Ministero della Giustizia
|
|
- Marino Volpe
- 8 anni fa
- Visualizzazioni
Transcript
1 Ministero della Giustizia DIPARTIMENTO DELL AMMINISTRAZIONE PENITENZIARIA ISTITUTUTO SUPERIORE DI STUDI PENITENZIARI RI-CONOSCERE E VALORIZZARE LE ESPERIENZE NEL DAP MODELLO DI CANDIDATURA Istituto Superiore di Studi Penitenziari, via Giuseppe Barellai n ROMA issp.dap@giustizia.it iaz-iati-az-bf- ISSP/II FAX 1. CANDIDATURA Indicare rispetto all unità organizzativa centrale, regionale, locale del DAP UNITA ORGANIZZATIVA UFFICIO/ AREA DIRIGENTE UFFICIO/AREA REFERENTE PROGETTO UEPE GENOVA SAVONA IMPERIA AREA SERVIZIO SOCIALE DOTTORESSA BIANCA BERIO DOTTORESSA BIANCA BERIO Indicare rispetto al referente operativo dell iniziativa/progetto COGNOME E NOME SPANO SANTINA QUALIFICA AS RESPONSABILE AREA SERVIZIO SOCIALE TELEFONO FAX INDIRIZZO SANTINA.SPANO@GIUSTIZIA.IT 2 DENOMINAZIONE DELL INIZIATIVA/TITOLO DEL PROGETTO SPORTELLO INFORMATIVO (SpIn): la presa a cuore per un modello integrato d' inclusione sociale L esperienza è 1
2 conclusa x non conclusa, ma ha prodotto risultati concreti e verificabili Indicare i tempi di attuazione Aprile 2005 / / Data di inizio / / Data di conclusione 3 AREA DI SELEZIONE DEL CONCORSO A CUI SI INTENDE PARTECIPARE: (barrare una sola casella; è possibile partecipare a più aree del concorso presentando schede di candidatura diverse) AREA GESTIONALE/ ORGANIZZATIVA: migliori esperienze organizzative, gestionali e/o formative che abbiano apportato nelle strutture di riferimento un cambiamento significativo e proficuo in termini qualitativi e strategici. xarea TRATTAMENTALE E DELL INCLUSIONE SOCIALE: migliori progettualità che abbiano innescato processi trattamentali e/o di inclusione sociale particolarmente significativi e innovativi sotto il profilo della metodologia, degli strumenti utilizzati e delle collaborazioni con la comunità locale. 4. SPIEGARE IL MOTIVO PER CUI SI È SCELTO DI CONCORRERE max 15 righe Il modello presa a cuore è stato una diretta conseguenza dell afflusso di persone allo Sp.In (sportello informativo del penale gestito in collaborazione dall Uepe - associazioni di volontariatocooperazione sociale del territorio genovese) e si è ritenuto importante divulgare l esperienza come una buona prassi trasferibile in altri contesti, in parte perché tale modello è stato sperimentato ed abbiamo visto che per alcuni soggetti funziona. Allo Sp.In di Imperia tale prassi è stata trasferita e la stanno sperimentando. Riteniamo inoltre che la circolazione di esperienze che sono state implementate con successo possono talvolta stimolare le reti sociali a ripensare alle modalità d aiuto o integrare azioni diversamente lontane dal proprio modello. Attraverso la sperimentazione di buone prassi si possano favorire dinamiche e interazioni che rinforzino e consolidino la condivisione di obbiettivi tra cui il reinserimento sociale dei detenuti e favoriscano la modificazione o il ri-pensamento di determinate aree di criticità o fragilità maggiormente esposte ai rischi di esclusione sociale. 5. BREVE DESCRIZIONE DEL CONTESTO DI PARTENZA. max 15 righe 2
3 Il modello Presa a cuore nasce nel contesto dello Sp.In sportello informativo nato all interno dell UEPE nel 2000 insieme ad un cartello di associazioni del territorio genovese e con il sostegno del Comune e della Regione. Lo Sp.In si riconosce nello spirito della cd Legge Simeone e ha e consolidato e sviluppato una strategia di raccordo tra popolazione carceraria e società civile. Fornire informazioni alla popolazione carceraria e alle loro famiglie, l essere punto di riferimento per percorsi di orientamento e avvicinamento al lavoro, ma anche l operare per consolidare idee e intenzioni di tanti soggetti territoriali al fine di promuovere l inclusione sociale. Lo Sp.In alla sua nascita, si è connotato come uno Sp.In giuridico, competente sulla materia delle misure alternative alla detenzione e sui percorsi per l ottenimento di tali benefici. Dall attivazione del servizio ci siamo trovati ad avere a che fare con una popolazione con richieste molto diverse da quelle attese: non l aiuto pratico, fortemente giuridico a carattere freddo, ma un ascolto globale, lungo, attento, che proseguisse nel tempo e che fosse capace di mettere a fuoco i problemi ancora prima che risolverli. Le persone esprimevano difficoltà a gestire situazioni semplici né, tanto meno, situazioni più complesse della vita. Le prese a cuore iniziate in fase sperimentale nel 2002 si sono nel tempo adattate alla tipologia di soggetti e ai bisogni più urgenti. Interventi di mediazione sociale e di semplificazione di conflitti della vita quotidiana (problematiche di affitti, alloggi, relazioni difficili con datori di lavoro, piani di recupero crediti e procedure per rateizzare multe o insolvenze ) sono sempre più presenti e richiedono un referente che si ponga come interlocutore dedicato a semplificare, spiegare, attenuare, e reperire soluzioni nei passaggi più delicati della vita. Per fronteggiare situazioni multiproblematiche, occorre oltre all intervento specialistico mirato anche una miriade di micro-azioni quotidiane continue. 6. DESTINATARI DELL INIZIATIVA N dei destinatari dell iniziativa N complessivo universo di riferimento(personale/utenza) Breve descrizione delle caratteristiche del gruppo dei destinatari 25 soggetti 150 all anno Soggetti appena scarcerati,in misura alternativa, arresti domiciliari e le loro famiglie. 7. FINALITÀ DELL INIZIATIVA max 5 righe La finalità ideale del modello presa a cuore, su lungo termine, è di contrastare attivamente la microcriminalità e la recidiva dei reati, impostando un trattamento che rinforza azioni legali per aumentare il livello di controllo sociale del territorio. La finalità operativa è la crescita della persona dal punto di vista umano, culturale e sociale ed un progressivo allontanamento da schemi emotivi di pensiero ed azione, frutto di una cultura e subcultura deviante e il graduale riposizionamento nella comunità locale anche attraverso la rete Sp.in Le azioni messe in campo sui soggetti sono di tipo relazionale, informative e di rete rivolte all effettiva ricomposizione e ristrutturazione del soggetto in un percorso di autonomia sociale e lavorativa. L'attivazione di strumenti culturali affinchè questi soggetti non siano costantemente messi ai limiti della società ma ne siano parte attiva e produttiva. Iniziare i primi passi verso l inclusione e l appartenenza attraverso la vicinanza solidale offerta da un approdo sicuro. 8. OBIETTIVI SPECIFICI E STRUMENTI DI REALIZZAZIONE Per ciascun obiettivo specifico indicare le azioni previste e gli strumenti predisposti per realizzarlo: 3
