Legionella, condominio in Tribunale

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1 Legionella, condominio in Tribunale Il Supercondominio del comprensorio di San Gregorio, a Padova, è stato citato per danni davanti al Tribunale civile per rispondere della morte di una signora ottantenne, la quale nel 2010 si era ammalata di polmonite bilaterale da legionella contratta durante la permanenza nell'appartamento che la figlia aveva affittato nel complesso immobiliare. La causa si aprirà il prossimo giugno: la figlia dell'anziana sostiene che l'infenzione fatale sarebbe stata causata dalla presenza del batterio nelle acque distribuite dalle condutture condominiali, come risulterebbe dalle analisi svolte dall'azienda Ulss 16 di Padova. Per questo motivo la donna, assistita dall'avvocato Giorgio Caldera, chiede fino a 500 mila euro a titolo di risarcimento per il danno morale e da perdita del rapporto parentale nonché per il danno patrimoniale emergente e da lucro cessante, invocando l'inosservanza dell'obbligo di assicurare la salubrità dell'acqua somministrata dal condominio. Il Supercondominio del comprensorio di San Gregorio si è costituito in giudizio contestando ogni addebito. In ogni caso è chiamata in causa anche Generali Assicurazioni, la compagnia assicuratrice del condominio. Nell'atto di citazione a giudizio l'avvocato Caldera scrive che, in base al periodo di incubazione, l'infezione da legionella non può che essere stata contratta all'interno dell'abitazione occupata dall'ottantenne e che la presenza del batterio è stata accertata grazie alle analisi effettuate all'inizio di novembre dalla Ulss, a seguito del decesso dell'anziana, avvenuto il 23 ottobre del Qualche giorno più tardi la temperatura dell'acqua calda del condominio fu innalzata notevolmente: probabilmente per provvedere alla disinfestazione, sostiene il legale, considerato che uno dei possibili trattamenti contro la legionella consiste nel cosiddetto shock termico. L'avvocato Caldera conclude evidenziando come nel gennaio del 2011 la Ulss rilevò alte concentrazioni di legionella all'interno dell'appartamento sottostante a quello della vittima, sfitto da anni. Soltanto nel gennaio del 2012 furono effettuati lavori di straordinaria manutenzione agli impianti centrali di acqua calda.

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3 COMPLESSO DI VIA PELLIZZO Sospetta legionella, scatta la causa Muore la madre, chiede i danni all amministratore di condominio STANGA. Anziana muore per una polmonite bilaterale da legionella e la figlia chiama in causa l amministratore di condominio per non aver assicurato la salubrità dell acqua: l infezione, secondo la donna, sarebbe stata causata dalla presenza del batterio nelle acque delle condutture condominiali del complesso ex Alleanza di via Pellizzo. V.P., figlia della defunta, difesa dall avvocato Giorgio Caldera del Foro di Venezia, chiede il risarcimento dei danni patrimoniali e non patrimoniali. L amministratore condominiale, costituitosi in giudizio, ha contestato la sussistenza di ogni I fatti. Dal 20 settembre 2010 C.G., classe 1931, viene ospitata dalla figlia nell appartamento di via Pellizzo 14/d. L anziana è reduce da un ricovero per «anemia e leuco-linfopenia di probabile origine mielodisplastica, ernia gastrica jatale, diverticolosi del colon». Il 4 ottobre, viene ricoverata d urgenza a Padova. Morirà il 23 ottobre per polmonite bilaterale da legionella. responsabilità, chiedendo di chiamare in causa la propria compagnia assicuratrice. Il consulente tecnico incaricato dalla figlia della vittima sostiene che l infezione non possa essere stata contratta in ambiente ospedaliero: non vi è compatibilità con i tempi di incubazione. Successive analisi sull acqua del condominio da parte del Servizio Igiene e sanità pubblica dell Usl 16 avrebbero accertato la presenza del batterio della legionella all interno di un appartamento sfitto da anni nel complesso della Stanga. Subito dopo i prelievi, la figlia ha riscontrato, come riportato nell atto di citazione, «un improvviso, elevatissimo innalzamento della temperatura dell acqua calda tale da impedire di fare il bagno e di lavare i piatti». Il difensore di V.P. sottolinea come uno dei possibili trattamenti di disinfezione da legionella sia proprio lo shock termico. Peraltro nell atto di citazione viene sottolineato come «i condòmini avessero ripetutamente denunciato la sussistenza dall estate 2010 di inconvenienti igienici nella distribuzione dell acqua di rubinetto, quali interruzioni improvvise e prolungate dell erogazione, ricorrente fuoriuscita di acqua di colore marrone-arancione» e che «solo nel novembre 2012 sono stati eseguiti i lavori di straordinaria manutenzione agli impianti centrali dell acqua calda». La prima udienza della causa civile è fissata per il 5 giugno.

