Rivista di cultura tra le due sponde 2/2007. Fondazione Ernesto Giammarco

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3 Rivista di cultura tra le due sponde 2/2007 Fondazione Ernesto Giammarco

4 Composizione ed impaginazione: Monica De Rosa Stampa e allestimento: Lit. Brandolini - Sambuceto In copertina: Disegno originale di Srečko Jurišić Elaborazione grafica di Monica De Rosa e Alfonso Rendinella Traduzioni e abstracts, dove non diversamente indicato, sono a cura di Srećko Jurišić

5 ADRIATICO/JADRAN Rivista di cultura tra le due sponde 2/2007 Semestrale della Fondazione Ernesto Giammarco patrocinato dal Comune di Pescara Direzione: Luciano D Alfonso, Sindaco di Pescara Josip Milat, Preside della Facoltà di Filosofia dell Università di Split Direttore editoriale: Marco Presutti Direttore responsabile: Achille D Alessandri Comitato scientifico: Gian Mario Anselmi, Gabriele-Aldo Bertozzi, Joško Božanić, Vincenzo De Caprio, Giuseppe De Matteis, Alfonso De Petris, Irene Fosi, Marilena Giammarco, Francesco Marroni, Alessandro Masi, Predrag Matvejević, Marco Nobili, Gianni Oliva, Aleksandar Palavestra, Giovanna Scianatico, Ljerka Šimunković, Antonio Sorella, Stefano Trinchese Comitato di redazione: Francesco Caccamo, Brigida Di Leo, Marilena Giammarco, Ljerka Šimunković, Stevka Šmitran, Antonio Sorella Segreteria di redazione: Monica De Rosa, Snježana Bralić, Claudio Di Felice, Srećko Jurišić, Maja Kezić, Chiara Magni, Ileana Malatesta, Pierluigi Ortolano Redazione italiana: Fondazione Ernesto Giammarco, viale Riviera, 195, Pescara, tel ; m.giammarco@tiscali.it; info@fondazionernestogiammarco.it sito web: Redazione croata: Filozofski Fakultet Sveučilišta u Splitu, Sinjska, 2, Split; Tel: ; ljerka@ffst.hr; sito web: Sede amministrativa: Comune di Pescara, sede distaccata Giovanni Di Fonzo, Via del Santuario, 41/A Pescara Tutti i diritti sono riservati Si collabora alla rivista su invito della Direzione e del Comitato di redazione Per richiedere i numeri della rivista consultare il sito della Fondazione Ernesto Giammarco ISSN Autorizzazione n. 5/2006 del Tribunale di Pescara

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7 Atti del IV Congresso Internazionale della Cultura Adriatica (nuova serie) a cura di Marilena Giammarco e Antonio Sorella Pescara - Split 4-7 settembre 2007

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9 Sommario/Sadržaj ATTI DEL IV CONGRESSO INTERNAZIONALE DELLA CULTURA ADRIATICA (NUOVA SERIE) ADRIATICO DELLE IDENTITÀ/JADRAN IDENTITETA Pescara 4 settembre 2007 Split 6-7 settembre 2007 Saluti delle Autorità/ Pozdravni govori Bernardo Razzotti, Adriatico delle identità/ Jadran identiteta 15 Stefano Trinchese, Nuove identità per la nuova Europa/ Novi identiteti za novu Europu 17 Gaetano Bonetta, L integrazione universitaria/ Sveučilišna integracija 19 Alessandro Masi, Adriatico: due sponde diverse avvicinate da un unica lingua/ Jadran: dvije različite obale zbližene jedinim jezikom 23 Prolusione/ Uvodna riječ Francesco Tateo, Il versante adriatico del Regno di Napoli/ Jadranska strana Napuljskog kraljevstva 29 Relazioni/ Referati Giovanna Scianatico, Paesaggio adriatico. Una Lettera campestre del Bertola/ Jadranski pejzaž. Jedna Bertolina Lettera campestre Brigida Di Leo, Le nuove tendenze dell arte contemporanea croata/ Nove tendencije u hrvatskoj suvremenoj umjetnosti Anna Maria Ioannoni Fiore, «Lo nero periglio che vien da lo mare»: echi di storia nella tradizione musicale adriatica in età moderna/ «Lo nero periglio che vien da lo mare»: odjeci povijesti u jadranskoj muzičkoj tradiciji modernog doba

