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9 PRONUNCIA E ORTOGRAFIA Simboli fonetici Pronuncia Accento Ortografia Divisione sillabica Segni di interpunzione PAROLE COMPOSTE

10 CASI ARTICOLO DETERMINATIVO ARTICOLO INDETERMINATIVO SOSTANTIVI Declinazione dei sostantivi maschili Declinazione dei sostantivi femminili Declinazione dei sostantivi neutri Sostantivi con declinazione particolare

11 Sostantivi mancanti di plurale Sostantivi con doppia forma di singolare e di plurale Sostantivi con doppio plurale Sostantivi di nazionalità AGGETTIVI QUALIFICATIVI Comparativo Superlativo Comparativi e superlativi irregolari Aggettivi con preposizioni

12 Aggettivi con genitivo o dativo Aggettivi sostantivati AGGETTIVI CARDINALI NUMERALI Età Ore AGGETTIVI ORDINALI NUMERALI Data AGGETTIVI E PRONOMI POSSESSIVI

13 AGGETTIVI E PRONOMI DIMOSTRATIVI AGGETTIVI E PRONOMI INTERROGATIVI AGGETTIVI E PRONOMI INDEFINITI PRONOMI PERSONALI PRONOMI RIFLESSIVI PRONOMI RECIPROCI PRONOMI RELATIVI VERBI

14 VERBI AUSILIARI Sein Haben Werden VERBI COMUNI FORMAZIONE DEI MODI E TEMPI Infinito Participio Imperativo

15 Indicativo Congiuntivo Condizionale Uso DEI MODI Infinito Participio Indicativo Congiuntivo FORMA PASSIVA

16 Modello di coniugazione passiva VERBI MODALI Indicativo Congiuntivo preterito / condizionale presente Verbi che si comportano come i modali VERBI RIFLESSIVI VERBI IMPERSONALI AVVERBI

17 PREPOSIZIONI CONGIUNZIONI STRUTTURA DELLA FRASE Frase principale Frasi secondarie Apposizione Negazione Discorso indiretto Traduzione del gerundio

18 ELENCO DEI PRINCIPALI VERBI SEPARABILI ELENCO DEI PRINCIPALI VERBI IRREGOLARI

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20 L'alfabeto tedesco ha 26 lettere: diamo la pronuncia secondo il "Phonetic System" della International Phonetic Association. Lati non è una lettera vera e propria, ma una grafia che si usa al

21 posto della doppia s se questa è preceduta da una vocale lunga o da un dittongo (quando nella radice della parola la f3 non è seguita da una consonante): Vocali

22 Dittonghi Consonanti b-d-f-h-k-1-m-n-p-r-t non presentano segni fonetici particolari. Il segno [:] indica che il suono della vocale che precede è lungo.

23 Vocali Sono sempre lunghe: le vocali seguite da h muta la i seguita da e muta le vocali doppie la a e la a nei suffissi non accentati bar, sal, sam, tum le vocali accentate in fine di parola

24 Sono sempre brevi: la e nei prefissi e suffissi non accentati le vocali seguite da x Sono quasi sempre brevi: le vocali non accentate le vocali accentate seguite da più consonanti

25 Ie ha la e muta: in parole di origine tedesca nel suffisso accentato ie nel suffisso accentato ieren Ie si pronuncia i-e: nelle parole di origine straniera quando la ie non è accentata nelle parole straniere quando non si trova in fine di parola

26 Le vocali a, o, u possono essere raddolcite in d, S, ii con l'umlaut ("): Dittonghi Sono ai, au, iiu, ei, eu. In essi la prima vocale è pronunciata leggermente più forte della seconda:

27 Consonanti La b finale si pronuncia [p]: La c si trova solo in parole straniere; seguita dalle vocali e, i, d, ii si pronuncia [ts]: La ch: preceduta da a, o, u, au ha un

28 suono gutturale duro [x] preceduta da e, i, d, ii, ii, eu, au ha un suono palatale [9] seguita da a, o, u oppure da 1, r si pronuncia [k] nelle parole di origine francese conserva la pronuncia che ha in tale lingua La ck corrisponde a una doppia k:

29 La d finale si pronuncia [t]: La g: si pronuncia generalmente dura come nell'italiano gara nelle parole di origine italiana o francese conserva la pronuncia originaria L'h, se è iniziale, si pronuncia con un suono aspirato; altrimenti è muta e indica che la vocale precedente è lunga:

30 La k corrisponde alla c dura dell'italiano casa: La qu si pronuncia [kv]: Las: all'inizio di parola o sillaba è sempre sonora come nell'italiano rosa in fine di parola è sorda come nell'italiano sole

31 all'inizio di parola o dopo prefisso seguita da p, t si pronuncia come la se dell'italiano scena La sch si pronuncia sempre come la se dell'italiano scena: Il suffisso tion si pronuncia sempre [tsio:n]: La v si pronuncia: [f] nelle parole tedesche

32 [v] come in italiano all'inizio o all'interno di parole straniere La w si pronuncia come la v italiana: Non esistono accenti grafici nella lingua tedesca. L'accento tonico cade generalmente sulla prima sillaba:

33 Cade sulla seconda o terza sillaba: se la parola è formata da un prefisso inseparabile in alcuni nomi propri Cade sull'ultima sillaba: nelle abbreviazioni pronunciate come le lettere dell'alfabeto nelle parole terminanti in ei

34 nelle parole terminanti con il suffisso ieren Si usa la maiuscola: per i sostantivi per i pronomi personali di seconda e terza persona singolare e plurale, usati quale forma di cortesia nella corrispondenza per gli aggettivi dopo espressioni

35 di quantità Si usala minuscola: per tutte le parole che non siano nomi propri o sostantivi per le parole derivate da sostantivi quando non sono usate come tali Divisione sillabica Avviene secondo la pronuncia:

36 I gruppi eh, sch non si dividono: Anche il gruppo st non si divide mai: I gruppi tsch, tzt si dividono solo se segue una vocale: Le consonanti doppie si dividono come in italiano: La ck diventa k-k:

37 In presenza di più consonanti all'interno di parola solo l'ultima va all'inizio della riga seguente: Alla fine della riga, lati seguita da vocale va a capo: Una sola vocale iniziale non fa mai sillaba: Due o più vocali si possono dividere se non formano dittongo:

38 Le parole composte e le parole con prefisso vengono divise secondo le loro componenti: Il punto si usa:

39 dopo i numeri ordinali dopo le abbreviazioni che si pronunciano per esteso La virgola si usa: per dividere due o più frasi principali per dividere la frase secondaria dalla principale

