ISTITUTO COMPRENSIVO DI MELDOLA FC SCUOLA SECONDARIA DI I^GRADO D. ALIGHIERI

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1 ISTITUTO COMPRENSIVO DI MELDOLA FC SCUOLA SECONDARIA DI I^GRADO D. ALIGHIERI - a.s ************************* Progetto L uovo e l idea 1 : dal conoscere-fare-essere al comprendere gli altri per vivere insieme RICERCA SUL BULLISMO (a cura di Valter Regoli) La presente indagine è stata svolta per mezzo di un questionario appositamente predisposto per rilevare la situazione presente nella scuola secondaria di 1^ grado di Meldola ed ha come obiettivo principale la ricerca di possibili risposte alla richiesta di attenzione alle problematiche dei comportamenti aggressivi nella scuola, della violenza e del disagio fino alle manifestazioni estreme di bullismo. Essa si pone, quale fase preliminare, nell ambito del progetto L uovo e l idea Dal conoscere-fareessere al comprendere gli altri per vivere insieme - che, in collaborazione con gli insegnanti di lettere e di sostegno delle classi terze, tocca con modalità diverse alcune tematiche riguardanti l educazione alla convivenza civile e la diversità e vuole tendere alla ricerca di soluzioni innovative per affrontare, dal punto di vista della prevenzione, i problemi che generano disagio. I risultati ottenuti, destinati a tutti gli insegnanti operanti nella scuola secondaria di 1^ grado, mirano a costruire possibili scenari di intervento rivolti al miglioramento della qualità delle relazioni a scuola ed a calibrare interventi educativo-didattici mirati rispetto ad un problema ineludibile nella vita scolastica. Il questionario per gli alunni, assolutamente anonimo, era composto di 10 domande e strutturato fondamentalmente su tre assi: - sei mai stato oggetto di prepotenze e soprusi (esperienze personali dirette: io vittima ) - hai mai assistito ad episodi di prepotenza (esperienze vissute in qualità di spettatore-astante ) - cosa pensi del problema e cosa proponi Delle 10 domande, nove prevedevano una risposta a scelta multipla e solo una era aperta e facoltativa, riservata a chi avesse voluto riferire favorito dall anonimato eventuali episodi o situazioni ritenuti utili. Le classi Le classi interessate sono state la 3/A, la 3/B e la 3/C per un totale complessivo di 65 alunni, di cui 34 maschi e 31 femmine. L anno di nascita degli intervistati è il 1994 per il 90% di essi ed il 1993 per il restante 10%. Il campione I questionari compilati sono stati 63 (-2 rispetto al totale alunni). Come è evidente, il campione è relativamente ristretto in quanto coinvolge solo 1/3 di tutti gli alunni della scuola secondaria di I grado e non tiene conto della suddivisione per sesso 2. Non è quindi totalmene rappresentativo ed i risultati hanno scopi puramente indicativi (Vedi sotto Obiettivi). Somministrazione Si è cercato di contenere il più possibile i tempi della somministrazione. Essa è avvenuta pertanto in un periodo abbastanza breve (18-26 ottobre 2007) ed è stata effettuata dallo scrivente docente, referente del progetto sull Educazione alla Convivenza Civile, interno all istituto ma non docente delle classi interessate. 1 Se ciascuno di noi ha un uovo e ce lo scambiamo, ognuno di noi avrà un uovo. Se ciascuno di noi ha un idea e ce la scambiamo, ognuno di noi avrà due idee. (Proverbio cinese) 2 Tale suddivisione sarebbe peraltro interessante in quanto da alcune risposte alla domanda aperta si evince che le ragazze sono spesso oggetto di particolare prepotenza da parte dei maschi. Altrettanto interessante sarebbe l estensione dell indagine anche alle classi prime e seconde al fine di potere disporre di una mappatura completa del fenomeno a livello di scuola.

