Gli atteggiamenti sociali

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1 Che cosa sono gli atteggiamenti? Thomas e Znaniecky (1918) furono i primi autore a parlare di atteggiamento: Gli atteggiamenti sociali è un processo di conoscenza sociale che determina le risposte sia attuali sia potenziali di ogni individuo al mondo sociale Quindi: Stato motivazionale che causa il comportamento: es. la fame è un atteggiamento che determina il comportamento della ricerca di cibo Definizione innovativa per l epoca: infatti si negava che uno stato psicologico potesse originare il comportamento Limiti: Aspecificità e genericità della definizione 1 2 Che cosa sono gli atteggiamenti? un atteggiamento è una tendenza psicologica (non direttamente osservabile) che viene espressa valutando una particolare entità con un qualche grado di favore e sfavore È uno stato interno della persona che ha una certa durata, ma non è necessariamente uno stato molto prolungato o una tendenza permanente oggetti dell att. : concreti (il telefonino ) astratti (es. il femminismo) Oggetti specifici (il nokia N95) classi di oggetti (i cellulari nokia) Specifiche attività (giocare a tennis) Classi d attività (fare sport) Gli psicologi sociali si sono occupati prevalentemente di atteggiamenti nei confronti di : politiche sociali (leggi sull immigrazione e l integrazione razziale) e ideologie (liberalismo, comunismo) atteggiamenti sociali o politici gruppi o minoranze etniche (afro-americani, marocchini) pregiudizi scopi e fini astratti (uguaglianza, libertà ) valori ciò che le persone hanno di sè autostima Per avere un atteggiamento nei confronti di un determinato oggetto è necessario che una persona entri in contatto direttamente o indirettamente con tale oggetto ed esprima una valutazione (cognitiva e/o affettiva e/o comportamentale) nei suoi confronti che può essere nascosta o manifesta, implicita od esplicita, automatica o intenzionale 3 4 Anni 20-30, si ipotizza una relazione causale tra atteggiamenti e comportamenti: Atteggiamenti come antecedenti dei comportamenti. La definizione di atteggiamento è stata oggetto di lunghe controversie. Tra le più chiare e semplici spicca quella di Eagly e Chaiken (1993) Definizioni di atteggiamenti spesso non concordanti: oltre 500 definizioni operative di atteggiamento. Esempi: una tendenza ad agire verso o contro elementi dell ambiente. stato mentale neurologico di prontezza, organizzata attraverso l esperienza, che esercita un influenza direttiva o dinamica sulla risposta dell individuo nei confronti di ogni oggetto o situazione con cui entra in contatto Allport (1935). una sindrome di risposte coerenti riferite ad oggetti sociali. 5 L atteggiamento indica un orientamento nei confronti dell oggetto - sia esso un comportamento, un evento o una persona - secondo l asse piacere/dispiacere, rispecchia un insieme di affetti e cognizioni e attiva una tendenza a esprimersi o ad agire pro o contro. 6 1