40 per dividere due o più secondarie, se non sono collegate da und o da oder dopo un participio con complementi o davanti a frasi infinitive nella data prima e dopo das heii it cioè, vale a dire

41 davanti a und das, und noch dazu, und zwar che significano precisamente La lineetta si usa: per facilitare la lettura nelle parole composte se in una sequenza di parole composte uno degli elementi si ripete

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44 Molto frequenti nella lingua tedesca, sono formate da due o più parole ma vengono considerate come una sola, che prende le caratteristiche grammaticali dell'ultimo termine. L'accento cade, invece, sempre sul primo termine: L'ultima parola può essere: un sostantivo

45 un aggettivo un verbo

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47 In tedesco gli articoli, i sostantivi, gli aggettivi e i pronomi si declinano secondo il genere (maschile, femminile, neutro), il numero (singolare, plurale) e la funzione che essi hanno nella frase. nominativo, cioè il caso del soggetto genitivo, cioè il caso del complemento di specificazione:

48 risponde alla domanda di chi, di che cosa? s dativo, cioè il caso del complemento di termine: risponde alla domanda a chi, a che cosa? accusativo, cioè il caso del complemento oggetto Caratteristica del genitivo singolare maschile e neutro è la desinenza s per i polisillabi e es per i monosillabi e per quei sostantivi che terminano in s,fi, x,

49 z, tz, sch, tsch, st: Non prendono s o es i sostantivi maschili deboli (vedi pag. 28): Caratteristica del dativo plurale per tutti i sostantivi è la desinenza n:! Non prendono n al dativo plurale i sostantivi che terminano al plurale

50 in n o s:

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52 Traduce il, lo, la, i, gli, le, precede il sostantivo e ne indica il genere e il caso: Può fondersi con alcune preposizioni:

53 I partitivi del, della, dei, degli, delle non si traducono: L'articolo determinativo non si usa: se il sostantivo è inteso in modo generico se si tratta di nomi di stati o città non preceduti da aggettivi qualificativi se il sostantivo indica una

54 malattia dopo alle con un nome proprio anche se è preceduto da un titolo, dall'indicazione della parentela, dai sostantivi Herr signore, Frau signora, Friiulein signorina: L' articolo si usa con un nome proprio se questo è preceduto da un aggettivo qualificativo:

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57 Traduce un, uno, una, precede il sostantivo e ne indica il genere e il caso: Kein, keine, kein si usa:

58 come negazione dell'articolo indeterminativo per negare un sostantivo senza articolo L'articolo indeterminativo non si usa se il sostantivo indica: professione caratteristiche di una persona

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61 Possono essere maschili, femminili o neutri; singolari o plurali: In tedesco possono avere un genere diverso da quello che hanno in italiano. Pertanto devono essere studiati accompagnati dall' articolo determinativo:

62 Non esistono regole fisse per determinare il genere di un sostantivo. Sono solitamente maschili: i sostantivi indicanti persona o animale di sesso maschile i nomi di stagioni, mesi, giorni i punti cardinali

63 i nomi dei venti le precipitazioni atmosferiche i nomi di pietre e minerali molti nomi di montagne, la maggior parte dei fiumi stranieri e pochi fiumi tedeschi i seguenti nomi geografici

64 i sostantivi derivanti da un verbo che non aggiungono alcun suffisso i sostantivi che terminano in el, en, er, ig, ling, s i sostantivi di origine straniera terminanti in ant, dr, ast, ent, eur,

65 ier, iker, ikus, ismus, ist, or Sono generalmente femminili: i sostantivi indicanti persone o animali di sesso femminile i nomi di alberi e di molti fiori i nomi di nazioni e territori terminanti in a, e, ei, ie i nomi di molti fiumi tedeschi e la

66 maggior parte dei fiumi stranieri terminanti in a o in e i seguenti nomi geografici i sostantivi derivanti da un verbo che terminano in t i sostantivi bisillabici che terminano in e i sostantivi in ei, in, heit, keit,

67 schaft, ung i sostantivi di origine straniera terminanti in a, ade, age, afille, elle, enz, ette, euse, ie, ik, ille, fine, ion, isse, ive, ose, Sse, sis, tilt, ur, iire Sono generalmente neutri: i nomi dei metalli quasi tutti i nomi di stati e zone geografiche, che però vengono usati con l'articolo solo se

68 preceduti da un aggettivo qualificativo o seguiti da una specificazione i nomi collettivi gli aggettivi, gli infiniti e tutto ciò che può essere sostantivato i diminutivi in chen e lein i sostantivi di origine straniera terminanti in ett, ium, ment

69 i sostantivi che terminano in tum e mal Fanno eccezione: Declinazione dei sostantivi maschili, A seconda delle desinenze che i sostantivi prendono al singolare e al plurale si ha una declinazione forte, debole o mista.

70 Declinazione forte Fanno parte della declinazione forte i sostantivi che al plurale rimangono invariati o aggiungono (')e, ()er, s:

71 Rimangono invariati al nominativo plurale i sostantivi che terminano in el, en, er: Fanno eccezione i seguenti sostantivi che al plurale raddolciscono la vocale tematica:

72 Tra i sostantivi che aggiungono e al plurale, solo i monosillabi raddolciscono la vocale: Prendono er e l'eventuale raddolcimento al plurale i seguenti sostantivi:

73 Prendono s al plurale i sostantivi tedeschi che terminano per vocale (tranne e) e molti sostantivi di origine straniera: Declinazione debole

74 Fanno parte della declinazione debole tutti i sostantivi che formano il plurale in n o en e precisamente: i sostantivi che terminano in e

75 alcuni monosillabi fra cui i sostantivi di origine straniera che hanno l'accento sull'ultima sillaba Il sostantivo der Herr (pl. die Herren) perde la e della desinenza in tutti i casi del singolare:

76 Alcuni sostantivi che terminano in e prendono regolarmente n in tutti i casi del singolare e del plurale tranne che al genitivo singolare dove aggiungono ns.

