Radio Tv News SPECIALE ASSEMBLEA GENERALE luglio Teatro Argentina - Roma 17 LUGLIO NUMERO 57

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1 Radio Tv News 17 LUGLIO NUMERO 57 SPECIALE ASSEMBLEA GENERALE luglio Teatro Argentina - Roma Direttore Responsabile: Emilio Carelli Direttore Editoriale: Andrea Franceschi In redazione (redazione@confindustriaradiotv.it): Rosario A. Donato, Josè M. Casas, Elena Cappuccio, Annamaria La Cesa, Michele Farina, Carlo Cornelli Editore: Confindustria Radio Televisioni, Piazza dei SS. Apostoli 66, Roma Tel. 06/ Fax 06/ segreteria@confindustriaradiotv.it Iscritto al n. 54 del Registro della Stampa presso il Tribunale di Roma il giorno 01/04/2014

2 Sommario 03. Relazione introduttiva 03. Rodolfo De Laurentiis (Presidente Confindustria Radio Televisioni) 1 2. Intervista video di Roberto Viola 1 2. Intervista video di Roberto Viola (Direttore Generale della DG Connect, Commissione Europea) - di Emilio Carelli 1 5. Il ruolo delle Authority nell evoluzione del mercato 1 5. Giovanni Pitruzzella (Presidente AGCM) 1 6. Antonello Soro (Presidente Autorità Garante per la protezione dei dati personali) 1 7. Televisioni: regole eque per tutti 1 7. Alessandro Araimo (SVP COO Discovery Networks SouthernEurope Consiglio Generale CRTV) 1 7. Emilio Carelli (Sky Vice Presidente CRTV) 1 8. Maurizio Giunco (Presidente FRT Vice Presidente CRTV) 1 8. Luigi Gubitosi (Direttore Generale RAI Consiglio Generale CRTV) 1 9. Gina Nieri (Consigliere di Amministrazione Mediaset Consiglio di Presidenza CRTV) 2 0. L intervento del Senatore Maurizio Gasparri (Vice Presidente del Senato della Repubblica) 2 1. La Radio nell era della multimedialità 2 1. Francesco Dini (Vice Presidente Elemedia Gruppo Editoriale l Espresso Consiglio Generale CRTV) 2 1. Roberto Giovannini (Presidente Associazione Radio FRT Consiglio Generale CRTV) 2 2. Nicola Sinisi (Direttore Radio RAI Coordinatore Commissione Radio CRTV) 2 2. Mario Volanti (Presidente Radio Italia Consiglio Generale CRTV) 2 3. Conclusioni 2 3. Antonello Giacomelli (Sottosegretario di Stato MISE) 2 Foto Gallery

3 Relazione introduttiva Innovare per crescere Regole eque per un livellato campo di gara: fiscalità, privacy, TV nell Agenda Digitale, Mercato Unico Digitale Europeo, tutela delle risorse trasmissive, copyright online, riassetto dell emittenza televisiva locale e della radio. Rodolfo De Laurentiis Presidente Confindustria Radio Televisioni Dopo una disamina degli importanti accadimenti e attività associative occorse nell ultimo anno, la relazione del Presidente De Laurentiis si è incentrata sull analisi dei dati identificativi del contesto in cui opera l industria radiotelevisiva oggi per poi passare alle istanze del settore. Rodolfo De Laurentiis Presidente Confindustria Radio Televisioni Risorse Pubblicitarie La televisione resta il primo mezzo per raccolta di investimenti pubblicitari in Europa (in 20 sui 28 Paesi EU). E tuttavia Internet già nel 2013 è il primo mezzo per raccolta pubblicitaria in 5 Paesi UE - Regno Unito, Paesi Bassi, Svezia, Danimarca Rep. Ceca, con una quota sul totale mezzi superiore al 35%. Internet è anche il mezzo con il tasso di crescita più alto, è del +75% la crescita media UE nel quinquennio 2009/13 (Fonte Osservatorio Audiovisivo Europeo). Guardando ai 5 maggiori mercati europei, i più simili per dimensioni all Italia, Internet è il primo mezzo per raccolta pubblicitaria nel Regno Unito dal 2011, dal 2009 ha superato per investimenti la TV. In Germania Internet ha superato la TV per raccolta pubblicitaria nel 2012, nell anno corrente dovrebbe superare anche la stampa, primo mezzo per investimenti pubblicitari. In Francia le stime più conservative della raccolta pubblicitaria di Internet indicano un possibile sorpasso sulla TV nell anno corrente, altre lo danno per già avvenuto. In Spagna internet è il secondo mezzo dopo la TV, con un fatturato pari a circa la metà della TV. In Italia secondo le stime mensili (che escludono componenti importanti quali search, social, video e classified) Internet è il terzo mezzo con l 8% della raccolta pubblicitaria. Tuttavia le stime elaborate su base annuale (IAB Internet Advertising Bureau, Politecnico di Milano, Price Waterhouse Cooper) situano Internet intorno al 26%, secondo mezzo, in rapida ascesa. Le previsioni per il 2015 lo posizionano al 30%. I valori assoluti del mercato indicano che Internet nel Regno Unito da solo raccoglie più del totale mezzi in Italia: oltre 9 miliardi di euro nel Anche in Germania la raccolta pubblicitaria della rete ha raggiunto i 5 miliardi di euro nel 2014, in Francia 3 miliardi. In Italia le stime annuali valutano la raccolta pubblicitaria di internet attorno a 2 miliardi di euro. Questi dati indicano in definitiva che Internet è un mezzo che raccoglie quote significative, quando non maggioritarie, degli investimenti pubblicitari nei maggiori mercati europei ed è in rapida crescita. Internet è già a tutti gli effetti un competitor dei media tradizionali sulle risorse pubblicitarie. 3

4 Per quanto riguarda le risorse pay in Italia si registra un certo rallentamento, ma le prospettive di crescita permangono dal momento che la penetrazione della TV a pagamento è ancora significativamente indietro rispetto a mercati geografici comparabili. I ricavi dei nuovi servizi VOD non appaiono ancora paragonabili ai ricavi da abbonamento pay, il loro impatto ad oggi è ancora limitato. Tuttavia le nuove offerte, prima fra tutte Netflix, che a breve sbarcherà in Spagna e Italia, accelererà notevolmente alcune dinamiche di consumo, ha commentato De Laurentiis. 4

