Verità nella finzione
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- Lelia Valeri
- 8 anni fa
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1 L argomento della lezione Verità nella finzione La teoria di G. Currie In questa lezione, esamineremo la soluzione al problema di Dickens proposta da G. Currie in The nature of Fiction. Sandro Zucchi S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2014 Currie su verità nella finzione 1 S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2014 Currie su verità nella finzione 2 La teoria di Currie Currie propone questa formulazione delle condizioni di verità degli enunciati della forma Nell opera di finzione f, p : Nell opera di finzione f, p è vero se e solo se è ragionevole per il lettore informato dedurre che l autore di finzione di f crede che p. Per comprendere la formulazione, è necessario sapere cosa intende Currie per lettore informato e autore di finzione. Currie sul lettore informato I lettori delle opere di finzione leggono con vari gradi di intuito e di comprensione. Un lettore di Sherlock Holmes potrebbe sapere poco o nulla dell Inghilterra vittoriana, e penso che saremo d accordo che un simile lettore avrà al più una comprensione frammentaria della storia. (Immaginate la nostra condizione se dovessimo interpretare un romanzo marziano senza sapere alcunché della società marziana.) Abbiamo bisogno, quindi, del concetto di lettore informato, un lettore che conosce i fatti rilevanti che riguardano la comunità in cui l opera è stata scritta... Quali sono i fatti rilevanti che il lettore informato conosce? Ricordate che il compito del lettore è di stabilire ciò che crede l autore di finzione. Quello che è rilevante per determinare questo è una conoscenza di ciò che le persone in quella comunità tendevano a credere.... Secondo la mia teoria, il lettore informato... deve sapere quali credenze erano in qualche misura prevalenti, e in qualche misura riconosciute essere prevalenti. (Currie 1990) S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2014 Currie su verità nella finzione 3 S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2014 Currie su verità nella finzione 4
2 Il lettore informato in breve L autore di finzione Sulla base di questi passi di Currie adotteremo la caratterizzazione seguente di lettore informato: il lettore informato è un lettore che conosce ciò che tendono a credere le persone nella comunità in cui l opera è stata prodotta, un lettore che sa quali credenze sono in qualche misura prevalenti e sono in qualche misura riconosciute come prevalenti in quella comunità. Cosa intende Currie per autore di finzione? Ecco come lo caratterizza: L autore di finzione... è quel personaggio di finzione costruito all interno del nostro far finta che assumiamo ci stia raccontando la storia come un fatto conosciuto. Come lettori, il nostro far finta è che stiamo leggendo una narrazione scritta da un agente affidabile, storicamente situato (l autore di finzione) che vuole impartire certe informazioni. S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2014 Currie su verità nella finzione 5 S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2014 Currie su verità nella finzione 6 Come scoprire le credenze dell autore di finzione Come possiamo scoprire, secondo Currie, ciò che l autore di finzione crede? Lo strumento primario per costruire [le credenze dell autore di finzione] è il testo dell opera.... Il testo stesso sarà una delle cose che ci danno degli indizi su che tipo di persona è.... Ma il testo da solo non è sufficiente. Il lettore informato assume che l autore di finzione appartenga a una certa comunità. Quale comunità? Solitamente, quella in cui l opera è stata scritta. (Ma un autore moderno che scrive una storia sul medioevo può riuscire a collocare l autore di finzione nella società medievale, e questa sarà allora la società rilevante). La strategia migliore da seguire per il lettore informato nel tentare di inferire le credenze dell autore di finzione è di assumere che le sue credenze sono quelle prevalenti nella comunità a cui appartiene, a meno che il testo non indichi il contrario. Verità nella finzione Per determinare ciò che è vero in un opera di finzione dobbiamo dunque procedere così secondo Currie: (a) dobbiamo far finta che la narrazione sia proferita da un agente affidabile (l autore di finzione), situato storicamente in una certa comunità (la comunità di origine dell opera solitamente), che vuole impartire certe informazioni; (b) dobbiamo cercare di dedurre quali sono le sue credenze, in base a ciò che dice e alle credenze collettive di quella comunità; (c) ciò che è ragionevole dedurre che l autore di finzione crede è ciò che è vero nell opera. Vediamo ora come questa procedura si applica considerando alcuni esempi. S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2014 Currie su verità nella finzione 7 S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2014 Currie su verità nella finzione 8