77 Declinazione mista

78 Ne fanno parte: i sostantivi di origine straniera che terminano in or non accentato alcuni sostantivi, tra i quali

79 Tutti i sostantivi femminili rimangono invariati al singolare. Al plurale possono prendere desinenze della declinazione forte o debole. Declinazione forte

80 Ne fanno parte: i sostantivi che terminano in nis e sal. Quelli in nis raddoppiano la s prima di prendere la desinenza del plurale:

81 una quarantina di monosillabi che raddolciscono tutti la vocale. I più comuni sono: Declinazione debole

82 Ne fanno parte: i sostantivi che terminano in e, ei, el, er, heit, in, keit, schaft, ung. Quelli in in raddoppiano la n prima di prendere le desinenze del plurale Fanno eccezione i sostantivi die

83 Mutter e die Tochter che formano il plurale solo con il raddolcimento della vocale: la maggior parte dei polisillabi e alcuni monosillabi, tra i quali

84 Tutti i sostantivi neutri prendono s o es al genitivo singolare. Al plurale possono prendere desinenze di declinazione forte o debole. Declinazione forte Fanno parte della declinazione

85 forte i sostantivi con plurale invariato o che aggiungono e o Oer: Rimangono invariati al plurale: i sostantivi che terminano in chen, el, en, er, lein, sel gli infiniti sostantivati

86 i sostantivi che iniziano per Ge- e terminano in e Aggiungono e al plurale: i sostantivi che terminano in nis. Essi raddoppiano la s prima di prendere la desinenza del plurale molti sostantivi che iniziano per Ge- e terminano in consonante, ma non in el, en, er

87 I seguenti sostantivi, pur iniziando per Ge- e terminando in consonante, formano il plurale aggiungendo er: una quarantina di monosillabi. I più comuni sono

88 Al plurale aggiungono er ed eventuale raddolcimento molti monosillabi. I più comuni sono:

89 Declinazione debole

90 Vi appartengono: i sostantivi di origine straniera che terminano in a, o, um. Al plurale essi sostituiscono queste desinenze con en i seguenti sostantivi

91 Nomi e cognomi Prendono s al genitivo singolare, e al plurale sia i nomi maschili sia quelli femminili: Il nome (o cognome) declinato al genitivo precede di solito il sostantivo a cui si riferisce. In questo caso il sostantivo perde l'articolo:

92 Se si deve declinare al genitivo un nome seguito dal cognome, è quest'ultimo a prendere la s: Se il genitivo è già espresso da un articolo determinativo seguito da un sostantivo, un aggettivo qualificativo o un titolo posti prima del nome (o cognome), quest'ultimo non si declina: Se il nome (o cognome) è

93 preceduto da un titolo senza articolo, quest'ultimo rimane invariato e il nome (o cognome) prende la s:!herr viene sempre declinato: Se il nome (o cognome) termina in s, f3, tz, x, z si sostituisce il genitivo con la preposizione von:!questa costruzione è usata nella lingua parlata per tutti i nomi (o cognomi):

94 Nomi geografici Bisogna distinguere tra i nomi geografici retti sempre dall'articolo determinativo e i nomi geografici neutri usati senza articolo: I nomi geografici retti dall'articolo si declinano in tutti i casi del singolare o plurale come dei normali sostantivi:

95 i nomi geografici neutri usati senza articolo si declinano solo al genitivo aggiungendo s: Spesso il genitivo è sostituito dalla preposizione von: Il genitivo dei nomi di città si può anche formare aggiungendo er. In questo caso il nome della città diventa un aggettivo qualificativo indeclinabile:

96 Espressioni di quantità A differenza dell'italiano non sono seguite da alcuna preposizione: Non si declinano al plurale se sono maschili o neutre: Si declinano al plurale se sono femminili: Nomi di monete

97 Se terminano in e, vengono declinati al plurale aggiungendo n: Rimangono invariati in tutti gli altri casi: Sostantivi stranieri Si declinano regolarmente al plurale, che formano aggiungendo e, s, n o en:

98 !Mantengono, invece, la desinenza originaria del plurale: I sostantivi stranieri ormai entrati nell'uso quotidiano al singolare si declinano come dei sostantivi tedeschi: I sostantivi maschili o neutri che terminano in os o us al singolare non prendono la desinenza del genitivo:

99 Contrariamente all'italiano sono sempre singolari: i sostantivi che si riferiscono a oggetti formati da due o più parti uguali i sostantivi che indicano un insieme di oggetti, o luoghi ed eventi considerati nel loro

100 complesso Non ha invece il singolare il sostantivo die Leute la gente. A differenza dell'italiano, quindi, il verbo va coniugato al plurale e il pronome personale a esso riferito è sie (plur.):

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102 Possono terminare in er, e o in altra vocale: I sostantivi che terminano in er

103 seguono la declinazione maschile forte: I sostantivi che terminano in e seguono la declinazione maschile debole:

104 Fa eccezione der Deutsche il tedesco, che non è un sostantivo ma un aggettivo sostantivato. Esso si declina perciò come un aggettivo qualificativo: I sostantivi che terminano in vocale che non sia e possono formare il genitivo singolare, e il plurale sia con l'aggiunta di s sia

105 senza: Il femminile dei sostantivi di nazionalità si forma aggiungendo in. I sostantivi che terminano in e o in altra vocale perdono la vocale prima di aggiungere in:

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107 Dopo i verbi essere, diventare, sembrare e fare restano invariati e, se nella frase vi sono dei complementi, si collocano dopo questi: Se sono attributi di un nome lo precedono e concordano in genere, numero e caso con esso, secondo tre declinazioni.

108 Prima declinazione Detta declinazione debole, si usa quando l'aggettivo è preceduto dall'articolo determinativo o da dieser questo, jener quello, jeder ogni, welcher quale. È caratterizzata dalla desinenza e al nominativo singolare dei tre generi e all'accusativo singolare femminile e neutro; prende la desinenza en in tutti gli altri casi.

109 Seconda declinazione Detta declinazione mista, si usa quando l'aggettivo è preceduto dall'articolo indeterminativo, da aggettivi possessivi, da alle tutti, o kein nessuno. È caratterizzata dalle desinenze dell'articolo determinativo al nominativo singolare dei tre generi e all'

110 accusativo singolare femminile e neutro. Negli altri casi la desinenza è en.

111 Terza declinazione Detta declinazione forte, si usa quando l'aggettivo non è preceduto né dall' articolo determinativo o indeterminativo né da altre forme determinanti come dieser, alle ecc.

112 Si usa anche dopo andere altri, einige qualche, etliche alcuni, folgende seguenti, manche taluni, mehrere parecchi, viete molti, wenige pochi, dessen del quale e deren della quale, dei quali. È caratterizzata da desinenze tratte dall'articolo determinativo. Fanno eccezione il genitivo singolare maschile e quello neutro che prendono en anziché es.

