Attività di tutoring per il corso di Economia Politica

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1 Attività di tutoring per il corso di Economia Politica CdL Giurisprudenza Appunti su Costi e Forme di mercato

2 I costi di produzione

3 I costi di produzione La legge dell offerta P Offerta Le imprese sono disposte a produrre e vendere quantità crescenti di un bene al crescere del suo prezzo, dunque la curva di offerta ha una pendenza positiva Q

4 Perché si studia il comportamento delle imprese? Per ottenere una migliore comprensione delle decisioni fatte dai produttori e di come queste contribuiscono a determinare la curva di offerta. In base a quali criteri le imprese decidono quanto produrre?

5 Lo scopo dell impresa L obiettivo di un impresa è massimizzare il profitto Profitto: Ricavo totale - Costo totale RT-CT

6 PROFITTO = RICAVI -COSTI Ricavi: La somma che un impresa incassa complessivamente per la vendita del proprio prodotto. RT= P x Q Costi: La somma che un impresa spende per comprare i fattori di produzione Come si calcolano? L economista considera tutti i costi opportunità che l impresa deve sostenere per realizzare la propria produzione

7 Costo come costo-opportunità I costi di produzione comprendono i costi espliciti e i costi impliciti : Costi espliciti : costi che comportano una spesa monetaria diretta per i fattori di produzione Costi impliciti : costi che non comportano una spesa monetaria diretta Entrambi possono essere costi opportunità

8 Costo come costo-opportunità Gli economisti quando misurano i costi prendono in considerazione tutti i costi opportunità. Profitto economico: Ricavi totali (Costi espliciti + Costi impliciti) I contabili misurano i costi espliciti ma spesso ignorano i costi impliciti. Profitto contabile: Ricavi totali-costi espliciti

9 Profitto economico e profitto contabile (1/4) Il sig. Rossi lavora come giardiniere a 10 all ora. Decide di creare un vivaio su un terreno di sua proprietà. Costi acquisto dell attrezzatura: 700 Lavorando 100 h: Produzione (Q) = 200 piante Prezzo (P) =10 RT= P x Q = 200x10=2000 Profitto contabile: =1300

10 Profitto economico e profitto contabile (2/4) Il sig. Rossi lavora come giardiniere a 10 all ora. Decide di creare un vivaio su un terreno di sua proprietà. Costi acquisto dell attrezzatura: 700 Lavorando 100 h: Produzione (Q) = 200 piante Prezzo (P) =10 Per calcolare il profitto economico dobbiamo considerare: Perdita guadagno di giardiniere: 1000 (=10 x100h) Perdita affitto su terreno di sua proprietà: 100 Profitto economico = =200

11 Profitto economico e profitto contabile (3/4) Produzione = 200 piante Prezzo=10 Costi acquisto dell attrezzatura: 700 Perdita guadagno di giardiniere: 1000 (=10 x100h) Perdita affitto su terreno: 100 Supponiamo che il sig. Rossi: abbia acquistato il terreno per un costo di utilizzando dei suoi risparmi prendendo a prestito Il tasso di interessi : 2% Interessi sul prestito: 6000x0.02=120 Profitto contabile: =80

12 Profitto economico e profitto contabile (4/4) Produzione = 200 piante Prezzo=10 Costi acquisto dell attrezzatura: 700 Perdita guadagno di giardiniere: 1000 (=10 x100h) Perdita affitto su terreno: 100 Interessi sul prestito per l acquisto del terreno: 120 Acquisto terreno per = risparmi prestito (tasso di interessi 2%) Per calcolare il profitto economico dobbiamo calcolare, oltre agli interessi sul prestito che deve pagare(120), anche gli interessi a cui i sig. Rossi rinuncia utilizzando i suoi risparmi (4000 ) per acquistare il terreno, invece che prestarli ad altri. Interessi a cui rinuncia: 4.000x0.02=80 Profitto economico = =0

13 Funzione produzione Le imprese sostengono dei costi per acquistare i fattori necessari alla produzione di beni e servizi. Funzione produzione: relazione che intercorre tra la quantità dei fattori produttivi utilizzata (K e L) per produrre un bene e la quantità prodotta (Q) Q=F(K,L) K= Capitale L= Lavoro

14 Funzione produzione Prodotto marginale (PM): l incremento della quantità prodotta (ΔQ) causato da un incremento dei fattori di produzione (ΔK e ΔL), mantenendo costanti gli altri fattori Se K=costante, PML=ΔQ/ΔL (Rappresenta la pendenza della funzione di produzione!) PRODOTTO MARGINALE del lavoro è DECRESCENTE: al crescere dei lavoratori, Q aumenta, ma con incrementi sempre più piccoli. Come rappresentereste graficamente la funzione di produzione? Pendenza + o -? Linearità crescente, decrescente o costante?

15 Funzione di produzione??? Pendenza positiva o negativa? Linearità: crescente, decrescente, costante?

16 Un esempio (salario orario=10 ) Addetti (L) Quantità prodotta in 1 ora PML Costo impianto (K) Costo addetti (L) Costo totale

17 Quantità in 1 ora Funzione produzione Pendenza: PML=ΔQ/ΔL All aumentare degli addetti, la pendenza diventa sempre più piatta Addetti Come vi aspettate che sia rappresentata graficamente la PML? Pendenza positiva o negativa?

18 PML Produttività marginale del lavoro (1,10) (2,8) (3,5) (4,2) (5,1) Addetti

19 Curva del Costo Totale Copyright 2004 South-Western Costo Totale CT All aumentare degli addetti, diventa sempre più ripida 0 Quantità

20 Diverse misure del costo Funzione di produzione e Costi totali sono due facce della stessa medaglia! All aumentare della quantità prodotta la funzione di produzione si appiattisce, la curva dei costi totali diventa più ripida.

21 Diverse misure del costo Queste variazioni di pendenza hanno la stessa ragione: ogni lavoratore aggiuntivo contribuisce sempre meno alla produzione, rispecchiando Produttività Marginale decrescente e funzione di produzione piatta. Se è così, produrre un bene richiede molto lavoro aggiuntivo e quindi è molto costoso. Al crescere della quantità prodotta curva del Costo Totale è più ripida.

22 Diverse misure del costo QUINDI i Costi Totali (CT) dipendono dalla funzione di produzione. Dai CT possiamo dedurre altre misure di costo che saranno utili quando analizzeremo le decisioni di produzione e prezzo in concorrenza, monopolio e nelle altre forme di mercato.

