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3 funghi del polesine conoscere i funghi del nostro territorio VINCIA ROVIGO funghi06 int.in :40:1

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5 Presentazione La raccolta dei funghi è un attività che appassiona ma richiede particolare attenzione. La conoscenza approfondita della micologia diventa importante per il dilettante ma anche per l esperto. La Provincia di Rovigo ha ideato la pubblicazione Funghi del Polesine - Conoscere i funghi del nostro territorio allo scopo di fornire le informazioni più semplici ma fondamentali per la conoscenza dei funghi che crescono in Polesine, le loro caratteristiche, la commestibilità ed i luoghi dove si possono raccogliere. Per evitare pericoli nella scelta dei funghi, si suggeriscono consigli utili ed un decalogo del consumo. Ogni specie di fungo è presentato da una scheda che descrive le caratteristiche, corredata da una fotografia illustrativa e da una simbologia che ne semplifica l identificazione. I funghi sono un elemento dell habitat, importante per la biodiversità e per questo devono essere raccolti nel rispetto dei luoghi in cui crescono, cercando di rispettare le condizioni ambientali e naturali che né assicurano lo sviluppo. La pubblicazione vuole essere uno strumento efficace per contribuire ad accrescere la cultura micologica di quanti amano o visitano il territorio polesano. Le Aziende ULSS e le associazioni micologiche presenti sul territorio, sono disponibili a fornire ulteriori informazioni per una più completa ed approfondita conoscenza dei funghi. Si ringraziano quanti hanno collaborato alla stesura della pubblicazione ed in particolare il personale dell Area Attività Produttive. Vice Presidente Provincia di Rovigo Sandro Gino Spinello VINCIA ROVIGO funghi06 int.in :40:1

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7 Introduzione I funghi hanno da sempre attratto l attenzione dell uomo, soprattutto dal punto di vista dell alimentazione, con i relativi problemi dei danni provocati dai loro veleni (fungo deriva da funus-ago: portatore di morte). Questa pubblicazione vuole pertanto, in tutta semplicità, pervenire a due essenziali risultati. Il primo risultato è far comprendere ai raccoglitori inesperti che la determinazione di un fungo non è cosa facile, soprattutto se non si ha idea di quello che si deve osservare. Un principiante non deve mai fidarsi di un semplice confronto con foto o disegni, ma occorre che controlli meticolosamente tutti i caratteri del fungo raccolto, confrontandoli con una buona guida, e poi lo sottoponga all esame di un esperto. Questo fino a quando non si sarà raggiunta una buona preparazione, frequentando magari un gruppo micologico. Ciò permetterà di evitare errori fatali. Il secondo risultato è invece suscitare in chi legge un interesse per il mondo micologico anche dal punto di vista scientifico; stimolare quindi a raccogliere e studiare i funghi soltanto allo scopo di soddisfare il proprio desiderio di conoscenza, indipendentemente dal loro valore gastronomico. VINCIA ROVIGO funghi06 int.in :40:1

8 Cosa sono i Funghi Quanto viene scritto in questa breve introduzione va rinferito ai funghi superiori (macromiceti), volendo intendere con questo termine quegli organismi che raggiungono anche grosse dimensioni e, comunque, sono sempre visibili ad occhio nudo. I micromiceti, al contrario, sono individui fungini di dimensioni minime o anche microscopiche. Generalmente i funghi superiori sono costituiti da due parti: il micello ed il carpoforo. Quest ultima è la parte più conosciuta e studiata per la sua variabilità nell aspetto, per le dimensioni e la facilità di raccolta. Normalmente si sviluppa esternamente al terreno od al substrato (funghi epigei), mentre il contrario succede per i funghi ipogei (tartufi). Il carpoforo (quello, cioè, che noi chiamiamo fungo), è il corpo fruttifero dell organismo fungino dal quale, giunto a maturità, si staccano le spore (semi riproduttivi) per disperdersi nell ambiente circostante. Tutte le spore, trovando il sito favorevole, vanno incontro a germinazione per dar luogo alla formazione di una nuova colonia fungina. Ogni carpofono è in grado di diffondere miliardi di spore, compensando in tal modo le scarse probabilità di riproduzione. La scienza moderna è propensa a collocare i funghi in un regno a sé stante: i Protisti. Caratteristica fondamentale che distingue i funghi dai vegetali è la mancanza di clorofilla che li rende incapaci di produrre le sostanze organiche loro necessarie. Essi per vivere hanno bisogno di trovare i composti organici già elaborati (organismi eterotrofi), mentre tutti i vegetali, attraverso la fotosintesi clorofilliana, sono in grado di autoalimentarsi (organismi autotrofi). VINCIA ROVIGO funghi06 int.in :40:1

9 Ciclo Riproduttivo e i Modi di Crescita Dalla germinazione delle spore hanno origine particolari filamenti chiamati ife. Le ife di un unica specie fungina danno origine ad un micelio, detto primario, caratterizzato da un determinato sesso. E necessario arrivare all unione di due miceli primari di sesso opposto per creare un micelio secondario, ossia un perfetto organismo fungino, capace di vita vegetativa e riproduttiva autonoma. In una parte ben definita del carpoforo si trova l imenio, che costituisce la parte fertile del fungo, dove sono contenute le spore. Una prima grande suddivisione in classi dei funghi superiori si ottiene anche con l ausilio microscopico, mediante l identificazione in base al tipo di spore che si formano nel corpo fruttifero: Ascomiceti Le spore si formano in una specie di sacco (asco) di forma allungata o tondeggiante, contenente fino ad 8 spore. Basidiomiceti Le spore, di solito 4, sono sistemate alla sommità di una clava (basidio) trattenute da un filamento (sterigma). I funghi, non possedendo clorofilla, devono procurarsi sostanze organiche già precostituite. Dal loro modo di nutrirsi possiamo suddividere i funghi in tre gruppi: parassiti, saprofiti, micorrizici o simbionti. Vengono definiti parassiti quei funghi che per nutrirsi si insediano su piante vive, procurando loro dei danni che spesso portano alla morte delle piante stesse. Possono crescere sul tronco, sulle radici, sulle foglie ed anche sui fiori. Tra i più conosciuti possiamo citare il piopparello (Agrocybe aegerita) ed il chiodino (Armillariella mellea). Buona parte di questi funghi permane sulla pianta dopo averla portata a morte, svolgono quindi la successiva funzione di saprofiti. Sono definiti saprofiti i funghi che vivono su organismi vegetali o animali morti, accelerando i processi di decomposizione e trasformazione in humus. Appartengono a questo gruppo i prataioli (Agaricus sp.) e le sbrise (Pleurotus ostreatus). Per micorrizici o simbionti si intendono quei funghi che si insediano sulle radici degli alberi, intorno alle quali il micelio forma una specie di tessuto (tipo feltro) che serve a portare ai peli radicali acqua e sali minerali altrimenti non raggiungibili dalla pianta, ricevendone in cambio zuccheri e amidi necessari al loro sviluppo. Questo legame funzionale tra la pianta e fungo è noto col nome di simbiosi micorrizica. Il risultato di tale simbiosi è VINCIA ROVIGO funghi06 int.in :40:1