113 Gli aggettivi terminanti in el e er quando vengono declinati perdono la e prima di aggiungere la desinenza: L'aggettivo hoch alto perde la c quando viene declinato:

114 Gli aggettivi di origine straniera terminanti in vocale, comeprima, lila, creme, non si declinano: Gli aggettivi ganz tutto e halb mezzo non vengono declinati se precedono un nome di città o di paese senza articolo: Dopo i numeri cardinali non preceduti da articolo l'aggettivo segue sempre la terza declinazione:

115 Molto davanti a un aggettivo di grado positivo si traduce sehr: Troppo davanti a un aggettivo di grado positivo si traduce con zu o con viel zu: Comparativo di maggioranza Si forma aggiungendo all'aggettivo il suffisso ere

116 raddolcendo, dove è possibile, la vocale tematica. Il secondo termine di paragone è introdotto da als: Non raddolciscono la vocale tematica: gli aggettivi con il dittongo au gli aggettivi terminanti in bar, e, el, en, er, haft, ig, lich

117 tutti gli aggettivi costituiti da participi, o di origine straniera alcuni aggettivi monosillabici, come per esempio Il comparativo non si può formare se l'aggettivo è indeclinabile. Il comparativo è formato con

118 mehr se vengono paragonate qualità di uno stesso oggetto anziché di persone o cose diverse: Molto davanti a un comparativo si traduce con viel: Tanto più si traduce con um so seguito dal comparativo: Quanto più... tanto più si traducono conje... desto seguiti dal comparativo:

119 Comparativo di minoranza Si forma ponendo weniger davanti all'aggettivo. Il secondo termine è introdotto da als: Comparativo di uguaglianza Si forma ponendo so davanti all'aggettivo. Il secondo termine è introdotto da wie:

120 Superlativo relativo Si forma aggiungendo ste (oppure te) al grado positivo e raddolcendo, dove è possibile, la vocale tematica: Di e fra, dopo il superlativo relativo, si traducono con von o unter seguiti dal dativo:

121 Se l'aggettivo segue i verbi essere, diventare, fare e sembrare, forma il superlativo aggiungendo la desinenza sten. È preceduto da am: Superlativo assoluto Si forma: premettendo all' aggettivo sehr molto, ganz del tutto, hiichst altamente, besonders particolarmente

122 s aggiungendo a un aggettivo di grado positivo un sostantivo o un aggettivo che lo rafforzi Reggono una preposizione seguita dal dativo:

123 Reggono una preposizione seguita dall'accusativo:

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125 Reggono il genitivo: Reggono il dativo:

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127 Si scrivono con la maiuscola e si declinano come gli aggettivi: Si usano, declinati al neutro singolare, dopo le espressioni che traducono l'italiano qualcosa di, niente di, più aggettivo:

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130 Da 21 fino a 99 le unità si collegano alle decine con la congiunzione und:

131 Nei cardinali composti eins perde la s: Zwei e drei si declinano al genitivo se non sono preceduti da articolo, da aggettivi possessivi, dimostrativi e simili: Dai cardinali si formano: aggiungendola desinenza mal aggiungendo la desinenzafach

132 I cardinali formano anche aggettivi e sostantivi indeclinabili in er: Halb mezzo:. generalmente è preceduto dall'articolo e si comporta come un aggettivo. unito a un numerale diventa einhalb e rimane invariato. Il sostantivo che segue è al plurale, a

133 meno che non indichi peso o misura Anche anderthalb e eineinhalb, che significano uno e mezzo, sono seguiti dal sostantivo al plurale: Die Halfte traduce la metà: Beide tutti e due, entrambi si declina come un aggettivo qualificativo. L'aggettivo che segue prende le desinenze della prima declinazione:

134 Per chiedere l'età si usa l'espressione: Si risponde coniugando l'espressione... Jahre alt sein: Per domandare l'ora si usano le espressioni: Per rispondere si usa

135 l'espressione: L'ora intera si esprime con il numero cardinale seguito, se si vuole, dalla parola Uhr; il verbo è sempre al singolare: Per indicare la mezz'ora si usa halb seguito dall'ora successiva: L'espressione italiana meno un quarto si indica con: ein Viertel e l'ora successiva preceduta da vor prima di

136 drei Viertel più l'ora successiva L'espressione italiana e un quarto si traduce con ein Viertel nach un quarto dopo più l'ora precedente: I minuti si indicano seguiti da vor oppure nach, a seconda che precedano o seguano: l'ora di dieci minuti o meno la mezz'ora

137 Gli orari dei mezzi si leggono nel seguente modo:

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139 Si formano aggiungendo ai numeri cardinali fino a 19 la desinenza te, da 20 in poi ste. Fanno eccezione 1, 3, 7 e 8. Si abbreviano con i cardinali seguiti da un punto. Si declinano come aggettivi qualificativi:

140 Con i numeri ordinali si formano: le frazioni, aggiungendo Z gli avverbi, aggiungendo ns Uno su due, uno su tre... si traducono con gli ordinali preceduti dajeder ogni: In due, tre, quattro... si traducono con gli ordinali senza la e finale, preceduti da zu:

141 Si esprime con l'aggettivo numerale ordinale per il giorno e il mese, e il cardinale per l'anno: Il complemento di tempo riferito a anno si rende con le espressioni das Jahr / im Jahr seguite dall'anno, oppure con il numero dell'anno senza articolo e senza preposizione:

142 Le date oltre l'anno 1099 si leggono in centinaia:

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144 Aggettivi Non vogliono mai l'articolo e precedono sempre il sostantivo, con il quale si accordano in genere, numero e caso: La loro declinazione corrisponde

145 a quella dell'articolo indeterminativo ein: Sein e ihr vengono sostituiti con i dimostrativi dessen e deren quando possono dar luogo a equivoci: Unser e euer possono perdere una e quando vengono declinati:

146 Ihr scritto con la maiuscola è l'aggettivo possessivo della forma di cortesia: Pronomi Possono avere due tipi di declinazione: una senza articolo, l'altra con articolo.

147 Nella declinazione con articolo, i pronomi possessivi possono prendere il suffisso ig. Si coniugano come der meine:

148 Quando sono usati come veri e propri sostantivi, si scrivono con la maiuscola:

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150 Der, die, das si declinano come l'articolo determinativo. Se sono pronomi, al genitivo singolare e plurale e al dativo plurale hanno forma diversa rispetto all'aggettivo:

151 Dieser, jener, solcher si declinano come l'articolo determinativo: Der/die/dasjenige e

152 der/die/dasselbe sono costituiti da due parti: la prima si declina come l'articolo determinativo, la seconda come l'aggettivo qualificativo che appartiene alla prima declinazione: Der, die, das sono le forme più comunemente usate. Questo, questa, questi, queste davanti ai verbi essere, diventare, sembrare si traducono sempre con das. Il verbo si coniuga in base al

153 sostantivo che segue: Con la maggior parte delle preposizioni che reggono il dativo o l'accusativo, der, die, das riferiti a una cosa vengono sostituiti con da (dar davanti a vocale) più preposizione: Derer fa riferimento a ciò che