4 (aggiungere alla tabella sottostante le righe necessarie) OBIETTIVO SPECIFICO AZIONI PREVISTE STRUMENTI Avvicinamento-inclusione e gestione delle risorse territoriali Trattamento e potenziamento delle risorse personali Rete Sp.In-Uepe Modello Prese a cuore Sp.In sportello informativo (A.Svolontari-operatori) Relazione educativa vol.-op. 9. PERSONALE COINVOLTO NELLA GESTIONE Risorse umane interne: indicare il numero degli operatori coinvolti nell iniziativa, con riferimento al numero complessivo del personale con la medesima qualifica e specificando l attività svolta. (aggiungere alla tabella sottostante le righe necessarie) N N TOT nell unità organizzativa QUALIFICA 5 5 Assistente sociale UEPE ATTIVITÀ SVOLTA Coordinamento -supervisionecondivisione e progettazione casi Risorse umane esterne: indicare gli operatori di altri organi dell amministrazione penitenziaria, di enti pubblici o privati operanti nella comunità locale o liberi professionisti che hanno collaborato alla realizzazione dell iniziativa. (aggiungere alla tabella sottostante le righe necessarie) N QUALIFICA ATTIVITÀ SVOLTA ENTE DI APPARTENENZA 1 criminologo Operatore di rete Consorzio Sociale AGORA 2 educatore Operatore di rete Coop Soc. Il Biscione 3 educatore Operatore di rete Centro di Solidarietà di Genova 10. PARTNER (compilare se presenti partner ) Indicare gli enti pubblici o privati che hanno condiviso e hanno assunto responsabilità di rilievo rispetto all iniziativa: dalla progettazione alla realizzazione. (aggiungere alla tabella sottostante le righe necessarie) Comune di Genova Regione Liguria ENTE Finanziatore bando sicurezza Regionale Finanziatore progetto Sp.In FINALITA GENERALE ENTE COLLABORAZIONE GIA ATTIVA Regione Liguria Finanziatore Sp.In si si Comune di Genova Finanziatore Progetto Presa a no si cuore Consorzio Sociale AGORA partner di rete si si Centro di Solidarietà Ge partner di rete si si Coop Sociale Il Biscione partner di rete 4 si si ATTIVATA AD HOC
5 ENTE FINALITA GENERALE ENTE COLLABORAZIONE GIA ATTIVA Amici di Zaccheo Partner di rete si si Arci partner di rete si si Comunità S. Benedetto partner di rete si si Croce Rossa italiana partner di rete si si SEAC partner di rete si si Unione Evangelica Solidarietà Partner di rete si si V.C. Misericordia partner di rete si si ATTIVATA AD HOC Indicare per ciascun partner : (aggiungere alla tabella sottostante le righe necessarie) ENTE RUOLO ATTIVITA SVOLTE UEPE A.S.incarica ti del caso Segnalazionecoordinamento Regione Liguria finanziatore Finanziamento e monitoraggio risultati attività Comune di finanziatore Finanziamento e Genova monitoraggio risultati attività Consorzio partner di Sociale AGORA rete Coop Soc. Il partner di Biscione Centro di Solidarietà rete partner di rete N RISORSE IMPIEGATE UMANE AA.SS UEPE 1 criminologo 1 educatore 1 educatore ECONOMICH E , ,00 STRUTTURAL I 11. INTEGRAZIONE Le collaborazioni hanno inciso sulla attivazione e/o sulla stabilizzazione della RETE all interno della comunità locale? Come? (max 15 righe) Il modello di aiuto della presa cuore ha ampiamente giovato della capillare rete dello Sp.In. che è con il tempo più selettiva e circostanziata. Lo Sp.In è sempre stato promotore ed attivatore di reti efficaci e di collaborazioni significative e ricche per poter affrontare i percorsi di inclusione sociale dei soggetti afferenti. La sinergia e l'utilità delle "reti" come condivisione, scambio ed apprendimento reciproco oltre alla funzione strategica di individuare soluzioni appropriate e personalizzate. La conoscenza e la collaborazione favorisce scambi, attiva procedure tra servizi anche se nella nostra esperienza la rete va tenuta attiva e curata costantemente per non perderne il senso. La stabilizzazione delle reti rende fluido e solidifica il patto tra molti soggetti e per via naturale danno l avvio alle progettazioni comuni dove si esplicita il pensiero della rete ed, il sodalizio Uepe-Sp.In., diviene fruibile da altri interlocutori privilegiati. 5
6 Indicare l eventuale stipulazione di convenzioni, protocolli d intesa, contratti, altro. (max 15 righe) Convenzioni con il cartello di associazioni di volontariato e cooperative del privato sociale che sostengono lo Sp.In attraverso i propri volontari e operatori. Protocollo con la Provincia di Genova Descrivere la rispondenza del progetto ai bisogni rilevati e la sua correlazione rispetto alle politiche locali, anche con eventuale riferimento ai piani di zona. (max 15 righe) Lo Sp.In e nello specifico il modello d aiuto della presa a cuore è in totale rispondenza con le politiche nazionali e locali; la Legge n.328/2000, legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali, che delinea la realizzazione di un Welfare plurale capace di promuovere le risorse della comunità nella costruzione di un sistema allargato di governo.. La legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali n. 328/2000, ha sottolineato il passaggio da interventi per categoria ad interventi che pongano al centro la persona considerando il territorio e le comunità quali luoghi nei quali si esprimono una pluralità di bisogni e contemporaneamente una pluralità di risorse umane, progettuali, finanziarie. Inoltre, i principi della legge n. 354 del 26 luglio 1975 Norme sull ordinamento penitenziario e sulla esecuzione delle misure privative e limitative della libertà, sono quelli delle deistituzionalizzazione, della fiducia nella possibilità di recupero della persona che ha commesso il reato, dell attenzione all influsso dell ambiente sociale sulle azioni dell uomo. Si afferma quindi il concetto di centralità della persona e individualizzazione della pena. Finalizzata al ri-posizionamento nella società di soggetti del sistema penale, è stata la progettazione dello Sp.In, deputato ad assolvere il compito di connettore ed attivatore di risorse per muovere i primi passi in libertà nella direzione giusta. Regista del progetto Sp.In è l Uepe nella sua funzione di depositario della ri-socializzazione. 12. CAMBIAMENTO Indicare il cambiamento concreto e verificabile che l iniziativa ha generato : -nell organizzazione. (max 15 righe) Il cambiamento si è concretizzato nella capacità di lavorare nella direzione di un efficace integrazione tra servizio pubblico e privato, inteso come terzo settore ed associazioni di volontariato. La creazione di una rete che si muove all'interno dell'uepe ha favorito sinergie utilizzabili trasversalmente, ha reso il progetto educativo e di reinserimento sociale condiviso, fruibile e con tempi più accettabili. Inoltre la capacità di progettazione comune (UEPE-SPIN) ha realizzato nel tempo piccole eccellenze che hanno condotto a percorsi individualizzati che hanno favorito il raggiungimento degli obiettivi che di volta in volta si sono prefissati. - nelle attività trattamentali e/o negli interventi finalizzati all inclusione sociale. (max 15 righe) Il modello di presa a cuore ha comportato la possibilità di poter.implementare gli interventi,volti a favorire il raggiungimento della crescita personale del soggetto all'interno della misura alternativa,in collaborazione con gli AA.SS degli UEPEe, successivamente al fine pena, in una prosecuzione delle attività trattamentali e di attivazione dei servizi territoriali. 6
