SH 01. Editoriale di Ivan Cinesi. L Ospite di Patrizia Pesenti

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1 SH 01 NUMERO 1 ANNO 1 MARZO 2010 Editoriale di Ivan Cinesi L Ospite di Patrizia Pesenti Laboratorio di ricerca di Graziano Meli, Anna Piccaluga Piatti, Jan Taeymans, Michele Egloff Spazio Thesis di Francesca Scalici Segnalazioni

2 editoriale SH Formazione, ricerca e pratica Il trinomio citato nel titolo è uno dei principi che dovrebbe guidare la formazione, ad ogni livello. Non può esserci formazione separata dalla pratica (e la formazione dovrebbe essere il volano che alimenta la pratica); non possono esserci né formazione né pratica separate dalla ricerca, che dovrebbe essere alla base sia della formazione che della pratica. La sfida della formazione infatti è di proporsi sempre più come immersione nella quotidianità (e non come luogo separato), per esplicitarne ed esplorarne le domande, il non noto, più che per applicare linee guida e contenuti; un luogo non solo dell ascolto di chi sa, ma soprattutto della condivisione critica di ipotesi da verificare. Formare secondo questa ottica è importante perché all insegnamento della capacità di fare assistenza si aggiunge il plus valore di insegnare a porsi domande che esplicitano un incertezza, in modo da definire come e se si può meglio valutare, o trovare una soluzione capace di migliorare l assistenza, innovando o sciogliendo dubbi, o indicando, tra le varie ipotesi, quella più efficace, accettabile per i bisogni e i diritti degli utenti. Sono molte le pubblicazioni che mettono in evidenza quanto è estesa nella medicina l area dell incertezza, delle cose che si fanno senza che ne sia stata testata la validità e la rilevanza. Spesso questa incertezza non si esplicita, viene accettata e risolta: nella formazione come conoscenze da acquisire, e nella pratica fa parte dei dati che si accettano e si affrontano, in modo più o meno empirico, obbedendo all inerzia delle tradizioni o al parere, più o meno autorevole, di esperti. La formazione alla metodologia della ricerca non si improvvisa dall oggi al domani: richiede tempo, impegno e non solo studio, ma esercizi ripetuti sul campo, facendo, osservando, valutando, ponendosi quesiti che partono dai problemi dell utenza. La formazione quindi non solo come trasferimento di qualcosa da uno che sa ad uno che non sa o come sinonimo di comunicazione di qualcosa di compiuto, ma come punto di partenza di una strada che, in generale, ha più spazio avanti di quanto sia quello percorso. L esercizio importante ed il collegamento forte è la formazione sui problemi della pratica, e la formulazione di domande che partono dalla pratica, che producono dati, informazioni, che poi ritornano alla formazione. Questo approccio crea operatori che non rimangono spettatori passivi che continuano a lavorare in attesa che nei diversi settori si producano evidenze a cui ubbidire: produrre dati significa diventare protagonisti del proprio cambiamento, pensare ad una professione che si ponga in una posizione di ricerca ed adotti strategie che garantiscano la produzione di progetti (e quindi di conoscenze) affidabili e valide. Porsi in una logica di ricerca-sperimentazione come modo normale di fare assistenza comporta due conseguenze importanti: lavoro di collaborazione e confronto tra il mondo della formazione e del lavoro, la costruzione di reti di ricerca profondamente collegate ai diversi contesti sanitari, come modalità permanente di produrre dati utili per la formazione e per la pratica, e come modo per essere responsabili anche verso l utenza. Il Dipartimento sanità della SUPSI ha cercato di rispondere a queste sfide mantenendo forti, sin dalla sua istituzione, i legami con la realtà professionale ed il territorio, promuovendo uno scambio continuo tra la formazione e i contesti sanitari con la partecipazione di numerosi operatori del settore (che portano il proprio bagaglio di conoscenze e di domande) alle attività didattiche, e con la partecipazione a gruppi di ricerca multidisciplinari, che si fanno carico di risposte a domande che vengono formulate a partire da problemi locali. Va in questa direzione anche l apertura del Dipartimento all esterno (vedi la parte della rivista dedicata alle segnalazioni), per mantenere contatti sempre più stretti con la realtà e garantire un flusso costante di informazioni in entrambe le direzioni. Ivan Cinesi Direttore del Dipartimento sanità della SUPSI

3 DSAN/SUPSI Galleria 2 CH Manno Realizzazione Unità di ricerca del DSAN Hanno collaborato I. Cinesi R. Crivelli M. Egloff E. Gerosa G. Meli P. Pesenti A. Piccaluga Piatti F. Scalici J. Taeymans sommario EDITORIALE...2 L'OSPITE Umanità prima di tutto...4 LABORATORIO DI RICERCA Il Problem-based learning nella formazione sanitaria universitaria...6 Cambiamenti dei parametri cardiovascolari durante e dopo l applicazione di fanghi in fisioterapia Studio sul fenomeno degli assicurati morosi SPAZIO THESIS SEGNALAZIONI... 19

4 l'ospite UMANITÀ PRIMA DI TUTTO Patrizia Pesenti Direttrice del Dipartimento della sanità e della socialità del Canton Ticino Il mondo della sanità e delle cure è diventato estremamente complesso e difficile. Innumerevoli aspetti e dimensioni s intrecciano e s intersecano rendendo molto impegnativo il lavoro di chi opera al suo interno. Le scienze mediche ed infermieristiche, come quelle di tutti gli altri operatori sanitari, hanno raggiunto un grado di perfezionamento e di sofisticazione molto elevato ed esigente. Questi miglioramenti hanno alimentato, a loro volta, le attese dell ammalato e del paziente. Le risorse necessarie ad assicurare ai cittadini una sanità adeguata richiedono processi decisionali e modalità di gestione anch essi sempre più complessi, necessari tuttavia per considerare i molteplici aspetti in gioco. L economia, la tecnologia, la cultura, il diritto, la società, l etica e la politica s insinuano costantemente nel discorso sulla sanità, sui suoi obiettivi e sul suo funzionamento, affiancandosi alla dimensione prettamente clinica. Tutto è importante e ogni aspetto richiede attenzione: una sensibilità che ovviamente coinvolge in primis l operatore sanitario. Indubbiamente la formazione deve permettere di acquisire anche queste sensibilità, al di là delle competenze tecniche. Soltanto chi dispone di adeguate e aggiornate competenze potrà comprendere il proprio mestiere ed assumere i propri compiti e le proprie responsabilità e dunque agire con cognizione di causa e sicurezza nell ambito professionale. Dal mio punto di vista, quale responsabile cantonale della sanità, sono chiamata ad affrontare innumerevoli problemi, che coinvolgono praticamente tutti gli aspetti e le dimensioni che ho richiamato. Il mio compito è quello di assicurare l accesso dei cittadini a cure adeguate e sostenibili, garantendo equità, ma anche qualità ed economicità delle cure. Il compito è arduo, gli attori in campo sono tanti e gli interessi in gioco non sempre convergenti. Per questo, nello sforzo teso ad assolvere questo compito, è necessario mantenere chiaro il senso delle cure, che a mio avviso non può che essere uno solo: tutto deve convergere verso la persona, l essere umano ed i suoi bisogni. Mi piace qui citare Giorgio Cosmacini, maggiore storico della medicina italiana, che in Postilla alla sua bella opera L arte lunga 1 così si esprime: Dalla società in cui viviamo giungono segnali rassicuranti sui modi e i mezzi per combattere le malattie. Giungono anche segnali inquietanti sui rischi, individuali e collettivi, che corre la nostra salute. I mezzi e i modi per proteggerla, le risorse disponibili per promuoverla sono al centro dell informazione e delle politiche sociali. Il controllo della patologia e l uso razionale dei farmaci, le condizioni socioambientali patogene e il protrarsi dei tempi di vita assistita per anziani e non anziani, la politica della salute e l organizzazione sanitaria, l assistenza negli ospedali e a domicilio, la formazione del medico d oggi e di domani, la gestazione di nuovi curanti, la bioetica delle nascite e delle morti, l etica medica quotidiana e i diritti del malato, la medicina di base e la medicina di vertice, la medicalizzazione e l umanizzazione, sono temi e problemi, fra i tanti, che richiedono una riflessione analitica sulla realtà sociale e un autoanalisi della realtà medica professionale, scientifica, culturale.