10 rappresentato da uno sviluppo più rigoglioso della pianta che ospita il fungo. Le specie più conosciute di tali funghi sono rappresentate dai porcini (Boletus edulis) e dalla mortale Amanita phalloides. VINCIA ROVIGO funghi06 int.in :40:1

11 Come riconoscere i Funghi Come si distingue un fungo commestibile da uno tossico o velenoso? C è una sola risposta: occorre identificare la specie di appartenenza in modo certo attraverso lo studio e l osservazione accurata dei caratteri morfologici. Non esistono pertanto metodi empirici o prove varie, purtroppo ancora diffuse nella credenza popolare, per determinare la commestibilità di un fungo. I caratteri principali da prendere in considerazione per la determinazione di una specie fungina sono: Cappello, Imenio, Gambo, Carne, Veli e Spore. Cappello La forma del cappello varia notevolmente durante la crescita del fungo: da subsferico e con l orlo raccolto durante l età giovanile (per proteggere meglio lamelle e spore), ad una forma più aperta e caratteristica dell esemplare adulto. Può essere di forma regolare od irregolare, oppure presentare delle particolarità importanti: la parte centrale incavata (imbutiforme o infundibuliforme) o sporgente rispetto al resto della superficie (umbonato). La dimensione del cappello non deve essere considerata elemento determinante, potendo variare, per la stessa specie, a causa dell habitat, della temperatura e dell umidità. Emisferico Conico Imbutiforme Convesso Umbonato Altre caratteristiche riguardano la superficie del cappello: può essere viscosa, secca, sericea, liscia, ruvida, munita di squame o verruche (resti del velo generale), fessurata, macchiata, e così via. Anche l orlo del cappello ha la sua importanza: può essere involuto (arrotolato all indietro) o revoluto (arrotolato all infuori), integro, frangiato o striato. VINCIA ROVIGO funghi06 int.in :40:1

12 Quanto al colore, carattere che colpisce immediatamente l osservatore, occorre tener presente l immensa varietà di tinte e sfumature che i funghi sono capaci di presentare, senza contare che esso può variare secondo l età, la stagione (secca o piovosa), l habitat; l appassionato o l esperto dovranno pertanto osservare attentamente le varie specie prima di basarsi su questo elemento. Imenio E la parte del carpoforo in cui sono concentrate le spore, per cui viene anche chiamata parte fertile del fungo. Le forme di imenio maggiormente presenti sono: a Lamelle (carattere distintivo delle agaricacee) Il colore delle lamelle indica generalmente (ma non sempre) il colore delle spore. E questo l elemento su cui si fonda un sistema di classificazione (Fries, 1821) delle agaricali, in base al quale i funghi si dividono in: Leucosporei (a spore bianche o incolore); Rodosporei (a spore rosa); Ocrosporei (a spore ocra); Iantinosporei (a spore viola); Melanosporei (a spore nere). E un sistema comodo che, pure presentando numerosi difetti, permette al raccoglitore di limitare lo studio ad alcune specie scartandone molte altre. Da ricordare che tra i funghi a lamelle bianche ci sono le tre pericolosissime Amanita (phalloides, virosa e verna); a Tubuli e Pori (carattere distintivo delle boletacee e poliporacee) Il colore dei pori è molto vario e costituisce elemento per una rapida suddivisione tra i boleti ed anche tra i polipori. La separabilità dallo strato di tubuli dalla carne del cappello, che avviene generalmente nei boleti, è una caratteristica che distingue questa famiglia da quella dei polipori; ad Aculei (carattere distintivo delle idnacee) L imenio è formato da un insieme di aculei o dentini (idni), più Lamelle Fitte Lamelle Rade Pori Stretti Pori Larghi Lamelle Adnate Lamelle Annesse Lamelle Decorrenti Lamelle Libere VINCIA ROVIGO funghi06 int.in :40:2

13 o meno pronunciati, che hanno la stessa funzione dei tubuli e delle lamelle; Interno (carattere distintivo dei gasteromiceti) Le spore si trovano all interno del carpoforo dal quale fuoriescono, a maturità, con l emissione della polvere sporale. Gambo Rispetto alla sua posizione nei confronti del cappello, il gambo può essere centrale, eccentrico (spostato dal centro del cappello), laterale (se inserito lateralmente al cappello stesso). A seconda dalla separabilità o meno del gambo senza lacerare la carne del cappello, il fungo è detto eterogeneo od omogeneo. Il gambo può assumere svariatissime forme: da lungo ed esile a corto ed obeso. La forma più comune è quella cilindrica. Alcune specie possono presentare una base del gambo bulbosa oppure appuntita o radicante. Sezionando il gambo dall alto al basso possiamo trovare aspetti diversi: da pieno e carnoso, a cavo o cavernoso. Carne La consistenza della carne del fungo può variare, presentando nel cappello e nel gambo a volte caratteri uguali a volte diversi. Possiamo avere carne spugnosa, tenace, gelatinosa, coriacea, cartilaginosa. Tagliando un fungo osserviamo, molte volte, una variazione di colore della carne, più o meno immediata, dovuta all ossidazione della stessa con l aria; tale viraggio può essere di aiuto nella determinazione della specie raccolta. Il sapore della carne, all assaggio, è un altro elemento di classificazione, al pari dell odore emanato dalla carne stessa. Veli (Anelli - Volva - Cortina) L Anello, formato dal resto del velo parziale, è distintivo di alcune specie ben determinate (Amaniti, Agaricus, Lepiote, ecc.). Può essere semplice, doppio, scorrevole lungo il gambo, persistente o caduco. La Volva, residuo del velo generale, è la caratteristica delle Amaniti e delle Volvarie. Può essere libera (distinta e staccata dal gambo, a forma di calice) o circoncisa (avviluppata attorno al gambo, senza formare lembi liberi). La Cortina, residuo di velo parziale, è caratteristica di un genere molto numeroso (i Cortinari). Ben visibile negli esemplari giovani, serve a proteggere le spore ed impedire la caduta delle stesse prima della maturità. Spore Non sempre il colore delle lamelle, come già accennato, corri- VINCIA ROVIGO funghi06 int.in :40:2