2 Obiettivi Quale proseguimento di un percorso già avviato durante lo scorso anno scolastico con modalità analoghe, la ricerca è stata svolta soprattutto con i seguenti obiettivi interni: favorire la messa a fuoco delle percezioni degli alunni con i quali si interviene e, come si è detto, meglio calibrare gli interventi in futuro; segnalare ad alunni e genitori, anche attraverso questo strumento, una particolare attenzione al problema delle prepotenze e della violenza a scuola, fino al bullismo; avviare un percorso di collaborazione fra insegnanti per svolgere, come gruppo di formazione-intervento, attività di ricerca all interno della scuola. I risultati dell indagine Parte I Esperienze dirette (io vittima ) 1) Sei mai stato oggetto di prepotenze o soprusi da parte di compagni della tua classe o di altre classi? Sì, spesso == Sì, qualche volta 48 No, mai 15 I dati vanno letti insieme a quelli relativi alla domanda n. 6 rispetto ai quali sembrerebbe esserci qualche contraddizione che potrebbe nascondere un senso di riluttanza o di vergogna a dichiarare quando si è stati vittima della prepotenza. 2) Che cosa sei stato costretto a subire? (anche più di una risposta) Prese in giro 43 Scherzi pesanti 8 Esclusione dalle compagnie 9 Offese e insulti 18 Minacce 6 Piccoli furti 1 Furti di oggetti di valore == Richieste di denaro == Aggressioni fisiche == Altro 1 La maggioranza delle risposte indica episodi di bassa-media gravità (prese in giro ed esclusione dalle compagnie) rispetto ad episodi di gravità medio-alta (scherzi pesanti, offese e insulti, minacce, furti). Non vengono segnalate aggressioni fisiche e richieste di denaro benchè, relativamente a quest ultime, nelle risposte alla domanda n. 10 (aperta) venga segnalato un caso di minacce nei confronti di una vittima che aveva solo dimenticato i soldi per il bullo. 3) Dove sono avvenuti questi episodi? (anche più di una risposta) In classe 33 Nei corridoi 22 In palestra (per es. negli spogliatoi) 2 Nei bagni 2 In cortile 6 Durante tragitto casa-scuola ( pulmann, ecc...) 3 In paese, fuori dall orario scolastico 16 Altro 1 Una schiacciante maggioranza indica che gli episodi sono avvenuti nell ambiente scolastico, proprio laddove dovrebbero esserci una maggiore vigilanza ed una maggiore attenzione da parte degli insegnanti.

3 4) E tu, come hai reagito? (anche più di una risposta) Ho riferito l episodio ai miei genitori 11 Ho riferito l episodio ai miei insegnanti 6 Ho chiesto aiuto ai miei compagni 11 Non ho detto niente a nessuno perché avevo paura delle reazioni del/dei bullo/i 4 Non ho detto niente a nessuno perché non volevo che i miei genitori ne venissero a 7 conoscenza Non ho detto niente agli insegnanti perché penso che non avrebbero capito i problemi 6 di noi ragazzi Mi sono vendicato da solo (o penso di vendicarmi ) in altra occasione 14 Altro 5 Le risposte sono abbastanza distribuite, ma prevale la tendenza a non dire nulla o al far da sé (aiuto dei compagni e/o vendetta personale) rispetto al riferire ad insegnanti e genitori. Vedi anche domanda n. 7 5) Come hanno reagito i tuoi compagni che hanno assistito a questi episodi? (anche più di una risposta) Hanno fatto il tifo per il bullo o per la/le persona/e prepotente/i 10 Hanno fatto finta di niente 10 Hanno cercato di aiutarmi 26 Hanno isolato il bullo o la/le persona/e prepotente/i 6 Non hanno reagito perché avevano paura 5 Hanno riferito l episodio ai genitori 3 Hanno riferito l episodio agli insegnanti 3 Altro 1 Anche dalle risposte a questa domanda si rileva che prevale la tendenza al far da sé (aiuto dei compagni e/o isolamento del bullo). Poco rilevanti i casi in cui si dichiara di avere riferito ad insegnanti e genitori. Piuttosto significativo è anche il numero di coloro che hanno fatto il tifo per l aggressore o che hanno fatto finta di niente. Parte II Esperienze vissute come spettatore-astante 6) E tu, hai mai assistito ad episodi di bullismo o comunque ad episodi di prepotenza - che avevano per oggetto un tuo compagno o altre persone di tua conoscenza? Sì, spesso 5 Sì, qualche volta 51 No, mai 7 Vedi