Il corpo nero e la temperatura dei corpi celesti di Daniele Gasparri

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "Il corpo nero e la temperatura dei corpi celesti di Daniele Gasparri"

Transcript

1 Il orpo nero e la temperatura dei orpi elesti di Daniele Gasparri Gli sienziati del diiannovesimo seolo, attraverso degli esperimenti, soprirono una osa estremamente interessante: prendendo un orpo qualsiasi e saldandolo esso ominia ad emettere lue, prima di un rosso upo, poi di un olore sempre più hiaro mano a mano he somministro alore. L esperienza è failmente riproduibile da hiunque: basta prendere una bahetta di metallo ed una di vetro e porle su una fiamma ad alta temperatura; i due oggetti mano a mano he si saldano ominiano ad emettere radiazione he presinde la loro diversa natura. A ira 500 C diviene perepibile ome una debole luminosità rossa, a 1000 C è molto più intensa e di olore aranio. Aumentando la temperatura aumenta l intensità e ambia il olore, spostandosi progressivamente verso lunghezze d onda più orte (verso il blu). E leito quindi pensare he ogni orpo he abbia una erta temperatura, superiore allo zero assoluto (-7,16 C), emetta radiazione. Sebbene noi non siamo in grado di vedere la radiazione emessa da un oggetto a 100 C, non è detto he questa non sia presente a lunghezze d onda invisibili ai nostri ohi. Questo omportamento è indipendente dal tipo di materiale he si utilizza ed è una aratteristia di tutti i orpi. La lunghezza d onda e l intensità della radiazione sembrano essere ollegate ad una quantità he in qualhe modo rappresenta l energia he ho trasferito al orpo: questa quantità è la temperatura. Per indagare a fondo queste bizzarre proprietà onsideriamo una situazione ideale, il osiddetto orpo nero. Prendiamo una satola le ui pareti siano degli assorbitori perfetti. Somministriamo ad una parete una erta energia he aumenta la sua temperatura. Nella satola, dopo un erto tempo t, si può misurare una temperatura ostante: le pareti hanno in qualhe modo omuniato le une on le altre sambiandosi radiazione elettromagnetia e raggiungendo tutte la stessa temperatura, he non varia più nel tempo (se non i sono dispersioni): siamo nella ondizione hiamata di equilibrio termio. Questa situazione è stabile nel tempo, nonostante si tratti di un equilibrio dinamio: le pareti ontinuano a sambiarsi in ontinuazione energia elettromagnetia, ma tanta ne assorbono quanta ne emettono, per questo non è flusso netto e la temperatura resta ostante. Il orpo nero ideale Un orpo nero (ideale) è un oggetto he si trova all equilibrio termio he assorbe tutta la radiazione inidente, qualunque essa sia, e la riemette in funzione della sua sola temperatura (e quindi l andamento della radiazione emessa è ompletamente indipendente dal tipo di radiazione assorbita). Sperimentalmente un orpo nero (quasi) ideale è rappresentato da una satola hiusa le ui pareti siano dei onduttori molto buoni, nella quale è pratiato un piolo foro. Da questo foro viene introdotta radiazione elettromagnetia, he dopo suessivi rimbalzi viene assorbita ompletamente dalle pareti della satola, le quali la ri-emettono sottoforma di radiazione termia. Nella fase di equilibrio la radiazione presente all interno è dovuta eslusivamente alla temperatura delle pareti del orpo e non vi è più aluna memoria di quella introdotta inizialmente. Come è fatta la distribuzione di questa energia? Quali sono le sue proprietà e i suoi legami on la temperatura? La dimostrazione di iò he si vede sperimentalmente non è affatto banale e rihiede, ome spesso aade, onosenze di base, soprattutto di fisia, meania quantistia e ampi elettromagnetii. In queste pagine mi limiterò solamente a dare dei enni e degli spunti di ragionamento.

2 Per desrivere quantitativamente la radiazione di orpo nero bisogna apire esattamente osa aade a livello mirosopio. Possiamo immaginare un generio solido ome omposto da atomi strettamente legati gli uni agli altri attraverso il retiolo ristallino; ogni atomo è ostituito da un erto numero di elettroni he si trovano su orbite ontraddistinte da un erto valore di energia. Un elettrone perorre un'orbita attorno al proprio nuleo ad una distanza desritta da preise leggi fisihe; quando un fotone giunge nei pressi dell'atomo, esso viene assorbito da uno o più elettroni i quali si portano su orbite on energia maggiore (stato eitato). Dopo un tempo brevissimo (inferiore ad un miliardesimo di seondo) gli elettroni tornano al livello preedente (fondamentale): il risultato netto è quindi un osillazione. Un fotone, ioè un pahetto base di un onda elettromagnetia, fa osillare gli elettroni. Qualsiasi partiella aria he osilla emette un fotone e l elettrone non è un aso partiolare. Per un atomo Shematizzazione di un solido omposto da un retiolo di atomi ed elettroni legati tra loro. Gli elettroni si possono essere assimilati a delle partielle legate on delle molle ai nulei atomii. Quando un orpo si trova ad una temperatura maggiore dello zero assoluto gli osillatori (gli elettroni) osillano in funzione della temperatura ed emettono radiazione elettromagnetia. isolato le osillazioni possibili sono vinolate dalla meania quantistia e ad esse sono assoiate determinate energie. Un atomo isolato quindi assorbe ed emette solamente erte determinate lunghezze d onda: questo è il aso già analizzato dell emissione delle nebulose. Nel aso di solidi, ioè agglomerati di atomi on densità elevate, le orbite elettronihe (orbitali) sono disturbate e gli elettroni possono assorbire ed emettere qualsiasi tipo di radiazione, produendo (o assorbendo) iò he si hiama uno spettro ontinuo (ontinuum). Un solido è ostituito da atomi, i quali sono formati da un nuleo e un elettrone he orbita attorno (non nel senso omunemente visualizzabile). Quando un fotone raggiungere l atomo, questo viene assorbito dall'elettrone he ominia ad osillare attorno alla sua posizione di equilibrio; siome l'elettrone è una partiella aria, si ha il risultato netto he l'osillazione produe a sua volta un'onda elettromagnetia. Di questa onda possiamo onosere tutto se onosiamo l'ampiezza o meglio la frequenza di osillazione. Senza entrare in profonde giustifiazioni fisihe, possiamo immaginare he una qualsiasi partiella aria osillando ad una erta frequenza produe un'onda elettromagnetia della stessa frequenza. L'energia dell osillatore e l'energia dell'onda elettromagnetia risultante sono hiaramente legate tra di loro. Se un elettrone osilla molto lentamente signifia he esso avrà poa energia; se la sua osillazione è molto veloe, ioè ad alta frequenza, (la frequenza è la misura del numero di osillazioni nell'unità di tempo) esso avrà una quantità di energia maggiore. E quindi leito pensare he l'energia dell'onda elettromagnetia emessa è in qualhe modo legata alla frequenza dell osillatore, ovvero alla frequenza dell onda prodotta. L energia di un fotone è data dalla semplie relazione: E = h, dove h = ostante di Plank e = frequenza. In un solido, ostituito da miliardi e miliardi di atomi, un aumento della temperatura, e quindi un generio aumento dell'energia, produe miliardi e miliardi di osillazioni elettronihe: somministrando energia (in qualsiasi forma) ottengo una produzione di radiazione elettromagnetia. Somministrando alore al nostro solido noi non faiamo altro he somministrare energia agli atomi di ui esso è omposto, in partiolare agli elettroni he si omportano ome degli osillatori. Se siamo all'equilibrio termio signifia he tanta energia somministro al mio solido tanta esso ne restituise attraverso le onde elettromagnetihe prodotte dalle osillazione elettronihe. Studiando quantitativamente questo semplie modello siamo in grado di desrivere la radiazione di orpo nero dal punto di vista lassio.

