SERVIZIO DI VALUTAZIONE IN ITINERE

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1 Regione Marche SERVIZIO DI VALUTAZIONE IN ITINERE DEL PROGRAMMA OPERATIVO OBIETTIVO REGIONE MARCHE Rapporto di Valutazione Finale Maggio 2005 ATI Istituto per la Ricerca Sociale Galgano & Associati Istituto per la Ricerca Sociale

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3 INDICE PREMESSA VII PARTE PRIMA: PRINCIPALI EVIDENSE EMERSE DALLA VALUTAZIONE FINALE E BISOGNI FUTURI PRINCIPALI EVIDENZE EMERSE, SCENARI FUTURI E RACCOMANDAZIONI PER LA PROGRAMMAZIONE XIII Le principali evidenze emerse: punti di forza e di debolezza XIII Scenari futuri e priorità di intervento/linee strategiche della nuova programmazione XXXV PARTE SECONDA: UNA VALUTAZIONE DEI PRIMI QUATTRO ANNI DI ATTUAZIONE. AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE INTERMEDIA 1. IL CONTESTO ATTUATIVO DEL POR REGIONE MARCHE: EVOLUZIONE DELLO SCENARIO SOCIO-ECONOMICO DI RIFERIMENTO Il mercato del lavoro marchigiano: evoluzione delle caratteristiche strutturali nel Andamento demografico Il mercato del lavoro marchigiano: le principali tendenze in atto nel 2004 e le dinamiche a livello provinciale Evoluzione dell offerta di lavoro tra il 2000 ed il 2004 e diversità nelle scelte formative e partecipative al mercato del lavoro di uomini e donne Domanda di lavoro e professioni: il peso crescente delle PMI nel tessuto occupazionale regionale tra il 2000 e il III

4 2. IL CONTESTO ATTUATIVO DEL POR MARCHE: L EVOLUZIONE DEL QUADRO NORMATIVO NAZIONALE E REGIONALE Il contesto nazionale: la riforma Biagi, la riforma Moratti e il nuovo NAP Il contesto regionale: la nuova legge regionale per l occupazione, la tutela e la qualità del lavoro L ATTUAZIONE DEL POR MARCHE A LIVELLO DI AVANZAMENTO FINANZIARIO E FISICO L avanzamento dal punto di vista finanziario: uno sguardo di sintesi a livello regionale L avanzamento dal punto di vista finanziario: specificità e caratteristiche a livello provinciale L avanzamento fisico: uno sguardo di sintesi della programmazione sull intero territorio regionale L avanzamento fisico: il contributo agli obiettivi della Strategia Europea dell Occupazione Le azioni a sostegno dell occupabilità e di lotta alla disoccupazione Le azioni di contrasto all esclusione sociale Le azioni a sostegno dell integrazione fra sistemi e per lo sviluppo delle risorse umane Le azioni a sostegno dell occupazione Le azioni a sostegno delle pari opportunità di genere L avanzamento fisico: specificità e caratteristiche a livello provinciale Analisi sui destinatari: domanda potenziale ed effettiva L esercizio autovalutativo: uno sguardo di sintesi VALORE AGGIUNTO ED ESITI OCCUPAZIONALI DELLE AZIONI FINANZIATE DAL POR 233 IV

5 4.1 Esiti occupazionali delle azioni formative della Regione Marche nel periodo Metodologia e caratteristiche dell indagine Sintesi dei risultati Analisi degli impatti netti Esiti delle attività formative della Provincia di Ancona nell anno Esiti delle attività formative della Provincia di Pesaro e Urbino nell anno Esiti delle attività formative della Provincia di Macerata nell anno Alcune considerazioni conclusive UN APPROFONDIMENTO SULLA FORMAZIONE CONTINUA: RISULTATI, VALORE AGGIUNTO E PROSPETTIVE FUTURE Strategie e nuovi orientamenti delle politiche pubbliche a sostegno della formazione continua dei lavoratori in Italia Stato dell arte della formazione continua a domanda individuale e dei Piani formativi in Italia e nelle Marche finanziati ai sensi della legge 236/ ll Fondo Sociale Europeo e la programmazione attuativa relativa alla formazione continua in Italia e nelle Marche La Misura D1 e la Misura D2 all interno del POR Marche. Obiettivi e risultati La Misura D La Misura D I voucher per la formazione continua nell ambito del POR Marche Nuovi spunti per dare valore aggiunto alla formazione continua: l avvio dei Fondi interprofessionali. Il punto sulla situazione in Italia e nelle Marche In sintesi 299 V

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7 PREMESSA Questo Rapporto (settimo rapporto di valutazione in itinere) si caratterizza come un ulteriore prodotto fornito dall ATI IRS - Galgano nell ambito del servizio di valutazione in itinere del Programma Obiettivo 3 Regione Marche. In coerenza con quanto richiesto a livello comunitario assume anche le caratteristiche di Rapporto di Valutazione finale a due anni dal Rapporto di Valutazione Intermedia. La struttura del Rapporto è stata pensata, pertanto, in maniera tale da rispondere alle richieste sollecitate sia dal livello comunitario che nazionale. Nello specifico, dal punto di vista dei contenuti, è stato sottolineato come la Valutazione Finale debba vertere principalmente sulla verifica complessiva dell effettivo utilizzo della valutazione intermedia e, con riferimento alle priorità previste in ciascun Asse, sull aggiornamento delle informazioni (sia da un punto di vista finanziario che fisico) riguardanti le realizzazioni e i principali risultati ottenuti per policy field. In quest ultimo campo particolare importanza rivestono gli esiti occupazionali e l analisi, più mirata, in relazione ad alcune specifiche Misure del POR/aree di policy considerate particolarmente interessanti e prioritarie anche nell ottica della prossima programmazione comunitaria. Su questa base, il Rapporto è strutturato in due parti distinte pur se strettamente connesse fra loro. La prima parte del Rapporto si concentra su una analisi di sintesi in relazione alle principali evidenze emerse nel corso delle analisi effettuate ponendole in relazione con le specificità e le priorità della nuova programmazione comunitaria La seconda parte, invece, riguarda, esplicitamente, l aggiornamento della valutazione intermedia e presenta una analisi dei primi quattro anni di attuazione del POR OB.3 della Regione Marche. Nello specifico, l aggiornamento della valutazione intermedia viene effettuato, inizialmente, a livello di contesto di riferimento. Non si tratta di riproporre tutti gli elementi presenti nei precedenti Rapporti di Valutazione, ma di soffermarsi su quei cambiamenti e su quelle specificità (sia a livello di scenario socio-economico che normativo) che si sono, nel VII