10 Luisa Curinga, Alaleona, Liviabella, Dallapiccola: tra nuovi linguaggi e tradizioni musicali popolari/ Alaleona, Liviabella, Dallapiccola: između novog izražaja i narodnih muzičkih tradicija Ljerka Šimunković - Ivania Petrin, La terminologia riguardante gli attrezzi da pesca di origine romanza nelle parlate della regione di Spalato/ Nazivlje ribolovnog alata romanskog podrijetla u govorima splitske regije Gabriele Cavezzi, La rete da pesca nell identità adriatica/ Ribarska mreža u jadranskom identitetu Nataša Bajić-Žarko, Utjecaj venecijanske mode na odijevanje Splićanki i Zadranki u 18. st./ L influenza della moda veneziana sul vestire delle Spalatine e delle Zaratine del sec. XVIII Gerardo Massimi, Bacini occupazionali e sistemi locali del lavoro. Concordanze e discordanze nelle regioni medioadriatiche/ Lokalni sistemi i polovi zapošljavanja. Sklad i nesklad u srednjejadranskim regijama Marijana Alujević, Il carattere mediterraneo della vita quotidiana di Spalato presente nelle operette di Ivo Tijardović/ Mediteranski karakter svakodnevnog života Splita u operettama Ive Tijardovića Vincenzo De Caprio, Identità adriatiche in Gente di mare di Giovanni Comisso/ Jadranski identiteti u Gente di mare Giovannija Comissa Gian Mario Anselmi, Una sponda adriatica dell Umanesimo: la Romagna delle Corti/ Jadranska obala Humanizma: dvorovi Romagne Domenico Defilippis, Il mito umanistico di due città adriatiche: Ancona e Ragusa/ Humanistički mit dvaju jadranskih gradova: Ancona i Dubrovnik Claudio Giovanardi - Antonio Sorella, Aldo Duro lessicografo/ Aldo Duro, leksikograf Diego Poli, Vocalismo romanzo interadriatico/ Romanski međujadranski vokalizam Sniežana Bralić - Maja Kezić, Alla ricerca di un vecchio prefisso: da eurouniti a eurostressati / U potrazi za starim prefiksom: od euroujedinjenih do euroopterećenih

11 Claudio Di Felice - Marijana Kvesić, Alcune interferenze morfologiche e sintattiche dall italiano e dal molisano nel croato di Montemitro/ Neke morfološke i sintatičke interferencije talijanskog jezika i dijalekta Molisea u hrvatskom jezika Montemitra Pierluigi Ortolano, Analisi linguistica di tipologie di errori in elaborati scritti da studenti croati/ Jezična analiza tipologije grešaka u radovima hrvatskih učenika Pietro Trifone, Le voci del mare. Intrecci di lingue e di culture nel Mediterraneo/ Glasovi mora. Isprepletanja jezika i kultura na Mediteranu Nedjeljka Balić-Nižić, Un «romano de Roma» oltre l Adriatico: versi romaneschi sulla Dalmazia di Igino D Anversa/ «Rimljanin iz Rima» s druge strane Jadrana stihovi u dijalektu Igina d Anverse o Dalmaciji Marina Marasović-Alujević, «Quod slavice dicitur» Seguendo le traduzioni romanzo-slave nella Spalato medievale/«quod slavice dicitur», romansko-slavenski prijevodi u srednjovjekovnom Splitu Carla Buonomi, Navigando verso Est/ Navigacija prema Istoku 309 Živko Nižić, Antonio Brazzanovich, contadino autodidatta dell isola di Morter e gli scrittori Niccolò Tommaseo e Luigi Fichert/ Antonio Brazzanovich, samouki seljak s Murtera i pisci Nikola Tommaseo i Luigi Fichert Monica De Rosa, L identità dispersa di uno scrittore adriatico: i resoconti di viaggio di Romualdo Pàntini/ Izgubljeni identitet jednog jadranskog pisca: putopisi Romualda Pantinija Srećko Jurišić, La Schiavonia magica nelle opere teatrali di Gabriele D Annunzio: Il sogno d un tramonto d autunno/ Schiavonia magica u djelima Gabriela D Annunzija: Il sogno d un tramonto d autunno Antonela Pivac, La componente stilistica nella traduzione della Cronaca del nostro piccolo paese di Miljenko Smoje/Stilistička komponenta kao bitan element u prijevodu Kronike o našem malom mistu Miljenka Smoje Katarina Dalmatin, Critica archetipica dell Isola di G. Mascioni/ Arhetipska kritika Isole G. Mascionija

