LA COMUNICAZIONE: CARATTERISTICHE GENERALI
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- Ada Dolce
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1 LA COMUNICAZIONE: CARATTERISTICHE GENERALI (CODICE E TECNICHE DI COMUNICAZIONE) FONTI: Verzini-Zanarini-Stagnoli «Società da capire, società da agire» Giovanna Colli «Punto com» vol A D Isa Foschini «Psicologia»
2 DEFINIZIONE DAL LATINO CUM (CON, INSIEME) MUNIRE ( COSTRUIRE, LEGARE)
3 COMUNICARE VUOL ANCHE DIRE ESPORSI MANIFESTARE IL PROPRIO PENSIERO LE PROPRIE INTENZIONI COL RISCHIO DI ESSERE GIUDICATI
4 GLI ELEMENTI DELLA COMUNICAZIONE EMITTENTE RICEVENTE MESSAGGIO CODICE CANALE CODIFICA E DECODIFICA CONTESTO
5 EMITTENTE COLUI CHE INVIA IL MESSAGGIO POSSIEDE UN CODICE CONDIVISO CODIFICA IL MESSAGGIO
6 RICEVENTE COLUI CHE RICEVE IL MESSAGGIO POSSIEDE UN CODICE CONDIVISO DECODIFICA IL MESSAGGIO
7 MESSAGGIO IL MESSAGGIO HA SEMPRE DUE DIMENSIONI CONTENUTO DATI,INFORMAZIONI, OPINIONI RELAZIONE RICONOSCIMENTO, ACCETTAZIONE, INTERESSE OPPURE RABBIA, FASTIDIO
8 CODICE RAPPRESENTA IL LINGUAGGIO E IL SISTEMA DI REGOLE PER TRASFORMARE I SEGNI IN MESSAGGIO
9 RISCHI CHE SI CORRONO NELLA COMUNICAZIONE PRIMA DI TUTTO IL GIUDIZIO DEGLI ALTRI POI GLI ERRORI NELL INTERPRETAZIONE DEL MESSAGGIO
10 COME CORREGGERE L INTERPRETAZIONE DEL MESSAGGIO CONOSCERE L EMITTENTE CONOSCERE LA SUA STORIA ESSERE ETEROCENTRATI PORSI DA UN PUNTO DI VISTA ESTERNO ALLA PROPRIA PERSONA IN MANIERA IL PIU POSSIBILE OGGETTIVA ESSERE EMPATICI PORSI «NEI PANNI DELL ALTRO»
11 IL LINGUAGGIO O LINGUAGGI? LINGUAGGI PERCHE SONO TANTI LI DIVIDEREMO IN 3 CATEGORIE LINGUAGGIO VERBALE LINGUAGGIO PARAVERBALE LINGUAGGI NON VERBALI
12 VERBALE-PARAVERBALE-NON VERBALE 7 VERBALE 7% PARAVERBALE 38% 38 NON VERBALE 55% 55
13 PERCHE IL LINGUAGGIO VERBALE HA UN INCIDENZA COSI BASSA? LA LINGUA E IL LINGUAGGIO PIU GIOVANE DAL PUNTO DI VISTA EVOLUTIVO QUINDI PER MILIONI DI ANNI L UOMO HA USATO I LINGUAGGI NON VERBALI COME TUTTE LE ALTRE SPECIE
14 LINGUAGGIO VERBALE SI RIFERISCE ALLE PAROLE SIA SCRITTE CHE ORALI ESSO UTILIZZA DEI SIMBOLI (LE PAROLE APPUNTO) INOLTRE UTILIZZA IL RAPPORTO FRE LE PAROLE (LA POSIZIONE CHE SERVE PER STABILIRE LA FUNZIONE DI QUELLA PAROLA)
15 COMUNICAZIONE PARAVERBALE SONO TUTTI GLI ELEMENTI CHE ENTRANO IN GIOCO DURANTE LA COMUNICAZIONE: TONO - VOLUME - PAUSE VELOCITÀ - SOSPIRI - RITMO ECC SE È IN SINTONIA CON IL LINGUAGGIO VERBALE OK( NE SOTTOLINEA TUTTI GLI ELEMENTI). SE NON C È SINTONIA IL PARAVERBALE È UN LINGUAGGIO INDIPENDENTE CHE VA INTERPRETATO A RETTIFICA DELLE PAROLE STESSE
16 IL TONO LA STESSA FRASE PUO INDICARE DOMANDA APPROVAZIONE DISAPPROVAZIONE L EMOZIONE CHE STO PROVANDO IL MIO STATUS E IL RUOLO SOCIALE
17 IL RITMO IL RITMO VIENE NOTATO SUBITO QUANDO NON CORRISPONDE ALLE ASPETTATIVE IL RITMO DIVERSO DI LINGUE DIVERSE LA MELODIA DELL ELOQUIO DESIGNA IL MODO IN CUI ALZIAMO O ABBASSIAMO LA VOCE CONTIENE NUMEROSE UNITÀ INFORMATIVE SIA SUL PIANO DEL CONTENUTO SIA SU QUELLO DELLA RELAZIONE
18 LA VELOCITÀ DELL ELOQUIO 200 SILLABE AL MINUTO 350 SILLABE AL MINUTO 500 SILLABE AL MINUTO PARLARE LENTO PARLARE NORMALE PARLARE VELOCE ACCANTO ALLA VELOCITÀ ASSOLUTA, ESISTONO DIFFERENZE DI VELOCITÀ DA UNA PERSONA ALL ALTRA E NELLA STESSA PERSONA DA UN MOMENTO ALL ALTRO.