3 Consideriamo quindi il nostro osillatore rappresentato dal un generio elettrone. Dalle leggi dell'elettromagnetismo siamo in grado di determinare quanta energia irradia ogni seondo un tale e oggetto (radiazione di dipolo osillante): δε = (π) ε, mentre il lavoro per seondo fatto m sull osillatore da un generio ampo di radiazione, la ui densità di energia per unità di frequenza è πe u, sarà dato da: δw = u. Ciò he è importante per il nostro sopo non è giustifiare le singole m formule o grandezze, piuttosto apire he queste due quantità in aso di equilibrio sono uguali, ioè l'energia trasmessa all osillatore (ioè il lavoro) è uguale all'energia he esso irradia ogni seondo, ioè: δε = δw. Da questa assunzione possiamo riavare finalmente iò he i interessa 8π maggiormente, ioè l'intensità dell'energia emessa per unità di frequenza: u = ε. ε rappresenta l'energia media di un osillatore, he nel aso di metodi statistii lassii è data da: ε = kt, quindi l'intensità della radiazione emessa da un osillatore per unità di frequenza è data da: 8π u = kt, dove T è la temperatura (assoluta) e k è la ostante di Boltzmann ( k = 1,8 10 JK ). Questo è un risultato molto importante, he lega l'intensità dell'energia emessa alla temperatura del orpo; questa relazione è onosiuta on il nome di legge di Rayleigh-Jeans. Purtroppo questa formula non è orretta, prinipalmente per due motivi. Uno è puramente osservativo: l'andamento alolato non riprodue quello sperimentale. Come possiamo vedere infatti la legge di Rayleigh-Jeans riprodue abbastanza bene l'andamento sperimentale solamente per frequenze piuttosto basse, mentre è totalmente sballata per frequenze alte e non riprodue minimamente l'andamento della urva sperimentale. La divergenza per alte frequenze, o, in alternativa, basse lunghezze d onda, è detta atastrofe ultravioletta. Il seondo motivo è molto più profondo. La formula trovata afferma he per una frequenza abbastanza grande la densità di energia tende all'infinito, a presindere da quanta energia assorbe il sistema. Questo onetto in fisia non ha alun senso: sarebbe ome dire he a presindere dall'automobile he ho, on 1 litro di benzina posso perorrere una quantità infinita di strada, a patto di andare abbastanza veloe! Andamento di orpo nero sperimentale (linee ontinue) e seondo la legge lassia di Rayleigh-Jeans (linea tratteggiata). Come si può vedere essa approssima l andamento sperimentale per le basse frequenze, ma diverge per le alte, tanto da tendere all infinito. Il modello teorio sviluppato non funziona, oorre trovare l errore.

4 La formula di Rayleigh-Jeans viola il prinipio di onservazione dell energia e non va bene, sebbene sia stata ottenuta on un proedimento fisio e logio apparentemente orretto. C è qualosa di sbagliato nel nostro modello, ma osa? Il primo a porsi questa domanda fu il fisio Max Plank, he dopo molti anni passati a studiare il problema, riusì a trovare il modo di far tornare la formula, senza però una spiegazione fisia plausibile. Egli puntò il dito ontro l'energia media di un osillatore, he alolata attraverso la teoria lassia i dà il valore: ε = kt. La formula trovata i die he l'energia di un osillatore (l elettrone) può assumere qualsiasi valore in dipendenza della temperatura; un osillatore può quindi teoriamente assumere qualsiasi valore dell'energia ompreso tra zero (temperatura uguale a 0 K) e un numero arbitrariamente grande, variando in modo ontinuo. Plank invee propose he l'energia di un osillatore non può variare in modo ontinuo ma deve essere un multiplo intero di un erto valore di base. L energia dell osillatore elettronio può solamente assumere valori multipli interi di un'energia base ε 0 : (0, ε 0, ε 0, ε 0,., n ε 0 ). Benhé la osa non trovasse anora giustifiazione dal punto di vista fisio, Plank ebbe un'intuizione geniale he riusì a togliere gli sienziati del tempo da un empasse abbastanza imbarazzante. Introduendo questa ipotesi nel alolo dell'energia media di un osillatore (e faendo qualhe alolo he non mostriamo), si ottiene finalmente una formula he riprodue in maniera perfetta i dati sperimentali: 8πh 1 u =. Questa è la legge di e hv / kt Plank, il ui andamento può essere espresso sia in funzione della lunghezza d'onda he della frequenza (legate dalla nota relazione: λ = ). La formula i dà la densità di energia, ioè l'intensità di energia per unità di volume per unità di frequenza o lunghezza d'onda emessa da un orpo nero perfetto he si trova alla temperatura T e all'equilibrio termio. Questo andamento è indipendente dalla natura del orpo e dall'entità della radiazione inidente o dalla fonte di alore Andamento di orpo nero orretto. Il modello degli osillatori on energia quantizzata funziona e prevede (ioè da hi, osa e ome somministra energia). on esattezza l andamento sperimentale. Dalla formula appena trovata possiamo riavare due andamenti prinipali; il primo si ottiene per frequenze molto basse: hv / kt << 1 (il segno << signifia molto minore o molto più piolo). In questo aso troviamo la formula di Rayleigh-Jeans 8π (sviluppando in serie): u = kt. Analogamente, per frequenze molto alte troviamo il 8πh osiddetto regime di Wien: u = e hv / kt. La urva in funzione della frequenza rese ome una parabola, raggiunge un massimo (he tra qualhe riga aloleremo), e poi derese on un andamento esponenziale, sempre in funzione della frequenza (e per una temperatura T fissata). Il massimo della radiazione emessa si alola failmente e verifia gli andamenti sperimentali trovati, in ui si evidenziò he il prodotto tra la lunghezza d'onda di pio e la temperatura era sempre ostante: λ Max T = onst. La relazione esatta i die he: λ MaxT = 0, 9K m : onosendo la lunghezza d'onda di pio possiamo riavare la temperatura di quel orpo dalla semplie formula appena vista.

5 Possiamo esprimere la legge di Plank anhe attraverso la brillanza, invee he la densità di energia. La densità di energia rappresenta l energia per unità di volume e per unità di frequenza (o lunghezza d onda). La brillanza invee è l energia per unità di tempo (ioè emessa in ogni seondo) per unità di superfiie, unità di frequenza (o lunghezza d onda) ed unità di angolo solido. In formule matematihe: 8π h 1 1) Densità di energia: u = [ J Hz ] m. h / kt e h 1 ) Brillanza: B = [ J s Hz m sterad ] h / kt e ) Relazione tra brillanza e densità di energia: B = 4π u Nonostante i diversi signifiati, la forma resta quella tipia della urva di Plank. Nelle formule si possono utilizzare alternativamente la lunghezza d onda o la frequenza, tenendo presente la relazione fondamentale λ =. L'ultima relazione riguarda l'intensità totale di energia: integrando l espressione della brillanza su tutte le frequenze e le direzioni possibili (un angolo solido ompleto, pari a 4 π steradianti), otteniamo l intensità totale di energia emessa dal orpo nero ogni seondo per ogni unità di superfiie (stellare se riferita alle stelle), ioè il flusso. Esso è ollegato naturalmente alla 4 temperatura: F = σt, dove F = energia rievuta/seondo/superfiie. Riassumendo: il orpo nero è un generio oggetto all'equilibrio termio he assorbe tutta la radiazione inidente e la riemmette in funzione della sua sola temperatura. Il suo andamento è 8πh 1 u = desritto da tre leggi fondamentali: e hv / kt he i diono tutto sulla temperatura λmaxt = 0.9 Km 4 F = σt e sull'energia emessa dal generio orpo. Ora he abbiamo apito osa è un orpo nero e ome esso si omporta possiamo appliare il nostro modello agli oggetti reali. Il orpo nero nelle situazioni reali Naturalmente non esiste in natura una orpo nero perfetto e ne abbiamo la prova osservando gli oggetti della vita quotidiana: un orpo nero ideale alla temperatura media terrestre apparirebbe ai nostri ohi ompletamente nero, emettendo la sua radiazione nella banda del medio infrarosso. Inoltre se fossimo in grado di vedere questa radiazione tutti i orpi i apparirebbero dello uno stesso olore (perhé la natura della radiazione presinde la omposizione himia e la forma!). Nella realtà gli oggetti possiedono un olore, ausato dalla riflessione, o meglio, diffusione effiiente della lue di lunghezza d'onda he orrisponde al olore he perepiamo. Un oggetto biano è un pessimo assorbitore; esso infatti, almeno nel visibile, diffonde quasi ompletamente la radiazione inidente, mostrandosi biano. Un oggetto nero assorbe quasi ompletamente la radiazione visibile e quindi i appare senza olore (ed è esperienza omune he un oggetto biano ed uno nero, esposti per uno stesso tempo al Sole, si saldano in maniera molto differente). Il orpo nero inteso ome assorbitore totale non esiste. Tuttavia possiamo omunque onsiderare gli oggetti della vita reale alla stregua di orpi neri, on le dovute preauzioni e preisazioni. Le formule viste ontinuano a valere a patto he riusiamo ad esempio a stabilire quanta radiazione (o in generale energia) viene realmente assorbita. Molti oggetti possono essere approssimati on dei orpi neri: le stelle e il orpo umano, pur essendo molto diversi tra di loro, hanno omportamenti simili, almeno in prima approssimazione, osì ome quasi tutti gli oggetti della vita reale (la Terra, una pietra, gli alberi, gli animali..).