5 5 SH 01 NUMERO 1 ANNO 1 MARZO 2010 Editoriale di Ivan Cinesi L Ospite di Patrizia Pesenti Laboratorio di ricerca di Graziano Meli, Anna Piccaluga Piatti, Jan Taeymans, Michele Egloff Spazio Thesis di Francesca Scalici Segnalazioni Su ciò, aggiunge Cosmacini, è modellato lo stesso sapere medico - e, ovviamente, mi sia permesso di aggiungere, di tutti gli operatori sanitari, - che per un verso è naturalistico, cioè articolato nei tanti settori propri delle varie scienze della natura (fisica, chimica, biologia), e per altro verso è umanistico (in senso antropologico e non letterario), cioè strutturato come comprensione dell uomo sanomalato, contemplante il suo oggetto in termini non settoriali, ma globali: l organismo somato-psichico, l individuo psico-sociale, la persona umana. Questa iniziativa, che pur essendo ancora agli esordi enuncia chiaramente i propri orientamenti umanistici, mi sembra in perfetta sintonia con questo pensiero. Nella misura in cui l attività di ricerca del DSAN sarà così ispirata ed indirizzata, SH non potrà che esserne un utile ed opportuna estensione, mettendosi al centro dei temi a cui gli operatori, attivi ed in formazione, fanno e faranno riferimento nel corso del loro confrontarsi professionale, sociale ed umano con la salute e la malattia. 1 Giorgio Cosmacini L arte lunga, Storia della medicina dall antichità a oggi. Postilla, Roma-Bari:Editori Laterza Nelle pagine seguenti di SH vengono presentati tre articoli che danno prova dell ampiezza delle tematiche che si affrontano attraverso lavori di ricerca al Dipartimento sanità. Nel primo articolo il tema sottoposto ad analisi è una strategia didattica, denominata Problembased learning, utilizzata in particolar modo nei moduli specialistici della formazione di base. In questo caso la ricerca presentata è seguita dalla descrizione delle ripercussioni che i risultati di tale ricerca hanno avuto sull attività corrente dei docenti attivi nel Dipartimento sanità. Il secondo articolo, redatto dal coordinatore del Master in fisioterapia della sede SUPSI di Landquart, riguarda invece una tecnica professionale fisioterapica. Nell articolo si vanno ad indagare le relazioni esistenti tra l applicazione di tale tecnica ed i parametri cardiocircolatori di chi vi si sottopone. Infine, con l ultima ricerca presentata, si entra in un ambito più socio-economico. In effetti vengono illustrati i risultati di un lavoro quantitativo svolto in merito al tema degli assicurati morosi.

6 laboratorio di ricerca IL PROBLEM-BASED LEARNING nella formazione sanitaria universitaria: l esperienza del Dipartimento sanità della SUPSI PROBLEM-BASED LEARNING in Higher Health Education: the Experience of the SUPSI Health Department Graziano Meli, dopo esperienze professionali come docente di scuola elementare e infermiere, si è laureato in Scienze dell educazione. Da anni si occupa di formazione all interno di percorsi di studio legati al mondo sanitario. Attualmente è responsabile delle formazioni Bachelor e membro della Direzione del Dipartimento sanità della SUPSI. Anna Piccaluga-Piatti è infermiera e ha ottenuto un Bachelor e un Master in Scienze della Comunicazione nell indirizzo Comunicazione formativa, con una tesi di Master sul tema del PBL. All interno del Dipartimento sanità è occupata su diversi fronti, dall insegnamento nella formazione di base e nella formazione continua, alla comunicazione dipartimentale. Graziano Meli e Anna Piccaluga Piatti Abstract This article highlights the process carried out, within the Department of Health, with regard to one of the numerous didactic strategies which have been adopted: Problem-based Learning. Such a strategy involves the stimulation of small groups of students who, attended by an expert tutor, cope with a situational problem (or a situational stimulus), essentially passing through three stages: a discussion session in which previous knowledge and an hypothesis of the case are made clear; an autonomous phase of the study of bibliographic material useful in the elaboration of relevant basic themes; and, finally, a second group phase in which the studied themes are discussed and put into relation to the initial situational problem/stimulus. The use of Problem-based Learning requires, as well as an extremely thorough organisational system, tutors capable of proposing situations appropriate to the level of the students and of directing the students without entering into a dynamic of control. In the field of research work at DSAN, several tutoring situations from PBL have been analised through a strict methodological system. The emerging results have led to two periods of internal training for teachers and tutors in the Department. In the course of the article, we describe the important relationship between the research activity and the consequences which this activity has had in terms of training. Introduzione Già dal momento della progettazione dei suoi percorsi di laurea nel 2006, il Dipartimento sanità ha operato precise scelte in merito alle concezioni pedagogiche alla base dei suoi curricula di studio cercando di portare particolare attenzione all attivazione di strategie didattiche differenziate e centrate su un concetto di apprendimento attivo e responsabilizzante, coerentemente con le future sfide che gli operatori sanitari saranno chiamati ad assumere. Una di queste è l utilizzo del Problem-based learning (PBL) per i moduli di Pratica clinica e tecniche professionali. Il Problem-based learning consiste in un dispositivo di formazione che privilegia l apprendimento, in alternativa e/o a complemento a metodologie centrate sull insegnamento - e richiede un organizzazione modulare della formazione. Per il DSAN esso implica l analisi e lo studio di problemi tratti dalla specifica realtà professionale, sulla base di criteri

