DESCRIZIONE DEL SISTEMA DI SUPPORTO ALLA DECISIONE PER LA DEFINIZIONE DI STRATEGIE DI MITIGAZIONE BASATE SULL ANALISI MULTI-RISCHIO DEL TERRITORIO

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1 CAPITOLO 25. DESCRIZIONE DEL SISTEMA DI SUPPORTO ALLA DECISIONE PER LA DEFINIZIONE DI STRATEGIE DI MITIGAZIONE BASATE SULL ANALISI MULTI-RISCHIO DEL TERRITORIO

2 INDICE CAPITOLO 25. DESCRIZIONE DEL SISTEMA DI SUPPORTO ALLA DECISIONE PER LA DEFINIZIONE DI STRATEGIE DI MITIGAZIONE BASATE SULL ANALISI MULTI-RISCHIO DEL TERRITORIO MULTI RISCHIO E STRATEGIE DI MITIGAZIONE A SCALA VASTA Piano Integrato d Area e processi decisionali di definizione di strategie di mitigazione Attori e decisore coinvolti nel processo decisionale Scala territoriale del multi-rischio e del processo decisionale Concetto di rischio integrato SISTEMA DI SUPPORTO ALLA DECISIONE Considerazioni preliminari sul concetto di politica di mitigazione a scala vasta Ruolo di un DSS in un processo decisionale obiettivi del sistema di supporto alla decisione Principali obiettivi del sistema di supporto alla decisione RAPPRESENTAZIONE DELL INFORMAZIONE NEL SISTEMA DI SUPPORTO ALL INFORMAZIONE Tematismi considerati Discretizzazione del territorio e granularità delle informazioni Aggregazione delle informazioni e propagazione dell errore METODO D ANALISI DELLO STATO DI FATTO Interpretazione di ogni singolo rischio Identificazione degli hotspot per singolo rischio Identificazione degli hotspot per più rischi DEFINIZIONE DI POLITICHE DI MITIGAZIONE Strategia di mitigazione Percezione del rischio Accettabilità del rischio Espressione della preferenza Domanda di mitigazione e strategie di governance ANALISI DELLE ALTERNATIVE DI MITIGAZIONE Assunzioni preliminari alla definizione di strategie di mitigazione Intervento di mitigazione basato sulla riduzione della probabilità di accadimento dell unica fonte di pericolo considerata Intervento di mitigazione basato sulla riduzione dell esposizione dei bersagli potenzialmente esposti a una determinata fonte di pericolo Intervento di mitigazione basata sulla riduzione della vulnerabilità Cap25_Approccio Decisionale alla Definizione di Interventi di Mitigazione Finale-01 - Pag. 2

3 degli elementi esposti Strategia di mitigazione basata sulla valutazione multi-rischio considerando una sola tipologia di conseguenza Strategia di mitigazione basata sulla valutazione multi-rischio considerando più tipologie di conseguenze SUPPORTO ALLE ATTIVITÀ DI MONITORAGGIO VERIFICA DEL RAGGIUNGIMENTO DEGLI OBIETTIVI PREFISSATI (VERIFICA EX POST) CONCLUSIONI BIBLIOGRAFIA Cap25_Approccio Decisionale alla Definizione di Interventi di Mitigazione Finale-01 - Pag. 3

