Alcune nozioni relative alla moneta Concetto di moneta

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1 Alcune nozioni relative alla moneta [Questo pezzo è tratto da una parte del capitolo 5 di G. Rampa, Principi di Macroeconomia, ECIG 2008] 5.1. Concetto di moneta Dobbiamo ora avviarci allo studio del mercato della moneta. La moneta è un oggetto vicino all esperienza di tutti, e dunque apparentemente familiare. Dobbiamo però essere pronti a spogliarci di una serie di luoghi comuni. Per tale ragione i primi cinque paragrafi di questo capitolo hanno una natura piuttosto generale e discorsiva, con l obiettivo di stimolare una riflessione sul tema. Le idee esposte in tali paragrafi sono poi sintetizzare nel paragrafo 5.6: ovviamente, non è sufficiente apprendere i soli riassunti schematici contenuti in quel paragrafo. Moneta è tutto ciò che viene accettato da chiunque nel sistema economico come mezzo di pagamento. Usualmente si tratta di qualche oggetto difficilmente imitabile. In sistemi sociali molto frammentati, e nei quali prevale il sospetto verso gli altri, si preferisce accettare come mezzo di pagamento solo un metallo prezioso. In sistemi più sviluppati, e soprattutto in sistemi nei quali si sono evolute istituzioni credibili che garantiscono il buon funzionamento monetario, sono sufficienti in generale dei dischetti metallici o dei foglietti privi di valore intrinseco, che siano certificati dalle istituzioni monetarie stesse. Non si deve pensare alla moneta come costituita solo dalle banconote (o monete metalliche) che usiamo quotidianamente, cioè quelle emesse da una banca centrale, che è un organismo di natura pubblica. Anzi, quando si sono sviluppati i sistemi monetari moderni esistevano solo banche private: queste consentivano ai loro clienti, usualmente dei mercanti, di pagare i propri debiti utilizzando foglietti garantiti dalle banche stesse: le note delle banche. Le banche private garantivano quelle note, nel senso di certificare che quei foglietti erano coperti, cioè esisteva un deposito del cliente, oppure un prestito a lui garantito dalla banca. Tale attività era molto importante, perché consentiva al cliente di non aggirarsi sempre e ovunque con delle scorte d oro. Naturalmente occorreva che il cliente fosse affidabile, non firmasse cioè note scoperte. Ma anche la banca privata doveva essere affidabile: una volta cioè incassati i depositi dai clienti non doveva scappare alle Isole Maldive. Data la natura dell animo umano, si capisce come mai nel tempo siano sorte delle istituzioni, cioè la banche centrali, che vigilassero sul buon comportamento sia dei clienti, sia soprattutto delle banche private. L insieme degli oggetti utilizzati come moneta, emessi e garantiti da un autorità pubblica, si chiama moneta legale o circolante. Non necessariamente tutto il circolante è garantito da una banca centrale: le monete metalliche esistenti in Italia sino alla fine del 2001 una parte irrisoria del circolante erano emesse dal Tesoro, non dalla Banca d Italia. Questo è un retaggio di tempi in cui era lo stato a emettere moneta. Ma anche lo stato ogni tanto si mostrava poco credibile. È evidente infatti la tentazione di continuare ad emettere moneta solo per pagare i propri debiti: alla lunga quella moneta si dimostra non coperta da entrate, e nessuno se ne fida più. Per tale ragione in molti sistemi moderni la banca centrale è indipendente dal governo e non si impegna a coprirne sempre i deficit stampando nuova moneta. Resta però vero che la banca centrale, in relazione ai propri obiettivi, ha la facoltà di emettere nuovo circolante. La definizione che abbiamo dato all inizio (è moneta tutto ciò che viene prontamente accettato da chiunque come mezzo di pagamento) è a parere di molti la migliore, nel senso che va al cuore del problema di cosa sia la moneta. Ma quella definizione mette subito in evidenza un aspetto autoreferenziale dei sistemi monetari: io accetto moneta da qualcuno perché confido che altri a loro volta la accetteranno da me. Questo è il cosiddetto carattere fiduciario dei sistemi monetari: se qualcuno comincia a dubitare che questi foglietti non saranno più accettati da altri, non li accetta a sua volta, e il sistema crolla. Da qui sorge l importanza di avere buone istituzioni che mantengano la fiducia nel sistema esistente. In certe epoche storiche, quando le banche centrali hanno cominciato ad operare, esse potevano indurre una