Decisione N del 29 settembre 2016

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1 COLLEGIO DI ROMA composto dai signori: (RM) SIRENA (RM) GRECO (RM) POZZOLO Presidente Membro designato dalla Banca d'italia Membro designato dalla Banca d'italia (RM) GRANATA Membro designato da Associazione rappresentativa degli intermediari (RM) CHERTI Membro designato da Associazione rappresentativa dei clienti Relatore GRANATA ENRICO Nella seduta del 15/07/2016 dopo aver esaminato: - il ricorso e la documentazione allegata - le controdeduzioni dell intermediario e la relativa documentazione - la relazione della Segreteria tecnica FATTO Con ricorso presentato in data , preceduto da reclamo spedito con raccomandata A/R del , la ricorrente principale, assistita da associazione di consumatori, riferisce di essere titolare pro quota (al 70%), insieme al marito cointestatario del ricorso (al 30%), di un contratto di mutuo stipulato in data con la banca resistente. All atto della sottoscrizione del suddetto contratto detta banca proponeva alla ricorrente principale di stipulare una polizza assicurativa denominata Serenity (tramite adesione alle polizze collettive n. 5301/03 e n. 5202/02) a garanzia dell adempimento delle obbligazioni contrattuali, in caso, tra l altro, di perdita del lavoro. La ricorrente sottoscriveva successivamente, in data , con la medesima compagnia di assicurazione un ulteriore polizza cd. Reddito protetto, al fine di tutelarsi contro eventi quali, fra l altro, la perdita di impiego. In data la ricorrente perdeva il proprio impiego e, conseguentemente, domandava l attivazione della polizza a garanzia del mutuo contratto con la convenuta nel marzo La Compagnia di Assicurazione, tuttavia, rifiutava di corrispondere qualsiasi indennizzo, adducendo quale giustificazione il fatto che la ricorrente principale, al momento della Pag. 2/7

2 stipula del mutuo e della sottoscrizione della polizza, si trovava in cassa integrazione e, pertanto, in una condizione ostativa alla legittima insorgenza del rapporto assicurativo. Identica risposta veniva fornita da detta compagnia per la seconda polizza, cd. Reddito protetto : difatti, in data la ricorrente principale riceveva risposta negativa alla domanda di attivazione della copertura assicurativa perché la stessa non operava per i licenziamenti degli assicurati che prima della adesione si trovassero in una procedura di mobilità o cassa integrazione. Affermano i ricorrenti che le giustificazioni addotte dalla Compagnia di assicurazione non possono essere ritenute in alcun modo accettabili. Affermano inoltre che la banca convenuta, al momento della sottoscrizione del contratto di mutuo e della contestuale polizza assicurativa, era perfettamente a conoscenza della situazione lavorativa della ricorrente principale (che aveva trasmesso la documentazione attestante la propria situazione lavorativa il ) e nulla ha obiettato in proposito. Aggiungono che non vi è alcun clausola contrattuale, in sede di polizza, che preveda l impossibilità di sottoscrivere la polizza ove l assicurato sia in cassa integrazione né alcuna informativa è stata fornita a riguardo. Sostengono i ricorrenti che: - il contratto di assicurazione va ritenuto del tutto regolare e quindi perfettamente operante; - ovvero, al contrario, tale contratto va considerato viziato ab origine, ma in questo caso la banca non solo avrebbe dovuto informare i ricorrenti, ma non avrebbe nemmeno dovuto proporre la stipula, essendo consapevole dell asserita situazione ostativa all insorgenza del rapporto assicurativo (la ricorrente principale afferma di aver trasmesso alla banca convenuta tutta la documentazione attestante la propria situazione lavorativa da cui risultava che il , prima quindi della stipula del mutuo avvenuta il , era in cassa integrazione). Per quanto precede, i ricorrenti chiedono che venga dichiarata operante la copertura assicurativa prevista dalle polizze in oggetto e in ogni caso di essere tenuti indenni da qualsiasi pregiudizievole conseguenza. Con controdeduzioni in data la banca resistente afferma che il i ricorrenti stipulavano un contratto di mutuo per un importo complessivo di euro ,41, suddiviso in due quote di euro ,62 e di euro ,79, a tasso variabile e durata trentennale, e sottoscrivevano il giorno successivo una polizza assicurativa collegata al finanziamento de quo, denominata Serenity ed intestata alla ricorrente principale, pagando in soluzione