19 LE PAUSE A COSA SERVONO? IMPRIMERE MAGGIORE FORZA ALLE PAROLE CHE SEGUONO SI VUOLE RIFLETTERE DARE ALL ALTRO LA POSSIBILITÀ DI ESPRIMERSI SI È DISTRATTI DA QUALCOSA PAUSE DI IMBARAZZO, QUANDO SI SPERA CHE L ALTRO INTERVENGA PAUSE STRATEGICHE, QUANDO SI VUOLE CHE L ALTRO INTERVENGA
20 LINGUAGGI NON VERBALI QUELLI PIU IMPORTANTI SONO POSTURA MIMICA FACCIALE GESTUALITA PROSSEMICA Ma sono importanti anche altri linguaggi non verbali come: abbigliamento uso dei colori arredamento cinema educazione moda
21 POSTURA RAPPRESENTA LA MIA MODALITA DI OCCUPARE LO SPAZIO QUANDO STO IN PIEDI QUANDO CAMMINO QUANDO SONO SEDUTO SPAZIO-MONDO
22 LA POSTURA: LA POSIZIONE ERETTA
23 La postura: il modo di camminare L ANDATURA
24 LA POSTURA: IL MODO DI STARE SEDUTI
25 Mimica facciale
26 PAUL EKMAN (1934) PSICOLOGO STATUNITENSE insieme a WALLACE V. FRIESEN Ricercatore ha pubblicato:
27 LE SEI EMOZIONI PRIMARIE COLLERA PAURA DISGUSTO SORPRESA FELICITA TRISTEZZA
28 ESPRESSIONI FACCIALI INFORMANO GLI INDIVIDUI DELLA STESSA SPECIE RELATIVAMENTE A CIÒ CHE STA ACCADENDO ALL INTERNO DELLA PERSONA CIÒ CHE È ACCADUTO PRIMA E QUELLO CHE STA PER SUCCEDERE LE ESPRESSIONI FACCIALI DELLE EMOZIONI SONO FONDAMENTALI PER LO SVILUPPO E LA REGOLAZIONE DELLE RELAZIONI INTERPERSONALI
29 GESTUALITA Gesti simbolici o emblematici SOSTITUISCONO LA COMUNICAZIONE VERBALE POSSONO ESSERE UTILIZZATI QUANDO LA COMUNICAZIONE VERBALE È IMPEDITA PER RAFFORZARE LO SCAMBIO COMUNICATIVO
30 Gesti DESCRITTIVI O ILLUSTRATORI SONO TUTTI I VARI MOVIMENTI CHE ACCOMPAGNANO LA COMUNICAZIONE VERBALE ILLUSTRANDO CIÒ CHE SI DICE SERVONO PER AMPLIARE SOTTOLINEARE LA COMUNICAZIONE PER ESEMPIO VENGONO ACCENTUATI QUANDO NON SI PARLA BENE LA LINGUA DELL INTERLOCUTORE PER FAVORIRE LA COMUNICAZIONE CHE ALTRIMENTI SAREBBE SCARSA.