maggiore fiducia negli operatori se tenevano una certa riserva di oro nei propri forzieri. Di fronte ad eventuali dubbi del pubblico sulla qualità della moneta legale, la banca centrale si impegnava a convertire la banconote in oro ad un cambio prefissato. Per tale ragione ancora sino a poco tempo fa (fino al 2001 in Italia) sulle banconote era scritta una frase del tipo pagabili a vista al portatore, la quale non aveva ovviamente un significato ben definito (ricevo diecimila lire in cambio di diecimila lire?), se non quello di richiamare un certo impegno della Banca a garantire la fiducia. Come sapete, invece sulle banconote in euro tale frase non appare più, a testimonianza del fatto che l aspetto fiduciario è ora prevalente. Si noti che, tra l altro, l aspetto della fiducia include anche la sicurezza che le banconote saranno domani ancora in grado di comprare qualcosa: quindi spesso le banche centrali sono impegnate ad evitare elevate inflazioni, cioè aumenti dei prezzi dei beni e servizi, che fanno perdere valore alla moneta. Le autorità monetarie possono essere aiutate da altre autorità nel compito di mantenere la fiducia nel sistema monetario: per esempio il Governo, che è un autorità diversa dalla Banca Centrale, pretende che le imposte siano pagate dei cittadini solo in moneta, e non per mezzo di altri strumenti. Se lo Stato per primo si impegna ad accettare la moneta, questo è un segnale forte anche per gli operatori privati.

2 106 Se è vero che in pagamento di un debito si accetta la moneta legale, usualmente non si accettano invece titoli, per esempio BOT (Buoni Ordinari del Tesoro), oppure beni durevoli, per esempio case: infatti questi oggetti, pur essendo degli stock durevoli, potrebbero richiedere costi anche elevati per essere convertiti a loro volta in moneta. Per esempio, per convertire un BOT in moneta occorre pagare qualche commissione ad un intermediario; invece per convertire in moneta una casa occorre sostenere costi dovuti al fatto che il contratto va redatto con certi standard e certificato da un notaio o equivalente. Inoltre questi stock alternativi alla moneta hanno un valore che varia nel tempo, e nel momento in cui il loro proprietario volesse convertirli in moneta potrebbe subire una perdita di valore. Solo in casi eccezionali, come per esempio il fallimento di una società per azioni, il creditore è disposto ad accettare qualcosa di diverso dalla moneta, piuttosto che non incassare alcunché. La caratteristica della moneta di essere accettata da chiunque, perché non richiede costi di conversione e ha un valore piuttosto certo, e dunque la caratteristica di essere uno strumento finanziario piuttosto sicuro, si chiama liquidità. Tuttavia gli operatori non accettano solo la moneta legale in pagamento dei loro crediti: è molto comune accettare assegni garantiti da banche private, purché queste siano credibili. Gli assegni possono essere staccati solo se esiste un rapporto di deposito in conto corrente, cioè un fondo dal quale il cliente può prelevare (o estrarre moneta per mezzo di assegni) senza preavviso e senza costi. Analogamente, oggi spesso vengono accettati pagamenti tramite vari tipi di carte bancarie (bancomat o carte di credito di circuiti credibili): ma anche in questo caso la carta deve essere appoggiata su un conto corrente, dal quale viene prelevato l importo sottoscritto dal pagatore. Ne segue che un conto corrente è essenziale per poter effettuare pagamenti credibili senza usare banconote. Un conto corrente è infatti un fondo costituito presso una banca, con la caratteristica che da esso di può prelevare (direttamente, o tramite assegni o carte) senza preavviso e senza costi di prelevamento. Dunque, a tutti gli effetti anche le note delle banche private credibili, cioè gli assegni o gli ordini di utilizzo di carte, funzionano da moneta, nel senso che rispondono alla definizione di moneta data all inizio di questo capitolo. Si badi che non tutti i depositi che un cliente possa effettuare presso una banca costituiscono per lui liquidità (cioè moneta): per esempio un deposito vincolato (cioè tale per cui ogni prelievo richiede un preavviso o almeno un autorizzazione) non consente di staccare assegni né di prelevare senza qualche costo. Altrettanto dicasi quando diamo alla nostra banca l ordine di acquistare titoli o fondi: prima di poter utilizzare quei valori come liquidità, essi vanno venduti ( liquidati, appunto) sopportando