14 sponde al colore delle spore. Nel dubbio è preferibile procedere alla raccolta della polvere sporale. Per questo occorre recidere il gambo all altezza delle lamelle o dei tubuli e collocare il cappello all ingiù su un foglio di carta di colore neutro, su plastica trasparente o lastra di vetro. Dopo alcune ore, sollevando il cappello, si potrà osservare una sporata colorata, che potrà essere raccolta ed osservata anche al microscopio. Verruche (resti del Velo Generale) Pellicola Staccabile Lamelle Striature Cappello Fibrille Zonatura Cortina Anello Zebrature Gambo Fioccosità Volva Squame Squame Cappello Areole Tubuli Pori Aculei Punteggiatura Velo Parziale (Anello) Gambo Reticolo Scabrosità Reticolo VINCIA ROVIGO funghi06 int.in :40:2

15 Intossicazioni Fin dall antichità l uomo ha raccolto i funghi come frutti spontanei della natura per utilizzarli nella propria alimentazione, quali materia prima per numerose e gustose pietanze. Da subito ha anche iniziato ad imparare a sue spese che di funghi ci si può intossicare ed anche morire. Poiché non era conosciuta la vera natura botanica dei funghi, si riteneva che quelli velenosi lo fossero perché vi era qualcosa di nocivo nelle vicinanze dei luoghi di raccolta, come piante venefiche, tane di serpenti, ferri arrugginiti. Alla luce delle moderne conoscenze in campo botanico, biochimico e tossicologico, oggi si sa che la velenosità propria di certi funghi è la loro caratteristica intrinseca: un fungo è velenoso esclusivamente per la sua natura, cioè perché contiene sostanze tossiche prodotte dai processi biochimici del suo metabolismo. Il solo modo di evitare le intossicazioni è quindi quello di conoscere con assoluta certezza i funghi che vengono di volta in volta consumati. Sistemi usati in passato per riconoscere empiricamente i funghi velenosi, come l annerimento dell aglio o della moneta d argento, così come la presenza delle rosicchiature di animali, non hanno alcuna corrispondenza con la realtà. Le intossicazioni da funghi si possono manifestare in vari modi, a seconda delle specie responsabili, con un insieme di sintomi che va sotto il nome di sindrome. Abbiamo ritenuto opportuno suddividere, a grandi linee, le sindromi da intossicazioni da funghi in: intossicazioni a lunga incubazione; intossicazioni a breve incubazione. L incubazione o latenza è da intendere come il tempo trascorso dal consumo dei funghi al manifestarsi dei primi sintomi. Le sindromi verranno poi ulteriormente suddivise in base al quadro clinico. Intossicazioni a Lunga Incubazione Sindromi che si manifestano con un tempo di incubazione superiore alle 6/8 ore (in casi estremi fino alle 2/3 settimane) sono da considerarsi pericolose e potenzialmente mortali, tali da rendere necessario il ricovero urgente. Analizzando ora in dettaglio i vari tipi di sindrome sottolineando in particolare le specie fungine responsabili presenti nella provincia di Rovigo. Sindrome Falloidea o da Amanitine E provocata dalle tre amanite mortali: Amanita phalloides (pag.42), la più diffusa e frequente, Amanita verna ed Amanita VINCIA ROVIGO funghi06 int.in :40:2

16 virosa. Questa è la specie che causa il 90% degli avvelenamenti da funghi con esito mortale per la sua elevata tossicità (50g di fungo fresco sono sufficienti per uccidere un uomo adulto di peso medio). Vi sono anche altre specie che provocano lo stesso tipo di sindrome, come alcune lepiote di piccola taglia (Lepiota brunneoincarnata, Lepiota josserandi, Lepiota helveola pag.61) molto pericolose perché frequenti anche nei giardini di città, soprattutto sotto i pini, i cedri, inoltre la Galerina marginata si può trovare su residui legnosi marcescenti di conifera. La sindrome falloidea si articola in due fasi, ognuna delle quali ben caratterizzata. Dopo un periodo di latenza, che può andare dalle 6 fino alle 8 ore, inizia la prima fase, con senso di malessere generale, dolori addominali, vomito e diarrea, che provoca ingenti perdite idroeletrolitiche. Dopo una transitoria attenuazione dei sintomi, con apparente miglioramento, intorno alla 24ª-36ª ora inizia la fase epatitica che può evolvere nell arco di alcuni giorni verso il coma epatico, complicato da sindrome emorragica, e causare la morte. La percentuale dei decessi è oggi diminuita per la tempestività del trattamento, molto dipende però anche dal quantitativo di fungo ingerito. Per i veleni della Amanita phalloides (amanitine) non esistono antidoti e l unica terapia è quella di rimuovere le tossine mediante idratazione e diuresi forzata. Sindrome Orellanica E provocata da alcune specie del genere Cortinarius, sottogenere Leprocybe, che hanno causato anche di recente casi di intossicazione con esito mortale. La loro distribuzione è limitata ad habitat boschivi collinari e di bassa montagna (Cortinarius orellanus), o di montagna (Copertinarius speciosissimus). La sindrome orellanica è la più lenta a manifestarsi: i primi sintomi compaiono anche dopo 12 ore, mentre i segni di danno renale si rendono evidenti in un arco di tempo che va da un minimo di 5 fino ad un massimo 20 giorni (in media 10-12) dall ingestione. La diagnosi si complica perché è difficile mettere in relazione i disturbi con ciò che si è consumato più di una settimana prima. Anche in questo caso la sintomatologia può essere bifasica, con un primo momento essenzialmente gastrointestinale, che può essere sfumato od anche mancare, ed un secondo in cui si manifesta una insufficienza renale acuta (nefrite interstiziale) VINCIA ROVIGO funghi06 int.in :40:2