8 frattempo, modificati e che si caratterizzano per essere di cruciale importanza in relazione alle politiche previste dal POR. In particolare ci riferiamo alla consolidazione di alcuni elementi caratteristici del territorio di riferimento per quanto riguarda lo scenario socio-economico (capitolo 1) e alla definizione finale dei decreti attuativi sia della Legge Biagi che della Riforma Moratti per quanto riguarda lo scenario normativo (capitolo 2). Si passa, poi, ad aggiornare l avanzamento del Programma sia a livello finanziario che fisico ponendo particolare attenzione a specifiche Misure e aree di policy e alla presenza e consistenza di specifici effetti occupazionali. L avanzamento finanziario viene analizzato sia a livello di sistema (paragrafo 3.1) che ponendo in evidenza specificità e caratteristiche proprie di ogni singola Amministrazione coinvolta nell attuazione del Programma (paragrafo 3.2). Medesima struttura segue l analisi dell avanzamento fisico; alle caratteristiche principali a livello di sistema (paragrafo 3.3) e alle specificità territoriali (paragrafo 3.5) si aggiunge, però, anche una disamina condotta in relazione a ciascun Asse del POR in maniera tale da evidenziare il contributo agli obiettivi generali e specifici della Strategia Europea dell Occupazione (paragrafo 3.4). A questo proposito vengono anche riportati i principali elementi emersi nel corso dei Rapporti di valutazione tematica effettuati nel corso di questi quattro anni in relazione a specifici aspetti/aree di policy di particolare importanza per la programmazione. Si ricorda che, l ultimo Rapporto di approfondimento tematico effettuato in relazione all evoluzione dell offerta formativa nei primi quattro anni di programmazione ( ) a livello regionale e provinciale, a differenza dei due precedenti, è parte integrante del Rapporto di Valutazione finale. Uno specifico affondo viene, poi, effettuato, in relazione ai destinatari, cogliendo l aspetto della domanda potenziale (paragrafo 3.6). Chiude il capitolo relativo all avanzamento finanziario e fisico del POR, un esercizio di autovalutazione condotto dalle singole Amministrazioni coinvolte nell attuazione del POR in relazione ad alcuni aspetti legati sia all andamento dei singoli Assi/Misure e ad elementi gestionali che all esplicitazione di alcuni principali impatti sul territorio di riferimento (paragrafo 3.7). Il capitolo 4 si concentra sull analisi dei principali effetti occupazionali ottenuti da alcune tipologie di azioni del POR. Si tratta, in questo caso, (non essendo prevista, nel contratto del servizio di valutazione in itinere, anche la rilevazione e analisi di placement) di una lettura di secondo livello effettuata su indagini condotte sia a VIII

9 livello regionale che provinciale volta a mettere in evidenza alcuni principali risultati ed impatti raggiunti. Il capitolo 5, infine, presenta un approfondimento specifico in relazione al tema della formazione continua con affondi legati all andamento delle Misure D1 e D2 del POR. L analisi è arricchita da una lettura congiunta nei confronti di altri strumenti di miglioramento delle risorse umane occupate come, ad esempio, i Fondi interprofessionali. IX

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11 PARTE PRIMA: PRINCIPALI EVIDENZE EMERSE DALLA VALUTAZIONE FINALE E BISOGNI FUTURI

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13 PRINCIPALI EVIDENZE EMERSE, SCENARI FUTURI E RACCOMANDAZIONI PER LA PROGRAMMAZIONE Le pagine che seguono sono volte a sintetizzare le principali evidenze emerse nel corso dell intero Rapporto; esse si caratterizzano, pertanto, come uno strumento volto a facilitare la lettura del Rapporto stesso mettendone in relazione i risultati. L attenzione è posta, inoltre, sulla ricostruzione degli elementi di forza e di debolezza del sistema e sull evoluzione attesa nel contesto regionale al fine di derivare indicazioni in relazione alle priorità di intervento/linee strategiche della nuova programmazione Le principali evidenze emerse: punti di forza e di debolezza Lo scenario di riferimento L analisi condotta a livello di scenario socio-economico (vedi Capitolo 1) ha contribuito ad evidenziare come i principali punti di forza del mercato marchigiano risultino essere numerosi e, soprattutto, in evoluzione nel tempo ad indicare anche (in termini di proxi, ovviamente) un generale e positivo valore aggiunto rappresentato dalle azioni attivate/attivabili dalla programmazione FSE Ob.3 in questi primi quattro anni presi in esame. Innanzitutto, è stata posta in evidenza l ottima performance dei principali indicatori di mercato del lavoro che sono molto incoraggianti soprattutto se rapportati alle altre ripartizioni territoriali italiane e alle modifiche riscontrate nei primi quattro anni di programmazione. Negli ultimi quattro anni (tra il 2000 e il 2004) si è assistito, infatti, ad un rilevante trend di crescita nei livelli di partecipazione e di occupazione marchigiani con una convergenza verso l alto degli indicatori provinciali. Da segnalare è la performance positiva della provincia di Ascoli-Piceno che non solo è la provincia che vanta nel 2004 i tassi di attività e di occupazione migliori della Regione ma è anche quella che, insieme a Macerata ha visto migliorare in maniera sensibile negli ultimi anni il suo tasso di occupazione e di disoccupazione. XIII