7 7 integrandosi con altri metodi (in prevalenza strategie di pedagogia attiva), va a creare un ambiente d apprendimento favorevole allo sviluppo non solo delle competenze specialistiche ma anche di alcune competenze trasversali sempre più richieste nel mondo professionale; basti pensare al lavorare in team, alle competenze relazionali e comunicative, all acquisizione di autonomia, alla capacità di ricerca di informazioni, ecc. epidemiologici, di trasferibilità e significatività delle conoscenze. Gli studenti, suddivisi in piccoli gruppi e alla presenza di un tutor, sono invitati a discutere il caso clinico presentato durante la sessione iniziale di 2 ore, basandosi inizialmente soltanto sulle loro conoscenze pregresse. In gruppo verranno chiariti i termini, definiti gli obiettivi di studio necessari alla soluzione del problema. A questa fase farà seguito un periodo variabile di ore di studio e lavoro personale durante le quali gli studenti ricercheranno informazioni, approfondiranno le loro conoscenze, svilupperanno le ipotesi iniziali, elaborando una riflessione strutturata che metteranno in comune nella seduta di sintesi, alla presenza del tutor. Per favorire una miglior comprensione del lettore, riportiamo un esempio di quanto appena affermato. Al Dipartimento sanità, al primo semestre del primo anno, gli studenti in cure infermieristiche affrontano la situazione di cura del signor XY, uomo che subisce un infarto miocardico. Tale situazione costringe gli studenti a chinarsi non solo sul problema fisiopatologico, bensì a sviluppare tutte le conoscenze utili ad affrontare questo caso nella realtà, sulla base del proprio profilo di competenze. L apprendimento quindi parte da una situazione-stimolo e si estende attraverso tutte le molteplici discipline che vi ruotano attorno. Il ricorso alle mappe concettuali permette di avere una visione globale degli apprendimenti necessari. È utile precisare che il PBL non è l unica strategia pedagogica proposta dal Dipartimento sanità. In effetti questa si inserisce in un preciso impianto formativo e, L adozione del PBL non è stata inserita in uno specifico disegno di ricerca volto a verificarne l efficacia. La sua adozione è ormai ampiamente descritta da più di un trentennio nei paesi anglofoni e abbondante e variata letteratura ne analizza potenzialità e limiti. Al Dipartimento sanità si è comunque ritenuto opportuno approfondire l argomento attraverso una ricerca descrittiva-esplorativa (2008) volta a cogliere la coerenza tra gli elementi teorici soggiacenti a la pratica implementata. La ricerca descrittiva-esplorativa Il contesto della ricerca e le basi teoriche Il Dipartimento sanità poggia le sue scelte formative sul paradigma teorico costruttivista e sociocostruttivista. Coerentemente a quest ultimo ha deciso di operare privilegiando i riferimenti teorici relativi ad un approccio per competenze, all inter- e alla transdisciplinarietà, alla dimensione riflessiva delle pratiche professionali e alla pedagogia per adulti. Nel Problem-based learning, o apprendimento per problemi, si ritiene che la conoscenza sia un prodotto derivato dalla costruzione attiva dell individuo che, discutendo con i suoi pari una situazione-problema (o situazione-stimolo) deve, da una parte prendere coscienza delle sue conoscenze pregresse e di quelli che saranno i suoi obiettivi d apprendimento e, dall altra, negoziare e co-costruire insieme al gruppo. Sasso e Lotti (2007, 11) citano nel loro testo Torp e Sage (2002) le quali partendo da un analisi degli studi del filosofo Richard Rorty, di John Dewey e Jean Piaget, affermano [ ] che l apprendimento basato sui problemi può essere uno dei migliori esempi di ambiente d apprendimento costruttivistico. Oltre alle dimensioni del dialogo e della co-

8 >>laboratorio di ricerca costruzione, favorite dalle sedute di discussione in piccoli gruppi, il PBL ha un importante valenza rispetto all apprendimento inter-disciplinare, in effetti esso si caratterizza anche per il fatto che the focus of learning (is) around problem-scenarios rather than discrete subjects (Savin-Baden 2000, 3). Domanda, obiettivi e metodo La ricerca è partita da due domande chiave, le seguenti: - Com è applicato concretamente il PBL al Dipartimento sanità? - Esiste coerenza tra quanto si dichiara e ciò che si agisce? L obiettivo del lavoro di ricerca era quello di comprendere che tipo di PBL si mettesse in atto ed eventualmente, in un secondo tempo, provvedere a suggerire delle possibili strategie di adattamento/miglioramento e negoziarle con gli attori coinvolti, alfine di modificare la situazione. I dati raccolti ed analizzati consistono in 6 sedute di discussione di PBL (corrispondenti a 9 ore), audiovideo registrate e trascritte. Il campione soggetto alla ricerca consisteva nei 31 studenti facenti parte del corso di formazione in cure infermieristiche (allora al 3 semestre) ed i loro 3 tutor. Complessivamente sono stati analizzati 2110 turni di parola. Attraverso tabelle e griglie appositamente elaborate, si sono adottati, per l analisi di ogni seduta trascritta, 3 differenti punti di vista: A. la modalità di formulazione dei contenuti (alfine di verificare una vera co-costruzione della conoscenza) B. le dinamiche sociali e le dimensioni spaziali (alfine di verificare lo sviluppo del gruppo e valutarne eventuali disfunzionalità) C. l andamento didattico della seduta (allo scopo di paragonarlo con l ideale ) I risultati Per quanto riguarda le modalità di formulazione dei contenuti, l analisi ha evidenziato, nelle sedute registrate, una carenza di interventi oppositivi utili allo sviluppo di argomentazioni e contro-argomentazioni necessarie ad una reale co-costruzione. Tale realtà è ipoteticamente da ricondurre al secondo punto di vista dell analisi: le dinamiche sociali all interno dei gruppi. In effetti, durante le sedute di discussione, si permane per lo più ad un livello di rapporti che si potrebbero definire duali (tutor - leader), quindi ad uno stadio di relazioni che può far presagire, secondo Dolmans e Schmidt (2006) ad una scarsa produttività del gruppo nel suo insieme. Le dinamiche sociali si sono dimostrate in stretta correlazione con la dimensione spaziale dell ambiente d apprendimento (aule). Anche l andamento delle sedute non è quello ideale, descritto dalla letteratura. Questo fenomeno però sembrerebbe più riconducibile alla modalità di presentazione della situazione-stimolo. La presentazione dei risultati a tutti i colleghi docenti del DSAN ha attivato un interessante dinamica di confronto e condivisione di difficoltà, di interrogativi, ma ha anche permesso di identificare strategie personali di risoluzione dei problemi segnalati. E stata anche confermata la necessità di pianificare un azione formativa specifica. Il programma di formazione per i docenti Per la pianificazione e la gestione di questo importante momento formativo si è deciso di far capo alla consulenza e all expertise dell'unité de Développement et de Recherche en Education Médicale (UDREM) dell università di Ginevra, struttura che ha implementato il PBL dal 1994 per la formazione dei medici. Due intensi giorni di formazione a fine agosto 2009 co-animati da Anne Baroffio e Mathieu Nendaz, unitamente a Dieter Schürch hanno permesso di affrontare, in team ed in modo molto concreto, i principali interrogativi emersi dalla ricerca e dalla nostra pratica.