17 causata dalla tossina di questi funghi (Orellanina). Chi sopravvive è costretto al trattamento emodialitico cronico, nell attesa dell eventuale trapianto. La terapia consiste nell idratazione e nella correzione degli squilibri elletrolitici e dell E.A.B. (equilibrio acido-base). Sindrome Giromitrica La sindrome è causata dall ingestione di gradi quantità (500g) o dal consumo ripetuto a breve distanza della falsa spugnola (Gyromitra esculenta) e specie congeneri. Si tratta di funghi piuttosto rari, diffusi per lo più nelle zone montane. La sindrome compare dopo 6-12 ore dal pasto con disturbi gastroenterici, cui fanno seguito compromissione epatica e neurologica. I sintomi tendono ad attenuarsi nella terza giornata e le evoluzioni sfavorevoli sono molto rare. Alcuni autori ipotizzano effetti cancerogeni sul fegato. Intossicazioni a Breve Incubazione Quando i sintomi si manifestano subito dopo l ingestione, od al massimo entro 4-5 ore dalla stessa, le intossicazioni risultano essere meno gravi ed il decorso clinico è solitamente benigno. E buona regola rivolgersi comunque ad un medico, che potrà avvalersi della collaborazione di un esperto micologo per una corretta diagnosi relativa all intossicazione. E sempre di estrema utilità poter disporre di esemplari identici a quelli ingeriti o, per lo meno, di quanto resta della pietanza preparata, nonché recuperare le parti di fungo scartate nel corso della pulitura. Tra le sindromi ad incubazione breve, ve ne sono alcune che colpiscono il sistema nervoso, la muscarinica, la panterinica e la psicotropa. Sindrome Muscarinica o Sudoripara E un intossicazione a carico del sistema neurovegetativo. Oltre ai sintomi gastroenterici, se ne presentano di peculiari quali il rallentamento del battito cardiaco, la miosi (restringimento della pupilla), la vasodilatazione periferica e soprattutto la sudorazione profusa e l aumento di tutte le secrezioni. E provocata dalla muscarina, che è presente in dose elevata nelle piccole Clitocybe bianche (Clitocybe dealbata, Clitocybe cerussata, Clitocybe phyllophyla), ed in molte specie del genere Inocybe (Inocybe rimosa pag.56, Inocybe erubescens, Inocybe geophylla, ecc.), funghi comuni un po ovunque, nei boschi, nei prati ed anche nei giardini di città. La risoluzione può essere spontanea, dopo ore; per questo tipo di intossicazione esiste un antidoto specifico, il solfato di atropina. VINCIA ROVIGO funghi06 int.in :40:2

18 Sindrome Panterinica o Micoantropinica L Amanita muscaria e l Amanita pantherina (pag.41) sono responsabili di intossicazioni che si manifestano con incostanti disturbi gastroenterici, ma soprattutto interessando il S.N.C. (sistema nervoso centrale) con allucinazioni, agitazione psicomotoria, stati confusionali deliranti seguiti da prostrazione e sopore fino al coma e il S.N.A. (sistema nervoso autonomo o vegetativo) con tachicardia, midriasi (dilatazione della pupilla), vasocostrizione, riduzione delle secrezioni. La sindrome, sostenuta dal muscimolo, dall acido ibotenico e dal muscazone, può essere complicata dal sovrapporsi e dall alternarsi di effetti legati alla presenza di muscarina, per cui la difficoltà dell intervento terapeutico. Sindrome Psicotropa o Narcotinica Oltre all Amanita muscaria, vi sono altre specie in grado di provocare una sindrome a carico del S.N.C., con deliri allucinatori a vario contenuto sostenuti da composti ad azione analoga a LSD. Tali funghi venivano utilizzati nei paesi dell America centrale dagli stregoni per procurarsi visioni nel corso di riti propriziatori. Le specie fungine reperibili nelle nostre zone appartenenti alla famiglia delle Strophariaceae, in particolare ai generi Psilocybe, Panaeolus (pagg.67-68) e Stropharia, contengono tuttavia principi attivi (Psicolocybina) in quantità di gran lunga inferiore rispetto a quelli presenti nelle zone tropicali. Va comunque detto che l assunzione prolungata di questi funghi provoca deficienze funzionali irreversibili a livello cerebrale. Sindrome Gastroenterica Diverse specie fungine sono in grado di provocare una sindrome irritativa a livello gastrointestinale, che si manifesta molto rapidamente (da qualche minuto ad alcune ore dopo l ingestione) con nausea, vomito, forti dolori addominali e diarrea. Questi funghi appartengono a generi e famiglie anche molto diversi tra loro. I più importanti sono: Entoloma lividum, Omphalotus olearius, Tricholoma pardinum, Boletus satanas, Hypholoma fasciculare (pag.55) e Hypholoma sublateritium, Agaricus xanthoderma (pag.38) e specie affini, tutte le Russule dal gusto acre e pepato (pagg ) ed i Lactarius dal latice bianco o giallo, diverse ramarie (manine) e gli Scleroderma (false vescie). I composti in essi contenuti, genericamente chiamati sostanze acro-resinoidi, hanno la caratteristica comune di non essere assorbiti a livello intestinale e di provocare l irritazione della mucosa, con conseguente evacuazione spontanea del materia- VINCIA ROVIGO funghi06 int.in :40:2

19 le tossico. La remissione dei sintomi è spontanea nel giro di una giornata. Conseguentemente all ingestione delle prime tre specie citate, l intossicazione si manifesta in modo particolarmente drastico, con gastroenterite a volte emorragica e con complicazioni renali ed epatiche. Il periodo di incubazione è inoltre più lungo (dalle 3 alle 8 ore). Sindrome Digestiva La sindrome digestiva, molto frequente (causa infatti la maggior parte dei ricoveri ospedalieri per il consumo di funghi) e strettamente correlabile alla precedente è causata dal consumo di specie commestibili cucinate non adeguatamente o consumate in quantità eccessiva. I disturbi possono essere simili a quelli di una forte indigestione. Le specie più diffuse che possono causare questi sintomi sono: Clitocybe nebularis (pag.48), Armillaria mellea (chiodini) e Russula olivacea. Sindrome Paxillica Il Paxillius involutus (pag.68) è un fungo molto comune in campagna, ai margini dei boschi e dei fossati, ed è causa di una sindrome particolare che si manifesta con un meccanismo immunoallergico. Può succedere così che al primo consumo del fungo non compaia nessun fenomeno tossico. Quando poi il consumo si ripete nel tempo, la sensibilizzazione che nel frattempo si è instaurata provoca una sindrome inizialmente simile a quella gastrointestinale, che presto degenera, a causa dell agglutinazione dei globuli rossi, in anemia grave, stato di shock, perdita di conoscenza e collasso, con esito in certi casi letale. Sindrome Coprinica Una sindrome molto particolare e curiosa è dovuta al consumo di Coprinus atramentarius (pag.48). Questa specie contiene una sostanza, simile all antabuse (composto impiegato nella terapia dell alcolismo), che reagisce solo in presenza di sostanze alcoliche assunte contemporaneamente o dopo il consumo del fungo. La coprina inibisce l attività dell enzima acetaldeidedeidrogenasi per cui l alcool, una volta trasformato nel fegato in aldeide-acetica, non si può più ossidare ed accumulandosi nell organismo provoca disturbi cardiaci (tachicardia), vasodilatazione con vampate di calore, visibili sul viso, sul collo e sul torace, e vertigini. Il tutto si risolve nel giro di alcuni giorni (2-5). E necessario tenere sempre presente che i funghi devono essere considerati commestibili solamente dopo una buona cottura. VINCIA ROVIGO funghi06 int.in :40:2