dei costi. Un conto corrente può essere costituito in due modi: a) da una parte un cliente può depositare dei fondi liquidi (circolante o assegni) in quel conto; oppure il suo datore di lavoro può dare l ordine di accredito dei suoi compensi proprio sul quel conto corrente. Di conseguenza il cliente può prelevare o staccare assegni sino ad esaurimento dei suoi versamenti. b) dall altra parte, può accadere che la banca conceda un fido (credito) ad un cliente che riscuote la sua fiducia. In questo secondo caso il cliente può operare allo scoperto, cioè far diventare negativo il saldo del suo conto, fino ad un ammontare predefinito (ovviamente, dovrà poi pagare degli interessi su tale scoperto). Egli può comunque prelevare o staccare assegni come qualsiasi cliente, e i suoi creditori accettano regolarmente i suoi assegni, garantiti dalla banca che gli ha concesso il fido. Analogamente, la banca può fare un prestito al cliente, trasferendo una certa somma sul suo conto corrente (e il cliente dovrà poi restituire quel prestito). Osserviamo ora una cosa importante: nel caso del fido o del prestito il cliente può disporre di liquidità senza aver preventivamente versato fondi liquidi nel suo conto. Tale liquidità gli è stata messa a disposizione dalla sua banca. A tutti gli effetti, dunque, anche le banche private possono creare nuova moneta, così come la banca centrale crea moneta quando stampa banconote e le mette a disposizione dell economia. Un fido costituisce infatti una disponibilità liquida a cui non corrisponde un precedente versamento monetario da parte del cliente. Abbiamo dunque imparato che esistono due forme di moneta: il circolante ed i conti correnti dai quali si possono staccare assegni oppure effettuare pagamenti tramite carte di credito. La somma delle consistenze delle due forme di moneta esistenti in ogni momento costituisce il totale della moneta esistente in quel momento. Poiché spesso i conti correnti vengono chiamati depositi, anche noi utilizzeremo tale terminologia, pur sapendo che i conti correnti costituiti per fido o prestito non hanno alle spalle un versamento (cioè un deposito) da parte del cliente. Piuttosto, è la sua banca che ha depositato qualcosa sul suo conto corrente, concedendogli un fido Caratteristiche della moneta Data la precedente discussione, possiamo riassumere le caratteristiche principali della moneta con le seguenti tre proprietà. La moneta è mezzo di scambio, fondo di valore e unità di conto. La proprietà di essere mezzo di scambio è specifica della sola moneta. Solo in casi eccezionali altri oggetti vengono accettati in pagamento di un debito. Se capitasse che la moneta non è più accettata come mezzo di pagamento, questo significhe-

3 rebbe che è crollato il sistema monetario stesso, cioè la rete fiduciaria che lo regge, con effetti non solo economici ma anche sociali dirompenti. Per esempio, può capitare che i cittadini di un paese smettano di utilizzare la propria moneta ed utilizzino invece la moneta di un altro paese: questo fenomeno, non privo di esempi nella storia, significa che i valori dei beni che circolano in quel paese, espressi in moneta nazionale, sono falsi e nessuno vi crede, perché gli scambi avvengono, magari sottobanco, utilizzando un altra moneta. I rapporti socio-economici che ne conseguono sono evidentemente molto distorti 1. Che la moneta sia un fondo di valore significa che essa mantiene il suo valore, cioè può trasferire valore (ricchezza), nel tempo e nello spazio. Tale caratteristica qualitativa è posseduta da tutti gli altri stock presenti nell economia, reali o finanziari. Tuttavia gli altri stock diversi dalla moneta hanno un valore variabile nel tempo, e quindi trasferiscono imperfettamente, o almeno con rischio, la ricchezza nel tempo. Viceversa la moneta ha un valore piuttosto stabile: limiti a questa stabilità nel tempo possono essere costituiti da inflazioni elevate. Ma possono esistere anche limiti alla stabilità nello spazio: per esempio la moneta di un certo paese A, che è accettata comunemente dagli operatori residenti in A, potrebbe non essere gradita a residenti di altre economie per la ragione che il paese A non riscuote, politicamente ed economicamente, la fiducia dei non residenti. Per tale ragione, come vedremo anche nel capitolo 7, un paese che voglia rendersi credibile internazionalmente dovrebbe puntare alla stabilità della propria moneta nei confronti delle