23 Diverse misure del costo I costi di produzione possono essere suddivisi in due componenti: Costi fissi: Sono costi che non variano al variare della quantità prodotta. Sussistono anche se la quantità prodotta è nulla. Costi variabili Sono costi che variano al variare della quantità prodotta

24 La famiglia dei costi totali... Costi totali (CT) = Costi fissi totali (CFT) + Costi variabili totali (CVT)

25 Costo Medio e Marginale Costo medio: quanto costa produrre in media una unità di prodotto? Costo marginale: quanto costa produrre una unità addizionale di prodotto? ESEMPIO Costo totale per produrre 4 automobili = 225 mila euro Costo totale per produrre 5 automobili = 250 mila euro Qual è il costo medio totale? Qual è il costo marginale della quinta automobile? CMeT=250000/5= CM=( )/(5-4)=25.000

26 La famiglia dei costi medi... Il Costo Medio ci dice qual è il costo dell unità di prodotto se si ripartisce il costo su tutta la produzione. Costi medi: Costo Q (Livello di produzione) Costo medio fisso (CMeF)=CFT Q Costo medio variabile (CMeV)=CVT Q Costo medio totale (CMeT) = CT Q

27 Costo marginale: Il Costo marginale ci dice come aumenta il costo totale in seguito ad un incremento della produzione. Costo Marginale (CM): CM = CT Q

28 Tabella Costi Quantità per ora Costo fisso Costo variabile Costo totale CMeF CMeV CMeT CM

29 Curve dei costi con i dati dell esempio Copyright 2004 South-Western Costi $ CM CMeT CMeV CMeF Quantità

30 Curve dei costi: Costo Medio e Costo Marginale Analizziamo tre caratteristiche di queste curve: Forma della curva del Costo Medio (CMe) Forma della curva del Costo Marginale (CM) Relazione tra queste curve

31 Curve dei costi: Costo Medio e Costo Marginale CMeT= CMeF+CMeV Perciò la forma della curva del CMeT dipenderà dalla forma delle curve del CMeF e del CMeV

32 Costo (in euro) Curva Costo Medio Fisso CMeF diminuisce all aumentare della produzione, poiché il costo viene ripartito su una base di produzione più ampia. CMeF Quantità

33 Costo (in euro Curva Costo Medio Variabile CMeV aumenta all aumentare della produzione, a causa del Prodotto Marginale decrescente CMeV Quantità

34 Costo (in euro) Curva CMeT Il punto più basso della curva ad U corrisponde alla quantità che minimizza il costo medio totale: dimensione efficiente dell impresa CMeT Forma ad U del costo medio totale: Per livelli bassi di q., prevale l effetto del CMeF Per alti livelli di q., prevale l effetto del CMeV CMeV CMeF Quantità

35 Costo (in euro) Curva Costo Marginale CM Il Costo marginale cresce all aumentare della quantità prodotta. A piccoli livelli di produzione, si può aumentare la produzione a un costo relativamente basso L aumento della produzione è più costoso se il livello di produzione è già elevato, dato che le attrezzature sono sfruttate al limite e impresa affollata di lavoratori Quantità

36 Costo (in euro) Curve di costo CM CMeT CMeV CMeF Quantità

37 Costo (in euro) La relazione tra costo marginale e costo medio totale Se CM è sopra CMeT, CMeT è crescente CM CMeT Se CM è sotto CMeT, CMeT è decrescente La curva del CM interseca sempre la curva del CMeT nel suo punto di minimo! Quantità

38 La relazione tra costo marginale e costo medio totale QUINDI Se il costo dell`unità aggiuntiva di prodotto (cioè il costo marginale) è MAGGIORE del costo medio dell`unità prodotta fino a quel punto, il nuovo costo medio aumenta. Se il costo dell`unità aggiuntiva di prodotto è MINORE del costo medio dell`unità prodotta fino a quel punto, nuovo costo medio diminuisce.

39 Rendimenti di scala Crescenti o Economie di scala: CMeT diminuisce all aumentare della quantità prodotta. Si generano quando un impresa ha elevati costi fissi. Decrescenti o Diseconomie di scala: CMeT aumenta all aumentare della quantità prodotta. Si generano ad es. dalla difficoltà di gestire un impresa di dimensione eccessivamente grande. Costanti: CMeT resta invariato all aumentare della quantità prodotta.

40 Costi di produzione Addetti Prodotti finiti (Q) Prodotto marginale Costo totale Costo Medio Totale Costo Marginale Completare la tabella considerando che un addetto costa 100 euro e i CF=200 euro

41 Ricavi Quantità prodotte Prezzo Ricavo Totale Ricavo Medio Ricavo Marginale Completare la tabella

42 Lo spettro delle strutture di mercato Numero di imprese Molte imprese Tipo di prodotto Una impresa Poche imprese Prodotti differenziati Prodotti identici Monopolio (capitolo 15) Oligopolio (capitolo 17) Concorrenza monopolistica (capitolo 16) Concorrenza perfetta (capitolo 14) Acqua potabile Televisione via cavo Palle da tennis Petrolio greggio Romanzi Film Grano Latte 42

43 IMPRESE IN UN MERCATO CONCORRENZIALE

44 Il significato della concorrenza (1/2) Un mercato perfettamente concorrenziale ha le seguenti caratteristiche: Sul mercato sono presenti molti venditori e compratori I beni offerti dai vari venditori sono perfettamente sostituibili tra loro Le imprese possono entrare e uscire liberamente dal mercato Compratori e venditori sono perfettamente informati

45 Il significato della concorrenza (2/2) Queste caratteristiche fanno si che in un mercato perfettamente concorrenziale: La singola impresa rappresenta una piccola parte del mercato totale L impresa non può influenzare il prezzo con le proprie decisioni (price taker): accetta il prezzo determinato dal mercato come il prezzo che riceverà per i suoi prodotti

46 Il ricavo di un impresa in un mercato concorrenziale (1/3) Obiettivo dell impresa è MASSIMIZZARE il Profitto (P) Profitto = Ricavo Totale Costi Totali Costi totali ne abbiamo già parlato. Il Ricavo totale (RT) di un impresa è il prodotto tra prezzo di vendita e quantità prodotta. RT = (P X Q) Il Ricavo totale è proporzionale alla quantità prodotta

47 Il ricavo di un impresa in un mercato concorrenziale (2/3) Ricavo medio (Rme) indica quanto incassa l impresa per unità di prodotto venduta ed è uguale al prezzo del bene

48 Il ricavo di un impresa in un mercato concorrenziale (3/3) Ricavo marginale è l incremento del ricavo totale a fronte di un incremento unitario della quantità venduta RM = RT/ Q Per le imprese in un mercato concorrenziale il ricavo marginale è uguale al prezzo del bene. P=RM=RMe RT=PxQ Perché? RM= RT/ Q = (PxQ)/ Q = ( PxQ+ Px Q) / Q Dato che in un mercato concorrenziale P non varia (è costante): P=0 RM=P x Q/ Q =P Quindi: RM=P=RMe