9 9 professionale collettivo e condiviso. La nostra riflessione ha fin qui privilegiato aspetti metodologici e procedurali legati al dispositivo di formazione PBL internamente al DSAN. Il coinvolgimento degli studenti si è limitato alla verifica del grado di soddisfazione generale senza indagare se l adozione del PBL sia correlabile allo sviluppo di specifiche competenze. Una ricerca in tal senso potrebbe essere immaginata coinvolgendo gli exstudenti appena inseriti nel mondo del lavoro. L analisi dei bisogni dei docenti-tutor aveva identificato nel ruolo del tutor, nelle dinamiche dei piccoli gruppi, nell adozione di strumenti di sintesi e di rinforzo degli apprendimenti, i principali temi da analizzare. Riflettere sul ruolo del tutor significa anche tornare ad interrogarsi sui fondamentali concetti di apprendimento e insegnamento, sulla differenza tra essere tutor ed insegnante, sul potere nella relazione pedagogica, sulle strategie di attivazione del gruppo (passivo, iperattivo, ipercritico,..). E stato necessario riprendere anche le situazioni cliniche, chiarire la logica di scelta e di costruzione, semplificarle, rivedere l articolazione tra obiettivi di apprendimento della situazione- PBL e obiettivi di modulo, riflettere sugli elementi essenziali alla costruzione della conoscenza. La formazione ha attivato un positivo e generale processo di rivisitazione delle proprie pratiche che dovrà continuare all interno dei team di docenti dei tre corsi di laurea. Conclusioni / Possibili sviluppi La ricerca eseguita ci ha dimostrato il valore, la ricchezza e l utilità pratica di un rigoroso impianto metodologico ed il potenziale di miglioramento che ne deriva. La nostra breve esperienza ci ha mostrato quanto sia importante, ai fini di una pratica pedagogica coerente, curare la formazione dei docenti. La lettura e la condivisione degli orientamenti e delle pratiche formative costituiscono una premessa indispensabile alla costruzione di un nuovo sapere Bibliografia Dolmans, D. e H.G.Schmidt What Do We Know About Cognitive and Motivational Effects of Small Group Tutorials in Problem-Based Learning?. Advances in Health Sciences Education 11: Savin-Baden (2000). Problem Based Learning in higher education: untold stories. Buckingham: Open University Press Sasso L. e A.Lotti Problem-based Learning per le professioni sanitarie. Milano: McGraw-Hill Opere non pubblicate: Piccaluga Piatti A Il Problem-based Learning nella formazione universitaria: La sfida del Dipartimento Sanità della Scuola universitaria professionale della Svizzera Italiana. Tesi di Master, Università della Svizzera Italiana

10 >>laboratorio di ricerca Cambiamenti dei parametri cardiovascolari durante e dopo l applicazione di fanghi in fisioterapia Changes in cardiovascular characteristics during and after heat applications in physiotherapy Jan Taeymans The author did his undergraduate (Business Administration) and graduate studies (Physical Education (1985), Biomedical Research (1987), Dermato-Cosmetic Sciences (1989)) at the Vrije Universiteit Brussel (VUB, Belgium). He finished his PhD in Sportsciences in 2008 (VUB). He is coordinating the Master Degree studies at the University College Physiotherapy Thim van der Laan (Landquart) as well as the research unit at SUPSI - Physiotherapie Graubünden. Jan Taeymans (PhD) Abstract Nell ambito della fisioterapia si pensa spesso che le applicazioni locali di calore siano controindicate in caso di malattie cardiovascolari. L oggetto della ricerca di questo studio è quello di valutare le variazioni di dati relativi alle patologie cardiovascolari, durante e dopo l applicazione di impacchi caldi di fanghi al dorso dei pazienti cardiopatici. A questo studio hanno partecipato sette volontari di sesso maschile affetti da malattie cardiovascolari. I fattori variabili presi in considerazione sono stati il battito cardiaco, la pressione sanguigna sistolica e diastolica, la temperatura corporea, la gittata sistolica e la portata cardiaca. Le ultime due variabili sono state valutate usando rilevazioni ecocardiografiche, come descritto da Rowland et al. (2002). La conclusione di questo studio è che i sette pazienti con insufficienza cardiaca di primo e secondo grado presi in esame, sottoposti alle cure mediche abituali e al trattamento fisioterapico di applicazioni locali di calore, non hanno registrato cambiamenti clinici significativi nei dati attinenti alle patologie cardiovascolari. Introduction Local heat application in physiotherapy is used for its possible therapeutic effects such as pain reduction, muscle tone reduction or lower viscosity of the synovia. Most of these effects are assumptions based on longstanding empirical experience. Cardiovascular disease is often considered as a contraindication for local heat application in physical therapy. The research question in the present study was to evaluate changes in cardiovascular characteristics during and after hot mud pack application on the back of patients with cardiovascular diseases. Overview of the literature Table 1 depicts an overview of the perceived therapeutic and negative effects of heat applications in physiotherapy. Heat application to the skin leads to an increase in the perfusion of the microcirculation and part of the heat is carried away by the blood flow. Therefore, heat applied externally increases the skin and deep tissue temperature, stimulating the thermoreceptors (Cameron 1999, De Pace et al. 1996). Afferent thermal stimuli