2 Determinata da tre diverse tipologie di informazioni: MODELLO TRIPARTITO (Rosemberg, Hovland, 1960; Eagly e Chaiken 1993) In ogni atteggiamento sono riconoscibili delle: Che eliciteranno conoscenze affetti comportamenti risposte cognitive risposte affettive risposte comportamentali COMPONENTI COGNITIVE: conoscenze e credenze sull oggetto so cos è la pena di morte, dove si pratica, come COMPONENTI AFFETTIVE (VAUTATIVE): reazioni emotive associate alla tale oggetto riflettono i vari moti di attrazione e repulsione nei suoi confronti Approvo, disapprovo, sento rabbia, sono indignato. COMPONENTI COMPORTAMENTALI: tendenze all azione e intenzioni comportamentali nei confronti dell oggetto Mi impegno pro o contro, organizzo petizioni, compro libri per informami, navigo su internet per.. 7 ATTEGGIAMENTO NEI CONFRONTI DELLA PENA DI MORTE 8 Due aree di studio La relazione tra atteggiamento e comportamento La comunicazione persuasiva La relazione tra atteggiamento e comportamento Fino a che punto gli atteggiamenti sono uno strumento utile per predire il comportamento? Questi studi indagano sulla risposta a questa domanda È possibile modificare gli atteggiamenti? Se sì, come? Su questi quesiti si sono concentrati gli studi sulla persuasione 9 10 Da un punto di vista empirico, è evidente che gli atteggiamenti sociali NON sono DIRETTAMENTE OSSERVABILI. Quindi? E necessario INFERIRE gli atteggiamenti dalle risposte manifeste (INDICATORI di costrutti) delle persone: discorsi, comportamenti, reazioni fisiologiche x.es. fumo di sigaretta: Credenze: nuoce alla salute, rilassa, inquina, riduce l ansia, dà cattivo odore, è costoso Reazioni emotive: è piacevole, è fastidioso, è disgustoso Intenzioni comportamentali: accendere una sigaretta, offrirla, buttarla via, spegnerla, avere intenzione di comprare un pacchetto, avere intenzione di smettere 11 Le tre classi di risposte sono tutte ugualmente valutative (valenza=positiva/negativa), cioè capaci di esprimere la DIREZIONE favorevole o contraria - dell atteggiamento e la sua INTENSITA. 12 2

3 aiuta a superare la noia - il fumo passivo danneggia gli altri Atteggiamenti nei confronti del fumo - dà cattivo odore Riduce l ansia Fumare sigarette facilita lo studio e il lavoro Agli amici piace fumare - è costoso focus degli studi diventa quindi la relazione tra atteggiamento e comportamento: 1.Forte :l atteggiamento è causa del comportamento 2.Debole: vi è una correlazione tra atteggiamento e comportamento - Problema : bassa correlazione Comportamento specifico= può essere influenzato da molti altri fattori situazionali Atteggiamento generale = può dare luogo a molteplici comportamenti - è dannoso per la salute elaborare un indice di atteggiamento da correlare con la misura generale di atteggiamento (osservare il comportamento nei confronti dei cinesi con caratteristiche diverse, in diversi contesti, incontrati per differenti ragioni ) serie di affermazioni volte a rappresentare le diverse reazioni affettive e credenze nei confronti dell oggetto incrementare al massimo la compatibilità fra le misure di atteggiamento e quelle di comportamento (con misure che abbiano un elevato livello di specificità) Misurare l atteggiamento verso un comportamento specifico e non verso un oggetto generale 15 La relazione tra atteggiamento e comportamento Generalmente, ciò che pensiamo e proviamo influenza il nostro modo di agire. In realtà questo legame tra atteggiamenti e comportamento non è così semplice e lineare. Il CONTESTO SOCIALE influenza questa relazione tanto da portare l individuo ad agire non coerentemente con i propri atteggiamenti. ESEMPIO L avere un orientamento sfavorevole all uso dell auto privata negli spostamenti urbani e un atteggiamento positivo verso i mezzi pubblici non è garanzia del fatto che domattina l auto resterà a casa. 16 La relazione tra atteggiamento e comportamento Prima ricerca sugli atteggiamenti: La Piere (1934) Viaggio in America in compagnia di una coppia di cinesi. In quegli anni esisteva un diffuso pregiudizio verso i cinesi; nonostante ciò: Casi rari di discriminazione da parte di albergatori e ristoratori Sei mesi più tardi La Piere mandò un questionario agli stessi albergatori e ristoratori: Ottenne risposte molto negative nei confronti dei cinesi Non è sempre possibile prevedere i comportamenti dagli atteggiamenti Alcuni autori arrivarono a proporre l abbandono dello studio degli atteggiamenti Altri autori hanno cercato di rilevare le lacune metodologiche nelle ricerche sul rapporto tra atteggiamenti e comportamenti 17 Negli anni settanta ci fu un calo di interesse nei confronti degli atteggiamenti per la difficoltà a individuare una relazione stabile con il comportamento. In realtà la questione è mal posta Anziché chiederci se gli atteggiamenti sono buoni predittori del comportamento, dobbiamo analizzare in quali casi esiste un alta correlazione tra i due e cosa modifica il valore di tale correlazione 18 3

