Comunicazione e mass media. Prospettive per oggi e domani

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1 Comunicazione e mass media Prospettive per oggi e domani 1

2 BREVE STORIA DEL GIORNALISMO ITALIANO DAGLI ALBORI AD OGGI 2

3 I PRIMI PASSI Le prime gazzette a stampa, quindicinali o settimanali, compaiono all inizio del 600 e coabitano a lungo con gli avvisi e i fogli di notizie manoscritti. In Italia, Firenze e Genova sono le prime ad avere una gazzetta, nel 1636 e Il tempo che intercorre tra un evento e la diffusione della notizia è di una ventina di giorni (oggi 20 minuti). 3

4 I PRIMI PASSI Le prime gazzette hanno il formato dei libri (15x23) ed escono a due o quattro pagine. Le otto pagine e la periodicità settimanale arrivano nella seconda metà del 600. Quasi tutti durano poco, e la tiratura va dalle 200 alle copie. Il primo quotidiano della storia esce a Lipsia nel

5 I PRIMI PASSI IN ITALIA In Italia, a cavallo tra 600 e 700, si amplia la rete delle gazzette privilegiate, ovvero finanziate dai governi locali. Ne escono a Torino, Bologna, Mantova, Messina, Parma e Modena, ma anche in piccoli centri come Rimini. Alla fine del 600 si stringono i lacci della censura, scoraggiando i propositi di fare nuovi giornali. Nel 700, i quotidiani rimasti viaggiano comunque sopra le copie al giorno. 5

6 LA RIVOLUZIONE FRANCESE E LA STAMPA ITALIANA La Rivoluzione segna una tappa fondamentale nella storia della stampa, e dà al giornalismo un grande impulso. L articolo XI della Dichiarazione dei diritti dell uomo (1789) dice: La libera comunicazione del pensiero e delle opinioni è uno dei diritti più preziosi dell uomo: ogni cittadino può dunque parlare, scrivere e stampare liberamente, salvo rispondere dell abuso di questa libertà nei casi determinati dalla legge. 6

7 NASCE L OPINIONE PUBBLICA Con la nascita del giornalismo politico si forma l opinione pubblica. In Italia le notizie che arrivano dalla Francia provocano eccitazione e curiosità: quasi tutte le gazzette danno conto delle decisioni dell Assemblea nazionale e della Costituente, e pubblicano i documenti rivoluzionari. 1791: compaiono a Firenze, Venezia e Milano, i primi periodici femminili. 7

8 LA STAMPA SOTTO NAPOLEONE Napoleone arriva a Milano nel maggio 1796: con la sua venuta in Italia, cadono le restrizioni sulla stampa. Nel triennio giacobino escono a Milano 40 giornali, 20 a Genova e 10 tra Venezia, Roma e Napoli. Nascono le prime forme di giornalismo politico, sui temi della libertà di stampa e sul movimento patriottico. 8

9 IL REGNO D ITALIA NAPOLEONICO Nel 1804 Napoleone torna in Italia (era stato cacciato dagli austriaci nel 1799) e proclama il Regno d Italia. La penisola pullula di giornali, anche se non più liberi, ma orientati alla politica francese. La pagina viene suddivisa in 3 colonne: è con l introduzione della macchina a fabbricazione continua di carta che crescono i formati (più pagine) e aumentano le tirature. 9

10 IL GIORNALISMO DEL RISORGIMENTO Per tutto il periodo della Restaurazione, fino alla promulgazione degli editti del , non esiste in Italia un giornalismo politico nel senso completo del termine. Le idee nuove vengono comunque espresse attraverso i fogli letterari e culturali. In ogni città i sovrani fanno uscire una Gazzetta. 10