20 Le eccezioni riguardano poche specie, quali i porcini, gli ovoli, i tartufi e gli champignons, che possono essere consumate anche crude, in quantitativi modesti. La parete cellulare dei funghi è infatti ricca di una sostanza, la chitina, simile alla cellulosa delle piante superiori, tale sostanza è di difficile digestione per i bambini, gli anziani, le gestanti ed i convalescenti. Molti funghi inoltre contengono sostanze tossiche che non vengono attivate con il calore numerose amanite, boleti, le morchelle e le elvelle. Esistono anche altre possibilità di intossicazione, legate non tanto ad una tossicità intrinseca dei funghi, ma alla loro conservazione. Funghi consumati quando sono troppo maturi, vecchi, bagnati, ammuffiti, che hanno preso gelate o che sono stati a lungo riposti in sacchetti di plastica (che creano un ambiente asfittico che li fa deperire con facilità) possono provocare disturbi gastroenterici, analogamente a quanto avviene per il consumo di carne guasta. Inoltre l inquinamento ambientale sta rendendo pericolosi anche i funghi da sempre considerati commestibili. Recenti studi hanno dimostrato come specie comunemente consumate (in particolare quelle appartenenti ai generi Agaricus pagg e Leucoagaricus, volgarmente chiamate prataioli, ma più genericamente tutti i saporifiti terricoli) possono diventare pericolose quando crescono in zone vicine a strade di grande comunicazione, a fabbriche, a discariche ed in genere nel verde di città, perché assorbono ed accumulano elementi nocivi (in particolare metalli pesanti, piombo, cadmio, mercurio, tallio) dal sistema ecologico nel quale vivono. Una maggiore attenzione deve essere rivolta anche alla raccolta dei funghi in campagna, specialmente quando questi crescono nelle zone coltivate a frutteto o vigneto dove il numero dei trattamenti chimici per contenere i parassiti, i patogeni e le malerbe è davvero impressionante. VINCIA ROVIGO funghi06 int.in :40:2

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22 Consigli Utili Il bosco è un bene di tutti ed un fattore essenziale all equilibrio ecologico: rispettalo. Nella raccolta dei funghi rispetta le limitazioni imposte dalle Leggi Regionali, esse sono volte alla tutela dell ambiente naturale. Informati anche se vi sono regolamenti locali. Equipaggiati in modo conveniente: cestino in vimini, scarponi alti, pantaloni robusti e bastone per sostenere erba e foglie. Non distruggere senza motivo i funghi sconosciuti, anche quelli velenosi sono essenziali alla vita del bosco. I funghi vanno raccolti con garbo, senza strapparli o tagliarli, il modo migliore è quello di asportarli con una leggera trazione e torsione alla base del gambo, in modo che escano dal terreno tutti interi. Pulisci subito il fungo appena raccolto, restituendo al bosco le parti inutilizzate e liberandolo dal terriccio. E opportuno bollire o cuocere i funghi entro le 24 ore dalla raccolta, l alterazione dei funghi commestibili può causare intossicazioni anche gravi. Non ti fidare dei mezzi empirici per stabilire la commestibilità o meno dei funghi, sono tutti falsi. La conoscenza botanica sicura dei funghi è l unica salvaguardia contro gli avvelenamenti. Se non conosci bene i funghi, se sei anche solo incerto su qualcuno di quelli raccolti, rivolgiti agli ispettori micologici dell Azienda ULSS locale o ad un altro esperto di sicura competenza. In linea di massima diffida dei funghi di piccole dimensioni e di quelli non ancora ben formati, in questa fase anche gli esperti a volte hanno dei dubbi. VINCIA ROVIGO funghi06 int.in :40:2

23 Decalogo per il Consumo Nel riconoscimento e nel consumo dei funghi evitare il pressappochismo, la sicurezza deve essere del 100%, nel dubbio, rinunciare al consumo. Non consumare funghi crudi o poco cotti, se non di provata commestibilità anche da crudi. Considerare i funghi un contorno ed evitare di farne abbuffate, anche se si tratta delle specie più prelibate. Evitare di consumare funghi di piccola taglia, perché di difficile riconoscimento. Inoltre vi sono specie che contengono principi tossici di alta velenosità. Guardarsi in modo assoluto dal consumo di funghi nei quali sia in atto un processo, anche iniziale, di alterazione organica (il 40% delle intossicazioni è di questa origine). Non raccogliere funghi lungo arterie di traffico, parchi, aiuole, giardini (verde di città), in prossimità di impianti industriali e discariche, perché assorbono metalli pesanti. Non consumare insieme ad essi alimenti capaci di accumulare tali metalli (pesce, crostacei, molluschi, ecc...). Evitare di consumare funghi congelati e scongelati ripetutamente. Evitare di tenere congelate grandi quantità di funghi. Il consumo deve essere moderato e limitato nel tempo. La conservazione frigorifera a livello casalingo deve essere di breve durata. Consumare i funghi dopo aver tolto loro la cuticola del cappello e le parti imeniali (lamelle, tubuli). VINCIA ROVIGO funghi06 int.in :40:2

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27 Nome Scientifico Agaricus bitorquis... pag. 35 Agaricus campestris... pag. 35 Agaricus pseudopratensis... pag. 36 Agaricus romagnesii... pag. 36 Agaricus sylvicola... pag. 37 Agaricus vaporarius... pag. 37 Agaricus variegans... pag. 38 Agaricus xanthoderma... pag. 38 Agaricus xanthoderma var. griseus... pag. 39 Agrocybe aegerita... pag. 39 Agrocybe praecox... pag. 40 Amanita fulva... pag. 40 Amanita ovoidea... pag. 41 Amanita pantherina... pag. 41 Amanita phalloides... pag. 42 Amanita solitaria... pag. 42 Amanita vittadini... pag. 43 Armillaria mellea... pag. 43 Armillaria tabescens... pag. 44 Auricularia auricola - judae... pag. 44 Boletus aestivalis... pag. 45 Boletus impolitus... pag. 45 Boletus queletii... pag. 46 Chroogomphus rutilus... pag. 46 Clathrus ruber... pag. 47 Clitocybe decembris... pag. 47 Clitocybe nebularis... pag. 48 Coprinus atramentarius... pag. 48 Coprinus comatus... pag. 49 Coprinus disseminatus... pag. 49 Coprinus truncorum... pag. 50 Entoloma sepium... pag. 50 Flammulina velutipes... pag. 51 Geastrum sessile... pag. 51 Gyroporus castaneus... pag. 52 Helvella fusca... pag. 52 Helvella monachella... pag. 53 Hygrocybe conicoides... pag. 53 Hygrocybe spadicea... pag. 54 Hygrocybe dichrous... pag. 54 Hygrocybe mesotephrus... pag. 55 Hypholoma fasciculare... pag. 55 Inocybe phaeoleuca... pag. 56 VINCIA ROVIGO funghi06 int.in :40:2