31 GESTI DI MANIFESTAZIONE AFFETTIVA LE DIVERSE EMOZIONI E SENTIMENTI
32 Gesti adattivi SERVONO PER DOMINARE I PROPRI STATI D ANIMO
33 EDWART HALL( ) antropologo LA BOLLA PROSSEMICA
34 Prossemica EDWARD HALL: LE 4 ZONE ZONA INTIMA: SITUAZIONE DI CONTATTO FISICO(0/45cm.) ZONA PERSONALE: POSSIBILITÀ DI CONTATTO FISICO- AMICIZIA(45/120cm.) ZONA SOCIALE: NESSUN CONTATTO FISICO-LAVORO(120/360) ZONA PUBBLICA: NON SI PERCEPISCONO I DETTAGLI DEL CORPO DELL INTERLOCUTORE. COMIZIO-CONVEGNO-ECC.(360/+) ZONA CUSCINETTO: ZONA DA NON INVADERE NEL CASO AVVENISSE SI FINGE UNA DISTANZA VIRTUALE PER OGNI ZONA DI HALL BISOGNA CONOSCERE: Distanza Obbiettivi Modalità comunicative
35 3 REGOLE PER NON SBAGLIARE NELL INTERPRETAZIONE LEI LINGUAGGI NON VERBALI LEGGERE I GESTI NELL INSIEME FARE ATTENZIONE ALLA COERENZA LEGGERE I GESTI NEL CONTESTO
36 LEGGERE I GESTI NELL INSIEME UN SOLO GESTO O SEGNALE NON PUO DIRMI CON CERTEZZA A QUALE SIGNIFICATO DEVO ATTRIBUIRLO DEVO CONTROLLARE TUTTI I SEGNALI PROVENIENTI DAL MIO INTERLOCUTORE PIU SEGNALI, O MEGLIO, PIU LINGUAGGI NON VERBALI MI DARANNO MAGGIORI CERTEZZE
37 LA COERENZA SE L INCOERENZA AVVIENE FRA LV e LNV FACILMENTE CREDEREMO AL LNV LE INCONGRUENZE METTONO A DISAGIO CREANO SFIDUCIA SOSPETTO
38 LEGGERE I GESTI NEL CONTESTO LO STESSO GESTO IN UN DIVERSO CONTESTO ASSUME SIGNIFICATO DIVERSO
39 RIVEDIAMO LA STESSA IMMAGINE IN UN DIVERSO CONTESTO
40 LE DOMANDE DA PORSI PRIMA DI COMUNICARE CON QUALCUNO A CHI MI RIVOLGO? Che status ha, ruolo, ecc, QUAL E IL SUO MOD. CULTURALE? PROVENIENZA, GRUPPO DI APPARTENENZA, ABITUDINI, STILE DI VITA QUALI SONO LE SUE ASPETTATIVE? cosa potrebbe logicamente aspettarsi da me che interesse potrebbe nutrire per me quali obiettivi vuole raggiungere per sé QUALI LINGUAGGI USA soprattutto come li usa
41 La comunicazione efficace CHIAREZZA RAZIONALITÀ CREDIBILITÀ DELLA FONTE MOTIVAZIONE DEL RICEVENTE N.B. SPESSO GLI EQUIVOCI DIPENDONO DALLA VERGOGNA NEL CHIEDERE ULTERIORI SPIEGAZIONI
42 QUANDO LA COMUNICAZIONE NON E EFFICACE DARE ORDINI MINACCIARE ESORTARE CONSIGLIARE PERSUADERE GIUDICARE ELOGIARE- ASSECONDARE ETICHETTARE INTERPRETARE CONSOLARE/ MINIMIZZARE INDAGARE SCHERZARE
43 DOPPIO LEGAME DI BATESON CONTRADDIZIONE FRA LIVELLO ESPLICITO DELLA COMUNICAZIONE E LIVELLO IMPLICITO (PARAVERBALE, POSTURA, ECC. ) QUESTA SITUAZIONE CREA FORTE DISAGIO NELL INTERLOCUTORE IL QUALE NON SA DECIDERE A QUALE LIVELLO CREDERE
44 LA RISPOSTA RELAZIONALE CI POSSONO ESSERE 3 TIPI DI RISPOSTA CONFERMA ACCETTAZIONE DEI RECIPROCI RUOLI RIFIUTO RIFIUTO DEL RUOLO DELL ALTRO DISCONFERMA NEGAZIONE TOTALE DELL ALTRO: NON ESISTE
