Il volontariato in tempo di crisi La crisi ha profondamente modificato la società per come la conosciamo, la società che per come era strutturata ha fato nascere il volontariato come lo conosciamo oggi. Indietro non si torna, tutto è cambiato. Il cambiamento va letto e affrontato Oggi non siamo più in un paese di benessere in cui il volontariato si occupava di alcune nicchie di svantaggio e di marginalità; la riduzione dei servizi e l aumento del malessere pongono nuovi problemi di tutela dei diritti che ci sembravano oramai acquisiti quali il diritto al lavoro, alla casa, alla salute all ambiente. D altro canto si sta muovendo una nuova spinta al volontariato dei cittadini che non si muove più entro i soli confini delle associazioni Che cosa stiamo osservando? Tante associazioni che fanno tantissimo e gli viene richiesto sempre di più, ma fanno azioni circoscritte un po ingessate, poco imprenditive sia sulle relazioni del territorio, con i servizi, con le reti di volontariato classico o di volontariato informali, ed anche con poca comunicazione al loro interno; Oggi sono poche le associazioni capaci e ad elaborare pensieri che esulino dal loro campo specifico, manca l apertura a ragionare su VOLONTARIATO e SOLIDARIETA anche il volontariato è toccato dalla iper-specializzazione che non risponde più ai bisogni globali delle persone; Tante associazioni che fanno ma non esercitano l'accoglienza dei nuovi volontari venendo meno al compito educativo, fondamentale, di generare VOLONTARIATO; Tante associazioni che si avvalgono di figure professioniste per caratterizzare l'associazione stessa, ma che non producono VOLONTARIATO Tante associazioni "oppresse" dagli adempimenti burocratici, certificazioni, accreditamenti Tante associazioni che sfuggono ai minimi adempimenti di democraticità e trasparenza; Tante associazioni che sono pressate da richieste sia di cittadini che da pubblico per ottenere servizi spesso non di loro competenza per supplire a quanto è venuto a mancare in termini di sostegno.

2 In generale vediamo una difficoltà ad affrontare il cambiamento; vediamo una resistenza a modificare il nostro approccio storico; sentiamo un soffocamento di obblighi che orienta le energie del volontariato a fare e non a GENERARE e a FACILITARE connessioni relazioni. 2. Che volontariato per il domani 1. Un volontariato che promuovere la corresponsabilità e la partecipazione dei cittadini ad occuparsi della comunità. 2. Un volontariato che persegue un profondo e radicato lavoro di collaborazione tra soggetti pubblici e privati, in una logica di sussidiarietà, in cui tutti cooperano secondo le proprie competenze e possibilità. 3. Un volontariato che vuole rilanciare il suo ruolo politico e di tutela dei diritti, assumendosi la responsabilità di costruire una capacità progettuale e strategica al suo interno per poi muoversi quali partners paritari e non subalterno ai soggetti del territorio. 4. Un volontariato che si apre al territorio per fare sistema con i diversi attori sociali per intervenire in modo compatto sugli ambiti prioritari individuati. Va fatto un passo avanti rispetto al lavoro di rete come finora l abbiamo concepito, caratterizzato da progetti di corto respiro di 1 o 2 anni; occorre pensare ad una coalizione di soggetti che ragionano in termini di impatto collettivo, che raggiungono una visione condivisa e da qui attivano una serie di progetti tra loro mutualmente rinforzanti. 5. Un volontariato che vuole promuovere la cultura del dono e della filantropia, stretta parente della cultura della solidarietà. 6. Un volontariato trasparente nell uso delle risorse pubbliche e democratico per affinare la capacità di promuovere partecipazione 3. la strada da intraprendere La strada che proponiamo parte dai FONDAMENTALI. Se il mestiere del volontariato è quello di generare dono, gratuità e filantropia, quale ruolo va ridisegnato per il volontariato? Vediamo alcune aree di lavoro: 1. Occorre ridare senso al volontariato: significa ancora gratuita', partecipazione, interesse per l'altra persona e per il bene comune, passione per il territorio che abitiamo e voglia e capacità di mettere insieme le risorse per tentare di raggiungere obiettivi sempre più alti. 2