5 Consumi Francia, Germania, Spagna indicano un calo dei minuti di TV visti dal 2011, la Germania sembra essersi assestata su livelli più bassi rispetto al periodo precedente, ma stabili. I dati indicano un aumento dei consumi a seguire l ondata di multicanalità gratuita generata dallo spegnimento del segnale analogico nel periodo Ma oggi il mezzo televisivo all estero inizia a mostrare i primi, seppur timidi, segnali di calo. In Italia viceversa il consumo di televisione rimane alto: è stabile, 4 ore e 22 minuti la media giornaliera 2014, e a livelli più alti rispetto ai 5 maggiori mercati UE. Il consumo di televisione in Italia, controcorrente, è in crescita costante dal Le ragioni di questa crescita sono sostanzialmente due: la multicanaliltà gratuita, oltre le numerazioni tradizionali, e la crisi economica. Il nuovo avanza a grandi passi anche in Italia. La total digital audience misurata da Audiweb documenta un consumo medio di Internet di 1 ora e 54 minuti giornalieri (aprile 2015) E un dato peraltro che sottostima il consumo mobile documentato solo per i maggiori di 18 anni. Ma radio e TV restano i mezzi privilegiati per raggiungere audience di massa e le esperienze più avanzate stanno costruendo nuove forme di monetizzazione di questo capitale. L esempio delle declinazioni social, dell impatto degli eventi televisivi anche nel nuovo mondo online, misurati nel nostro Paese, primo in Europa, da Nielsen Twitter Ratings sono indicativi. Il settore sta gia investendo in innovazione De Laurentiis ha ricordato come il settore sia già fortemente impegnato sul versante dell innovazione: sono oltre 70 i canali in HD su satellite pay, 10 sul sul DTT (free e pay), altrettanti sono accessibili su satellite free. A breve anche sul digitale terrestre gratuito verrà lanciata una guida elettronica ai programmi (EPG) evoluta, che arricchirà l esperienza dell utente (TivuOn). La televisione è già andata Over the Top con offerte gratuite di catch up TV e archivi; e con offerte pay declinate su tutti i terminali. Il futuro è già qui anche per la piattaforma digitale terrestre che (grazie ai nuov standard di compressione e codifica - DVBT2 e HEVC - votati ad un uso più efficiente delle risorse frequenziali) consente di consegnare gratuitamente a larghi strati della popolazione un segnale ad alta definizione audio e 5

6 video, esperienze di visione arricchita (EPG evolute, split screen, sottotitolazione), oltre a servizi smart anche sui monitor casalinghi. La televisione ibrida il proprio segnale su reti a larga banda, moltiplica i servizi su piattaforme e terminali, sperimenta nuovi modelli di business. La radio, pubblica e privata, nazionale e locale punta sulla nuova tecnologia DAB. Da queste e altre evidenze, quali la personalizzazione e socializzazione di contenuti che stanno rivoluzionando la fruizione dal lato degli utenti, emerge un contesto in rapida evoluzione, evoluzione che la televisione sta cavalcando. Siamo di fronte a processi profondi, strutturali, che stanno mutando il contesto. Processi che non si possono - non si devono - fermare. Ma che si devono gestire, ha aggiunto il Presidente. Innovazione normativa per un livellato campo di gara Ma l innovazione - secondo la piattaforma illustrata da De Laurentiis - deve passare principalmente attraverso l innovazione normativa: occorre creare un quadro che ricomprenda aspetti, attori, operatori che oggi sono esclusi. Gli ambiti più urgenti da affrontare sono: Tassazione nell economia digitale Alcuni Over The Top utilizzano schemi di ottimizzazione fiscale, ad oggi legali, che permettono di dirottare altrove (tipicamente in paesi con regimi fiscali favorevoli) i ricavi su cui devono pagare le tasse sia dirette che indirette. L UE ha calcolato quanto pesino le tasse sui ricavi extra USA per le maggiori multinazionali (del web, ma non solo). Elaborando i dati per lo specifico delle maggiori multinazionali digitali risulta che sui mercati extra USA le multinazionali del Web generano in media il 48% dei ricavi totali (dal 26% di Yahoo al 63% di Apple); su tali ricavi pagano in media meno del 2% di tasse Come è evidente - ha detto il Presidente di CRTV - non sono più accettabili pratiche elusive che drenino risorse dai mercati in cui tali multinazionali operano, in certi casi restituendo poco in termini occupazionali e distogliendo gettito dalla fiscalità generale (a carico della quale restano i costi sociali e indotti). Non è più tollerabile la concorrenza interna nell Unione favorita dal ruling internazionale. Per quanto riguarda le tasse indirette cito un esempio pratico relativo all industria che rappresentiamo: non è possibile che gli abbonamenti ai servizi Video On Demand incorporino un aliquota IVA al 22% mentre 6

7 quelli di altri operatori con sede in paesi a bassa fiscalità godano di un aliquota del 4%. E questo un fenomeno che si trasforma inevitabilmente in uno svantaggio competitivo per tutto il Sistema Italia. È un tema di equità generale del Sistema. Le decisioni dei gruppi di lavoro internazionali (BEPS/ OCSE) sono ormai prossime. Serve un ruolo propulsivo del Governo Italiano in ambito europeo per soluzioni condivise. Nel frattempo servono provvedimenti ponte nazionali che assicurino equità fiscale e quindi concorrenziale. Le proposte CRTV in tema di fiscalità espresse presso la Commissione VI Finanze della Camera dei Deputati in occasione dell indagine conoscitiva sulla Tassazione nell economia Digitale costituiscono il punto di partenza per l approfondimento da parte di un Gruppo di Studio CRTV dedicato al tema. Tutela dei diritti individuali fondamentali I temi relativi alla privacy sulla rete, alla raccolta di dati degli utenti e alla profilazione, questi ultimi assolutamente inibiti in ambiente broadcast, e la necessità di trasparenza a tutela dell utente sono cogenti in un mondo che fa della connessione sempre e ovunque un fattore di crescita. L estensione delle tutela dei diritti degli individui alla rete è condizione sine qua non per lo sviluppo di un ambiente connesso realmente inclusivo. Level Playing Field La parità di trattamento è precondizione per lo sviluppo di un mercato sano. Devono essere corrette urgentemente le asimmetrie del sistema, che attualmente penalizzano gli operatori tradizionali Sul tema della tutela della privacy, si è tenuta lunedì 13 luglio a Milano la presentazione della ricerca News Media e Privacy sviluppata con l Università IULM e sostenuta da CRTV. I dati personali si stanno configurando come la moneta del futuro: l Associazione ha voluto approfondire, con rigore scientifico e metodiche innovative, il rapporto tra utenti e fornitori di servizi per cogliere una serie di implicazioni economiche, giuridiche e di mercato utili a innalzare il livello di attenzione sul tema e soprattutto sull importanza della cessione consapevole dei dati personali. La ricerca, finanziata grazie ad una borsa di studio intitolata alla memoria del Vice Presidente di CRTV Vincenzo Prochilo, sarà oggetto di approfondimento di Radio Tv News sui prossimi numeri. che si muovono all interno di un quadro vincolistico di norme stratificatosi nel tempo. Gli ambiti di intervento sono noti: tetti alla pubblicità, quote di programmazione e investimento, par condicio, tutela del diritto di autore sulla rete, allargamento delle tutele dei consumatori ai nuovi operatori; ridefinizione dei mercati secondo un approccio per industria, salvaguardia della pluralità, fiscalità. Piuttosto che inseguire i servizi OTT per sottoporli a queste regole stringenti, è importante ritornare alla radice delle logiche sottese e degli interessi tutelati da questo impianto normativo e valutare rapidamente una de-regulation per pervenire a soluzioni flessibili, ma effettivamente uniformi. 7