unica anticipata il premio di 6.419,21. Tale polizza prevedeva determinate categorie di rischio assicurabili, corrispondenti al decesso, invalidità, inabilità, malattia grave e perdita d impiego. In data la ricorrente principale sottoscriveva un altra polizza assicurativa, denominata Reddito Protetto, che tutela gli assicurati in caso di perdita della fonte primaria di reddito, in caso di perdita del posto di lavoro, inabilità totale temporanea e ricovero ospedaliero. A seguito di denuncia della perdita di impiego la compagnia di assicurazione comunicava alla ricorrente, con lettere del , il rifiuto di pagamento degli indennizzi per entrambe le polizze citate, essendo la perdita di impiego conseguenza della Cassa Integrazione Guadagni, nota alla data di stipula del contratto, ipotesi che rientra tra le esclusioni di polizza, ma confermando al contempo la disponibilità a rimborsare il premio versato in fase di sottoscrizione della copertura assicurativa, dovendosi intendere in tal caso il contratto cessato. Pag. 3/7

3 Con riferimento alla sola polizza Reddito Protetto, la ricorrente formulava richiesta di rimborso del premio a seguito di sinistro rifiutato, cui faceva seguito, nel gennaio 2016, il rimborso dell importo complessivo di 220,00. Con successiva lettera di reclamo dell la ricorrente principale presentava nuovamente richiesta di attivazione della polizza Serenity, cui la Compagnia di assicurazione dava riscontro negativo, confermando le motivazioni del rifiuto già espresse in precedenza e la disponibilità al rimborso del premio a suo tempo corrisposto. Ciò posto, la banca resistente eccepisce in primo luogo l incompetenza ratione materiae dell ABF trattandosi di controversia attinente un contratto di assicurazione, del quale viene contestata la corretta esecuzione da parte della Compagnia assicuratrice e nello specifico la mancata attivazione di una polizza da parte della Compagnia stessa, a seguito del verificarsi di un sinistro. Cita alcune pronunce dell ABF in cui si afferma che mentre è possibile sostenere che, in alcuni casi, la competenza dell Arbitro si estende anche ai rapporti accessori e strumentali all operazione finanziaria di sua specifica competenza ma solo qualora la questione attenga ad eventuali irregolarità o violazioni relative alla fase genetica del rapporto accessorio, esula, invece, dalla competenza dell Arbitro in conformità a quanto disposto dalle Disposizioni sui sistemi di risoluzione stragiudiziale delle controversie in materia di operazioni e servizi bancari e finanziari ogni questione relativa alla corretta esecuzione del contratto assicurativo o che possa sorgere in relazione a questo profilo (Collegio di Roma, decisione n del 28/10/2011; Collegio di Roma, decisione n. 1969/2012; Collegio di Milano, decisione n. 1223/2013; Collegio di Milano, decisione n. 2291/2013). Cita altresì la decisione con cui il Collegio di Napoli (n. 5455/14) ha avuto modo di chiarire che ove si chieda all ABF di pronunciarsi sul contenuto di alcune clausole contrattuali di natura assicurativa e della loro applicabilità [ ]. [ ] si dovrebbe entrare specificamente nel merito del contenuto di alcune clausole contrattuali di natura assicurativa, attività questa che è da ritenersi esulare dalla competenza dell Arbitro Bancario Finanziario (cfr. Collegio ABF di Milano, decisione n. 1117/11). In secondo luogo, nel caso in cui il Collegio dovesse riconoscersi competente a decidere nel merito la controversia in oggetto, la banca solleva un ulteriore eccezione di improcedibilità per carenza di legittimazione passiva, trattandosi di ricorso che verte sulla mancata erogazione di una prestazione assicurativa. Chiede pertanto al Collegio di rilevare la propria incompetenza ratione materiae o, in subordine, la carenza di legittimazione passiva in capo alla convenuta, dichiarando, pertanto, il ricorso irricevibile. Quanto, comunque, al merito della questione, la convenuta precisa che negli stessi contratti, sia della polizza Serenity che della polizza Reddito Protetto, che la ricorrente principale ha consapevolmente sottoscritto, è espressamente specificato come con l apposizione della firma in calce, il sottoscritto aderente/assicurato dichiara, qualora sia un lavoratore dipendente del settore privato, di non avere ancora ricevuto dal datore di lavoro una contestazione disciplinare o un intimazione di licenziamento o alcuna comunicazione scritta nella quale venga