Individuazione dei sintomi quali campanelli d allarme per l infezione della ferita

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1 Individuazione dei sintomi quali campanelli d allarme per l infezione della ferita Generalità Qualsiasi tipo di ferita espone l organismo a un possibile rischio di infezione. In tutte le ferite si instaura infatti un equilibrio dinamico tra microorganismi esterni, che proliferano in prossimità della cute lesionata, e cellule del sistema immunitario. In condizioni normali i microrganismi non sopravvivono a lungo nel letto della ferita e la guarigione della ferita non risulta compromessa. L infezione si verifica quando tale equilibrio viene alterato a vantaggio dei microrganismi esterni che riescono a evadere le risposte immunitarie di rapida attivazione. La gravità dell infezione e le conseguenze sono direttamente proporzionali alle caratteristiche del patogeno e alle condizioni di base del paziente in cui si è instaurata l infezione. Prevenire, identificare e trattare adeguatamente l infezione sono componenti fondamentali della cura di ferite complesse. In tutti i casi, un infezione rallenta o blocca i processi di guarigione della ferita. Accanto al trattamento, è indispensabile il monitoraggio continuo per poter identificare un miglioramento o deterioramento della ferita e delle condizioni del paziente, ma come per tutte le complicazioni la prevenzione è sicuramente l arma più efficace. Fattori di rischio I pazienti nei quali il sistema immunitario non è perfettamente funzionante sono quelli con un rischio più elevato di contrarre infezioni e che quindi, in presenza di una ferita, necessitano di un assistenza a maggior grado di complessità. Esistono poi altri fattori che influiscono maggiormente sulla probabilità di contrarre un infezione della ferita:

2 1. Età del paziente: lesioni a carico di neonati e anziani sono più soggette ad andare incontro a infezione. 2. Comorbilità: il diabete mellito è per eccellenza la patologia che comporta un maggior rischio di infezione a causa delle difficoltà legate al processo di guarigione cutanea. 3. Stile di vita: un alimentazione non corretta, il mancato esercizio fisico, fumo e alcol e in generale una cura non appropriata dell organismo aumentano le probabilità di contrarre infezioni in caso di lesioni. 4. Terapie farmacologiche con steroidi e farmaci immunosoppressori. 5. Corpi estranei, come vetro o metallo, all interno della ferita. Campanelli d allarme generici di infezione e per le ferite a bassa complessità in pazienti immunocompetenti Se una ferita, causata ad esempio da una caduta o da un taglio accidentale, sta facendo infezione, il primo sintomo identificabile è la percezione di dolore intorno all area lesionata, che risulta anche più calda del normale. Ad infezione acquisita, la ferita può rilasciare liquidi con odore sgradevole e se l infezione diventa sistemica si associa un aumento patologico della temperatura corporea. Diversa tipologia di ferita, diversi sintomi di infezione È molto importante definire e conoscere i campanelli d allarme che possono far sospettare un infezione della ferita, in quanto l identificazione precoce consente di intervenire con efficacia. Molti sintomi sono comuni alle diverse tipologie di lesioni cutanee, mentre alcuni sintomi sono specifici e caratteristici solo di alcuni tipi di ferite. Nella fattispecie si distinguono i sintomi che

3 sono già un indicatore diagnostico di infezione in corso e i sintomi più o meno importanti che rappresentano campanelli d allarme e che sono da monitorare con attenzione. 1. Ferite acute primarie: per questa tipologia di ferita i sintomi di un infezione in corso sono: Cellulite Pus/ascesso I campanelli di allarme, ovvero i sintomi di un probabile passaggio da colonizzazione a infezione localizzata, sono: ritardata guarigione, eritema, essudato ematico purulento, cattivo odore, essudato sieroso purulento, degenerazione/espansione della ferita, aumento della temperatura cutanea locale, edema, essudato sieroso con eritema, gonfiore con aumentato volume di essudato, dolore/infiammazione inatteso. 2. Ferite acute secondarie: anche in questo caso i sintomi di un infezione in corso sono costituiti da cellulite e pus/ascesso. I campanelli di allarme sono in parte sovrapponibili a quelli delle ferite acute primarie: ritardata guarigione, eritema, essudato ematico purulento, cattivo odore, pocketing, essudato sieroso purulento, degenerazione/espansione della ferita, discolorazione, tessuto di granulazione friabile con facilità a sanguinare, aumento della temperatura cutanea locale, edema, dolore/infiammazione inatteso. 3. Ulcere del piede diabetico: i sintomi di un infezione in atto sono costituiti da: Cellulite Linfangite Flemmone Essudato purulento Pus/ascesso