8 Innovazione normativa a tutela degli investimenti Un aggiornamento normativo è urgente anche a garanzia degli investimenti fatti e di quelli futuri, che sono alla base dell innovazione del sistema. Tra quelli prioritari il Presidente De Laurentiis ha individuato i seguenti 5 ambiti. Risorse trasmissive, neutralità tecnologica e interoperabilità La TV per sviluppare le nuove offerte HD e ultra HD, e nuovi servizi (es. EPG evoluta) necessita di banda. Il bilanciamento fra questa esigenza e quella corrispondente dei servizi di telecomunicazione (broadband) è oggetto delle raccomandazioni del Rapporto Lamy, in larga parte condiviso dalle Telecom nell High Level Group dedicato, che rappresenta il punto di riferimento per un ordinata evoluzione del settore. L Italia è un unicum nella UE per penetrazione del DTT (oltre 90% delle famiglie), per posizione geografica con Stati confinanti, per scadenza dei diritti d uso assegnati ( ). Il tema è in discussione a livello europeo dove non potrà non tenersene conto. L Italia deve dare certezza agli operatori nazionali nell ambito di un quadro europeo concordato, a tutela degli ingenti investimenti effettuati nel tempo dai broadcaster. Un approccio equilibrato non può inoltre prescindere dal rispetto del principio di neutralità tecnologica che deve lasciare liberi gli operatori di scegliere la tecnologia più performante e idonea per l offerta dei servizi senza vincolare la scelta di una specifica piattaforma. E questo vale anche per la diffusione di contenuti, dove la televisione gioca un ruolo chiave di driver della domanda. Un ruolo che richiede di essere incentivato. Interoperabilità e standard aperti: l accesso a contenuti e servizi sulla nuova televisione ibrida, smart, multipiattaforma deve essere equo, trasparente e non discriminatorio. Uguale trasparenza deve essere garantita sulle interfacce di accesso, nelle indicizzazioni e nella ricerca, nella profilazione. L offerta di contenuti al consumatore finale deve essere tutelata attraverso l adozione di sistemi aperti e sottoposti a regole comuni. Il rispetto della libertà di mercato non può tuttavia prescindere tuttavia dalla salvaguardia della libertà di offerta e di accesso ai servizi c.d. verticali. Tutela del copyright online La nuova normativa sul copyright vedrà la luce nell ambito del programma Digital Single Market (DSM) europeo che si muove nella direzione di un armonizzazione delle legislazioni nazionali. I risultati di oltre un anno dall avvio del Regolamento AGCom sulla tutela del diritto d autore restituiscono dati interessanti sull efficacia del procedimento di enforcement amministrativo rivolto a perseguire le violazioni massive a carattere commerciale. 8

9 Al tempo stesso evidenziano che non possiamo abbassare la guardia e che ancora di più bisogna fare in tutte le sedi per assicurare al mercato una tutela effettiva. Quello che è certo ha aggiunto De Laurentiis - è che gli investimenti in contenuti pregiati non sono sostenibili senza l equa remunerazione degli aventi diritto. Territorialità dei diritti Il Mercato Unico Digitale guarda all eliminazione del geoblocking, ossia all abbattimento di presunte barriere nazionali alla circolazione dei beni e servizi digitali. Trasferito all audiovisivo il principio richiede la portabilità degli abbonamenti, tecnicamente fattibile all interno dello spazio UE, ma solo a patto di adottare modalità che non stravolgano i diritti territoriali esistenti e in particolare il sistema delle esclusive su cui si basa la sostenibilità dei sistemi audiovisivi nazionali e, in ultima analisi, la soddisfazione degli utenti finali. Riassetto dell emittenza televisiva locale Sono circa 500 gli operatori Tv locali attualmente operanti in Italia (emittenti comunitarie e commerciali). Secondo lo studio Economico del settore basato sui bilanci Cerved (dati 2013) che CRTV pubblicherà prossimamente e di cui anticipiamo alcuni dati: sono 305 le imprese commerciali più strutturate del settore (erano 339 nel 2012, -10%). Tali emittenti trasmettono circa 2700 marchi di programmi (inclusi canali +1 e duplicazioni territoriali), con un rapporto di 1 a 7 (7 marchi di programmi per ogni società). I marchi trasmessi nel 2012 erano circa 3200 (-16%). Il settore occupa direttamente (stima CRTV da bilanci) circa 3800 addetti nel Erano l anno precedente (-14%). Nel 2013 i ricavi pubblicitari delle tv locali commerciali monitorate sono pari a circa 290 milioni di euro, erano 330 milioni un anno prima (-12%). Gli ascolti delle tv locali sono calati sensibilmente dal periodo analogico. Dal periodo post digitalizzazione si riscontra una lieve ripresa, ma gli ultimi dati relativi al 2015 attestano i contatti di nuovo in calo a quota 15,8 milioni. L emittenza televisiva locale soffre perché cresciuta oltre misura con una conseguente polverizzazione degli operatori e una saturazione in termini di risorse pubblicitarie con la multicanalità digitale. Il comparto dell emittenza locale è da tempo una realtà di rilievo sul panorama nazionale. CRTV ribadisce che il settore può evolvere solo accompagnando le imprese sostenibili e meritevoli (per assetto patrimoniale, numero e professionalità dei dipendenti, qualità dell informazione, ascolti rilevati) che rappresentano quella ricchezza del territorio da difendere non solo in termini economici, ma anche di pluralismo informativo. Serve un nuovo disegno di sistema ha sostenuto De Laurentiis - che attraverso l evoluzione dimensionale e la crescita qualitativa dell offerta crei una nuova televisione locale allineata alle migliori esperienze europee. 9

10 Accompagnamento della radio nel digitale Un comparto che si è continuamente rinnovato nel tempo è quello della Radio che oggi si connota per penetrazione e ascolti. Pur continuando ad operare con reti analogiche che costituiscono risorsa e patrimonio imprescindibile, l emittenza radiofonica vive l innovazione tecnologica quale fattore indispensabile di ulteriore sviluppo. Oggi, la copertura outdoor del servizio T DAB+ è di circa il 65% della popolazione italiana, con un servizio su oltre km di tracciato autostradale. L attuale rete di distribuzione commerciale degli apparati riceventi è giunta ad oltre punti vendita, e si contano 120 modelli di autovetture che hanno in dotazione (sia standard, sia optional) la radio digitale. Per il passaggio al digitale - ha sostenuto il Presidente De Laurentiis - serve tuttavia un disegno strategico di sistema che dia certezza al quadro normativo e all orizzonte temporale degli interventi quali leve strategiche per garantire l uso efficiente di risorse scarse e uno sviluppo armonico del settore paragonabile con quello degli altri Paesi della UE. Seguendo un approccio capace di affiancare le imprese di qualità (sia a livello nazionale - privato e pubblico - che a livello locale) con regole comuni valide per tutti gli operatori. Si tratta però di procedere con la massima speditezza possibile con scelte lungimiranti affinché il Paese non si trovi spezzettato in aree analogiche e aree digitali. Ogni futura decisione in merito richiede un analisi volta anzitutto alla individuazione del sistema trasmissivo più efficiente (per CRTV quello digitale) per assicurare nel tempo sostenibilità, competitività e profittabilità all industria radiofonica,. Servono in particolare Iniziative pubbliche che aiutino a creare massa critica (attraverso la conoscenza delle potenzialità della tecnica digitale e dei servizi connessi), valorizzino e diano credibilità alla radio digitale, sia sotto il profilo della qualità che della salvaguardia del servizio, rassicurando utenza e mercato in ordine all avvio definitivo in Italia della tecnologia digitale. CRTV è pronta a dare il proprio contributo in tal senso, perché riteniamo, ha detto De Laurentiis, che ci sia un patrimonio a cui sia necessario garantire il diritto di crescere. Vorrei infine aggiungere - ha detto De Laurentiis - solo una breve parentesi sulla pubblicità dei giochi e scommesse nelle trasmissioni televisive e radiofoniche. Nelle settimane scorse abbiamo registrato un tentativo di inserimento nella normativa di un divieto assoluto di qualsiasi attività promozionale, francamente sconosciuto nel resto d Europa. L industria radio TV ha da sempre dimostrato e dimostra sensibilità verso il gioco legale, regolato e nel rispetto dei principi sanciti in sede europea a tutela dei minori. Un intervento di questo tipo appare difficilmente giustificabile alla luce del principio di libertà d impresa e si risolverebbe per l industria radiotelevisiva in un secco deterioramento degli introiti in una fase di flebile ripresa del mercato. 10