altre. Dire che la moneta svolge la funzione di unità di conto significa, infine, dire che tutti i calcoli economici sono espressi in quell unità. Bilanci delle imprese, delle famiglie, calcoli di convenienza economica, prospettive di miglioramento del benessere personale e di quello collettivo, valutazione sociale delle persone in base al loro reddito, persino autostima, vengono ridotti ad un termine comune facilmente esprimibile: quantità di moneta. Non si tratta dunque solo di una unità di misura convenzionale, quindi facilmente modificabile. Si sa per esempio com è ancora oggi difficile per un inglese parlare di metri anziché di yard; molto più difficile è cambiare la convenzione sulle unità di misura monetarie. Per chi sta scrivendo, e forse anche per i meno giovani tra coloro che stanno leggendo, non appare ancora del tutto naturale che i valori delle cose oggi acquistate siano espressi in Euro anziché in Lire: cerchiamo sempre di immaginarci l equivalente in Lire dei prezzi dei beni che acquistiamo. In realtà la moneta è come un linguaggio, la cui evoluzione non è facilmente soggetta a rettifica da parte delle autorità. La moneta, come il linguaggio, connette in modo piuttosto semplice e naturale le opinioni e le aspirazioni degli uomini. Entrambi, sicuramente, banalizzano spesso il substrato emotivo, intellettuale e sociale dei partecipanti al gioco: tuttavia sono strumenti estremamente comodi. Il compito degli studiosi, anziché essere quello di rettificare il linguaggio, è in primo luogo quello di capirne le regole statiche e quelle di evoluzione. Altrettanto, in un corso come questo, è importante apprendere qualche regola grammaticale e sintattica del funzionamento dell economia, per diventare più consapevoli di ciò che ci circonda. Dunque vi dovete sopportare queste pagine, e non fidarvi dell intuizione. Le tre proprietà della moneta che abbiamo esaminato costituiscono la sua caratteristica principale, che è la liquidità: il modo più sicuro di detenere valore Moneta, stock finanziari e speculazione Ripetiamo un concetto cruciale: la moneta costituisce a livello macroeconomico uno stock. La sensibilità comune ci porta a credere che le consistenze monetarie nei bilanci familiari costituiscano un flusso, perché ne entra un certo ammontare ogni mese, che poi viene speso lungo il mese dalla famiglia. Tuttavia la moneta è solo il mezzo con cui l erogatore (p. es. un impresa) paga il reddito al percettore (p. es. il dipendente). Ma non bisogna confondere il reddito con la moneta. Per esempio, se il reddito annuo di una famiglia è di euro ciò non significa che si accumulino nel conto della famiglia euro in moneta. Ogni mese entra moneta per euro, moneta che poi defluisce per via delle spese effettuate: lungo il mese l ammontare di moneta detenuto dalla famiglia passa da 2.500, al momento della paga, a zero, supponendo che si spenda tutto. Pertanto durante il mese la famiglia detiene in media euro in moneta; poiché questo è vero per ogni mese, allora la detenzione media di moneta lungo tutto il corso dell anno è euro, e non , che è invece il reddito. Questo per spiegare che reddito e moneta sono due cose diverse. Inoltre, non dobbiamo farci confondere dall esempio della singola famiglia: benché possa apparire che per la famiglia la moneta sia un flusso (ne entra e poi ne esce), le cose cambiano quando si considerano congiuntamente imprese e famiglie. Al momento della paga degli stipendi avviene un trasferimento di moneta dalle imprese alle famiglie. In seguito, quando le famiglie spendono per acquistare beni prodotti dalle imprese, avviene un trasferimento in senso contrario. A livello di sistema la quantità di moneta presente nell economia è rimasta invariata. 1 Si narra un aneddoto riferito ai tempi della Repubblica di Weimar, quando l inflazione annua raggiunse punte dell ordine delle migliaia percento, quindi praticamente incalcolabile: i prezzi potevano aumentare del 10% in pochi minuti. In queste situazioni patologiche occorre spendere il più in fretta possibile la moneta incassata, e nessuno vuole detenere a lungo la moneta precedentemente incassata. Bene: c è un signore che si avvia con un cestino pieno di banconote per andare a comprare il pane. Ad un certo punto gli si slaccia una scarpa e si china per riallacciarla, appoggiando il cestino su un muretto. Quando si rialza non trova più il cestino, ma solo il mucchio di banconote appoggiato sul muretto!