4 1.1 MULTI RISCHIO E STRATEGIE DI MITIGAZIONE A SCALA VASTA Piano Integrato d Area e processi decisionali di definizione di strategie di mitigazione Tra gli obiettivi del Piano Integrato d Area c è quello di sviluppare una base di conoscenza che consenta di supportare i processi decisionali associati all identificazione delle criticità territoriali e delle relative priorità di mitigazione, al monitoraggio dell implementazione delle strategie di intervento e alla valutazione della loro efficacia. Considerata la quantità di informazione elaborata durante lo sviluppo dello studio, ci si pone il problema di come sfruttarla al meglio per supportare processi decisionali che, pur restando nell ambito della definizione di attività di mitigazione, possono variare in funzione delle diverse variabili decisionali considerate. Ad esempio una strategia di mitigazione definita per migliorare l esposizione soltanto di alcuni bersagli (es. ospedali) può essere relativa soltanto a una tipologia di pericolo o può concentrarsi unicamente in un preciso ambito territoriale. In questo senso occorre distinguere tra processi decisionali strutturati e non strutturati. Si hanno processi decisionali strutturati quando possono essere definiti in modo coerente dal decisore o sulla base di norme o teorie riconosciute. Tutte le variabili decisionali sono descritte e formalizzate. Ad esempio, il processo decisionale associato alla tutela della salute pubblica prevede che, in caso di superamento della soglia di concentrazione di polveri in aria, venga sospeso il traffico veicolare. Tale processo è strutturato in quanto si definisce univocamente quali siano le variabili decisionali e le azioni da intraprendere. Un altra caratteristica importante di un processo decisionale strutturato è la sua ripetibilità. Per quanto riguarda invece i processi decisionali non strutturati si evidenzia come siano caratteristici di problemi decisionali non formalizzati e che non possano far riferimento a teorie o esperienze riconosciute. Durante tali processi viene sfruttata l esperienza e la conoscenza del decisore e dei partecipanti al processo attraverso un processo euristico e induttivo che permetta il processo di formalizzazione del problema e della relativa decisione finale. Considerato il numero di rischi presi in considerazione, le diverse variabili che lo caratterizzano e le diverse scale spaziali che possono essere ad esse associate, si valuta che i processi decisionali connessi alle diverse strategie di mitigazione identificabili a livello di Piano d Area Integrato sono molteplici e non formalizzabili a priori. Mentre si può affermare che, sulla base di leggi in vigore e norme tecniche, per un industria chimica caratterizzata da uno scenario di rischio superiore a 10E-5, il rischio debba essere mitigato intervenendo sulle caratteristiche dell impianto, nel caso in cui si considerino Cap25_Approccio Decisionale alla Definizione di Interventi di Mitigazione Finale-01 - Pag. 4

5 diversi bersagli e diverse fonti di pericolo distribuite sul territorio non è possibile definire un unico processo decisionale che permetta di ottenere una mitigazione sul territorio. Nel caso del Piano Integrato d Area, in realtà occorrerebbe parlare di un processo decisionale semi-strutturato perché alcuni obiettivi possono essere identificati a priori e le variabili decisionali sono in parte già definite e l informazione a supporto del processo decisionale è disponibile. La soluzione di tale tipologia di problemi non può essere automatizzata attraverso il supporto di un computer (ad esempio utilizzando un algoritmo di ottimizzazione) ma il processo decisionale può trarre vantaggio dal supporto derivante dall utilizzo di un computer. Pertanto un sistema informatico che permetta di agevolare un processo decisionale, senza peraltro essere in grado di fornire una soluzione o una decisione, viene chiamato Sistema di Supporto alla Decisione. Il decisore e i partecipanti al processo decisionale interagiscono con il sistema che permette loro di migliorare la base di conoscenza e di affinare e approfondire la strategia di scelta. Durante il Progetto PRIM, la Regione Lombardia aveva l obiettivo di identificare in modo univoco le aree a livello regionale caratterizzate da un più elevato livello di rischio. Tale obiettivo veniva raggiunto sommando in modo pesato i rischi associati alle diverse fonti di pericolo e ottenendo la gerarchia dei diversi ambiti territoriali. In questo senso il processo decisionale utilizzato può essere considerato strutturato. Nel caso degli approfondimenti avviati con i Piani Integrati d Area il cui obiettivo è di identificare le priorità di mitigazione, tale approccio sarebbe riduttivo soprattutto considerata la quantità di informazioni generate e disponibili. Si propone quindi di sviluppare un sistema di supporto alla decisione che permetta di sfruttare al meglio l informazione in funzione dei diversi processi decisionali che possono proporsi in futuro e che non si limitino alla prioritizzazione territoriale del rischio a scala vasta. In particolar modo risulta importante poter valutare: - la frequenza associata ad ogni singola fonte di pericolo; - la distribuzione e le caratteristiche di tutti i bersagli esposti; - le diverse tipologie di conseguenze; - il rischio associato ad ogni singola fonte di pericolo. La combinazione di queste dimensioni permette di identificare le diverse strategie di mitigazione territoriale. Ad esempio il decisore potrebbe decidere di effettuare una campagna di informazione nelle scuole per migliorare il livello di percezione del rischio e il grado di preparazione sulle azioni di autoprotezione. Il sistema di supporto alla decisione potrebbe evidenziare ad esempio la distribuzione della popolazione scolastica e i principali rischi cui è esposta permettendo di calibrare al meglio la proposta formativa. Un altro processo potrebbe prevedere l allocazione di risorse per mitigare le perdite economiche associate al danno di infrastrutture di mobilità esposte ai rischi Cap25_Approccio Decisionale alla Definizione di Interventi di Mitigazione Finale-01 - Pag. 5