3 L altezza di Sherlock Holmes Si consideri di nuovo l enunciato (1): (1) Nelle Avventure di Sherlock Holmes, Holmes è alto uno e ottantacinque. Intuitivamente, (1) non è vero: l altezza di Sherlock Holmes non è specificata implicitamente o esplicitamente nel romanzo. Cosa predice la teoria di Currie riguardo al valore di verità di (1)? La predizione di Currie Secondo la teoria di Currie, (1) è vero se e solo se è ragionevole per il lettore informato dedurre che l autore di finzione delle storie di Sherlock Holmes crede che Holmes sia alto uno e ottantacinque: (1) Nelle Avventure di Sherlock Holmes, Holmes è alto uno e ottantacinque. Supponiamo di far finta che Le avventure di Sherlock Holmes sia proferito da un agente affidabile, situato storicamente in Inghilterra nell età tardo-vittoriana, allo scopo di impartire delle informazioni. (Nel caso delle Avventure di Sherlock Holmes la comunità di origine dell opera coincide con quella di cui l opera narra). È ragionevole ritenere che questo agente creda che Holmes sia alto uno e ottantacinque? No, dal momento che né lo dice esplicitamente, né le credenze prevalenti tra i tardo-vittoriani rendono plausibile che lo creda. Dunque, la teoria di Currie predice che (1) non è vero. S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2014 Currie su verità nella finzione 9 S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2014 Currie su verità nella finzione 10 Un altra predizione di Currie Il problema della stazione Per il lettore informato non è neppure ragionevole dedurre che l autore di finzione delle storie di Sherlock Holmes crede che Holmes non sia alto uno e ottantacinque. Infatti, il testo che egli proferisce non nega questa possibilità, né le credenze prevalenti tra i tardo-vittoriani ci autorizzano ad assumere che egli escluda che Holmes sia alto uno e ottantacinque. Dunque, secondo la teoria di Currie, non è neppure vero nelle Avventure di Sherlock Holmes che Holmes non è alto uno e ottantacinque. Per vedere come la teoria di Currie cattura le verità implicite nel testo, considerate di nuovo l enunciato (2): (2) Nelle storie di Sherlock Holmes, Holmes vive più vicino a Paddington Station che a Waterloo Station. Questo enunciato è vero anche se il testo delle storie non fa menzione della posizione delle stazioni rispetto all abitazione di Holmes in Baker Street. Come cattura la verità di (2) la teoria di Currie? S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2014 Currie su verità nella finzione 11 S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2014 Currie su verità nella finzione 12
4 La soluzione di Currie Secondo la teoria di Currie, (2) è vero se e solo se è ragionevole per il lettore informato dedurre che l autore di finzione delle storie di Sherlock Holmes crede che Holmes viva più vicino a Paddington Station che a Waterloo Station: (2) Nelle storie di Sherlock Holmes, Holmes vive più vicino a Paddington Station che a Waterloo Station. È ragionevole ritenere che l autore di finzione creda questo? Chiaramente egli crede che Holmes viva in Baker Street, dal momento che lo afferma esplicitamente. Inoltre, benché egli non lo affermi esplicitamente, le credenze prevalenti tra i tardo-vittoriani rendono ragionevole ritenere che egli creda che Baker Street sia più vicina a Paddington Station che a Waterloo Station. Dunque, l autore di finzione crede che Holmes viva più vicino a Paddington Station che a Waterloo Station. Ne segue che (2) è vera secondo la teoria di Currie. Il problema dei capelli di Cesare Consideriamo di nuovo il caso in cui n sia il numero di capelli che Giulio Cesare aveva in testa nel momento in cui venne assassinato. Currie afferma che una teoria soddisfacente non deve permetterci di concludere che (3) è vero, in quanto il numero di capelli che Cesare aveva in testa è del tutto estraneo alla storia: (3) Nelle Avventure di Sherlock Holmes, Giulio Cesare aveva n capelli in testa nel momento in cui venne assassinato. Cosa predice la teoria di Currie riguardo al valore di verità di (3)? S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2014 Currie su verità nella finzione 13 S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2014 Currie