Consiglio Comunale Documento del Sindaco del Piano degli. 5) Gli obbiettivi strategici del P.A.T. approvato

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1 Consiglio Comunale Documento del Sindaco del Piano degli Interventi 1) Una premessa 2) La trasparenza 3) La qualità 4) La filosofia dei contenuti 5) Gli obbiettivi strategici del P.A.T. approvato 6) Necessità di flessibilità e di tempi certi 7) I contenuti operativi del Piano degli Interventi 8) La partecipazione dei privati 9) Il percorso di formazione del Piano degli Interventi (P.I.) 10) L individuazione dei criteri prioritari di attuazione del P.A.T.: A Tutela dell occupazione e delle attività produttive in essere B) La residenzialità C) Il territorio agricolo e la zootecnia D) Le questioni attinenti al Centro Storico E) Il sistema dei servizi, del verde e della viabilità 11) L attuazione dei piani degli interventi 12) Conclusioni 1

2 1) Una Premessa La legge Regionale 23 Aprile 2004, n. 11, da ora in poi nominata come L.R. 11/04, reca Norme per il governo del territorio ed articola il Piano Regolatore Comunale in due fasi: una prima contenente le disposizioni strutturali del Piano, contenute nel Piano di Assetto del Territorio (P.A.T.) ed un seconda contenente le disposizioni operative espresse dal Piano degli interventi (P.I.). L approvazione del P.A.T. di Badia Polesine è stata ratificata dalla Regione del Veneto con D.G.R. n. 927 in data 18 Giugno 2013, è stata pubblicata sul B.U.R. n. 55 in data 02 Luglio 2013: Il PAT è divenuto efficace il e cioè quindici giorni dopo la sua pubblicazione. Allo stato attuale il Piano Regolatore Generale preesistente riveste, come specificato dalla L.R. 11/04 al comma 5 dell Art. 48, valore ed efficacia di P.I. per le sole parti compatibili con il P.A.T.. Risulta perciò importante pervenire in tempi rapidi alla approvazione del primo effettivo Piano degli Interventi in quanto: - il P.R.G. vigente presenta limiti operativi evidenti essendo stato concepito e strutturato secondo schemi, regole generali e riferimenti normativi oggi superati. Ad esempio tutti i vincoli in esso contenuti sono ormai da tempo decaduti e rimane inoltre privo di una adeguata componente programmatoria coordinata alla valutazione delle disponibilità economiche di spesa ed ad una qualsiasi relazione con gli strumenti e con le normative di settore. - gli obbiettivi strategici o di tutela contenuti nel P.A.T. potranno trovare dimensione operativa solamente all interno del P.I. Il Piano degli Interventi (P.I.) infatti è lo strumento urbanistico che, in coerenza e in attuazione del P.A.T., individua e disciplina gli interventi di tutela e valorizzazione, di organizzazione di trasformazione del territorio, programmando in modo contestuale la realizzazione di tali interventi, il loro completamento, i servizi connessi e le relative infrastrutture per la mobilità Art. 12 L.R. 11/04). La legge urbanistica regionale introduce l obbligo da parte dell Ente Locale, nel momento in cui intraprende la redazione di un nuovo P.I., di produrre un Documento del Sindaco, che fissi gli obbiettivi della nuova pianificazione. 2

3 Il Documento del Sindaco viene così ad assumere una duplice funzione: esporre e, di conseguenza, far partecipare l intera popolazione alle linee della programmazione comunale in campo urbanistico e nel contempo sottolineare la assoluta autonomia del Comune nella individuazione delle differenti priorità e della più complessiva gestione del proprio territorio, così come individuata nel P.A.T.. Il Documento del Sindaco, che viene presentato al Consiglio Comunale per essere discusso, costituisce il punto di partenza per la redazione del Piano degli Interventi ed è finalizzato a consentire la partecipazione ai cittadini, agli enti pubblici, alle associazioni economiche e sociali ed ai portatori di interessi in genere affinché le scelte che verranno operate nel P.I. siano definite secondo principi di sussidiarietà e di trasparenza. 2) La trasparenza In coerenza con le indicazioni della legge (Art. 18, comma 2 L.R. 11/04), nella formazione del Piano sarà adottato un processo di elaborazione aperto alla partecipazione ed all approfondimento delle esigenze della comunità locale. Saranno programmate occasioni di confronto fra le scelte politiche e tecniche del Piano e le esigenze locali, anche al fine di individuare le priorità sulle azioni da intraprendere. In particolare gli obbiettivi enunciati nel presente Documento programmatico divengono punto di partenza del concreto rapporto di interazione tra l Amministrazione e la Cittadinanza, nella costruzione e gestione della fase di consultazione e partecipazione ed il conseguente sviluppo del progetto sul territorio. 3) La qualità Puntando alla valorizzazione della complessità ambientale del territorio, nella direzione dello sviluppo sostenibile nonché della tutela e valorizzazione dei Beni Storici, Culturali, Ambientali e Testimoniali, il Piano si propone di individuare processi di complessiva riqualificazione della qualità della vita proponendo una migliore qualità degli insediamenti. Obbiettivi, questi, da realizzare intervenendo anche nella ricerca di una migliore qualità progettuale e di innovazione. In tal modo il P.I. affronterà le questioni urbanistiche facendo corrispondere agli inevitabili incrementi di impegno sul suolo attuati per fasi successive, un complessivo innalzamento della qualità complessiva 3