11 11 inhibit nociceptive signal transmission through the spinal cord towards higher centres, reducing pain sensation (French et al. 2006). Some evidence is found for muscle tone reduction as a result of the decreased alfa-motoneuron activity from the dorsal horn of the spinal cord (Lundenberg & Ekholm 2002). A typical heat application in physiotherapy is the use of mud packs. These are peloids, consisting of humus and minerals with traces of organic substances (blue-green algae), formed in a natural way in water and soil by the activity of microorganisms. The thermophysical conditions of fango were improved using a mixture of paraffin and peloids from the volcanic crater lake of Battaglia (Italy). This so-called parafango ensured a slow heat conduction, allowing application of the parafango heated up to 50 C without causing any damage to the underlying tissues. The Parafango di Battaglia is the fango most commonly used in physiotherapy (Vanderstraten et al. 1989). Heat application is often considered as contraindicated for patients with cardiovascular disturbances but only few publications describe the influence of local heat applications on the human body. One study on young healthy male subjects (n = 20) found no influence of local heat therapy, applied by a Fomentec pack, on heart rate, systolic and diastolic blood pressure (Egger et al. 2003). Taeymans et al. (2004) included 11 female and 7 male healthy volunteers (23.7 ± 3.8 yrs) in a study to assess the physiological effects of local heat application. Heat therapy was applied on the back of the subjects using a 1 cm thick parafango mudpack with a surface of 2500 cm2 at 42 C. Subjects were lying on their back covered by a blanked during twenty minutes before testing. Parafango was applied during 21 minutes. After heat application subjects stayed in a supine position for another 21 minutes. The researchers concluded that local heat therapy resulted in significant changes at the treatment side (increased skin temperature, increased perfusion of the microcirculation, increased skin redness) but the overall systemic effects were rather weak. Systolic and diastolic blood pressure remained stable while heart rate increased slightly. The latter may be provoked by a redistribution of the blood towards the more superficial veins as a part of the thermoregulatory response. The same researchers started to investigate changes of cardiovascular characteristics such as blood pressure but now also including stroke volume and cardiac output assessment by echocardiography (Siemens Accuson CV70 Doppler Ultrasound, Siemens, Germany) during and after parafango treatment in young (25.8 ± 2.7 yrs) healthy subjects (7 females, 3 males), they concluded that the changes found for the different cardiovascular characteristics were not clinically significant (Taeymans et al. 2005). Methods Seven male patients with cardiovascular disease volunteered in this clinical study (59.6 ± 5.2 yrs). All patients came from the same hospital where they had previously participated in a six-week cardiac rehabilitation programme. Exclusion criteria were subjective symptoms due to their cardiovascular disease and an ejection fraction lower than 30%. Patients were asked for their current medication treatment. All patients signed an informed consent. Gross anthropometry (stature and body mass) was measured at arrival in the laboratory. Variables under investigation were heart rate (HR) (microlife BP 3AC 1-1, Adima, Burgdorf, Switzerland), systolic (SBP) and diastolic (DBP) blood pressure (microlife BP 3AC 1-1, Adima, Burgdorf, Switzerland), body temperature (T) (Braun PRT 1000), stroke volume (SV) and cardiac output (Q) (Siemens Acuson X300, Siemens, Germany). The latter two variables were assessed using the echocardiographic procedures as described by Rowland et al. (2002). The subjects were lying on their back covered by a blanked during twenty minutes before testing. Parafango was applied during 21 minutes. After heat application subjects stayed in a supine position for further 21 minutes. The variables under investigation were measured every three minutes before, during and after heat application. Data were tested for normality using the Kolmogorov- Smirnov Goodness-of-Fit test. A one-way Anova for repeated measures was used for analysis of the data of the before, during and after local heat application.

12 >>laboratorio di ricerca Significance was set at the 5% level of probability. The study was approved by the Ethics Committee of the University Hospital Brussels (Vrije Universiteit Brussel). Results All patients were compliant to their medication prescription and participated at least 1.5 hours per week in moderate physical activity. Three of the patients showed an ejection fraction lower than 60% while an ejection fraction of exact 60% was observed in four of them. Following the New York Heart Association criteria of heart failure, six patients were classified as grade I or II while one patient had a grade III insufficiency. Mean BMI was 26.5 ± 4.7 kg.m-2. At rest, following mean values were observed: heart rate = 57.4 ± 16 bpm, systolic blood pressure = ± 16.4 mmhg, diastolic blood pressure = 75.0 ± 7.6 mmhg, body temperature = 35.9 ± 0.4 C (sublingual), stroke volume = ± 43.5 ml and cardiac output = ± 2.0 ml. During the 21 minutes before heat application mean heart rate decreased to 55.7 ± 14.3 bpm. The lowest mean values for blood pressure were ± 10.0 mmhg (systolic) after 9 minutes and 72.3 ± 7.6 mmhg (diastolic) after 18 minutes. Body temperature was stable at 35.8 C. During parafango therapy mean heart rate increased up to 60.4 ± 15.3 bpm while mean systolic and diastolic blood pressure decreased to ± 13.1 mmhg and 70.7 ± 4.6 mmhg respectively. Stroke volume an cardiac output peaked at 97.1 ± 53.0 ml and ± 2.5 ml. During recovery, after the parafango was removed, heart rate decreased again at 57.9 ± 13.1 bpm while systolic and diastolic blood pressure increased to ± 13.2 mmhg and 72.7 ± 4.7 mmhg respectively. Body temperature remained stable at 35.6 C. Stroke volume and cardiac output decreased again at 86.7 ± 46.8 ml and ± 2.4 ml respectively (Figures 1 to 3). Rate pressure product was 7290, 6850 and 6835 bpm. mmhg before, during and after local heat application. None of the observed changes were significant at the 5% level of probability. Discussion In previous studies using a similar methodology, the same authors found no clinical significant changes of cardiovascular characteristics in young adult healthy subjects. The findings of this present study suggested that the parafango therapy applied at the back during 21 minutes lead to no significant changes in the cardiovascular characteristics such as pressure, stroke volume and cardiac output. Rate pressure product, a proxy of myocardial perfusion, remained stable throughout the total period. The stability of the variables under investigation observed during and after local heat application may partially be explained by the use of beta-blocker medication by which beta1-receptors of the cardiovascular system are inhibited leading to a decrease of heart rate, blood pressure and stroke volume. Stroke volume depends largely on factors such as pre-stretch (pre-load) of the ventricular myocardial wall before contraction and contractility of the heart muscle. In patients with heart insufficiency such factors are impaired. Hence, this may also explain the stability of stroke volume during local heat application in patients with cardiovascular disease. Overall, the volunteers in this study suffered only of a moderate form of myocardial insufficiency. They were compliant to their medication scheme, had ejection fractions between 30 and 60%, had followed a special six-week training programme and were still physically active. There are clearly some limitations in this study. Although the results of this study in patients seem to corroborate the findings from previous studies in healthy subjects that local heat application has no clinical effect on cardiovascular characteristics, it is definitely too early to conclude that local heat application has no adverse