154 segue: Deren si riferisce a ciò che è già stato espresso: Jener, jene, jenes sono ormai sostituiti nella lingua parlata da der, die, das (+ sostantivo +) da: Derjenige, diejenige, daejenige sono quasi esclusivamente seguiti da una frase relativa:

155 Solcher, solche, solches: al singolare vengono usati spesso con l'articolo indeterminativo se l'articolo indeterminativo segue solcher, solche, solches le forme del pronome perdono le desinenze er, e, es preceduti da als sostituiscono selbst

156 Selbst si usa per sottolineare che proprio una certa persona compie una certa azione:

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158 Wer è solo pronome e si usa riferito alle persone. Si declina come l'articolo determinativo. Fa eccezione il genitivo:! Wessen di chi deve essere subito seguito dall'oggetto posseduto:

159 Was si riferisce a cose e si usa solo al nominativo e all'accusativo. Se è preceduto da preposizione si trasforma con wo(r) più preposizione: Welcher, welche, welches traducono quale. Sono sia aggettivi sia pronomi e si declinano come i pronomi relativi analoghi (vedi pag. 76). Indicano una scelta limitata. Si concordano con il sostantivo a cui si riferiscono:

160 Was fiir ein, eine, ein traducono quale, che tipo di. Indicano una scelta vasta. Possono essere sia aggettivi sia pronomi: se sono aggettivi, ein, eine, ein si declinano come l'articolo indeterminativo, ma al plurale cadono e l'aggettivo diventa was fiir se sono pronomi si concordano

161 con il sostantivo a cui si riferiscono e ein, eine, ein si declinano come il pronome indefinito einer, eine, eins; al plurale vengono sostituiti da welche

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163 All: e si usa non declinato seguito da un aggettivo possessivo o

164 dimostrativo o dall'articolo determinativo, più un nome singolare o plurale traduce ogni quando indica un intervallo. In questo caso si declina come l'articolo determinativo Tutto aggettivo col significato di intero si traduce con ganz che si declina come un aggettivo qualificativo:

165 Alle si declina come l'articolo determinativo plurale: Beide può essere sia aggettivo sia pronome, ma si declina sempre come un aggettivo qualificativo. Se è seguito da un aggettivo, questo prende le desinenze della prima declinazione: Einer, eine, eins e keiner, keine, keins si accordano in genere, numero e caso con il nome che

166 sostituiscono. Si declinano come l'articolo determinativo. La preposizione di che solitamente segue è resa con von o con unter: Einige è solo plurale. Si declina come l'articolo determinativo plurale: Etwas è singolare e invariabile. Se qualcosa è seguito da di più un aggettivo, di non si traduce mentre l'aggettivo prende le desinenze della terza declinazione e viene

167 scritto maiuscolo: Jeder, jede, jedes sono solo singolari. Si declinano come l'articolo determinativo: Jemand e niemand possono rimanere invariati o essere declinati aggiungendo em al dativo e en all'accusativo. Niemand non vuole nessun'altra negazione: Man è usato solo al nominativo e

168 vuole la terza persona singolare del verbo: Nichts è singolare e invariabile. Si comporta come etwas. Non vuole nessun' altra negazione: Viel e wenig possono essere sia aggettivi sia pronomi: se sono aggettivi, al singolare rimangono invariati, mentre al plurale prendono le desinenze della terza declinazione dell'aggettivo

169 se sono pronomi prendono le desinenze della terza declinazione dell'aggettivo sia al singolare sia al plurale Qualsiasi e qualunque preceduti da un pronome indefinito si traducono con irgend più il pronome:

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172 In funzione di soggetto non possono mai essere sottintesi:

173 Er, sie, es possono essere riferiti, tutti e tre, sia alle persone sia alle cose. L'uso dipende dal genere del sostantivo: La terza persona plurale vale per tutti e tre i generi: Scritta con la maiuscola la terza persona plurale viene usata come forma di cortesia:

174 In presenza di più complementi, il pronome personale al dativo o all'accusativo occupa il primo posto: Se in una frase vi sono due pronomi, uno al dativo e l'altro all'accusativo, quest'ultimo precede il primo: Nelle frasi che iniziano con un complemento il pronome

175 personale precede il soggetto se questo è un sostantivo: Se il pronome personale retto da una preposizione si riferisce a una cosa lo si sostituisce con da (dar davanti a vocale) più la preposizione: Il pronome personale neutro es Si usa davanti al verbo essere alla terza persona singolare e può

176 sostituire anche un soggetto maschile o femminile: se il soggetto è stato menzionato precedentemente se il soggetto è chiaramente intuibile dal contesto Con i verbi bleiben rimanere, scheinen sembrare, sein essere, werden diventare sostituisce il predicato nominale o l'aggettivo predicativo:

177 Si usa per indicare un complemento oggetto indeterminato: Si riferisce anche a un'intera frase anticipandola o richiamandola: Si usa come soggetto dei verbi impersonali:

178 Si usa, solo all'inizio di frase, come soggetto di un verbo al passivo impersonale:! Se la frase comincia con un complemento es scompare: Si usa, all'inizio di frase, per anticipare il soggetto vero e proprio che è posposto. In questo caso il verbo può essere anche al plurale, poiché si accorda con il vero soggetto:

179

180

181

182

183

184 La forma base è einander che traduce l'un l'altro. Può formare composti con moltissime preposizioni ed è invariabile:

185

186 Sono der, die, das e welcher, welche, welches. Traducono che, il quale, la quale, i quali, le quali. Il loro genere dipende dal sostantivo a cui si riferiscono, il loro caso dalla funzione che essi hanno nella frase relativa:

187 La loro posizione è subito dopo il sostantivo a cui si riferiscono, dal quale possono essere separati solo da una forma verbale o da una preposizione che li regge: Se si riferiscono a una cosa e sono preceduti da una preposizione si traducono con wo(r) più la preposizione:

188 Das si sostituisce con was ciò, se si riferisce: a un pronome neutro o a un numerale a un aggettivo neutro sostantivato, specialmente se usato al superlativo a un'intera frase Dessen e deren traducono cui o rispettivamente del/ della quale,

189 dei/delle quali. Rimangono invariati e hanno la seguente costruzione: (preposizione) + dessen/deren + sostantivo senza articolo: Derjenige, der colui che si sostituisce generalmente con wer chi quando sia il dimostrativo sia il relativo sono al caso nominativo:

190 Welcher, welche, welches si usano essenzialmente per evitare ripetizioni, o quando può sorgere confusione con l'articolo determinativo:

191

192 Si dividono in ausiliari, comuni, modali: gli ausiliari sono i modali sono Le persone sono tre al singolare e

193 tre al plurale: Quando il verbo è coniugato, deve essere sempre accompagnato dal soggetto: Tutti i verbi si coniugano ai seguenti modi e tempi semplici e composti: INFINITO: presente e passato PARTICIPIO: presente/gerundio e passato

194 IMPERATIVO INDICATIVO: presente, preterito, passato prossimo, trapassato, futuro, futuro anteriore CONGIUNTIVO: presente (I), preterito (II), passato (I), trapassato (II) CONDIZIONALE: presente (I) e passato (II); le forme sono le stesse del congiuntivo preterito e trapassato Il preterito corrisponde all'imperfetto e passato remoto

195 italiani La forma può essere attiva o passiva:

196

197 Traduce essere.

198 Si usa

199 Per formare l'infinito passato, il passato prossimo e il trapassato dei verbi: intransitivi di moto che indicano un cambiamento di luogo o stato bleiben restare, sein essere, werden diventare fliegen volare, laufen correre, marschieren marciare, reisen viaggiare, wandern girovagare, camminare

200 Si usa anche per esprimere uno stato, una condizione del soggetto: Traduce avere.

201

202 Si usa Per formare l'infinito passato, il passato prossimo e il trapassato dei verbi: transitivi o usati come tali

203 riflessivi modali intransitivi di moto che non indicano un cambiamento di luogo o stato Traduce diventare.

204

205 Si usa

206 Per formare il futuro, il condizionale e il passivo:

207

208 Si dividono in regolari (deboli) e irregolari (forti e misti) a seconda di come formano il preterito e il participio passato. Alcuni verbi irregolari mostrano qualche particolarità anche al presente. Molti verbi comuni possono essere preceduti da un prefisso, che può essere separabile o inseparabile. I prefissi separabili, su cui cade sempre l'accento tonico, sono:

209 I prefissi inseparabili, mai accentati, sono: I prefissi durch, hinter, iiber, um, unter, wider possono essere sia separabili sia inseparabili, a seconda della posizione dell'accento:

210

211 Presente Termina in en, raramente in n: Passato Si forma con il participio passato del verbo più l'infinito dell'ausiliare:

212 Presente/gerundio Si forma aggiungendo d all'infinito: Passato Bisogna distinguere tra verbi regolari e irregolari, e tra verbi separabili e inseparabili. I verbi regolari formano il participio passato premettendo ge al tema del verbo (infinito senza en o n) e aggiungendovi t; i verbi il cui tema termina in t o d aggiungono et. Fanno eccezione i

213 verbi in ieren, che non prendono ge: I verbi irregolari hanno forme di participio passato diverse, che pertanto devono essere imparate singolarmente (vedi elenco dei verbi irregolari a pag. 154): I verbi separabili formano il participio passato come gli altri verbi, regolari o irregolari, ma in essi il prefisso precede sempre ge:

214 I verbi inseparabili formano il participio passato come gli altri verbi, regolari o irregolari, ma in essi il prefisso sostituisce ge: Esistono quattro forme: la II persona singolare, la I plurale, la Il plurale e la forma di cortesia. La Il persona singolare è costituita dalla forma corrispondente del presente indicativo (vedi pag. 89), a cui vengono tolti la desinenza st e il

215 pronome personale soggetto. I verbi irregolari che raddolciscono la vocale tematica nell'indicativo presente, all'imperativo perdono il raddolcimento: La I persona plurale è costituita dalla forma corrispondente del presente indicativo (vedi sotto), ma con posizione invertita di soggetto e verbo: La II persona plurale è costituita dalla forma corrispondente del presente indicativo (vedi sotto),

216 ma senza il pronome personale soggetto: La forma di cortesia è costituita dalla forma corrispondente dell'indicativo presente (vedi sotto), ma con posizione invertita di soggetto e verbo: Nei verbi separabili il prefisso va in fondo alla frase:

217 Presente Si forma dall'infinito togliendo en (o n) e aggiungendo al suo posto le seguenti desinenze per le diverse persone: I verbi che hanno il tema (infinito senza en) in t o d aggiungono una e prima delle desinenze di II e III

218 persona singolare e di II persona plurale: I verbi irregolari con la vocale tematica a raddolciscono la vocale in d alla Il e III persona singolare: Alcuni verbi irregolari con la vocale tematica e cambiano la e in i oppure in ie alla Il e III persona singolare:

219 I verbi separabili e inseparabili si coniugano come tutti gli altri verbi comuni, ma nei primi il prefisso va in fondo alla frase: I verbi che hanno il tema in s, f3, tz, z prendono solo t alla Il persona singolare: Preterito I verbi regolari formano il

220 preterito aggiungendo al tema una t seguita dalle desinenze delle diverse persone: I verbi regolari che hanno il tema in t o d aggiungono una e prima delle desinenze:

221 I verbi irregolari hanno forme base diverse, che devono perciò essere studiate singolarmente (vedi elenco dei verbi irregolari a pag. 154). La forma base è valida per la I e III persona singolare; da essa si formano le altre persone con l'aggiunta delle seguenti desinenze:

222 I verbi separabili e inseparabili si coniugano come gli altri verbi comuni, a seconda che siano regolari o irregolari, ma in quelli separabili il prefisso va in fondo alla frase: Passato prossimo Si forma con il presente di sein o haben più il participio passato del

223 verbo. Quest'ultimo è posto alla fine della frase: Trapassato Si forma con il preterito di sein o haben più il participio passato del verbo, posto in fondo alla frase: Futuro Si forma con il presente di werden

224 più l'infinito del verbo, posto alla fine della frase: Futuro anteriore Si forma con il presente di werden più l'infinito passato del verbo, posto in fondo alla frase: Presente (I) Si forma con il tema del verbo (infinito senza en o n) più le

225 seguenti desinenze per le diverse persone: Preterito (II) Per i verbi regolari si forma come l'indicativo preterito: Per i verbi irregolari si forma

226 con l'indicativo preterito più le desinenze: I verbi irregolari con vocale tematica a, o, u raddolciscono la vocale: Passato (I)

227 Si forma con il congiuntivo presente di sein o haben più il participio passato del verbo, posto in fondo alla frase: Trapassato (II) Si forma con il congiuntivo preterito di sein o haben più il participio passato del verbo, posto in fondo alla frase:

228 Presente (I) Per i verbi regolari si forma con il condizionale presente di werden più l'infinito del verbo, posto in fondo alla frase: Per i verbi irregolari, oltre a wiirde più infinito, si usano anche le forme del congiuntivo preterito del verbo:

229 Passato (II) Si forma: con il congiuntivo preterito (condizionale presente) di werden più l'infinito passato, posto in fondo alla frase con il congiuntivo trapassato del verbo