su verità nella finzione 14 La soluzione di Currie Problemi irrisolti per la teoria di Lewis È ragionevole ritenere che l autore di finzione delle Avventure di Sherlock Holmes creda che Cesare avesse n capelli in testa nel momento in cui venne assassinato? No, dal momento che né lo dice esplicitamente il testo, né le credenze prevalenti tra i tardo-vittoriani rendono plausibile che lo creda. Dunque, (3) non è vero secondo la teoria di Currie: (3) Nelle Avventure di Sherlock Holmes, Giulio Cesare aveva n capelli in testa nel momento in cui venne assassinato. Gli esempi precedenti ci mostrano come la teoria di Currie si comporta in alcuni dei casi in cui la teoria di Lewis fa predizioni corrette. Ma abbiamo visto che la teoria di Lewis fa anche predizioni errate in una serie di casi. Come si comporta la teoria di Currie in questi casi? S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2014 Currie su verità nella finzione 15 S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2014 Currie su verità nella finzione 16
5 Il caso del suonatore ambulante L enunciato (4) pare vero: (4) Nell Opera da tre soldi, il suonatore ambulante è infido. Infatti, benché il testo dell Opera da tre soldi non dica esplicitamente che il suonatore ambulante è infido, ci sono buone ragioni per credere che lo sia, dal momento che nell Opera da tre soldi ogni personaggio che viene messo alla prova si rivela infido. Cosa predice la teoria di Currie riguardo a (4)? La predizione di Currie Ecco come risponde Currie: Abbiamo una storia in cui è chiaro che tutti quelli messi alla prova hanno finito per essere infidi. Dunque, secondo la mia teoria è una storia il cui autore di finzione crede che tutti quelli messi alla prova hanno finito per essere infidi. Quando qualcuno crede che tutti quelli messi alla prova hanno finito per essere infidi, sappiamo che c è, come la mette Lewis, una ragione moderatamente buona per supporre che egli creda che probabilmente quelli che non sono stati ancora messi alla prova siano anche loro infidi, a meno che non dia qualche indicazione esplicita che non crede questo. In questo caso, l autore di finzione non dà alcuna indicazione esplicita di questo genere. Possiamo dedurre, dunque, che egli crede che il cantore è infido. Dunque, questo è vero nella storia. Se il ragionamento di Currie è corretto, la sua teoria predice che (4) è vero: (4) Nell Opera da tre soldi, il suonatore ambulante è infido. S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2014 Currie su verità nella finzione 17 S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2014 Currie su verità nella finzione 18 Il caso del drago Scrulch L enunciato (5) è vero secondo le nostre intuizioni: (5) Nella fiaba, Scrulch è capace di vomitare fiamme. Infatti, benché nella fiaba non si dica esplicitamente di Scrulch che è un drago e vomita fiamme, Scrulch ha tutti gli attributi tipici dei draghi delle fiabe, e dunque sembra ragionevole concludere che, come tutti i draghi, è capace di vomitare fiamme. Cosa predice la teoria di Currie riguardo la valore di verità di (5)? La predizione di Currie Ecco come risponde Currie: Se qualcuno mi descrivesse, del tutto seriamente, il suo incontro con una creatura simile a un drago e se, come la mette Lewis, la sua storia fosse un esempio perfettamente tipico del suo genere stilistico,... sarei incline ad attribuirgli la credenza che la sua creatura vomitava fiamme. Dunque penso che sia del tutto ragionevole, nel caso che descrive Lewis, dedurre che l autore di finzione crede che la creatura vomita fiamme, e dunque questo è vero nella storia. Se il ragionamento di Currie è corretto, la sua teoria predice che (5) è vero: (5) Nella fiaba, Scrulch è capace di vomitare fiamme. S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2014 Currie su verità nella finzione 19 S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2014 Currie su verità nella finzione 20