11 Il nuovo contesto richiede un nuovo approccio di sistema Inclusioni, alleanze, programmazione, ridefinizione dei ruoli fondanti, promozione del sistema Italia e UE appaiono strategiche, ha sostenuto De Laurentiis. Tra le priorità primeggiano: Inclusione nell Agenda Digitale L Agenda Digitale italiana ed europea ha fissato obiettivi, si appresta a stanziare fondi e a promuovere politiche industriali per raggiungerli. Obiettivi e politiche che ancora ad oggi non prendono in considerazione l audiovisivo. Non è possibile che le parole televisione o audiovisivo non siano contemplate nell Agenda Digitale. Secondo recenti dati ITU, i prezzi delle connessioni sono scesi molto negli ultimi anni e accessibili in 111 Paesi nel mondo, ma la domanda di banda larga stenta a decollare. La televisione è per converso centrale nella filiera dei contenuti, già oggi stimola l accesso alla rete (60% del traffico è costituito da contenuti TV, secondo dati Cisco). La TV deve essere parte attiva dell Agenda Digitale, può e deve giocare un ruolo propulsivo, in stretta cooperazione con il Governo. I contributi che la televisione può fornire all Agenda Digitale, sul versante della domanda sono: programmi sull alfabetizzazione digitale; agevolazione della fruizione dei contenuti che possano alimentare la massa critica necessaria per lo sviluppo della connessione a banda larga e larghissima. Questo richiede però politiche facilitatrici per restituire un vero incentivo ad investire; alfabetizzazione leggera attraverso le Smart tv per quella parte di popolazione che non si connetterà mai ad Internet via PC, grazie alla confidenza degli italiani con il telecomando TV. Sono oltre 4 milioni le tv connettibili nelle abitazioni italiane, di cui circa 50% connesse e le stime dicono che triplicheranno nei prossimi anni. La filiera dell AV: sinergie per crescere e innovare CRTV ha detto De Laurentiis - ritiene che questa fase richieda al settore di fare sistema, ossia creare dei momenti di confronto sui temi centrali dell industria e delineare posizioni condivise. Posizioni da trasferire e affinare in tutte le sedi istituzionali e occasioni pubbliche nazionali e europee. L ottica di sistema può essere allargata all intera filiera dell AV per raggiungere obiettivi comuni di crescita a livello nazionale ed europeo. Ci riferiamo al ruolo strategico che in questa fase di rapido cambiamento può essere giocato da forme di collaborazione fra emittenti e produttori in un ottica di semplificazione. Si tratta di una strada perseguibile a patto che nel contempo la regolamentazione riesca a fare un passo indietro, lasciando quanto possibile alla filiera, e quindi al mercato, il perseguimento degli obbiettivi comuni Il ruolo del Servizio Pubblico nell ambiente digitale La Rai è fra i soci fondatori di CRTV: un segnale chiaro dell ottica industriale e di sistema in cui si colloca il servizio pubblico nazionale, ma anche il riconoscimento del patrimonio che l azienda pubblica costituisce. Il Servizio Pubblico mantiene una sua centralità anche sotto il profilo della pluralità e dell imparzialità informativa e culturale, elementi essenziali per la realizzazione di una democrazia compiuta, tanto più nell era digitale e connessa. Non è compito di CRTV ha ricordato De Laurentiis - entrare nel dettaglio di una riforma che è in fase di esame di fronte al Parlamento e attiene la responsabilità di questo e del del Governo. E compito dell Associazione ricordare come nell ambiente digitale e connesso la missione della Rai sia piuttosto da rafforzare e incentivare, in un ottica di sistema misto pubblico-privato. Innovazione in questo caso è la parola d ordine. Il Servizio Pubblico deve restare in prima linea nell investimento in nuove tecnologie, nella sperimentazione di linguaggi, di format e modelli di business innovativi. Deve poter innovare per crescere. Avviandosi verso le conclusioni, il Presidente De Laurentiis ha poi ricordato come il 2016 sarà un anno rilevante per la normazione a livello comunitario, non solo per la prevista revisione della direttiva sui Servizi Media Audiovisivi. L avvio del progetto Digital Single Market con le sue 16 priorità fornisce infatti la rara occasione di coordinare la normativa e garantirne l allineamento con l Agenda Digitale. Non è una sfida di poco conto, ma complessità, cross-medialità e innovazione rivolta al futuro questo richiedono. In chiusura il Presidente è tornato per un momento sul tema del mercato audiovisivo nel suo complesso e all esempio inglese. Il settore della produzione 11

12 indipendente britannica è quasi raddoppiato negli ultimi 10 anni, dai milioni di sterline di fatturato del 2004 agli oltre del 2014, triplicati nella componente export che costituisce circa un terzo del totale. Si tratta di un sistema molto diverso dal nostro e che beneficia tra l altro del vantaggio competitivo di una lingua globale. Ma l obiettivo da perseguire, lo sviluppo del settore audiovisivo nel suo insieme, partendo dai punti di forza esistenti, è chiaro ed esportabile. L Europa è ancora uno dei mercati di sbocco più interessanti nel Mondo e anche quello con la maggiore varietà culturale, un asset unico per lo sviluppo di una industria audiovisiva di qualità. Lo sviluppo del mercato AV europeo è stato costruito a partire dal ruolo che gli editori e i produttori hanno garantito nel tempo e testimonia un patrimonio di know how unico. Un patrimonio, lo ricordiamo, che si basa sull eccezione culturale prevista dal Trattato di Lisbona, sulla quale si è costruita l industria dell audiovisivo europeo. Nella globalizzazione dei consumi mediali c è un enorme finestra di opportunità per i mercati nazionali europei: sta a noi coglierla e al legislatore o al regolatore assecondarla, ha concluso il Presidente De Laurentiis Intervista video di Roberto Viola Direttore Generale della DG Connect, Commissione Europea di Emilio Carelli Roberto Viola Direttore Generale della DG Connect, Commissione Europea Emilio Carelli Sky Vice Presidente CRTV In occasione dell Assemblea annuale di Confindustria Radio Televisioni Emio Carelli (Vice presidente di CRTV) ha intervistato a Bruxelles Roberto Viola, Direttore Generale della DG Connect, della Commissione Europea che si occupa tra l altro di questioni legate allo sviluppo del Digital Single Market, del copyright e della convergenza. Sono sfide importanti per l Unione Europea, ma sono anche temi molto cruciali per il mercato radiotelevisivo italiano. Ne sono emersi temi, viste e aspetti importanti per il futuro del settore. Dottor Viola, in che modo la Digital Single Market strategy presentata dalla Commissione aiuterà lo sviluppo delle media companies europee? VIOLA: La Digital Single Market strategy è uno dei pilastri della politica della Commissione Europea. La Commissione Europea ha un po fatto il punto e chiede al mercato di aiutare l Europa e la Commissione vuole aiutare l Europa a crescere. Questa è un po la sfida che abbiamo di fronte a noi, specialmente in questi giorni così drammatici per l Europa. Non dobbiamo perdere di vista che il futuro dell Europa è nella crescita e ovviamente è un futuro digitale, il digitale cambia tutto e cambia anche l industria dell audiovisivo. È una grande sfida, ma una sfida che l Europa può vincere perché ha le risorse e l inventiva e la creatività per poter vincere questa sfida. L Agenda Digitale Europea non contempla ad oggi la televisione, eppure il 60% dei contenuti fruiti su 12