6 idrogeologici. Come intuibile possono essere previsti numerosi esempi analoghi, per cui sarebbe riduttivo predefinirli. Inoltre il sistema deve dare l opportunità di poter integrare ulteriore informazione non predisposta appositamente per il Piano Integrato d Area. Un comune dovrebbe poter usufruire delle informazioni disponibili ad esempio per rivedere il proprio Piano Regolatore. Pertanto le informazioni relative alla distribuzione dei rischi dovrebbero essere integrate e confrontate ad esempio con i vincoli e le destinazioni d uso previste dal Piano Regolatore Comunale. In estrema sintesi, quindi, possiamo identificare tre diverse tipologie di processi decisionali cui il Sistema di Supporto alla Decisione deve contribuire per l identificazione delle priorità: - Gerarchizzazione dei rischi: alla scala territoriale d interesse il sistema deve poter definire l identificazione delle aree a più elevato rischio sia considerando una sola tipologia di rischio o la combinazione di alcuni di essi; - Dominanza dei rischi: alla scala territoriale d interesse il sistema deve poter caratterizzare il territorio in funzione del rischio predominante; - Strategia di mitigazione: alla scala territoriale d interesse il sistema deve poter evidenziare la componente che contribuisce maggiormente alla definizione del rischio e sulla quale risulta più strategico intervenire per ottenere una mitigazione; - Ottimizzazione dell allocazione delle risorse: sulla base delle caratteristiche della distribuzione territoriale del rischio il sistema deve poter integrare altre fonti di informazione che permettano di definire un analisi multicriteriale Attori e decisore coinvolti nel processo decisionale Oggigiorno la popolazione è molto sensibile ai temi della sostenibilità e della protezione dell ambiente. Inoltre la crescente domanda di protezione e sicurezza da parte dei cittadini ha portato gli enti pubblici preposti alla tutela del territorio a un continuo confronto. Pertanto il sistema di supporto alla decisione da un lato deve poter agevolare la comunicazione tra gli attori pubblici e i singoli cittadini e, allo stesso tempo, i processi decisionali devono essere facilmente riproducibili e analizzabili. Di fatto, quindi, il sistema di supporto alla decisione deve poter essere fruibile, almeno per quanto riguarda l interpretazione dei risultati, sia da attori istituzionali che possono partecipare e contribuire ai processi decisionali sia da portatori d interesse non istituzionali. Proprio perché un processo decisionale definito non esiste a priori ma deve essere sviluppato con l ausilio del sistema di supporto alla decisione, e vista la complessità del problema e le numerose variabili coinvolte, l eventuale coinvolgimento di portatori d interesse rappresentativi del territorio specifico che si sta indagando permette di apportare informazione che in altro modo non Cap25_Approccio Decisionale alla Definizione di Interventi di Mitigazione Finale-01 - Pag. 6

