BOZZA. di Pier Paolo Inserra

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1 BOZZA PRIMI CENNI AL PARADIGMA DI ECONOMIA SOCIALE SPERIMENTATO CON IL DISTRETTO INTEGRATO DI ECONOMIA SOCIALE AREA MARCHE NORD di Pier Paolo Inserra Da un modello collettivo ad un modello connettivo Il modello da cui partiamo, a differenza dell approccio classico che riconosce nei soggetti non profit i principali attori dell economia sociale (definita anche come economia civile, civica, solidale, sostenibile, etc.), parte da un presupposto diverso: a determinare le politiche locali di sviluppo dell economia sociale sono una serie di connessioni strategiche, conoscitive, organizzative, progettuali e culturali attivate da un panel di attori costituito da soggetti istituzionali, imprenditoriali, non profit, associativi, scientifici che in maniera coordinata e a partire da una visione e dei valori comuni possono giocare ruoli, funzioni, mandati e azioni integrate ed efficaci ai fini dello sviluppo di specifiche politiche pubbliche finalizzate a promuovere benessere diffuso e sostenibile, oltre che coesione sociale. La dimensione della socialità si declina: - A livello processuale, a partire dalla centralità che assumono reti, connessioni, partnership di lungo periodo nel definire policy locali, glocali e sperimentali; - A livello organizzativo, interorganizzativo e sistemico, coniugando partecipazione, governance, redistribuzione, responsabilità diffusa, sostenibilità; - A livello finalistico, con la declinazione condivisa di un obiettivo ben definito: promuovere benessere sociale e tutelare i diritti individuali e collettivi delle persone alimentando modelli di governance locali fondati sul concetto di sostenibilità; L economia sociale, quindi, non rimanda in sé ai temi specifici dell assenza di lucro, dell impegno della società civile, dell ambiente, del terzo settore. Fa propri questi temi, perché concorrono a definire delle coordinate di natura politica, culturale e valoriale che riguardano l eguaglianza, la partecipazione, la redistribuzione, la sostenibilità. Ma valorizza le connessioni tra modi diversi di rappresentare le organizzazioni lavorative, la cittadinanza attiva, le istituzioni, e a questo processo di valorizzazione delle connessioni attribuisce il significato di socialità.

2 Il concetto principale attorno a cui ruota una strategia locale di economia sociale non è l impresa in sé. Quanto l ecosistema umano, paesaggistico, culturale, relazionale, economico, produttivo. Sia pure con gradienti diversi in questa fase storica che potremmo definire di passaggio (critica rispetto al modello capitalistico e aperta a innovazioni e nuovi modelli) ogni soggetto concorre a costruire economia sociale. Anche un azienda profit che mantiene intatto l obiettivo del profitto, dal punto di vista sociale può essere portata a ridurre il danno derivante da politiche troppo aggressive creando progettualità compatibili con i principi sopra esposti, policy relative alla responsabilità sociale di impresa, investimento nelle comunità locali, intesa come genius loci e punto di riferimento relazionale, più che come mercato. Del resto, siamo in una fase di transizione: non si può chiedere a tali soggetti di diventare automaticamente imprese senza fini di lucro, ma si può condividere con esse un percorso progressivo di consapevolizzazione. Ricordiamo che in un territorio gli altri soggetti principali (enti locali, sindacati, associazioni e imprese sociali, università) hanno finalità pubbliche e sono senza fini di lucro, ma ciò non vuol dire che rappresentino già il salto di paradigma o un punto di vista avanzato attorno all economia sociale. A questo punto, la differenza non è tra modelli alternativi o integrativi rispetto a quello del mercato proposto dalle dottrine liberiste. La differenza riguarda gli elementi strutturali, che diventano i processi relazionali, culturali, la visione, le connessioni. Investire sull economia sociale di territorio Cosa vuol dire promuovere economia sociale in un territorio? Favorire lo sviluppo di modelli di economia sostenibili, partecipati e finalizzati all utilizzo del surplus economico-finanziario in direzione pubblica e collettiva; Smussare il ruolo aggressivo dell economia e della finanza che non produce ricadute dirette e misurabili sui livelli di benessere nei territori; Costruire processi di democrazia deliberativa e di partecipazione (nelle comunità locali, nelle istituzioni e nelle organizzazioni lavorative) in grado di promuovere modelli di governance locale che restituiscano responsabilità e protagonismo alla cittadinanza e ai lavoratori, all interno di un rapporto dialogico tra cittadini, organizzazioni territoriali e istituzioni; Ridefinire e potenziare sistemi di welfare locale nella direzione di un tendenziale e diffuso benessere individuale e collettivo collegato alla valorizzazione di un panel preciso di politiche pubbliche di qualità della vita (occupazione,