4 dell azione, ed in tale operazione sarà sorretto anche dalle analisi e valutazioni specialistiche che ad esso verranno ad accompagnarsi, quali le differenti V.Inc.A ed i differenti Studi di Compatibilità Idraulica. 4) La filosofia dei contenuti I nuovi Piani degli Interventi dovranno contenere un mix di pianificazione, progettazione e governance. Dovrà quindi essere un Piano regolativo per l esistente, dovrà contenere opportuni programmi negoziali per le trasformazioni, dovrà avere i contenuti di un piano ambientale per la costruzione della rete ecologica. E tenuto a quantificare le risorse finanziarie occorrenti per la realizzazione delle opere pubbliche che andrà ad individuare come necessarie, stabilendo i criteri e le modalità per provvedere alla loro realizzazione nell arco temporale di validità del Piano stesso (max. 5 anni: Art 18, comma 7 L.R. 11/04) nonché le modalità di copertura dei relativi oneri finanziari. 5) Gli obbiettivi strategici del P.A.T. approvato. Al fine di inquadrare l operatività del primo P.I. sarà opportuno richiamare brevemente gli obbiettivi strategici contenuti nel P.A.T. approvato così come verificati con la procedura V.A.S. (Valutazione Ambientale Strategica). Un primo obbiettivo del P.A.T. è stato quello di attivare linee di intervento in grado di potenziare e consolidare in termini sostenibili il ruolo che il Comune svolge in riferimento ad un vasto intorno in ambito altopolesano, ma non solo. Il P.A.T. ha individuato azioni tese al recupero di alcune situazioni attualmente esistenti che gravemente penalizzano la qualità della vita della popolazione residente, in particolare nel Capoluogo, a causa degli ingenti volumi di traffico commerciale che gravitano attorno allo stesso Centro Storico. Il P.A.T. ha messo in essere scelte in grado di portare ad una migliore qualità del tessuto residenziale ed urbano che oggi appare, soprattutto ai margini dell edificato, come un casuale susseguirsi di 4

5 una serie di lottizzazioni fra loro non correlate da una logica o da un disegno complessivo ed unitario. Il P.A.T. ha individuato linee ed azioni tese al recupero di una significativa quota di servizi di verde ad uso pubblico e di parcheggio a favore della popolazione residente, e particolarmente nel Capoluogo, individuano altresì le linee per l organizzazione di una rete di percorsi ciclabili e di un sistema di Greenways. Il P.A.T. ha individuato linee per la messa in essere di azioni ed iniziative tese alla salvaguardia del territorio aperto e dei significativi contenuti paesistici ed ambientali in esso presenti, con riferimento particolare al Fiume Adige ed alla rete dei corsi d acqua minori che tanto ruolo hanno avuto nella determinazione della forma urbis del Capoluogo e degli altri Centri abitati di Badia Polesine, nonché di quell insieme di presenze a valore storico,culturale, testimoniale così significativamente diffuse su tutto il territorio comunale. Il P.A.T., infine, risulta coerente e congruo con le indicazioni espresse dal P.T.R.C. adottato con D.G.R. 372 in data 17 Febbraio 2008 che classifica il territorio comunale di Badia Polesine in parte come area agropolitana di pianura nonché con la sua Variante con attribuzione di valenza paesaggistica adottata con D.G.R. n. 427 in data 10 Aprile Risulta altresì coerente con gli obbiettivi e le indicazioni del P.T.R.C. adottato con D.G.R.V. n. 683 del Infine, il P.A.T. risulta coerente e congruo con la procedura di V.A.S. e con quanto richiesto da: - Distretto idrografico Delta Po, Adige, Canalbianco - Direzione Geologia e Georisorse della Regione del Veneto - Direzione Economia e Sviluppo Montano della Regione del Veneto - Direzione Agroambiente della Regione del Veneto - Autorità di Bacino del Fiume Adige. 6) Necessità di flessibilità e di tempi certi Il Piano degli Interventi deve essere pensato come uno strumento flessibile e tuttavia concretamente attuabile nel breve periodo nel quadro, cioè, della attività della Amministrazione che lo promuove. Nell ambito degli indirizzi pianificatori generali dettati dal P.A.T., il P.I. individua le aree di trasformazione destinate ad essere pianificate, approvate ed avviate ad attuazione e, a garanzia 5