7 potrebbe essere valutata. Pertanto si può affermare che l utilizzo ottimale di un sistema di supporto alla decisione che preveda l identificazione delle priorità di mitigazione non può prescindere da un approccio il più possibile partecipativo. Ciò ha delle implicazioni sulla definizione stessa del sistema e sulla fruibilità dell informazione. Il sistema pertanto dovrebbe poter consentire a qualsiasi utente di formalizzare le proprie richieste d informazione e di essere utilizzato in modo intuitivo e semplice proprio per consentire a qualsiasi attore di investigare tutta l informazione disponibile. Tale obiettivo potrebbe essere raggiunto sviluppando un sistema ad hoc per rappresentare e analizzare l informazione disponibile, ma, visto che tale aspetto non rientra tra gli obiettivi del progetto, si è preferito utilizzare degli strumenti disponibili in commercio garantendo l esportazione e l importazione dell informazione attraverso l utilizzo di programmi ampiamente diffusi. Tale scelta è anche motivata dal fatto di non vincolare l utilizzo dell informazione a licenze d uso commerciale. Si può quindi concludere che il sistema di supporto alla decisione è pensato per essere utilizzato sia da attori pubblici sia privati senza particolari limiti dal punto di vista informatico Scala territoriale del multi-rischio e del processo decisionale Di fatto non esiste una scala territoriale di riferimento per effettuare un analisi multi-rischio. In ogni caso possiamo distinguere due processi che caratterizzano l interpretazione del multi-rischio. Il primo, che potremmo definire un approccio tecnico, interpreta il territorio in funzione della distribuzione territoriale delle fonti di pericolo di interesse, dei bersagli esposti e delle relative conseguenze attese. Il secondo, che potremmo definire amministrativo, valuta il territorio in funzione dei compiti istituzionali e dei relativi processi decisionali a cui sono chiamati i vari portatori d interesse coinvolti nell amministrazione del territorio. Nel primo caso, ad esempio, si possono valutare gli effetti di fenomeni idrogeologici che potrebbero compromettere la funzionalità di infrastrutture. La dinamica dell evento potrebbe limitarsi a coinvolgere un territorio di pochi chilometri quadrati mentre gli effetti, valutabili come disfunzione di un servizio infrastrutturale e di danno economico, potrebbero propagarsi a un territorio molto più vasto. Pertanto la scala territoriale d interesse viene definita in funzione della natura del rischio che si vuole considerare. In questo caso ci si potrebbe persino spingere nel considerare che la scala territoriale di riferimento sia identificata quale risultato dell analisi di rischio. Nel secondo caso, invece, viene preso in considerazione un determinato territorio per valutarne le caratteristiche della distribuzione dei rischi e congruentemente definire le politiche di gestione del territorio più appropriate. Tipicamente questo processo parte dall identificazione delle fonti di pericolo Cap25_Approccio Decisionale alla Definizione di Interventi di Mitigazione Finale-01 - Pag. 7

8 per un certo territorio identificato su base amministrativa e ne valuta le possibili conseguenze per il medesimo territorio, trascurando il fatto che alcune minacce rilevanti possano essere localizzate al di fuori del contesto territoriale d analisi. Considerati i due approcci per definire il contesto d analisi si può osservare che la definizione del territorio di riferimento non ha particolari implicazioni per il processo di analisi di rischio. Per il processo decisionale, invece, la scelta di una determinata scala territoriale comporta un processo di identificazione dei vari portatori d interesse che devono essere coinvolti per rappresentare tale territorio. Alcuni attori sono già definiti istituzionalmente mentre altri devono essere identificati in funzione delle tipologie di rischio considerate e della loro rappresentatività territoriale. Anche le modalità di consultazione e coinvolgimento dei portatori d interesse ne risultano fortemente influenzate. Di fatto, però, i due processi (amministrativo e tecnico) devono avere interazioni continue durante l intero ciclo che porta dall analisi del territorio all identificazione di strategie di mitigazione. I quesiti di ordine amministrativo e pianificatorio devono trovare risposta sul piano tecnico e viceversa. Nell ambito del multi-rischio la scala territoriale di riferimento diventa, quindi, un concetto dinamico che varia in funzione delle esigenze interpretative e decisionali del decisore e può persino cambiare nel corso dello sviluppo del processo che porta alla definizione di una strategia di mitigazione Concetto di rischio integrato Per un territorio vasto e interessato da più fonti di pericolo e da più bersagli si possono avere diverse tipologie di interpretazione del concetto di integrazione del rischio: - Un primo modo di integrare i rischi è costituito dalla valutazione di uno stesso effetto su di un bersaglio generato da molteplici fonti di pericolo. Se le conseguenze sul bersaglio sono valutate considerando lo stesso tipo di danno o di perdita, il rischio integrato può essere calcolato come la sommatoria dei singoli rischi. - Un secondo modo di considerare l integrazione dei rischi è costituito dalla valutazione di una singola fonte di pericolo che può generare diverse tipologie di conseguenze su di una singola tipologia di bersaglio, ad esempio nel caso della protezione dei cittadini la possibilità di determinare alcuni morti, alcuni feriti, alcuni intossicati ma anche delle perdite economiche o la perdita di reputazione. Al contrario del caso precedente, i rischi esprimono aspetti per loro natura sostanzialmente diversi e incommensurabili. Come intuibile non è possibile paragonare la probabilità di una perdita umana con la probabilità di una perdita economica. Di conseguenza l aggregazione di questi aspetti, se proprio necessaria, richiede, in prima istanza, la definizione dei fattori di conversione (pesi ponderali) che possano esprimere il valore relativo delle perdite. - Un terzo modo di integrazione è costituito dalla valutazione del rischio associato a una singola sorgente di pericolo valutando una serie di bersagli per Cap25_Approccio Decisionale alla Definizione di Interventi di Mitigazione Finale-01 - Pag. 8