individuato come un lavoratore oggetto di una procedura di mobilità o di cassa integrazione. Inoltre nelle Condizioni di Assicurazione (articolo denominato Esclusioni ), che la ricorrente principale ha dichiarato in sede di sottoscrizione dei relativi contratti di aver ricevuto, di aver letto, ben compreso ed accettato, viene chiaramente specificato che la copertura relativa al rischio di perdita d impiego è inoltre esclusa nei seguenti casi: [ ] licenziamento di assicurato presso il medesimo datore di lavoro dal quale aveva ricevuto prima dell adesione, un intimazione di licenziamento o una comunicazione scritta nella quale venivano individuati come lavoratori oggetto di una procedura di mobilità o di cassa Pag. 4/7

4 integrazione e situazioni di disoccupazione che diano luogo all indennizzo da parte della Cassa Integrazione Guadagni ordinaria (anche in deroga), Edilizia o Straordinaria (anche in deroga). A fronte della documentazione fornita dalla stessa ricorrente in sede di denuncia del sinistro e poi allegata al ricorso, da cui emergono diverse comunicazioni di sospensione dal lavoro per intervento della cassa integrazione guadagni in deroga nell anno 2010 e già prima della sottoscrizione delle polizze in questione, la Compagnia assicurativa ha comunicato il rifiuto della liquidazione del sinistro. La banca convenuta sottolinea che la situazione lavorativa in cui versava già da tempo la ricorrente ed ostativa al corretto instaurarsi del rapporto assicurativo non le era nota. Ribadisce che, in entrambi i moduli di adesione alle polizze assicurative in parola, il cliente è invitato a dichiarare, qualora dipendente del settore privato, di non aver ricevuto dal datore di lavoro una contestazione disciplinare o un intimazione di licenziamento o alcuna comunicazione scritta nella quale venga individuato come un lavoratore oggetto di una procedura di Mobilità o di Cassa Integrazione. Nonostante ciò, la ricorrente ha comunque sottoscritto tale dichiarazione, rendendo pertanto possibile l applicazione al caso in questione dell art cod. civ., rubricato dichiarazioni inesatte e reticenze con dolo o colpa grave, laddove, al primo comma, viene specificato come le dichiarazioni inesatte e le reticenze del contraente, relative a circostanze tali che l assicuratore non avrebbe dato il suo consenso o non lo avrebbe dato alle medesime condizioni se avesse conosciuto il vero stato delle cose, sono causa di annullamento del contratto quando il contraente ha agito con dolo o con colpa grave. La Compagnia di assicurazione, in considerazione di quanto accaduto e in un ottica di favore, ha ritenuto opportuno confermare la propria disponibilità, in relazione ad entrambe le polizze assicurative di cui era stata richiesta l attivazione a seguito del sinistro denunciato, a rimborsare i premi corrisposti in sede di sottoscrizione. La ricorrente ha accettato tale proposta solo per la polizza Reddito Protetto, formulando apposita richiesta cui ha fatto seguito il rimborso, da parte dell Assicurazione, del premio corrisposto. Sentita la Compagnia assicurativa in merito, questa ha confermato la propria disponibilità al rimborso del premio anche della polizza Serenity, come d altronde comunicato alla cliente con lettere del settembre e novembre Tutto ciò eccepito, dedotto e rilevato, la banca conclude per l inammissibilità e comunque il rigetto del ricorso. DIRITTO La controversia in oggetto concerne il riconoscimento del diritto dei ricorrenti agli indennizzi discendenti da alcune polizze assicurative ovvero, in subordine, del diritto degli stessi ricorrenti di essere tenuti indenni da qualsiasi pregiudizievole conseguenza. Occorre in primo luogo esaminare le eccezioni sollevate dalla convenuta in merito alla incompetenza ratione materiae dell ABF e alla propria carenza di legittimazione passiva. Sotto il primo profilo si osserva che, anche laddove la polizza assicurativa sia volta a garantire l intermediario contro il rischio del mancato rimborso del finanziamento come risulta per la polizza Serenity e sia quindi collegata al mutuo da un vincolo di accessorietà (con la conseguente - in via di principio - legittimazione passiva della convenuta) la competenza dell Arbitro non può spingersi a valutare la fondatezza delle pretese riguardanti la sussistenza dei presupposti del diritto alla liquidazione degli indennizzi assicurativi (cfr. Collegio di Roma, dec. n. 4553/2015). Ciò vale a maggior ragione per la polizza Reddito protetto ove tale collegamento sembra mancare. L eccezione di incompetenza dell ABF, ratione materiae, è pertanto fondata. Pag. 5/7