49 Massimizzazione del profitto in un impresa concorrenziale (1/12) L obiettivo dell impresa in un mercato concorrenziale è la massimizzazione del profitto Questo significa che l impresa desidera produrre la quantità che massimizza la differenza tra ricavo totale e costo totale

50 Massimizzazione del profitto in un impresa concorrenziale (2/12) L impresa massimizza il profitto producendo la quantità per la quale il ricavo marginale eguaglia il costo marginale PERCHÉ? Se RM > CM, un incremento di Q fa aumentare il profitto Se RM < CM, una riduzione di Q fa aumentare il profitto Se RM = CM, il profitto è massimizzato

51 Massimizzazione del profitto in un impresa concorrenziale: Esempio Numerico (3/12) P=5 Quantità Ricavo totale Costo totale Profitto RM CM Variaz. profitto (RM-CM) RM-CM=0 quando RM=CM che è la condizione di massimizzazione del profitto

52 Massimizzazione del profitto in un impresa concorrenziale (4/12) Costi e ricavi CM CMeT CMeV 0 Quantità

53 Massimizzazione del profitto in un impresa concorrenziale (5/12) Costi e ricavi CM P CMeT P = RM = RMe CMeV 0 Quantità

54 Massimizzazione del profitto in un impresa concorrenziale (6/12) Costi e ricavi L impresa massimizza il profitto producendo la quantità per la quale il costo marginale eguaglia il ricavo marginale (CM=RM) CM P CMeT P = RM = RMe CMeV 0 Q MAX Quantità

55 Massimizzazione del profitto in un impresa concorrenziale (7/12) Un impresa concorrenziale opera continui adattamenti a livello di produzione (Q) fino a quando raggiunge la quantità che massimizza il profitto (Q MAX )

56 Massimizzazione del profitto in un impresa concorrenziale (8/12) Costi e ricavi CM P CMeT P = RM = RMe CMeV 0 Q MAX Quantità

57 Massimizzazione del profitto in un impresa concorrenziale (9/12) Costi e ricavi CM CMeT P = RM 1 P = RM = RMe CMeV CM 1 0 Q 1 Q MAX Quantità

58 Massimizzazione del profitto in un impresa concorrenziale (10/12) Costi e ricavi CM CMeT P = RM 1 P = RM = RMe CMeV CM 1 RM > CM, aumenta Q 0 Q 1 Q MAX Quantity

59 Massimizzazione del profitto in un impresa concorrenziale (11/12) Costi e ricavi CM CM 2 CMeT P = RM 2 P = RM = RMe CMeV 0 Q MAX Q 2 Quantità

60 Massimizzazione del profitto in un impresa concorrenziale (12/12) Costi e ricavi CM CM 2 P = RM 2 CMeV CMeT P = RM = RMe RM < CM, diminuisce Q 0 Q MAX Q 2 Quantità

61 Un esempio usando l algebra (1/2) Costo totale dell impresa: CT=Q 2 +4Q Costo marginale: CM=2Q+4. P= 20 Quale sarà la quantità prodotta da una impresa che opera in concorrenza perfetta. Data la quantità ottimale, quale sarà il profitto?

62 Un esempio usando l algebra (2/2) DATI CT=Q 2 +4Q; CM=2Q+4 P= 20 Soluzione Quantità prodotta CM= P (=RM) 2Q+4=20 2Q=20-4 Q=(20-4)/2=8 La quantità ottimale è pari a 8 Profitti : RT-CT RT = PxQ= 20x 8=160 CT= Q 2 +4Q = [8 2 +(4x8)]= 64+32= =64

63 Curva del CM come curva di offerta: come un impresa concorrenziale reagisce a un cambiamento di P? Prezzo QUINDI se il prezzo aumenta da P1 a P2, la quantità offerta aumenta da Q1 a Q2: la curva del CM determina la Q offerta dall impresa concorrenziale a ogni dato livello di P e corrisponde perciò alla sua curva di offerta P 2 P 1 Se P=P1 l impresa produce la quantità Q1 per la quale CM=P Se P aumenta a P2, l impresa scopre che il nuovo RM (cioè P2) è maggiore del CM relativo alla Q prodotta in precedenza (Q1) e decide di aumentare la produzione. La nuova quantità che max profitto sarà Q2 per la quale il CM è di nuovo uguale al P CMeV CM CMeT 0 Q 1 Q 2 Quantità

64 Le curve di offerta dell impresa concorrenziale La curva del CM corrisponde alla curva di offerta dell impresa. Tutta la curva del CM? Una parte? Occorre distinguere tra curva di offerta di breve periodo e di lungo periodo. Occorre, cioè, distinguere a quali condizioni un impresa decide di produrre/non produrre nel breve e nel lungo periodo. Detto in altri termini occorre analizzare la decisione di breve periodo di sospendere la produzione e di lungo periodo di uscire dal mercato.

65 La decisione di breve periodo di sospendere la produzione e di lungo periodo di uscire dal mercato La sospensione è la decisione di non produrre a breve termine durante un periodo specifico, a causa di condizioni contingenti del mercato. L uscita è la decisione di lungo periodo di lasciare il mercato.

66 Costi sommersi (Sunk costs ) La distinzione tra breve periodo (bp) e lungo periodo (lp) deriva dal fatto che nel bp i CF sono inevitabili, ma non lo sono più nel lp: anche se si sospende la produzione i CF si devono sostenere, mentre se si esce dal mercato no. I CF che non possono essere recuperati sono detti «costi sommersi». Essendo irrecuperabili è possibile ignorarli nel prendere alcune decisioni: un impresa ignora i costi sommersi quando decide se sospendere la produzione, ma li prende in considerazione quando decide di uscire dal mercato.

67 La decisione di breve periodo di sospendere la produzione (1/8) L impresa decide di sospendere la produzione nel momento in cui i proventi della vendita non riescono a coprire i costi variabili di produzione: non conviene produrre un bene che costa più del ricavato generato dalla vendita di quel bene! Sospensione della produzione se: RT < CV dividendo per Q si ottiene: RT/Q < CV/Q RT/Q=(PxQ)/Q=P CV/Q=CMeV Perciò si sospende la produzione se: P < CMeV

68 La decisione di breve periodo di sospendere la produzione (2/8) Quindi se ciò che si ricava dalla vendita di un bene (P) non copre il costo variabile che si sostiene per produrlo (CMeV) conviene sospendere la produzione e riavviarla quando le condizioni cambieranno e P>CMeV.

69 La decisione di breve periodo di sospendere la produzione (3/8) In sintesi Se l impresa decide di produrre, produce la Q per la quale CM=P. Ma se a quel livello di produzione, P<CMeV, all impresa conviene smettere di produrre.