6 della effettiva realizzazione di quanto ipotizzato, decorsi 5 anni dalla entrata in vigore del Piano le previsioni relative alle aree di trasformazione o di espansione non realizzate o quelle destinate a nuove infrastrutture od a servizi per le quali non siano stati approvati i relativi progetti esecutivi, nonché i vincoli preordinati all esproprio, decadono ( Art 18, comma 7 L.R. 11/04). Questa impostazione innovativa del Piano viene colta dalla Amministrazione Comunale che, mettendo a frutto le più recenti esperienze maturate nelle forme della pianificazione concertata, riconosce un ruolo significativo alle forme di partecipazione dei privati alla attuazione del Piano. 7) I contenuti operativi del Piano degli Interventi Sulla base delle considerazioni sviluppate in precedenza e con riferimento particolare all art. 10 delle NTA del PAT occorre ora analizzare i contenuti operativi del Piano degli Interventi. Il P.I. detterà le proprie disposizioni operative (Art. 17,comma 1 e comma 2, lett. k) L.R. 11/04) rapportandosi con: - Bilancio pluriennale comunale - Programma triennale delle Opere Pubbliche - Piani di settore (il Piano per l abbattimento dell Inquinamento Acustico, il Piano per l abbattimento dell Inquinamento Luminoso e laddove esistenti Il Piano per il Risanamento Atmosferico, il Piano urbano per la Mobilità ed il Piano Urbano dei Parcheggi) Troverà attuazione mediante interventi diretti o per mezzo di Piani Urbanistici Attuativi (P.U.A). Ai sensi degli specifici Articoli della L.R. 11/04 il Piano degli Interventi, in particolare: 1) Sottopone a specifica normativa d uso e di valorizzazione ambientale il territorio includente Beni Ambientali (Art. 3, comma 6 L.R. 11/04). 2) Quantifica le risorse finanziarie occorrenti per le espropriazioni degli immobili vincolati dal Piano medesimo, stabilirà i criteri e le modalità per provvedervi nonché le modalità di copertura dei relativi oneri finanziari. Anche su proposta dei proprietari interessati il P.I. potrà definire forme alternative alla espropriazione (Art. 34 L.R. 11/04). 6

7 3) Attua la perequazione, disciplinando gli interventi di trasformazione da realizzare unitariamente, assicurando una equa ripartizione dei diritti edificatori e dei relativi oneri tra tutti i proprietari delle aree e degli edifici interessati dall intervento, indipendentemente dalle specifiche destinazioni di uso assegnate alle singole aree (Art. 35 L.R. 11/04). 4) Disciplina gli interventi di trasformazione definiti dal P.A.T per conseguire quegli obbiettivi di ripristino o di riqualificazione urbanistica, paesaggistica, architettonica ed ambientale del territorio che determinano un credito edilizio. Il P.I. individua e disciplina gli ambiti nei quali è consentito l utilizzo dei crediti edilizi, prevedendo l attribuzione di indici di edificabilità differenziati in funzione di tali obbiettivi ovvero individuando le possibili compensazioni previste dall Art. 37 (Art. 36 L.R. 11/04). 5) Potrà prescrivere che nelle aree residenziali soggette a P.U.A. vengano riservate delle quote di superficie o di volume per la realizzazione di edilizia residenziale pubblica anche mediante perequazione (Art. 39 L.R. 11/04). 6) Per i Centri Storici ed i Beni Culturali attribuisce a ciascun manufatto le caratteristiche tipologiche di riferimento tra quelle determinate dal P.A.T., nonché le corrispondenti categorie di intervento edilizio ammissibile (Art. 40 L.R. 11/04). 7) Potrà stabilire limitatamente alle aree urbanizzate ed a quelle alle stesse contigue ai sensi del comma 2 dell Art. 41 L.R. 11/04, distanze diverse da quelle previste dal comma 1, lett. g) dello stesso Art ) Assicura la tutela del territorio richiesta dalla L.R. 11/04. 9) Ammette in zona agricola esclusivamente interventi edilizi in funzione della attività agricola (Art. 44 L.R. 11/04), siano essi destinati alla residenza che a strutture agricolo-produttive così come definite con procedimento della Giunta regionale ai sensi dell Art. 50 L.R. 11/04, comma 1, lett. d), n. 3, nonché disciplina gli interventi di recupero degli edifici esistenti. Oltre che alla realizzazione per mano pubblica dei servizi programmati, il P.I. potrà definire anche altre forme di realizzazione su proposta dei proprietari degli immobili interessati. Tali forme, che seguiranno i criteri della perequazione, possono consistere nella permuta con altri immobili o con quote edificatorie previste all interno del Piano stesso, oppure nella partecipazione dei proprietari medesimi alla realizzazione delle attrezzature e dei servizi pubblici localizzati nel Piano degli Interventi su immobili dagli stessi posseduti. 7