6 Analizziamo brevemente per esempio il orpo umano e le stelle. Sappiamo he nostro orpo ha una temperatura media di ira 7 C ioè ira 10 K. Lo possiamo onsiderare un orpo nero? La risposta è affermativa! Sappiamo esso si trova in equilibrio termio, infatti la sua temperatura resta all inira ostante nel tempo. Anhe se l innalzamento della temperatura orporea è dovuto a proessi essenzialmente non termii, ome le reazioni himihe he avvengono nelle ellule on il bruiamento di zuheri e ossigeno, la grande quantità di atomi di ui è omposta una singola ellula assorbe questa energia di natura non termia e la riemette suessivamente in funzione della temperatura. Abbiamo di nuovo la prova he non importa onosere le ause del risaldamento di un orpo: esse possono essere di qualsiasi altra natura, ome himia, radiativa termia, radiativa non termia (proessi nuleari ad esempio) o tramite sambio di alore attraverso onduzione e onvezione o semplie attrito. Non è importante l energia in ingresso, perhé essa viene assorbita dagli elettroni e rimodellata seondo la loro sola temperatura. Gli atomi (o meglio, gli elettroni, he però sono parte integrante dell atomo) di ui sono omposte le nostre ellule, trovandosi ad una erta temperatura T emettono radiazione termia la ui lunghezza d'onda di pio si può failmente alolare attraverso la legge dello spostamento 0,9 0,9 4 di Wien: λ = = 9,5 10 m = 9, 5 m Max µ T 10 ioè radiazione infrarossa. Naturalmente questo alolato è il pio della radiazione; sappiamo infatti he essa ha una distribuzione he segue la legge di Plank, ome nella figura sopra. Anhe le stelle possono essere onsiderate dei orpi neri, Spettro dell emissione di un orpo umano alla temperatura di 7 C. L emissione è nel medio infrarosso (pio a 9,5 miron) e lo spettro è quello tipio di un orpo nero quasi perfetto. naturalmente on le dovute preauzioni e approssimazioni. Una stella infatti non è un oggetto in equilibrio termodinamio nel senso stretto della parola: la temperatura in effetti diminuise di molti gradi passando da zone entrali (deine di milioni di gradi) alla superfiie (qualhe migliaio). Se la suddividiamo in vari gusi di spessore arbitrario, ognuno on una temperatura ostante, possiamo dire he ognuno, indipendentemente dall altro, si trova all equilibrio termio: infatti tanta energia viene assorbita quanta ne viene emessa e quindi la temperatura resta ostante. Utilizzando questa approssimazione hiamata equilibrio termodinamio loale (LTE) siamo in grado di trattare la stella ome un orpo nero. I meanismi sono del tutto simili a quelli già visti per il orpo umano. Al entro si produe una erta energia il ui spettro è non termio (fusione nuleare). Questa energia, nella quasi totalità fotoni gamma, a ausa delle ondizioni ambientali del nuleo stellare (elevata opaità) ha un ammino libero medio estremamente piolo. Essa viene subito assorbita dagli elettroni presenti in gran numero nella zona he possiamo onsiderare ome il primo gusio del nostro sistema in equilibrio termodinamio loale. L'energia assorbita dagli elettroni del primo gusio viene trasformata in energia termia in funzione della temperatura delle partielle he sarà molto elevata. Essa viene poi trasferita al seondo, al terzo, al quarto e osì via, disperdendosi su una superfiie maggiore e quindi diminuendo in densità; ogni gusio rieve una densità di energia sempre minore, e la riemette in funzione della sua temperatura, supposta ostante, fino ad arrivare all ultimo gusio, il più esterno, orrispondente alla superfiie della stella (fotosfera), ioè allo strato he finalmente riese a far disperdere la radiazione direttamente nello spazio. Naturalmente la quantità totale di energia he fuoriese dalla fotosfera è la stessa he viene prodotta al entro dalle reazioni nuleari, ma la sua distribuzione è totalmente diversa e dipende dalla temperatura fotosferia.

7 Ciò he noi osserviamo da Terra è proprio l emissione termia di questo ultimo gusio stellare, molto simile a quella di un orpo nero, anhe se non perfettamente uguale a ausa dell assorbimento da parte del gas presente nella sua atmosfera. Lo spettro stellare infatti è modellato da due proessi fisii: il proesso termio di orpo nero produe l andamento generale, il osiddetto ontinuo, mentre l assorbimento da parte di gas rarefatto e più freddo produe sottili righe di assorbimento o a volte vere e proprie laune (deremento Balmer). In onlusione: onosendo la radiazione emessa da una stella siamo in grado di trovare failmente la temperatura dello strato responsabile di tale emissione. Non solo; siome i tutti i pianeti del sistema solare sono raggiunti dalla radiazione solare, possiamo anhe alolare la loro temperatura media.

Modelli di base per la politica economica

Modelli di base per la politica economica Modelli di base per la politia eonomia Capitolo Marella Mulino Modelli di base per la politia eonomia Corso di Politia eonomia a.a. 22-23 Modelli di base per la politia eonomia Capitolo Capitolo Modello

Dettagli

+ t v. v 3. x = p + tv, t R. + t. 3 2 e passante per il punto p =

+ t v. v 3. x = p + tv, t R. + t. 3 2 e passante per il punto p = 5. Rette e piani in R 3 ; sfere. In questo paragrafo studiamo le rette, i piani e le sfere in R 3. Ci sono due modi per desrivere piani e rette in R 3 : mediante equazioni artesiane oppure mediante equazioni

Dettagli

f Le trasformazioni e il trattamento dell aria

f Le trasformazioni e il trattamento dell aria f Le trasformazioni e il trattamento dell aria 1 Generalità Risolvendo il sistema (1) rispetto ad m a si ottiene: () Pertanto, il punto di misela sul diagramma psirometrio è situato sulla ongiungente dei

Dettagli

EMISSIONE E ASSORBIMENTO DI LUCE DA PARTE DELLA MATERIA

EMISSIONE E ASSORBIMENTO DI LUCE DA PARTE DELLA MATERIA EMISSIONE E ASSORBIMENTO DI LUCE DA PARTE DELLA MATERIA Poiché la luce è energia trasportata da oscillazioni del campo elettrico (fotoni) e la materia è fatta di particelle elettricamente cariche (atomi

Dettagli

simmetria sferica. L intensità (potenza per unità di superficie) a distanza L vale allora I = P / 4π L

simmetria sferica. L intensità (potenza per unità di superficie) a distanza L vale allora I = P / 4π L Fisia Generale Modulo di Fisia II A.A. -5 seritaione OND LTTROMAGNTICH Gb. Si onsideri un onda elettromagnetia piana sinusoidale he si propaga nel vuoto nella direione positiva dell asse x. La lunghea

Dettagli

L osservazione in luce bianca è, per così dire, l osservazione del Sole al naturale ovviamente dopo averne attenuato la fortissima emissione di luce.