14 A livello generale è, quindi, plausibile affermare che la programmazione FSE abbia, in un certo senso, contribuito in maniera rilevante o, quantomeno sia stata una variabile positiva da considerare assieme a tutte le altre che possono influenzare modificazioni congiunturali nei mercati del lavoro locali, per rafforzare, mediante le politiche ed i progetti messi in atto, i livelli occupazionali della Regione. In questo contesto va segnalata, inoltre, la particolare situazione positiva della componente femminile della forza lavoro (elemento questo considerato prioritario sia a livello europeo se consideriamo i target occupazionali previsti a Lisbona - che nazionale) che ha trovato facilmente spazio in un contesto lavorativo caratterizzato da piccole e medie imprese e da una larga diffusione di forme contrattuali atipiche. Pur non essendo ancora stati raggiunti i target occupazionali femminili di Lisbona, l analisi effettuata ha posto in risalto, infatti, come lo scostamento sia di soli 2,8 punti rispetto all obiettivo del 2005 (mid-term target) e di 5,8 rispetto a quello previsto per il Parallelamente, i tassi di attività femminili risultano superiori, per tutte le classi di età, alla media nazionale e ai tassi del Centro Italia e, nelle fasce di età over-35 anni, sono più elevati anche di quelli del Nord (Ovest ed Est); tra il 2000 ed il 2003 l offerta femminile è, infatti, cresciuta in special modo per le donne 45-54enni (+ 7 punti percentuali). Ciò ha contribuito, del resto, a fare aumentare la quota complessiva dei 45-54enni (sia donne che uomini) che intendono partecipare al mercato del lavoro contribuendo, in maniera sensibile, ad innalzare questa quota di soggetti in età adulta considerata, sempre dagli obiettivi posti a Lisbona, come uno degli elementi prioritari da considerare all interno delle strategie comunitarie a favore dell occupazione. La solidità della struttura produttiva marchigiana è risultata caratterizzata da uno sviluppo occupazionale trainato, in tutti questi anni ( ), dal settore industriale dove si concentra una quota di occupazione superiore rispetto a qualsiasi altra ripartizione territoriale italiana, e da una buona dinamica di terziarizzazione. Se le piccole e le medie imprese hanno rappresentato e rappresentano, tutt ora, la spina dorsale del mercato del lavoro regionale, esse ne hanno anche determinato, di fatto, la domanda per professioni, elemento questo, che introduce uno dei punti di possibile debolezza anche per il futuro, da tenere costantemente monitorato e sul quale programmare politiche ed interventi futuri. Le aziende sembrano, infatti, rivolgersi principalmente verso la componente giovane della forza lavoro (specialmente maschile) e verso basse qualifiche XIV

15 professionali con un alto ricorso ai giovani con bassi livelli di istruzione e a lavoratori extracomunitari. L'offerta di lavoro, d'altro canto, si è caratterizzata, costantemente, per la crescita del livello di istruzione con un mismatch tra domanda e offerta che si traduce in un aumento della disoccupazione intellettuale e della disoccupazione giovanile femminile. Va segnalato, però, come le analisi effettuate (in particolare quelle su dati Excelsior) abbiano posto in evidenza come la tendenza di una domanda di lavoro in prevalenza verso gli under 35, risulti essere diminuita sensibilmente nel tempo (nel 2000 era destinata agli individui con meno di 35 anni ben il 72,9% delle assunzioni totali, nel 2004 tale quota è scesa al 56,1%) contribuendo a incrementare il numero di occupati nelle fasce di età più elevate soprattutto nella componente femminile della popolazione come prima evidenziato e lasciando ipotizzare cambiamenti nel futuro. Un altro aspetto da tenere sotto controllo è quello legato alla marcata frammentazione del mercato produttivo marchigiano che privilegia le aziende di piccole dimensioni rispetto a quelle medio-grandi, elemento che potrebbe causare, in futuro, difficoltà nel fronteggiare la concorrenza di produzioni su larga scala e in mercati diversi da quello locale. A questi aspetti sembra andare incontro, del resto, la nuova legge regionale (vedi capitolo 2) per l occupazione, la tutela e la qualità del lavoro (L.R n. 2 del 25/01/2005 Norme regionali per l occupazione, la tutela e la qualità del lavoro ) che rappresenta il primo esempio di normativa regionale in materia di lavoro dopo la riforma nazionale sancita dalla Legge n.30/2003 (Legge Biagi). Punto focale (anche in considerazione della Riforma Moratti) è quello di favorire il raccordo tra lavoro e formazione e di promuovere l occupazione attraverso azioni diverse di sostegno e di incentivo verso target specifici di persone. Ad esempio, il sostegno ad interventi di formazione che favoriscano l'inserimento o il reinserimento nel mercato del lavoro o l'aggiornamento delle competenze (favorendo, così, le fasce più adulte sia fra gli occupati che fra i disoccupati) o gli incentivi per progetti di studio o ricerca di neolaureati o diplomati disoccupati da realizzarsi presso imprese pubbliche o private (contrastando i fenomeni di disoccupazione intellettuale). Tale legge, prima in Italia a reperire la normativa nazionale, può essere, quindi, considerata come una legge pilota che si propone di superare alcuni dei limiti evidenziati rispetto alla Legge Biagi attraverso misure a sostegno dell occupazione e XV

16 a supporto dell attività di impresa. Obiettivo centrale della normativa è, infatti, quello di far sì che la flessibilità prevista dalla Legge Biagi non si traduca necessariamente in precarietà, soprattutto, nei confronti di quelle fasce più deboli del mercato del lavoro che usufruiscono, in misura maggiore, di contratti atipici (per lo più, come si è visto, donne). Infine, allo scopo di garantire la stabilità del lavoro, si sostengono processi aziendali di trasformazione organizzativa e di innovazione tecnologica e si prevede la realizzazione da parte della Regione di azioni volte a prevenire situazioni di crisi territoriali, settoriali ed aziendali, che abbiano come obiettivo la salvaguardia dei livelli occupazionali, elemento, questo, che può caratterizzarsi come valido supporto anche nel fronteggiare situazioni di concorrenza su larga scala prima evocate. L avanzamento del POR In questo contesto, come precedentemente evidenziato, il contributo della programmazione FSE Ob.3 sia a livello regionale che in relazione alle singole specificità provinciali può essere, sicuramente, letto in positivo. Tutte le analisi presentate ed analizzate (vedi Capitolo 3) hanno, infatti, posto in evidenza lo sforzo notevole, effettuato sia a livello finanziario che fisico, al fine di rendere effettive le politiche e gli interventi programmati in forte coerenza con le caratteristiche dello scenario di riferimento. Nello specifico del livello finanziario (vedi paragrafo 3.1), è stata sottolineata una partenza piuttosto lenta sia a livello di impegni che a livelli di pagamenti, ma, contemporaneamente è stata evidenziata la fortissima accelerazione registrabile sin dalla fine del 2002 che viene ulteriormente confermata nel 2003, in concomitanza con la revisione di medio termine e con la possibilità di concorrere per la performance, fino a fare registrare valori molto positivi nel 2004 dopo la riallocazione finanziaria dovuta al premio di performance. Tutti gli indicatori finanziari considerati hanno mostrato, infatti, un forte incremento da un anno all altro a dimostrazione di un trend altamente positivo e di un forte sforzo effettuato dall Autorità di Gestione del POR per allinearsi ad alti standard di efficienza finanziaria non così immediatamente prevedibili all inizio della programmazione. XVI