3 2. Uscire dall auto centratura: va bene così, abbiamo sempre fatto così, ma riconoscere onestamente che da soli non ce la facciamo, che possiamo produrre benessere e solidarietà nelle comunità solo se lavoriamo insieme 3. Aprirsi al territorio e alla cittadinanza attiva che si sta muovendo, per intercettare e stabilizzare le risorse sociali che contribuiscono al benessere. Integrarle e rapportarle con le associazioni e i corpi intermedi che possono essere garanzia di continuità delle azioni spontanee e gratuite. Evitare cioè il proliferare di organizzazioni che nascono e muoiono per carenza di stabilità e accogliere e valorizzare le nuove idee e le nuove iniziative accogliendole all interno del volontariato esistente. Generare quindi una forza nuova e superiore rispetto alla somma delle singole capacità e volontà degli individui che si associano. 4. Darsi il tempo del pensiero strategico insieme per approcciarsi alle politiche pubbliche mantenendo fede insieme alla natura stessa del volontariato 5. Occorre inventare nuove modalità di lavorare e fare servizi, più centrati sulla comunità e meno sul target quindi anche nuovi tipi di professionalità e formazione basati sull originalità comune che sta alla base della "specificità". Il volontariato deve acquisire competenze sulla sua missione primaria: sull ascolto, sulla promozione e comunicazione e sulla capacità di interagire con il territorio, con i partners locali e con nuove forme di volontariato spontaneo. 6. Attraverso la gratuità e il dono, il volontariato contribuisce alla formazione della persona e alla crescita umana, civile e culturale e promuovendo lo sviluppo delle persone e delle comunità. 7. Occorre distinguere bene tra competenza e professionalità: oggi il volontariato deve essere competente, ma non può sostituirsi al lavoro dei professionisti. Oggi il volontariato è ad un bivio: Rischiare di essere esecutore di servizi solidaristici a basso costo (fintamente) concordati con le pubbliche amministrazioni. Decidere di essere in primis connettore di idee e di soggetti, generatore di dono, disinnescatore di conflitti, formatore di solidarietà e diritti, sognatore di futuri possibili, aggregatore di idee, di pensieri e di speranze. In un momento di crisi complessiva, il volontariato può essere la marcia in più per il cambiamento di rotta grazie alla sua capacità peculiare di promuovere comunità. Solo essendo Comunità, nel senso pieno del termine, avremo gli strumenti e le risorse per affrontare al meglio il futuro. 4. dotarsi di pensiero strategico La strategia si differenzia dal programma perché ricerca l orizzonte verso cui muoversi e costruire, la strategia richiede tempo, ascolto, connessioni e gruppo. 3

4 La strategia accoglie l incertezza sapendo che è proprio il lavoro incerto ad aprire la prospettive nuove che possono sostenere nella complessità. Lo sguardo strategico fa emergere contenuti, percezioni, idee differenti, problemi, risorse, Lo sguardo strategico favorisce i movimenti di comprensione, di progettazione, di realizzazione in corso d opera, definendo e ridefinendo il lavoro. La direzione strategica indica la strada dell intrapresa, i programmi sono al servizio di questa prospettiva e contribuiscono a precisarne i contenuti, il senso, le possibilità realizzative. La visione strategica non esprime una concettualizzazione a priori sulla realtà, al contrario ricerca il senso, il contenuto, l organizzazione per interrogarsi riguardo alla realtà, per entrarci in contatto, con altri soggetti, e intraprendere azioni progettuali che aprano ad una maggiore conoscenza delle situazioni e,quindi, ad una più consistente intrapresa sociale. La strategia ci interroga sul perché fare, con chi, con quale organizzazione, con quali risorse, con quali ipotesi sociali: è strategico darsi la possibilità di scegliere i mondi vitali isolando i comportamenti negativi che producono negatività. Significa costruire una rete che rimanga aperta, perché fatto il passo dell apertura non si continui ad avere la tentazione dell autosufficienza anche della rete. Significa stare nell esplicito: assumersi la responsabilità di dire le cose come stanno sapendo che ci sono dei SI e dei NO. Sapendo che qualcuno rimarrà scontento, senza paura di far emergere dei conflitti che se lasciati latenti avvelenano la progressione. Significa stare in movimento, facendo i passi necessari per andare avanti, senza fughe in avanti o nostalgie all indietro. 5. mancano i soldi, con che patrimonio? Come CSV, sarebbe miope affrontare questo momento storico solo al pensiero di un conto economico in calo senza la consapevolezza e la capacità sfruttare uno stato patrimoniale in grande attivo. I contributi in denaro che le Associazioni hanno sempre ottenuto da banche, fondazioni, privati, sono drasticamente diminuiti e quei pochi rimasti a disposizione necessitano di grande impegno e dedizione da parte delle Associazioni che per ottenerli devono compiere percorsi burocratici sempre più articolati e complessi, che risultano veri e propri labirinti con un piccolo premio finale. La liquidità è ormai cosa rara È importante prenderne atto e vedere in questo cambiamento cosa abbiamo perso e cosa abbiamo invece aggiunto; accorgendoci che abbiamo valori diversi a disposizione, che mentre scarseggia il denaro contante aumenta il patrimonio umano, aumenta la competenza, aumenta l esperienza, aumentano le relazioni, aumentano le 4