L osservazione in luce bianca è, per così dire, l osservazione del Sole al naturale ovviamente dopo averne attenuato la fortissima emissione di luce. L osservazione in luce bianca è, per così dire, l osservazione del Sole al naturale ovviamente dopo averne attenuato la fortissima emissione di luce. Questa attenuazione si ottiene mediante l uso di un

Dettagli

La propagazione delle onde luminose può essere studiata per mezzo delle equazioni di Maxwell. Tuttavia, nella maggior parte dei casi è possibile

La propagazione delle onde luminose può essere studiata per mezzo delle equazioni di Maxwell. Tuttavia, nella maggior parte dei casi è possibile Elementi di ottica L ottica si occupa dello studio dei percorsi dei raggi luminosi e dei fenomeni legati alla propagazione della luce in generale. Lo studio dell ottica nella fisica moderna si basa sul

Dettagli

Capitolo 2 Caratteristiche delle sorgenti luminose In questo capitolo sono descritte alcune grandezze utili per caratterizzare le sorgenti luminose.

Capitolo 2 Caratteristiche delle sorgenti luminose In questo capitolo sono descritte alcune grandezze utili per caratterizzare le sorgenti luminose. Capitolo 2 Caratteristiche delle sorgenti luminose In questo capitolo sono descritte alcune grandezze utili per caratterizzare le sorgenti luminose. 2.1 Spettro di emissione Lo spettro di emissione di

Dettagli

Radiazione atmosferica

Radiazione atmosferica Radiazione atmosferica Fondamenti di meteorologia e climatologia Trento, 28 Aprile 2015 Radiazione elettromagnetica La radiazione elettromagnetica puó essere vista come un insieme di onde che si propagano

Dettagli

Struttura Elettronica degli Atomi

Struttura Elettronica degli Atomi Prof. A. Martinelli Struttura Elettronica degli Atomi Dipartimento di Farmacia 1 La Natura ondulatoria della luce - La luce visibile è una piccola parte dello spettro delle onde elettromagnetiche. 1 La

Dettagli

Istituto Nazionale di Astrofisica Osservatorio Astronomico di Palermo. Terza lezione. Antonio Maggio. INAF Osservatorio Astronomico di Palermo

Istituto Nazionale di Astrofisica Osservatorio Astronomico di Palermo. Terza lezione. Antonio Maggio. INAF Osservatorio Astronomico di Palermo Istituto Nazionale di Astrofisica Osservatorio Astronomico di Palermo Terza lezione Antonio Maggio INAF Osservatorio Astronomico di Palermo Argomenti e concetti già introdotti Fotometria: il concetto di

Dettagli

Spettrofotometria. Le onde luminose consistono in campi magnetici e campi elettrici oscillanti, fra loro perpendicolari.

Spettrofotometria. Le onde luminose consistono in campi magnetici e campi elettrici oscillanti, fra loro perpendicolari. Spettrofotometria. Con questo termine si intende l utilizzo della luce nella misura delle concentrazioni chimiche. Per affrontare questo argomento dovremo conoscere: Natura e proprietà della luce. Cosa

Dettagli

f(x) = 1 x. Il dominio di questa funzione è il sottoinsieme proprio di R dato da

f(x) = 1 x. Il dominio di questa funzione è il sottoinsieme proprio di R dato da Data una funzione reale f di variabile reale x, definita su un sottoinsieme proprio D f di R (con questo voglio dire che il dominio di f è un sottoinsieme di R che non coincide con tutto R), ci si chiede

Dettagli

Considerate gli insiemi A = {1,2,3,4} e B = {a,b,c}; quante sono le applicazioni (le funzioni) di A in B?

Considerate gli insiemi A = {1,2,3,4} e B = {a,b,c}; quante sono le applicazioni (le funzioni) di A in B? FUNZIONI E CALCOLO COMBINATORIO Il quesito assegnato all esame di stato 2004 (sientifio Ordinamento e PNI) suggerise un ollegamento tra funzioni ostruite tra insiemi finiti e Calolo Combinatorio QUESITO

Dettagli

Termodinamica: legge zero e temperatura

Termodinamica: legge zero e temperatura Termodinamica: legge zero e temperatura Affrontiamo ora lo studio della termodinamica che prende in esame l analisi dell energia termica dei sistemi e di come tale energia possa essere scambiata, assorbita

Dettagli

Termologia. Introduzione Scale Termometriche Espansione termica Capacità termica e calori specifici Cambiamenti di fase e calori latenti

Termologia. Introduzione Scale Termometriche Espansione termica Capacità termica e calori specifici Cambiamenti di fase e calori latenti Termologia Introduzione Scale Termometriche Espansione termica Capacità termica e calori specifici Cambiamenti di fase e calori latenti Trasmissione del calore Legge di Wien Legge di Stefan-Boltzmann Gas

Dettagli

u 1 u k che rappresenta formalmente la somma degli infiniti numeri (14.1), ordinati al crescere del loro indice. I numeri u k

u 1 u k che rappresenta formalmente la somma degli infiniti numeri (14.1), ordinati al crescere del loro indice. I numeri u k Capitolo 4 Serie numeriche 4. Serie convergenti, divergenti, indeterminate Data una successione di numeri reali si chiama serie ad essa relativa il simbolo u +... + u +... u, u 2,..., u,..., (4.) oppure

Dettagli

ALCUNE OSSERVAZIONI SUI TRIANGOLI

ALCUNE OSSERVAZIONI SUI TRIANGOLI LUNE OSSERVZIONI SUI TRINGOLI ataloghiamo i triangoli seondo i lati seondo gli angoli 115 3 67 81 Esiste sempre il triangolo? Selte a aso le misure dei lati, è sempre possibile ostruire il triangolo? Quali

Dettagli

1. Elementi di Calcolo Combinatorio.

1. Elementi di Calcolo Combinatorio. . Elementi di Calolo Combinatorio. Prinipio Base del Conteggio Supponiamo he si devono ompiere due esperimenti. Se l esperimento uno può assumere n risultati possibili, e per ognuno di questi i sono n

Dettagli

13 La temperatura - 8. Il gas perfetto

13 La temperatura - 8. Il gas perfetto La mole e l equazione del gas perfetto Tutto ciò che vediamo intorno a noi è composto di piccolissimi grani, che chiamiamo «molecole». Per esempio, il ghiaccio, l acqua liquida e il vapore acqueo sono

Dettagli

Complementi di Termologia. I parte

Complementi di Termologia. I parte Prof. Michele Giugliano (Dicembre 2) Complementi di Termologia. I parte N.. - Calorimetria. Il calore è una forma di energia, quindi la sua unità di misura, nel sistema SI, è il joule (J), tuttavia si

Dettagli

Lampade per illuminazione esterna: Lampade a Induzione Lampade al Sodio Alta Pressione Lampade a Led

Lampade per illuminazione esterna: Lampade a Induzione Lampade al Sodio Alta Pressione Lampade a Led Lampade per illuminazione esterna: Confronto tecnico Scopo di questo articolo è quello di analizzare tecnicamente (ma non solo) le caratteristiche, i vantaggi e gli svantaggi di almeno tre sistemi diversi

Dettagli

TERMODINAMICA E TERMOFLUIDODINAMICA TRASMISSIONE DEL CALORE PER CONVEZIONE

TERMODINAMICA E TERMOFLUIDODINAMICA TRASMISSIONE DEL CALORE PER CONVEZIONE TERMODINAMICA E TERMOFUIDODINAMICA TRASMISSIONE DE CAORE PER CONVEZIONE h C T Q ( T ) m ( ) ρ = V T V ost T = A T S Trasmissione del alore per onvezione Indie 1. a onvezione termia forzata e naturale 2.