7 L iniziativa realizzata ha creato all interno dell ufficio nuovi canali di condivisione, partecipazione, collaborazione? Quali? (max 15 righe) Ha favorito collaborazioni dirette tra le associazioni ed enti dello spin tra di loro e con l uepe Ha creato canali informali di trasmissione di conoscenze delle risorse Ha permesso la condivisione di progetti di reinserimento partecipati Indicare i risultati concretamente perseguiti, descrivendone gli effetti nel breve e nel lungo periodo. (aggiungere alla tabella sottostante le righe necessarie) RISULTATO EFFETTO NEL BREVE PERIODO EFFETTO NEL LUNGO PERIODO Evitamento della recidiva Non rientro in carcere Ancora non valutabiile Miglioramento qualità di vita Utilizzo delle risorse del Ancora non valutabile territorio Inclusione sociale e lavorativa Avvio dell autonomizzazione e ricoloocazione lalarativa Ancora non valutabile 13. TRASFERIBILITÀ Spiegare come le prassi sperimentate possono essere ampliate e ripetute nel medesimo ambito, o possono dar luogo a nuove iniziative. (max 15 righe) Tale prassi in parte è stato già sperimentata dagli Sp.In locali liguri, in particolare dallo Sp.In di Sanremo-Imperia e Ventimiglia che attualmente sta seguendo casi con il modello della presa a cuore dell UEPE-Sp.In di Genova. Certamente tale modello è trasferibile e ripetibile richiede unicamente un lavoro assiduo sulla rete ed una tenuta in termini di aggiornamento e manutenzione. Inoltre ingrediente fondamentale è la collaborazione partecipata e la capacità degli attori interni ed esterni di rilevazione delle aree critiche su cui intervenire anche in termini di reperimento risorse. Indicare eventuali correlazioni del progetto con azioni completate o in atto nella medesima unità organizzativa. (max 15 righe) Un gruppo di AA.SS ha prodotto una ricerca sul territorio che ha portato ad una catalogazione delle risorse reperibili direttamente in sede. (Alfea) I modelli operativi utilizzati potrebbero essere esportati in altri contesti dell Amministrazione Penitenziaria? x Si No Se si, come? (max 15 righe) Sicuramente laddove c è un lavoro di rete misto tra pubblico e privato può strutturarsi un sistema come quello esposto. La fase iniziale è la più delicata e prevede un intensa attività di conoscenza reciproca e individuazione dei ruoli. L UEPE ha gestito in maniera coordinata e non invasiva i rapporti tra i soggetti partner instaurando relazioni di fiducia, di condivisione e di accoglienza. 7
8 I modelli operativi utilizzati potrebbero essere esportati in altre Pubbliche Amministrazioni? x Si No Se si, come? (max 15 righe) Il modello presa a cuore è mutuato dal volontariato ma sostenuto dalla professionalità degli operatori e dalle AA.SS. dell UEPE. Tale ricetta si adatta alle richieste dei soggetti che chiedono una relazione meno stereotipata e formale ma più vicina e calda. L impostazione dei volontari offre tale calore, ascolto non giudicante, ma altresì necessita di strumenti professionali quali la capacità di osservazione e lettura del disagio, capacità di saper gestire situazioni conflittuali o ambigue. Tale lavoro è multidisciplinare e richiede formazione continua, scambi, confronti ma soprattutto cura.la parola chiave è Personalizzazione a tutto campo dell intervento educativo. Tale modello può essere esportato purchè venga compresa l importanza della rete interna ed esterna e ne vengano accolte le istanze di partecipazione congiunta. 14. EFFICACIA DELL INIZIATIVA Indicare: (aggiungere alla tabella sottostante le righe necessarie) RISULTATI ATTESI RISULTATI OTTENUTI RISULTATI INATTESI Tenuta nel percorso Relazione di fiducia La relazione tiene a distanza di anni Ricollocazione sociale e Riposizionamento nella Ricollocazione lavorativa stabile avvicinamento al lavoro comunità locale-inserim. e duratura lavorativi Nessuna recidiva temporaneamente Nessuna recidiva Modificazione del sistema di regole (sistema legale) Di difficile valutazione Nel corso dell esperienza si sono verificati eventi imprevisti? x Si No Se si, quali? (max 15 righe) Il provvedimento d indulto ha reso possibile l applicazione del modello presa a cuore per pochi casi particolari, in quanto i tempi di uscita dal carcere di molte persone in stato di sofferenza e di difficoltà economica non ha favorito la personalizzazione massima dell intervento e non è stato tempestivo con le risorse attivate anche dal territorio molto tempo dopo. Sono stati individuati indicatori specifici per valutare il progetto? x Si No Se si, quali? (max 15 righe) 8
9 Il progetto nel tempo ha implementato uno spazio denominato LABORATORIO PAC (prese a cuore) momento di supervisione specifica insieme ad un A.S. dell UEPE dedicata, la cui funzione specifica era quella di monitorare l andamento dei casi seguiti, individuare criticità ed eventuali risoluzioni formali o informali, modificare-attenuare-cambiare l impostazione iniziale, verificare supporti o cambiamenti di obiettivo. Tale incontro, inoltre, forniva la possibilità di stemperare ansie, di sbloccare empasse di percorso, di comunicare i passaggi avvenuti e di rimanere ancorati ad un sistema di aiuto limpido, semplice e chiaro non invischiante. Soprattutto per i volontari la professionalità dell A.S. e degli operatori dello Sp.In è stato elemento rassicurante e formativo. In manieri implicita il monitoraggio caso per caso ha dato la possibilità di valutare l impatto del progetto focalizzando l attenzione su alcuni indicatori di percorso quali: tenuta della relazione con il volontario-operatorio tenuta del percorso d inclusione. È stata realizzata un azione di monitoraggio in itinere? x Si No Il monitoraggio ha reso necessario introdurre cambiamenti in itinere? x Si No Se si, quali? (max 15 righe) Il monitoraggio ed il confronto sui percorsi attivati hanno richiesto un modello flessibile e personalizzato. I casi di presa a cuore attualmente sono seguiti da alcuni volontari ed operatori professionali e lo strumento di supporto è il laboratorio PAC dove ci si confronta, e attraverso la narrazione delle storie di vita, degli eventi critici si tenta di ragionare su possibili percorsi di sollievo, di protezione, di soluzioni realistiche. Insieme, si analizzano i percorsi, cercando di determinare una prima rudimentale metodologia di intervento ed uno scambio di buone prassi e di soluzioni strategiche oltre ad un monitoraggio dell andamento. Tale spazio evidenzia i cambiamenti da apportare: ad esempio, alcuni casi non necessitavano di percorsi di accompagnamento globale alla complessità della vita della persona, ma richiedevano delle azioni di Mediazione Sociale attraverso un vol.-op. che in posizione neutra, potesse aiutare a dirimere conflitti, criticità, situazioni cronicizzate che impedivano di continuare un percorso. Azioni di riconciliazione, di spiegazione e ricomprensione degli eventi hanno permesso per alcuni casi di adottare delle modalità d intervento più mirate a rifocalizzare meglio lo scenario e gli obiettivi di vita. 16. SOSTENIBILITÀ Per sostenere la realizzazione delle attività sono state utilizzate, oltre a quelle già indicate al punto 9, risorse materiali ed economiche. Rispetto ad esse indicare: INFRASTRUTTURE LOGISTICHE ED INFORMATICHE UTILIZZATE DISPONIBILI NECESSARIE REPERITE ESTERNAMENTE Ufficio-Pc-telefono-fax Ufficio-Pc-stampante-tel.-fax Pc-telefono-fax-internet Pc. Portatile-Pc fissostampante 9