70 La curva di offerta di breve periodo dell impresa concorrenziale (4/8) Costi CM CMeT CMeV 0 Quantità

71 La curva di offerta di breve periodo dell impresa concorrenziale (5/8) Costi Se P > CMeT, l impresa continua a produrre con profitti CM CMeT CMeV 0 Quantità

72 La curva di offerta di breve periodo dell impresa concorrenziale (6/8) Costi Se P > CMeT, l impresa continua a produrre con profitti CM Se P > CMeV, continua a produrre nel breve periodo CMeT CMeV 0 Quantità

73 La curva di offerta di breve periodo dell impresa concorrenziale (7/8) Costi Se P > CMeT, l impresa continua a produrre con profitti CM Se P > CMeV, continua a produrre nel breve periodo CMeT CMeV Se P < CMeV, ferma la produzione 0 Quantità

74 La curva di offerta di breve periodo dell impresa concorrenziale (8/8) Costi Nel breve periodo la curva di offerta dell impresa concorrenziale corrisponde al tratto della curva del costo marginale che si trova al di sopra dell intersezione con la curva del costo medio variabile 0 Curva di offerta dell impresa di breve periodo CM CMeT CMeV Quantità

75 La decisione di lungo periodo di uscire dal mercato (1/7) Nel lungo periodo, l impresa deciderà di uscire dal mercato se il ricavo che potrà trarre dal proprio prodotto sarà inferiore al costo totale di produzione (occorre cioè considerare anche i CF) Uscita dal mercato se RT < CT dividendo per Q si ottiene: RT/Q < CT/Q RT/Q=(PxQ)/Q=P CT/Q=CMeT Si esce dal mercato se P < CMeT

76 La decisione di lungo periodo di uscire dal mercato (2/7) In sintesi se l impresa è nel mercato, produce la Q per la quale CM=P MA se in corrispondenza della Q di equilibrio P<CMeT deve uscire dal mercato

77 La decisione di lungo periodo di entrare nel mercato (3/7) Lo stesso criterio si applica alla decisione di entrare nel mercato Un impresa entrerà nel mercato se potrà ottenere per il bene prodotto un prezzo superiore al costo medio totale di produzione. Entrata nel mercato se RT > CT Dividendo per Q: RT/Q > CT/Q Si entra nel mercato se P > CMeT

78 La curva di offerta di lungo periodo dell impresa concorrenziale (4/7) Costi CM CMeT CMeV 0 Quantità

79 La curva di offerta di lungo periodo dell impresa concorrenziale (5/7) Costi L impresa entra se P > CMeT CM CMeT CMeV 0 Quantità

80 La curva di offerta di lungo periodo dell impresa concorrenziale (6/7) Costi L impresa entra se P > CMeT CM CMeT CMeV L impresa esce se P < CMeT 0 Quantità

81 La curva di offerta di lungo periodo dell impresa concorrenziale (7/7) Costi La curva di offerta di lungo periodo dell impresa concorrenziale è la porzione della sua curva del costo marginale che si trova al di sopra del costo medio totale Curva di offerta dell impresa nel lungo periodo CM CMeT CMeV 0 Quantità

82 Le curve di offerta di lungo e breve periodo dell impresa concorrenziale Curva di offerta di breve periodo La porzione della sua curva del costo marginale che si trova al di sopra del costo medio variabile Curva di offerta di lungo periodo La porzione della sua curva del costo marginale che si trova al di sopra del costo medio totale

83 Un esempio usando l algebra (1/5) I costi totali dell impresa concorrenziale 2 sono: CT = Q 2Q 16 e CM=2Q+2 P= 8 euro 1. Quali sono i costi medi fissi, i costi medi variabili ed i costi medi totali? 2. Determinare il livello ottimale di produzione. 3. Nel breve periodo l impresa decide di produrre oppure cessare l attività? 4. Nel lungo periodo?

84 Un esempio usando l algebra (2/5) 1. Costi CT 2 = Q 2Q Costi medi variabili: 16 2 CV Q 2Q CMV = = = Q Q Q 2 Costi medi fissi: CF CMF = = 16 Q Q Costi medi totali: 2 CT Q 2Q 16 CMT = = = Q 2 16 Q Q Q

85 Un esempio usando l algebra (3/5) DATI CM=2Q+2 P= 8 euro 2. Produzione ottimale CM = RM = P 2 Q 2 = 8 Q = ( 8 2) / 2 Q* = 3

86 Un esempio usando l algebra (4/5) Q* = 3 3. Regola per la cessazione dell attività nel breve periodo: P CMeV CMV = Q 2 = 3 2 = 5 Dato che P=8 e CMV=5 P CMV Conclusione: l impresa continua a produrre

87 Un esempio usando l algebra (5/5) Q* = 3 4. Regola per la cessazione dell attività nel lungo periodo P CMeT CMeT = Q 2 16 = = Q Dato che P=8 e CMeT= P CMeT Conclusione: l impresa cessa l attività

88 Il profitto come l area compresa tra il prezzo e il costo medio totale (1/5) Profitto= RT CT Si moltiplica e si divide per Q: Profitto= (RT/Q CT/Q) x Q RT/Q= Rme=P CT/Q=CMeT Per cui, Profitto = (P-CMeT) x Q Questa espressione della formula del profitto ci permette di misurarlo in un grafico

89 MISURARE IL PROFITTO Il profitto come l area compresa tra il prezzo e il costo medio totale (2/5) Prezzo CM CMeT 0 Quantità

90 Il profitto come l area compresa tra il prezzo e il costo medio totale (3/5) Prezzo CM CMeT P P = RMe = RM 0 Quantità

91 Il profitto come l area compresa tra il prezzo e il costo medio totale (4/5) Prezzo CM CMeT P P = RMe = RM CMeT Quantità che massimizza il profitto 0 Q Quantità

92 Il profitto come l area compresa tra il prezzo e il costo medio totale (5/5) Prezzo P Rettangolo: altezza = (P-CMeT) base = Q Area= base x altezza = (P-CMeT) x Q CM CMeT Profitto P = RMe = RM CMeT Quantità che massimizza il profitto 0 Q Quantità

93 La perdita come area compresa tra il prezzo e il costo medio totale (1/3) Prezzo CM CMeT P P = RMe = RM 0 Quantità

94 La perdita come area compresa tra il prezzo e il costo medio totale (2/3) Prezzo CM CMeT CMeT P P = RMe = RM 0 Q Quantità che minimizza la perdita Quantità

95 La perdita come area compresa tra il prezzo e il costo medio totale (3/3) Prezzo Nel caso di perdita, la MASSIMIZZAZIONE del profitto corrisponde alla MINIMIZZAZIONE della perdita, che si raggiunge sempre producendo Q per cui P=CM. In questo caso, dato che P<CMeT, decisione ottimale è USCIRE dal mercato CM CMeT CMeT P P = RMe = RM Perdita 0 Q Quantità che minimizza la perdita Quantità

96 Offerta in un mercato concorrenziale Dopo avere analizzato la decisione della singola impresa, occorre passare alla curva di OFFERTA di mercato. L offerta di mercato è uguale alla somma delle quantità offerte dalle singole imprese in un mercato. Occorre distinguere tra: mercato con un numero fisso di imprese (b.p.) mercato con libertà di entrata e uscita (l.p.)