12 Recensioni/ Recenzije Le lingue minoritarie negli stati romanzi d Europa (L. Šimunković); Sintomatologia di una condizione adriatica. La malinconia di D Annunzio (M. Giammarco); Ricerca letteraria e turismo per lo sviluppo dell area adriatica (L. Salini); The Stones of Venice: ricerca estetica e parola visionaria tra le pietre del tempo (M. De Rosa) 397 Notiziario adriatico/ Jadranski vijesnik 415 Libri ricevuti/ Knjige 421

13 Saluti delle Autorità/Pozdravni govori

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15 Adriatico delle identità/ Jadran identiteta Bernardo Razzotti Preside della Facoltà di Lingue e Letterature Straniere Università degli Studi G. d Annunzio di Chieti-Pescara È un momento fortemente significativo quello di poter certificare la presenza attiva della Facoltà di Lingue e Letterature Straniere della Università degli Studi G. d Annunzio di Chieti-Pescara in un Convegno di Cultura Adriatica (il IV della serie) se è vero ed è vero che esso può considerarsi un fatto che costituisce una tradizione intesa a riflettere, anno dopo anno, sulla realtà del nostro mare Adriatico. Il tema di questo Convegno internazionale nel suo titolo svela chiaramente la ragione del suo essere allorché si prefigge di affrontare le ragioni delle identità. Un ringraziamento a chi, con passione, ha creduto e crede nel valore del confronto e dell incontro su questioni che riguardano la nostra storia passata e presente: mi riferisco a Marilena Giammarco la quale, fedele ad una intuizione degna di ogni considerazione avuta dal Padre, Prof. Ernesto, continua a rendere quella intuizione una realtà culturale. In questi giorni, nei due momenti organizzativi del Convegno che vede impegnati alla riflessione nella sede di Pescara e in quella di Spalato, studiosi qualificati affronteranno sotto diverse angolazioni il tema dell Adriatico delle identità sul piano della indagine, della informazione o del resoconto in cui i fatti umani testimoniano un percorso comune fra popoli diversi nel corso dei secoli. La storia ha come elemento distintivo, necessario ma non sufficiente, il tempo; e la percezione del tempo, la comprensione di esso come intuizione (in senso kantiano) condiziona largamente la comprensione della storia come insieme di fatti temporalmente considerati. Ma sappiamo che quando si racconta un fatto, il quale per la ragione stessa che è un fatto raccontabile appartiene al passato, non ci si limita alla sua esposizione, ma in tale esposizione viene esercitata quella che viene chiamata, in sede particolarmente estetica, una facoltà di interpretazione. Attraverso tale interpretazione si «comprende» o, come diceva Dilthey, «ich verstehe», il fatto storico, vale a dire lo si vede non come singolo evento, ma come evento connesso ad eventi precedenti e conseguenti. L essenza distintiva della storia sta appunto in questa connessione. Cosicché potremmo dire che la storia come scienza è la interpretazione dei fatti del passato considerati come processi temporali. La storia, afferma Marrou, è la conoscenza del passato umano. E aggiungiamo:

16 Bernardo Razzotti perché, attraverso la conoscenza, si affermi la possibilità di incontro, di dialogo, di arricchimento di civiltà. La presenza di studiosi delle due sponde interessati a proporre le ragioni della storia sotto le molteplici letture culturali proprie delle diverse discipline di cui essi sono cultori costituisce di per sé un motivo di interessata curiosità e di confidente arricchimento culturale. Un grazie, anche per questo, a quanti hanno collaborato con la collega Marilena per la organizzazione di queste giornate di studio. * * * Dekan Razzotti pozdravlja sve sudionike ovog važnog kongresa i zahvaljuje Prof. Marileni Giammarco koja nastavlja tradiciju Ernesta Giammarca i međunarodnim kongresima svake godine sve više zbližuje institucije i sveučilišta dvaju obala. Tema ovog kongresa, identitet, je filozofski vrlo složena i kompleksna tema čija složenost, na neki način, predstavlja složenost odnosa među narodima dvaju jadranskih obala. 16

17 Nuove identità per la nuova Europa/ Novi identiteti za novu Europu Stefano Trinchese Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia Università degli Studi G. d Annunzio di Chieti-Pescara I rivolgimenti e le profonde modifiche da cui è caratterizzato l ingresso nel XXI secolo ci hanno abituato a parlare di una nuova Europa da porre a fianco, quasi a completamento di una vecchia. Il termine risulta per lo meno ambiguo, se non privo di sostanza: la cosiddetta nuova Europa è europea da sempre, animata addirittura da una solidarietà culturale profonda con le vicende storiche del continente, in maniera più marcata del nostro tiepido se non talora forzato europeismo, costantemente venato di presunzioni nazionaliste. Dunque un altra Europa che i flutti spesso vorticosi della storia hanno lasciato emergere o hanno violentemente sommerso, separando se non spezzando in maniera persino brutale i percorsi di un Est europeo quasi predestinato da secoli a sentirsi baluardo esterno dell Occidente di fronte a invasioni e a drammatiche scelte politiche. Il termine nuova Europa ci serve però a designare una parte del continente che torna o si approssima a intersecare nuovamente i suoi destini coi nostri. Un etichetta insomma assai utile per sottolineare quello che in effetti nuovo è, ossia quella nebulosa collocata al di là della cortina di ferro, a prescindere dalla sua antica e nobile appartenenza europea. Un etichetta che serve a mascherare la nostra pochezza ovvero il conformismo della nostra informazione; un etichetta grazie alla quale tentiamo di recuperare, annullandola, la distanza tra un Europa chiusa su se stessa e un altra Europa, né vecchia né nuova, ansiosa di proclamarsi europea: da tutto questo deriva l uso e abuso del sintagma oggi così abusato, di vecchia e nuova Europa. Tuttavia tra queste due Europe, vecchie o nuove che siano, se ne insinua già un altra, non del tutto conforme alla seconda e ormai distante dalla prima, a noi più nota per le conseguenze negative suscitate o evocate dal fantasma della sua presenza: quell Europa danubiano-balcanica, dunque un Europa per noi nuova, un mondo affascinante che segue il corso del Danubio fino al mar Nero, mondo di più etnie da sempre intersecate e conviventi, mescolate in un insieme inseparabile di usi e tradizioni, di microcosmi culturali sfolgoranti nella loro composita unicità. Su questi temi tornati di stringente e talvolta drammatica attualità in ragione delle cronache del nostro tempo, il gruppo di lavoro dell Università G. D Annunzio delle sedi di Chieti e Pescara da me coordinato sta esercitandosi

18 Stefano Trinchese da circa due anni per verificare la sussistenza di plurime identità adriatiche, talora in contrasto, sempre conviventi, che abbiamo ereditato dai secoli passati per vederle andare in conflitto fra loro negli ultimi cento anni. Un grande convegno interadriatico si annuncia per il Maggio 2008 per discutere con i più affermati specialisti delle due sponde il tema di un Europa Adriatica, delle rotte e delle percezioni che ne hanno segnato la storia nel Novecento. * * * Previranja koja su tokom posljednja dva i pol desetljeća potresla Europu nas, na neki način, prisiljavaju da napravimo, barem mentalno, razliku između stare i nove Europe. Takve se definicije vrlo često rabe s prezirom koji je plod zastarjelog zapadnoeuropskog geokonformizma. Ipak, one su ponekad i korisne pri najbanalnijem definiranju novijih teritorija s kojim se sve češće suočavamo. 18