11 IL BIENNIO La fioritura di giornali che si era verificata nelle fasi rivoluzionarie, si ripete in misura molto più ampia e intensa nel : la scena giornalistica diventa tumultuosa per l importanza degli eventi. Nel clima della guerra d indipendenza, compare a Torino la Gazzetta del Popolo : prezzi popolari, distribuzione al mattino, linguaggio semplice, gli valgono subito abbonati. In Italia il 75% della popolazione è analfabeta. 11

12 ALCUNE CONSIDERAZIONI La Gazzetta del Popolo si rivela un vero fenomeno editoriale. La media nazionale delle tirature si aggira comunque sulle copie, a fronte delle degli altri Paesi europei. In Italia, i quotidiani che hanno buone possibilità di durare si contano sulle dita di una mano. Alcuni hanno il formato grande alla francese, con la pagina suddivisa in quattro colonne anziché in due. La pubblicità è per ora molto scarsa. Il giornalismo italiano nel periodo risorgimentale si è sviluppato con forte connotazione politica, e manca la spinta imprenditoriale. 12

13 IL GIORNALISTA La figura del giornalista, negli anni precedenti l unificazione nazionale, comincia ad assumere lineamenti peculiari. Sono però rari i casi in cui l impegno politico non abbia il sopravvento su quello professionale. 13

14 PERIODO Con l Unità d Italia migliora la situazione socioculturale del Paese: diminuisce l analfabetismo (dal 75% del 1848 al 68% del 1871, con punte minime in Lombardia e Piemonte al 42-45%). Quando cade il governo della Destra storica (1876), i giornali ufficiali del Regno sono 65 (28 quotidiani e 37 periodici). 14

15 LE PRIME LEGGI SULLA STAMPA In questi anni, la legge prevede il sequestro in caso di attività politica non conforme agli interessi dello Stato: a farne le spese sono soprattutto i giornali di sinistra, così come i primi fogli destinati alla classi popolari. Ai giornali amici, governo e prefetti concedono anche finanziamenti. Un altra forma di aiuto da parte del Governo è la fornitura gratuita di notizie. Si tratta della prima rudimentale forma di ufficio stampa. 15

16 Avvicinandosi il 1871, anno di Roma capitale, il giornalismo comincia a crescere e formarsi anche nell Urbe. A muovere l anima del giornalismo sono sempre le battaglie politiche: la Sinistra sta cercando di fronteggiare lo strapotere della Destra, cominciando ad impossessarsi di alcuni mezzi d informazione. Questo gli varrà il governo nel : nasce a Milano il Corriere della Sera. 16

17 NASCE IL CORSERA Il Corrierone nasce come quotidiano del pomeriggio: il progetto del direttore 34enne Eugenio Torelli Viollier, è dare alla borghesia un giornale che sia la versione destroide de Il Secolo, fino a quel momento il quotidiano lombardo più avanzato. L avvio è molto stentato: il Corriere stampa copie, il Secolo Per il Corsera una svolta decisiva arriva nel 1885 quando il cotoniere Benigno Crespi entra socio con Torelli. 17

18 Nel 1889 la tiratura del Corsera arriva a copie, contro le del Secolo. Nel frattempo, la Gazzetta piemontese si è trasformata ne La Stampa. A Roma sta crescendo Il Messaggero, lanciato nel 1878: abbandonata la formula iniziale del giornale dei giornali, perché realizzato con forbici e colla (un fiasco con meno di acquirenti) cresce grazie allo spazio dato dal direttore Luigi Cesana alla cronaca cittadina, che negli altri giornali quasi non esiste. 18

19 ALTRI QUOTIDIANI Il Resto del Carlino di Bologna nasce in piccolo formato (2 cent) come foglio locale di tendenza democratica. Nonostante un successo iniziale (6.000 copie), i conti non tornano, e la proprietà passa a Zamorani, che gli dà un taglio editoriale migliore, di matrice progressista, giungendo alle copie di tiratura. 19