17 Tali andamenti positivi non presentano particolari differenziazioni 1 a livello dello specifico soggetto amministrativo coinvolto (vedi paragrafo 3.2) dimostrando come lo sforzo effettuato sia stato particolarmente congiunto fra tutti gli attori coinvolti nella gestione del POR. Gli sforzi in termini di impegni e pagamenti hanno permesso di mettere in atto un numero di progetti alquanto elevato nei quattro anni di programmazione di riferimento ( ). Nello specifico, si tratta, complessivamente, di un totale di progetti presentati nel corso di questi quattro anni e di un totale di progetti approvati nello stesso periodo di riferimento (vedi paragrafo 3.3). L elemento di maggiore evidenza è dato dalla massiccia presenza di progetti non formativi che rappresentano da soli circa l 80% di tutti i progetti approvati, dato, questo, rilevato costantemente nel corso della valutazione in itinere condotta sul POR e che si rivela essere perennemente in crescita a testimonianza di una costante attenzione sia da parte dell AdG Marche che da parte dei potenziali soggetti gestori nei confronti di quelle azioni altre rispetto alla formazione. Se si escludono i progetti non formativi generici che comprendono, al suo interno, diverse tipologie di progetti difficilmente imputabili alle altre tipologie previste, le tipologie maggiormente utilizzate sono gli aiuti alla creazione di nuovi posti di lavoro e i progetti di sostegno alla creazione d impresa. Completano il quadro, le attività di tirocinio ed orientamento, gli aiuti per l assunzione di tirocinanti e i progetti di avvio di attività imprenditoriali. Da sottolineare come, le prime due tipologie relative ai tirocini vadano in maniera mirata ad impattare sui giovani più qualificati. Si evidenzia, pertanto, una strategia regionale fortemente mirata a supportare l occupazione attraverso interventi diretti o, quantomeno strettamente connessi, 1 Fra tutte, è, comunque, la Provincia di Pesaro-Urbino quella ad avere un andamento più simile a quello esaminato precedentemente in relazione all intero territorio regionale. I valori ottenuti dai tre indicatori finanziari presi finora in considerazione si differenziano, infatti, soltanto per pochi punti percentuali. La Provincia di Ascoli Piceno e la Regione Marche (intesa in questo caso come una quinta realtà accanto alle quattro Province e non come territorio nella sua interezza) sono quelle che, invece, si differenziano maggiormente (pur in un quadro di sostanziale rappresentatività). E la disaggregazione rispetto ai singoli Assi e alle singole Misure a presentare maggiori differenziazioni fra le diverse realtà amministrative. Ad esempio, il basso livello raggiunto dagli indicatori finanziari considerati in relazione all Asse B (elemento riscontrato a livello generale) va, sostanzialmente, imputato a valori molto bassi ottenuti dalla Regione Marche piuttosto che dalle singole realtà territoriali che, pur denotando anch esse una certa difficoltà sia a livello di impegni che di pagamenti, non si distanziano in maniera netta dai valori medi. Le alte performance in termini di capacità di impegno registrate per l Asse C, D ed F sono, invece, trainate da diverse realtà amministrative. Si rimanda al paragrafo 3.2 L avanzamento dal punto di vista finanziario: specificità e caratteristiche a livello provinciale per ulteriori dettagli. XVII

18 alla struttura imprenditoriale del territorio e attraverso un forte investimento nei confronti di tutte quelle attività di politica attiva del lavoro attribuibili ai Centri per l Impiego. Non è un caso, quindi, che la maggior parte dei progetti risulti distribuita fra gli Assi A e D che, assieme, raccolgono circa l 80% dei progetti segnalando esplicitamente la scelta di campo strategica dell Amministrazione regionale nei confronti sia nello sviluppo e promozione delle politiche attive del lavoro per combattere e prevenire la disoccupazione mediante l implementazione e organizzazione dei Servizi per l Impiego, sia nella promozione di una forza lavoro competente, dell innovazione e dell adattabilità dell organizzazione del lavoro e dello sviluppo dello spirito imprenditoriale con priorità alle PMI, asse portante del sistema socio-economico della Regione. Tra i soli progetti formativi, invece, è l Asse C a registrare il maggior numero di interventi anche se l importanza dell Asse D e dell Asse A viene mantenuta ugualmente. La strategia prima rimarcata, viene, quindi, di fatto mantenuta coerente soprattutto se si pensa che, all interno dell Asse C, sono le Misure C3 e C4 a pesare maggiormente segnalando un forte investimento in una formazione superiore più professionalizzante in grado di venire incontro, contemporaneamente, alle esigenze delle imprese e alla risoluzione della problematica relativa alla disoccupazione intellettuale e in una formazione permanente capace di supportare la qualificazione di una forza lavoro adulta. Rispetto agli indicatori calcolati, appare importante soffermarsi su quello di qualità dell offerta che ha permesso di evidenziare alcune considerazioni interessanti. A livello generale, l indicatore è pari allo 0,48 ad indicare che meno della metà di tutti i progetti presentati finiscono per essere approvati. Si tratta di un valore che mette in evidenza come le Amministrazioni di riferimento abbiano la possibilità di effettuare, di fronte all offerta, una scelta oculata scegliendo i progetti che ritengono maggiormente idonei agli esiti del POR. Diverso appare il valore dell indicatore in relazione ai progetti formativi e non formativi. Per quanto riguarda i progetti formativi, infatti, esso scende allo 0,34, mentre, per i non formativi sale allo 0,53. La selezione nei confronti dei progetti formativi risulta essere, pertanto, maggiormente severa; va considerato, del resto, che molti dei progetti catalogati sotto la macro voce non formativi non richiedono l esplicitazione di un vero e proprio progetto di riferimento come nel caso dei formativi e che, quindi, spesso, la selezione di un progetto piuttosto che un altro è XVIII

