S.C.U ORL-. Audiologia-Foniatria Università degli Studi di Torino. Irene Vernero. Gestione della deglutizione e dell alimentazione nell anziano

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1 S.C.U ORL-. Audiologia-Foniatria Università degli Studi di Torino Irene Vernero Gestione della deglutizione e dell alimentazione nell anziano 1

2 PRESBIFAGIA fisiologia? O patologia 2

3 PRESBIFAGIA Modificazioni fisiologiche legate all età Disfagia secondaria ad uno stato patologico PRIMARIA SECONDARIA 3

4 PRESBIFAGIA / DISFAGIA Cambiamenti non patologici dovuti all età Lievi variazioni nel processo di deglutizione Il processo globale della deglutizione è complessivamente preservato 4

5 ANZIANO FRAGILE Individuo anziano cui manca la forza ed è >suscettibile di malattia Aumento di rischio per esiti di salute avversi e di infermità 5

6 POLIPATOLO GIA Inteso come l accumulo dipiu affezioni croniche Forme morbose che interagiscono e si complicano tra loro 6

7 PRESBIFAGIA PRIMARIA Cambiamenti legati all età STRUTTURA MOTILITA SENSIBILITA COORDINAZIONE Dei processi di DEGLUTIZIONE E RESPIRAZIONE respirazione e deglutizione sono legate in modo imprescindibile utilizzando le medesime strutture percio deve esserci la massima coordinazione fra i due processi 7

8 L atto di deglutizione può essere efficace / più o meno efficiente; La deglutizione non è una funzione unitaria, le varianti individuali sono relative: - alle strutture orofacciali; - alle funzioni respiratorie; - alle funzioni alimentari; - alle funzioni comunicative-verbali. - Il grado di cambiamenti e degrado della funzione è individuale e soggettivo e va visto eventualmente in progressione 8

9 FATTORI SISTEMICI DEPERIMENTO ORGANICO + / - FATTORI MOTIVAZIONALI E RELAZIONALI determinano un rallentamento soprattutto della fase orale e in modo indiretto della fase faringea, c è un ritardo dell elevazione faringea; esiste anche deficit dell apertura dello sfintere esofageo superiore che però non ne impedisce la chiusura al termine dell atto. 9

10 Fattori locali che intervengono: DENTATURA SCADENTE-PROTESI IPOTROFIA MUSCOLARE SOFFERENZA A LIV. ATM SALIVAZIONE SCARSA PERISTALSI FARINGEA RALLENTATA RIDOTTA MOBILITÀ ESOFAGEA FREQUENTE POSIZIONE CLINO-STATICA E QUINDI FACILITÀ AL REFLUSSO GASTRO - ESOFAGEO 10

11 CAMBIAMENTI LEGATI ALL ETA NELLA FASE FARINGEA Decremento della forza di propulsione Deficit di lubrificazione Degenerazione della mucosa Resistenza all entrata del bolo nell UES Aumento del tempo di transito 11

12 PREVALENZA delle ALTERAZIONI della DEGLUTIZIONE Ci si chiede qual è la reale incidenza della presbifagia nella popolazione 15-50% > oltre i 60 anni [Tibbling 1991] Dal 40% al 60%nei centri di assistenza per anziani (Smith 2005) Le complicanze respiratorie sono la 5 causa di morte dopo i 65 anni e la 3 dopo gli 85 12

13 L incidenza in realtà potrebbe essere maggiore in quanto la persona anziana puo accettare il problema come una conseguenza inevitabile dovuta all età Inoltre le modalita di rilevazione del sintomo condizionano incidenza e prevalenza della disfagia: autovalutazione, spesso sottovaluta il sintomo bedside ex VFG (Reilly 2004) 13

14 DISFAGIA/ PRESBIFAGIA SECONDARIA disturbi cerebrovascolari demenza sla parkinson tumori capo collo altro 14

15 FASE ORALE PTOSI DELLA LINGUA E DELLO IOIDE ALLUNGAMENTO/ RITARDO DELL AVVIO DELLA DEGLUTIZIONE PERDITA DI PARTE DEL BOLO DALLA RIMA LABIALE RIDOTTO CONTROLLO DI TUTTA LA FASE 15

16 FASE FARINGEA RIDOTTA ELEVAZIONE FARINGEA COMPROMISSIONE DELLA CHIUSURA LARINGEA AUMENTO DELL AMPIEZZA FARINGEA RITENZIONE DI PARTICELLE NELLE VALLECOLE GLOSSO EPIGLOTTICHE 16

17 FASE ESOFAGEA ALTERAZIONE DELLA PERISTALSI PER MODIFICAZIONE DELLA TONICITA MUSCOLARE E DELLA REGOLARITA RITMICA 17

18 CARATTERISTICHE COMUNI DEFICIT DI TONO RALLENTAMENTO DEI MOVIMENTI POSSONO PRODURRE INCOORDINAZIONE GENERALE PATOLOGIE CONCOMITANTI ad es. A LIVELLO GASTRICO 18

19 QUALE prova di SCREENING Test del sorso d acqua Nelle situazioni di particolare fragilità è consigliabile indagare la funzionalità di deglutizione con domande mirate al pz stesso o ai care giver Osservazione formale del pasto 19