45 Pragmatica della comunicazione NASCE IN CALIFORNIA NEL 1970 IDEE BASILARI: FEEDBACK: RETROAZIONE,INFORMAZIONE DI RITORNO. ESSO AGISCE IN ITINERE È UN PROCESSO CIRCOLARE IN CUI SI HA UNA CONTINUA INTERAZIONE TRA EMITTENTE E RICEVENTE. OGNI COMUNICAZIONE = UN COMPORTAMENTO E VICEVERSA
46 Assiomi della comunicazione ASSIOMA = VERITÀ INDIMOSTRABILE PERCHÉ PALESEMENTE VERA
47 PRIMO ASSIOMA Non si può non comunicare
48 SECONDO ASSIOMA La comunicazione prevede un contenuto e una relazione (feedback) vedi tabella accordo/disaccordo
49 SECONDO ASSIOMA CONTENUTO ACCORDO ACCORDO DISACCORDO DISACCORDO RELAZIONE ACCORDO DISACCORDO ACCORDO DISACCORDO
50 TERZO ASSIOMA Punteggiatura (paraverbale)- LA COMUNICAZIONE E la PUNTEGGIATURA DELLA SEQUENZA DI EVENTI
51 QUARTO ASSIOMA Ogni comunicazione ha due forme possibili linguaggio verbale linguaggio non verbale
52 QUINTO ASSIOMA Tra i 2 interlocutori si stabilisce una relazione SIMMETRICA Entrambi gli interlocutori sono sullo stesso piano O COMPLEMENTARE TRA GLI INTERLOCUTORI VI È DISLIVELLO: A=POSIZ. SUPERIORE B=POSIZ. INFERIORE A SOLO SE B
53 GLI STILI COMUNICATIVI PIU DIFFUSI STILE DOMINANTE STILE DRAMMATICO STILE POLEMICO ATTEGGIAMENTO DI SUPERIORITA POSTURA SICURA SGUARDO DIRETTO ATTEGGIAMENTO ESAGERATO ENFATIZZAZIONE RETORICA ATTEGGIAMENT I PROVOCATORI E AGGRESSIVI IMPOSIZIONE DELLE PROPRIE IDEE STILE APERTO ATTEGGIAMENTO ESPANSIVO E SINCERO EQUILIBRIO
54 LO STILE COMUNICATIVO DELL OPERATORE SOCIO-SANITARIO INFORMATIVO FORNIRE INFORMAZIONI SULLA MALATTIA E LE CURE DELIBERATIVO INDICARE CIO CHE SAREBBE MEGLIO FARE PATERNALISTICO SELEZIONA LE INFORMAZIONI GUIDANDO VERSO UNA SCELTA RITENUTA MIGLIORE
55 DI COSA TENER CONTO? L UTENTE E SPESSO SCONVOLTO EMOTIVAMENTE PUO DIVENTARE AGGRESSIVO E MOLTO DIFFICILE DISCUTERE SERENAMENTE L UTENTE HA BISOGNO DI RASSICURAZIONI BISOGNA ASOLTARE, DARE FIDUCIA, USARE L EMPATIA
56 E SE L UTENTE HA UNA PATOLOGIA PSICHICA? IN QUESTO CASO OLTRE ALLE TECNICHE COMUNICATIVE SERVONO SPECIFICHE CONOSCENZE PROFESSIONALI
57 LA MENZOGNA E UN PROBLEMA MORALE INFATTI QUALCHE VOLTA UNA MENZOGNA PUO FAVORIRE LA DISPONIBILITA DELL UTENTE A SOTTOPORSI A CURE CHE ALTRIMENTI RIFIUTEREBBE OPPURE SAPENDO LA VERITA PRECIPITEREBBE IN DEPRESSIONE IL MEDICO O L OPERATORE SANITARIO SI TROVANO MOLTO SPESSO NELLA CONDIZIONE DI SCEGLIERE QUALE SIA IL MALE MINORE
58 IL DILEMMA DELL OSS L UTENTE E UN CITTADINO, UNA PERSONA CON LA SUA DIGNITA L OSS SVOLGE UN SERVIZIO CHE HA DIRITTO A SAPERE LA VERITA DEVE CONQUISTARE LA FIDUCIA DELL UTENTE CHE HA DIRITTO DI SCELTA ATTRAVERSO LA MENZOGNA PUO PERDERE TALE FIDUCIA
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