19 subordinata soltanto alla presenza di requisiti formali e/o dalla disponibilità di finanziamenti per soddisfare le graduatorie effettuate. Non è un caso, infatti, che, nello specifico, siano proprio i progetti non formativi a sostegno della creazione di impresa a fare registrare il valore più alto dell indicatore (0,59): si tratta, infatti, di progetti in cui, dati alcuni requisiti formali, si richiede un finanziamento per lo start up d impresa. Il valore più basso dell indicatore si trova, invece, in relazione ai progetti che determinano aiuti per l assunzione dei tirocinanti dove viene richiesta l esplicitazione di un progetto per i tirocinanti, progetto che può essere valutato in dettaglio al fine di selezionare quello maggiormente idoneo. Va, poi, evidenziato l elevatissimo livello di capacità attuativa (valore dell indicatore pari a 0,97) ad indicare che quasi tutti i progetti approvati risultano essere avviati. In questo caso il valore più alto viene registrato in relazione all Asse A anche se le differenze fra un Asse ed un altro si limitano ad un massimo di tre punti percentuali. Si tratta di un buon livello dell indicatore considerato che molti dei progetti formativi hanno spesso una durata alquanto lunga. Il valore più alto è registrato, in questo caso, nei confronti della Misura D4 relativa alla formazione in ricerca ed innovazione, settore quanto mai coerente con le specificità del territorio di riferimento e con gli obiettivi del POR. Valori analoghi si hanno se si rapportano i progetti conclusi ai progetti approvati (efficacia attuativa dei progetti approvati). Anche in questo caso l analisi presentata a livello di specificità amministrativa di riferimento (vedi paragrafo 3.5) non presenta particolari differenziazioni. Si segnala, comunque, come le Province di Ancona e Pesaro-Urbino siano quelle che presentano andamenti maggiormente simili a quelli rilevati precedentemente per l intero territorio regionale di riferimento del POR. La Provincia di Ascoli-Piceno presenta una distribuzione simile anche se la percentuale di progetti non formativi risulta essere più elevata; inoltre, fra i progetti formativi, è l Asse D ad avere un peso maggiore rispetto all Asse C prevalente a livello dell intero Programma. L Asse D risulta avere un peso maggiore anche nella Provincia di Macerata sia in relazione al numero complessivo di progetti presentati ed approvati che in relazione alla specifica tipologia dei progetti non formativi. La Regione Marche (intesa come entità amministrativa e non come territorio complessivo di riferimento) vede, invece, la maggior parte dei progetti presentati ed approvati nell Asse C ed una distribuzione fra progetti non formativi e formativi che, al contrario di quanto evidenziato a livello di Programma, pesa maggiormente nei confronti di questi ultimi. XIX

20 Scendendo nel dettaglio dei progetti non formativi va evidenziato come quasi tutte le Amministrazioni considerate seguono il medesimo andamento riscontrato per l intero territorio generale e cioè una forte presenza di progetti non formativi generici seguiti dagli aiuti alla creazione di nuovi posti di lavoro e dai progetti di sostegno alla creazione d impresa. Soltanto la Provincia di Macerata si distacca dando maggiore spazio al sostegno alla creazione di impresa (più sei punti percentuali rispetto all andamento complessivo). L analisi per Asse (vedi paragrafo 3.4), invece, sottolinea alcune differenziazioni importanti e, soprattutto, essendo posta in relazione con gli orientamenti della Strategia Europea per l Occupazione (SEO), ha permesso di esplicitare lo specifico contributo del POR alla politiche comunitarie in materia di lavoro e occupazione evidenziando le correlazioni con gli obiettivi generali e con le singole fiches in essa presenti. Piena occupazione e qualità e produttività sul mercato del lavoro risultano essere gli obiettivi maggiormente esplicitati in coerenza con l importanza attribuita agli Assi A e D del POR. L analisi di dettaglio dell Asse A, infatti, evidenzia non solo la piena coerenza e rispondenza al primo obiettivo generale della SEO relativo alla piena occupazione e alla prima fiche relativa alle misure attive e preventive per le persone disoccupate e inattive, ma anche come il POR Marche, nei quattro anni di programmazione comunitaria presi in esame da questo Rapporto ( ), abbia risposto a tali obiettivi in maniera massiccia ed articolata attraverso un numero di progetti elevato e rispondente alle esigenze del territorio. Si tratta, per lo più, di progetti appartenenti alla tipologia dei non formativi afferenti alla Misura A2 a fare registrare la più alta incidenza rispetto al sistema sia in termini di progetti presentati che di progetti approvati ad indicare come, prima ancora dell unione delle due Misure, l approccio regionale era maggiormente volto all attivazione di interventi di tipo preventivo che di tipo curativo in linea, del resto, con le caratteristiche strutturali del mercato del lavoro locale che presenta bassi livelli di disoccupazione, specialmente di lunga durata. Si tratta, quindi, di interventi, per lo più, volti a rendere maggiormente efficace il matching fra domanda e offerta di lavoro supportando l occupabilità della Regione. Tale caratteristica è riscontrabile in relazione a tutti i tipi di progetti presenti nell Asse sia a livello di progetti formativi che di progetti non formativi. Va detto, tuttavia, che la Misura A3 (pur restando inferiore alla A2) ha una incidenza XX