4 108 La moneta dunque va dunque pensata come uno stock, al pari dell ammontare di titoli del debito pubblico, delle azioni di una società, della ricchezza di un soggetto, ecc. Ricordiamo: il fatto che una grandezza sia uno stock non significa che essa non possa variare; significa semplicemente che è possibile misurarne la consistenza in un dato istante. Al contrario, per i flussi (come il reddito di una famiglia o il reddito nazionale) ha senso solo una misura lungo tutto un periodo di tempo, per esempio un anno: non esiste il reddito di un singolo istante. In particolare, la moneta è uno stock di tipo finanziario. Gli stock finanziari si contrappongono a quelli reali, come abitazioni, terreni, impianti produttivi, quadri d autore, ecc., in quanto il valore dei primi non dipende dalle loro caratteristiche fisiche intrinseche. Piuttosto, il valore degli stock finanziari dipende da sottostanti rapporti di fiducia tra gli operatori che rendono più o meno credibili certe frasi stampate sui fogli che rappresentano quegli stock, tipo: questo vale 1000 euro. Come abbiamo già detto, una caratteristica importante di quasi tutti gli stock, e dunque anche di quelli finanziari, è che il prezzo di uno stock è variabile nel tempo, usualmente in relazione al desiderio della collettività di detenerlo: più sono i soggetti che lo vogliono detenere in rapporto a quelli che sono disposti a cederlo, più il suo prezzo aumenta. Infatti, trattandosi di stock, usualmente l ammontare dei pezzi esistenti si modifica piuttosto lentamente, o non si modifica affatto come nel caso dei terreni o dei quadri d autore. Dunque, quando molti soggetti vorrebbero comprarne e pochi venderne, il prezzo di mercato aumenta, e ciò costituisce un guadagno per i detentori che riescono a vederli in quel momento. Il contrario accade quando tutti vorrebbero vendere quegli stock ma nessuno ne vuole compare: il loro prezzo di mercato diminuisce, e chi li vende in quel momento subisce delle perdite. La moneta, invece, ha un valore stabile (a parte le difficoltà già menzionate derivanti dai periodi di elevata inflazione). Anzi, per definizione essa è il punto di riferimento di tutti i valori, che sono appunto denominati in moneta. La relativa stabilità del valore della moneta e la variabilità del prezzo degli altri stock, specie finanziari, causa l insorgere di un sofisticato prodotto dell intelligenza umana: la speculazione. Si dice speculazione l attività che consiste nel tentativo di ottenere guadagni in conto capitale sulle compravendite di stock. Si cerca cioè di comprare quando il prezzo è ritenuto basso, e di vendere quando il prezzo è ritenuto alto. Questa attività mette in moto fenomeni piuttosto importanti all interno del sistema economico, il principale dei quali è il seguente. Se una parte significativa degli operatori si convince che un certo stock, reale o finanziario, aumenterà di prezzo in futuro, essi si precipitano oggi a comprarlo. Ma nel fare ciò ne fanno aumentare il prezzo già ora. Se quest ultimo aumento di prezzo convince altri operatori che quel prezzo è in ancora in fase di ascesa, e quindi conviene comprare quello stock, allora il prezzo sale ancor di più. Il contrario accade quando ci si convince di una prossima discesa del prezzo. Dunque le operazioni sui mercati speculativi possono produrre importanti oscillazioni dei prezzi degli stock, indipendentemente da altri fenomeni che giustifichino prezzi alti o bassi. In effetti, l aspettativa di rialzo del prezzo di uno stock equivale all aspettativa che in futuro ci saranno molti operatori desiderosi di comprarlo, indipendentemente da quale sia la causa di questo desiderio. La cosa importante, per uno speculatore, è non rimanere tra gli ultimi a credere che il prezzo continuerà a salire o scendere. Non appena una quota significativa di speculatori si convince che la fase ascendente (discendente) sta per finire, essi cominciano a vendere (comprare), facendo invertire la fase. Anche sui mercati finanziari dunque, così come abbiamo visto per gli investimenti (che sono un attività reale, non finanziaria), le aspettative tendono ad auto realizzarsi. Ciò può provocare una notevole instabilità dei prezzi degli stock. Lo speculatore professionista si distingue normalmente da