97 Offerta in un mercato concorrenziale (breve periodo) (1/2) Offerta di mercato con un numero fisso di imprese (breve periodo) Per ogni dato prezzo, ogni impresa produce la quantità di prodotto per la quale il prezzo eguaglia il costo marginale La curva di offerta del mercato riflette le curve dei costi marginali delle singole imprese

98 La curva di mercato con n. fisso di imprese (2/2) Prezzo Operano 1000 imprese identiche: ad ogni dato p, ogni impresa produce q per cui P=CM (fig.a). Quindi CM e Offerta dell impresa coincidono (finché P>CMeV). Offerta di mercato: somma della q offerta da ogni impresa per ogni P (fig.b). Quindi Q offerta è volte quella offerta dalla singola impresa. (a) Offerta singola impresa Prezzo (b) Offerta di mercato CM Offerta Quantità (impresa) Quantità (mercato)

99 Offerta in un mercato concorrenziale: lungo periodo (1/6) Offerta di mercato con libertà di entrata e uscita (lungo periodo) Le imprese continuano ad entrare e uscire dal mercato finché il profitto non diventa nullo Ipotesi. Tutte le imprese hanno accesso: 1) alla stessa tecnologia per la produzione del bene 2) allo stesso mercato dei fattori produttivi Queste ipotesi implicano che le imprese hanno le stesse curve di costo

100 Offerta in un mercato concorrenziale: lungo periodo (2/6) Se profitto è positivo (negativo) le imprese continuano ad entrare (uscire), aumenta (diminuisce) il numero di imprese, aumenta (diminuisce) l offerta e ciò fa diminuire (aumentare) il prezzo e il profitto finché non diventa nullo Nel lungo periodo il profitto è nullo P=(RT)-(CT)=0 P=(PxQ)-(CMeTxQ)=0 P=(P - CMeT)xQ=0 P=0 se Q=0 e P=CMeT Perciò l impresa realizza profitto economico nullo se P=CMeT Se P>CMeT, P>0, nuove imprese entrano nel mercato Se P<CMeT, P<0, imprese esistenti escono dal mercato Processo di E e U termina solo quando P=CMeT

101 Offerta in un mercato concorrenziale: lungo periodo (3/6) Nel lungo periodo P=CMeT Ma sappiamo anche che l impresa produce la quantità per cui P=CM QUINDI P=CMeT=CM Considerato che la curva di CM e quella di CMeT sono uguali (cioè si intersecano) nel punto di minimo della curva di CMeT : nel lungo periodo il prezzo è uguale al minimo del costo medio totale (dimensione efficiente) La curva di offerta di mercato di lungo periodo è una linea orizzontale corrispondente al suddetto livello di prezzo

102 Offerta in un mercato concorrenziale: lungo periodo (4/6) (a) Condizioni di profitto nullo per l impresa (b) Offerta di mercato Prezzo Prezzo P = CMeT minimo CM CMeT Offerta 0 Quantità (impresa) 0 Quantità (mercato)

103 Offerta in un mercato concorrenziale: lungo periodo (5/6) Se P>CMeT, P>0, nuove imprese entrano nel mercato, aumenta l offerta Se P<CMeT, P<0, imprese esistenti escono dal mercato, diminuisce l offerta Numero imprese attive sul mercato si aggiusta in modo da: P=min CMeT Ci sono abbastanza imprese da soddisfare tutta la domanda a quel prezzo

104 Offerta in un mercato concorrenziale: lungo periodo (6/6) Perché le imprese in regime di concorrenza continuano ad operare anche se i profitti sono nulli? Profitto = RT-CT Il CT include tutti i costi opportunità dell impresa, compreso il costo-opportunità del tempo e del denaro che l imprenditore dedica all attività dell impresa. Perciò anche se il profitto è nullo, l imprenditore viene remunerato per il tempo e il denaro che dedica alla conduzione dell impresa.

105 Conclusioni (1/4) Poiché l impresa che opera in un mercato concorrenziale prende il prezzo come dato, il suo ricavo (RT) è proporzionale alla quantità di prodotto che offre (Q). Il prezzo del bene è uguale sia al ricavo medio che al ricavo marginale (P=RMe=RM)

106 Conclusioni (2/4) Per massimizzare il profitto l impresa decide di produrre la quantità di bene che permette di eguagliare il ricavo marginale al costo marginale (RM=CM). Questa, per un impresa in un mercato concorrenziale, è anche la quantità in corrispondenza del quale il prezzo è uguale al costo marginale (P=CM).

107 Conclusioni (3/4) Nel breve periodo un impresa decide di sospendere temporaneamente la produzione se il prezzo è inferiore al costo medio variabile (P<CMeV). Nel lungo periodo un impresa decide di uscire dal mercato se il prezzo è inferiore al costo medio totale (P<CMeT).

108 Conclusioni (4/4) In un mercato in cui le imprese possono entrare e uscire liberamente i profitti tendono a zero nel lungo periodo. Nell equilibrio di lungo periodo il prezzo è uguale al costo medio totale e il numero delle imprese presenti nel mercato si aggiusta in modo da soddisfare la quantità domandata a quel prezzo.

109 Monopolio 109

110 Monopolio Un impresa è un monopolio se: è l unico venditore di un prodotto; il suo prodotto non ha buoni sostituti; può influenzare il prezzo di mercato del proprio bene. 110

111 Perché esistono i monopoli La causa fondamentale del monopolio sono le barriera all entrata che dipendono dalle seguenti cause : 1. Possesso di una risorsa chiave 2. Diritto esclusivo concesso per legge di produrre un bene 3. Struttura dei costi di produzione tale da rendere la singola impresa più efficiente di una molteplicità di produttori 4. Acquisizione da parte di un impresa del controllo di altre imprese, crescendo in dimensione 111

112 1. Monopolio delle risorse La proprietà esclusiva di una risorsa chiave che non può essere prontamente duplicata è una causa potenziale di monopolio. Esempio: il mercato dell acqua in una piccola città in cui vi è un solo pozzo. 112

113 2. Monopoli legali (1/3) Se la protezione dalla concorrenza è dettata dalla legge. Obiettivi di: i) sostegno di imprese nascenti o di alcuni settori produttivi; ii) efficienza dinamica (innovazione); iii) tutela delle invenzioni (brevetti); iv) pressioni delle lobby. 113