3 ambiente, green economy, welfare e salute, wellness e tempo libero, sport, cultura, tutela del patrimonio, turismo accessibile e sostenibile, etc.) Il rapporto tra mondo profit, istituzioni e non profit, va costruito andando in alcune direzioni precise: superare la contrapposizione tradizionale tra chi specula, chi gestisce delegando troppo o centralizzando troppo e chi lavora per la tutela dei diritti, per fare in modo che i soggetti che attualmente governano il mercato e le istituzioni facciano propri modelli organizzativi e gestionali più partecipativi e redistributivi. Oltre che una maggior attenzione per il rapporto con le comunità locali e per lo sviluppo complessivo di un sistema-territorio. Analizzare e comprendere quali possano essere spazi possibili di collaborazione e integrazione in filiere o distretti produttivi che potrebbero trarre giovamento da una ridefinizione del concetto di produzione classicamente inteso. A favore di un idea più complessiva di costruzione di politiche ed opportunità di benessere diffuso, redistribuzione ed eguaglianza delle risorse, delle opportunità e dei risultati. Integrare mandati, culture e strumenti delle istituzioni pubbliche, delle imprese e dell associazionismo, esaltandone l integrazione soprattutto ai fini della produzione di un benessere diffuso, della bellezza e dello sviluppo umano e ambientale. Le dimensioni strutturali su cui lavorare I. Proposte di policy locali VI. Comunicazione sociale e sovralocali VII. Marketing pubblico II. Pianificazione e programmazione VIII. Produzione scientifica e culturale integrate IX. Ricerca III. Progettualità specifiche ed integrate X. Formazione e convegnistica IV. Azioni ed eventi pubblici XI. Azioni di testimonianza V. Network e partnership e di proposta Le principali dimensioni progettuali 1. Turismo accessibile 2. Turismo sostenibile 3. Turismo sociale 4. Politiche sociali e innovazione sociale 5. Studio dei comportamenti umani (di cittadinanza, di fruizione dei servizi, di accesso ai consumi, etc.)

4 6. Valutazione dei servizi pubblici e degli interventi di economia sociale 7. Interventi di promozione dell'agio e della salute 8. Ricerca sociale 9. Promozione del patrimonio artistico, culturale, paesaggistico 10. Agricoltura sociale 11. Green economy 12. Wellness, sport, tempo libero 13. Cultura 14. ITC applicate ai temi della qualità della vita 15. Sviluppo locale ed occupazionale 16. Responsabilità sociale di impresa 17. Inserimento soggetti svantaggiati 18. Sicurezza locale partecipata 19. Innovazione tecnologica, organizzativa, di processo, di servizio 20. Formazione e comunicazione 21. Produzione scientifica e culturale 22. Promozione dell'economia sociale 23. Organizzazione di eventi pubblici connessi allo sviluppo dell'economia sociale 24. Sviluppo rurale 25. Welfare spaziale (porti, scali, etc.) 26. Educazione alimentare e prevenzione 27. Educazione ecologica mare/terra Non è solo lo sviluppo di progettualità in ognuno degli ambiti descritti nell elenco a determinare un percorso complesso di economia sociale e sviluppo sostenibile. Bensì la pratica dei crossover, del superamento di un approccio parziale al lavoro, favorendo la costruzione di saperi multiformi ed integrati, oltre che di progettualità integrate. I progetti di economia sociale che andranno sviluppati, infatti, dovranno tenere insieme competenze strategiche e funzionali che siano: 1. trasversali (ogni organizzazione, ogni professionista, ogni cittadino che poi andrà ad attivare un percorso associativo o di impresa nell ambito dell economia sociale dovrà tenere insieme capacità di gestione dei gruppi, cooperazione, comunicazione, pianificazione, progettazione, networking, ITC, etc.); 2. fondate sulla logica del crossover orizzontale (dell incrocio cioè tra più ambiti di lavoro o di intervento). Nessun progetto che verrà promosso potrà essere settoriale, ossia promuovere solo un servizio sociale, piuttosto che un evento culturale o lo sviluppo di una tecnologia. Dovrà, invece, ad esempio, tenere insieme wellness e inserimento sociolavorativo; turismo accessibile e green economy; cultura, uso di nuove tecnologie e impresa sociale, etc.); 3. fondate sulla logica del crossover verticale (sviluppo di imprese responsabili, che coniughino occupazione e partecipazione attiva sui territori). Quali vantaggi porta un approccio del genere I vantaggi riguardano una serie di dimensioni strutturali nei processi di sviluppo locale: economica, sociale, urbana, comunicazionale, di consenso, di consolidamento dell idea di beni comuni e di beni pubblici, culturale, di definizione di nuove architetture e