28 Inocybe rimosa... pag. 56 Inocybe terrifera... pag. 57 Krombholziella lepida... pag. 57 Laccaria amethystea... pag. 58 Laccaria laccata... pag. 58 Lactarius deliciosus... pag. 59 Lactarius sanguifluus... pag. 59 Lactarius semisanguifluus... pag. 60 Laetiporus sulphureus... pag. 60 Lentinus tigrinus... pag. 61 Lepiota helveola... pag. 61 Lepiota lilacea... pag. 62 Lepista inversa... pag. 62 Lepista nuda... pag. 63 Lepista sordida... pag. 63 Leucoagariucus bresadolae... pag. 64 Lypophyllum loricatum... pag. 64 Macrolepiota procera... pag. 65 Marasmius oreades... pag. 65 Melanoleuca brevipes... pag. 66 Mitrophora semilibera... pag. 66 Morchella esculenta... pag. 67 Panaeolus rickenii... pag. 67 Panaeolus sphinctrinus... pag. 68 Paxillus involutus... pag. 68 Paxillus panuoides... pag. 69 Paxina acetabulum... pag. 69 Pleurotus ostreatus... pag. 70 Polyporus squamosus... pag. 70 Russula fragilis... pag. 71 Russula sanguinea... pag. 71 Russula torulosa... pag. 72 Scleroderma areolatum... pag. 72 Stropharia semiglobata... pag. 73 Suillus bellinii... pag. 73 Suillus collinitus... pag. 74 Tricholoma sulphureum... pag. 74 Tricholomopsis rutilans... pag. 75 Tuber excavatum... pag. 75 Volvariella bombycina... pag. 76 Volvariella gloiocephala... pag. 76 Xerocomus armeniacus... pag. 77 Xerocomus rubellus... pag. 77 VINCIA ROVIGO funghi06 int.in :40:2

29 Nome Volgare Agarico Chiomato (Coprinus comatus)... pag. 49 Agarico Delizioso - Lapacendro Buono Fungo del Sangue (Lactarius deliciosus)... pag. 59 Agarico Nebbioso (Clitocybe nebularis)... pag. 48 Agarico Ostreato - Gelone - Sbrisa (Pleurotus ostreatus)... pag. 70 Agarico Violetto (Lepista nuda)... pag. 63 Agarico Zolfino (Tricholoma sulphureum)... pag. 74 Bubbola Maggiore - Mazza di Tamburo Parasole - Ombrellone (Macrolepiota procera)... pag. 65 Falso Chiodino - Zolfino (Hypholoma fasciculare)... pag. 55 Famigliola Buona - Chiodino (Armillaria mellea)... pag. 43 Farinaccio (Amanita ovoidea)... pag. 41 Foliota Precoce - Foliota Primaticcia (Agrocybe praecox)... pag. 40 Fungo dell Inchiostro (Coprinus atramentarius)... pag. 48 Gambesecche (Marasmius oreades)... pag. 65 Pioppino - Piopparello (Agrocybe aegerita)... pag. 39 Porcino (Boletus aestivalis)... pag. 45 Prataiolo (Agaricus campestris)... pag. 35 Spugnola - Spugnola Gialla (Morchella esculenta)... pag. 67 Stella di Terra (Geastrum sessile)... pag. 51 Tignosa Bigia - Tignosa Rigata Agarico Panterino (Amanita pantherina)... pag. 41 Tignosa Campestre (Amanita solitaria)... pag. 42 Tignosa Verdognola - Tignosa Velenosa (Amanita phalloides)... pag. 42 VINCIA ROVIGO funghi06 int.in :40:2

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31 Legenda Scheda: Per agevolare la consultazione della pubblicazione, anche durante la raccolta dei funghi, sono state studiate delle schede semplificate, con breve descrizione, come da esempio. Icona Fotografia Nome Scientifico Descrizione Agaricus bitorquis (Quèl. Sacc.) Sin. Psalliota bitorquis Quèl. Caratteristiche Morfologiche: Due aspetti fondamentali evidenziano a prima vista il carpoforo: la compattezza della carne, talmente dura da erompere da qualsiasi superficie del terreno, compresi suoli bitumati, ed il doppio anello, residuo del velo generale e parziale che si nota sul gambo. Per il resto il fungo si accomuna a tante altre specie del genere Agaricus. Colore di fondo, in quasi tutte le parti, biancastro con tendenza ad imbrunire, lamelle inizialmente rosa pallido, si colorano poi di bruno tabacco nel vecchio. La carne si ossida all aria, assumendo tonalità rosate. Habitat: Cresce ubiquitario, in particolare ai margini dei piopetti, in presenza di substrato organico. Icone: I simboli associati alle schede dei funghi facilitano l identificazione della tipologia di fungo. Commestibile Ottimo Non Commestibile Tossico Mortale VINCIA ROVIGO funghi06 int.in :40:2

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33 Schede VINCIA ROVIGO funghi06 int.in :40:2

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35 Agaricus bitorquis (Quèl. Sacc.) Sin. Psalliota bitorquis Quèl. Caratteristiche Morfologiche: Due aspetti fondamentali evidenziano a prima vista il carpoforo: la compattezza della carne, talmente dura da erompere da qualsiasi superficie del terreno, compresi suoli bitumati, ed il doppio anello, residuo del velo generale e parziale che si nota sul gambo. Per il resto il fungo si accomuna a tante altre specie del genere Agaricus. Colore di fondo, in quasi tutte le parti, biancastro con tendenza ad imbrunire, lamelle inizialmente rosa pallido, si colorano poi di bruno tabacco nel vecchio. La carne si ossida all aria, assumendo tonalità rosate. Habitat: Cresce ubiquitario, in particolare ai margini dei piopetti, in presenza di substrato organico. Agaricus campestris (Fr.) Sin. Psalliota campestris var. campestris Möller Caratteristiche Morfologiche: Alcuni particolari distintivi del carpoforo tendono a farne una semplice varietà dell A. campestris. Gli esemplari rappresentati si differenziano da quest ultimo per la tendenza della superficie pileica, inizialmente bianco sericea, a tingersi di giallo limone al tocco. Le lamelle vanno dal rosa pallido al bruno tabacco, il gambo è munito di anello supero poco persistente e sfumato in rosa nella parte alta. La carne, spessa, emana un gradevole odore di anice. Habitat: Prati e radure in primavera ed autunno. 35 VINCIA ROVIGO funghi06 int.in :40:3