21 maggiore all interno dei progetti formativi a significare come nei confronti dei disoccupati (e, in particolar modo, di quelli di lunga durata) sia stato ritenuto ottimale mettere in campo attività di formazione unitamente a misure attive di politica del lavoro; un approccio curativo che, prevede, quindi, un mix più diversificato di interventi. Per quanto riguarda lo specifico dei progetti non formativi, la maggior parte di essi appartiene alla tipologia aiuti alla creazione di nuovi posti di lavoro, anche in questo caso, in piena coerenza con gli obiettivi generali e specifici esplicitati dalla SEO e alle finalità stesse dell Asse mirate a garantire l inserimento e/o il reinserimento di persone disoccupate e/o inattive. Per quanto riguarda i progetti formativi, invece, la maggior parte dei progetti risponde alla macrotipologia ISFOL degli Aiuti alle persone che da sola ricomprende circa il 95% dei progetti formativi in A2 e A3. Nello specifico si tratta, per lo più, di azioni di formazione specialistica o di secondo livello relative al post obbligo formativo e post diploma; di formazione iniziale all interno dell obbligo formativo, di formazione finalizzata al reinserimento lavorativo; tipologie di progetto che, rispondendo agli specifici obiettivi di policy del territorio e agli obiettivi della SEO in materia di occupazione, tendono ad orientarsi sui tre target maggiormente sensibili : i giovani che necessitano di attività di formazione iniziale in grado di imparare un mestiere favorendo, così, il loro ingresso nel mercato del lavoro; i giovani con un titolo di studio superiore che necessita di essere maggiormente professionalizzato e specializzato; i meno giovani che possono avere avuto esperienze lavorative in passato e che necessitano, per un nuovo inserimento, di una formazione più aggiornata e finalizzata. Anche l Asse D si caratterizza, come precedentemente sottolineato, per la presenza numerosa ed articolata di progetti. In questo caso la coerenza e rispondenza è nei confronti del secondo obiettivo generale della SEO relativo alla qualità e produttività sul posto di lavoro e alla quarta fiche relativa al cambiamento e alla promozione dell adattabilità e della mobilità nel mercato del lavoro. In maniera simile all Asse A risultano predominanti i progetti non formativi concentrati, per lo più nelle Misure D3 e D4. Nello specifico è, proprio, la Misura D3 a fare registrare la più alta incidenza rispetto al sistema sia in termini di progetti presentati che di progetti approvati ad indicare come lo sviluppo e il consolidamento dell imprenditorialità con priorità ai nuovi bacini d impiego rappresenti, all interno XXI

22 dell Asse, una priorità regionale; la tipologia di progetto sostegno alla creazione d impresa, rappresenta, coerentemente, la tipologia maggiormente utilizzata. Per quanto riguarda i progetti formativi, invece, la maggior parte degli interventi è, concentrata nella Misura D1 con azioni che rispondono, quasi esclusivamente, alla macrotipologia ISFOL degli Aiuti alle persone. La tipologia di progetto quasi esclusiva è quella relativa alla formazione per occupati; alcuni progetti si riferiscono anche ad incentivi alle imprese per l innovazione tecnologica ed organizzativa, per la job rotation e job sharing. Nella Misura D2, invece, sono le azioni di assistenza a strutture e sistemi a essere maggiormente rappresentate. Si tratta, per lo più, di attività di orientamento, consulenza e formazione e di azioni volte all adeguamento e all innovazione degli assetti organizzativi. Nella Misura D3 sono nuovamente gli aiuti alle persone ad essere protagonisti attraverso, per lo più, percorsi integrati per la creazione d impresa con interventi formativi rivolti soprattutto al ricambio generazionale nelle PMI e alla creazione d impresa e lavoro autonomo.tra le misure di accompagnamento spiccano le azioni di servizio alle imprese. La Misura D4 è, infine, costituita, per lo più da azioni di formazione permanente e borse di lavoro. L Asse E e l Asse B sono, in ordine, gli Assi che presentano un minore numero di progetti. Relativamente all Asse E si segnala la piena coerenza e rispondenza (come evidenziato dalla Tavola 3.1 del capitolo 3) con l obiettivo trasversale relativo alle politiche di genere previsto dalla SEO e con la sesta fiche relativa alla parità uomodonna. Indirettamente l Asse, per come è strutturato, fornisce un contributo anche alla seconda fiche relativa alla creazione di posti di lavoro e imprenditorialità. Fra tutti gli obiettivi considerati dal POR, quello delle pari opportunità di genere è l unico ad assumere una valenza diretta (collegata all Asse E in questione) e trasversale (collegata all internalizzazione del principio del mainstreaming di genere in tutte le politiche e le azioni previste dal POR). Il non elevato numero di progetti riscontrabile, nei quattro anni di programmazione considerata ( ) va, pertanto, messo in relazione con tale aspetto; è possibile, infatti, che interventi a favore delle pari opportunità siano stati inclusi anche in altre Misure del POR anche XXII