10 Indicare FONDI UTILIZZATI ,00 DISPONIBILI ,00 NECESSARI ,00 REPERITI ESTERNAMENTE ,00 presso Comune di Genova (bando regionale per la sicurezza e Regione Liguria) 1
11 AUTOVALUTAZIONE Per ciascun item dare un punteggio da 0 a 5 e motiva la tua scelta INNOVATIVITA Presenza di elementi nuovi ed originali. ITEM CAMBIAMENTO Produzione di cambiamento concreto, verificabile, stabile. TRASFERIBILITA Sperimentazione di prassi innovative riproducibili e trasferibili. EFFICACIA Sistematicità del processo e congruenza tra obiettivi e risultati. SOSTENIBILITA Congruenza tra risorse, costi e benefici. INTEGRAZIONE Strutturazione di collaborazioni con la comunità locale. 1 VALUTAZIONE 4 modalità di presenza del terzo settore e del volontariato interno uepe 3 nuove modalità di intervento prof di ass. soc di uepe 5 perché facilmente riproducibile in altri contesti.4 attività garantita da spin presente in uepe da molti anni 4 alti benefici a fronte di bassi costi.4 maggiori attivazioni con comunità locale anche a livello informale
12 1
Ministero della Giustizia
Ministero della Giustizia DIPARTIMENTO DELL AMMINISTRAZIONE PENITENZIARIA ISTITUTUTO SUPERIORE DI STUDI PENITENZIARI RI-CONOSCERE E VALORIZZARE LE ESPERIENZE NEL DAP MODELLO DI CANDIDATURA Istituto Superiore
DettagliMinistero della Giustizia
Ministero della Giustizia DIPARTIMENTO DELL AMMINISTRAZIONE PENITENZIARIA ISTITUTUTO SUPERIORE DI STUDI PENITENZIARI RI-CONOSCERE E VALORIZZARE LE ESPERIENZE NEL DAP MODELLO DI CANDIDATURA Istituto Superiore
DettagliRI-CONOSCERE E VALORIZZARE LE ESPERIENZE NEL DAP
DIPARTIMENTO DELL AMMINISTRAZIONE PENITENZIARIA ISTITUTUTO SUPERIORE DI STUDI PENITENZIARI RI-CONOSCERE E VALORIZZARE LE ESPERIENZE NEL DAP MODELLO DI CANDIDATURA Istituto Superiore di Studi Penitenziari,
DettagliMinistero della Giustizia
Ministero della Giustizia DIPARTIMENTO DELL AMMINISTRAZIONE PENITENZIARIA ISTITUTUTO SUPERIORE DI STUDI PENITENZIARI RI-CONOSCERE E VALORIZZARE LE ESPERIENZE NEL DAP MODELLO DI CANDIDATURA Istituto Superiore
DettagliRI-CONOSCERE E VALORIZZARE LE ESPERIENZE NEL DAP
DIPARTIMENTO DELL AMMINISTRAZIONE PENITENZIARIA ISTITUTUTO SUPERIORE DI STUDI PENITENZIARI RI-CONOSCERE E VALORIZZARE LE ESPERIENZE NEL DAP MODELLO DI CANDIDATURA Istituto Superiore di Studi Penitenziari,
DettagliPROGRAMMA PROVINCIALE SPERIMENTALE SULLA DISABILITA (L.R. 41/96 ARTT. 5 21) TRIENNIO 2011 2013 PIANO DI ATTUAZIONE
PROGRAMMA PROVINCIALE SPERIMENTALE SULLA DISABILITA (L.R. 41/96 ARTT. 5 21) TRIENNIO 2011 2013 PIANO DI ATTUAZIONE Definizione obiettivi: descrizione degli obiettivi di piano riferiti agli obiettivi generali
DettagliMinistero della Giustizia
Ministero della Giustizia DIPARTIMENTO DELL AMMINISTRAZIONE PENITENZIARIA ISTITUTUTO SUPERIORE DI STUDI PENITENZIARI RI-CONOSCERE E VALORIZZARE LE ESPERIENZE NEL DAP MODELLO DI CANDIDATURA Istituto Superiore
DettagliDOMANDA DI PARTECIPAZIONE
DOMANDA DI PARTECIPAZIONE Il presente Allegato è parte integrante del bando di concorso Giovani e Idee di Impresa 3 e non può essere modificato nella composizione delle sue parti. Ogni componente del gruppo
DettagliSERVIZIO DI FORMAZIONE ALL AUTONOMIA PROGETTO INTEGRAZIONE SOCIALI DISABILI. i.so.di. CARTA DEI SERVIZI
SERVIZIO DI FORMAZIONE ALL AUTONOMIA PROGETTO INTEGRAZIONE SOCIALI DISABILI i.so.di. CARTA DEI SERVIZI CARTA DEI SERVIZI Progetto integrazione sociale disabili i.so.di. SERVIZIO DI FORMAZIONE ALL AUTONOMIA
DettagliComune di Sondrio. Si assiste inoltre ad una maggior richiesta di accesso alla scuola secondaria di secondo grado da parte degli alunni disabili.
Comune di Sondrio LINEE GUIDA PER LA SPERIMENTAZIONE del coordinamento territoriale per l integrazione dei servizi a favore dell inclusione scolastica degli alunni con disabilità PREMESSA Il Comune di
DettagliSviluppo di comunità
Sviluppo di comunità Rendere la comunità locale un attore del cambiamento sociale S e per comunità si intende un gruppo sociale (comunità locale, scuola, organizzazione, associazione), nel quale relazioni,
DettagliUNA FAMIGLIA X UNA FAMIGLIA trasformare una buona prassi in una buona politica
UNA FAMIGLIA X UNA FAMIGLIA trasformare una buona prassi in una buona politica Roma, 17/01/2013 Fondazione PAIDEIA onlus www.fondazionepaideia.it; info@fondazionepaideia.it Verso una nuova forma di affido
DettagliREGOLAMENTO CONVOL REGIONALE. della Regione
REGOLAMENTO CONVOL REGIONALE della Regione Art. 1 Costituzione E costituita su delibera della ConVol nazionale la Rete regionale ConVol della Regione come articolazione regionale della ConVol nazionale,
DettagliA.I.N.I. Associazione Imprenditoriale della Nazionalità Italiana Udruga Poduzetnika Talijanske Narodnosti
L AINI ( ) è un Associazione di artigiani e di piccole e medie imprese appartenenti ai diversi settori merceologici i cui proprietari sono appartenenti alla Comunità Nazionale Italiana in Croazia (CNI),
DettagliNel 2005 viene istituito l Albo comunale per censire i volontari
L Amministrazione di Sostegno. Il Ruolo del Servizio Sociale. Parto dall esperienza del Servizio Sociale dei 4 Ambiti Distrettuali (S. Vito, Pordenone, Cividale e Tarcento), soffermandomi in particolare
DettagliProgetto IDENTITAS: Formazione agli operatori di Bilancio di Competenze
Progetto IDENTITAS: Formazione agli operatori di Bilancio di Competenze Provincia di Roma Anno 2005 Indice Il problema affrontato...3 Obiettivi attesi/risultati raggiunti...3 Soggetti coinvolti...3 Il
DettagliArea Disabilita. Assistenza scolastica per l autonomia e la comunicazione dei disabili LIVEAS
Area Disabilita Num. Scheda 1 TITOLO AZIONE o o Assistenza scolastica per l autonomia e la comunicazione dei disabili LIVEAS OBIETTIVI Come recita l articolo 12 della legge 104/92, scopo generale dell
Dettaglilavorativo di persone con provvedimenti penali detentivi e/o in esecuzione penale esterna.