13 Internet ha origine televisiva. Quali spazi vede per la televisione, per il successo della Digital Single Market strategy? Quale ruolo per gli Smart TV? VIOLA: L Agenda Digitale Europea un po l ha sempre tenuta bene in conto la televisione, ma la strategia per il Digital Single market fa della televisione uno degli aspetti fondamentali. Internet e televisione, televisione e Internet. Il 70% del traffico su Internet è televisione, la televisione ha trasformato Internet e Internet sta trasformando la televisione, quindi non si può fare una strategia del Digital Single market senza pensare a quello che è il futuro del sistema televisivo. Questa è una riflessione importante per gli attori, ma anche per chi fa policy, e uno dei pilastri del Digital Single Market è la revisione delle regole audiovisive, la famosa direttiva che si chiamava Televisione senza frontiere e che adesso si chiama Servizi /audiovisuali/ e media. Secondo lei, che ruolo pensa debba avere il digitale terrestre nel Digital Single Market? VIOLA: Beh, il digitale terrestre da una parte può essere visto come una conversione di una tecnologia del passato, e quindi un po con un futuro con un punto interrogativo, dall altro rimane - soprattutto in paesi come l Italia - uno dei mezzi più importanti di fruizione del mezzo televisivo e quindi deve avere una certa attenzione. Certo, le tecnologie devono evolversi perché se no si rischia di rimanere indietro e che l industria televisiva si sieda su posizioni un po di retroguardia, difendendo il passato. Io credo che il digitale terrestre debba mantenere un ruolo, ma debba mantenere un ruolo in una televisione moderna, anche in Italia. Qui ci sono sfide tecnologiche importanti come il nuovo sistema T2, come l utilizzo di sistemi integrati fra il digitale terrestre e Internet e tutto questo deve essere colto come un opportunità e al tempo stesso l uso delle frequenze deve essere efficiente perché più frequenze per il sistema di connettività mobile significa più audiovisivo consumato dai cittadini. Quali spazi di crescita vede per il mercato europeo dell audiovisivo? E quale impatto economico del Digital Single Market sull economia europea in generale? VIOLA: Gli spazi di crescita dell audiovisivo europeo sono enormi. Quello che abbiamo visto fino adesso è che i vincitori della sfida digitale sono le società che aggregano utenti e quindi fanno della rete di utenti la loro proposizione di valore. È stato calcolato dai nostri studi che il potenziale dell audiovisivo europeo è circa 128 miliardi di euro. Questo è quello che vale l audiovisivo e quindi una cifra enorme. Se uno vede la capitalizzazione delle industrie ICT, le industrie audiovisive hanno perso capitalizzazione mentre questi nuovi attori sono saliti nella capitalizzazione. Questo è un assurdo perché abbiamo visto che il 70% - l ho appena detto - il 70% dei contenuti sulla rete sono dei contenuti audiovisivi. Quindi è un po strano che chi è il motore di Internet non riesca a intercettare il valore. Quindi la sfida per le imprese audiovisive è come intercettare questa enorme proposizione di valore ed è una sfida ovviamente al cambiamento. Il programma del Digital Single Market contiene anche un importante revisione della disciplina del copyright in direzione di una armonizzazione delle legislazioni europee. Che cosa intende fare la Commissione per perseguire le violazioni massive su larga scala? VIOLA: Io penso che prima di tutto le violazioni siano anche un po frutto di una disciplina del copyright che permette, che rende difficile la fruizione dei contenuti, quindi prima di tutto bisogna facilitare la fruizione dei contenuti e questo è nell interesse di nuovo delle imprese audiovisive, quindi per noi la battaglia è di poter portare la portabilità cosiddetta dei contenuti, cioè i cittadini che viaggiano all estero, cittadini italiani, devono poter fruire dei contenuti che hanno legalmente acquistato in Italia. La possibilità di fare degli acquisti anche al di fuori del territorio nazionale, e quindi delle piattaforme paneuropee, per esempio video on demand. Perché solamente questo tipo di piattaforme devono venire dagli Stati Uniti? Io credo che l Europa possa esprimere, visto che ha i contenuti, visto che ha le idee, possa esprimere delle proposizioni di valore, come ho detto prima, egualmente importanti. Già lo sta facendo, perché Mediaset e Sky in Italia VIOLA: Certo, certo, su scala nazionale lo stanno facendo. Purtroppo queste sono sfide continentali, la scala nazionale alle volte non basta e per questo bisogna guadare anche fuori dai confini e indubbiamente le imprese televisive italiane sono imprese che guardano all Europa, guardano ad alleanze in Europa. Quindi noi vogliamo facilitare tutto questo. In questo ambito, certo, c è una sfida importante che è quella della pirateria. La sfida della pirateria quindi si vince avendo più contenuti a disposizione e combattendo alla radice il fenomeno, che significa interrompere i flussi di 13