20 Il Secolo XIX compare a Genova nel 1886, e si colloca come sostenitore degli interessi protezionistici, creando un collegamento con le forze economiche della borghesia industriale ed agraria. In campo cattolico, le direttive per lo sviluppo della stampa si imperniano sul localismo. Si raccomanda di aderire alle necessità ed ai gusti delle popolazioni di ogni piccolo centro, affinché il giornale divenga un elemento indispensabile del buon cattolico. I giornali maggiore sono L Osservatore cattolico di Milano, L Avvenire di Bologna, Il Cittadino di Brescia e L Eco di Bergamo. 20

21 IL NOVECENTO Nel momento in cui, per l Italia, si aprono prospettive di progresso civile, sociale ed economico (realizzate poi da Giolitti) la situazione dell editoria giornalistica presenta notevoli disparità ed è ancora fragile, non avendo un riconoscimento ufficiale. La popolazione cresce a ritmo sostenuto (32 milioni nel 1901) ed il processo di urbanizzazione accelera. Il 48% della popolazione è ancora analfabeta. I giornali d impronta liberale sono quelli che si rafforzano di più, e c è già chi guarda alla stampa come Quarto potere. 21

22 Dati sul numero di quotidiani e periodici stampati Lombardia Lazio Piemonte

23 Tra il 1905 e il 1915 diminuisce la percentuale di fogli minori sul numero complessivo di quotidiani e periodici, passa dall 11,5% al 4,8%. Ai costi di produzione più alti, si devono aggiungere cospicui investimenti per dotare le tipografie dei nuovi macchinari. La tendenza generale è al formato grande, con sei o otto pagine. Si delineano le suddivisioni per argomenti con testatine apposite: cronaca cittadina, giudiziaria, notizie teatrali, recentissime. In prima pagina notizie di ogni genere. 23

24 Nelle redazioni dei maggiori quotidiani, che ormai sono una decina, procede la razionalizzazione dei compiti e degli orari: solo nei giornali di provincia i redattori si improvvisano tuttofare. Il settore che conta il maggior numero di giornalisti è la cronaca cittadina: ci sono cronisti di bianca e di nera. Si afferma la stampa socialista con L Avanti. Molti giornali cattolici cercano di superare il Non expedit (bolla di Leone XIII del 1896) con un coinvolgimento maggiore nei fatti quotidiani, ed un atteggiamento generale di moderazione. 24

25 LA GRANDE GUERRA Con la I Guerra Mondiale, i giornali si dividono tra fronte neutralista e fronte interventista: ne guadagnano gli editori, visto che la gente, avendo bisogno d informarsi, fa più riferimento ai quotidiani. La Grande Guerra incise molto sull impostazione dei giornali, in primis perché cambiarono diverse proprietà, poi perché mutò l intonazione delle notizie. I giornali furono condizionati dalla censura dal 1915 al

26 VALUTAZIONI La diffusione era cresciuta nelle prime fasi belliche, poi era diminuita col crescere dei costi di produzione e la crisi economica. FENOMENO CENSURA: voluto da Luigi Cadorna, che non aveva simpatia per la stampa, e quindi faceva filtrare tutte le notizie dall Ufficio stampa del Comando Supremo. 26

27 L AVVENTO DEL FASCISMO Tra il 1920 e il 1922 nascono nuovi giornali di partito, o filo-partitici: ogni forza politica ne ha almeno uno. 28 ottobre 1922: MARCIA SU ROMA. Nelle prime settimane del governo Mussolini le prime pagine dei giornali appaiono politicamente spente, oppure danno la sensazione dell ufficiosità o della soddisfazione. I giornali socialisti, comunisti e repubblicano tentano la replica. 27

28 MUSSOLINI E LA STAMPA L intenzione di Mussolini era di giungere ad una concreta limitazione della libertà di stampa. Il direttore del Corsera, Luigi Albertini, dopo numerosi attacchi squadristi è costretto alle dimissioni. Arrivano le leggi fascistissime : con la legge del 31 dicembre 1925 cessa la libertà di stampa. 28