19 L integrazione universitaria/ Sveučilišna integracija Gaetano Bonetta Preside della Facoltà di Scienze della Formazione Università degli Studi G. d Annunzio di Chieti-Pescara Questo è un giorno particolarmente importante per l Università G. d Annunzio di Chieti-Pescara poiché si sta finalmente concretizzando un importante progetto di collaborazione tra il nostro Ateneo e quello di Spalato. Si tratta di un iniziativa che, oltre a rafforzare il rapporto di collaborazione scientifica tra le nostre due Università, si inserisce in un contesto istituzionale e culturale ben più ampio, che riguarda la crescita stessa dell Europa e il suo consolidamento non solo politico, ma anche scientifico, economico e sociale. L area adriatica, com è noto, ha storicamente svolto un notevole ruolo di mediazione in quanto luogo di creazione e diffusione di esperienze culturali e politiche nate dai grandi centri di elaborazione intellettuale dell Europa centrale. Si tratta, infatti, di un area geografica con una sua tipicità, divenuta oggi un obiettivo strategico nel più generale contesto dell Unione Europea le cui azioni politiche hanno individuato in questa zona un luogo di particolare interesse. Lo dimostra, ad esempio, la costituzione della cosiddetta Euroregione Adriatica avvenuta a Pola il 30 giugno del 2006 e della quale fanno parte sia la regione Abruzzo che alcune regioni croate, tra le quali quella di Spalato e della Dalmazia. L Euroregione Adriatica, nata sulla base della Convenzione quadro europea sulla cooperazione transfrontaliera delle collettività o autorità territoriali firmata a Madrid nel 1980, è un nuovo soggetto internazionale creato allo scopo di coordinare i rapporti di collaborazione tra le regioni che vi fanno parte e i loro enti locali, al fine di ottimizzarne lo sviluppo economico, sociale e culturale. I suoi obiettivi prioritari sono la costruzione di uno stretto rapporto di collaborazione istituzionale tra le comunità che si affacciano sull Adriatico al fine di realizzare un armonico sviluppo economico e sociale dell intera regione e il consolidamento del processo di stabilizzazione democratica del Balcani. I suoi membri, infatti, si sono impegnati a favorire e realizzare lo sviluppo dei loro territori e a creare una prospettiva di crescita della qualità e del tenore di vita delle relative popolazioni progettando, come si legge nello Statuto dell Euroregione Adriatica, una serie di azioni volte a instaurare e sviluppare rapporti reciproci fra gli abitanti e le istituzioni di quest area geografica, realizzare condizioni che supportino lo sviluppo economico, pianificare programmi di scambi culturali coerenti con le politiche formative europee. In