quanto indicato alla domanda n. 1 7) Come hai reagito? (anche più di una risposta) Ho riferito l episodio ai miei genitori 8 Ho riferito l episodio ai miei insegnanti 5 Ho cercato di aiutare il compagno (o la persona) che subiva la 36 prepotenza Non ho detto niente a nessuno perché avevo paura delle reazioni 2 del/dei bullo/i Non ho detto niente a nessuno perché non volevo che i miei genitori ne 4 venissero a conoscenza Non ho detto niente agli insegnanti perché penso che non avrebbero 1 capito i problemi di noi ragazzi Non ho detto niente a nessuno perché non erano affari miei e perché 19 penso sia meglio non immischiarsi in cose che non mi riguardano Altro == Vedi quanto indicato alla domanda n. 5. Anche in questo caso è poco rilevante il ricorso a genitori ed insegnanti.

4 Parte III Cosa penso, cosa propongo 8) Secondo te ed in base alla tua esperienza, diretta o indiretta, chi è più facilmente oggetto di prepotenze e soprusi? (anche più di una risposta) I compagni stranieri, con scarsa conoscenza dell italiano o comunque arrivati da 27 poco in Italia I compagni che dimostrano scarsa capacità di difesa o coloro che, in generale, 46 appaiono più deboli rispetto agli altri del gruppo I compagni che, in qualche modo, appaiono diversi (per aspetto, 29 comportamento, abitudini, ecc.) rispetto agli altri del gruppo Solo coloro che fanno la spia, che si immischiano nei fatti degli altri e che, in 20 definitiva, le rogne se le vanno a cercare Altro 2 Una grande maggioranza sembra essere perfettamente consapevole che coloro che sono costretti a subire appartengono a categorie definibili come deboli. D altra parte resta tuttavia preoccupante il numero delle risposte che indicano coloro che subiscono come qualcuno che in qualche modo i problemi se li va a cercare. 9) Secondo te, ed in base alla tua esperienza diretta o indiretta, cosa bisognerebbe fare per prevenire episodi di prepotenza da parte dei più forti nei confronti di coloro che vengono considerati più deboli? (anche più di una risposta) Gli studenti dovrebbero parlare più spesso con gli insegnanti o con i genitori degli 21 episodi avvenuti La scuola dovrebbe individuare e punire severamente i responsabili 30 La scuola dovrebbe prevedere lezioni od incontri nelle classi per parlare di questi 19 argomenti e/o di argomenti inerenti la diversità delle persone e la convivenza civile Sarebbe inutile fare qualsiasi cosa perché i prepotenti purtroppo sono sempre esistiti 14 E meglio non fare niente e lasciare che i ragazzi si arrangino da soli 14 altro == Piuttosto curiosi appaiono i dati relativi alle risposte a questa domanda. La maggioranza sembra auspicare un maggiore intervento da parte della scuola (sia a carattere punitivo sia preventivo) e dei genitori, proprio quando come abbiamo visto dalle risposte alle domande precedenti solo una piccola minoranza dichiara di essersi rivolto ad insegnanti e genitori. La domanda n. 10, aperta e facoltativa, era la seguente: Se vuoi puoi utilizzare le righe seguenti per parlare di una situazione che ti fa sentire escluso/a dal gruppo dei tuoi compagni o per parlare di un episodio particolare che hai vissuto direttamente (od al quale hai assistito) e che ti ha fatto soffrire. Se necessario usa un foglio aggiuntivo. Sono state date n. 26 risposte (41%), fra cui si segnalano in particolare le seguenti: Eravamo in pulmino, nessuno ha fatto il posto a questo ragazzo [straniero] ed egli ha reagito, così due ragazzi si sono menati senza che il pulmista [l autista del pulmann] intervenisse. Molti ragazzi.usano un linguaggio non adeguato verso le compagne,insultandole pesantemente Hanno preso in giro la mia migliore amica ma io non ho potuto fare niente. perché io posso essere presa in giro di più perché sono straniera. Ho assistito diverse volte a litigi fra compagni. Alcune volte si trattava di parole pesanti ma a volte ci sono stati pugni, sgambetti, calci. Un giorno XY mi ha tirato addosso la pianola e mi ha detto che mi picchiava. Non lo ha fatto perché sono scappato.. Secondo me le persone come lui e come ZZ sarebbero da espellere.