Dettagli

I COLORI DEL CIELO: COME SI FORMANO LE IMMAGINI ASTRONOMICHE

I COLORI DEL CIELO: COME SI FORMANO LE IMMAGINI ASTRONOMICHE I COLORI DEL CIELO: COME SI FORMANO LE IMMAGINI ASTRONOMICHE Nell ultima notte di osservazione abbiamo visto bellissime immagini della Galassia, delle sue stelle e delle nubi di gas che la compongono.

Dettagli

Temperatura e Calore

Temperatura e Calore Temperatura e Calore 1 Temperatura e Calore Stati di Aggregazione Temperatura Scale Termometriche Dilatazione Termica Il Calore L Equilibrio Termico La Propagazione del Calore I Passaggi di Stato 2 Gli

Dettagli

Probabilità condizionata: p(a/b) che avvenga A, una volta accaduto B. Evento prodotto: Evento in cui si verifica sia A che B ; p(a&b) = p(a) x p(b/a)

Probabilità condizionata: p(a/b) che avvenga A, una volta accaduto B. Evento prodotto: Evento in cui si verifica sia A che B ; p(a&b) = p(a) x p(b/a) Probabilità condizionata: p(a/b) che avvenga A, una volta accaduto B Eventi indipendenti: un evento non influenza l altro Eventi disgiunti: il verificarsi di un evento esclude l altro Evento prodotto:

Dettagli

9. Urti e conservazione della quantità di moto.

9. Urti e conservazione della quantità di moto. 9. Urti e conservazione della quantità di moto. 1 Conservazione dell impulso m1 v1 v2 m2 Prima Consideriamo due punti materiali di massa m 1 e m 2 che si muovono in una dimensione. Supponiamo che i due

Dettagli

Figura 2.1. A sottoinsieme di B

Figura 2.1. A sottoinsieme di B G Sammito, ernardo, Formulario di matematia Insiemi F Cimolin, L arletta, L Lussardi Insiemi Generalità Un insieme è una ollezione distinguibile di oggetti, detti elementi dell'insieme Quando un elemento

Dettagli

Genova 15 01 14 TIPOLOGIE DI LAMPADE

Genova 15 01 14 TIPOLOGIE DI LAMPADE Genova 15 01 14 TIPOLOGIE DI LAMPADE Le lampade a vapori di mercurio sono sicuramente le sorgenti di radiazione UV più utilizzate nella disinfezione delle acque destinate al consumo umano in quanto offrono

Dettagli

1. Distribuzioni campionarie

1. Distribuzioni campionarie Università degli Studi di Basilicata Facoltà di Economia Corso di Laurea in Economia Aziendale - a.a. 2012/2013 lezioni di statistica del 3 e 6 giugno 2013 - di Massimo Cristallo - 1. Distribuzioni campionarie

Dettagli

Fig. 1. Fig. 2. = + +ωc

Fig. 1. Fig. 2. = + +ωc Rifasamento monofase Sia dato i iruito di fig. 1 ostituito da un generatore di tensione indipendente reae di f.e.m. ed impedenza serie Z, da una inea di aimentazione di impedenza Z e da un ario + (a maggior

Dettagli

Fisica II - CdL Chimica. La natura della luce Ottica geometrica Velocità della luce Dispersione Fibre ottiche

Fisica II - CdL Chimica. La natura della luce Ottica geometrica Velocità della luce Dispersione Fibre ottiche La natura della luce Ottica geometrica Velocità della luce Dispersione Fibre ottiche La natura della luce Teoria corpuscolare (Newton) Teoria ondulatoria: proposta già al tempo di Newton, ma scartata perchè

Dettagli

1. Introduzione. 2. Simulazioni elettromagnetiche per la misura del SAR

1. Introduzione. 2. Simulazioni elettromagnetiche per la misura del SAR Relazione Tecnica Analisi simulative e misure con termocamera relative al confronto tra l utilizzo di un telefono smartphone in assenza e in presenza di dispositivo distanziatore EWAD Annamaria Cucinotta

Dettagli

Antonella Martinucci, Rossana Nencini, 2013 IL PESO. classe quarta

Antonella Martinucci, Rossana Nencini, 2013 IL PESO. classe quarta Antonella Martinucci, Rossana Nencini, 2013 IL PESO classe quarta I bambini utilizzano spontaneamente il concetto di pesante? Collochiamo su un banco alcuni oggetti: penne matite gomme fogli scottex quaderni

Dettagli

Siamo così arrivati all aritmetica modulare, ma anche a individuare alcuni aspetti di come funziona l aritmetica del calcolatore come vedremo.

Siamo così arrivati all aritmetica modulare, ma anche a individuare alcuni aspetti di come funziona l aritmetica del calcolatore come vedremo. DALLE PESATE ALL ARITMETICA FINITA IN BASE 2 Si è trovato, partendo da un problema concreto, che con la base 2, utilizzando alcune potenze della base, operando con solo addizioni, posso ottenere tutti

Dettagli

Errori di una misura e sua rappresentazione

Errori di una misura e sua rappresentazione Errori di una misura e sua rappresentazione Il risultato di una qualsiasi misura sperimentale è costituito da un valore numerico (con la rispettiva unità di misura) ed un incertezza (chiamata anche errore)

Dettagli

INTEGRATORE E DERIVATORE REALI

INTEGRATORE E DERIVATORE REALI INTEGRATORE E DERIVATORE REALI -Schemi elettrici: Integratore reale : C1 R2 vi (t) R1 vu (t) Derivatore reale : R2 vi (t) R1 C1 vu (t) Elenco componenti utilizzati : - 1 resistenza da 3,3kΩ - 1 resistenza

Dettagli

CONDUTTORI, CAPACITA' E DIELETTRICI

CONDUTTORI, CAPACITA' E DIELETTRICI CONDUTTORI, CAPACITA' E DIELETTRICI Capacità di un conduttore isolato Se trasferiamo una carica elettrica su di un conduttore isolato questa si distribuisce sulla superficie in modo che il conduttore sia

Dettagli

Statistica e biometria. D. Bertacchi. Variabili aleatorie. V.a. discrete e continue. La densità di una v.a. discreta. Esempi.

Statistica e biometria. D. Bertacchi. Variabili aleatorie. V.a. discrete e continue. La densità di una v.a. discreta. Esempi. Iniziamo con definizione (capiremo fra poco la sua utilità): DEFINIZIONE DI VARIABILE ALEATORIA Una variabile aleatoria (in breve v.a.) X è funzione che ha come dominio Ω e come codominio R. In formule:

Dettagli

Nascita e morte delle stelle

Nascita e morte delle stelle Nascita e morte delle stelle Se la materia che componeva l universo primordiale fosse stata tutta perfettamente omogenea e diffusa in modo uguale, non esisterebbero né stelle né pianeti. C erano invece

Dettagli

Le proprietà periodiche degli elementi LA LEZIONE

Le proprietà periodiche degli elementi LA LEZIONE Le proprietà periodiche degli elementi LA LEZIONE Le proprietà degli elementi mostrano delle tendenze che possono essere predette usando il sistema periodico ed essere spiegate e comprese analizzando la

Dettagli

Più processori uguale più velocità?