13 13 effects in cardiovascular patients. As a consequence, further research is needed increasing the number of participants with inclusion of patients with more severe forms of cardiovascular disease (NYHA Grade III and IV). It may be concluded that in the present sample of seven patients with Grade I or II heart insufficiency and under usual care medication, local heat application as used in physiotherapy, has lead to no significant clinical changes in cardiovascular characteristics. Acknowledgements The author would like to thank colleagues and institutions that have collaborated to study, especially SIEMENS Switzerland, the industrial partner of this study. Figure 1 Changes of Stroke Volume before, during and after parafango application Figure 2 Changes of Cardiac Output (Q) before, during and after parafango application Figure 3 Changes of Rate Pressure Product ((RPP) before, during and after parafango application Bibliografia Cameron, MH Heat-thermometry. In Physical agents in rehabilitation, Philadelphia: Saunders. Clijsen, R., Taeymans, J., Duquet, W., Barel, A. and P. Clarys Changes of skin characteristics during and after local parafango therapy as used in physiotherapy. Skin Res Tech. doi: /j x. Cui, J., Arbab-Zadeh, A., Prasad, A., Durand, S., Levine, BD. and CG.Crandall Effects of heat stress on thermorgulatory responses in congestive heart failure patients. Circulation 112: De Pace, D.M. and R.Newton Anatomic and functional aspects of pain-evaluation and management with thermal agents. In Michlovitz, SL. Thermal agents in rehabilitation, 3rd edn, Philadelphia: F.A. Davis Co. Egger, C., Taeymans, J. and P.Clarys Wärme und Kreislaufeinfluss einer 21-minütigen Wärmeapplikation auf den Blutdruck und die Herzfrequenz. Fisio active 5: French, SD., Cameron, M., Walker, BF. et al Superficial heat or cold for low back pain. Spine 31: Lundenberg, T. and J. Ekholm Pain from periphery to brain. Disability Rehabil 24: Niederer, N., Taeymans, J., Clijsen, R., Steiner, A., Clarys, P. and W. Duquet Physiological effects of hot water submersion. Poster Presentation Physioswiss Congress, St. Gallen. Rowland, T. and P. Obert Doppler echocardiography for the estimation of cardiac output with exercise. Sports Med 32 (15): Taeymans, J., Clijsen, R., Clarys, P., Duquet, W. and A. Barel Physiological effects of local heat application. Isokinetics and Exercise Science 12 (1): 1-8. Taeymans, J., Clijsen, R., Steiner, A., Clarys, P. and W. Duquet Physiological effects of local heat application. Book of abstracts (10th Annual Congress of the ECSS - Belgrade). Vanderstraten, G., Holvoet, J. and M.Segers La température tolérée par la peau pendant fangothérapie. Presse Thermale Climatique 126:

14 >>laboratorio di ricerca Studio sul fenomeno degli assicurati morosi in Ticino Study of the Phenomenon of the Insured in Arrears in Ticino Michele Egloff è laureato in sociologia (Master of Arts). Ha partecipato a ricerche sulla solidarietà e l insicurezza sociale (Università di Ginevra) e sulla violenza nella scuola (Università di Losanna). Responsabile delle statistiche sul finanziamento della formazione all Ufficio federale di statistica fino al 2008, da gennaio 2009 opera presso il DSAN in qualità di docente-ricercatore. Michele Egloff Gruppo di accompagnamento del progetto Riccardo Crivelli (DSAN) Spartaco Greppi, Christian Marazzi, Carmen Vaucher de la Croix (DSAS) Abstract Since the coming into effect in January 2006 of article 64a LAMal, which gives health insurers the power to suspend the insurance coverage of affiliated debtors, the number of insured persons suspended has only increased. The cantonal authorities, very sensitive to the economic implications of the problem in both social and health contexts, has appointed SUPSI to study the phenomenon. The work concentrates on the correlations among, and the thorough analysis of, the available administrative data. The results show that, in great measure, the persons suspended do not correspond to the profile of the insured which the legislator had imagined (that is, unreliable payers). Rather, the situation involves persons who do not have the material resources to honour the insurance contract or who may find themselves having difficulty doing so: persons for whom, in the great majority, the bugbear of the suspension of their insurance cover therefore makes no sense. On the contrary, it simply worsens the situation. Introduzione Secondo l articolo 64a della Legge federale sull assicurazione malattie (LAMal), entrato in vigore il 1. gennaio 2006, se l assicurato non paga i premi o le partecipazioni ai costi entro la scadenza prevista, l assicuratore deve diffidarlo per scritto (cpv. 1). Se, nonostante la diffida, l assicurato non paga e se è già stata depositata una domanda di continuazione dell esecuzione per debiti, l assicuratore sospende l assunzione dei costi delle prestazioni finché i premi e le partecipazioni ai costi in arretrato, gli interessi di mora e le spese d esecuzione non sono stati pagati integralmente. Nello stesso tempo informa della sospensione delle prestazioni l ufficio cantonale incaricato di vigilare sul rispetto dell obbligo di assicurazione (cpv. 2). Se i premi e le partecipazioni ai costi in arretrato, gli interessi di mora e le spese d esecuzione sono pagati integralmente, l assicuratore deve assumere i costi delle prestazioni fornite durante la sospensione (cpv. 3). A fronte dell importanza numerica delle sospensioni registrate dal 2006 in avanti, della loro continua crescita, e delle loro implicazioni economiche, sociali e sanitarie, alla fine del 2008 il Gran Consiglio ticinese chiede al Consiglio di Stato di affidare alla SUPSI uno studio approfondito per conoscere meglio il fenomeno degli assicurati morosi nelle sue diverse sfaccettature, l impatto finanziario sulle casse dello stato e il suo sviluppo. Lo studio, commissionato il 10 marzo 2009, è stato concluso il 31 luglio successivo. In questo breve articolo si vuole ricordare l impostazione generale dei lavori e nel contempo presentare e discutere qualche risultato di spicco.

15 15 Popolazioni studiate Sulla base delle disposizioni legali e dei regolamenti, si sono definite le popolazioni di riferimento da studiare. Secondo i capoversi 2 e 3 dell articolo 64a della LAMal, lo studio si è concentrato innanzitutto sugli assicurati ai quali è stato sospeso il riconoscimento delle prestazioni e sugli assicurati che sono stati riammessi tra i beneficiari delle prestazioni assicurative. Il Decreto legislativo cantonale che disciplina le conseguenze del mancato pagamento dei premi e delle prestazioni e delle partecipazioni ai costi nell assicurazione obbligatoria contro le malattie garantisce le cure di prima necessità a quegli assicurati le cui prestazioni assicurative sono sospese dagli assicuratori. È stata quindi esaminata in dettaglio anche questa terza popolazione. Dati Per costruire i set di dati concernenti le popolazioni degli assicurati sospesi e degli assicurati riammessi si è fatto capo al modulo assicurati morosi del sistema informatico dell ex Ufficio assicurazione malattie (UAM) che permette la gestione degli incarti relativi alle sospensioni e delle riammissioni annunciate dagli assicuratori. Si è quindi proceduto alla compilazione di un file che permettesse di tracciare l evoluzione dei totali dal 1. gennaio 2006 e di tre file che permettessero di fotografare l insieme dei sospesi in tre momenti ben precisi: fine marzo 2009, fine marzo 2008 e fine marzo Le tre fotografie sono poi state completate con informazioni ricercate in banche dati di altri sistemi: le caratteristiche socio-demografiche nella banca dati relativa al movimento della popolazione (Movpop), i dati riguardanti i beneficiari di prestazioni previste dalla Legge sull armonizzazione e il coordinamento delle prestazioni sociali (LAPS) nel sistema di gestione informatizzata delle prestazioni sociali (GIPS), i dati riguardanti i beneficiari di riduzioni dei premi cassa malattia (RIPAM) nell applicativo preposto dell UAM. Per lo studio degli assicurati sospesi bisognosi di cure di prima necessità, l analisi è stata circoscritta ai dati concernenti quegli assicurati sospesi che hanno effettivamente beneficiato di cure e per le quali è stata inoltrata una richiesta di risarcimento all UAM. Un adulto su venti senza copertura assicurativa A fine marzo del 2009, gli assicurati sospesi erano circa 14'000 unità (grafico G1), alla fine del 2010, se le tendenze si confermeranno, si dovrebbero contare circa 18'000 sospesi. Attualmente, la proporzione di sospesi tra i maggiorenni è di circa il 5%: uno su venti. La fascia di età più toccata dal fenomeno è paradossalmente quella tipica della popolazione attiva (tra i 25 e i 59 anni), quella che teoricamente % 12% 10% 8% 6% 4% La situazione economica degli assicurati sospesi è stata invece analizzata sulla base di dati di un campione di 623 assicurati morosi compilati nel 2% 0% Assicurati sospesi, il Popolazione residente civile, il o dal responsabile dell UAM, Bruno Cereghetti (2008).