6 Opere di finzione impossibili Cosa predice la teoria di Currie riguardo alle opere di finzione impossibili? Distinguiamo, come fa Lewis, tra due casi: il caso in cui la contraddizione è manifesta, occupa cioè un ruolo centrale nella storia, e il caso invece in cui la contraddizione è trascurabile. Impossibilità trascurabile Ecco come la teoria di Currie tratta il caso delle opere di finzione in cui l impossibilità è trascurabile: Supponete che la contraddittorietà sia trascurabile: la posizione della ferita di Watson durante la campagna afgana. Supponete che ci sia un certo numero di casi nel testo in cui si fa riferimento alla ferita; in un caso si dice che è alla spalla, negli altri che è alla gamba. Il lettore assumerà ragionevolmente che l autore di finzione crede che sia alla gamba (una svista è più probabile di molte sviste). Questo sarà ciò che è vero nel romanzo. Se i riferimenti alla spalla e alla gamba sono circa uguali in numero e importanza e non c è nulla nel testo che indichi a quale ipotesi l autore di finzione credeva effettivamente, non si può trarre alcuna conclusione, e non sarà vero nella storia né che la ferita è alla gamba né che è alla spalla. Sarà vero nella storia, tuttavia, che è in un posto o nell altro, dal momento che è ragionevole concludere che egli creda che sia in un posto o nell altro. Questi, mi pare, sono risultati intuitivamente desiderabili. S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2014 Currie su verità nella finzione 21 S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2014 Currie su verità nella finzione 22 Impossibilità manifesta Ed ecco come la teoria di Currie tratta il caso delle opere di finzione in cui l impossibilità è manifesta: Ora, una storia può contenere una contraddizione esplicita di questo tipo irrimediabile. Una storia di un viaggio nel tempo può richiedere che un certo evento sia accaduto in un certo momento e che non sia accaduto in quel momento, e altri eventi nella storia possono dipendere in modo cruciale dal fatto che ambedue queste cose sono vere... Leggendo la storia, dedurremo che l autore di finzione crede che l evento abbia avuto luogo e che egli crede che non abbia avuto luogo. Concluderemo che egli crede cose contraddittorie. E può accadere che attribuiamo a qualcuno una credenza in una proposizione e una credenze nella sua negazione, benché questo sia inusuale.... Ma... non ne segue assolutamente che ogni cosa sia vera nella storia, dal momento che le persone non credono tutte le conseguenze di quello che credono. Il caso del narratore inaffidabile Nelle Avventure di Huckleberry Finn, benché non venga affermato esplicitamente, è chiaro che Huck sbaglia a riportare il monologo di Amleto. Dunque, l enunciato (6) è falso: (6) Nelle Avventure di Huckleberry Finn, il famoso monologo di Amleto dice: essere o non essere, questo è il semplice pugnale... Cosa predice la teoria di Currie riguardo al valore di verità di (6)? S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2014 Currie su verità nella finzione 23 S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2014 Currie su verità nella finzione 24
7 Un problema potenziale Le Avventure di Huckleberry Finn sono narrate da Huck in prima persona. Dunque, se l autore di finzione coincide con il narratore esplicito dell opera di finzione, dovremmo concludere che è ragionevole dedurre per il lettore informato che l autore di finzione crede che il famoso monologo di Amleto dica: essere o non essere, questo è il semplice pugnale.... Questo avrebbe la conseguenza indesiderabile di rendere (6) vero secondo la teoria di Currie: (6) Nelle Avventure di Huckleberry Finn, il monologo di Amleto dice: essere o non essere, questo è il semplice pugnale... Autore di finzione e narratore esplicito In realtà, Currie afferma che l autore di finzione non va necessariamente identificato con il narratore esplicito (anche se in alcuni casi può coincidere con il narratore esplicito): Dobbiamo identificare l autore di finzione con il narratore esplicito, se ce n è uno, e assumere l esistenza di un narratore non invadente se non c è?... Alcuni narratori espliciti danno ogni segno di essere affidabili, ma questo non è qualcosa su cui possiamo contare. Ciò che il narratore esplicito crede e ciò che è vero nella storia possono sempre divergere. Il lettore deve decidere, via via che la sua lettura progredisce, se prestare fede al narratore esplicito. Quando decidiamo che non possiamo fidarci del narratore esplicito, ci spostiamo al livello del narratore non invadente che, mettendo le parole in bocca al narratore esplicito in un certo modo, segnala il suo scetticismo riguardo a ciò che il narratore esplicito dice. S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2014 Currie su verità nella finzione 25 S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2014 Currie su verità nella finzione 26 Una digressione Autore di finzione e autore modello Secondo Currie, l autore di finzione non coincide con l autore reale (in quanto l autore di finzione è un personaggio di finzione) e non coincide necessariamente con il narratore esplicito. L autore di finzione di Currie sembra avere qualche parentela con l autore modello di cui parla Eco nelle Norton Lectures (così come il lettore informato sembra essere imparentato con il lettore modello di Eco). S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2014 Currie su verità nella finzione 27 S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2014 Currie su verità nella finzione 28