quello dilettante per essere più freddo e più cauto, cioè per non lasciarsi troppo prendere la mano dai rialzi e ribassi. Dunque tende a discostarsi dal comportamento medio degli speculatori dilettanti, in quanto non aspetta l ultimo momento per cominciare a vendere o comprare. In un certo senso, lo speculatore professionista stabilizza il mercato, e un mercato può essere più efficiente se vi partecipano molti speculatori professionisti. Tuttavia esistono fasi critiche durante le quali anche gli speculatori professionisti perdono la calma. La compravendita di stock finanziari avviene su mercati specifici, appunto i mercati finanziari, cioè le borse. Tali operazioni di compravendita sono scambi di titoli contro moneta. I diversi titoli finanziari esistenti e scambiati sui mercati finanziari sono stati emessi inizialmente da qualche operatore che aveva bisogno di moneta: quindi costituiscono per lui un debito e invece un credito per chi ha acquistato quel titolo. Si potrebbe trattare per esempio di azioni (che sono titolo di proprietà di società), oppure di obbligazioni di varia natura (che sono invece un titolo di debito a termine nei confronti di qualche soggetto), o ancora prestiti a breve termine (entro l anno). L acquirente iniziale del titolo non è obbligato a detenerlo per sempre. I mercati finanziari sono appunto il luogo dove i titoli già esistenti possono essere scambiati prima della loro scadenza: per tale ragione, come abbiamo già detto, si parla di mercati secondari, mentre i primari sono quelli su cui si trattano titoli di nuova emissione, cioè i collocamenti di prestiti. Un mercato finanziario efficiente, dove operano molti soggetti professionisti dotati di calma e raziocinio, consente ai partecipanti di mettere in atto i propri desideri, variabili nel tempo, di detenere diverse forme di ricchezza finanziaria senza correre troppi rischi. Ma anche un mercato finanziario efficiente incontra seri problemi se quei desideri, anziché essere tra loro diversi e indipendenti, sono tutti simili tra loro. Se una maggioranza di operatori ha lo stesso desiderio e la stessa aspettativa riguardo ad un certo titolo, quel titolo subisce grandi variazioni di prezzo. Se poi questo atteggiamento comune degli operatori (ottimismo o pessimismo) si estende a molti o a tutti i titoli, si hanno boom o crolli di borsa. Come abbiamo detto, gli scambi sui mercati finanziari avvengono tramite scambi di titoli contro moneta, e in nessun altro modo. Come si vede, la moneta resta un termine di confronto comune a tutti i titoli finanziari, quindi ha un ruolo privilegiato

5 tra i vari tipi di ricchezza finanziaria. Di nuovo, comprendiamo perché sia importante che il suo valore rimanga piuttosto stabile nel tempo Il tasso di interesse Quando si acquista un qualsiasi oggetto, perché se ne ha bisogno e non lo si possiede ancora, lo si paga con moneta. Anche la moneta può essere desiderata, perché se ne ha bisogno e non la si possiede: per esempio, un soggetto che voglia sostenere una spesa rilevante può aver bisogno di più moneta di quella di cui dispone in quel momento. Ma, ovviamente, se si ha carenza di moneta non la si può acquistare con moneta. Dunque, chi ha bisogno di moneta la prende a prestito. Formalmente, chi prende a prestito emette un titolo: firma, cioè, un foglio in cui promette di restituire il prestito entro una certa data futura, e vende quel foglio in cambio, appunto, della moneta che vuole ottenere. Naturalmente devono esistere istituzioni che garantiscano il rispetto di questi contratti. A ben vedere, chiunque voglia ottenere liquidità che in quel momento non possiede effettua un operazione di questo tipo. Si supponga, per esempio, che un soggetto possieda dei titoli, quindi non sia povero, ma desideri ad un certo punto venire in possesso di liquidità anziché di titoli: ebbene, costui vende i titoli, o una loro parte, in cambio di moneta (ovviamente in questo caso non c è l impegno a riacquistarli ad una certa data futura). Si badi di non confondere quanto abbiamo appena detto con l altro problema, che ogni soggetto ha sicuramente, di vendere qualcosa per guadagnare di che vivere, cioè guadagnare un reddito con il quale procacciarsi i beni di consumo. Questo è un problema diverso da quello di