8 8) La partecipazione dei privati Il Piano degli Interventi potrà recepire, rispetto degli ambiti di intervento e degli obbiettivi individuati nel presente Documento, le proposte di progetti e di iniziative che contengano interventi di rilevante interesse pubblico presentate da soggetti privati quali elementi finalizzati alla determinazione di alcune previsioni del contenuto discrezionale degli atti di pianificazione territoriale ed urbanistica, nel rispetto della legislazione e della pianificazione sovraordinata, senza pregiudizio del diritto dei terzi (Art. 6, comma 2 L.R. 11/04). Le linee guida ed i criteri generali da applicare agli accordi pubblico-privato saranno quelli individuati dall Art. 6 della L.R. 11/04 e dall Art.45 delle N.d.A. del P.A.T. Nelle proposte di accordo potranno essere previste cessioni di aree, realizzazioni di interventi di interesse pubblico o monetizzazione degli stessi, precisando che, in caso di cessioni di aree, concorreranno alla definizione dell accordo le sole aree aggiuntive rispetto agli standards richiesti per gli interventi proposti e per le opere di urbanizzazione ad essi relative A seguito di valutazione favorevole da parte della Giunta comunale il Sindaco ed il Privato sottoscrivono l accordo. L accordo viene recepito dal Consiglio Comunale in sede di adozione del Piano degli Interventi. L accordo costituisce parte integrante dello Strumento di pianificazione ed è soggetto alle medesime forme di pubblicità e di partecipazione del Piano stesso (Pubblicazione, deposito, controdeduzioni alle Osservazioni), inoltre, essendo stato recepito con il provvedimento di adozione dello strumento urbanistico, la sua conferma è condizionata dall approvazione del Piano. Le proposte di iniziativa privata devono necessariamente coniugarsi e coordinarsi in particolar modo con il Piano Triennale delle Opere cui dovranno rappresentare una importante risorsa e contestualmente Pubbliche così come con gli altri progetti dell Amministrazione di garantire il rispetto dei tempi necessari alla attuazione delle previsioni di Piano. Nel periodo di validità del Piano degli Interventi potranno essere introdotte modifiche al Piano stesso, con procedura di Variante, a seguito di ulteriori valutazioni effettuate dal Comune oppure su iniziative dei soggetti privati, concordate con l Amministrazione, per la realizzazione di interventi di rilevante interesse pubblico. 8

9 9) Il percorso di formazione del Piano degli Interventi (P.I.) Sulla base delle considerazioni di carattere generale sviluppate nei precedenti Capitoli si illustra ora la successione operativa delle differenti fasi necessarie alla formazione del P.I., evidenziando anche gli obbiettivi che l Amministrazione riconosce come prioritari ed individuando le modalità ed i metodi da adottare per la loro acquisizione. Allo scopo occorrerà ricordare che l Art. 48, comma 5 della L.R. 11/04 specifica che: A seguito dell approvazione del primo P.A.T. i piani regolatori generali vigenti acquistano valore ed efficacia del P.I. per le sole parti compatibili con il P.A.T.. Ciò significa che la prima attività da sviluppare dovrà essere quella di riconoscere, all interno delle cartografie e delle normative del P.R.G. vigente e del P.A.T. approvato le linee di congruenza al fine di garantire certezza nell attività dell Amministrazione comunale nell attesa della formalizzazione dell effettivo P.I. attuativo delle indicazioni del P.A.T. Per pervenire a questa prima fase di attivazione del P.I occorrerà: 1) Procedere all adeguamento delle Tavole del vigente P.R.G. alle indicazioni del P.A.T. allo scopo di verificare quali parti del P.R.G. vigente mantengano la propria operatività in quanto primo P.I.. (Tale attività di verifica dovrà essere sviluppate su base Carta Tecnica Regionale (C.T.R.)). 2) Adeguamento delle N.d.A. del vigente P.R.G. alle N.d.A. del P.A.T. allo scopo di verificare quali parti di tali Norme mantengano la propria operatività in quanto Norme di primo P.I. 3) Occorrerà infine procedere alla stesura delle Norme Tecniche Operative (N.T.O.) del P.I. con i contenuti di cui al secondo comma dell Art. 17 della L.R. 11/04. 4) Solo a questo punto, avendo ormai messo compiutamente a regime l integrazione fra quello che era stato il P.R.G. vigente ed il nuovo P.A.T. potrà avere inizio la effettiva fase di approfondimento delle differenti tematiche che l Amministrazione avrà assunto come prioritarie in attuazione del P.A.T. 5) Approvazione di un regolamento edilizio energetico, al fine di incentivare forme di progettazione nel segno dell energia sostenibile. 9