23 se, dalle ultime rilevazioni ed analisi effettuate tale tendenza non sembra essere stata perseguita in maniera costante 2. I progetti, comunque, sono sostanzialmente distribuiti fra la tipologia dei formativi e quella dei non formativi anche se, considerato il maggior numero dei progetti non formativi a valere sull intero POR e, contemporaneamente, l esiguo numero complessivo dei progetti a valere sull Asse E, i progetti formativi pesano maggiormente di quelli non formativi. Nello specifico dei progetti formativi la maggior parte dei progetti è, concentrata in azioni che rispondono alla macrotipologia ISFOL degli Aiuti alle persone. Fra queste, vanno evidenziati gli incentivi per il lavoro autonomo e i percorsi integrati relativi all inserimento lavorativo che corrispondono a due priorità specificatamente definite a livello di POR in relazione al target femminile: l imprenditorialità e il supporto all inserimento in un mercato del lavoro ancora strutturato, per molti aspetti, su occupazioni maggiormente di tipo maschile. A questo riguardo si segnalano, come particolarmente interessanti, interventi di formazione specifici, tramite modelli innovativi sperimentali che tengono conto dell ottica di genere, per valorizzare caratteristiche e competenze femminili. Vanno segnalate anche le misure di accompagnamento (importanti in relazione agli obiettivi dell Asse) quasi totalmente rappresentate da servizi alle persone soprattutto in relazione al reinserimento nel mercato del lavoro dopo una pausa legata, per lo più, alla maternità. L analisi nei confronti dell Asse B, come accennato precedentemente, fa emergere come fra tutti gli obiettivi considerati dal POR, quello della lotta all esclusione sociale sia quello nei confronti del quale, complessivamente, nei quattro anni di programmazione comunitaria presi in esame da questo Rapporto ( ), sia 2 Nel corso del servizio di Valutazione in itinere del POR Regione Marche Obiettivo 3, è stato condotto un approfondimento tematico volto ad evidenziare il rispetto del Programma operativo regionale nei confronti delle pari opportunità, ma, soprattutto di verificare in quale maniera (sia a livello quantitativo che qualitativo) la variabile di genere sia stata assorbita realmente negli Assi e nelle Misure programmate e nelle tipologie di azioni previste. Se il principio del mainstreaming viene incluso a livello teorico nella strategia di sviluppo regionale non viene, però, sufficientemente fatto proprio nella definizione operativa di tale strategia e nell articolazione stessa data al POR (la presenza di riferimenti al genere è rilegata, di fatto, solo all interno dello specifico paragrafo dedicato alla priorità trasversale delle Pari Opportunità o quando si affronta nello specifico l Asse E). Tali conclusioni autorizzano a porre in evidenza alcuni spazi di intervento su cui l Amministrazione Regionale dovrebbe/potrebbe concentrare ulteriormente i propri sforzi per incentivare la presenza di un ottica di genere nella sua programmazione e diffondere maggiormente il principio del mainstreaming. In questo senso le politiche da incentivare dovrebbero essere rivolte all ottenimento di alcuni obiettivi dettati dalla necessità di colmare almeno in parte il gap di genere esistente a livello regionale. XXIII

24 stato fornito un minore apporto in termini di numero di progetti. Ciò non vuol dire, però, che tale priorità non sia stata adeguatamente tenuta in conto sia dalle Amministrazioni regionale e provinciali. L analisi presentata, infatti, ha messo in evidenza 3 che, rispetto agli obiettivi e alle politiche di inclusione sociale, diverse sono state le attività condotte sul territorio attraverso altri tipi di finanziamento (leggi nazionali, regionali, Iniziative Comunitarie come Equal) e che, inoltre, il rapporto tra le politiche e le iniziative attivate in questo campo e la reale consistenza del target di riferimento sul territorio sembra essere alquanto soddisfacente. I progetti (sia quelli presentati che approvati) sono sostanzialmente distribuiti fra la tipologia dei formativi e quella dei non formativi anche se, come sottolineato per l Asse E, considerato il maggior numero dei progetti non formativi a valere sull intero POR e, contemporaneamente, l esiguo numero complessivo dei progetti a valere sull Asse B, i progetti formativi pesano maggiormente di quelli non formativi. Per quanto riguarda i non formativi, la maggior parte dei progetti appartiene alla tipologia sostegno alla creazione d impresa e a quella relativa alle attività di tirocinio ed orientamento in coerenza con gli obiettivi generali e specifici esplicitati dalla SEO e con gli obiettivi operativi che la Regione intende perseguire con la Misura B.1: (a) la realizzazione di percorsi di sostegno per garantire l inserimento o il reinserimento nel mercato del lavoro mediante l accesso a misure di politica attiva; (b) il sostegno a progetti integrati di inserimento e reinserimento lavorativo; (c) lo sviluppo di misure di accompagnamento ed un offerta di servizi in grado di assicurare condizioni di contesto favorevoli all inclusione sociale. Per quanto riguarda i progetti formativi, invece, la maggior parte dei progetti è, concentrata quasi esclusivamente in azioni che rispondono alla macrotipologia ISFOL degli Aiuti alle persone; un peso significativo è anche ricoperto, però, dalle misure di accompagnamento (9,5%) che, per gli specifici target di riferimento dell Asse B si rivelano essere particolarmente importanti. 3 Servendosi in questo anche dei risultati ottenuti dal Reparto di approfondimento tematico relativo a POR e svantaggio sociale. Un approfondimento sull Asse B. XXIV

25 Nello specifico si tratta, all interno degli Aiuti alle persone, di azioni di formazione permanente, formazione finalizzata al reinserimento lavorativo e percorsi integrati per l inserimento lavorativo. Le prime due tipologie sono quelle rivolte, per lo più, a fasce deboli adulte con problematiche di svantaggio sociale (ex detenuti, ex tossicodipendenti, ecc.) che devono essere reinseriti nel mercato del lavoro; la terza è mirata maggiormente a target di persone con disabilità fisiche o psichiche. Fra le misure di accompagnamento, la totalità delle azioni è raggruppata all interno della tipologia di progetto servizi alle persone e cioè di azioni di rafforzamento dei dispositivi a sostegno della partecipazione dei soggetti svantaggiati alle azioni della Misura. L analisi dell Asse C, infine, ha messo in evidenza sia una piena coerenza e rispondenza al secondo obiettivo generale della SEO (che si sofferma sul concetto di qualità dell occupazione e della forza di lavoro) e alla quarta fiche relativa alla promozione dello sviluppo del capitale umano e dell apprendimento lungo tutto l arco della vita, sia come il POR Marche nei quattro anni di programmazione comunitaria presi in esame da questo Rapporto ( ) abbia risposto a tali obiettivi in maniera sostanzialmente incisiva finanziando un numero consistente di progetti, per lo più di tipo formativo con una presenza particolarmente accentuata nella Misura C3 e C4 in accordo con i fabbisogni di policy del territorio che necessitano di una specializzazione maggiormente professionalizzante della forza lavoro maggiormente secolarizzata e che vedono la disoccupazione intellettuale come uno dei problemi che ancora si manifesta più frequentemente. Si tratta, per una buona parte, di azioni che rispondono alla macrotipologia ISFOL degli Aiuti alle persone. Nel caso della Misura C3 le tipologie di progetto maggiormente presenti sono la formazione post obbligo formativo e post-diploma seguita dalla alta formazione; si tratta, per lo più, di azioni di formazione accompagnate da stage e tirocini formativi, da IFTS e da percorsi brevi e articolati, fortemente specialistici per giovani in possesso di diplomi tecnici spendibili sul mercato del lavoro locale; progetti, questi, che rispondono particolarmente bene alle esigenze di policy del territorio soprattutto in relazione al fenomeno, costante in questa programmazione, della disoccupazione intellettuale giovanile. Nella Misura C4, invece, la tipologia più rappresentata (per non dire esclusiva) è quella della formazione permanente rivolta, in maniera equivalente a soddisfare due esigenze specifiche: da una parte alcune esigenze di base legate all acquisizione di capacità e competenze professionali di base da parte di lavoratori con bassi titoli di XXV