29 LEGGE 31/12/1925 I cardini di questa legge sono gli articoli 1 e 7. Con questi due articoli si crea la figura del direttore responsabile e si istituisce l Ordine dei giornalisti (controllato dal Sindacato fascista) al quale occorrerà essere iscritti per esercitare la professione. Dunque, i direttori diventano vassalli del Duce. 29

30 LEGGE 31/12/1925 Le due norme lasciano spiragli molto esigui, perché per essere iscritti all Albo bisognerà presentare un certificato di buona condotta politica. Tra i criteri ispiratori delle leggi fascistissime c era la prevalenza della libertà dello Stato sulla libertà del cittadino. 1926: continua i sequestri dei quotidiani e dei fogli non allineati. 30

31 I GIORNALI SOTTO IL REGIME Mussolini concentra la sua politica sulla stampa su 2 obiettivi: 1. Sottoporre all obbedienza i maggiori quotidiani 2. Dare un impronta dottrinaria ai giornali, inserendoli nella MACCHINA DEL CONSENSO, senza farne giornali di Stato. 31

32 MUSSOLINI E LA STAMPA CATTOLICA Verso la stampa cattolica il regime adotta un particolare tatto, poiché nel complesso i fogli cattolici assecondano le propensioni della Chiesa ad un dialogo col regime, in virtù della firma dei Patti Lateranensi (1929). Durante il fascismo (1931) nasce Radio Vaticana, ad opera di Guglielmo Marconi. 32

33 IL MINCULPOP Mussolini creò il Ministero per la stampa e la propaganda, poi mutato in Ministero per la cultura popolare, soprannominato dai giornali Minculpop. 1939: le tirature dei quotidiani italiani si aggirano in totale su copie. 33

34 LA STAMPA DELLA RESISTENZA La stampa del movimento di liberazione fu un fenomeno di dimensioni considerevoli, oltre che di grande valore politico. 2 filoni: 1. Stampa clandestina (settembre aprile 1945); 2. Fogli delle formazioni partigiane (primavera 1944-primavera 1945). I partiti di fatto operavano attraverso la stampa, spesso clandestina, che aveva cadenza quindicinale. C erano sedi di giornali nelle maggiori città italiane. 34

35 Le forze politiche si sforzano di far uscire fogli diretti a singole categorie sociali: operai, donne, artigiani. La stampa comunista è la più numerosa e la più diversificata: l organo del Pci, L Unità, esce a Roma, Milano, Torino e Genova, con tirature tra le 10 e le copie. Un enormità se si pensa alle enormi ristrettezze economiche (la carta scarseggiava). L Italia libera è l organo d informazione del Partito d Azione. 35

36 IL DOPOGUERRA: FASE 1 Prima della fine della guerra, l attività della stampa dipende dal controllo del Pwb, un organo dipendente dal Governo militare alleato, creato sia per la propaganda, sia per pilotare il ritorno della libertà di stampa nei territori via via liberati dai tedeschi. E il Pwb che rilascia le autorizzazioni necessarie per stampare i giornali: i primi fogli escono in Sicilia e Calabra subito dopo l 8 settembre

37 Questi fogli vanno a ruba, anche se sono di piccolo formato. Dopo la Liberazione, le richieste degli Alleati perché compaiano anche i quotidiani indipendenti sono pressanti: soprattutto a Milano e Torino, città guida della lotta partigiana. Il 22 maggio 1945 ricomincia ad uscire il Corriere d Informazione, ovvero il Corsera sotto altro nome, per cancellare il connubio col fascismo imposto dopo le dimissioni di Albertini. La linea tenuta dal Corrierone è fedele alle direttive del Comitato di Liberazione (CLN). 37