14 denaro verso le attività illecite, è il cosiddetto sistema di follow the money, seguire il denaro, e bloccare questi flussi. Questa è la proposizione più importante sulla quale ci stiamo impegnando per cercare appunto di combattere alla radice il fenomeno. Parliamo della tassazione delle economie digitali. Differenze di normative e concorrenza fiscale tra Stati membri hanno portato a situazioni molto diverse e elusive a favore dei cosiddetti OTT e a discapito dell industria dell audiovisivo. Ecco, la Commissione Europea come intende affrontare il tema dell equità fiscale? VIOLA: Il tema dell equità fiscale è un tema complesso, perché non riguarda solo l economia digitale, riguarda un po tutta l economia e quindi non si riesce ad affrontare facilmente in una maniera isolata e non si riesce nemmeno ad affrontare in maniera efficace, se non si fa a livello mondiale. Per questo la Commissione partecipa ai gruppi di lavoro dell OCSE cercando di portare le sue idee e anche nell ambito del G20 cerca di portare avanti questo tema di equità fiscale. Quello che si può fare all interno dei nostri confini è cercare di avere una normativa che bilanci quella che è la base consolidata dei profitti dove effettivamente questi profitti si fanno. Noi abbiamo fatto delle proposte al riguardo, lei sa che in materia fiscale ci vuole l unanimità degli Stati membri e quindi non è facile, però delle proposte le abbiamo fatte e poi il sistema dell IVA è cambiato e per le transazioni digitali in questo momento quello che vale, il sistema giuridico è la nazione in cui l acquisto o la transazione avviene. Lì si deve pagare l IVA. In questo senso quindi il sistema delle transazioni si ribilancia, nel senso che nel paese di destinazione della transazione, in quel paese lì va pagata l IVA e quindi questo nuovo sistema aiuta appunto una rilevazione dove si fanno i profitti, aiuterebbe sostenere le nostre proposte per una base consolidata dei profitti su base più equa. Quale messaggio lancia qui da Bruxelles all industria radiotelevisiva italiana? VIOLA: Io penso che l industria radiotelevisiva italiana debba cogliere la sfida del mercato unico digitale in una maniera aperta, senza arroccarsi su delle posizioni di difendere il passato perché non si conosce il futuro. Non c è nulla da perdere in questa sfida, non c è nulla da perdere perché il sistema radiotelevisivo italiano ha subito una trasformazione importante, ma in questo momento non cresce. Abbiamo visto anche le ultime rilevazioni presentate dall AGCom che ci danno un sistema che purtroppo non cresce. Quindi non c è nulla da perdere perché in un sistema interconnesso digitale c è un futuro roseo per tutte le imprese radiotelevisive, piccole o grandi. E l Italia è un paese ricchissimo di idee, di contenuti, per cui non vedo come l Italia possa perdere. L Italia perde solo se si arrocca su legislazioni che si distanziano dall Europa, posizioni di retroguardia. Tutto questo non ha aiutato in passato e non aiuterà in futuro. Video Per visualizzare il video diviso in Panel dell Assemblea Generale 2015 di Confindustria Radio Televisioni clicca qui. 14

15 Il ruolo delle Authority nell evoluzione del mercato Sollecitato dal moderatore Franco di Mare, e in riferimento all intervento del Presidente De Laurentiis, il Presidente dell Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) Giovanni Pitruzzella ha sottolineato l importanza di avere un quadro di regole certe, necessarie per gli operatori e per attrarre gli investimenti. E un problema generale del Paese che nella convergenza tra tlc, tv e Internet è ancora più visibile in quanto sottoposti a regole diverse: le televisioni hanno un corpo di regole pesanti cui devono sottoporsi, le stesse regole non si applicano nel mondo di Internet, basti pensare al rispetto dei minori e l accesso ai disabili, etc. A questo punto c è un esigenza di creare regole quanto più possibile uniformi in Europa ha detto Pitruzzella - che evitino questa asimmetria regolatoria. Un altro punto centrale ha aggiunto Pitruzzella è il copyright dove scontiamo ancora una volta l assenza di regole e probabilmente l Italia potrebbe fare un po da apripista per una revisione del diritto d autore. Dobbiamo valorizzare tutti i processi innovativi. Occorre che si arrivi a una forma di remunerazione di chi produce contenuti e crea valore, può essere una delle strade per uscire dalla crisi. In questo nuovo contesto della convergenza tecnologica cosa può fare il garante della concorrenza? Far rispettare innanzitutto le regole. I processi di concentrazione vanno visti con attenzione e intelligenza, ma senza frenare l innovazione. Anche le intese tra tlc e operatori tradizionali vanno viste nel nuovo contesto con intelligenza. L Antitrust deve esercitare un ruolo attento, utilizzando la concorrenza come strumento, come veicolo di innovazione e quindi di crescita Sul tema delle infrastrutture il Professor Pitruzzella ha poi sottolineato che se non abbiamo sufficiente Giovanni Pitruzzella Presidente AGCM capacità di banda, pensiamo appunto ai nuovi servizi audiovisivi, alle nuove televisioni ad alta definizione, questo sarà di ostacolo per le nostre imprese, sarà di ostacolo anche per chi dovrà vendere contenuti sulla rete e che quindi è prioritario nel Paese il superamento delle restrizioni che ci sono per quanto riguarda la rete fissa. Ha inoltre ricordato come il Governo abbia adottato un piano sullo sviluppo della banda ultralarga assai pregevole. Ora si tratta di procedere con l implementazione e la risoluzione di alcuni nodi, su cui l Antitrust ha dato a suo tempo un contributo con l indagine conoscitiva sullo sviluppo della banda larga e ultralarga in Italia. Il Presidente dell Antitrust infine sul rapporto tra concorrenza, innovazione e sviluppo tecnologico ha ribadito come siano strettamente collegati da un filo, da un sottile equilibrio, e come stia a tutti noi far sì che questo sia un equilibrio virtuoso. ll governo farà, la sua parte, le autorità di regolazione pure, l antitrust vigila sui mercati, ma alla fine i protagonisti veri in un Paese che vuole essere un economia di mercato saranno comunque le imprese, che sono le vere creatrici della ricchezza, ha concluso. 15

16 Antonello Soro, Presidente dell Autorità Garante per la protezione e i dati personali, ha poi esordito ricordando che gli scenari siano riferibili a una dimensione globale dell economia digitale che vede l Europa, neanche soltanto l Italia, in una condizione di svantaggio notevole dovuto non solo alle responsabilità dei Governi, ma anche ad altri fattori tra cui il rapporto virtuoso che esiste fra le università americane e le imprese, i processi di regolazione, l asimmetria esistente nell ordinamento fra i sistemi di protezione dei dati, elemento un po sotto stimato in passato, e forse ancora. L Europa con un qualche ritardo ha colto l esigenza di applicare la normativa europea anche agli operatori globali (i c.d. Over the top), dopo che hanno beneficiato di una condizione di vantaggio straordinaria. Posizione che ha loro consentito, ad esempio, di raccogliere i dati e le informazioni degli utenti italiani, elaborarle e processarle al fine di offrire servizi - spesso solo apparentemente gratuiti - sostanzialmente funzionali a elaborare offerte pubblicitarie mirate e personalizzate, con ingenti ritorni economici (e pochi investimenti).. Le imprese europee sono tenute, al contrario, al rispetto di regole di garanzia. Ora, qualcosa è cambiato in questo ultimo anno, direi, ha aggiunto Soro, che è cambiato fondamentalmente, in quanto la giurisprudenza con due note sentenze della Corte di Giustizia del Maggio 2014 ha preceduto la politica dell Unione che soltanto adesso sta concludendo il processo di elaborazione del nuovo Regolamento in tema di protezione dei dati. Ed invero il suddetto Regolamento, che è giunto ormai alla fase conclusiva (il triologo tra Consiglio, Commissione e Parlamento per l analisi finale del testo è iniziato a Luglio), dovrà essere rispettato da tutti gli operatori che intendono raccogliere dati dei cittadini europei per offrire loro servizi. Già la sentenza della Corte sulla famosa vicenda Costeja in tema di diritto all oblio - ha consentito alle Autorità europee di protezione dei dati e all AGPDP in particolare - di adottare un provvedimento prescrittivo nei confronti di Google in merito alle privacy policy del motore di ricerca, imponendo allo stesso il rispetto delle regole previste per gli operatori nazionali. Il tema principale è quello della profilazione, parola chiave per comprendere i principali problemi di questi anni. Per cui se un soggetto è capace di raccogliere informazione con l obiettivo di profilare l utente, legittimamente, Antonello Soro Presidente Autorità Garante per la protezione dei dati personali per dare un servizio, per offrirgli un prodotto migliore è un conto, ma se questo soggetto è titolare di un universo di società che offrono tanti servizi digitali diversi (apparentemente gratuiti), concentra tutte le informazioni che raccoglie su un singolo individuo, non avremo soltanto più l informazione utile per offrire un prodotto migliore, ma un potere che che consente di controllare e monitorare tutta la vita degli utenti. Ebbene questo potere di concentrare i dati dei singoli, partendo da attività di profilazione, incontra un limite in Europa. A questo proposito il Presidente Soro ha ricordato la risoluzione del Parlamento Europeo del novembre 2014 che punta a separare i servizi offerti dagli over the top rispetto all attività di motore di ricerca che indica, appunto, la strada che si intende seguire per evitare che si possano concentrare in uno stesso soggetto una quantità di servizi così diversi. In questo scenario il livello di consapevolezza del valore del dato e di come viene usato, è un fattore decisivo, ma attualmente si attesta ancora su livelli modesti. Allora il primo punto è che il cittadino deve essere consapevole che nella società digitale c è la nostra vita reale, e che quindi quando noi non ci preoccupiamo dei nostri dati, non ci stiamo preoccupando delle nostre persone. Questo è il salto di consapevolezza che devono fare i cittadini, gli utenti e naturalmente le istituzioni. La protezione dei dati, ha concluso il Presidente Soro, è il primo diritto della società digitale. E se vogliamo vivere nella società digitale, non possiamo pensare di sottostimare il valore strategico della protezione dei dati. 16