5 idee, si allargano le prospettive, si apprezzano le diversità. Tutto ciò aumenta in quantità ed in valore, in spessore, in consistenza. Lavorando insieme scambiamo competenze, condividiamo saperi e dividiamo le difficoltà. Ci troviamo oggi con un patrimonio nuovo, un patrimonio da scoprire e nel quale credere, un patrimonio che non si svaluta ma anzi si moltiplica, aprendo alla fiducia, alla generosità che contraddistingue il volontariato e con lo sforzo iniziale di lavorare insieme. 6. Il ruolo di DarVoce in questo scenario Ieri consulenti Io insegno e tu fai Io ho i soldi (potere) e tu pretendi Io faccio e tu pensi Io eseguo e tu rappresenti Domani - Compagni di strada Insieme impariamo condividendo punti di vista Generiamo e condividiamo le risorse Generiamo pensiero e lo condividiamo Ci rappresentiamo il futuro e costruiamo spazi di rappresentanza Ti insegno a reclutare persone (people raising) per le ODV Promuovere la cittadinanza attiva nelle sue molteplici forme, con attenzione alle derive, costruendo insieme consenso attorno ai valori di gratuità e solidarietà Promuovere capacità di accoglienza nelle associazioni e consapevolezza che accogliere significa apertura al cambiamento Promuovere il volontariato di prossimità nelle comunità Assumersi la responsabilità di formare il nuovo volontariato ai valori generali del volontariato stesso prima che fare la formazione specifica di atea / settore / intervento 5

6 Ascoltare i bisogni e dare risposte con servizi mirati Accompagnare le associazioni di volontariato in un processo di miglioramento e di apertura al territorio con il contatto diretto in seno al direttivo e azioni coordinate di apertura costruendo CON LORO il processo più idoneo alle loro strategie condividendo competenze risorse. Promuovere accountability (insieme di valori e strumenti che possano accreditare e rendere trasparente l associazione e quindi LE associazioni) Costituire soggetti giuridici solo se ci sono i requisiti e accompagnare i gruppi di cittadini a forme leggere di organizzazione Ascoltare le idee progettuali dalle ODV e Costruire progetti (con attenzione alle spartizioni ) La rete è il fine per ottenere finanziamenti Intercettare gli input del territorio, le sfide più urgenti e sollecitare le associazioni e altri soggetti del pubblico e del privato ad una presa in carico dei problemi in modo coordinato attraverso un coordinamento che garantisca maggior impatto e produca autonomia = la rete è strumento TEMPORANEO perché poi evolve in patti stabili. Ripartire le risorse della progettazione in modo accessibile e paritario per ambiti territori Promuovere la condivisione delle risorse economiche strumentali umane presenti nel territorio e attivarne di nuove in una logica di compartecipazione e moltiplicazione delle risorse = più stabilità e autonomia Assistere le associazioni nel percorso progettuale con le competenze di DarVoce Trasferire le competenze di progettazione e animazione territoriale per far si che si moltiplichino queste competenze sui territori = fornire STRUMENTI per l empowerment (la capacità di un territorio di farsi carico di se stessa) e non servizi 6