8 Eco sull autore modello Eco introduce la nozione di autore modello nella sua discussione di Sylvie di Gérard de Nerval: Noi in Sylvie abbiamo a che fare con tre entità. La prima [l autore empirico] è un signore, nato nel 1808 e morto (suicida) nel 1855, che tra l altro non si chiamava neppure Gérard de Nerval ma Gérard Labrunie... La seconda entità [il narratore] è colui che dice io nel racconto. Questo personaggio non è Gérard Labrunie. Quello che sappiamo di lui è quanto ci dice la storia, e alla fine della storia non si uccide.... Infine c è una terza entità, che di solito è difficile individuare, ed è quello che io chiamo, per simmetria con il lettore modello, l Autore Modello.... l autore modello di Sylvie è quella voce anonima che inizia il racconto dicendo Je sortais d un théâtre e termina facendo dire a Sylvie Pauvre Adrienne! Elle est morte au couvent de Saint-S... vers La presenza dell autore modello Ecco come Eco argomenta che l autore modello è distinto dal narratore: Nel terzo capitolo [di Sylvie] il narratore è colto dal desiderio di raggiungere il luogo delle sue memorie d infanzia... esce, prende una carrozza e, lungo il viaggio... inizia una nuova rievocazione, questa volta di un periodo più vicino, che risale a circa tre anni prima. Ma il lettore viene introdotto a questo nuovo flusso di ricordi da una frase che -se la leggiamo con attenzione- appare stupefacente... E mentre la carrozza sale lungo i pendii, ricomponiamo i ricordi del tempo in cui ci venivo tanto spesso. Chi è che pronunzia (o scrive) questa frase, chi ci comunica questo avvertimento? Il narratore? Ma il narratore, che sta parlando di un viaggio svoltosi anni prima, quando era salito su quella carrozza, dovrebbe dire qualcosa come Mentre la carrozza saliva lungo le balze, io ricomposi -o iniziai a ricomporre, o mi dissi Suvvia, ricomponiamo -i ricordi del tempo in cui ci venivo tanto spesso.... Questa non è la voce del narratore, è la voce di Nerval, autore modello che per un istante parla in prima persona nella storia... S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2014 Currie su verità nella finzione 29 S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2014 Currie su verità nella finzione 30 Fine della digressione Currie e il caso del narratore inaffidabile Torniamo ora alla teoria di Currie e al caso del narratore inaffidabile. Abbiamo visto che per Currie l autore di finzione può essere distinto dal narratore esplicito: quando decidiamo che non possiamo fidarci del narratore esplicito, assumiamo che l autore di finzione sia qualcuno che racconta ciò che dice il narratore esplicito. Presumibilmente, nel caso delle Avventure di Huckleberry Finn il racconto del narratore esplicito (Huck) ci fa dubitare della sua affidabilità riguardo al monologo dell Amleto (dal racconto emerge che Huck è andato a scuola solo per pochi mesi). Per questa ragione, assumiamo che l autore di finzione non sia Huck, ma qualcuno che ci sta raccontando ciò che Huck dice. Dunque, secondo la teoria di Currie, il fatto che Huck affermi che il monologo di Amleto dice essere o non essere, questo è il semplice pugnale... non è sufficiente per concludere che (6) sia vero, in quanto le credenze dell autore di finzione non coincidono necessariamente con quelle di Huck: (6) Nelle Avventure di Huckleberry Finn, il monologo di Amleto dice: essere o non essere, questo è il semplice pugnale... S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2014 Currie su verità nella finzione 31 S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2014 Currie su verità nella finzione 32
9 Le credenze dell autore di finzione di Huck Finn Riguardo al monologo di Amleto, quali sono le credenze dell autore di finzione che, nelle Avventure di Huckleberry Finn, narra ciò che Huck dice? L inizio del monologo di Amleto, Essere o non essere, questo è il problema..., è notissimo, e presumibilmente lo era anche nella società americana della fine dell ottocento, quando Mark Twain scriveva Le avventure di Huckleberry Finn (e in cui le Le avventure sono ambientate). Dunque, per il lettore informato è ragionevole dedurre che l autore di finzione, che appartiene a questa società, crede che l inizio del monologo di Amleto sia essere o non essere, questo è il problema... e non essere o non essere, questo è il semplice