38 Nella seconda metà del 1945 escono molti giornali, alcuni con nuovo nome dopo l esperienza fascista. Si tratta de Il Resto del Carlino, che fino al 1953 si chiamerà Giornale dell Emilia, Il Secolo XIX, La Nazione, Il Messaggero e Il Giornale d Italia. Nel luglio 1945 Rizzoli ottiene l autorizzazione a pubblicare il settimanale Oggi, 16 pagine formato tabloid. 38

39 LA COSTITUZIONE Il 1 gennaio 1948 entra in vigore la Costituzione. Riportiamo l articolo 21: Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto ed ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure. Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dall autorità giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l indicazione dei responsabili. Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume. 39

40 IL DOPOGUERRA: 2^ FASE Nascono le prime concentrazioni: Il Resto del Carlino nel 1952 rileva La Nazione, famoso quotidiano fiorentino. Confindustria acquista Sole e 24 Ore. Lo stile giornalistico è ancora quello degli anni 30, depurato da certe logiche di regime. 40

41 L attenzione per il mondo dello spettacolo è molto scarsa, se si escludono le critiche teatrali e l opera lirica. Considerata l omogeneità politica, la concorrenza tra i grandi quotidiani continua a basarsi sulle firme degli inviati, dei corrispondenti e dei collaboratori. I quotidiani di partito accusano una flessione, fatta eccezione per L Unità. 1952: anche l Msi ha il suo quotidiano, Il Secolo d Italia, riproposizione de Il Secolo XIX. 41

42 Alcuni dati sui rotocalchi del periodo Dato medio Dato massimo Domenica del Corriere Oggi Epoca Tempo L'Europeo 42

43 I rotocalchi soddisfano sia il desiderio di favole moderne, sia l aspirazione ad un esistenza di benessere. Alcuni, come Oggi, guadagnano molte copie con articoli su famiglie reali, miliardari e divi del cinema. Il 2 ottobre 1955 nasce L Espresso : 16 pagine, 50 lire. Direttore è Arrigo Benedetti (ex de L Europeo ), affiancato da Eugenio Scalfari. L Espresso si fa paladino delle inchieste sulla malapolitica e sulle grandi questioni irrisolte, come l abusivismo edilizio. 43

44 NASCE IL GIORNO (1956) Tre sono le circostanze che ne hanno determinato la nascita: 1. L intraprendenza del nuovo direttore Gaetano Baldacci, ex inviato del Corsera. 2. La necessità di Enrico Mattei, presidente Eni, di disporre di un giornale. 3. La voglia dell editore Cino Del Duca, di tornare in Italia, dopo un esperienza in Francia, con un iniziativa di prestigio. 44

45 CARATTERISTICHE DE IL GIORNO 1. In politica punta alla collaborazione tra democristiani e socialisti, difende l intervento pubblico in economia, contro lo strapotere di Confindustria, e sostiene la politica della distensione e le aspirazioni d indipendenza dei paesi del Terzo Mondo. 2. Impaginazione vivace, prima pagina a vetrina, con molti titoli e notizie di varietà. 45

46 3. Gli articoli culturali vanno nell inserto in rotocalco, dove si possono trovare anche fumetti e giochi. 4. Baldacci inizialmente predispone anche un edizione del pomeriggio, presto abolita per ristrettezze economiche. 5. Subito copie, poi , che però via via diminuiscono, specie dopo l uscita di scena, nel 1959, di Baldacci. 46

47 LA SFIDA TRA GIORNALI E TV La radio, per il suo modo di fare formale e bacchettone, non aveva messo in crisi l industria giornalistica. Diverso fu con l avvento della Tv, nel 1954: al termine del 1 anno la popolazione che poteva captare il segnale era il 48%. In un biennio si realizza l informazione di massa, perché il Tg è la trasmissione più seguita. Gli argomenti delle prime telecronache sono le cerimonie ufficiali. 1958: prime trasmissioni di attualità. Dal 1960 Tribuna elettorale. 47