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5 Rovigo - In attesa degli esami in arrivo da Padova la Procura di Rovigo ha aperto un fascicolo per l'ultimo caso di "legionella". Il pm di turno, infatti, non ha atteso gli esiti di laboratorio su alcuni campioni di tessuti prelevati dalla salma del 78enne deceduto all'ospedale di Rovigo, disponendo al contempo l'autopsia. L'indagine della Procura avviene parallelamente all'inchiesta medica, per così dire interna, disposta immediatamente dall'azienda sanitaria nell'immediatezza del decesso. Atti dovuti, entrambi, anche se a sbrogliar la matassa di questo secondo decesso - il primo risale al potrebbero essere a breve i risultati dei test su cui lavora da giorni un laboratorio padovano e che dovrebbero esser resi noti entro e non oltre la settimana. O, in alternativa, le verifiche disposte nella casa del pensionato deceduto che, qualora negative, starebbero a significare soltanto una cosa: che il virus che ha condotto alla morte il paziente è stato contratto in corsia.

6 Anziano ucciso dalla legionella, Il contagio è stato in ospedale Le analisi: il batterio è nell area più vecchia della struttura. Nessuna chiusura di reparti o traslochi di pazienti. Un precedente nel 2009 ROVIGO I primi accertamenti effettuati presso i Laboratori dell Arpav (l Agenzia ambientale della Regione) di Padova hanno confermato la presenza ambientale di legionella all ospedale di Rovigo. Trovano così conferma le ipotesi sulla morte di un pensionato polesano di 75 anni, malato terminale di tumore e già molto debilitato, deceduto la mattina del 3 giugno scorso nel reparto di Malattie infettive al «Santa Maria della misericordia» risultando positivo al batterio. La legionella sarebbe stata riscontrata nel corpo «M» del nosocomio, quello più antico. Almeno per ora, comunque, non vi saranno «rivoluzioni» al «Santa Maria della misericordia». Niente reparti chiusi o traslochi in massa di pazienti. Come spiega il direttore generale dell Usl 18 Arturo Orsini «si è in attesa di ulteriori e più approfondite indagini, che sono state commissionate ai laboratori dell Istituto superiore di sanità». Prima di intervenire in maniera significativa, l obiettivo è capire quanto sia diffuso e virulento il batterio scoperto grazie alle analisi dell Arpav padovano. Intanto, l azienda socio-sanitaria ha adottato tutti gli accorgimenti utili a tutelare gli ambienti ospedalieri. Ovvero i lavaggi delle tubazioni con biossido di cloro, che su questo batterio ha un efficace effetto disinfettante e l applicazione di filtri specifici. Intanto la Procura rodigina ha aperto un fascicolo sull accaduto e disposto l autopsia del pensionato 75enne. Finora, non v era alcuna certezza che vi fosse legionellosi al «Santa Maria della misericordia». Gli altri venti pazienti ricoverati in reparto col deceduto erano stati sottoposti agli esami del caso, risultando tutti negativi all infezione. Una volta giunta la notizia della positività alla legionella del 75enne il dipartimento di prevenzione dell azienda socio-sanitaria polesana aveva predisposto tutti i campionamenti di acqua, la fonte di trasmissione del batterio, nelle stanze del reparto ospedaliero. Oltre a ciò, i tecnici del dipartimento avevano prelevato campioni d acqua anche a casa del pensionato. Anche questi erano stati inviati a Padova per le analisi del caso, risultando negativi.

7 21:33 - Le legionellosi, o malattia del legionario è un'infezione polmonare causata dal batterio Legionella pneumophila, che non si trasmette da persona a persona, ma da flussi di aerosol e di acqua contaminata, come nel caso di ambienti condizionati o l'uso di umidificatori, spiega l'istituto superiore di sanità in una scheda del Centro nazionale di epidemiologia. Il batterio si riproduce soprattutto in ambienti umidi e tiepidi o riscaldati, come i sistemi di tubature, i condensatori, le colonne di raffreddamento dell'acqua. Sedimenti organici, ruggini, depositi di materiali sulle superfici dei sistemi di stoccaggio e distribuzione delle acque facilitano l'insediamento della legionella, che può manifestarsi in due forme, la malattia del legionario vera e propria, che frequentemente include una forma più acuta di polmonite, e la febbre Pontiac, una forma molto meno grave. La legionellosi, spiega l'iss, "pone un serio problema di salute pubblica, perché costituisce un elemento di rischio in tutte le situazioni in cui le persone sono riunite in uno stesso ambiente, come case di cura, ospedali, piscine e terme e altri luoghi pubblici, in cui è in funzione un sistema di condizionamento, umidificazione, trattamento dell'aria o ricircolarizzazione delle acque".