10 Si è visto pertanto come le attività di cui ai primi tre punti precedenti costituiscono in ogni caso l attività necessaria propedeutica alla attivazione complessiva del primo P.I. ai sensi del comma 5 dell Art.48 della L.R. 11/04. Al proposito occorre osservare come questa prima fase di attivazione del P.A.T. necessiti, soprattutto per quanto concerne la elaborazione delle nuove Norme Tecniche Operative, di una certa quantità di tempo in considerazione della complessità e della delicatezza della tematica trattata. Allo scopo di evitare eccesive dilazioni nella messa a punto di programmi considerati come urgenti ed indifferibili potrà essere opportuno procedere alla parzializzazione di alcune delle attività precedentemente illustrate nei punti da 1 a 4 e procedere, da subito, alla definizione dei rispettivi programmi operativi. 10) L individuazione dei criteri prioritari di attuazione del P.A.T. Nell individuazione delle tematiche cui affidare criteri di priorità in sede di attivazione del P.A.T attraverso il primo P.I. progettato, l Amministrazione seguirà i criteri assunti in sede di Documento Preliminare, ed approfonditi successivamente nel corso delle differenti fasi di elaborazione del P.A.T.. Le priorità sono molte e significative, pur nella consapevolezza che non tutto quanto è stato individuato dal P.A.T. potrà essere realizzato nell arco di una sola legislatura. Non per nulla, infatti, il P.A.T. ha una validità decennale mentre i P.I. hanno una durata operativa solo quinquennale. A) Tutela dell occupazione e delle attività produttive in essere Una prima considerazione, tuttavia, è stata tenuta presente dalla Amministrazione nella individuazione delle azioni prioritarie da sviluppare: la necessità, anzi, il dovere di garantire per quanto possibile, e particolarmente a fronte della gravissima crisi economica ed occupazionale che il Paese sta attraversando, la salvaguardia dei lavoratori occupati sul territorio ed il sostegno di quelle iniziative imprenditoriali funzionali a garantire questa tutela ed a permettere il consolidamento e l ampliamento di questa stessa occupazionalità. All interno del territorio comunale esistono alcune iniziative imprenditoriali proiettate verso un proprio significativo consolidamento, altre alle quali sarebbe utile poter usufruire di possibilità oggi non presenti al fine di garantire loro una 10

11 migliore flessibilità e nuove possibilità di ulteriormente sviluppare quanto già in essere. L Amministrazione ritiene di assegnare a queste tematiche la principale priorità nella elaborazione dei relativi P.I. procedendo,cosa che è possibile realizzare rapidamente, alla immediata valutazione degli ambiti sui quali insistono le attività economiche e produttive prima evidenziate al fine dei necessari aggiornamenti cartografici, nonché di procedere all immediato adeguamento normativo del settore interessato al fine di poter procedere alla conseguente stesura del relativo P.I. il quale si attuerà all incirca con alcuni strumenti già definiti nel PAT quali sono le Scheda urbanistica Normata di cui all Art 43 delle N.d.A del P.A.T., e la Scheda integrata dalla relativa Convenzione ex Art 6 L.R. 11/04, di cui all Art. 45 delle N.d.A. del P.A.T. Le successive tematiche cui l Amministrazione ritiene di affidare criteri di priorità, in ordine strettamente sequenziale, nella stesura dei successivi PI saranno relative: B) Alla residenzialità, C) Al territorio agricolo ed alla zootecnia D) Alle questioni attinenti al Centro Storico, E) Al Sistema dei Servizi, del Verde e della Viabilità B )La residenzialità Per quanto concerne la residenzialità il P.A.T. ha individuato le modalità ed i criteri attraverso i quali, sulla base delle necessità che via via si evidenzieranno, procedere al consolidamento del tessuto residenziale, particolarmente del Capoluogo. Nel corso degli anni passati, soprattutto nel 2008, in sede di formazione del P.A.T. sono già pervenute numerose richieste(88) di intervento, frutto di una situazione socio economica e del mercato immobiliare e delle costruzioni radicalmente diversa rispetto all attuale. L Amministrazione al riguardo e così come già preannunciato all interno di questo Documento, si muoverà sulla base di criteri di trasparenza e di qualità nella individuazione degli ambiti sui quali attivare i nuovi processi costruttivi. All interno del Primo Piano degli Interventi potrà essere anche valutata la possibilità di immediata attivazione di alcuni ambiti a destinazione residenziale ancora disponibili presenti all interno della urbanizzazione consolidata così come individuata dal P.A.T nonché l attuazione di alcune osservazioni esaminate in fase di redazione del PAT e rimandate alla fase attuativa del/dei PI. Le scelte saranno attuate senza voli pindarici, con un sano pragmatismo eliminando qualsiasi tentazione di speculazione 11