5 .. e allora arriva AA che inizia a prenderlo i giro. Noi ritorniamo in classe ma arriva BB che dice perché prendi in giro mio fratello? ed inizia una rissa Ho ricevuto molte offese dalle mie compagne Queste offese e questi insulti mi hanno fatto soffrire molto.. essendo straniera sono stata costretta a ricevere delle offese, anche molto pesanti e sono stata esclusa dalle mie compagne. Questo mi ha fatto molto soffrire. Durante il cambio dell ora due ragazzi hanno iniziato una rissa in classe e si sono tirati addosso due banchi interi. Ho avuto davvero paura di rimanere coinvolta senza che io avessi fatto niente Ho assistito [fuori dalla scuola] ad una rissa fra un ventenne ed un ragazzo di 15 anni. che le ha prese senza che avesse fatto niente. Aveva solo dimenticato i soldi per il bullo (vedi anche nota a domanda n.2) Sintesi delle considerazioni fatte in calce alle diverse risposte Nelle classi coinvolte sono piuttosto numerosi gli episodi in cui qualcuno tratta male qualcun altro, specialmente prendendolo in giro o usando parole offensive e/o minacciose e succede spesso che alcuni/e ragazzi/e escludano qualche compagno/a dal gruppo. Non è chiaramente indicato né il questionario lo prevedeva esplicitamente se i prepotenti/ bulli appartengono sempre alla classe delle vittime e se agiscono da soli o in gruppo 3. In ogni caso è evidente che i comportamenti prepotenti avvengono prevalentemente durante momenti della vita scolastica, non solo in quelli meno presidiati (corridoi durante l intervallo o durante il cambio dell ora, bagni, cortile, ecc.) ma in grande misura anche nella classe stessa. Per la soluzione dei conflitti prevale in generale la tendenza a far da sé ed il ricorso ad insegnanti e genitori non sembra molto significativo. Un po in contraddizione con quanto appena rilevato molti dei ragazzi intervistati vorrebbero che ci fosse un maggiore intervento da parte della scuola, sia per punire (30 risposte) sia per prevenire (40 risposte, se si considerano sia la necessità di parlare più spesso con gli insegnanti sia il desiderio di incontri educativi e formativi riguardanti le diversità e la convivenza civile). Tentativo di conclusione. provvisoria e parziale. Mentre si rileva una generalizzata presenza di comportamenti di tipo aggressivo tra coetanei, sembra che nelle classi coinvolte in questa nostra ristretta ricerca non si sia in presenza di fenomeni di vero e proprio bullismo. Il "bullismo" [il termine italiano è la traduzione letterale di "bullying"] caratterizza infatti il fenomeno delle prepotenze in contesto di gruppo e si configura come un fenomeno dinamico, multidimensionale e relazionale che riguarda non solo l'interazione del prevaricatore con la vittima - che assume atteggiamenti di rassegnazione - ma tutti gli appartenenti allo stesso gruppo con ruoli diversi. Il comportamento del bullo è un tipo di azione continuativa e persistente che mira deliberatamente a far del male o danneggiare qualcuno in vari modi: direttamente attraverso prepotenze fisiche o verbali o indirettamente attraverso una serie di dicerie sul conto della vittima, l'esclusione dal gruppo, l'isolamento, la diffusione di calunnie e di pettegolezzi nonché attraverso altre modalità definite di "cyberbullying", ovvero prepotenze fatte attraverso forme elettroniche (messaggi sms, telefonate al cellulare, foto o video clip, , chat, etc.). 