16 >>laboratorio di ricerca dovrebbe produrre ricchezza e viverne, oltre che contribuire ad assicurare condizioni di vita dignitose ai minori e agli anziani (grafico G2). I dati disponibili concernenti i sospesi parlano però di redditi molto bassi. Nel 2008, il reddito lordo mensile mediano di un assicurato moroso single era di poco superiore ai 2000 franchi e pari a 4'700 franchi per economia domestica di due o più membri. Ci si può legittimamente chiedere se tramite la problematica degli assicurati morosi non si stiano misurando i limiti del sistema di sicurezza sociale in vigore. In questa parte della popolazione si ritrovano infatti le categorie di persone che non possono contare su nessun tipo di prestazione sociale, salvo forse l assistenza sociale, ma i cui criteri di ricevibilità sono molto severi, restrittivi. Si pensi ad esempio agli indipendenti, a chi vive solo, senza figli a carico. Lo studio ha pertanto fatto emergere un mondo sconosciuto di persone adulte in difficoltà, in età attiva, che nella misura dell 88% non beneficiano di prestazioni cantonali. Tra gli assicurati morosi vi sono però anche 988 assistiti dall Ufficio sostegno sociale e inserimento (al ), il che pone pure interrogativi sulla tempestività dell assistenza sociale cantonale. Chi è sospeso, lo rimane La stragrande maggioranza degli assicurati morosi ha grossi problemi socioeconomici. Gli assicurati morosi con attestato carenza beni (ACB) sono l 85% nel luglio 2009 (sopra i 25 anni sono l 88%), e il loro numero è destinato ad aumentare poiché l ACB giunge circa dopo 1,5 anni dal momento in cui è stato interrotto il pagamento dei premi della cassa malati. Il valore medio dei debiti degli assicurati suggellato da ACB è di ben 106'000 franchi pro capite (111'000 franchi sopra i 25 anni e 10'000 franchi sotto i 25 anni); questo fornisce un idea della drammaticità delle situazioni e della difficoltà di un loro rientro autonomo nel circuito assicurativo normale (Cereghetti, 2009). I risultati dello studio SUPSI lo comprovano: chi era sospeso il 31 marzo 2009, lo era in media da almeno 24 mesi (con punte fino a 50 mesi). Questo dato va posto a fronte di quello delle riammissioni, che hanno successo sostanzialmente se effettuate in tempi brevi (meno di un anno di sospensione). Le conseguenze dell articolo 64a LAMal sembrano quindi irreversibili, salvo rara eccezione. Un problema di sanità pubblica Nel 2008 sono stati circa gli assicurati morosi al beneficio di cure di prima necessità (CPN) per i quali i fornitori di prestazione riconosciuti dall Autorità cantonale hanno inoltrato la fattura all UAM. I beneficiari di CPN corrispondono all 8% del numero medio di assicurati morosi durante l anno in questione (13'000 circa): meno di uno su dodici. La curva delle frequenze delle classi d età dei beneficiari di cure di prima necessità non si scolla in modo significativo da quella degli assicurati morosi. Vista la tendenza al perdurare della sospensione, l invecchiamento della popolazione e la limitazione dell accesso al sistema sanitario ai casi d urgenza, ci si può domandare quali saranno nel tempo gli effetti di questa situazione sullo stato di salute dei maggiorenni morosi. Discussione Con l introduzione dell art. 64a LAMal, il legislatore mirava a responsabilizzare gli assicurati inaffidabili con lo spettro della sospensione. Il numero di assicurati morosi conteggiati al 31 dicembre del 2005, un migliaio circa, sarebbe dovuto diminuire, se non azzerarsi. La realtà dei dati però è ben diversa. Non solo il numero di sospesi non è diminuito, ma è esploso. Come interpretare questo risultato? I risultati delle analisi del fenomeno sin qui condotte mostrano che le persone sospese non corrispondono, in larghissima misura, al profilo degli assicurati al quale pensava il legislatore. Non si tratta d irresponsabili che agiscono alla leggera, senza pensare alle conseguenze del loro comportamento, bensì di persone che non hanno le risorse materiali per onorare il contratto assicurativo o che possono trovarsi in difficoltà a farlo.

17 17 Per la stragrande maggioranza dei sospesi, la sospensione della copertura assicurativa non ha quindi alcun senso, anzi non fa che peggiorare la situazione di questa frangia della popolazione sia dal profilo economico che sanitario. Dai risultati ottenuti, è facile ipotizzare che si è di fronte a una parte di popolazione per la quale una spesa non preventivata, un incidente, una rottura sentimentale o la perdita di un congiunto potrebbe avere delle conseguenze tragiche sulla possibilità di far fronte ai propri impegni. In questi casi, non sempre lo spauracchio della sospensione sprona l individuo a reagire, ad attivarsi e a chiedere aiuto in tempo utile. Istituzionalmente, si potrebbe pensare a strumenti di dépistage e d intervento rapido efficaci e alla maggiore sensibilizzazione degli enti locali. Bisognerebbe inoltre esaminare attentamente in che misura non esistano categorie sociali particolarmente messe alle strette dai cambiamenti dell economia e della società, categorie più vulnerabili di altre ma trascurate dal sistema di sicurezza sociale. Nello studio, sembra per esempio evidente che le persone divorziate, e in particolar modo gli uomini divorziati si trovino in una situazione veramente difficile con un tasso di morosità altissimo (13.5%, circa uno su sette). Bibliografia Cereghetti, B Assicurati con sospensione del riconoscimento delle prestazioni LAMal - Analisi riguardante la situazione economica. Studio III. Ufficio dell assicurazione malattie. Cereghetti, B Assicurati con sospensione del riconoscimento delle prestazioni LAMal - Analisi riguardante la situazione debitoria di assicurati sospesi toccati da ACB. Studio IV. Ufficio dell assicurazione malattie. Commissione della gestione e delle finanze (2008). Rapporto sul messaggio 4 novembre 2008 concernente la modifica del Decreto legislativo che disciplina le conseguenze del mancato pagamento dei premi e delle partecipazioni ai costi nell assicurazione obbligatoria, del 18 settembre Rapporto 6138 R, Commissione della gestione e delle finanze (2009). Rapporto sul messaggio 6 ottobre 2009 concernente la modifica del Decreto legislativo che disciplina le conseguenze del mancato pagamento dei premi e delle partecipazioni ai costi nell assicurazione obbligatoria. Rapporto 6275 R, Consiglio di Stato Messaggio concernente la modifica del Decreto legislativo che disciplina le conseguenze del mancato pagamento dei premi e delle partecipazioni ai costi nell assicurazione obbligatoria, del 18 settembre Messaggio 6138, Consiglio di Stato Messaggio concernente la modifica del Decreto legislativo che disciplina le conseguenze del mancato pagamento dei premi e delle partecipazioni ai costi nell assicurazione obbligatoria. Messaggio 6275, Lo studio SUPSI, allegato nella sua integralità al messaggio governativo n. 6275, può essere scaricato all indirizzo URL:

18 spazio thesis Francesca Scalici Assistente dell Unità di ricerca del Dipartimento sanità Il 2009 è stato un anno molto importante per il Dipartimento sanità poiché il primo ciclo di studi è arrivato a termine. 51 studenti hanno concluso il loro percorso formativo ottenendo il Bachelor of Science SUPSI rispettivamente in Cure infermieristiche (29 studenti), Fisioterapia (16) ed Ergoterapia (6). Il lavoro di tesi (Bachelor Thesis) rappresenta il momento culminante della formazione e costituisce un occasione importante per approfondire gli elementi teorici acquisiti nel corso dei tre anni e confrontarli con i diversi contesti professionali relativi allo specifico indirizzo di laurea. La media globale delle valutazioni finali dei lavori di tesi (5.1 su 6) ottenute dagli studenti dei tre corsi di laurea, mostra la coerenza del percorso didattico e l acquisizione da parte degli studenti di importanti basi metodologiche e scientifiche, utili per un buon proseguimento del proprio percorso professionale ed eventualmente nel campo della ricerca. I lavori realizzati sono espressione di campi e contesti disciplinari eterogenei, nonché di approcci metodologici diversi. I contenuti sono ricchi e differenziati per tutti e tre i corsi di laurea. I temi trattati dagli studenti di Cure infermieristiche coprono conoscenze disciplinari, cliniche e pratiche, e approfondiscono temi legati alla vita, alla morte, al dolore, al miglioramento della qualità delle cure per i malati psichiatrici, degenti in ospedale, nelle cure domicilio, in case anziani o nel soccorso preospedaliero, considerando la trasversalità degli aspetti psicologici, biologici e sociali. Cinque studenti hanno ottenuto il punteggio massimo (6/6) nel loro lavoro di tesi: Arianne De Carlo, Giada Perdicaro, Valentina Savi, Jolenny Steinmann e Geremia Tritten. I lavori dei fisioterapisti si indirizzano su campi disciplinari afferenti agli ambiti ortopedico-traumatologico, neurologico ed internistico e si caratterizzano per l attenzione posta alle ricadute e alla trasferibilità clinica di quanto esplorato nella prassi professionale di riferimento. Alcuni lavori hanno trovato riscontro nel campo scientifico. Lo studente Giovanni Albertini ha pubblicato, sulla rivista FisioTicino, un articolo tratto dal suo lavoro di tesi che riguarda gli aspetti terapeutici della ginnastica di gruppo per pazienti affetti da morbo di Parkinson 1. Il lavoro di tesi di Massimo Majocchi e Kabiria Donati sulla valutazione funzionale degli arti inferiori con lo Star Excursion Balance Test (SEBTs) in soggetti con una distorsione della caviglia e soggetti sani, sarà presentato al prossimo Congresso nazionale di fisioterapia (PhysioSwiss) che si terrà a Basilea. Due studenti del corso di laura di Fisioterapia hanno ottenuto il punteggio massimo (6/6) nel loro lavoro di tesi: Massimo Majocchi e Sara Risi. Gli ergoterapisti hanno invece trattato dei concetti chiave della professione quali Persona, Ambiente e Occupazione e descritto sia situazioni che hanno come protagonisti bambini, anziani e adulti durante le attività di vita quotidiana caratterizzate da momenti di gioco, nella normalità della propria vita, a casa e nello spazio pubblico, sia situazioni di crisi psichica legate all impatto emozionale che la fase terminale della vita provoca anche al terapista. I due studenti che hanno ottenuto il punteggio più alto (5.5/6) nel loro lavoro di tesi sono: Corinne Cattelan e Isabella Guidinetti. La direzione del DSAN ha deciso di raccogliere i risultati dei lavori di tesi in un volume unico (Dipartimento Sanità, Tesi di Bachelor 2009) pubblicandone gli abstract accompagnati da immagini significative e rappresentative dei lavori. La pubblicazione è disponibile presso la segreteria del DSAN. È inoltre possibile consultare gli abstract sul sito del Dipartimento Sanità/Formazione Bachelor/Bachelor thesis, nonché reperire i testi integrali dei lavori presso la Biblioteca del DSAN. 1 Albertini, Giovanni La Ginnastica di Gruppo come terapia motoria in pazienti affetti da morbo di Parkinson in Ticino. FisioTicino 10 (4) : 6-12

19 segnalazioni 19 Presentazione dei corsi di Bachelor del Dipartimento Sanità 22 marzo 2010 dalle alle Galleria 2, Manno Il Dipartimento Sanità è lieto di invitarvi al momento di presentazione dei suoi percorsi di Bachelor in cure infermieristiche, ergoterapia e fisioterapia. Durante la visita potrete scoprire i nostri percorsi didattici, visitare la nostra sede, conoscere i nostri docenti e incontrare alcuni nostri studenti. Alle APERÒ & NETWORKING Presentazione Dipartimento Sanità 23 marzo 2010 dalle alle Galleria 2, Manno 2 PIANO Aula 264 Aula 263 Aula 262 Aula 260 Atrio secondario Atrio principale PIANO TERRA Bar Le Gallerie Spazio Ricerca e prestazioni Spazio Cure infermieristiche Spazio Fisioterapia Spazio Ergoterapia Spazio Formazione continua Strategie didattiche, temi comuni APERÒ & NETWORKING ore Il Dipartimento Sanità della SUPSI è lieto di invitarvi presso la sede di Manno per una serata di incontro in cui saranno presentate le molteplici attività svolte sul territorio, le strategie didattiche, le ricerche in corso e durante il quale potrete incontrare docenti e responsabili dei diversi corsi. Vi aspettiamo numerosi! Collegamenti bus e relativi orari su SUPSI Dipartimento Sanità Galleria 2 CH-6928 Manno tel. +41 (0) fax +41 (0) dsan@supsi.ch SUPSI Dipartimento Sanità Galleria 2 CH-6928 Manno tel. +41 (0) fax +41 (0) dsan@supsi.ch

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