Più processori uguale più velocità? Più processori uguale più velocità? e un processore impiega per eseguire un programma un tempo T, un sistema formato da P processori dello stesso tipo esegue lo stesso programma in un tempo TP T / P? In

Dettagli

AUTODIFFUSIONE Autodiffusione

AUTODIFFUSIONE Autodiffusione DIFFUSIONE ATOMICA La diffusione è un processo importante che influenza il comportamento di un materiale alle alte temperature (creep, trattamenti termici superficiali, tempra chimica del vetro, ricristallizzazione,

Dettagli

CBM a.s. 2012/2013 PROBLEMA DELLE SCORTE

CBM a.s. 2012/2013 PROBLEMA DELLE SCORTE CBM a.s. 212/213 PROBLEMA DELLE SCORTE Chiamiamo SCORTA ogni riserva di materiali presente all interno del sistema produttivo in attesa di essere sottoposto ad un proesso di trasformazione o di distribuzione.

Dettagli

L'ENTROPIA. Lezioni d'autore

L'ENTROPIA. Lezioni d'autore L'ENTROPIA Lezioni d'autore Un video : Clic Un altro video : Clic La funzione di distribuzione delle velocità (I) Nel grafico accanto sono riportati i numeri delle molecole di un gas, suddivise a seconda

Dettagli

Matematica generale CTF

Matematica generale CTF Successioni numeriche 19 agosto 2015 Definizione di successione Monotonìa e limitatezza Forme indeterminate Successioni infinitesime Comportamento asintotico Criterio del rapporto per le successioni Definizione

Dettagli

Cenni di Teoria Cinetica dei Gas

Cenni di Teoria Cinetica dei Gas Cenni di Teoria Cinetica dei Gas Introduzione La termodinamica descrive i sistemi termodinamici tramite i parametri di stato (p, T,...) Sufficiente per le applicazioni: impostazione e progettazione di

Dettagli

MATEMATICA CORSO A COMPITINO DI RECUPERO (Tema 1) 13 Febbraio 2014

MATEMATICA CORSO A COMPITINO DI RECUPERO (Tema 1) 13 Febbraio 2014 MATEMATICA CORSO A COMPITINO DI RECUPERO (Tema 1) 13 Febbraio 2014 Soluzioni 1. In un sahetto i sono 7 palline olorate: 2 rosse, 3 verdi e 2 gialle. Si fanno 4 estrazioni on rimessa. a) Calola la probabilità

Dettagli

~ Copyright Ripetizionando - All rights reserved ~ http://ripetizionando.wordpress.com STUDIO DI FUNZIONE

~ Copyright Ripetizionando - All rights reserved ~ http://ripetizionando.wordpress.com STUDIO DI FUNZIONE STUDIO DI FUNZIONE Passaggi fondamentali Per effettuare uno studio di funzione completo, che non lascia quindi margine a una quasi sicuramente errata inventiva, sono necessari i seguenti 7 passaggi: 1.

Dettagli

Come visto precedentemente l equazione integro differenziale rappresentativa dell equilibrio elettrico di un circuito RLC è la seguente: 1 = (1)

Come visto precedentemente l equazione integro differenziale rappresentativa dell equilibrio elettrico di un circuito RLC è la seguente: 1 = (1) Transitori Analisi nel dominio del tempo Ricordiamo che si definisce transitorio il periodo di tempo che intercorre nel passaggio, di un sistema, da uno stato energetico ad un altro, non è comunque sempre

Dettagli

risulta (x) = 1 se x < 0.

risulta (x) = 1 se x < 0. Questo file si pone come obiettivo quello di mostrarvi come lo studio di una funzione reale di una variabile reale, nella cui espressione compare un qualche valore assoluto, possa essere svolto senza necessariamente

Dettagli

FONDAMENTI DI ILLUMINOTECNICA

FONDAMENTI DI ILLUMINOTECNICA Prof. Ceccarelli Antonio ITIS G. Marconi Forlì Articolazione: Elettrotecnica Disciplina: Tecnologie e progettazione di sistemi elettrici ed elettronici A.S. 2012/13 FONDAMENTI DI ILLUMINOTECNICA CHE COSA

Dettagli

LA CORRENTE ELETTRICA CONTINUA

LA CORRENTE ELETTRICA CONTINUA LA CORRENTE ELETTRICA CONTINUA (Fenomeno, indipendente dal tempo, che si osserva nei corpi conduttori quando le cariche elettriche fluiscono in essi.) Un conduttore metallico è in equilibrio elettrostatico

Dettagli

www.fisiokinesiterapia.biz

www.fisiokinesiterapia.biz www.fisiokinesiterapia.biz LABORATORIO DI FISICA MEDICA : LA TELETERMOGRAFIA DIGITALE Sommario La Termografia L Imaging Termico Misure di Temperatura Propagazione del Calore Radiazione da Corpo Nero Sensori

Dettagli

13. Campi vettoriali

13. Campi vettoriali 13. Campi vettoriali 1 Il campo di velocità di un fluido Il concetto di campo in fisica non è limitato ai fenomeni elettrici. In generale il valore di una grandezza fisica assegnato per ogni punto dello

Dettagli

Consideriamo due polinomi

Consideriamo due polinomi Capitolo 3 Il luogo delle radici Consideriamo due polinomi N(z) = (z z 1 )(z z 2 )... (z z m ) D(z) = (z p 1 )(z p 2 )... (z p n ) della variabile complessa z con m < n. Nelle problematiche connesse al

Dettagli

IL SOLE. Il Sole è una stella cioè un corpo che emette luce ed energia ed è formato da gas, principalmente idrogeno (74%) ed elio (24%)

IL SOLE. Il Sole è una stella cioè un corpo che emette luce ed energia ed è formato da gas, principalmente idrogeno (74%) ed elio (24%) IL SOLE Il Sole è una stella cioè un corpo che emette luce ed energia ed è formato da gas, principalmente idrogeno (74%) ed elio (24%) Struttura del Sole 0 - nel NUCLEO viene prodotta l energia emessa

Dettagli

Guida all uso di Java Diagrammi ER

Guida all uso di Java Diagrammi ER Guida all uso di Java Diagrammi ER Ver. 1.1 Alessandro Ballini 16/5/2004 Questa guida ha lo scopo di mostrare gli aspetti fondamentali dell utilizzo dell applicazione Java Diagrammi ER. Inizieremo con

Dettagli

1. Scopo dell esperienza.

1. Scopo dell esperienza. 1. Scopo dell esperienza. Lo scopo di questa esperienza è ricavare la misura di tre resistenze il 4 cui ordine di grandezza varia tra i 10 e 10 Ohm utilizzando il metodo olt- Amperometrico. Tale misura

Dettagli

Lezione 5. Argomenti. Premessa Vincolo di bilancio La scelta ottima del consumatore

Lezione 5. Argomenti. Premessa Vincolo di bilancio La scelta ottima del consumatore Lezione 5 Argomenti Premessa Vincolo di bilancio La scelta ottima del consumatore 5.1 PREESSA Nonostante le preferenze portino a desiderare quantità crescenti di beni, nella realtà gli individui non sono

Dettagli

( x) ( x) 0. Equazioni irrazionali

( x) ( x) 0. Equazioni irrazionali Equazioni irrazionali Definizione: si definisce equazione irrazionale un equazione in cui compaiono uno o più radicali contenenti l incognita. Esempio 7 Ricordiamo quanto visto sulle condizioni di esistenza

Dettagli

FISICA. Le forze. Le forze. il testo: 2011/2012 La Semplificazione dei Testi Scolastici per gli Alunni Stranieri IPSIA A.