17 Televisioni: regole eque per tutti Il dibattito in forma di talk show, moderato da Franco di Mare, ha preso avvio con il contributo di Alessandro Araimo che, nell analisi sullo stato del settore, ha voluto sottolineare come con l entrata di nuovi operatori e Tant è che negli Stati Uniti uno dei trend principali che si sta verificando è che sempre di più gli investitori pubblicitari che avevano fatto scelte molto drastiche di spostare tutti gli investimenti su Internet, stanno a poco a poco seguendo queste scelte, capendo che i messaggi non possono essere solamente veicolati attraverso una stringa di testo cliccabile, ma devono essere raccontati all audience per avere una vera efficacia commerciale. Alessandro Araimo SVP COO Discovery Networks SouthernEurope Consiglio Generale CRTV lo sviluppo di nuove piattaforme quello che cambia per la produzione, la distribuzione e la pubblicità sia sintetizzabile in un parola: contaminazione in qualsiasi elemento della catena del valore e questo è un rischio perché impatta sulle risorse, anzitutto pubblicitarie. Ma la qualità del contenuto rimane sempre centrale, anche in un nuovo mondo contaminato, in un nuovo mondo dove i confini sono più labili. Certo bisogna detenerne la proprietà ed i diritti ed essere capaci di distribuirlo su più piattaforme, ma a quel punto (se il contenuto è al centro) il digitale è un elemento del core business. Internet è un mondo in cui abbiamo due chiare aree, un area che è quella dei search e dei social e un area che è tutto il resto dove le risorse stanno sempre di più confluendo verso il contenuto video, quindi quello che tendenzialmente è il nostro core business. Araimo ha poi aggiunto che il problema attuale è che le condizioni di distribuzione sulle diverse piattaforme talvolta non sono esattamente eque. Quello che comunque conta è la qualità dei contenuti del racconto, contenuti che diversificano i broadcaster rispetto ai meri aggregatori o ai social network. Inoltre l altro elemento decisivo dell offerta per Araimo è la localizzazione, cioè la capacità di produrre tantissime ore locali di qualità che rendono l offerta e i contenuti ancora più vicini ai consumatori e agli investitori. Emilio Carelli, sull importanza di un quadro normativo stabile, ha anzitutto sottolineato come sia utile per una media company europea come Sky Europa contare su regole certe per gestire la complessità di mercati (Italia, UK, Germania, Italia, Irlanda) con 20 milioni di abbonati, e un potenziale di 100, che esprimono 6 miliardi di fatturato e dipendenti. Questa è la strategia da parte di Sky anche per contrastare l avanzata dei cosiddetti OTT. Carelli ha ricordato come il bilancio dell anno scorso di Google sia stato di 86 miliardi di dollari. Le quattro più importanti televisioni italiane fatturano da sole 9miliardi di euro (con un ebit del 2,6%), là si parla di dollari, la distanza è comunque abissale. Allora non ci sarebbe da stupirsi se tra poco Google, o comunque gli OTT che hanno fatturati a livello mondiale così importanti, sia ffacciassero sul mercato italiano che da sette anni non cresce, e acquisissero chi è in difficoltà. La risposta di Sky al bisogno di crescere è stata l aggregazione per contrastare a tutti i livelli, anche nelle produzioni originali a livello europeo e Emilio Carelli Sky Vice Presidente CRTV 17

18 internazionale, l avanzata degli OTT. Carelli ha poi sottolineato la stretta interrelazione tra innovazione tecnologica, distribuzione, fruizione ricordando che Sky dispone di una serie di applicazioni che consentono la fruizione su tutti i device. Certo è che la qualità resta al centro: Sky ci ha puntato nell informazione con SkyTg24, sulle produzioni originali come XFactor e da ultimo con Sky Arte, canale molto apprezzato per lo stile completamente nuovo che propone. Di Mare ha poi chiesto a Maurizio Giunco come vivano le TV locali l era della globalizzazione, del consolidamento di mercato e delle regole che cambiano vorticosamente. Giunco ha anzitutto invocato regole uguali e soprattutto certe per tutti ricordando due dati: a cinque anni dalla digitalizzazione non esiste un emittente locale che abbia visto la stabilità della propria frequenza e della propria numerazione LCN. Inoltre a soli due anni dalla digitalizzazione alle emittenti locali sono state sottratte nove frequenze della banda 800 coinvolgendo circa emittenti locali. Che si sommano alle altre 76 frequenze considerate frequenze interferenti con gli Stati esteri, senza i dovuti accertamenti. Giunco ha quindi ribadito che non si può procedere con un approccio emergenziale e che quindi sia venuto il tempo per un riassetto complessivo del comparto, se si crede nel ruolo che svolge l emittenza locale per il pluralismo informativo e di amplificazione delle istanze e culture territoriali. Ha poi precisato che le TV Locali rappresentano un comparto di emittenti tematiche, consapevole che la digitalizzazione e quindi l aumento dell offerta, avrebbe richiesto un impronta più marcata; la TV Maurizio Giunco Presidente FRT Vice Presidente CRTV Locale non può essere ulteriormente tematizzata : è uno strumento informativo legato ad uno specifico territorio, tale legame è la sua vocazione naturale. Ha inoltre sottolineato che le prime 100 televisioni, quindi i primi 100 programmi, rappresentino il 90% dell ascolto complessivo del settore, l 85% dell occupazione e circa l 87% del fatturato: di contro si assiste alla diffusione di oltre programmi che rendono impossibile la sopravvivenza del comparto. Quanto al tema dell innovazione il Vice Presidente CRTV, ha poi citato ad esempio una serie twit fra Renzi e Salvini che il grande pubblico avrebbe del tutto ignorato se tale polemica via Web non fosse stata diffusa alla sera dalle reti televisive nazionali e ripresa il giorno successivo dal Corriere della Sera. A suo avviso tale esempio quotidiano ci fa riflettere su quale di impatto possa esercitare il Web senza l amplificatore del mezzo televisivo e della carta stampata. Giunco ritiene quindi che occorra liberarsi da una mentalità imperante che diffonde la convinzione che Internet sia qualcosa che in realtà non sia. Nessun timore dell arrivo di nuovi operatori quali Netflix, il sistema sia pronto al confronto, il ruolo delle TV Locali resterà inalterato ed insostituibile anche ai tempi di Facebook ha concluso Giunco. Il dibattito ha poi registrato il contributo del Direttore Generale della RAI, Luigi Gubitosi, il quale, rispetto al tema delle sfide e delle opportunità del digitale, ha ricordato come il ruolo del Servizio Pubblico è quello di educare, informare e intrattenere ma attraverso una nuova e più estesa visione dell innovazione che, oltre agli aspetti tecnologici, dovrà interessare anche i processi aziendali e incidere sull organizzazione interna. La RAI, ad esempio, è ancora oggi organizzata intorno al concetto di rete televisiva, un modello verticale e sempre più anacronistico che lascerà il suo spazio ad altri modelli orizzontali, sempre più orientati a tematiche e a generi. Il tema dell innovazione va letto alla luce delle grandi sfide che pongono nuovi operatori come gli OTT ma anche dei risultati conseguiti da media più tradizionali, come ad esempio la radio, dove l offerta del servizio pubblico continua positivamente a distinguersi. Il mercato dei servizi media digitali è oggi un mercato globale, con un alto grado di competizione, in cui possono tuttavia essere individuate anche aree di cooperazione tra gli operatori come avviene in diversi altri comparti 18