4 Fishbein e Azjen (1974) fanno notare come ci sia di solito una differenza nel livello di generalità/specificità tra le misure di atteggiamento e comportamento COMPORTAMENTO molto specifico (ad esempio, la frequenza alla messa domenicale) ATTEGGIAMENTO molto generale (ad esempio, l atteggiamento generale verso la religione) Si potrebbe mai prevedere la presenza assidua alla messa domenicale solamente da un atteggiamento generale positivo verso la religione? Quindi più l atteggiamento è specifico, più sarà capace di predire il comportamento a cui è legato. ESPERIMENTO Davidson e Jaccard (1979), in una ricerca fatta sull uso della pillola anticoncezionale, rilevarono in un campione di donne atteggiamenti generali (atteggiamento verso il controllo delle nascite) e atteggiamenti specifici (atteggiamento verso l uso della pillola per un periodo limitato di tempo). Dopo due anni ricontattarono le stesse donne per sapere se avessero fatto uso della pillola nel tempo intercorso. Come previsto, l atteggiamento specifico, al contrario di quello generale, fu un buon predittore del comportamento Negli studi sugli atteggiamenti, per ottenere da questi previsioni attendibili sul comportamento, si deve anche tenere conto di due diverse modalità di azione: 1) quando il comportamento, influenzato dagli atteggiamenti, è pianificato e volontario 2) quando il comportamento, influenzato dagli atteggiamenti, è automatico e spontaneo Intenzioni e comportamento Se si assume che le persone hanno consapevolezza di ciò che fanno e del motivo per cui lo fanno, per poter anticipare le loro azioni bisogna partire dalle affermazioni, dato che sono un espressione di quelle valutazioni che pesano sulle decisioni in merito all azione da intraprendere. Ma non sempre vi è una corrispondenza tra credenze e comportamenti Quali sono allora le dichiarazioni che possono essere ritenute predittori validi di un comportamento? Le dichiarazioni di intenzioni comportamentali Teoria dell azione ragionata Questa teoria è stata formulata da Fishbein e Azjen (1975) ed è la teoria più influente a oggi elaborata per spiegare come gli atteggiamenti possono guidare il comportamento attraverso una ponderata valutazione delle intenzioni (ciò che ci si propone di fare è la determinante principale di ciò che si fa)

5 TEORIA DELL AZIONE RAGIONATA (Fishbein e Ajzen, 1975) TEORIA DELL AZIONE RAGIONATA (Fishbein e Ajzen, 1975) Credenze comportamentali Atteggiamento Credenze sulle conseguenze del comportamento Valutazione delle conseguenze Credenze su quello che pensano gli altri significativi Motivazioni a compiacere tali aspettative Credenze normative Norma soggettiva Intenzione Comportamento Atteggiamento verso il comportamento Intenzione comportamentale Norme soggettive 25 Comportamento 26 La teoria dell azione ragionata è stata applicata con risultati positivi in diversi contesti. Per riuscire a prevedere anche comportamenti il cui esito non è del tutto sotto il controllo volitivo, Azjen [1988; 1991] ha esteso il precedente modello nella TEORIA DELL AZIONE RAGIONATA (linee continue) e successive estensioni (linee tratteggiate) Credenze comportamentali atteggiamento Credenze normative Norma soggettiva È identica alla teoria precedentemente formulata, tranne per il fatto che è stato introdotto il controllo comportamentale percepito, definito come la credenza di una persona di quanto facile o difficile è probabile che l esecuzione del comportamento si riveli (molto simile al concetto di autoefficacia di Bandura [1977]) Credenze sul controllo Senso di controllo Comportamento passato Intenzione comportamento Questa teoria ha una vasta applicazione (salute, consumi) e attualmente è il modello più applicato nello studio e nella previsione del comportamento Modello MODE (Motivation and Opportunity as Determinants) Fazio [1986; 1990; 1995] postula l esistenza di due percorsi differenti che collegano l atteggiamento al comportamento Modalità di elaborazione volontaria Modalità di elaborazione spontanea 29 Riflette sui costi e i benefici di un determinato comportamento cosìcché può consapevolmente riflettere su qual è il proprio atteggiamento verso quella particolare azione Gli atteggiamenti possono guidare il comportamento senza che l individuo consideri gli atteggiamenti relativi e senza che abbia consapevolezza di come questi stiano influenzando il comportamento 30 5