20 Gaetano Bonetta questo contesto il settore turistico è stato individuato come fondamentale. Esso, infatti, è una delle attività economiche più importanti, nonché notevole fonte di occupazione, delle regioni adriatiche e si basa sulla grandezza dei mercati e sullo scambio con il resto del mondo. D altro canto, anche la costruzione di uno spazio europeo dell istruzione e della formazione rappresenta un obiettivo strategico all interno delle più generali politiche europee. Sono queste le importanti sollecitazioni che fanno da sfondo alla nostra proposta di istituire un Master in turismo culturale di I livello che coinvolga le Università di Chieti-Pescara e di Spalato e che sia in grado di fornire un approfondita conoscenza delle dinamiche della gestione del turismo nell area adriatica. L idea è quella di articolare un percorso formativo che privilegi un approccio didattico interdisciplinare al cui interno possano trovare adeguata collocazione discipline storiche, socio-psicologiche, geografiche, linguistiche, giuridiche, economiche e di marketing e management aziendale e le cui attività formative siano in grado di offrire ai partecipanti una vasta conoscenza delle dinamiche e delle potenzialità culturali ed economiche del turismo nel bacino adriatico, consentendo loro di conseguire una specializzazione originale e fortemente innovativa spendibile in funzione professionale e in grado di attuare interventi a sostegno dell innovazione tecnologica degli uffici di informazione e di accoglienza ai turisti, della riqualificazione delle imprese turistiche e della promozione del marketing telematico di questi sistemi. L intento, quindi, è quello di dare a questo Master un taglio altamente professionalizzante che trovi nel turismo culturale il suo naturale ambito di valorizzazione. Il turismo, infatti, è, come ho già detto, una risorsa economica comune alle nostre regioni, legata sia alla valorizzazione del patrimonio culturale che al potenziamento delle infrastrutture di trasporto e di interventi economici mirati. Tale iniziativa, a mio avviso, andrebbe oltre i confini del semplice rapporto di studio e di ricerca fra docenti e studenti poiché, privilegiando percorsi di cooperazione turistica e culturale e puntando ad approfondire conoscenze di tipo socio-politico ed economico relative all area adriatica, potrebbe rappresentare uno strumento di crescita economica, oltre che scientifica e culturale. Sono convinto, infatti, che per costruire un area europea della formazione e dell istruzione sia necessario promuovere e rafforzare i legami con gli altri Paesi membri, quelli del bacino adriatico in questo caso, in un ottica di stabilità politica, sociale ed economica, e progettare interventi formativi che si 20

21 L integrazione universitaria armonizzino con le attività in corso a livello internazionale, finalizzate allo sviluppo di un educazione transfrontaliera di qualità. In questo contesto, le Università e, in genere, le istituzioni di istruzione superiore, luoghi situati al punto di intersezione tra ricerca, formazione e innovazione nonché storicamente deputati alla libera ricerca e al progresso della scienza, portatori, dunque, di istanze democratiche e liberali, devono contribuire anche alla tutela e alla valorizzazione di un patrimonio storico, politico e sociale, in parte comune ai Paesi del bacino adriatico, promuovendo, in uno sforzo di cooperazione transnazionale nonché nel rispetto delle reciproche diversità e dei valori propri di una formazione interculturale, programmi condivisi di didattica e di ricerca che contribuiscano alla costruzione di una società del sapere fondata sul trasferimento di conoscenze, sullo sviluppo delle innovazioni tecnologiche e sulla disseminazione dell informazione attraverso una rete efficace che colleghi le istituzioni di ricerca. D altro canto, la cooperazione e la pianificazione transnazionale e transfrontaliera vanno, a nostro avviso, intese come l esito di un processo di democratizzazione continentale e mondiale. I contatti e la cooperazione a livello regionale e transfrontaliero che la nostra iniziativa intende promuovere possono produrre una reazione e avere un impatto forte anche sulle politiche nazionali ed europee, offrendo garanzie di stabilità e sicurezza. Se è vero, infatti, che il movimento di uomini è anche e sempre movimento di idee, lo studio e l analisi proposti in questo Master, del turismo visto come fenomeno politico, storico, sociologico, economico e psicologico, possono offrire un contributo importante alla realizzazione della nuova Europa. Quest ultima è, oggi, impegnata in un processo di unificazione e allargamento verso le regioni dell Est che non può, tuttavia, trascurare le pressanti domande di autonomia regionale e di difesa delle specificità culturali delle minoranze etniche. Tutto ciò chiede anche a noi, in quanto cittadini, docenti e ricercatori, di impegnarci a sostenere e promuovere un processo di integrazione che non escluda il rispetto delle minoranze e delle loro culture. Lo studio della storia ci ricorda, d altra parte, il debito che abbiamo nei confronti delle grandi culture che hanno attraversato il nostro mare, quella romana, bizantina, ottomana, veneziana e austro-ungarica, imponendoci un impegno collettivo in loro difesa, un impegno intellettuale che sia in grado di riportare a una matrice comune la diversità culturale, sociale ed economica. L identità europea, inoltre, non può essere costruita solo attraverso la ricerca di elementi di uniformità etnica, politica e culturale in genere ma, anche, rintracciando e valorizzando la specificità dei singoli patrimoni storici i quali, comunque, vanno ripensati e collocati in un orizzonte europeista. 21