FISICA. Le forze. Le forze. il testo: 2011/2012 La Semplificazione dei Testi Scolastici per gli Alunni Stranieri IPSIA A. 01 In questa lezione parliamo delle forze. Parliamo di forza quando: spostiamo una cosa; solleviamo un oggetto; fermiamo una palla mentre giochiamo a calcio; stringiamo una molla. Quando usiamo (applichiamo)

Dettagli

da 2 a 5 giocatori, dai 10 anni in su, durata 30 minuti

da 2 a 5 giocatori, dai 10 anni in su, durata 30 minuti da 2 a 5 giocatori, dai 10 anni in su, durata 30 minuti OBIETTIVO Il vincitore è colui che, dopo due round di gioco, delle sue 11 ordinazioni, ne ha consegnate il maggior numero. CONTENUTO DELLA SCATOLA

Dettagli

LA LEGGE DI GRAVITAZIONE UNIVERSALE

LA LEGGE DI GRAVITAZIONE UNIVERSALE GRAVIMETRIA LA LEGGE DI GRAVITAZIONE UNIVERSALE r La legge di gravitazione universale, formulata da Isaac Newton nel 1666 e pubblicata nel 1684, afferma che l'attrazione gravitazionale tra due corpi è

Dettagli

Ottica fisiologica (2): sistemi ottici

Ottica fisiologica (2): sistemi ottici Ottica fisiologica (2): sistemi ottici Corso di Principi e Modelli della Percezione Prof. Giuseppe Boccignone Dipartimento di Informatica Università di Milano boccignone@di.unimi.it http://boccignone.di.unimi.it/pmp_2014.html

Dettagli

Energia nelle reazioni chimiche. Lezioni d'autore di Giorgio Benedetti

Energia nelle reazioni chimiche. Lezioni d'autore di Giorgio Benedetti Energia nelle reazioni chimiche Lezioni d'autore di Giorgio Benedetti VIDEO Introduzione (I) L energia chimica è dovuta al particolare arrangiamento degli atomi nei composti chimici e le varie forme di

Dettagli

ISTITUTO COMPRENSIVO BARBERINO MUGELLO

ISTITUTO COMPRENSIVO BARBERINO MUGELLO IL PESO percorso didattico scuola primaria Sperimentazione didattica ISTITUTO COMPRENSIVO BARBERINO MUGELLO I bambini utilizzano spontaneamente il concetto di pesante? Collochiamo su un banco alcuni oggetti:

Dettagli

Gli input sono detti anche fattori di produzione: terra, capitale, lavoro, materie prime.

Gli input sono detti anche fattori di produzione: terra, capitale, lavoro, materie prime. LA TECNOLOGIA Studio del comportamento dell impresa, soggetto a vincoli quando si compiono scelte. La tecnologia rientra tra vincoli naturali e si traduce nel fatto che solo alcuni modi di trasformare

Dettagli

MOMENTI E CENTRAGGIO DEL VELIVOLO

MOMENTI E CENTRAGGIO DEL VELIVOLO x 1 x ISTITUZIONI DI INGEGNERIA AEROSAZIALE OENTI E CENTRAGGIO VELIVOLO OENTI E CENTRAGGIO DEL VELIVOLO er il alolo delle prestazioni in volo orizzontale rettilineo ed uniforme, il velivolo può essere

Dettagli

Dimensione di uno Spazio vettoriale

Dimensione di uno Spazio vettoriale Capitolo 4 Dimensione di uno Spazio vettoriale 4.1 Introduzione Dedichiamo questo capitolo ad un concetto fondamentale in algebra lineare: la dimensione di uno spazio vettoriale. Daremo una definizione

Dettagli

Capitolo 3. L applicazione Java Diagrammi ER. 3.1 La finestra iniziale, il menu e la barra pulsanti

Capitolo 3. L applicazione Java Diagrammi ER. 3.1 La finestra iniziale, il menu e la barra pulsanti Capitolo 3 L applicazione Java Diagrammi ER Dopo le fasi di analisi, progettazione ed implementazione il software è stato compilato ed ora è pronto all uso; in questo capitolo mostreremo passo passo tutta

Dettagli

1. Limite finito di una funzione in un punto

1. Limite finito di una funzione in un punto . Limite finito di una funzione in un punto Consideriamo la funzione: f ( ) = il cui dominio risulta essere R {}, e quindi il valore di f ( ) non è calcolabile in =. Quest affermazione tuttavia non esaurisce

Dettagli

CRITERI DI CONVERGENZA PER LE SERIE. lim a n = 0. (1) s n+1 = s n + a n+1. (2) CRITERI PER LE SERIE A TERMINI NON NEGATIVI

CRITERI DI CONVERGENZA PER LE SERIE. lim a n = 0. (1) s n+1 = s n + a n+1. (2) CRITERI PER LE SERIE A TERMINI NON NEGATIVI Il criterio più semplice è il seguente. CRITERI DI CONVERGENZA PER LE SERIE Teorema(condizione necessaria per la convergenza). Sia a 0, a 1, a 2,... una successione di numeri reali. Se la serie a k è convergente,

Dettagli

E naturale chiedersi alcune cose sulla media campionaria x n

E naturale chiedersi alcune cose sulla media campionaria x n Supponiamo che un fabbricante stia introducendo un nuovo tipo di batteria per un automobile elettrica. La durata osservata x i delle i-esima batteria è la realizzazione (valore assunto) di una variabile

Dettagli

Progetto di simulazione molecolare per il corso di Complementi di algoritmi A.A. 2005-06

Progetto di simulazione molecolare per il corso di Complementi di algoritmi A.A. 2005-06 Progetto di simulazione molecolare per il corso di Complementi di algoritmi A.A. 2005-06 13 febbraio 2006 1 Descrizione Il progetto si compone delle seguenti fasi: 1. caricamento di soluzioni in formato

Dettagli

Da Newton a Planck. La struttura dell atomo. Da Newton a Planck. Da Newton a Planck. Meccanica classica (Newton): insieme

Da Newton a Planck. La struttura dell atomo. Da Newton a Planck. Da Newton a Planck. Meccanica classica (Newton): insieme Da Newton a Planck Meccanica classica (Newton): insieme La struttura dell atomo di leggi che spiegano il mondo fisico fino alla fine del XIX secolo Prof.ssa Silvia Recchia Quantomeccanica (Planck): insieme

Dettagli

LA FORZA. Il movimento: dal come al perché

LA FORZA. Il movimento: dal come al perché LA FORZA Concetto di forza Principi della Dinamica: 1) Principio d inerzia 2) F=ma 3) Principio di azione e reazione Forza gravitazionale e forza peso Accelerazione di gravità Massa, peso, densità pag.1

Dettagli

Politecnico di Milano. Facoltà di Ingegneria Industriale. Corso di Analisi e Geometria 2. Sezione D-G. (Docente: Federico Lastaria).

Politecnico di Milano. Facoltà di Ingegneria Industriale. Corso di Analisi e Geometria 2. Sezione D-G. (Docente: Federico Lastaria). Politecnico di Milano. Facoltà di Ingegneria Industriale. Corso di Analisi e Geometria 2. Sezione D-G. (Docente: Federico Lastaria). Aprile 20 Indice Serie numeriche. Serie convergenti, divergenti, indeterminate.....................