6 Modalità di elaborazione volontaria Percorso caratterizzato da un considerevole sforzo cognitivo, che implica l analisi delle informazioni disponibili e l accurato esame di costi e benefici. I modelli esplicativi più adatti a spiegare questo processo sono, secondo Fazio, quello dell azione ragionata [1980] e del comportamento pianificato [1991] di Ajzen e Fishbein Condizioni fondamentali MOTIVAZIONE OPPORTUNITÀ Tra queste, Fazio presta particolare attenzione al timore dell errore, indicando con ciò la motivazione sia a non fare scelte che portino a conclusioni inesatte, sia a evitare di essere mal giudicato per la scelta fatta Tempo e quantità di risorse disponibili per l elaborazione Modalità di elaborazione spontanea In questo percorso la variabile cruciale è l accessibilità dell atteggiamento: più un atteggiamento sarà accessibile, più sarà capace di predire il comportamento spontaneo Secondo Fazio l accessibilità può essere definita come la forza di un associazione tra un oggetto e la valutazione di esso. Più l associazione oggettovalutazione è forte, più l atteggiamento può essere richiamato facilmente e velocemente dalla memoria Fazio e Williams [1986] condussero una serie di interviste per indagare l atteggiamento dei soggetti verso due candidati alle elezioni americane, registrando: tipo di risposta tempo trascorso per rispondere (minor tempo di risposta= maggiore accessibilità) Dopo le elezioni i soggetti, nuovamente contattati, riferirono a quale candidato avevano dato il proprio voto (comportamento). Risultati: miglior predittore del comportamento elettorale risultò essere la velocità di emissione del giudizio: i soggetti che avevano risposto velocemente non avevano cambiato idea al momento del voto. 35 Il cambiamento di atteggiamento La persuasione è il processo con cui intenzionalmente le persone inducono gli altri a modificare il proprio atteggiamento 36 6

7 Modelli di elaborazione cognitiva I primi sviluppi teorici sono stati caratterizzati da concezioni che vedevano il cambiamento di atteggiamento come il risultato di un attività cognitiva di elaborazione delle informazioni, sottolineando il ruolo dei processi controllati Hovland e la Scuola di Yale Per primi intrapresero lo studio sistematico degli elementi che rendono una comunicazione persuasiva efficace, mettendo in luce tre fattori: chi dice cosa a chi Per loro l impatto della comunicazione persuasiva può essere afferrato esaminando 37 LE CARATTERISTICHE DELLA FONTE LA NATURA DEL MESSAGGIO LE CARATTERISTICHE DI CHI RICEVE IL MESSAGGIO 38 Tra gli approcci sistematici allo studio della persuasione è necessario menzionare Mc Guire [1968; 1972] con il paradigma dell elaborazione dell informazione Greenwald [1968] con il modello della risposta cognitiva Il paradigma dell elaborazione dell informazione di Mc Guire [1968;1972] In questo modello la persuasione viene descritta come processo cognitivo costituito da 6 fasi ordinate in modo sequenziale Esposizione al messaggio Attenzione al messaggio Comprensione dei contenuti del messaggio Accettazione dei contenuti Ritenzione del nuovo atteggiamento Traduzione del nuovo atteggiamento in comportamento Il modello trascura quindi le variabili motivazionali a favore di quelle cognitive Il modello della risposta cognitiva di Greenwald [1968] In aggiunta alle teorizzazioni precedenti, l assunto di partenza è che colui che ascolta una comunicazione persuasiva partecipa attivamente a tale processo di persuasione e che i suoi atteggiamenti sono una funzione dei pensieri, delle inferenze e delle credenze che egli sviluppa riguardo all oggetto dell atteggiamento quando viene esposto alla comunicazione Modelli duali Le teorie più recenti dei processi di persuasione raccolgono l idea che il cambiamento di atteggiamento avvenga attraverso l elaborazione dei contenuti del messaggio e la integrano postulando l esistenza di forme di persuasione in cui gli individui si pongono in maniera sostanzialmente passiva di fronte alla comunicazione I modelli più importanti sono: ELM di Petty e Cacioppo [1981; 1986a; 1986b] HSM di Chaiken [1980; 1987]