Allegato alla Delib.G.R. n.32/ 45 del 15.9.2010 L.R. n. 1 del 24.2.2006, art 9, comma 11. L.R. n. 2 del 29.5.2007, art 33, comma 11. Finanziamento di un programma di attività finalizzate al recupero e
DettagliPROGETTO AMMINISTRATORE DI SOSTEGNO ANNO 2016
PROGETTO AMMINISTRATORE DI SOSTEGNO ANNO 2016 PREMESSA A partire dal 2012 la Valsugana e Tesino e l San Lorenzo e Santa Maria della Misericordia di Borgo Valsugana, in stretta sinergia con l Comitato per
DettagliAmbito Distrettuale 6.1
Ambito Distrettuale 6.1 Piano di Zona 2013-2015 AREE DI INTERVENTO: OBIETTIVI STRATEGICI, PRIORITA DEL PDZ, AZIONI, TEMPI E RISORSE 4.2 AREA DISABILITA PREMESSA. Negli ultimi anni l azione progettuale
DettagliCHI SIAMO. Viale Assunta 37 20063 Cernusco s/n Milano 02-92107970 info@cimscarl.it
CHI SIAMO C.I.M. non è un comune consorzio ma una società consortile creata dopo approfonditi studi ed esperienze maturate da un gruppo di specialisti in grado di operare in molte aree geografiche del
DettagliIl volontariato: ruolo e impegni per la Conferenza dei Servizi
Il volontariato: ruolo e impegni per la Conferenza dei Servizi Rel. sig. Giancarlo Cavallin Volontarinsieme Coordinamento delle Associazioni di volontariato della provincia di Treviso. Gruppo Salute, ospedale
DettagliPresidiare una consultazione online
Progetto PerformancePA Ambito A - Linea 1 - Una rete per la riforma della PA Presidiare una consultazione online Autore: Maria Antonietta Sanna Artizzu, Laura Manconi Creatore: Formez PA, Progetto Performance
DettagliLe nuove geografie del lavoro di comunità. Università degli Studi di Bergamo Dipartimento scienze umane e sociali 21 ottobre 2013
Le nuove geografie del lavoro di comunità Università degli Studi di Bergamo Dipartimento scienze umane e sociali 21 ottobre 2013 Il contesto nel quale si collocano le politiche di welfare L evoluzione
DettagliALLEGATO 1 (SCHEDA DI ASSEGNAZIONE OBIETTIVI)
ALLEGATO 1 (SCHEDA DI ASSEGNAZIONE OBIETTIVI) me Cognome Categoria Area AP PO, di tipo Anno di riferimento per la valutazione Punteggio conseguito nelle di schede di valutazione della prestazione degli
DettagliQuale futuro per il Welfare locale? 15 novembre 2013
PIANO DI ZONA 2011-2013 2013 Quale futuro per il Welfare locale? 15 novembre 2013 Tavolo Minori e Famiglie: STORIE PER CRESCERE A cura di AS Angela Morabito ed AS Ilenia Petrucci Lab. Minori Sensibilizzazione
DettagliLavorare in Rete. a cura di Nunzia Coppedé. Nulla su di Noi senza di Noi. Formazione EmpowerNet
Lavorare in Rete Nulla su di Noi senza di Noi a cura di Nunzia Coppedé Cosa significa lavorare in rete Significa lavorare con diversi attori per affrontare insieme una causa comune La rete informale Le
DettagliPROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA PER L INTEGRAZIONE
PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA PER L INTEGRAZIONE FINALITA Il presente documento denominato Protocollo di Accoglienza è un documento che nasce da una più dettagliata esigenza d informazione relativamente all
DettagliUNIVERSITÀ CATTOLICA DEL SACRO CUORE FACOLTÀ DI SCIENZE POLITICHE E SOCIALI
UNIVERSITÀ CATTOLICA DEL SACRO CUORE FACOLTÀ DI SCIENZE POLITICHE E SOCIALI Corso di Laurea Triennale in Scienze del Servizio Sociale Regolamento attività di Stage 1. Lo Stage L attività di Stage del terzo
DettagliSettore Agricoltura Beni culturali e ambientali Turismo. X Gestione del territorio
REGIONANDO 2001 REGIONE LIGURIA Settore Assetto del territorio e Controllo Tecnico ATTIVITÀ REGIONALI PER LA QUALIFICAZIONE E SOSTEGNO DEGLI ENTI LOCALI LIGURI NELLA DIFESA DEL SUOLO E NELLA TUTELA DELLA
DettagliRUOLO CENTRALE DEL DS NELL ACCOGLIENZA DEGLI ALUNNI DISABILI COME SENSIBILIZZARE E RESPONSABILIZZARE I DIRIGENTI
INTEGRAZIONE, ORIENTAMENTO E BUONE PRASSI RUOLO CENTRALE DEL DS NELL ACCOGLIENZA DEGLI ALUNNI DISABILI COME SENSIBILIZZARE E RESPONSABILIZZARE I DIRIGENTI L iscrizione degli alunni con certificazione L.104
DettagliIl disagio educativo dei docenti di fronte al disagio scolastico degli alunni Appunti Pierpaolo Triani (Università Cattolica del Sacro Cuore) Milano
Il disagio educativo dei docenti di fronte al disagio scolastico degli alunni Appunti Pierpaolo Triani (Università Cattolica del Sacro Cuore) Milano 9 aprile 2014 Premessa Mi è stato chiesto di mettere
DettagliMilano, 9 novembre 2013. Vincenzo Saturni
Milano, 9 novembre 2013 Vincenzo Saturni 1 La carta etica: perché e per chi? Avis opera da 86 anni per diffondere una cultura solidale tra i cittadini su tutto il territorio nazionale. E sin dal momento
DettagliProtocollo d intesa tra. Regione Toscana e. Water Right and Energy Foundation Onlus (W.E.R.F. Onlus)
Protocollo d intesa tra Regione Toscana e Water Right and Energy Foundation Onlus (W.E.R.F. Onlus) Consolidamento e sviluppo della collaborazione per attività cooperazione internazionale nel settore dell'accesso
DettagliCOMITATO REGIONALE EMILIA-ROMAGNA
COMITATO REGIONALE EMILIA-ROMAGNA ASSOCIAZIONI CHE PARTECIPANO ALLA GESTIONE IN RETE DEL PROGETTO. UISP Comitato regionale ER (capofila) Arci Comitato regionale Emilia Romagna CSI Comitato regionale Emilia
DettagliAZIONI DI PROMOZIONE, FORMAZIONE E SOSTEGNO PER L AFFIDAMENTO e LA SOLIDARIETA FAMILIARE
BORGO RAGAZZI DON BOSCO MOVIMENTO FAMIGLIE AFFIDATARIE e SOLIDALI PROGETTO AFFIDAMENTO FAMILIARE PROPOSTA DI PROSECUZIONE PROGETTO AZIONI DI PROMOZIONE, FORMAZIONE E SOSTEGNO PER L AFFIDAMENTO e LA SOLIDARIETA
DettagliCentro Polifunzionale di Gavirate. Centro di Accoglienza di Cittiglio. Fondazione FELICITA MORANDI. Associazione IL PASSO onlus
Centro di Accoglienza di Cittiglio Centro Polifunzionale di Gavirate Fondazione FELICITA MORANDI Associazione IL PASSO onlus Luglio 2012 FONDAZIONE FELICITA MORANDI Servizi e interventi a favore dei minori