26 studio, dall altra, quella di fornire competenze specialistiche di livello superiore soprattutto nel settore informatico e delle nuove tecnologie dell informazione. Vanno segnalati anche i progetti a valere sulla Misura C1 in relazione ad azioni di assistenza a strutture e sistemi, progetti volti, per lo più a rendere maggiormente compatibili ed integrabili i diversi sistemi che sottostanno alle politiche finanziabili con il FSE (sistema formativo, educativo, del lavoro). Su questi aspetti si rimanda all ultimo Rapporto di valutazione tematica che si sofferma, proprio, sugli aspetti legati all evoluzione del sistema formativo regionale. Ricordiamo, a questo proposito, che tale Rapporto si caratterizza come parte integrante del presente Rapporto di Valutazione finale e come, pertanto, i risultati in esso presentati soprattutto in relazione all impatto avuto a seguito dell introduzione dell accreditamento sul sistema formativo regionale (a cui, di fatto, si rimanda) sono da considerarsi come particolarmente pregnanti. Le analisi fornite a livello di progetti sono state arricchite anche da informazioni sui destinatari (paragrafo 3.6) che, per motivi sostanzialmente imputabili allo stato della banca dati del sistema informativo regionale 4, si sono concentrate sulla domanda potenziale di interventi formativi e non formativi che si è riscontrata nel corso del periodo 2000/2004. La disamina delle caratteristiche dell utenza potenziale ha evidenziato che si tratta di una utenza rappresentata in leggera prevalenza da donne, anche se non in maniera rilevante, e da persone di età relativamente giovane, sebbene non debba essere trascurata la fascia di età degli over 45 anni che risulta alquanto rappresentata elemento, questo, che si caratterizza come di indubbio interesse rispetto agli obiettivi generali di Lisbona e alla futura programmazione comunitaria. Si tratta in prevalenza di persone con un titolo di studio medio o elevato, sebbene anche in questo caso la presenza di persone con titolo di studio inferiori non debba 4 Gli archivi principali da cui si è attinto per le informazioni sulle domande di partecipazione agli interventi del P.O.R. sono forniti dal SISPOR, Sistema Informativo Regionale, che contiene tutte le informazioni relative alle relative di partecipazione da parte di cittadini con i requisiti richiesti. Per quanto riguarda le domande di partecipazione alle attività, tuttavia, gli archivi non sono completamente esaustivi rispetto ai progetti. Per un numero di progetti abbastanza significativo infatti le informazioni relative alle persone che hanno presentato domanda di partecipazione non sono ancora caricate sul sistema informativo. Nello specifico, per un numero piuttosto consistente di domande di interventi, e quindi di utenti potenziali, non è stato possibile individuare lo stato effettivo al 31 dicembre Per molti progetti formativi, infatti, tutti gli utenti che hanno presentato domanda risultavano solamente come iscritti e non ancora come ammessi, e quindi partecipanti, ai corsi di formazione. Da ciò, dunque, l impossibilità di identificarne le caratteristiche in termini di genere, età, condizione occupazionale ecc.. necessarie all analisi della domanda effettiva. XXVI

27 essere trascurata. Infine, si tratta in prevalenza di persone alla ricerca di occupazione, sia essa la prima o una nuova occupazione. L utenza già occupata che si rivolge alle attività del P.O.R. è tuttavia, anche questa, piuttosto rilevante. Tali tratti sono stati messi in relazione con la popolazione residente della Regione in maniera da verificare il grado potenziale di copertura della popolazione di riferimento 5. Complessivamente, è stato interessato dalla attività del P.O.R. il 6,7% della popolazione residente (il 7,1% di quella femminile e il 6,2% di quella maschile). Per quanto riguarda le età, è stato coinvolto il 15,7% della popolazione fra i 25 e i 29 anni, il 12,9% della popolazione fra i 20 e i 24 anni e il 10% della popolazione fra i 30 e i 34 anni. In queste classi di età il rapporto fra domanda potenziale e popolazione residente femminile è maggiore di quello maschile, mentre nelle classi estreme avviene il contrario. Si conferma, dunque, quanto già evidenziato in precedenza relativamente al target dell utenza delle attività del P.O.R., che risulta, dunque, in misura consistente orientato ad attrarre una utenza giovanile, in particolare nelle classi di età centrali in cui l inserimento o il reinserimento nel mercato del lavoro, o la necessità di aggiornamento al fine di consentire il mantenimento o il miglioramento della posizione lavorativa assume per gli individui un ruolo cruciale nello sviluppo della propria vita. Il calcolo e l analisi di alcuni indicatori di domanda relativi ai progetti formativi hanno, infine, evidenziato delle ottime performance del sistema. E, soprattutto, l indicatore che misura il grado di saturazione dei corsi e, quindi, la capacità di copertura dei posti disponibili e la capacità di rimpiazzo con altri utenti provenienti dalla domanda potenziale, a fare registrare livelli molto elevati a testimonianza della capacità del sistema formativo regionale di coprire completamente l offerta formativa, e dunque di utilizzare completamente le risorse, è molto elevata. A ciò si aggiunge il relativamente basso grado di abbandono dei partecipanti, pari al 5% del totale dei partecipanti per l intero P.O.R. Le considerazioni sopra esposte, sia a livello finanziario che a livello fisico, e il generale livello di soddisfazione nei confronti dell avanzamento del POR in questi 5 Pur consapevoli della non omogenea uniformità temporale dei due aggregati (il primo, la domanda potenziale, si riferisce all intero periodo 2000/2004, il secondo, allo stock di popolazione residente al primo gennaio 2003), ci è parso interessante fornire alcune indicazioni sull effettivo coinvolgimento della popolazione residente, soprattutto in termini di età e genere. XXVII

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