22 Gaetano Bonetta La nostra idea, dunque, è motivata dall esigenza di rafforzare il dialogo su temi di reciproco interesse, come lo è il turismo nel momento in cui sia inteso come evento sociale e come simbolo di emancipazione, per tutte le regioni che si affacciano sul Mare Adriatico, e di individuare regioni partner con cui intensificare lo scambio di idee e di esperienze. Infine, vorrei sottolineare che tale proposta, che vede coinvolte l Università di Spalato e quella di Chieti-Pescara, si fonda su una visione sovranazionale dell area adriatica, per la cui complessa identificazione è necessario avviare processi formativi caratterizzati da un impostazione interdisciplinare in grado di garantire una forte impronta intellettuale non limitata a singole aree disciplinari e che tenga conto dell importanza, testimoniata dalle recenti trasformazioni dell Unione Europea, dell area slava e orientale del bacino adriatico. L istituzione di questo Master, dunque, potrebbe costituire un importante tappa del processo di costruzione di un rapporto privilegiato di cooperazione tra la nostra Regione (e la nostra Università) e quella croata in quanto considera particolarmente rilevanti la cultura dello sviluppo locale e l impegno a coordinare attività che, pur appartenendo a diverse esperienze storiche, possano produrre, se sviluppate insieme, un notevole valore aggiunto. Ritengo, e concludo, che le nostre regioni adriatiche debbano misurarsi sul terreno della capacità di fare sistema e di creare un contesto lavorativo comune. * * * Pozdravni govor dekana Bonette ističe važnost konkretne suradnje dvaju sveučilišta (Chieti-Pescara i Split) koja se tako uklapaju u evropsku mrežu međunarodne suradnje među učilištima. Jadranska regija je kroz povijest pokazala da je regija međunarodne suradnje (to je dokazala napr. stvaranjem tzv. Euroregione Adriatica u Puli 30. lipnja godine čiji je cilj stvaranje i učvršćenje odnosa unutar regije). Na toj čvrstoj bazi suradnje počiva i Master in turismo culturale (I livello) koji će zajedno osnovati Università di Chieti-Pescara Sveučillište u Splitu. Master će kao obrazovni proces biti strukturiran kao multidisciplinarni studij koji će sadržati povijesne, socijalne, pedagoške, geografske, pravne, ekonomske i jezične predmete. Bit će to jedna međunarodna inicijativa koja će pripremati buduće generacije na svjestan i odgovoran suživot u jadranskoj regiji. 22

23 Adriatico: due sponde diverse avvicinate da un unica lingua/ Jadran: dvije različite obale zbližene jedinim jezikom Alessandro Masi Segretario Generale della Società Dante Alighieri Premessa Il pronipote di Dante, Nicolò Alighieri, nipote di Pietro, figlio primogenito del poeta, portò notizie dirette sul suo illustre antenato a Zagabria, ove, come farmacista, visse con la moglie nel Si leggono queste parole su una targa posta nel 1989 dalla municipalità sulla fiancata di una farmacia di Zagabria e partirei proprio da questo atto simbolico e profondamente emblematico per affrontare un viaggio ideale attraverso i rapporti tra le due sponde del Mare Adriatico; rapporti intensi, a volte conflittuali, caratterizzati da incomprensioni e distanze apparentemente incolmabili ma anche e direi soprattutto da esperienze comuni, intese e continui scambi su qualsiasi livello. La stessa Società Dante Alighieri ha da sempre attribuito alla Regione adriatica un ruolo straordinario ed insostituibile, e ne sono concreta testimonianza da un lato l organizzazione di Convegni ed incontri dedicati al relazionarsi di tradizioni e di storie, dall altro la presenza capillare di Comitati impegnati per rivitalizzare in questi luoghi, come del resto in altri 60 Paesi, un legame culturale ed umano dal quale non si può assolutamente prescindere, soprattutto in un momento storico in cui le sinergie internazionali sono messe a dura prova da dissidi di natura religiosa, politica, economica e il più delle volte ideologica. Roma, Trieste, Zara, Spalato, Fiume, Zagabria. Città dal punto di vista geografico indubbiamente distanti tra loro e in apparenza prive di affinità specifiche ma con un unico intento: far sì che il mare, capace a volte di separare con la sua irruenza terre, popoli e nazioni, torni a rivestire il ruolo ad esso più congeniale, per il quale è stato creato: un immensa distesa azzurra attenta osservatrice di scambi, intese, condivisioni e legami, affinché ogni onda partita da una riva possa giungere all altra riva con una storia da raccontare. Solo così il mondo potrà riappropriarsi di un autentica interculturalità che sappia oltrepassare le barriere grammaticali della lingua e dall altro di un rispetto reciproco per tradizioni ed ideologie che possa riportare l Umanità sulla giusta via da seguire.