DettagliINTERVENTO LE AZIONI DI SISTEMA TRA CAPACITY BUILDING E COOPERAZIONE A RETE (ROMA, 10 MAGGIO 2006)
INTERVENTO LE AZIONI DI SISTEMA TRA CAPACITY BUILDING E COOPERAZIONE A RETE (ROMA, 10 MAGGIO 2006) Siamo nell ultimo anno di programmazione, per cui è normale fare un bilancio dell attività svolta e dell
DettagliACCOGLIENZA PER BAMBINE e BAMBINI ADOTTATI NELLE SCUOLE
ACCOGLIENZA PER BAMBINE e BAMBINI ADOTTATI NELLE SCUOLE Linee guida per genitori ed insegnanti Conoscere per accogliere I minori adottati nella provincia di Bolzano 478 negli ultimi 10 anni 30 nuove adozioni
DettagliALTERNANZA SCUOLA LAVORO CONNESSA ALLE ATTIVITA DI SOSTEGNO
ALTERNANZA SCUOLA LAVORO CONNESSA ALLE ATTIVITA DI SOSTEGNO PREMESSA Con il presente progetto il nostro istituto vuole offrire agli allievi certificati L.104 del 1992 (sia per gli alunni che intraprendono
DettagliProgetto Comes, sostegno all handicap
TITOLO Progetto Comes, sostegno all handicap TEMPI ANNO SCOLASTICO 2010/2011 Destinatari Minori disabili (fascia d età 3/14 anni) frequentanti la scuola dell obbligo, affetti da patologie varie: ipoacusia,
DettagliL AVORO DI RETE AL OBIETTIVI FORMATIVI
Finalita educativa generale: Favorire l inserimento, promuovere l integrazione scolastica e lo sviluppo delle potenzialità dell alunno disabile o in situazione di svantaggio nell apprendimento, nella comunicazione,
DettagliREGOLAMENTO CONTENENTE I CRITERI PER L EROGAZIONE DEI PREMI DI RISULTATO AL PERSONALE DIPENDENTE
REGOLAMENTO CONTENENTE I CRITERI PER L EROGAZIONE DEI PREMI DI RISULTATO AL PERSONALE DIPENDENTE Approvato con deliberazione del Consiglio dei Delegati n. 13 del 30/12/2008 Approvato dalla Provincia di
DettagliAuto Mutuo Aiuto Lavoro
Assessorato al Lavoro Auto Mutuo Aiuto Lavoro progettazione e sperimentazione di un nuovo servizio rivolto a chi perde il lavoro Il progetto Nel quadro delle politiche attive al lavoro non esiste ad oggi
DettagliMinistero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca Ufficio Scolastico Regionale per la Sicilia C.P.I.A. RAGUSA
Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca Ufficio Scolastico Regionale per la Sicilia C.P.I.A. RAGUSA Centro Provinciale per l Istruzione degli Adulti Via Giordano Bruno sn 97100 RAGUSA
DettagliVIIª EDIZIONE DEL CORSO DI FORMAZIONE SULLA PROGETTAZIONE SOCIALE
Centro Orizzonte Lavoro Società Cooperativa Sociale S. r. l. - ONLUS QUALITÀ CERTIFICATA ISO 9001:2008 VIIª EDIZIONE DEL CORSO DI FORMAZIONE SULLA PROGETTAZIONE SOCIALE PREMESSA Le recenti politiche sociali,
DettagliPROGETTO DI RICERCA. Titolo: LO STUDIO DI UNA GOVERNANCE PER L ATTUAZIONE DI PROTOCOLLI DI AZIONE IN
PROGETTO DI RICERCA Titolo: LO STUDIO DI UNA GOVERNANCE PER L ATTUAZIONE DI PROTOCOLLI DI AZIONE IN MATERIA DI MEDIAZIONE. Ambito: Mediazione civile e commerciale delle controversie. Proponenti: Prof.
DettagliMinistero della Giustizia
Ministero della Giustizia DIPARTIMENTO DELL AMMINISTRAZIONE PENITENZIARIA ISTITUTUTO SUPERIORE DI STUDI PENITENZIARI RI-CONOSCERE E VALORIZZARE LE ESPERIENZE NEL DAP MODELLO DI CANDIDATURA Istituto Superiore
DettagliBANDO. Progetti di formazione per il volontariato
BANDO Progetti di formazione per il volontariato Anno 2016 1. Chi può presentare I progetti possono essere presentati da tutte le associazioni di volontariato con sede legale nel territorio della regione
DettagliLa famiglia davanti all autismo
La famiglia davanti all autismo Progetto Ministeriale di Ricerca Finalizzata - 2004 (ex art. 12 bis d. lgs. 229/99) Ente Proponente Regione Lombardia Direzione Generale Famiglia e Solidarietà Sociale Responsabile
DettagliLinee guida per la realizzazione degli Uffici di Promozione sociale
G I U N T A R E G I O N E M A R C H E DIPARTIMENTO SERVIZI ALLA PERSONA E ALLA COMUNITÅ SERVIZIO SERVIZI SOCIALI Linee guida per la realizzazione degli Uffici di Promozione sociale Ancona, maggio 2003
Dettaglii giovani non sono soggetti da integrare ma parte della comunità con propri ruoli, potenzialità e responsabilità
Chiara Criscuoli chiara.criscuoli@giovanisi.it Il Progetto Giovanisì: i motivi I giovani sono coinvolti da alcuni cambiamenti dovuti sia a fattori socio economici che culturali: -Il prolungamento della
Dettagli1. Premessa... 1. 2. Politica per la Qualità... 1. 3. Politica per la Responsabilità Sociale... 2
POLITICA PER LA QUALITÀ E LA RESPONSABILITÀ SOCIALE REV. 4 Indice 1. Premessa... 1 2. Politica per la Qualità... 1 3. Politica per la Responsabilità Sociale... 2 1. Premessa Il presente documento esplicita
DettagliPROGRAMMAZIONE E GESTIONE DI UN PROGETTO DI SERVIZIO SOCIALE
PROGRAMMAZIONE E GESTIONE DI UN PROGETTO DI SERVIZIO SOCIALE A.S. Dott.ssa Carmen Prizzon Il progetto Operazione complessa unica e di durata limitata rivolta a produrre un risultato specifico attraverso
DettagliVolontariato. Sulle delibera della regione Marche che trasferisce al Centro servizi volontariato risorse per sostenere progetti delle associazioni
Fabio Ragaini, Gruppo Solidarietà Volontariato. Sulle delibera della regione Marche che trasferisce al Centro servizi volontariato risorse per sostenere progetti delle associazioni Quale valutazione dare
DettagliConcorso Premiamo i risultati DOCUMENTO DI PARTECIPAZIONE
Ministero per la pubblica amministrazione e l innovazione Concorso Premiamo i risultati DOCUMENTO DI PARTECIPAZIONE - 1 - -3 - 't! PRIMA SEZIONE ANAGRAFICA Denominazione del Piano VOIP COMUNICAZIONE TURISMO
DettagliLa mediazione sociale di comunità
La mediazione sociale di comunità Percorso di formazione destinato agli operatori e alle operatrici del numero verde contro la tratta della Provincia di Milano Elvio Raffaello Martini Agosto 2008 MartiniAssociati