48 LA REAZIONE DEI GIORNALI Sulle prime i giornali limitano il colpo assestatogli dall informazione televisiva. Infatti nei primi anni 60 cresce la foliazione e il numero di servizi, sempre più specifici ed intriganti. Aumenta anche il colore, oltre alla diffusione dei rotocalchi. Il Giorno è uno dei quotidiani che persegue la politica della settimanalizzazione : sotto la direzione di Italo Pietra, subentrato a Baldacci, distribuisce ben 3 rotocalchi (per ragazzi, lettrici e il domenicale). 48

49 IL CORRIERE DELLA SERA Lo svecchiamento del Corsera porta il maggiore quotidiano italiano a dare più spazio a cronache locali e sport, che sono i veri motori trainanti dell informazione. L informazione viene facilitata dal pullulare delle Agenzie stampa, come Ansa, Agi e Adn Kronos, che salgono alla ribalta negli anni

50 ANNI 70: UN GIORNALISMO D ATTACCO Nel biennio , la contestazione giovanile, la riscossa dei sindacati, le bombe di Milano, le passioni suscitate dalla guerra del Vietnam, la nascita e lo sviluppo del movimento femminista scuotono il mondo dell informazione. Nascono giornali espressione di questo movimento, molti dei quali di matrice giovanile. NUOVI PERIODICI: il manifesto (1971) e Lotta continua (1972). 50

51 Sono fogli di battaglia politica e ideologica, vessilliferi di utopie rivoluzionarie. il manifesto esce nel 1971, con impostazione grafica sobria, quasi austera, su modelli ottocenteschi. Non pubblica fotografie ed è volutamente privo di pubblicità. Lotta continua esce nel 1972, tabloid squillante e aggressivo, con titoli slogan, vignette e fotografie. E composto con scritti brevi, di taglio giovanile. Prende di mira malgoverno, scandali e arretratezze del sistema sociale. Durerà fino al L affermazione della formula newsmagazine arriverà nel

52 QUADRO VENDITE ANNI Anni '70 Corsera Stampa L'Unità Il Messaggero 52

53 LO SCANDALO RIZZOLI-P2 Andrea Rizzoli aveva ereditato dal padre la voglia di possedere un grande quotidiano: così, quando l alleanza Crespi-Agnelli- Moratti va in crisi, si fa avanti e compra tutto il gruppo di via Solferino (ovvero il Corriere della Sera). L accordo è raggiunto nel

54 I Rizzoli promettono ai sindacati una politica di tutela dei giornalisti, e stringono accordi con tutti i partiti, compreso il Pci. Il problema vero è il bisogno di soldi. Direttore del Corsera è ancora Piero Ottone. 1976: Rizzoli annuncia la politica di espansione editoriale, acquisendo altre testate: si tratta di un impero costruito sui deficit e gli intrighi politici. 1977: avviene una svolta economica. Chi ha fornito i soldi? 54

55 Si fa il nome di Roberto Calvi, leader del Banco Ambrosiano, e del finanziere Umberto Ortolani. Non vengono menzionati i veri responsabili, ovvero Licio Gelli (capo della loggia P2), e lo Ior (Istituto opere di religione, presieduto da monsignor Marcinkus). Ottone si dimette nell ottobre 1977, al suo posto Franco Di Bella, ex direttore del Carlino, con un passato in via Solferino. Di Bella rende più vivace il foglio milanese. 55

56 1979: il passivo è di 150 miliardi. I Rizzoli tentano due mosse: la prima è L Occhio, un tabloid diretto da Maurizio Costanzo. La seconda è una rete tv privata, Contatto, diretta dallo stesso Costanzo, ma mai partita. Gli eventi precipitano con la pubblicazione, da parte del Presidente del Consiglio, Arnaldo Forlani, dell elenco degli iscritti alla loggia P2: il Corriere perde copie in 3 anni. 1982: parte l amministrazione controllata da parte del Tribunale di Milano. 56