8 Ucciso dalla legionella mentre era in vacanza Guglielmo Mazzucchi aveva 69 anni e viveva a Ponte di Brenta. Il quadro clinico si è aggravato in due settimane. Colpa del condizionatore Il parere dell'infettivologo Paolo Cadrobbi Le regole per prevenire la diffusione del batterio Il ritratto di Guglielmo Mazzucchi, ucciso dalla legionella Ucciso dalla legionella mentre era in vacanza PADOVA. L'infezione, letale, se l'è portato via in poco più di 15 giorni. Guglielmo Mazzucchi, 69 anni, di Ponte di Brenta, non è riuscito a sconfiggere una polmonite fulminante causata dal batterio della legionella. Un'infezione tanto aggressiva quanto rapida che l'ha colpito improvvisamente i primi giorni di luglio, mentre si trovava in vacanza a Brunico con la moglie Elsa. All'inizio solo qualche colpo di tosse, poi le condizioni di salute che si aggravano in modo repentino, infine il ricovero all ospedale della cittadina della Val Pusteria: il quadro clinico di Mazzucchi è precipitato nel giro di un paio di giorni. Il batterio della legionella, che nella maggioranza dei casi risponde bene alla terapia farmacologica, si è presentato da subito in una delle sue forme più aggressive e il personale medico ha dovuto optare per il coma farmacologico. È seguito il trasferimento all'ospedale di Padova dove, nel reparto di terapia intensiva del Centro "Gallucci", si è tentato di tutto per cercare di combattere l'infezione, che purtroppo aveva già compromesso in modo irreparabile i polmoni del sessantanovenne. A nulla sono valse le terapie antibiotiche e l'ausilio di apparati medicali usati in questi casi di estrema emergenza: lo scorso venerdì notte Mazzucchi se n'è andato, senza mai riprendere conoscenza. Ancora incredula la famiglia, che mai avrebbe immaginato di perdere Guglielmo, uomo attivo e in salute, in pensione dopo essere stato dirigente di un azienda che commercializza caldaie, da sempre impegnato in parrocchia e nel gruppo sportivo di Ponte di Brenta, in un modo così rapido e tragico. La moglie Elsa racconta l'incredibile parabola della malattia del marito con un dolore composto, ma che si può quasi toccare. «I medici ci hanno detto che potrebbe aver contratto l'infezione una decina di giorni prima dei sintomi, in qualsiasi ambiente climatizzato: dal supermercato all'ambulatorio medico, ogni posto potrebbe essere a rischio. Ma la vera sfortuna è stata di essere venuto in contatto con una forma di batterio altamente aggressiva, evento che capita in una percentuale molto bassa di casi. Si è trattato di sfortuna, una grandissima sfortuna. Poteva capitare a chiunque è purtroppo è capitato a lui», continua la moglie. Un uomo dinamico, Guglielmo Mazzucchi, che i suoi 69 anni se li portava benissimo: pieno di interessi, sempre in movimento, aveva solo qualche acciacco legato al nervo sciatico. La figlia Marta stringe fra le mani una foto recente del padre, sorridente, con in braccio la nipotina, nata un anno fa dall'altro figlio Marco, 39 anni. Un'istantanea di felicità che sembra irreale in un momento di dolore e sconcerto come questo. «Negli ultimi anni, da che era andato in pensione, siamo diventati l'uno l'ombra dell'altra: eravamo sempre insieme, facevamo tutto insieme», continua la vedova.

9 AVVISO PER LE STRUTTURE ALBERGHIERE Si ritiene opportuno richiamare l attenzione dei nostri operatori del settore alberghiero sul rischio legionellosi. Si tratta di una grave forma di polmonite causata dal batterio Legionella molto diffuso in natura e che può raggiungere concentrazioni pericolose nelle condotte di acqua non adeguatamente manutenute o negli impianti di climatizzazione. Poiché negli ultimi anni si è verificato un notevole incremento dei casi di legionellosi associato alla permanenza nelle strutture ricettive, dal 2005 è in vigore il Provvedimento 13 gennaio 2005 (G.U. n. 28 del 4 febbraio 2005) che stabilisce le Linee guida recanti indicazioni sulla legionellosi per i gestori di strutture turistico-ricettive e termali Ogni struttura ricettiva deve individuare una persona responsabile per l identificazione e la valutazione del rischio potenziale di infezione, che sia esperto e che comprenda l importanza della prevenzione e dell applicazione delle misure di controllo. È necessario inoltre istituire un registro per la documentazione degli interventi di valutazione del rischio e di manutenzione, ordinari e straordinari, sugli impianti idrici e di climatizzazione. Tutti gli interventi devono essere approvati e firmati dal responsabile. Nel caso in cui venga evidenziata la presenza di un potenziale rischio (ad esempio, la temperatura dell acqua calda è inferiore a quella raccomandata, la concentrazione di disinfettante non raggiunge il livello necessario per l abbattimento della carica batterica, ecc.) occorre effettuare un campionamento dell acqua in un numero di siti che sia rappresentativo di tutto l impianto idrico. A seconda dell esito del campionamento, andranno adottate alcune specifiche misure. Ricordiamo infine che le autorità sanitarie hanno la possibilità di ispezionare le strutture ricettive e, nel caso in cui venga accertata la presenza di legionelle, di imporre la bonifica ed eventualmente ordinarne la chiusura. Inoltre, le strutture ricettive, sulla base delle norme generali del nostro ordinamento, sono responsabili civilmente e penalmente nel caso in cui un ospite contragga tale malattia durante il soggiorno.

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