DettagliUn esperienza Servizio di Assistenza Domiciliare ai Minori creare legami per innescare
Un esperienza Servizio di Assistenza Domiciliare ai Minori creare legami per innescare A cura di Dr.ssa BOVE Daniela Laura Cooperativa Sociale AMANI Comune di Brindisi Roma, 18 Gennaio 2010 cambiamenti
DettagliPRESENTAZIONE AZIENDALE
PRESENTAZIONE AZIENDALE La Cooperativa Sociale Agricola TERRAVIVA è nata ufficialmente il 15 settembre 2011 attraverso il Progetto Per.So.N.A. presentato dalla Cooperativa Sociale Al Plurale e finanziato
DettagliEsiti del laboratorio Lavoro di comunità
Attuazione del Programma regionale per la promozione e tutela dei diritti, la protezione e lo sviluppo dei soggetti in età evolutiva e il sostegno alla genitorialità ai sensi della Legge regionale n. 14/08
DettagliL OSS NEL SERVIZIO DI INTEGRAZIONE SCOLASTICA. L integrazione dell alunno con disabilità: l operatore socio sanitario
L OSS NEL SERVIZIO DI INTEGRAZIONE SCOLASTICA L integrazione dell alunno con disabilità: l operatore socio sanitario L OSS NEL SERVIZIO DI INTEGRAZIONE SCOLASTICA Il Servizio di Integrazione Scolastica
DettagliUn patto territoriale per il Welfare Locale
Un patto territoriale per il Welfare Locale Pianificazione e progettazione condivisa sullo sviluppo dell area comune dei Piani di Zona 2012-2014 Lecco, 24 gennaio 2013 Agenda L area comune dei PdZ: verso
DettagliLA RETE DEGLI URP DELLA PROVINCIA DI MANTOVA
LA RETE DEGLI URP DELLA PROVINCIA DI MANTOVA La RETE degli URP della provincia di Mantova. Un unico linguaggio per raggiungere 397533 cittadini mantovani Mantova, 21 novembre 2007 IL PROTOCOLLO DELLA RETE
DettagliLinee guida per le Scuole 2.0
Linee guida per le Scuole 2.0 Premesse Il progetto Scuole 2.0 ha fra i suoi obiettivi principali quello di sperimentare e analizzare, in un numero limitato e controllabile di casi, come l introduzione
DettagliProgetto Diocesano TALITA KUM CARITAS DIOCESANA CALTAGIRONE CALTAGIRONE 4 OTTOBRE 2013 SEMINARIO ESTIVO H. 18,30
Progetto Diocesano TALITA KUM CARITAS DIOCESANA CALTAGIRONE CALTAGIRONE 4 OTTOBRE 2013 SEMINARIO ESTIVO H. 18,30 Da dove siamo partiti La Diocesi e la Caritas hanno cercato sempre più di configurarsi come
DettagliSCHEDA DI PROGETTO. Regione..
Ministero Pubblica Istruzione Titolo sintetico del progetto: I CARE Imparare Comunicare Agire in una Rete Educativa Piano Nazionale di formazione e ricerca SCHEDA DI PROGETTO Regione.. Scuola Capofila
DettagliRegione Umbria - Direzione Attività produttive e Sviluppo economico, Istruzione, Formazione, Lavoro
ACCORDO PER LA SPERIMENTAZIONE IN UMBRIA DEL SOFTWARE PER L ORIENTAMENTO S.OR.PRENDO ITALIA Soggetti partecipanti: Regione Umbria - Direzione Attività produttive e Sviluppo economico, Istruzione, Formazione,
DettagliI principi di Anffas Onlus sul tema della presa in carico precoce Michele Imperiali comitato tecnico anffas onlus
I principi di Anffas Onlus sul tema della presa in carico precoce Michele Imperiali comitato tecnico anffas onlus Partire dalla culla.. Esiste un rapporto diretto tra il tempismo con cui ha luogo il processo
DettagliSCHEDA DI MONITORAGGIO
SCHEDA DI L.r. 8/2005 - Dgr 1004 del 29 novembre 2013 BIENNIO 2014-2015 Dati identificativi del progetto Ente titolare del progetto: Associazione Carcere Territorio Bergamo Data convenzione con ASL: 10/06/2014
DettagliATTIVITÀ E Piano di informazione e comunicazione
PROVINCIA DI POTENZA Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio Home PIANO D AZIONE ENEPOLIS Indice ATTIVITÀ E Piano di informazione e comunicazione L attività E comprende tre azioni specifiche;
DettagliL OFFERTA FORMATIVA DEL 2015
OFFERTA FORMATIVA 2015 Capacità Strumenti Competenze L OFFERTA FORMATIVA DEL 2015 CORSI DI FORMAZIONE Serie di incontri formativi su breve periodo; trattano argomenti specifici e sono aperti alle diverse
DettagliI principali servizi educativi gestiti direttamente dal comune sono i nidi, le scuole dell infanzia e i ricreatori.
I Servizi Educativi del Comune di Trieste rappresentano una tradizione storica, un patrimonio di tradizione culturale di cui la città e le famiglie vanno orgogliose. Un patrimonio storico che negli anni
DettagliMonitoraggio fasi finali del progetto e valutazione. Elementi di caratterizzazione del progetto della rete
Monitoraggio fasi finali del progetto e valutazione Elementi di caratterizzazione del progetto della rete Oggetto problema Osservazioni rispetto all autoanalisi Oggetto definito e area di riferimento Coerenza
DettagliIstituto comprensivo di Finale Ligure. Cittadinanza e Costituzione
Istituto comprensivo di Finale Ligure Cittadinanza e Costituzione In riferimento al regolamento recante le Indicazioni Nazionali per il curricolo della Scuola dell'infanzia e del Primo ciclo d'istruzione,
DettagliCARTA DEI SERVIZI CENTRO SERVIZIO AFFIDO E ADOZIONI TERRITORIALE -SAAT
CARTA DEI SERVIZI CENTRO SERVIZIO AFFIDO E ADOZIONI TERRITORIALE -SAAT Pag.1 Pag.2 Sommario COS È IL SERVIZIO AFFIDO E ADOZIONI TERRITORIALE SAAT... 3 DESTINATARI DEL SERVIZIO... 3 I SERVIZI OFFERTI...
DettagliSCHEDA PROGETTO/ SERVIZIO/INTERVENTO per la realizzazione di azioni nelle aree di intervento previste dall obiettivo 3 delle linee guida dei PdZ
SCHEDA PROGETTO/ SERVIZIO/INTERVENTO per la realizzazione di azioni nelle aree di intervento previste dall obiettivo 3 delle linee guida dei PdZ Per progetto si intende qualsiasi azione volta al perseguimento
DettagliCHI SIAMO. BeOn è una società di consulenza italiana ad alta specializzazione in ambito di valutazione, sviluppo e formazione delle risorse umane.