8 Il modello di probabilità di elaborazione di Petty e Cacioppo Sostiene che il cambiamento dell atteggiamento possa avvenire attraverso due percorsi distinti e separati (Petty, Cacioppo e Goldman 1981) PERCORSO CENTRALE Prevede che le persone prestino attenzione alla comunicazione persuasiva e si impegnino in un elaborazione accurata dei contenuti del messaggio PERCORSO PERIFERICO L influenza di un messaggio persuasivo può manifestarsi anche se non accompagnata dall elaborazione dei contenuti del messaggio. Avviene quando nel soggetto ci sono bassi livelli di motivazione o di abilità cognitiva 43 a) Percorso centrale: elaborazione attenta delle argomentazioni e delle informazioni richiede risorse cognitive: focalizzazione dell attenzione comprensione delle argomentazioni confronto e integrazione fra informazioni e credenze possedute b) Percorso periferico: basato su elementi che non hanno a che fare con le argomentazioni ma sul modo in cui vengono presentate e su elementi del contesto (attrattività della fonte, musica, colori vivaci) 44 Quali caratteristiche della comunicazione persuasiva sono rilevanti nei due percorsi? PERCORSO CENTRALE In questo percorso sostenuto da alti livelli motivazionali e buone capacità elaborative assume grande importanza la qualità del messaggio Ad esempio: la proposta di un aumento delle tasse universitarie per dotare di un autista ogni docente non sarebbe molto persuasiva per gli studenti universitari PERCORSO PERIFERICO In questo percorso, invece, acquistano grande rilevanza le caratteristiche della fonte (chi emette il messaggio) come, ad esempio: la sua piacevolezza la sua autorevolezza Soggetto motivato e capace di elaborare le informazioni: atteggiamento finale come esito del processo centrale. Soggetto non motivato e/o non in grado di elaborare le informazioni: atteggiamento finale come esito del processo periferico Sempre riguardo le caratteristiche della fonte rilevanti nella comunicazione persuasiva, Boca, Bocchiaro, Scaffidi Abbate hanno riscontrato che, in determinate circostanze, può apparire particolarmente credibile un comunicatore che veicola informazioni congruenti con le credenze, opinioni, aspettative di chi riceve il messaggio. In particolare, hanno trovato che una comunicazione persuasiva che presenta una località turistica tramite immagini stereotipiche risulta più credibile di una che presenta la stessa località con uso di informazioni neutrali o controstereotipiche Le due immagini sulla sinistra risulterebbero quindi più convincenti per l acquisto di un pacchetto-viaggio rispetto alle due foto sulla destra Il cambiamento di atteggiamento che deriva dal processo centrale: è più persistente nel tempo, più predittivo del comportamento e più resistente alla contropersuasione rispetto a quello del processo periferico