114 2. Monopoli legali (2/3) ii) efficienza dinamica. Schumpeter (1942) avanzava l ipotesi che il monopolio è necessario all attività innovativa e fondava questa ipotesi su 4 postulati: Solo un organizzazione atta a operare su larga scala è in grado di sopportare il rischio connesso all attività innovativa I profitti che si possono estrarre da una posizione di monopolio rappresentano una risorsa indispensabile per una attività innovativa L incentivo a innovare è legato alla possibilità per l innovatore di ottenere profitti e questi sono meglio garantiti quando l innovatore è anche monopolista La velocità del progresso tecnico è più sostenuta in condizioni di monopolio Verifiche empiriche non portano sempre a questa conclusione Il progresso tecnico è più rapido nei settori in cui, indipendentemente dalla struttura di mercato, la domanda è più sostenuta; Rapporto non univoco tra struttura dell offerta e velocità dell innovazione: né una concorrenza troppo intensa, né un monopolio troppo protetto favoriscono il processo innovativo;. 114

115 2. Monopoli legali (3/3) iii) tutela delle invenzioni (brevetti). Le leggi sui brevetti e sui diritti d autore sono le maggiori risorse dei monopoli legali. Il monopolio si crea perché l amministrazione pubblica offre a un singolo operatore il diritto esclusivo di vendere un particolare bene in un determinato mercato. Perché? Alle case farmaceutiche viene garantito il monopolio sulle proprie scoperte per incentivare la ricerca farmacologica! Ci sono costi e benefici: Costi: prezzi più elevati Benefici: incentivo a comportamenti virtuosi (incentivi alla ricerca, alla produzione artistica, ) 115

116 3. Monopolio naturale (1/2) Un settore è un monopolio naturale se una singola impresa può fornire il bene o il servizio all intero mercato a costi inferiori rispetto a quelli di due o più imprese. A causa delle economie di scala, la dimensione minima efficiente dell impianto di un impresa è così grande che solo un impresa può fornire il bene efficientemente. Esempio. Per distribuire l acqua potabile occorre costruire una rete di condutture. Se lo fanno 2 o + imprese, invece di una sola, le spese di impianto aumentano; il costo medio dell acqua è + basso se il servizio è fornito da una sola impresa. 116

117 3. Monopolio naturale (1/2) In quali situazioni si verifica monopolio naturale? Si verifica sempre quando il peso dei costi variabili è relativamente ridotto rispetto ai costi fissi. Ad esempio, per la gran parte delle aziende che forniscono gas, acqua, elettricità, servizi telefonici, radiotelevisivi, trasporti pubblici, ecc. Per queste imprese il costo delle strutture fisse (costi fissi) è di solito molto alto, mentre la sola gestione del servizio (costi variabili) è poco costosa. 117

118 4. Crescita esterna Molte delle più grandi imprese al mondo sono cresciute tramite fusioni o acquisizioni di altre società. Quando ciò accade, il numero di imprese che operano in quel settore diminuisce. Effetto: un impresa acquisisce potere monopolistico sui concorrenti ed erige barriere all entrata per impedire ad altre imprese di entrare nel settore 118

119 Le decisioni di produzione e di prezzo in regime di monopolio Come un impresa monopolistica decide quanto produrre e a che prezzo? 119

120 Monopolio e concorrenza Monopolista E l unico produttore Ha una curva di domanda inclinata verso il basso E un price maker cioè determina il prezzo Riduce il prezzo per aumentare le vendite Impresa concorrenziale E una dei tanti produttori Ha una curva di domanda orizzontale E un price taker cioè prende il prezzo come dato Vende qualsiasi quantità allo stesso prezzo 120

121 Monopolio e concorrenza La differenza fondamentale è la capacità del monopolista di influenzare il P. Un modo per evidenziare questa differenza è considerare la curva di domanda. Concorrenza: domanda (prezzo di mercato) come una retta orizzontale, dato che può vendere qualsiasi Q a quel P Monopolio: domanda con pendenza negativa (essendo l unico produttore, la sua domanda coincide con quella di mercato) Se il monopolista aumenta P, i consumatori riducono Q; Se il monopolista riduce Q, P sale QUINDI, il monopolista aggiustando Q o P, può scegliere di collocarsi in qualunque punto sulla curva di domanda 121

122 La curva di domanda Prezzo (a)domanda impresa concorrenziale Prezzo (b) Domanda impresa monopolistica DOMANDA DOMANDA 0 Quantità 0 Quantità 122

123 Monopolio e concorrenza Quale punto sulla curva di domanda sceglierà il monopolista? Obiettivo: MAX del profitto Profitto: RT-CT Per analizzare il comportamento dell impresa monopolistica, occorre studiare i ricavi. 123

124 Il ricavo di un monopolista Ricavo totale Ricavo medio P x Q = RT Ricavo marginale RT/Q = RMe = P RT/ Q = RM 124

125 Ricavo totale, medio e marginale di un impresa monopolistica Quantità Prezzo Ricavo totale Ricavo medio Ricavo marginale Q P RT=PxQ RMe=RT/Q RM= RT/ Q

126 Ricavo marginale di un monopolista Il ricavo marginale di un monopolista è sempre inferiore al prezzo del bene che produce. La curva di domanda è inclinata verso il basso Per vendere una quantità superiore del bene, l impresa deve offrirlo a un prezzo più basso 126

127 RM del Monopolista Monopolio e concorrenza Quando il monopolista aumenta la quantità venduta, sortisce due effetti sul ricavo totale (P x Q). L effetto produzione aumenta la quantità venduta, quindi Q è maggiore e RT aumenta. L effetto prezzo il prezzo diminuisce, quindi P è minore e RT diminuisce. La curva del ricavo marginale giace sempre al di sotto della curva di domanda: RM<P. RM in concorrenza Potendo vendere qualsiasi Q al prezzo di mercato P, non subisce l effetto prezzo. Se aumenta l offerta di 1 unità, incassa il P anche per quella. Come per le altre unità già vendute. La curva del ricavo marginale coincide con la curva di domanda: RM=P. QUINDI, in monopolio RM<P: per vendere q maggiore si deve ridurre P per tutte le unità vendute (domanda pendenza negativa) 127

128 Monopolio L effetto produzione: è il maggior ricavo derivante dalla vendita dell ultima unità del bene. L effetto prezzo: è il minor ricavo causato dalla riduzione del prezzo necessaria a vendere l unità addizionale. Esempio. Un monopolista può vendere 10 unità di un bene al prezzo di 14 euro, o 11 unità dello stesso bene al prezzo di 13 euro. A quanto ammontano, rispettivamente, l effetto di quantità e prezzo nel passare da 10 a 11 unità? L effetto produzione: il monopolista vende l 11ma unità a 13 euro, con un ricavo unitario di 13 euro. L effetto prezzo: il monopolista vende le 10 unità originarie non più a 14 euro, bensì a 13, con una perdita di ricavo pari a 1 euro 10 unità = 10 euro. 128