4 I segni specifici di una possibile infezione localizzata sono: crepitus articolare, eritema, fluttuazione, aumentato volume di essudato, indurimento, dolore localizzato in piede normalmente privo di sensibilità, cattivo odore, comparsa di colorazione blu/nera con emorragia (alone), ritardo o arresto nella guarigione nonostante debridement, deterioramento della ferita, tessuto di granulazione friabile con facilità a sanguinare, necrosi diffusa/gangrena. 4. Ulcere da pressione: la cellulite è il sintomo principale di un infezione in atto. I campanelli di allarme che possono far sospettare un infezione localizzata sono: cambiamento della tipologia del dolore, crepitus, aumentato volume di essudato, pus, essudato sieroso con infiammazione, eritema diffuso, i tessuti vivi diventano fibrinosi, calore nei tessuti circostanti, arresto nella guarigione della ferita, cattivo odore, edema. 5. Ulcere arteriose agli arti inferiori: anche per queste ferite i sintomi principali di un infezione sono costituiti da cellulite e pus/ascesso, mentre i campanelli di allarme di cui tener conto nella valutazione del rischio infettivo sono: cambiamento del colore o della viscosità dell essudato, cambiamento del colore del letto della ferita, deterioramento della ferita, trasformazione della necrosi da asciutta a umida, aumento della temperatura cutanea locale, linfangite, cattivo odore, necrosi, aumento del dolore, degenerazione dell ulcera. 6. Ulcere venose agli arti inferiori: la cellulite è il sintomo principale di un infezione in corso. I sintomi di un probabile passaggio da colonizzazione a infezione localizzata sono rappresentati da: ritardata guarigione, aumento della temperatura cutanea locale, aumento/cambiamento della tipologia del dolore, ulcerazioni di nuova formazione, ampliamento del letto della ferita, cambiamento del colore, cattivo odore, acquisizione di colorazione scura della ferita, comparsa improvvisa di aree necrotiche scure, allargamento dell ulcera.

5 7. Ustioni a spessore parziale: per questa tipologia di ferite, oltre alla cellulite, costituisce un segno di infezione incorso l ectima gangrenoso. I campanelli di allarme di infezione localizzata sono: comparsa di aree di colore nero/marrone scuro sull ustione, eritema, lesioni emorragiche nel tessuto sottocutaneo dell ustione o nella cute circostante, cattivo odore, eritema diffuso intorno all ustione (colore violaceo o edema), aumento inatteso della larghezza dell ustione, aumento inatteso della profondità dell ustione, cambiamento di colore, tessuto di granulazione friabile con facilità a sanguinare, formazione di pus/ascesso sotto le escare, aumento della temperatura cutanea locale. 8. Ustioni a tutto spessore: come per le ustioni a spessore parziale, cellulite ed ectima gangrenoso sono i principali segni di infezione in atto. Altri sintomi da monitorare per il rischio di passaggio da colonizzazione a infezione localizzata sono: comparsa di aree di colore nero/marrone scuro sull ustione, cellulite, eritema, lesioni emorragiche nel tessuto sottocutaneo dell ustione o nella cute circostante, aumentata fragilità dell innesto cutaneo, perdita dell innesto, insorgenza di dolore in un ustione dapprima indolore, eritema diffuso intorno all ustione (colore violaceo o edema), formazione di pus/ascesso, aumento inatteso della larghezza della ferita, alterazione del colore, tessuto di granulazione friabile con facilità a sanguinare, cattivo odore, edema, essudato opaco, rigetto/allentamento di sostituti cutanei provvisori, perdita secondaria di aree cheratinizzate. Trattamento delle ferite a rischio di infezione Come trattare la ferita prima che compaiano i sintomi di una possibile infezione? In questo intervallo di tempo è molto importante monitorare la ferita, usare le appropriate medicazioni e soprattutto effettuare una corretta detersione con prodotti quali ad esempio la

6 soluzione acida a base di acido ipocloroso, sia delle ferite acute sia di quelle croniche. Questa soluzione infatti crea un ambiente ideale favorendo un efficace guarigione della lesione. In alternativa è possibile utilizzare soluzione fisiologica. Come trattare una ferita che ha tutti i sintomi di un infezione topica? In questa fase è molto importante utilizzare prodotti antisettici e medicazioni avanzate. Tra gli antisettici hanno dimostrato di essere molto attivi i prodotti a base di ipoclorito di sodio 0,05%, i quali possono essere indicati sia per l antisepsi di ferite acute sia per ferite croniche infette. Quando la ferita risulterà essere pulita e non più infetta sarà vantaggioso utilizzare prodotti a base di collagene e argento (10 ppm) perché favoriscono la cicatrizzazione e accelerano la riparazione tissutale. In questo contesto il collagene ha dimostrato di essere superiore all acido ialuronico. Bibliografia di riferimento European Wound Management Association (EWMA). Documento di posizionamento Gestione delle ferite infette, Krasner DL, Sibbald RG. Diabetic foot ulcer care: assessment and management. In: Browker JH, Pfeifer MA (eds). Levin and O Neal s The Diabetic Foot, 6th edn. St Louis Missouri: Mosby, 2001: Rodeheaver GT. Wound cleansing, wound irrigation, wound disinfection. In: Krasner D, Rodeheaver GT, Sibbald RG (eds). Chronic wound care: a clinical source book for healthcare professionals, 3rd edn. HMP Commmunications 2001: Romanelli M, Pensabene L, et al. Valutazione di una medicazione a base di collagene equino e argento in spray in lesioni a spessore parziale. Acta Vulnologica 2010;8:141-7.

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