9 Il modello euristico-sistematico di Chaiken [1980; 1987] Anche questo modello postula l esistenza di due percorsi per il cambiamento di atteggiamento: Qual è la sostanziale differenza tra i due modelli? PERCORSO SISTEMATICO Molto simile al percorso centrale di Petty e Cacioppo PERCORSO EURISTICO Più ristretta rispetto al percorso periferico di Petty e Cacioppo e circoscritta all uso di euristiche (strutture di conoscenze apprese, dette anche scorciatoie cognitive ) L ELM ipotizza che i due percorsi siano distinti e separati, mentre l HSM teorizza la loro coesistenza e interazione Gli effetti dell umore Quattro spiegazioni teoriche per questi risultati I risultati delle ricerche condotte in questo campo hanno dato risultati concordanti: l umore non ha effetto diretto sulla persuasione, ma influenza il tipo di elaborazione BUON UMORE UMORE NEUTRO Riduce l elaborazione approfondita e spinge verso il percorso periferico Spinge verso l elaborazione sistematica IPOTESI DELLA CAPACITÀ COGNITIVA IPOTESI MOTIVAZIONALE TEORIA DEL MANTENIMENTO DELL UMORE IPOTESI DELLA CONTINGENZA EDONISTICA L umore ha l effetto di distrarre l attenzione dal messaggio L umore influenza la motivazione all elaborazione Chi ha un buon umore non elabora sistematicamente per paura di cambiare la condizione favorevole in cui si trova In aggiunta alla terza teoria aggiunge che l individuo tende a elaborare i contenuti che possono migliorare l umore E la paura che effetto ha? Aumenta la motivazione ad elaborare sistematicamente, a meno che Non sia ESAGERATA! In questo caso il soggetto tenderà a sminuire il messaggio (evitamento difensivo) Quel che faccio e quel che penso: gli effetti del comportamento sull atteggiamento Questo filone di indagine parte dagli studi sul Role Playing. I risultati di queste ricerche dimostrarono che è sufficiente interpretare un ruolo per modificare un atteggiamento I modelli che hanno avuto maggiore peso nella psicologia sociale sono: TEORIA DELLA DISSONANZA COGNITIVA [Festinger 1957; trad.it.1973] TEORIA DELL AUTOPERCEZIONE [Bem 1972]

10 L equilibrio cognitivo L equilibrio cognitivo Heider, l autore, afferma che le diverse componenti degli atteggiamenti e il rapporto tra queste e il comportamento necessitano di equilibri e consonanza. Ipotizza che le persone si rappresentano le situazioni sociali grazie a strutture triadiche nelle quali le componenti sono unite tra loro da relazioni di sentimenti e unità. Meccanismi di valutazione che si Legami tra persone e tra persone ed determinano quando gli individui entità fondati sulla somiglianza, colgono relazioni d amore, di causalità o dipendenza causale simpatia, di stima Equilibrio: esiste dove sentimenti e unità percepite convivono senza conflitto 55 la teoria considera elementi e relazioni fra elementi * Gli elementi possono essere oggetti di atteggiamento ( un modello di automobile, la libertà sessuale, un partito politico) o persone * Le relazioni possono essere di due tipi: Relazioni valutative Relazioni d unione Positive o negative Utilizzando questa terminologia Heider intende descrivere il modo in cui le persone si rappresentano le relazioni fra atteggiamenti diversi 56 L equilibrio cognitivo (esempio) Luca (Person) Sofia (Other) il calcio (X) punto di vista di Luca che si rappresenta il proprio atteggiamento verso il calcio, quello verso la sua ragazza, e l atteggiamento che lui ritiene che la ragazza abbia verso il calcio Secondo la teoria dell equilibrio Luca si rappresenta la situazione nei termini di una struttura a tre elementi e tre legami (triade) L equilibrio cognitivo (esempio) la triade si dice equilibrata quando : a. Tutte le relazioni sono positive (a Luca piace il calcio, a Luca piace Sofia, a Sofia piace il calcio) b. Due relazioni sono negative e una è positiva la triade non è equilibrata quando : a. Tutte le relazioni sono negative (a Luca non piace il calcio, a Luca non piace Sofia, a Sofia non piace il calcio) b. Due relazioni sono positive e una è negativa L equilibrio cognitivo (esempio) L equilibrio cognitivo (esempio) P P P - - O X O X O X - - P P - O X O - X STRUTTURE IN EQUILIBRIO STRUTTURE NON IN EQUILIBRIO