129 Domanda e ricavo marginale di un monopolista 129

130 Domanda e ricavo marginale di un monopolista Prezzo Quantità d acqua 130

131 Domanda e ricavo marginale di un monopolista Prezzo Domanda (ricavo medio) Quantità d acqua 131

132 Domanda e ricavo marginale di un monopolista Prezzo Ricavo marginale N.B. RM può essere negativo (se effetto prezzo> effetto produzione: aggiungere 1 unità provoca riduzione di P tale da ridurre il RT, nonostante l aumento di Q) Domanda (ricavo medio) Quantità d acqua 132

133 Massimizzazione del profitto in regime di monopolio Un monopolista massimizza il profitto producendo la quantità per il quale il ricavo marginale è uguale al costo marginale. Il monopolista usa la curva di domanda per individuare il prezzo che i consumatori sono disposti a spendere per ogni data quantità di bene. 133

134 Massimizzazione del profitto in regime di monopolio Costi e Ricavi Quantità

135 Massimizzazione del profitto in regime di monopolio Costi e Ricavi Domanda 0 Ricavo marginale 135 Quantità

136 Massimizzazione del profitto in regime di monopolio Costi e Ricavi Costo marginale Costo medio totale Domanda 0 Ricavo marginale 136 Quantità

137 Massimizzazione del profitto in regime di monopolio Costi e Ricavi Costo marginale A Costo medio totale Domanda 0 Ricavo marginale 137 Quantità

138 Massimizzazione del profitto in regime di monopolio Costi e Ricavi 1. L intersezione della curva del ricavo marginale con quella del costo marginale determina la quantità che massimizza il profitto... A Costo medio totale Costo marginale Domanda 0 Ricavo marginale 138 Quantità

139 Massimizzazione del profitto in regime di monopolio Costi e Ricavi 1. L intersezione della curva del ricavo marginale con quella del costo marginale determina la quantità che massimizza il profitto... A Costo medio totale Costo marginale Domanda 0 Q MAX Ricavo marginale 139 Quantità

140 Massimizzazione del profitto in regime di monopolio Costi e Ricavi Prezzo di monopolio 2. e la curva di domanda individua il prezzo coerente con tale quantità. B 1. L intersezione della curva del ricavo marginale con quella del costo marginale determina la quantità che massimizza il profitto... A Costo medio totale Costo marginale Domanda 0 Q MAX Ricavo marginale 140 Quantità

141 Differenza tra impresa concorrenziale e impresa monopolistica Regola generale RM=CM MA, per un impresa concorrenziale, il prezzo è uguale al costo marginale P = RM = CM Per un impresa monopolistica, il prezzo è maggiore del ricavo marginale P > RM = CM Questa differenza è fondamentale per comprendere il costo sociale del monopolio 141

142 Il profitto del monopolista Il profitto è uguale al ricavo totale meno il costo totale. Dividendo per Q Profitto = RT - CT Profitto = (RT/Q - CT/Q) x Q Profitto = (P - CMeT) x Q 142

143 Il profitto del monopolista 143

144 Il profitto del monopolista Costi e Ricavi 0 Quantità 144

145 Il profitto del monopolista Costi e Ricavi Domanda Ricavo marginale 0 Quantità 145

146 Il profitto del monopolista Costi e Ricavi Costo marginale Costo medio totale Domanda Ricavo marginale 0 Quantità 146

147 Il profitto del monopolista Costi e Ricavi Prezzo di monopolio Costo marginale Costo medio totale Domanda Ricavo marginale 0 Q MAX Quantità 147

148 Il profitto del monopolista Costi e Ricavi Prezzo di monopolio Costo medio totale Costo marginale Costo medio totale Domanda Ricavo marginale 0 Q MAX Quantità 148

149 Costi e Ricavi Il profitto del monopolista Il monopolista riceverà profitti finché il prezzo è maggiore del costo medio totale. Costo marginale Prezzo di monopolio E B Profitto di monopolio Costo medio totale Costo medio totale D C Domanda 0 Q MAX Ricavo marginale Quantità 149

150 Il costo del monopolio in termini di benessere Il monopolio porta ad un allocazione inefficiente delle risorse e all incapacità di massimizzare il benessere economico totale. Il monopolista produce meno della quantità socialmente efficiente di prodotto. Il prezzo di monopolio impedisce che si realizzino degli scambi mutuamente vantaggiosi. 150

151 Prezzo Se l impresa fosse gestita da un pianificatore benevolo si produrrebbe Q efficiente e P=CM Costo marginale (costo del monopolista) Valore del compratore Costo del monopolista Costo del monopolista Valore del compratore Domanda (valore del compratore) 0 Il valore del Il valore del compratore è compratore è superiore al costo superiore al costo del venditore del produttore Quantità efficiente Quantità 151

152 Il costo del monopolio in termini di benessere Possiamo valutare gli effetti del monopolio sul benessere mettendo a confronto il livello di prodotto scelto dal monopolista con quello che avrebbe scelto il pianificatore benevolo. Monopolista: Q in modo che RM=CM Pianificatore benevolo: Q in modo che P=CM POICHÉ in monopolio RM<P: il monopolista è inefficiente perché (1) produce una QUANTITA minore di quella efficiente (PERDITA SECCA) (2) a un PREZZO più alto (dato che P>CM) 152

153 La perdita secca Prezzo 0 Quantità 153

154 La perdita secca Prezzo Ricavo marginale Domanda 0 Quantità 154

155 La perdita secca Prezzo Costo marginale Ricavo marginale Domanda 0 Quantità 155

156 La perdita secca Prezzo Costo marginale Prezzo di monopolio Ricavo marginale Domanda 0 Quantità di monopolio Quantità 156

157 La perdita secca Prezzo Costo marginale Prezzo di monopolio Ricavo marginale Domanda 0 Quantità di Quantità monopolio efficiente Quantità 157

158 Prezzo Prezzo di monopolio La perdita secca Costo marginale Perdita secca Ricavo marginale Domanda Poiché il monopolista applica P>CM, si crea un differenziale tra la disponibilità a pagare del consumatore e il costo del produttore. Questo differenziale provoca una caduta della quantità prodotta al di sotto del livello socialmente ottimale. 0 Quantità di Quantità monopolio efficiente Quantità 158

159 Inefficienza del monopolio dal punto di vista del Prezzo Poiché la DOMANDA descrive una relazione negativa tra Prezzo e Quantità, a una Quantità inefficientemente BASSA, corrisponde un Prezzo inefficientemente ALTO. Dato che P>CM, alcuni potenziali consumatori si trovano nella condizione di valutare il bene più del costo marginale, ma meno del prezzo di monopolio e decidono di non acquistarlo. RISULTATO è INEFFICIENTE: il valore che i consumatori attribuiscono al bene è MAGGIORE del costo in più che occorrerebbe sostenere per produrlo (CM). CONCLUSIONE: il P di monopolio impedisce che si realizzino scambi reciprocamente vantaggiosi!!! 159