230

231 Si usa Coni verbi modali: Dopo i verbi di moto: Dopo bleiben rimanere quando regge i verbi bestehen esistere, haften aderire / garantire, hiingen pendere, kleben aderire / essere attaccato, leben vivere, liegen giacere, sitzen sedere, stecken

232 infilare, stehen stare in piedi, wohnen abitare: Dopo haben con i verbi hiingen, liegen, stecken, stehen: Con i verbi helfen aiutare, hlren udire, lassen lasciare/fare, sehen vedere: Con i verbi heifien chiamarsi, lehren insegnare e lerren imparare:

233 Preceduto da zu, quando è retto da un sostantivo, da un aggettivo o da verbo, esclusi i casi precedenti: Presente: si usa Per tradurre un gerundio senza complementi, che indica un'azione contemporanea a quella della frase principale:

234 Con valore di avverbio: Con valore di aggettivo in posizione attributiva: Come aggettivo sostantivato: Passato: si usa Per la formazione dei tempi composti: Come aggettivo in posizione

235 attributiva: Come aggettivo sostantivato: Al posto del gerundio di un verbo di moto retto da kommen: Diversamente dall'italiano si usa anche: nelle frasi secondarie introdotte da dass che, e rette da verbi come bewirken causare, durchsetzen

236 imporre, verlangen pretendere, e dalle locuzioni es ist Gewohnheit è abitudine, es ist recht è giusto, es ist sicher / es stehtfest è certo, fest iiberzeugt sein essere convinti, jedermann weifi tutti sanno nel discorso indiretto dopo i verbi sagen dire, hoffen sperare, versprechen promettere, ftirchten temere, se usati al presente indicativo specialmente alla prima persona singolare o plurale

237 Si possono distinguere le forme dei congiuntivi I e II. Il cosiddetto congiuntivo I comprende il presente e il passato. Il congiuntivo II comprende il preterito e il trapassato. Se nella frase principale è usato il presente o il preterito indicativo, nella secondaria si può usare indifferentemente il congiuntivo I o il II per esprimere la contemporaneità dell'avvenimento rispetto al tempo della principale:

238 Il congiuntivo I: esprime un'esortazione o una richiesta esaudibile viene usato per il discorso indiretto dopo i verbi denken pensare, fiirchten temere, glauben credere, hoffen sperare, meinen supporre, è sostituito dall'indicativo, a meno

239 che non si voglia esprimere un forte dubbio viene sostituito dal congiuntivo II nel discorso indiretto, se la sua forma non si distingue da quella dell'indicativo Il congiuntivo II esprime: irrealtà o incertezza

240 un desiderio la cui realizzazione non è certa probabilità nelle frasi condizionali un'azione, un fatto non avvenuto si usa inoltre nelle frasi concessive dopo als dass

241

242 Si forma con l'ausiliare werden seguito dal participio passato del verbo: Al passato prossimo, il participio passato di werden perde ge e diventa pertanto worden: Il complemento d'agente si rende con von e il dativo: Il complemento di mezzo si

243 esprime con durch e l'accusativo: Il participio passato italiano retto dal verbo essere non sempre indica un'azione passiva; può anche esprimere uno stato, una condizione. In questo caso non si usa werden ma sein:

244

245

246 Sono: Presentano particolarità comuni nella formazione dell'indicativo presente e preterito e del congiuntivo preterito/condizionale presente. Gli altri tempi e modi seguono le regole di formazione dei verbi comuni regolari. Non hanno né l'imperativo né la

247 forma passiva. Il loro ausiliare è haben. I participi passati sono: gedurft, gekonnt, gemocht, gemusst, gesollt, gewollt. Presente Le tre persone singolari hanno una variazione della vocale tematica: fa eccezione sollen. La I e la III persona singolare non hanno desinenza. La Il termina in st. Le tre persone plurali si formano

248 con il tema del verbo (infinito senza en) più le desinenze en, t, en: Preterito Si forma come il preterito dei verbi comuni; tuttavia i modali che hanno la vocale raddolcita perdono il raddolcimento ("). MSgen cambia anche la consonante tematica:

249 Si forma con l'indicativo preterito più il raddolcimento della vocale tematica, tranne che per sollen e wollen che mantengono la o senza Umlaut ("):

250 Si usano Diirfen: esprime permesso, autorizzazione a fare qualcosa. Chi permette o autorizza non è mai il soggetto grammaticale della frase nel congiuntivo preterito/condizionale presente esprime una supposizione se usato alla forma negativa indica divieto. Traduce perciò non

251 dovere KBnnen esprime possibilità in generale o capacità: Miigen: esprime desiderio, traduce aver voglia di. Si usa soprattutto al condizionale in alcune locuzioni ha invece il significato di potere, essere probabile

252 Miissen: esprime una necessità assoluta, un ordine tassativo traduce bisogna che La non necessità di fare qualcosa generalmente si rende con nicht brauchen e non con nicht miissen: Sollen:

253 esprime un'esortazione, un consiglio, una raccomandazione traduce a quanto si dice, dicono Quando in italiano, nelle domande dirette o indirette, vi è soltanto l'infinito di un verbo, in tedesco bisogna aggiungere sollen: Wollen esprime ferma volontà, intenzione:

254 Tutti i modali sono sempre seguiti dall'infinito senza zu: Il verbo retto dai modali coniugati al presente o al preterito dell'indicativo e del congiuntivo occupa l'ultimo posto della frase: Se al passato prossimo e trapassato reggono un verbo, i modali non si coniugano al participio passato ma rimangono

255 all'infinito: Il verbo retto dai modali coniugati a tutti gli altri tempi e modi precede immediatamente il modale: Nelle frasi secondarie, se il modale è coniugato a un tempo composto, l'ausiliare viene collocato prima dell'infinito, seguito a sua volta dal modale:

256 Sono: Se reggono un infinito seguono le stesse regole dei modali, ossia: non vogliono zu prima dell'infinito da loro dipendente al passato prossimo e trapassato

257 rimangono all'infinito, anziché essere coniugati al participio passato Wissen sapere, essere a conoscenza presenta le stesse caratteristiche dei modali nella formazione del presente indicativo. Per il resto è un verbo comune irregolare:

258

259

260 Possono essere reali o apparenti. Sono reali se possono avere come complemento oggetto solo il pronome riflessivo. I più importanti sono:

261 Sono apparenti se possono essere usati anche come verbi non riflessivi, ossia senza il pronome sich: Se sono usati come riflessivi possono avere il pronome riflessivo all'accusativo o al dativo: hanno il pronome riflessivo all' accusativo