57 IL GIORNALE VS LA REPUBBLICA La nascita di questi due quotidiani va vista nel contesto della crescita di partecipazione politica e sociale da parte dei lettori. La sfida di Indro Montanelli è creare l anti-corriere: con una linea politica moderata, Il Giornale, nato nel 1974, si rivolge ai cittadini che non ne possono più degli intrighi di potere, e che temono che il Pci prenda il sopravvento con il compromesso storico. Sulle prime copie, che poi calano a

58 1976: nasce il quotidiano La Repubblica, appoggiato da Mondadori. Le redini del progetto sono nelle mani del direttore Eugenio Scalfari. La sua idea è fare un quotidiano leggero di pagine, diretto a coloro che seguono politica, economia, cultura e spettacolo, senza cronaca locale e con pochissimo sport. Nell insieme, Repubblica appare un Espresso che esce tutti i giorni. Sulle prime copie, che nel 1979 diventano : grazie alla crisi del Corsera, aumenta la foliazione a 40 pagine, aumentando anche la tiratura. 1985: record di copie. 58

59 IL FENOMENO BERLUSCONI All inizio degli anni 80 nascono le reti televisive commerciali, mentre la legge per l editoria, fornendo maggiori fondi economici, salva molti quotidiani, consentendo di compiere le indispensabili riconversioni tecnologiche. I primi network sono Canale 5 di Silvio Berlusconi e Prima Rete del Gruppo Rizzoli. 59

60 Canale 5 parte nel 1980 e attira rapidamente un buon numero di telespettatori. Subito dopo si muove l editore Rusconi con Italia 1, e nel 1981 debutta Retequattro, fondata dalla Mondadori. Queste reti, però, non possono usare la diretta, dunque devono limitarsi ai Tg locali. Nel 1984 Berlusconi compra Italia 1 e Retequattro, che sommandosi a Canale5 formano un oligopolio in grado di contrastare la Rai.! Manca ancora una legge sulla disciplina della Tv. 60

61 BRACCIO DI FERRO STAMPA-TV 1986: si consolidano i due poli televisivi, il pubblico e il privato, e comincia l era dell audience. I maggiori quotidiani battono la strada del gigantismo e del marketing. 1990: la stampa quotidiana ha una tiratura complessiva di copie al giorno. 61

62 Nel 1986, Repubblica sorpassa per la prima volta il Corsera: copie per Scalfari, contro le del neo direttore Ugo Stille. In crisi Il Giorno, Il Tempo e Il Lavoro. Cresce il numero dei giornalisti: l Ordine dei giornalisti (Odg) passa dai iscritti del 1985 ai del A fine anni 80 nasce il gruppo Rcs, mentre Mondadori incorpora l altro 50% di Repubblica, oltre alla totalità delle azioni de L Espresso. Fra gli azionisti di Mondadori c è anche Berlusconi, proprietario della Fininvest, de Il Giornale e del settimanale Tv-Sorrisi e canzoni. 62

63 DATI SULLE VENDITE DI MONDADORI E RCS (1989) Mondadori Rcs Quot. Sett. Mens. 63

64 1992: DIMINUZIONE LETTORI Gli editori provano a rispondere in vari modi, in primis col ringiovanimento dei direttori. In grave difficoltà sono i quotidiani di partito: L Unità arriva al tetto minimo delle copie giornaliere. Fenomeno del giornale panino, per la moda di inserire gadget nei quotidiani. Con l avvento del satellite, l andamento delle vendite diminuisce ancora. 64

65 PREVISIONI Secondo alcuni sociologi, entro i primi 50 anni del XXI secolo l informazione cartacea sparirà. Rimarranno solo i libri, seppur venduti in misura minore, perché continuano ad essere un supporto migliore per lo studio. 65

66 PER RICEVERE I MATERIALI pierpaolo.bellucci@libero.it 66

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