160 Costi sociali del monopolio (1/3) I costi sociali di monopolio NON sono solo quelli legati alla inefficienza allocativa (perdita secca) analizzata finora. Vi sono almeno altri due costi: Inefficienza da costi Ricerca della rendita 160

161 Costi sociali del monopolio (2/3) Inefficienza da costi o inefficienza X L assenza di concorrenza ha un impatto negativo sulla propensione all efficienza del monopolista e, quindi, sul livello dei costi del settore monopolizzato Le fonti: Viene meno l incentivo a minimizzare i costi (barriere all entrata sono un riparo dalla minaccia di nuove entrate.) Obiettivi diversi dalla massimizzazione del profitto. Essendo imprese grandi vi è una separazione tra proprietà e controllo: chi gestisce l impresa può non avere interessi a massimizzare il profitto. 161

162 Costi sociali del monopolio (3/3) Ricerca della rendita Costi connessi all acquisizione e al mantenimento della posizione di monopolio: investimenti per la creazione di barriere strategiche all entrata (costruzione di capacità in eccesso, spese in pubblicità ) azione di lobbyng investimenti + o leciti per ottenere protezione legale (concessioni, protezione tariffaria, riconoscimento di standard di qualità) Si tratta di risorse, trasferite dal consumatore al produttore che, anziché essere impiegate in modo efficiente in un altro settore produttivo, vengono dissipate nell attività di ricerca della rendita. 162

163 Monopolio e politica economica Il legislatore risponde al problema del monopolio in uno di questi quattro modi: Cercando di stimolare la concorrenza nei settori monopolistici Regolamentando il comportamento delle imprese monopolistiche Trasformando alcuni monopoli privati in imprese pubbliche Restando inattivo 163

164 1. Stimolare la concorrenza Il governo può sostenere normative antitrust per creare un mercato più competitivo, stabilendo regole di comportamento e sanzioni che tolgono alle imprese l incentivo di cercare o sfruttare il potere economico raggiunto. Legislazione antimonopolistica (leggi antitrust): può dichiarare illegali le intese che hanno lo scopo di restringere la concorrenza (accordi di collusione del prezzo, per la ripartizione del mercato, ); può impedire l abuso di posizione dominante (discriminazione dei prezzi, fissazione di elevati prezzi di vendita, introduzione di barriere strategiche, ); può contrastare la concentrazione di risorse economiche in poche imprese. 164

165 2. Regolamentazione Il governo può regolamentare i prezzi che il monopolista chiede L allocazione delle risorse sarà efficiente se il prezzo eguaglierà il costo marginale. Ci sono due problemi pratici nell applicazione del principio di uguaglianza di prezzo e costo marginale. Se vi è un monopolio naturale: l impresa subisce una perdita se si impone P=CM Non crea alcun incentivo alla riduzione dei costi per il monopolista 165

166 Uguaglianza tra prezzo e costo Prezzo marginale Il Monopolio naturale presenta una curva del CMeT che decresce in modo costante e quindi CM<CMeT (N.B. affinché la «media» diminuisca l «aggiunta» deve essere minore) La diminuzione del costo medio è da attribuire all esistenza di importanti costi fissi Costo medio totale Costo marginale Domanda 0 Quantità 166

167 Uguaglianza tra prezzo e costo marginale Prezzo Se il legislatore impone P=CM, per MAX il benessere economico Prezzo regolamentato Costo medio totale Costo marginale Domanda 0 Quantità regolamentata Quantità 167

168 Uguaglianza tra prezzo e costo marginale Prezzo Essendo CMeT>CM Costo medio totale Prezzo regolamentato Costo medio totale Costo marginale Domanda 0 Quantità regolamentata Quantità 168

169 Uguaglianza tra prezzo e costo marginale Prezzo subisce una perdita Costo medio totale Prezzo regolamentato Perdita Costo medio totale Costo marginale Domanda 0 Quantità regolamentata Quantità 169

170 2. Regolamentazione Nel caso di monopolio naturale che fare? Non è possibile imporre alle aziende di produrre in perdita, costringendole ad applicare P=CM; ma non è neppure giusto dal punto di vista sociale lasciarle libere di stabilire il prezzo di monopolio, poiché si verificherebbe una insufficiente fornitura di questi servizi essenziali 170

171 2. Regolamentazione Possibili soluzioni: Sussidiare il monopolista facendosi carico delle perdite provocate da P=CM Ma ciò implica introduzione di imposte per i cittadini. Non è efficiente! Lo Stato può permettere un P>CM ma =CMeT in modo che il profitto sia nullo. Ma P=CMeT non è efficiente! Ulteriore problema: la regolamentazione basata su P=CM o P=CMeT non crea alcun incentivo alla riduzione dei costi per il monopolista!!! 171

172 3. Proprietà pubblica L amministrazione pubblica può trasformare i monopoli in imprese pubbliche. 172

173 4. Non agire L amministrazione pubblica rinuncia ad agire se il fallimento del mercato viene valutato meno pericoloso delle inevitabili imperfezioni della politica. 173

174 La prevalenza del monopolio Quanto sono frequenti i problemi di monopolio? I monopoli sono comuni: la maggior parte delle imprese ha un certo controllo sul prezzo poiché i beni che produce sono diversi. MA le imprese con un reale potere monopolistico sono rare: pochi beni sono veramente unici. In conclusione, il potere monopolistico è una questione di gradi: è vero che molte imprese godono di un certo potere di mercato, ma è anche vero che questo è abbastanza limitato. 174

175 Conclusione (1/4) Un impresa opera in regime di monopolio se è l unico venditore presente sul mercato. La curva di domanda per il proprio prodotto è inclinata verso il basso. 175

176 Conclusione (2/4) Come un impresa concorrenziale, il monopolista massimizza il profitto producendo la quantità di bene per il quale il ricavo marginale è uguale al costo marginale. Diversamente da quanto accade in regime di concorrenza, in regime di monopolio il prezzo è superiore al ricavo marginale e, quindi al costo marginale. 176

177 Conclusione (3/4) Il livello di produzione che massimizza il profitto del monopolista è inferiore a quello che massimizza la somma della rendita del consumatore e di quella del produttore. Il monopolio produce costi sociali legati a: Inefficienza allocativa Inefficienza da costi Ricerca della rendita 177

178 Conclusione (4/4) L amministrazione pubblica può reagire alle inefficienze del monopolista con una normativa antitrust, con regolamentazioni dei prezzi, o trasformando i monopoli in imprese pubbliche. Se il fallimento del mercato viene valutato meno pericoloso delle inevitabili imperfezioni della politica, l amministrazione pubblica può rinunciare ad agire. 178

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