20 QUESTIONARIO DI SCREENING PER LA DISFAGIA ( KAWASHIMA e COLL, 2004) Validato da uno studio su 1313 anziani, che ne ha confermato l attendibilità nel determinare la prevalenza di disfagia; non invasivo, quindi privo di rischi e più facilmente accettato dall esaminato; semplice da somministrare, anche da parte di personale non specializzato; proposto a soggetti anziani residenti al domicilio, non istituzionalizzati

21 QUESTIONARIO DI SCREENING PER LA DISFAGIA ( KAWASHIMA E COLL, 2004) costituito da 14 domande che indagano sei fattori principali: domanda 1: pregressa polmonite; domanda 2: stato nutrizionale; domande 3-7: funzione faringea; domande 8-10: funzione orale; domande 11-13: funzione esofagea; domanda 14: protezione delle vie aeree.

22 QUESTIONARIO DI SCREENING PER LA DISFAGIA ( KAWASHIMA E COLL, 2004) Le 14 domande del questionario sono a risposta chiusa: se il sintomo compare spesso (sintomo severo), talvolta (sintomo lieve) o mai (assenza di sintomo). quando è presente almeno 1 sintomo severo il soggetto è considerato disfagico la gravità della disfagia è in relazione al numero di sintomi severi dichiarati Kawashima e coll. hanno individuato una prevalenza del 13,8%( valore che non si scosta di troppo rispetto alle stime, oscillanti tra il 7,5 ed il 12,7%.)

23 QUESTIONARIO PER LO SCREENING DELLA DISFAGIA [1] SINTOMI SEVERI SINTOMI LIEVI ASSENZA DI SINTOMI Le è mai stata diagnosticata una polmonite? Le sembra di stare dimagrendo? Le è mai successo di trovarsi in difficoltà quando deglutisce? Le è mai successo che il cibo, durante il pasto, le andasse di traverso? Le è mai successo che le andassero di traverso i liquidi? Le è mai successo di avere difficoltà nell espellere il catarro durante o dopo il pasto? Ha mai avuto la sensazione che il cibo fosse rimasto bloccato in gola?

24 Rispetto a prima, oggi impiega più tempo a consumare un pasto? Le è mai successo che il cibo colasse fuori dalla bocca? Le è mai successo di avere la sensazione che il cibo rimanesse bloccato in bocca? Le è mai successo di avere la sensazione che cibi o liquidi risalissero dallo stomaco nella gola? Ha mai avuto la sensazione che il cibo rimanesse bloccato nell esofago? Le è mai successo di non riuscire a dormire perché tossiva durante la notte? Le sembra di stare diventando rauco? E considerato disfagico allo screening chi presenta almeno 1 sintomo severo. [1] Kawashima et al., Dysphagia, 19: , 2004 traduzione di Bugalla M.L.

25 Cambiamento di dieta dopo valutazione foniatrico-logopedica in una popolazione di RSA Tendono a diminuire gli ospiti che possono assumere tutte le consistenze Aumentano le esigenze di ospiti che necessitano di diete ristrette Rimangono stabili i pazienti costretti a forme di nutrizione alternativa 25

26 Logopedista e diete Il logopedista si concentra sui provvedimenti adattivi e sulla condivisione di precauzioni comportamentali e relativo counselling rivolto ai caregivers Si modifica radicalmente la dieta di quei pz la cui disfagia non era manifesta( molti potranno assumere solo acqua sotto forma di liquido con necessità di addensare gli altri). 26

27 PERCORSO LOGOPEDICO e di tipo modificazioni ambientali e di counselling, (principalmente legato cioè a modificazioni ambientali, (es posture Facilitanti,compensi e manipolazione dei cibi ) non di tipo rimediativoin assoluto. 27

28 In sintesi: qualità di vita: La compliance alle raccomandazioni riabilitative è difficile da misurare ed è influenzata da numerosi fattori (care giver-pz) MA merita attenzione, poiché è un punto cruciale per il raggiungimento degli obiettivi C è necessità di maggiore addestramento e maggiore monitoraggio dei carer Il supporto ai carer deve essere continuativo (on going) per rafforzare l apprendimento delle strategie e delle motivazioni sottostanti I carer debbono acquisire consapevolezza del ruolo e della responsabilità È necessario considerare l impatto psicologico della disfagia (cronicità) È necessario considerare gli aspetti affettivi e sociali dell alimentazione irene.vernero@unito.it

29 Barriers to Caregiver Compliance with Eating and Drinking Reccomandations for Adults with Intellectual Disabilities and Dysphagia Chadwick DD et al. J Appl Research in Itellectual Disabilities 2006 Aspetti percepiti dai carer come difficili: Ottenere la giusta consistenza di cibi e bevande (safe) Ottenere la posizione concordata Utilizzare strategie di supporto e stimolazione Favorire il rilassamento e la concentrazione del pz Osservare e stimolare il pz con un ritmo adeguato Dare la giusta misura per boccone/sorso Altre difficoltà: Scarso tempo da dedicare al pasto Elevata rotazione del personale di assistenza Rivalutazione poco frequente delle strategie di trattamento logopedico

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