24 Alessandro Masi Da un punto di vista storico, la presenza italiana è radicata in Dalmazia da secoli e secoli attraverso consistenti nuclei di nostri connazionali stabilitisi soprattutto nelle città costiere e nelle cittadine delle isole maggiori. Già allora i rapporti e gli interscambi economici e culturali tra le due sponde dell Adriatico erano molto stretti ed anche dal punto di vista linguistico una buona parte della popolazione usava preferibilmente l italiano. Chiusa la parentesi negativa del periodo post-bellico, l interesse per la lingua e la cultura italiane si rinnovò presto e l afflusso degli studenti di Italianistica aumentò notevolmente, vuoi per l intensificarsi delle relazioni turistiche tra le due sponde, vuoi per la diffusione in Dalmazia della televisione italiana, che portò canzoni, film e romanzi nelle case di ogni quartiere. La lingua di Dante, dunque, viaggiava a gonfie vele ed il vento soffiò ancora più forte in seguito alla costituzione delle rappresentanze diplomatiche italiane, degli Istituti Italiani di Cultura, delle Comunità degli Italiani e dei Comitati della Società Dante Alighieri. Oggi la Dante conta in Croazia ben sette sedi: Albona, Fiume, Parenzo, Pola, Spalato, Zagabria e Zara. La presenza della Dante sulla costa croata dell Adriatico Risale addirittura al 1919 la costituzione dei Comitati nelle città di Fiume e di Parenzo. Già nel primo ventennio del nuovo millennio, dunque, furono confermate e rinvigorite le passioni dalmate nei confronti della nostra lingua e della nostra cultura. A Fiume l inaugurazione della Dante avvenne in un gremito Teatro Verdi e lo stesso Gabriele D Annunzio, poeta soldato, rivolse una richiesta di aiuti per la città croata a tutti i Comitati, concludendo il suo appello con queste parole: «Dovunque sono italiani palpita il gran cuore dell Italia!» Il messaggio dell allora Presidente della Dante, Paolo Boselli, ai fratelli fiumani per l annessione di Fiume ha commosso intere generazioni. Proprio in quella città si tenne, nel settembre del 1924, il Congresso della Società Dante Alighieri. Dopo lo scioglimento del Comitato dovuto ai tristemente noti fatti bellici, nel 1992 la Dante Alighieri tornò a Fiume sotto la reggenza della prof.ssa Melita Sciucca, pronta alla realizzazione di numerosi incontri e manifestazioni, tra cui mostre e corsi di lingua e cultura. Stessa data di nascita per il Comitato di Parenzo, all epoca costituito da oltre 500 soci. Anche in questo caso i fatti bellici provocarono lo scioglimento della Dante, che fu ricostituita nel Spostandoci a Zara, la Dante Alighieri nacque nel 1922 e si sciolse nel 1945 per poi rinascere di nuovo nel L importanza di questa presenza è testimoniata dallo svolgimento nella città croata del 27 Congresso 24

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