11 3 3 Le strutture in equilibrio sono più stabili mentre quelle non equilibrate creano disagio e tendono al cambiamento Per passare da una situazione di squilibrio ad una situazione di equilibrio le persone possono cercare di modificare ciascuna delle triadi presenti nella relazione: Atteggiamento di P verso X Atteggiamento di O verso X Atteggiamento di P verso O Naturalmente la persona modifica la relazione che ritiene più facilmente modificabile nella specifica situazione La teoria della dissonanza cognitiva Festinger afferma che l individuo cerca sempre di mantenere l equilibrio tra le proprie cognizioni (atteggiamenti, pensieri, cognizioni). Le incoerenze portano a riorganizzazioni cognitive DISSONANZA COGNITIVA: è un attivazione fisiologica che l individuo percepisce in seguito a discrepanze tra le componenti cognitive. Di solito quando si presentano incoerenze tra comportamenti e atteggiamenti si tende a modificare questi ultimi La teoria della dissonanza cognitiva L effetto di acquiescenza indotta è un effetto della dissonanza cognitiva: generalmente si causa un maggiore cambiamento di atteggiamento con incentivi più bassi, rispetto a quelli alti Esempio: se un ricercatore ti chiedesse di mentire ai tuoi colleghi, proponendo un libro noioso come molto interessante e ti ricompensasse con 100 euro, probabilmente la tua dissonanza tra ciò che pensi e ciò che dici troverebbe giustificazione nella ricompensa monetaria. Se, invece, ti desse solo 1 euro, forse alla fine anche tu riterresti il libro interessante Dissonanza cognitiva (Festinger, 1957) Processo di natura motivazionale Deriva dal bisogno di mantenere coerenza tra le proprie cognizioni (credenze e valori) e/o comportamenti Esempio: - credo che mettere il casco sia utile - a volte non indosso il casco Strategie per ristabilire l equilibrio: Modificazione dell elemento dissonante meno resistente al cambiamento Esempio: il cambiamento del comportamento il soggetto modifica il comportamento e utilizza sempre il casco Cognizione Comportamento Dissonanza Disagio Desiderio di riportare l equilibrio Cambiamento della credenza relativa all utilità del casco attraverso la percezione selettiva delle informazioni Esempio: il cambiamento di atteggiamento il soggetto ricorda le informazioni che criticano l utilità del casco

12 Esperimento di Festinger e Carlsmith (1959) 20 $ per una menzogna I soggetti partecipavano a un esperimento molto noioso In seguito dovevano riferire ad altri soggetti che il compito era molto interessante I soggetti venivano pagati: o 20 dollari o 1 dollaro (var. indipendente) I soggetti dovevano valutare il compito attraverso un questionario (var. dipendente) Risultati I soggetti che hanno ricevuto 20 dollari: Menzogna (crea dissonanza) giustificata dalla ricompensa. Il compito è sempre considerato noioso I soggetti che hanno ricevuto 1 dollaro: Denaro non sufficiente per giustificare la menzogna (dissonanza). Riduzione della dissonanza valutando più positivamente il compito I soggetti devono sentirsi liberi: altrimenti attribuzione causale esterna Autopercezione e cambiamento di atteggiamento Per evitare la dissonanza è possibile: selezionare le informazioni, in modo da raccogliere quelle che confermino i nostri atteggiamenti davanti a un informazione ambigua interpretarla in modo coerente con le nostre opinioni Autopercezione di Bem [1965; 1972] L autore afferma che le persone in determinate circostanze giungono a inferire i propri stati interni, e quindi anche i propri atteggiamenti, dai propri comportamenti Ad esempio, se mangio parecchi gelati, penserò di adorare questo cibo

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