4 3 Un prossimo questionario dovrà essere strutturato in modo più analitico per rilevare tale dato. 4 Il primo studioso che si è interessato al tema è stato il norvegese Dan Olweus, attualmente considerato la massima autorità mondiale in materia di bullismo e di vittimizzazione. Egli ha definito il bullismo nel modo seguente: uno studente è oggetto di azioni di bullismo, ovvero è prevaricato o vittimizzato, quando viene esposto ripetutamente nel corso del tempo alle azioni offensive messe in atto da parte di uno o più compagni.

6 In sintesi il bullismo è caratterizzato da asimmetria di potere tra aggressore e vittima reiterazione intenzionalità cioè da elementi che, se presenti, avrebbero presumibilmente fatto lievitare alcuni dati della nostra ricerca fino a creare dei veri e propri picchi in corrispondenza di determinate opzioni di risposta. A nostro parere, sulla base dei dati elaborati e proprio in considerazione dell assenza di casi classificabili come vero e proprio bullismo, assume grande importanza il lavoro sulle regole sociali ed un lavoro di promozione e prevenzione che rinforzando i singoli ed i gruppi (soprattutto attraverso l osservazione e l ascolto da parte degli adulti, la proposta ai ragazzi di attività per la presa di coscienza e l elaborazione delle proprie emozioni e della possibilità di sospensione dell azione attraverso la loro verbalizzazione ) favorisca l abbassamento del livello quotidiano di violenza tra coetanei a scuola, eventualmente ne impedisca-rallenti lo sbocco in bullismo conclamato e prepari le ragazze ed i ragazzi, ma anche gli adulti, ad affrontarlo più efficacemente e senza lasciarsi disintegrare. 5 ***************************************************************** Bibliografia Di Pietro M., Dacomo M., Fanno i bulli, ce l hanno con me. Manuale di autodifesa positiva per gli alunni, Centro Studi Erickson, 2005 Buccoliero E., Maggi M., Bullismo, Bullismi, Franco Angeli, 2005 Benasayag M., Schmit G., L epoca delle passioni tristi, Feltrinelli, 2005 ************* Ponziani U., Il bullismo: comprensione del fenomeno e proposte di intervento, Materiali corso di formazione organizzato da Provincia e Uff. Scol. Prov.le di Forlì-Cesena, marzo-aprile 2007 Furioso F., Percorso Ti ascolto Questionario sul bullismo, Progetto Provaci ancora Sam, , in Semeraro S., Ricomincia la scuola: attenti ai bulli, in Specchio, Cavallieri M., Bullismo, così cambia ai tempi di Internet, in La Repubblica, Cavallieri M., Scherzi, battute, isolamento: il mobbing è tra i banchi, in La Repubblica ************* Documentazione esperienze svolte da altre scuole in In particolare si segnalano le seguenti: a) I.C. G. Galilei di Massenzatico RE - a.s b) Scuola Secondaria I grado A.Gramsci di Lodi Vecchio (LO) a.s c) C. Marconi-Schiaparelli di Savigliano (CN) a.s d) Comune e Scuola Sec. I grado Ognissanti di Codogno (LO) a.s Filippo Furioso, Percorso Ti ascolto Questionario sul bullismo,progetto Provaci ancora Sam, , in

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