36 Agaricus pseudopratensis var. pseudopratensis (Bohus) Wass. Caratteristiche Morfologiche: Singolare specie che ad un iniziale ingiallimento della carne alla rottura, particolarmente sul fondo del gambo, sovrappone, dopo qualche minuto, una tipica colorazione rosa rossa. Il cappello è bruno grigiastro e la cuticola tende a dissociarsi in squame concentriche; le lamelle, inizialmente rosate, imbruniscono negli esemplari adulti. Habitat: Terreni prativi e sabbiosi. Agaricus romagnesii Wasser Caratteristiche Morfologiche: Il cappello presenta tonalità di colore da biancastre a grigio bruniccio ed è sempre ricoperto da vistose squamette concolori. Le lamelle sono rosate sino a divenire bruno scuro. Il gambo, biancastro, solitamente presenta sul fondo grossi cordoni miceliari. La carne emana un leggero odore fenico e all aria ingiallisce debolmente. Habitat: Terreni erbosi e ruderali. 36 VINCIA ROVIGO funghi06 int.in :40:3

37 Agaricus sylvicola (Vitt.) Sacc. Caratteristiche Morfologiche: Slanciata specie di agarico, morfologicamente inclusa nel grande raggruppamento Flavescentes; nel gruppo sono incluse molte specie simili fra loro, in particolare, per due aspetti morfologici: l ingiallimento, per sfregamento, della superficie pileica e l odore che richiama quello di mandorla. Le lamelle, a maturità, si colorano di bruno rossastro; il gambo, di norma, è cilindrico e leggermente bulboso. Habitat: Parchi, limiti dei boschi, sotto le conifere e latifoglie. Agaricus vaporarius (Pers.) Capp. Caratteristiche Morfologiche: Cappello inizialmente globoso convesso, infine completamente aperto con superficie ricoperta da squame concentriche, per progressive lacerazioni della cuticola, dai toni bruno chiaro fino ai bruni castagno scuri. Lamelle da rosa sporco, nel giovane, sino al bruno cupo negli esemplari maturi, gambo uniforme e cavo per tutta la lunghezza, munito di anello pendulo (velo parziale) variamente ornamentato e con residui di velo generale. Carne al taglio arrossante debolmente, prima biancastra poi bruno rossastra. Habitat: Parchi e radure dei boschi in autunno. 37 VINCIA ROVIGO funghi06 int.in :40:3

38 Agaricus variegans Möller Caratteristiche Morfologiche: E una delle molte specie del genere Agaricus che manifesta sulla superficie del cappello una cuticola concentricamente squamata, e indissociata al centro, di marcata colorazione brunastra. Il gambo di solito slanciato è munito di un sottile e delicato anello a forma di gonnellino; le lamelle, rosate negli esemplari giovani, si oscurano sino al bruno vinoso nel fungo a completo sviluppo. Habitat: In radure di boschi litoranei. Agaricus xanthoderma Genevier Caratteristiche Morfologiche: A differenza di molte altre specie dl genere Agaricus, indicate genericamente come prataioli dalla maggior parte dei raccoglitori, l entità in esame si individua chiaramente per due dati essenziali: il forte odore di fenolo (inchiostro) che emana anche dopo diverso tempo dalla raccolta e l immediato viraggio al color zafferano che manifesta la carne al taglio o allo sfregamento, soprattutto alla base del gambo. Tipicamente biancastre, tendenti al grigio, le superfici esterne del cappello, del gambo e dell anello; le lamelle invece si colorano di un bel rosa carne. Habitat: La specie è ubiquitaria, e si può trovare in boschi, prati, sentieri erbosi. 38 VINCIA ROVIGO funghi06 int.in :40:3

39 Agaricus xanthoderma (Gen.) var. griseus (Pears.) Bon et Cappelli Caratteristiche Morfologiche: L ingiallimento della carne sul fondo del gambo e l odore di fenolo, caratteristiche peculiari delle specie appartenenti alle xanthodermatei. La sezione riunisce varie specie sia per i caratteri accennati che per le conseguenze di tossicità. Il cappello è di colore bruno grigiastro, le lamelle vanno dal rosa incarnato al rosa sporco bruniccio. Il gambo cilindrico, munito di anello appariscente e complesso, ha base di solito ingrossata. Habitat: Prati erbosi in estate-autunno. Agrocybe aegerita (Brig. Sin.) Sin. Pholiota aegerita Fr. DC Caratteristiche Morfologiche: E il conosciutissimo pioparello, abbondante in quasi tutto il Polesine per la presenza del suo habitat preferenziale: il pioppo (Populus nigra). I toni cromatici del cappello sono molto variabili, dai bruno chiari sino ai bruno intensi. Lamelle da bruno biancastro fino al bruno porpora nei carpofori maturi; gambo e anello solitamente concolori al cappello. La carne biancastra emana gradevole odore dolciastro. Habitat: Oltre al pioppo, predilige moltissime altre latifoglie: salici, frassini, eccetera; vive su piante sia vive che morte, motivo per il quale il fungo è nello stesso tempo parassita e saprofita. 39 VINCIA ROVIGO funghi06 int.in :40:3

40 Agrocybe praecox (Pers. Fr.) Fayod Caratteristiche Morfologiche: Cappello bruno chiaro (per effetto del velo generale) a bruno scuro, liscio,lamelle bruno sporco, gambo slanciato biancastro con vistoso anello brunastro poi evanescente, odore farinoso, terricolo. Habitat: E specie ubiquitaria reperibile ai margini dei boschi e in sentieri erbosi. Amanita fulva (Schaeffer) Sing. Caratteristiche Morfologiche: Il cappello, di colore giallorossiccio-bruno con margine striato, presenta un umbone al centro. Il gambo biancastro, privo di qualsiasi ornamentazione anulare, nonchè la fragilità dell intero carpoforo, sono caratteristiche che contraddistinguono tutto il sottogenere Vaginaria. Habitat: Boschi misti litoranei. 40 VINCIA ROVIGO funghi06 int.in :40:4