262 hanno il pronome riflessivo al dativo Se il pronome riflessivo è al dativo

263 il verbo può reggere un complemento oggetto: Tutti i verbi riflessivi formano i tempi composti con l'ausiliare haben: Molte volte sostituiscono la forma passiva: Il pronome riflessivo sich unito a taluni verbi comuni può anche esprimere reciprocità:

264 Se un verbo riflessivo viene usato con significato reciproco, il pronome riflessivo può essere mantenuto con l'aggiunta di gegenseitig, o venire sostituito da einander:

265

266 Sono quelli che indicano condizioni atmosferiche: Anche i verbi comuni possono essere usati impersonalmente: se il soggetto è indeterminato

267 in alcune locuzioni come

268

269 Specificano luogo, tempo, causa, modo e maniera. Possono essere: avverbi veri e propri avverbi derivati da altre parti del discorso avverbi costituiti da un aggettivo

270 o da un participio Gli avverbi derivati da aggettivi o participi formano: il comparativo aggiungendo ere l'eventuale raddolcimento (") il superlativo relativo con am più la desinenza (e)sten e l'eventuale raddolcimento (")

271 il superlativo assoluto con aufs più la desinenza ste e l'eventuale raddolcimento (") I seguenti avverbi formano il comparativo e il superlativo relativo irregolarmente: Avverbi di luogo Rispondono alle domande:

272 I più importanti sono:

273 Her e hin, che indicano rispettivamente avvicinamento e allontanamento da chi parla, devono essere aggiunti agli avverbi di stato in luogo per renderli di moto:

274 Avverbi di tempo Rispondono alle domande: I più importanti sono:

275

276 Avverbi di causa Rispondono alle domande: I più importanti sono:

277 Avverbi di modo e maniera Rispondono alle domande: Sono spesso formati aggiungendo all'aggettivo o a un sostantivo: il suffisso lich il suffisso weise I più comuni sono:

278

279

280 Preposizioni che reggono il genitivo

281 Halber viene sempre posposto: Um... willen vuole la costruzione um + sostantivo di riferimento + willen:

282 Zufolge regge il genitivo solo se preposto; posposto vuole esclusivamente il dativo: Preposizioni che reggono il dativo

283 Aus indica: provenienza da luogo chiuso o delimitato origine materia Aufier, nelle due espressioni seguenti, regge il genitivo:

284 Bei indica stato, presso persona o luogo: Gegeniiber e germili spesso vengono posposti: Mit indica: compagnia modo, maniera

285 mezzo Nach indica: tempo moto verso luogo con un nome di città o stato (senza articolo), con gli avverbi, i punti cardinali e con Haus casa opinione e traduce in base a, secondo. Spesso viene posposto

286 Seit indica inizio di un periodo di tempo: Von indica provenienza o appartenenza: In correlazione con an significa a partire da; può essere sostituito da ab: Zu indica moto verso un luogo determinato o una persona:

287 ! Si usa anche: in espressioni di tempo come nella locuzione nelle espressioni verbali Preposizioni che reggono

288 l'accusativo Bis spesso è seguito da un'altra preposizione: Durch indica: moto attraverso luogo

289 inoltre significa a causa di, per mezzo di Entlang viene generalmente posposto: Fiir traduce per nel senso di a favore di, in cambio di: Gegen indica:

290 tempo luogo Pro può essere sostituito da je: Um indica: tempo luogo Preposizioni che reggono il dativo

291 o l'accusativo Reggono il dativo nelle espressioni di tempo: Reggono il dativo con i verbi di stato in luogo:

292 Reggono l'accusativo quando è espresso un moto da un luogo a un altro o il passaggio da una situazione a un'altra: An esprime vicinanza, aderenza a: Segue alcuni verbi reggendo: il dativo

293 l'accusativo Auf si usa: in espressioni come

294 dopo alcuni verbi, reggendo l'accusativo

295 In si usa: in espressioni di tempo e di luogo in espressioni quali

296 Ùber può indicare anche durata; in questo caso vuole l'accusativo ed è generalmente posposto: Vuole l'accusativo anche quando è retto da alcuni verbi tra i quali: Unter traduce fra/tra quando si tratta di un numero indeterminato di persone o cose:

297 Vor significa: davanti a nelle espressioni di luogo prima di nelle espressioni di tempo può indicare anche causa

298 Si usa inoltre, seguito dal dativo, con alcuni verbi e sostantivi quali: Zwischen significa fra/tra quando si tratta di due o di un numero ben determinato di persone o di cose:

299

300 Si dividono in coordinanti e subordinanti. Congiunzioni coordinanti Uniscono parti del discorso o frasi indipendenti e non influiscono sulla costruzione della frase. Le più importanti sono:

301 La costruzione della frase avviene in modo diretto (vedi pag. 129): Alcune congiunzioni coordinanti sono in realtà congiunzioni avverbiali. Le più importanti sono:

302 Con esse la costruzione avviene in modo indiretto (vedi pag. 129): Congiunzioni subordinanti

303 Introducono frasi secondarie che, come tali, seguono una costruzione del tutto particolare (vedi pag. 131): Possono essere: causali comparative concessive

304 condizionali consecutive finali modali

305 temporali

306

307 Può avere una costruzione diretta o indiretta. Costruzione diretta Segue gli schemi: soggetto, verbo coniugato, complementi soggetto, ausiliare o modale coniugato, complementi, verbo all'infinito o participio passato

308 Costruzione indiretta Segue gli stessi schemi della diretta, ma il verbo coniugato precede il soggetto. Si usa: nelle frasi interrogative nella frase principale che inizia con un complemento nella frase principale che inizia

309 con un avverbio dopo un discorso diretto se la principale è preceduta da una secondaria Posizione dei complementi Se fra più complementi uno è espresso da un pronome personale senza preposizione, questo occupa il primo posto:

310 Se in una frase principale vi sono un complemento di termine (dativo) e un complemento oggetto (accusativo) si hanno le seguenti costruzioni:. il dativo precede l'accusativo se entrambi i complementi sono espressi da sostantivi se uno dei complementi è un pronome personale e l'altro un sostantivo il pronome va sempre per primo

311 se tutti e due i complementi sono pronomi personali l'accusativo precede il dativo Nella costruzione indiretta il pronome personale complemento non introdotto da preposizione precede il soggetto se quest'ultimo è un sostantivo: Per quanto riguarda la posizione dei complementi e degli avverbi

312 nella frase, pur non essendoci una regola fissa, solitamente vale l'ordine temporale, causale, modale, locale: Si costruiscono secondo le seguenti regole: il soggetto si colloca dopo la congiunzione subordinante il verbo coniugato si colloca

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