7 Distinguere i clienti tra ODV e altro non profit Facilitare la comunicazione delle ODV Insegnare a raccogliere fondi Perseguire la vocazione al FARE - produrre Aprire i servizi a soggetti sguarniti di soggetti di riferimento ed in balia di un mercato impazzito che genera consulenti per mancanza di clienti Comunicare in modo integrato il volontariato, il suo apporto nella comunità promuovendo studi, ricerche e azioni di sistema Costruire strumenti integrati di comunicazione che promuovano i TEMI e non semplicemente le ASSOCIAZIONI Costruire strategie per la promozione del dono e della filantropia in una logica di sistema reggiano evitando la competizione e favorendo la donazione come atto di responsabilità civica e non di elemosina Darsi il tempo del pensiero - costruire percorsi condivisi di formazione su scenari più ampi che favoriscano la lettura del contesto e la vocazione del volontariato reggiano in una complessità che cresce 7

8 IL MANIFESTO Vogliamo promuovere la corresponsabilità e la partecipazione dei cittadini a occuparsi della comunità. Moltiplicando e promuovendo le azioni di volontariato, di gratuità e di filantropia e a non disperdere nemmeno un ora di attività volontaria dei cittadini. Vogliamo accogliere, sollecitare le nuove forme di volontariato e di partecipazione, sostenerne le azioni innovative e di rappresentanza per un ritrovato impegno delle associazioni quali corpi intermedi tra cittadini e istituzioni, insieme agli altri soggetti del III settore Sogniamo una comunità in cui il cittadino si senta corresponsabile e non solo utente di servizi, consumatore di beni o elettore. Vediamo quindi un volontariato che promuove COMUNITA una comunità coesa, solidale da lasciare in eredità ai nostri figli. Vogliamo difendere i beni comuni: quelli tangibili come aria, acqua, energia, suolo e sottosuolo, ma anche i beni intangibili a partire dal diritto alla dignità di ogni persona, alla salute, alla cultura, alla socialità, alla relazione. Vogliamo tutelare il diritto al lavoro senza sostituire la nostra azione a quella dei lavoratori. E però importante ribadire che esistono valori comuni che necessitano di azioni spontanee e gratuite come il valore dell ascolto, della relazione, della reciprocità e della solidarietà a cui tutti i cittadini sono chiamati. vogliamo impegnarci maggiormente nel lavoro di rete in modo sinergico con i diversi attori sociali per costruire sui nostri territori e nelle nostre comunità un nuovo benessere sociale che aiuta le persone ad uscire dall isolamento e dalla solitudine. 8

9 Dobbiamo perciò alzare la testa, uscire dal particolare per progettare in modo strategico nuove forme di collaborazione. Con i tempi che corrono e di fronte alle vicende di attualità legate all uso strumentale delle risorse pubbliche e dei ruoli di responsabilità, vogliamo dare l esempio gestendo le associazioni con trasparenza e democraticità per affinare la capacità di promuovere fiducia e partecipazione. Cosa chiediamo? Chiediamo che siano posti come prioritari nell agenda politica i diritti universali, a partire dai diritti silenziosi: di chi non ha dimora, di chi non ha voce, di chi non ha denaro, di chi non ha lavoro e dignità. Chiediamo che sia diminuita la distanza tra cittadini e pubblica amministrazione riducendo la burocrazia per liberare risorse per l ascolto, la presa in carico di cittadini e la costruzione di progettualità comuni. Chiediamo che gli amministratori sappiano mettere a patrimonio il capitale sociale che è loro affidato, facendolo fruttare. Chiediamo di essere considerati quali soggetti paritari nella pianificazione e nella visione del futuro e nella responsabilità della gestione del benessere dei cittadini. Chiediamo un amministrazione trasparente e democratica in cui le risorse pubbliche, umane- economiche ambientali e sociali, siano utilizzate sapendo che sono solo in custodia dell amministrazione, e di proprietà dei cittadini di oggi e di domani. 9

10 Chiediamo un amministrazione che esca dall auto centratura per liberare risorse in termini di solidarietà e imprenditività sociale delle nostre comunità. Chiediamo una pubblica amministrazione aperta ed accessibile, in termini di orari, comunicazione, orientamento, ascolto e riduzione delle barriere fisiche e culturali che, di fatto, limitano i diritti dei cittadini con meno riscorse. Non ci chiedete quindi: Di occupare posizioni organizzative che tolgono lavoro Di eseguire senza pensare Di sostituire qualcuno perché non ci sono risorse economiche Di stare al nostro posto senza disturbare Il volontariato reggiano 10

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