19 e non pagano neppure i contenuti. E poi tornata compiutamente sul tema delle regole eque per tutti. Noi andiamo all autorità per la Privacy e chiediamo i permessi per fare delle profilazioni light dei nostri clienti, ma due settimane fa ci siamo trovati di fronte a un cliente che ci ha portato le informazioni circa l effettivo seguito che abbiamo su Internet, a lui venduti e raccolti sui nostri siti illegalmente da società legata ai Big di Internet cosa che noi non possiamo fare. Questo non è un terreno equo, è concorrenza sleale, ha concluso. Luigi Gubitosi Direttore Generale RAI Consiglio Generale CRTV industriali, riducendo o mettendo a fattor comune le aree di costo. È bene infine ricordare che nel sistema dei media, anche nell epoca di Twitter, alcune cose non cambiano, come dimostra la centralità che riveste l autorevolezza di chi twitta o di chi risponde e rilancia i twit più autorevoli. In questa prospettiva, nulla cambia per gli editori radiotelevisivi e della carta stampata, per i quali restano grandi spazi. Per superare le principali sfide del nuovo mercato digitale, il servizio pubblico - ha concluso Gubitosi - dovrà puntare a rafforzare sempre più la propria autorevolezza, la propria indipendenza e la qualità della sua offerta. Il dibattito si è infine arricchito dell intervento di Gina Nieri la quale, dopo avere ribadito la necessità di un terreno di gioco equo, ha rispedito al mittente l invito rivolto da Roberto Viola ai broadcaster a non arroccarsi su posizioni conservative rispetto alle novità della rete perché c è posto per tutti e l Europa è dalla vostra parte. Le tv non solo non si sono arroccate ma sono state Magna pars nella digitalizzazione del Paese. A non fare la propria parte caso mai è stata l Europa. Le TV nei cinque anni della precedente Commissione sono state infatti assolutamente ignorate, tant è vero che i produttori di contenuti non compaiono nell agenda digitale. Ci hanno detto, ha aggiunto Gina Nieri, che dobbiamo cambiare modello di business perché sarebbe obsoleto, mentre è esattamente uguale a quello che gli Over-The-Top stanno mettendo in piedi competendo per le stesse cose: l attenzione delle persone, l inserimento di pubblicità e ora anche sugli abbonamenti. Con una differenza importante: la tv è iper regolata, gli over the top non pagano tasse, non producono contenuti europei, non danno occupazione Quanto all Europa ha poi ricordato come la regolamentazione che ci riguarda, si basi esattamente su un presupposto, quello della diversità della cultura europea. Tutta la costruzione delle regole molto puntuali che ci governano, sono rivolte a far sì che il vecchio continente mantenga una produzione di contenuti originali (prodotti all 80% come broadcaster europei) e mantenga la propria indipendenza culturale. Dopodiché, ci si dimentica di difendere le condizioni che possono consentire ai produttori di contenuti originali europei di continuare a fare il loro mestiere, ha aggiunto. Su tema del riassetto dello spettro elettromagnetico e del Rapporto Lamy, Gina Nieri ha poi ricordato che il digitale terrestre è una piattaforma che deve avere la stessa dignità di tutte le altre. La neutralità tecnologica è anche questa, cioè far sì che tutte le piattaforme tecnologiche possano introdurre gli standard di qualità e diffusione che comunque ne fanno una piattaforma al passo con i tempi. Quanto Gina Nieri Consigliere di Amministrazione Mediaset Consiglio di Presidenza CRTV 19

20 al Rapporto Lamy, ha aggiunto, è un compromesso tra il broadcaster e le Telco che comunque vede una gradualità, cioè fino a perché gli Stati si adeguino alla cessione di banda 700 alla broadband mobile. Di pari passo dobbiamo avere la possibilità (e qui anche è importante il lavoro normativo, sia a livello europeo che a livello italiano, ha ricordato) di introdurre gli standard di compressione del segnale e gli standard di diffusione che migliorino l efficienza di questa banda. Sono due processi che devono andare di pari passo. Diversamente avremo un restringimento delle frequenze a disposizione della televisione digitale terrestre cioè la televisione del servizio pubblico e la televisione gratuita e anche pay di Mediaset. Ciò significa, ha concluso Gina Nieri, che a 18 milioni di famiglie verrebbe tolta una parte considerevole della loro offerta di televisione free. L intervento del Senatore Maurizio Gasparri Al dibattito è intervenuto anche il Senatore ed ex Ministro Maurizio Gasparri che ha parlato del dibattito sulla riforma RAI dopo la legge di riassetto radiotelevisivo che porta la sua firma. Trattando dei poteri dell AD, ha ricordato che la RAI è un azienda di servizio pubblico, ci sono delle sentenze della Corte Costituzionale che ne hanno in qualche modo condizionato in positivo, caratterizzato l azione, quindi non è un azienda come le altre. E quindi ha ribadito la ricerca di una soluzione che in qualche modo però rispetti alcuni ruoli di garanzia, come la figura di un Presidente chedebba avere un quorum dei due terzi, in modo che sia una persona svincolatadall appartenenza a una sola parte. Il Consiglio e l AD dovranno poi condividere alcune responsabilità su alcune scelte di fondo. Ha infine ricordato le polemiche sull introduzione all epoca del SIC: giornali, Tv, internet, pubblicità devono stare oggi in unico sistema generato dalla convergenza per evitare che la rete oggi si mangi i contenuti. Quanto alla proprietà intellettuale e alla tassazione (richiamandosi alla Relazione Introduttiva del Presidente) ha poi aggiunto che sono temi da affrontare in sede europea. Maurizio Gasparri Vice Presidente del Senato della Repubblica 20

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