12 immobiliare da parte dei privati. Ciò comporterà lo smembramento della programmazione anche in più Piani degli Interventi, immettendo sul mercato limitate opzioni di trasformazione urbanistiche, limitando così il consumo del suolo. Criteri per l assegnazione delle relative priorità saranno quelli relativi alla valutazione: 1) Della effettiva necessità di nuova residenza 2) Della individuazione di localizzazioni che, oltre che garantire accrescimento quantitativo della residenzialità stessa, siano anche in grado sulla base delle indicazioni espresse dal P.A.T. nella individuazione delle direttrici di sviluppo di facilitare la ricerca di una migliore qualità del tessuto urbano che oggi appare, ai margini dell edificato, come un casuale susseguirsi di una serie di lottizzazioni fra loro non correlate da una logica o da un disegno complessivo ed unitario. 3) Della formalizzazione del Convenzionamento ex Art. 6 L.R. 11/04, ai sensi dell Art. 45 delle N.d.A. del P.A.T., ricordando che da queste nuove iniziative dovranno derivare Quelle risorse in grado di permettere alla Amministrazione di attivare quelle azioni individuate dal P.A.T. nel settore dei Servizi, del Verde, della Viabilità. C) Il territorio agricolo e la zootecnia Il P.A.T. regolamenta l attività che può essere svolta all interno delle aree a destinazione agricola del territorio comunale con tre Articoli delle N.d.A.: L Art 39 Zona a prevalente destinazione agricola, all interno della quale sono individuate le Corti rurali aventi valore architettonico o storico-documentario (normate dall Art. 25 delle N.d.A.), gli aggregati rurali collegati alle attività delle aziende agricole, intendendo per aggregato rurale il complesso di edifici destinati ad abitazione della famiglia coltivatrice e dei suoi dipendenti nonché le strutture agricolo-produttive, le aree a corte, le pertinenze e gli accessori dell attività agricola. L Art. 40 Allevamenti zootecnici intensivi che individua, classifica e garantisce le distanze minime che tali strutture, a seconda del loro livello dimensionale, debbono rispettare in rapporto ai limiti delle zone agricole, ai confini della proprietà, dalle residenze civili sparse e non di proprietà del conduttore dello stabilimento ed, infine, dai centri abitati L Art 42 Criteri ed indirizzi per gli interventi all interno di ambiti significativi sotto il profilo paesaggistico ed ambientale nei quali sono presenti elevati livelli di antropizzazione che regolamenta quelle porzioni del territorio agricolo che, per 12

13 vicinanza con il Capoluogo o con altri centri abitati, sono caratterizzati da una significativa presenza diffusa di abitazioni residenziali non connesse con l attività agricola dell intorno. All interno di questo territorio il P.I., valutando anche le richieste che potranno essere presentate dagli aventi causa, anche attraverso l utilizzazione di Schede Urbanistiche Normate, di cui all art. 43 delle N.d.A., assume provvedimenti atti a: - promuovere e sostenere il recupero dei fabbricati abitativi e agricolo-produttivi e delle loro pertinenze e consentire la realizzazione di fabbricati abitativi e agricolo-produttivi necessari alle aziende agricole, garantendo il loro armonico inserimento nel paesaggio agrario ed il rispetto della struttura insediativa del territorio; - favorire e promuovere le attività di accoglienza e servizio, privilegiando interventi di restauro e riqualificazione edilizia e territoriale, con particolare riferimento alle attività agrituristiche, alla commercializzazione di vicinato ( Chilometro zero ) e all agricoltura sociale da pare di imprese agricole di altri soggetti, come definito da specifica disciplina regionale; - garantire ove possibile, nella realizzazione di opere, impianti o strutture, la permeabilità delle aree esterne scoperte, prevedendo soluzioni idonee a favorire l infiltrazione delle acque meteoriche nel terreno; - incentivare la riconversione delle superfici impermeabilizzate con tipologie maggiormente permeabili; - mettere a punto misure per favorire l installazione di impianti fotovoltaici sugli edifici e sui manufatti rurali, integrandoli architettonicamente, in considerazione dell ampiezza delle superfici di copertura caratterizzanti le varie tipologie di edilizia rurale; - promuovere e sostenere gli interventi di riqualificazione ambientale e paesaggistica del territorio rurale, anche prevedendo invarianti di natura ambientale, paesaggistica e agricolo-produttiva per gli ambiti maggiormente significativi; - promuovere le pratiche colturali che garantiscono la conservazione dei paesaggi agrari storici e la continuità ecosistemica: al fine della cura e della manutenzione del territorio sono riconosciute, tutelate e favorite le pratiche agricole tradizionali, anche marginali, le produzioni di qualità, le produzioni biologiche e le specificità territoriali; - garantire l esercizio non conflittuale delle attività agricole, con particolare riferimento alle attività di allevamento 13