Dettagli

Osservazioni sulla continuità per le funzioni reali di variabile reale

Osservazioni sulla continuità per le funzioni reali di variabile reale Corso di Matematica, I modulo, Università di Udine, Osservazioni sulla continuità Osservazioni sulla continuità per le funzioni reali di variabile reale Come è noto una funzione è continua in un punto

Dettagli

Indirizzo : Scientifico Tecnologico. Corso sperimentale Progetto Brocca. Primo Quesito

Indirizzo : Scientifico Tecnologico. Corso sperimentale Progetto Brocca. Primo Quesito Indirizzo : Sientifio Tenologio Primo Quesito Corso sperimentale Progetto Broa Con la storia memoria dal titolo Teoria della legge di distribuzione dell energia dello spettro normale presentata all Aademia

Dettagli

Dai colori alle stelle: un excursus tra Fisica e Ottica

Dai colori alle stelle: un excursus tra Fisica e Ottica Dai colori alle stelle: un excursus tra Fisica e Ottica Martina Giordani Facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali Corso di Laurea in Ottica e Optometria Federica Ricci Facoltà di Scienze matematiche,

Dettagli

Test d ipotesi. Statistica e biometria. D. Bertacchi. Test d ipotesi

Test d ipotesi. Statistica e biometria. D. Bertacchi. Test d ipotesi In molte situazioni una raccolta di dati (=esiti di esperimenti aleatori) viene fatta per prendere delle decisioni sulla base di quei dati. Ad esempio sperimentazioni su un nuovo farmaco per decidere se

Dettagli

Elementi di Psicometria con Laboratorio di SPSS 1

Elementi di Psicometria con Laboratorio di SPSS 1 Elementi di Psicometria con Laboratorio di SPSS 1 29-Analisi della potenza statistica vers. 1.0 (12 dicembre 2014) Germano Rossi 1 germano.rossi@unimib.it 1 Dipartimento di Psicologia, Università di Milano-Bicocca

Dettagli

1 Caratteristiche dei materiali utilizzati in ottica oftalmica di Alessandro Farini 1.1 Caratteristiche ottiche dei materiali oftalmici

1 Caratteristiche dei materiali utilizzati in ottica oftalmica di Alessandro Farini 1.1 Caratteristiche ottiche dei materiali oftalmici 1 Caratteristiche dei materiali utilizzati in ottica oftalmica di Alessandro Farini Esaminiamo in questo capitolo le principali caratteristiche dei vari materiali utilizzati nel campo dell'ottica oftalmica,

Dettagli

PROBABILITÀ - SCHEDA N. 2 LE VARIABILI ALEATORIE

PROBABILITÀ - SCHEDA N. 2 LE VARIABILI ALEATORIE Matematica e statistica: dai dati ai modelli alle scelte www.dima.unige/pls_statistica Responsabili scientifici M.P. Rogantin e E. Sasso (Dipartimento di Matematica Università di Genova) PROBABILITÀ -

Dettagli

ASSORBIMENTO ATMOSFERICO

ASSORBIMENTO ATMOSFERICO ASSORBIMENTO ATMOSFERICO GIUSEPPE GIUDICE Tutti sanno che l atmosfera terrestre è in genere opaca alle radiazioni elettromagnetiche, tranne che in due finestre dello spettro, cioè la finestra ottica e

Dettagli

Lo spessimetro ( a cura di Elena Pizzinini)

Lo spessimetro ( a cura di Elena Pizzinini) Lo spessimetro ( a cura di Elena Pizzinini) 1) Che cos è? Lo spessivetro è uno strumento (brevettato dalla ditta Saint Gobain) dal funzionamento piuttosto semplice che permette di misurare lo spessore

Dettagli

PRINCIPI DI TRASMISSIONE DEL CALORE

PRINCIPI DI TRASMISSIONE DEL CALORE PRINCIPI DI TRASMISSIONE DEL CALORE La trasmissione del calore può avvenire attraverso tre meccanismi: - Conduzione; - Convezione; - Irraggiamento; Nella conduzione la trasmissione del calore è riconducibile

Dettagli

Onde elettromagnetiche

Onde elettromagnetiche Onde elettromagnetiche Alla metà del XIX secolo Maxwell prevede teoricamente le onde e.m. Sono scoperte sperimentalmente da Hertz Danno la possibilità di comunicare a distanza (radio, televisione, telecomandi

Dettagli

REALIZZAZIONE E STUDIO DI UN OSCILLATORE A DENTI DI SEGA

REALIZZAZIONE E STUDIO DI UN OSCILLATORE A DENTI DI SEGA REALIZZAZIONE E STUDIO DI UN OSCILLATORE A DENTI DI SEGA ATTENZIONE: PERICOLO! In questa esperienza si impiegano alte tensioni. E fatto obbligo di fare controllare i collegamenti al tecnico prima di accendere.

Dettagli

Il Campionameto dei segnali e la loro rappresentazione. 1 e prende il nome frequenza di

Il Campionameto dei segnali e la loro rappresentazione. 1 e prende il nome frequenza di Il Campionameto dei segnali e la loro rappresentazione Il campionamento consente, partendo da un segnale a tempo continuo ovvero che fluisce con continuità nel tempo, di ottenere un segnale a tempo discreto,

Dettagli

LE SUCCESSIONI 1. COS E UNA SUCCESSIONE

LE SUCCESSIONI 1. COS E UNA SUCCESSIONE LE SUCCESSIONI 1. COS E UNA SUCCESSIONE La sequenza costituisce un esempio di SUCCESSIONE. Ecco un altro esempio di successione: Una successione è dunque una sequenza infinita di numeri reali (ma potrebbe

Dettagli

GIROSCOPIO. Scopo dell esperienza: Teoria fisica. Verificare la relazione: ω p = bmg/iω

GIROSCOPIO. Scopo dell esperienza: Teoria fisica. Verificare la relazione: ω p = bmg/iω GIROSCOPIO Scopo dell esperienza: Verificare la relazione: ω p = bmg/iω dove ω p è la velocità angolare di precessione, ω è la velocità angolare di rotazione, I il momento principale d inerzia assiale,

Dettagli

Un altro importante parametro di questo processo è la risoluzione che rappresenta la distanza minima che la litografia può apprezzare.

Un altro importante parametro di questo processo è la risoluzione che rappresenta la distanza minima che la litografia può apprezzare. TECNICHE LITOGRAFICHE La litografia è un processo basilare nella realizzazione di circuiti integrati,esso consiste nel depositare un materiale detto resist sul wafer da processare che una volta esposto

Dettagli

Capitolo 25: Lo scambio nel mercato delle assicurazioni

Capitolo 25: Lo scambio nel mercato delle assicurazioni Capitolo 25: Lo scambio nel mercato delle assicurazioni 25.1: Introduzione In questo capitolo la teoria economica discussa nei capitoli 23 e 24 viene applicata all analisi dello scambio del rischio nel

Dettagli

Un sistema di controllo può essere progettato fissando le specifiche:

Un sistema di controllo può essere progettato fissando le specifiche: 3. Specifiche dei Sistemi Un sistema di controllo può essere progettato fissando le specifiche: nel dominio del tempo (tempo di salita, tempo di assestamento, sovraelongazione, ecc.); nel dominio della

Dettagli

Università degli studi di Messina facoltà di Scienze mm ff nn. Progetto Lauree Scientifiche (FISICA) Prisma ottico

Università degli studi di Messina facoltà di Scienze mm ff nn. Progetto Lauree Scientifiche (FISICA) Prisma ottico Università degli studi di Messina facoltà di Scienze mm ff nn Progetto Lauree Scientifiche (FISICA) Prisma ottico Parte teorica Fenomenologia di base La luce che attraversa una finestra, un foro, una fenditura,

Dettagli

Che cos è l intelligenza e come funzionano i test del Q.I.

Che cos è l intelligenza e come funzionano i test del Q.I. Che cos è l intelligenza e come funzionano i test del Q.I. Non esiste, al giorno d oggi, un parere unanime della comunità scientifica sulla definizione di intelligenza. In generale, potremmo dire che è

Dettagli

CAPITOLO 16 SUCCESSIONI E SERIE DI FUNZIONI

CAPITOLO 16 SUCCESSIONI E SERIE DI FUNZIONI CAPITOLO 16 SUCCESSIONI E SERIE DI FUNZIONI Abbiamo studiato successioni e serie numeriche, ora vogliamo studiare successioni e serie di funzioni. Dato un insieme A R, chiamiamo successione di funzioni

Dettagli

Qualche semplice considerazione sulle onde di Daniele Gasparri

Qualche semplice considerazione sulle onde di Daniele Gasparri Qualche semplice considerazione sulle onde di Daniele Gasparri Le onde sono delle perturbazioni periodiche che si propagano nello spazio; quasi sempre (tranne nel caso della luce) si ha un mezzo che permette

Dettagli