desiderare moneta in sé: il nostro soggetto sarebbe infatti disposto, se possibile, a fornire i propri servizi di lavoro in cambio direttamente dei beni e servizi di consumo che gli servono. Naturalmente è più comodo utilizzare la moneta come mezzo di scambio: infatti sarebbe molto laborioso incontrare ogni volta qualcuno che possieda esattamente ciò che serve a noi, e al contempo necessiti esattamente di ciò che noi possiamo cedergli. Tutti i soggetti desiderano detenere scorte di moneta, cioè liquidità, in sé. Ciò perché questo possesso da una parte consente loro di essere più flessibili nelle loro scelte di spesa e di evoluzione temporale della stessa, e dall altra parte garantisce loro di detenere valori che chiunque accetterà in qualsiasi momento. Per tale ragione i soggetti in generale preferiscono avere delle scorte liquide piuttosto che avere tutta la loro ricchezza incorporata in stock non liquidi, titoli o altro. Infatti, come sappiamo, questi ultimi stock, oltre a comportare costi per essere convertiti in liquidità, comportano anche un incertezza relativamente al loro valore nel momento in cui li si vorrà convertire. Questo atteggiamento di preferenza degli operatori nei confronti della moneta si chiama preferenza per la liquidità. Poniamoci ora dal lato di chi compra un titolo da qualcuno, cioè gli sta cedendo o prestando della moneta. Il prestatore rinuncia a detenere della liquidità, per la quale ha una certa preferenza. Dunque quando si acquista un titolo, privandosi della liquidità, non è in generale sufficiente ricevere in cambio un foglio il cui valore a scadenza è lo stesso della quantità di moneta ceduta: si pretende di ricevere qualcosa in più, come compenso per la rinuncia alla liquidità. Questo qualcosa in più è l interesse. Si chiama poi tasso di interesse la somma che si pretende come interesse dopo un anno per aver prestato un euro, oltre ovviamente alla restituzione di quell euro. Usualmente il tasso di interesse è espresso in forma percentuale: se il tasso di interesse è il 5% annuo ciò significa che per ogni euro dato a prestito si ricevono 1,05 euro dopo un anno. Il tasso di interesse è dunque il prezzo della rinuncia alla liquidità per un anno. La moneta è liquida, e quindi detenendola sotto il materasso non si pretende alcun interesse. Anche i conti correnti sono liquidi, come sappiamo, per cui non pagano alcun interesse 2. Gli stock finanziari diversi dalla moneta, invece, devono pagare un tasso di interesse annuo ai loro detentori per compensare la loro mancanza di liquidità. Il mercato su cui avvengono i prestiti a breve termine (cioè entro l anno) si chiama appunto mercato monetario. Naturalmente, possono esistere tassi diversi a seconda dell esatta lunghezza del prestito: prestiti più a lunga richiedono un tasso di interesse maggiore, a causa del maggior rischio implicito nell operazione (rischio di instabilità dei valori, rischio di insolvenza del debitore, ecc.). Ma noi astrarremo da queste differenze, ipotizzando per semplicità che sul mercato monetario esista un solo tasso di interesse. Che il tasso di interesse sia unico sul mercato monetario può essere considerata una sorta di condizione di equilibrio, che sui mercati finanziari si chiama anche condizione di arbitraggio. Se esistessero contemporaneamente tassi di interesse diversi in diverse parti del mercato monetario, coloro i quali praticassero tassi più alti non troverebbero individui disposti a prendere a prestito da loro. Viceversa, chi è disposto a prestare moneta non andrebbe da individui che pagano un tasso di interesse 2 Talora i conti correnti promettono un minimo di tasso di interesse, che però in generale è addirittura inferiore al tasso di inflazione (quindi non dà nessun vantaggio reale), e comunque è abbondantemente compensato dalle spese di gestione del conto. In altri schemi, che si stanno diffondendo anche nel nostro paese, non esistono praticamente costi di gestione ma neppure viene pagato alcun tasso di interesse. Quelli che vengono spacciati dalla pubblicità per conti correnti che pagano tassi di interesse elevati spesso nascondono qualche forma di illiquidità: necessità di preavviso per prelievi, commissioni di uscita, eccetera.

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