14 zootecnico intensivo ai sensi dell Art. 40 delle N.d.A., in riferimento alla residenzialità dell intorno. D) Le questioni attinenti al Centro Storico Il Centro Storico di Badia Polesine è dotato di un Piano Particolareggiato esteso all intera sua superficie. La persistente perdita di ruolo e di funzioni che affligge oggi il Centro Storico di Badia Polesine, in analogia con quanto sta in genere avvenendo in tutti gli altri Centri Storici, obbliga l Amministrazione a valutare quali possano essere le migliori azioni per dare avvio ad una linea di controtendenza.che dovranno integrarsi con strumenti di natura "programmatoria derogatoria contenuti nel 3 aggiornamento del piano casa la cui normativa regionale è in fase di imminente approvazione. Non si tratterà, pertanto, di rimettere mano all intero impianto preesistente, che pure denuncia complessivamente qualche segno dovuto all età, si tratterà invece di valutare e di selezionare alcuni ambiti, alcuni nuclei particolarmente significativi del Centro Storico del Capoluogo per sviluppare su di essi precise tematiche progettuali e normative in grado di riscuotere l attenzione su di essi di operatori economici e commerciali nonché della stessa popolazione residente al fine di mettere in essere significative e virtuose linee di inversione di tendenza, sia pure all interno della doverosa attenzione agli aspetti conseguenti alla storicità ed alla delicatezza dell ambiente sul quale si opera. All interno di questa azione il P.I. valuterà le modalità per la realizzazione di quel sistema di collegamento continuo di spazi verdi, ciclabili e pedonali costituente il cosiddetto Anello Orientale di quella Green Belt, individuata dal P.A.T., e della quale si tratterà con maggior dettaglio nel successivo capitolo di questo Documento E)Il Sistema dei Servizi, del verde e della Viabilità Si è detto, nei Capitoli precedenti di questo Documento, che l attivazione dei Piani di Intervento conseguenti alla approvazione del P.A.T. dovrà costituire anche l occasione per il reperimento delle risorse necessaria a sviluppare in maniera significativa, sistematica e prioritaria il Sistema dei Servizi e del Verde. In fase temporale successiva, che andrà sicuramente oltre la programmazione quinquennale ( anche perchè legata alla realizzazione di opere infrastrutturali dell' area produttiva di crocetta 4 e della SFMR di competenza regionale), si potrà attuare il nuovo impianto viabilistico individuato dal P.A.T. in grado di allontanare 14

15 dal Centro Abitato, e dallo stesso Centro Storico, gli ingenti volumi di traffico commerciale che oggi li affliggono. Sulla base pertanto delle reperibilità finanziarie disponibili l Amministrazione intende attivare la realizzazione di quel sistema di verde continuo individuato dal P.A.T. con la definizione di Green Belt (Tav. 4.1 del P.A.T. ed Art. 54 delle N.d.A.) il quale, così come descritto nella Relazione al P.A.T., è costituito da una organizzazione continua di percorsi pedonali attrezzati a verde che, dipartendosi dalla Riviera, spina centrale cointeressante il Capoluogo ed il Centro Storico, potrà proseguire verso il palazzetto dello Sport, l Istituto di Istruzione Superiore E.Balzan e verso le importanti aree destinate a Servizi individuate dal P.A.T. che verranno a determinarsi nei pressi dello stesso Istituto. Il P.A.T. specifica poi che una seconda direttrice di questa cintura verde risalirà in adiacenza alla linea ferroviaria, utilizzando le fasce a verde che verranno a determinarsi in conseguenza della realizzazione del Sistema Ferroviario Metropolitano Regionale (S.F.M.R.-la cui sotenibilità finanziaria è comunque a carico della Regione Veneto), laddove oggi è lo scalo merci e si connette con gli spazi esistenti, a Nord, attualmente facente parte del complesso dell ex Ospedale, per riagganciarsi poi con il percorso dell Adigetto dando così continuità e conclusione formale e strutturale all anello occidentale della Cintura verde così individuato. Tali interventi potranno trovare individuazione sia come effetti complementari di quanto inserito nei singoli piani di cui ai punti a) e b) e recepiti nel programma opere pubbliche oppure con un atto ricognitivo finale che fa propria la progettualità precedentemente individuata e ne amplia i contenuti nelle parti mancanti. 11)L attuazione dei Piani degli Interventi L attuazione della programmazione di pianificazione si effettuerà rispettando in ordine cronologico quanto indicato nel precedente paragrafo 10) in cui sono indicate gli assi di intervento di cui ai paragrafi a), b), c), d) ed eventualmente e) che si formalizzeranno con singole proposte di piano. E ovvio che qualora pervenissero proposte di intervento da parte di privati che implichino ricadute positive sul territorio l Amministrazione potrà adottare ulteriori piani specifici, anche puntuali, che si inseriscono con una programmazione straordinaria rispetto a quanto ordinariamente rappresentato nella cronologia soprarappresentata. Il Primo Piano degli interventi del P.A.T. in coerenza con le considerazioni svolte in precedenza, sarà articolato in due parti 15