5 metodologie di legittimazione del concetto di politica democratica ed istituzionale. La tabella che segue spiega meglio quanto appena detto, pur limitandosi in questa sede ad evidenziare vantaggi di natura sociale ed economica. Dimensione Vantaggi Economica - Sviluppo di filiere profit e non profit in grado di rispondere alla crisi con più efficacia - Diffusione di modelli organizzativi tendenzialmente più cooperativistici e redistributivi - Ricostruzione e consolidamento del rapporto tra impresa e territorio (che vada oltre a quello classico tra impresa e mercato) - Acquisizione di risorse economiche orientabili verso investimenti pubblici e beni comuni - Valorizzazione del genius loci Sociale - Sviluppo di reti e network trasversali (imprese profit, imprese sociali, associazionismo, istituzioni, mondo della ricerca e della formazione, etc.) in grado di condividere patti sul medio-lungo periodo finalizzati allo sviluppo locale - Innalzamento dei livelli percepiti e reali di sicurezza individuale e collettiva - Innalzamento dei livelli percepiti e reali di benessere - Attivazione di processi di redistribuzione delle risorse, delle opportunità e dei risultati finalizzati ad un maggiore equilibrio tra fasce sociali differenti, sia in termini di accesso ai servizi che dal punto di vista dei consumi e delle spese - Sviluppo progressivo di una nuova relazione tra persone, organizzazioni, contesti, basata sulla valorizzazione parallela della dimensione professionale/lavorativa e di quella di cittadino attivo (politica). Il modello concettuale Anche in questo caso aiutiamoci con una tabella esemplificativa: Attori Istituzioni locali Imprenditoria profit Funzione prioritaria che possono giocare Indirizzo Programmazione Promozione Coordinamento Monitoraggio Investimento sul territorio

6 Imprenditoria profit non Bilancio sociale Sviluppo di responsabilità sociale di impresa Costruzione di filiere miste profit-non profit Incremento dei livelli partecipativi nelle organizzazioni Approccio ecologico, partecipativo, fondato sul genius loci Sviluppo di servizi pubblici di tipo sociale, culturale, ambientale, sanitario (finalizzati al wellness e all inclusione sociale) Sperimentazione di servizi e attività low cost in settori dell imprenditoria classica Costruzione di filiere miste profit-non profit Investimento del surplus sui territori Attori della conoscenza e della ricerca Associazionismo Volontariato Ricerca e valutazione delle politiche e dei progetti di economia sociale Sperimentazione Diffusione di saperi e conoscenze Produzione scientifica e culturale Formazione e conoscenza Sviluppo di cittadinanza attiva Advocacy e tutela dei diritti di cittadinanza Animazione e promozione dell agio sul territorio Sviluppo di interventi sociali, sanitari, culturali a tutela del cittadino e del territorio Cittadinanza attiva Advocacy Verso un sistema societario fondato su elementi di welfare society Riassumendo, un percorso di economia sociale si pone come: - Spazio di sperimentazione di modelli economici, politici e sociali innovativi; - Opportunità di elaborazione di spunti politologici, teorici, metodologici e di pratiche riguardanti una modifica e una trasformazione degli assetti societari prevalenti (oltre l individuale, oltre il collettivo, per il connettivo); - Opportunità di costruzione di una welfare society, in cui tendano fortemente a mitigarsi le differenti funzioni degli attori istituzionali e non (enti locali, imprese, volontariato, associazionismo, etc.) in virtù di una integrazione reale e diffusa delle funzioni specifiche nelle comunità locali e nei territori.