pugnale.... Dunque, (6) è falso secondo la teoria di Currie: Problemi per la teoria di Currie Concludiamo sollevando alcuni problemi per la teoria di Currie. (6) Nelle Avventure di Huckleberry Finn, il monologo di Amleto dice: essere o non essere, questo è il semplice pugnale... S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2014 Currie su verità nella finzione 33 S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2014 Currie su verità nella finzione 34 Circolarità Cosa c è di sbagliato nel ragionamento seguente? Secondo la teoria di Currie, per stabilire cosa è vero in un opera di finzione dobbiamo stabilire cosa crede l autore di finzione. Per stabilire cosa crede l autore di finzione, dobbiamo stabilire se il narratore esplicito è affidabile o no. Per stabilire se il narratore esplicito è affidabile o no, dobbiamo sapere cosa è vero nell opera di finzione. Dunque, secondo la teoria di Currie, per stabilire cosa è vero in un opera di finzione, dobbiamo sapere cosa è vero nell opera di finzione Dunque, la teoria di Currie è circolare. Il caso dell autore ateo Si rammenti il caso di K., un autore notoriamente ateo che scrive un romanzo in una società in cui quasi tutti credono in dio. Nel romanzo di K. non si parla dell esistenza di dio, ma i membri della comunità sono consapevoli che K. non crede che dio esista. Intuitivamente, (7) è falso, in quanto non è intenzione di K. dare per scontata l esistenza di dio nel romanzo, né i suoi lettori ritengono che egli li inviti a far finta che dio esista: (7) Nel romanzo di K., dio esiste. Cosa predice la teoria di Currie riguardo al valore di verità di (7)? S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2014 Currie su verità nella finzione 35 S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2014 Currie su verità nella finzione 36
10 La predizione di Currie Supponiamo di far finta che il romanzo di K. sia proferito da un agente affidabile, situato storicamente nella comunità in cui K. vive, allo scopo di impartire delle informazioni. È ragionevole dedurre che questo agente crede che dio esista? Parrebbe che la risposta sia sì: egli non afferma esplicitamente l esistenza di dio, ma la credenza largamente prevalente nella sua comunità è che dio esista. Dunque, è ragionevole dedurre che egli crede che dio esista. Ma, in questo caso, la teoria di Currie predice erroneamente che (7) è vero: (7) Nel romanzo di K., dio esiste. Opere di finzione senza narratore Consideriamo infine il racconto della lucertola che abbiamo discusso in relazione alla teoria di Lewis: (8) Una lucertola si crogiolava al sole. Una brezza agitò i petali di un fiore vicino. Un uccellino volò via. Peccato che non ci fosse nessuno intorno a documentare l evento. Secondo la teoria di Currie, ciò che è vero nel racconto è ciò che è plausibile inferire che il narratore di finzione crede (per il lettore informato). Ma, in questo racconto, viene detto esplicitamente che non c è narratore! Dunque, secondo la teoria di Currie, nel racconto della lucertola non è vero nulla? S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2014 Currie su verità nella finzione 37 S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2014 Currie su verità nella finzione 38 La risposta di Currie Riassumendo La risposta di Currie è che nel racconto della lucertola il narratore di finzione c è: (8) Una lucertola si crogiolava al sole. Una brezza agitò i petali di un fiore vicino. Un uccellino volò via. Peccato che non ci fosse nessuno intorno a documentare l evento. È parte della storia che ci sia qualcuno che aveva in mente un uccellino particolare, e conseguentemente è parte del far finta del lettore che ci sia una persona del genere quando egli si impegna ad immaginare la storia. Ed è anche parte della storia, e dunque del far finta del lettore, che non ci sia nessuno a raccontarla. Storie di questo genere richiedono un certo sforzo di immaginazione. Ma, come per altre storie, possiamo basarci sulle credenze del narratore di finzione per determinare cosa è vero in esse. Abbiamo presentato l analisi di Currie delle condizioni di verità degli enunciati della forma Nell opera di finzione f, p. Abbiamo visto come l analisi di Currie evita alcune difficoltà dell analisi di Lewis. Non è chiaro tuttavia che Currie risolva il caso del narratore inaffidabile e il caso dell autore ateo. S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2014 Currie su verità nella finzione 39 S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2014 Currie su verità nella finzione 40
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