41 Amanita ovoidea (Bull. Fr.) Link. Caratteristiche Morfologiche: Vistosa e carnosa specie con il cappello, le lamelle ed il gambo (inguainato alla base da una appariscente e membronosa volva giallastra) di colore biancastri. Presenza di fioccosità lungo il gambo e sulla volva. Habitat: Il fungo cresce sia sotto conifere che latifoglie. Amanita pantherina (De Candolle Fr.) Krombh. Caratteristiche Morfologiche: La superficie del cappello di regola marrone, è ben caratterizzato da numerose decorazioni biancastre (residui del velo generale) e dalla costante presenza di striature al margine. Le lamelle, l anello e la volva (con bordatura regolare) sono bianchi. Habitat: Il fungo è ubiquitario, simbionte di latifoglie e aghifoglie. 41 VINCIA ROVIGO funghi06 int.in :40:4

42 Amanita phalloides (Fr.) Link. Caratteristiche Morfologiche: E un fungo velenoso mortale che non perdona l incauto raccoglitore e consumatore. Morfologicamente viene definito un fungo completo ossia munito di cappello, gambo, anello (velo parziale) e volva (velo generale). Toni verdastri, comunque non uniformi e molto variabili, distinguono il cappello che appare completamente liscio. L imenio lamellare è bianco, come pure l anello e la volva, a forma di calice, dalla quale emerge un gambo cilindrico leggermente ingrossato verso il basso ed ornamentato da zebrature pallido verdastre. Habitat: Il fungo è simbionte in particolare con Quercus ilex (leccio) e Corylus avellana (nocciolo). Amanita solitaria (Bull. Fr.) Kumm. Caratteristiche Morfologiche: E una splendida e voluminosa specie di Amanita dal cappello contornato, da soffici e cremosi residui del velo parziale. Il velo generale, che originariamente avvolge il carpoforo, forma sul cappello delle ornamentazioni verrucose beige sabbia su sfondo biancastro. Sul fondo del gambo la caratteristica volva non è sempre perfettamente distinguibile. Habitat: Lungo i boschi del Polesine, cresce sotto latifoglie miste a conifere. 42 VINCIA ROVIGO funghi06 int.in :40:4

43 Amanita vittadini (Moretti) Vitt. Caratteristiche Morfologiche: Il cappello, prima globoso, poi espanso, da una colorazione biancastra arriva a toni bruno chiaro, più accentuati in esemplari adulti. Presenta inoltre ornamentazioni pileiche costituite da verruche piramidali, imbrunenti al tocco, molto labili. Le lamelle nel fungo fresco presentano una colorazione verde mela acerba, con il filo grossolanamente seghettato. Il gambo è robusto. La carne è bianca verdastra molle nel cappello e con odore piuttosto disgustoso. Habitat: Terricoli, in particolare nelle vicinanze di sostanze organiche animali. Nota: Amanita alquanto rara, ma periodicamente presente nel Polesine, e confondibile con A. codinae (R. Maire) Sing. Armillaria mellea (Vahl. Fr.) Kumm. Caratteristiche Morfologiche: Il cappello, bruno miele coperto da labili scagliette, è inizialmente emisferico, poi espanso ed infine depresso attorno ad un basso umbone. Le lamelle biancastre tendono a divenire bruno rossastro nel fungo maturo. Il gambo è sempre munito di anello. Habitat: La famigliola buona o chiodini, che dir si voglia, è una specie oltremodo parassita (e/o saprofita a seconda che cresca su piante vive o morte), che non fa distinzioni abitative fra conifere o latifoglie. E massicciamente presente in Polesine su ceppaie, tronchi e piante viventi, che inesorabilmente sono destinate a non sopravvivere. 43 VINCIA ROVIGO funghi06 int.in :40:4

44 Armillaria tabescens (Scop.) Emel. Caratteristiche Morfologiche: La specie si distingue da Armillaria mellea per la totale mancanza di anello sul gambo. Habitat: Specie lignicola, autunnale, cresce quasi esclusivamente su piante di latifoglie. Auricularia auricula - judae (L.) Schroet. Caratteristiche Morfologiche: La forma del fungo che ricorda quella di un orecchio (dal latino auricula), è di consistenza gelatinosa, a crescita annuale e ubiquitaria. Habitat: Sporge da ramoscelli vivi o degradati di diverse essenze vegetali. 44 VINCIA ROVIGO funghi06 int.in :40:4

45 Boletus aestivalis (Paul.) Fr. Sin. Boletus reticulatus Schaeff. Caratteristiche Morfologiche: Fungo di taglia robusta con cappello inizialmente convesso poi disteso, con cuticola liscia bruno nocciola. Imenio a tubuli con pori lungamente biancastri, giallo verdastri a maturità del carpoforo. Il gambo, da panciuto a fusiforme, brunastro, è ricoperto da un caratteristico reticolo beige chiaro. La carne è soda, bianca e di buon sapore. Habitat: Il fungo cresce gregario, non di rado a gruppi, in terreni caldo temperati sotto conifere e latifoglie. Nota: B. aestivalis, con le affini specie Boletus edulis, aereus e pinophilus, è riconosciuto con il nome volgare di Porcino. Boletus impolitus Fr. Caratteristiche Morfologiche: Specie appartenente alle boletaceae con cappello ocra, bruno, giallo scuro, con carne giallo pallido, tubuli e pori, da giallo oro sino a verdastri, che non mutano colore al taglio o alla pressione. Il gambo slanciato e robusto appare a volte curiosamente flessuoso. Habitat: Gli esemplari riprodotti, si trovano lungo la fascia costiera polesana, per il clima temperato, in bosco di latifoglie. 45 VINCIA ROVIGO funghi06 int.in :40:5

46 Boletus queletii var. queletii Schulz Caratteristiche Morfologiche: Il carpoforo possiede cappello di colore arancione, giallo-cromo, ocraceo. L imenoforo ha tubuli staccabili dalla sottostante carne del cappello. Il gambo è privo di reticolo. La carne subisce, al taglio un vistoso viraggio ai toni bluastri e rossicci verso la base del gambo. Habitat: Simbionte di conifere e latifoglie. Chroogomphus rutilus (Schaeff. Fr.) Miller Sin. Gomphidius viscidus Caratteristiche Morfologiche: Due generi caratterizzano la famiglia Gomphidiaceae: al primo genere appartengo specie con cappello mucillaginoso, mentre al secondo appartengono specie con cappello asciutto. In comune hanno le lamelle spaziate, un tantino decorrenti, annerenti negli esemplari completamente sviluppati. C. rutilus è una specie robusta e carnosa con superficie pileica rame rossiccio. Habitat: Si trova nelle pinete dei litorali. 46 VINCIA ROVIGO funghi06 int.in :40:5

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