5 L Arbitro può, invece, legittimamente valutare la condotta dell intermediario nella fase precontrattuale in termini di correttezza e trasparenza del comportamento tenuto all atto della sottoscrizione delle polizze e quindi, nello specifico, se sussista una responsabilità per danni dell intermediario, il quale, agendo negligentemente, abbia fatto stipulare un contratto assicurativo a un soggetto al quale, per le condizioni in cui versava, l indennizzo non sarebbe mai stato liquidato. Sembra che, nel caso in esame, l intermediario sia incorso in responsabilità precontrattuale. L intermediario afferma che la situazione lavorativa in cui versava già da tempo la ricorrente principale ed ostativa al corretto instaurarsi del rapporto assicurativo non le era nota; fa quindi riferimento alle dichiarazioni rese dalla ricorrente principale in sede di sottoscrizione della polizza assicurativa con cui questa dichiarava di non aver ricevuto alcuna comunicazione scritta nella quale, fra l altro, era individuato come un lavoratore oggetto di una procedura di Mobilità o di Cassa Integrazione. Si rileva a riguardo che l intermediario convenuto non ha fornito prova di non essere stato a conoscenza dello stato lavorativo del contraente al momento della proposta della stipula del contratto assicurativo e della circostanza che la perdita di impiego non poteva rientrare tra i rischi coperti dalla polizza, non risultando che abbia proceduto ad alcuna attività di accertamento funzionale alla valutazione del rischio al fine di accertare lo stato lavorativo del sottoscrittore e quindi la sussistenza delle condizioni necessarie per l efficacia della copertura assicurativa. In ipotesi analoghe, concernenti la proposta di sottoscrizione di polizza a copertura di rischi della salute, questo Collegio ha considerato l intermediario inadempiente a titolo di responsabilità precontrattuale in quanto non ha sconsigliato la sottoscrizione della polizza la cui operatività non avrebbe potuto che essere denegata dall assicuratore stante la patologia dalla quale l assicurato era già affetto al momento della stipula della polizza stessa (Collegio di Roma, dec. n. 481 del e n del ). L intermediario non ha rispettato nel rapporto con la cliente le regole ed i principi della correttezza e della buona fede di cui agli artt e 1375 cod. civ., così come specificati da norme di natura regolamentare, che si configurano come regole di condotta vincolanti per le parti anche al di là e contro specifiche previsioni contrattuali, trattandosi di regole che si richiamano ai doveri di solidarietà sociale ed al principio del neminen laedere costituzionalmente tutelati. Sulla parte di un contratto grava, infatti, l obbligo di adottare tutti i comportamenti idonei a preservare gli interessi dell altra parte, nella misura in cui non comportino un apprezzabile sacrificio a suo carico (Cass. nn /09, 20543/09, 5348/2009). Il Collegio, in definitiva, ritiene l intermediario inadempiente per aver valutato come sufficiente, senza aver prima esperito gli accertamenti del caso, una polizza assicurativa invece non idonea. I ricorrenti chiedono, con riferimento ad entrambe le polizze de quo, di essere tenuti indenni da qualsiasi pregiudizievole conseguenza. I ricorrenti hanno accettato la proposta della Compagnia assicuratrice, formulata con nota del , di rimborso dei premi corrisposti all epoca della sottoscrizione per quanto riguarda la polizza Reddito Protetto. Il danno subito dai ricorrenti, che l intermediario è tenuto a risarcire, è quantificabile nell importo del premio che la ricorrente principale ha versato ai fini dell adesione alla polizza Serenity. Pag. 6/7

6 PER QUESTI MOTIVI Il Collegio dichiara l inammissibilità della domanda di attivazione della copertura assicurativa. Accerta l illegittimità del comportamento dell intermediario e per l effetto lo condanna a restituire il premio corrisposto dai ricorrenti per la polizza Serenity. Dispone, inoltre, ai sensi della vigente normativa, che l intermediario corrisponda alla Banca d Italia la somma di Euro 200,00 (duecento/00) quale contributo alle spese della procedura e alla parte ricorrente quella di Euro 20,00 (venti/00) quale rimborso della somma versata alla presentazione del ricorso. IL PRESIDENTE firma 1 Pag. 7/7