16 strutturali e potrà anche essere approvato, per economicità di tempo, con due iter distinti e paralleli. Lo step 1 certificherà le principali operazioni di Allineamento del P.R.G. in riferimento al P.A.T., al fine semplificare l attività dell Amministrazione rivolta a dar pieno soddisfacimento, per quanto consentito dalla normativa urbanistica in vigore, alle necessità ed alle richieste quotidiane espresse dai cittadini e dalla economia locale. Lo step 2, costituendo di fatto il Primo Piano degli Interventi Operativo, sarà invece rivolta ad attivare iniziative tese, attraverso interventi mirati, al consolidamento della occupazione e delle attività produttive già localizzate sul territorio comunale che necessitano, oggi, di consolidamento, nonché a promuovere il rilancio dell attività edilizia sulla base di una attenta valutazione delle necessità oggi presenti sia in termini quantitativi ma, soprattutto qualitativi. Ciò nella consapevolezza di quanto questo settore di attività, se opportunamente calibrato, oltre che a soddisfare attese oggi presenti nella popolazione badiese e costituire fattore di equilibrio e di calmierazione nel settore dell abitazione, possa porsi anche come significativo momento di promozione e rilancio di importanti settori di attività direttamente collegati all edilizia ed al suo indotto. Al fine di creare un circuito virtuoso che si caratterizzi come start-up per il decollo del tessuto produttivo di tutte le iniziative che creino volano economico sin da subito saranno inserite nel piano alcuni ambiti a destinazione residenziale ancora disponibili presenti all interno della urbanizzazione consolidata così come individuata dal P.A.T nonché l attuazione di alcune osservazioni esaminate in fase di redazione del PAT e rimandate alla fase attuativa del/dei PI. 12) Conclusioni Il Piano del Sindaco, come sopra definito, risponde in maniera sistemica agli impegni presi con i propri cittadini nel programma della lista ESSERE BADIA laddove si esplicitava che La pianificazione urbanistica della città deve avvenire su basi semplici, senza programmazioni faraoniche. Per prima cosa si dovrà approvare in conferenza dei servizi regionale il PAT e alla sua vision decennale. Passo successivo sarà l attuazione del cosiddetto Piano del Sindaco, anche per fasi successive, quale potenziale volano economico per la realizzazione di diverse opere pubbliche. L Amministrazione Comunale intende operare per l attuazione del piano con i piedi ben piantati per terra, utilizzando strumenti di flessibilità in grado di fronteggiare le esigenze che via via si 16

17 proporranno nel corso degli anni, modellando le richieste di territorio con l obiettivo di limitare il consumo del suolo. Un piano che interagisce anche con ulteriori strumenti di programmazione locale e sovralocale. Come ad esempio gli sviluppi derivanti dalla futura applicazione del PATTO DEI SINDACI ( l accordo con l Unione europea che consiste nell impegno da parte degli enti locali a ridurre di almeno il 20% le emissioni di gas effetto serra entro il 2020 all interno del proprio territorio, attuandosi attraverso il PAES- Piano d Azione per l Energia Sostenibile- (Paes), con alcuni degli interventi realizzabili potranno essere lo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili, cercando di favorire le filiere locali, l effientamento energetico degli edifici, l illuminazione pubblica, il verde urbano e la logistica). Oppure, nella regolamentazione da parte della Regione con la normativa del PIANO CASA che avrà ricadute strutturali anche sul nostro territorio Un Piano del Sindaco che ha l ambizione di rapportarsi con le esigenze anche dei territori contermini laddove si manifestino accordi programmatici sovraccomunali per la gestione di reti/aree e servizi aprendosi anche a sollecitazioni esterne (derivate soprattutto dalla nuova mobilità e dagli orientamenti di programmazione regionale recepiti nel PTRC). Consci delle limitazioni del bilancio comunale (ormai asfittico dopo le politiche intraprese fino al 2008 determinando dal 2009 l impossibilità finanziaria di contrarre mutui per la realizzazione di opere pubbliche), cercheremo tuttavia di attivare un circuito virtuoso fra amministrazione/imprese produttive /territorio/cittadini per creare percorsi leggeri per l attuazione del rilancio dell economia badiese. Quella che in gergo si dice per AGGANCIARE LA RIPRESA Un impegno ambizioso: approvare la parte portante dei subpiani in 3 anni e mezzo che coincidono con la scadenza del mandato elettorale. Obiettivo che può essere raggiunto a condizione che si mantenga la stabilità dell azione di governo: aspetto fondamentale! Un bisogno vitale per la nostra città. E sufficiente ricordare che per arrivare all approvazione da parte della Regione Veneto, il PAT è stato lavorato per circa 9 anni ed il succedersi di ben 4 Amministrazioni e 3 commissari prefettizi. Ora invece con i Piani degli Interventi è possibile svolgere la propria attività autorizzatoria all interno dell amministrazione comunale comportando, perciò, una riduzione degli iter di approvazione. E ovvio che la formazione di detti documenti sarà attuata nel solco della massima trasparenza, non solo per quanto stabilito dal DLvo 33/2013 art. 39 recepito con Delibera di Giunta Comunale n. 92 del 17

18 17/07/2013, ma per la caratteristica che ci contraddistigue: la trasparenza stessa. Cercheremo la collaborazione di tutti i protagonisti attivi fermamente convinti che non si fa il proprio dovere perché qualcuno ci dica grazie. Lo si fa per principio, per se stessi, per la propria dignità. Questo non è solo uno slogan, ma una maniera seria per progettare e vivere il cambiamento reale per un territorio migliore. 18

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