www.beon-dp.com Operiamo in ambito di: Sviluppo Assessment e development Center Valutazione e feedback a 360 Formazione Coaching CHI SIAMO BeOn è una società di consulenza italiana ad alta specializzazione
DettagliSostegno e Accompagnamento Educativo
Sostegno e Accompagnamento Educativo 1. Definizione La prestazione sostegno e accompagnamento educativo consiste nel fornire sia un supporto e una consulenza ai genitori nello svolgimento della loro funzione
DettagliMinistero dell Istruzione dell Università e della Ricerca
Ministero dell Istruzione dell Università e della Ricerca E U I.I.S. MARCELLO MALPIGHI Sede Centrale: Crevalcore 40014 Via Persicetana, 45-0516801711 fa 051980954 e-mail istituto@malpighi-crevalcore.it
DettagliLA FOCALIZZAZIONE SULLA FAMIGLIA:
LA FOCALIZZAZIONE SULLA FAMIGLIA: COSA INTRODUCE, COSA FA CAMBIARE, DI COSA NECESSITA PER DECLINARE L ADM? IL COORDINAMENTO PEDAGOGICO COME PUÒ ESSERE SVILUPPATO? QUALI FUNZIONI ULTERIORI PUÒ AVERE IL
DettagliACCORDO DI RETE RETE NAZIONALE SCUOLE ITALIA ORIENTA. con protocollo 0004232 che riconoscono alla scuola
ACCORDO DI RETE RETE NAZIONALE SCUOLE ITALIA ORIENTA Visto il D.P.R. n. 275/1999, art. 7, che prevede la possibilità per le istituzioni Scolastiche autonome di stipulare accordi di rete per perseguire
DettagliCodice etico. 1.2 Non ammette associati che perseguano o intendano perseguire propositi illeciti né ideali contrari alle leggi o alla morale pubblica.
Codice etico Parte I. I principi dell associazione La Rete per l Eccellenza Nazionale (RENA): 1.1 È un associazione di individui motivati a perseguire, nel pieno della propria indipendenza, scopi collettivi
DettagliIL LAVORO IN RETE NEI SERVIZI EDUCATIVI SPECIALISTICI
CI SONO ANGELI IN CITTA Tutte le Aree dell Autismo IL LAVORO IN RETE NEI SERVIZI EDUCATIVI SPECIALISTICI San Salvo 25-05-2013 PALMA MONICA AREA DISABILITA L. 104/92 Legge Quadro per l assistenza, l integrazione
DettagliPROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA PER ALUNNI CON DISABILITA
PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA PER ALUNNI CON DISABILITA PREMESSA L Istituto opera con particolare attenzione per l integrazione degli alunni disabili, favorendo la socializzazione, l acquisizione di autonomia
DettagliSCHEDA PROGETTO/SERVIZIO/INTERVENTO per la realizzazione di azioni di sistema prioritarie previste dagli obiettivi 1 e 2 delle linee guida dei PdZ
Distrettuale Sud 6.3 11.1.9. ABITARE SOCIALE SCHEDA PROGETTO/SERVIZIO/INTERVENTO per la realizzazione di azioni di sistema prioritarie previste dagli obiettivi 1 e 2 delle linee guida dei PdZ Per progetto
DettagliGruppo di progetto Dalla Vulnerabilità alla Autonomia. Martedì 17 Gennaio Opera pia San Luigi
Gruppo di progetto Dalla Vulnerabilità alla Autonomia Martedì 17 Gennaio Opera pia San Luigi 1 2 PRESENTAZIONE DELL INTERVENTO Premessa: il Terzo Piano di Zona e l avvio del gruppo di progetto Il racconto
DettagliRuolo della famiglia nella gestione della disabilità
Associazione Culturale G. Dossetti MALATTIE RARE E DISABILITA Palazzo Marini Camera dei Deputati Roma,1 Dicembre 2006 Ruolo della famiglia nella gestione della disabilità Anna Maria Comito Presidente COFACE-Handicap
DettagliCiao, avevo bisogno di una mano per stare bene
Cooperativa Sociale Mission. Promuovere e perseguire lo sviluppo d autonomie di persone con svantaggi psicofisici, favorendo l integrazione e la cultura dell accoglienza nella comunità locale, attraverso
DettagliAlla c.a. Sindaco/Presidente Segretario Generale Dirigente competente
Alla c.a. Sindaco/Presidente Segretario Generale Dirigente competente Controllo di Gestione e Misurazione delle Performance: l integrazione delle competenze, la valorizzazione delle differenze e la tecnologia
DettagliIL MANAGER COACH: MODA O REQUISITO DI EFFICACIA. Nelle organizzazioni la gestione e lo sviluppo dei collaboratori hanno una importanza fondamentale.
IL MANAGER COACH: MODA O REQUISITO DI EFFICACIA Nelle organizzazioni la gestione e lo sviluppo dei collaboratori hanno una importanza fondamentale. Gestione e sviluppo richiedono oggi comportamenti diversi
DettagliProgetto TRA CASA E CITTA : PERCORSI DI INCLUSIONE SOCIALE
Progetto TRA CASA E CITTA : PERCORSI DI INCLUSIONE SOCIALE PREMESSA I concetti di cura e territorio sono al centro di iniziative ed interventi realizzati da più enti che aderiscono al sotto tavolo sulla
DettagliAlternanza scuola e lavoro al Vittorio Veneto un ponte verso il futuro
Alternanza scuola e lavoro al Vittorio Veneto un ponte verso il futuro 1 Laboratorio della conoscenza: scuola e lavoro due culture a confronto per la formazione 14 Novembre 2015 Alternanza scuola e lavoro
DettagliArea Infanzia, Adolescenti, Giovani, Famiglia. Assistenza domiciliare socio-educativa per minori LIVEAS
Area Infanzia, Adolescenti, Giovani, Famiglia Num. Scheda 1 TITOLO AZIONE o o Assistenza domiciliare socio-educativa per minori LIVEAS OBIETTIVI Scopo dell intervento è promuovere un processo di cambiamento
DettagliELEMENTI ESSENZIALI DEL PROGETTO
ELEMENTI ESSENZIALI DEL PROGETTO Ente proponente il progetto COMUNE DI SARROCH Titolo del progetto PARLA CON NOI Settore ed area di intervento del progetto Settore E) EDUCAZIONE E PROMOZIONE CULTURALE
DettagliPartecipare all organizzazione di convegni ed eventi
Area di Riferimento 1 Gestione POF Riscrittura del POF alla luce delle innovazioni normative e dei bisogni formativi attuali, sia interni che del territorio Monitoraggio in itinere dell attuazione del
DettagliREGOLAMENTO PER LA DISCIPLINA DEL SERVIZIO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE
COMUNE DI CASTENASO (Bologna) REGOLAMENTO PER LA DISCIPLINA DEL SERVIZIO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE Adottato con delibera consiliare n. 92 del 20/12/01 INDICE : art. 1 Finalità art.2 Obiettivi comunali
DettagliMinistero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca
Protocollo d Intesa per la tutela dei minori Rom, Sinti e Camminanti tra Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca e Opera Nomadi VISTO il decreto del Presidente della Repubblica 26 marzo
DettagliPREMESSA Continuità curricolare Continuità metodologica
PREMESSA Il progetto continuità, nasce dall esigenza di garantire al bambinoalunno un percorso formativo organico e completo, che miri a promuovere uno sviluppo articolato e multidimensionale del soggetto,
DettagliPROGRAMMA N. 14: CITTÀ MULTIETNICA
PROGRAMMA N. 14: CITTÀ MULTIETNICA 14. CITTA MULTIETNICA SUPPORTARE INSERIMENTO IMMIGRATI Confermando il ruolo che il Centro Servizi per Stranieri ha assunto all interno delle politiche per l immigrazione,
DettagliPROGETTO TAVOLO GIOVANI
PROGETTO TAVOLO GIOVANI Costituzione di un Tavolo di coordinamento con le associazioni di giovani di Cinisello Balsamo e le organizzazioni sociali che compongono il mondo delle realtà giovanili locali
Dettagli