9 loro natura diversa, ad esempio i cittadini e le infrastrutture del territorio. Anche in questo caso l integrazione è possibile se si utilizza una medesima unità di misura del danno altrimenti occorre effettuare delle ponderazioni. - Il quarto modo di integrazione è dato dalla considerazione di molteplici sorgenti di pericolo e bersagli che possono subire diverse tipologie di danno o di perdita. Tutte e quattro le modalità interpretative possono essere oggetto di valutazione per la definizione delle più appropriate strategie di mitigazione. Ne consegue che una volta definite in modo univoco le rappresentazioni di rischio (ad esempio, quantitativa, probabilistica, percezione sociale) e di vantaggio socio-economico (ad esempio, incremento dei posti di lavoro, ecc.), il Sistema di Supporto alla Decisione dovrebbe integrare la loro rappresentazione in modo flessibile secondo le esigenze dei decisori e degli attori coinvolti, potendo interpretare la valutazione del rischio secondo le quattro modalità sopraesposte. L'adattabilità e la flessibilità di questo strumento sono due aspetti importanti in quanto esso dovrà poter essere utilizzato per la definizione di strategie caratterizzate da obiettivi diversi a seconda delle finalità istituzionali, del contesto e della portata del problema SISTEMA DI SUPPORTO ALLA DECISIONE Considerazioni preliminari sul concetto di politica di mitigazione a scala vasta Un territorio esteso e fortemente antropizzato, come quello di una provincia lombarda, è tipicamente caratterizzato dalla distribuzione spaziale di molteplici fonti di pericoli tecnologici e naturali e da una moltitudine di elementi esposti vulnerabili. Considerate poi le diverse tipologie di conseguenze che possono verificarsi (ad esempio impatti sulla popolazione, conseguenze economiche, ecc.), si può intuire come l interpretazione del territorio e la prioritizzazione degli interventi di mitigazione sia un processo alquanto complesso e che richiede la definizione di un metodo di lavoro specifico che possa portare alla definizione di un piano di mitigazione. Lo scopo di questo lavoro non è di sviluppare un piano di mitigazione perché ciò presuppone un forte coinvolgimento delle autorità responsabili e competenti in materia al fine di definire gli obiettivi strategici e, soprattutto, gli strumenti e le risorse per la sua implementazione. Inoltre al fine di fornire un ulteriore elemento di interpretazione sulle finalità di un piano di mitigazione occorre considerare almeno i seguenti aspetti: 1. Un piano di mitigazione deve fornire una definizione chiara e precisa di cosa si intende per mitigazione; 2. Il concetto di mitigazione deve essere intenso secondo Cap25_Approccio Decisionale alla Definizione di Interventi di Mitigazione Finale-01 - Pag. 9

10 un interpretazione olistica che includa di conseguenza aspetti economici, sociali ed ecologici. 3. La nozione di equità deve essere inclusa in ogni azione di sviluppo di un programma di mitigazione. Ciò implica l accesso a risorse, il rispetto di diritti umani e sociali che contribuiscano al benessere sociale. 4. L orizzonte temporale entro il quale considerare la definizione e l azione di politiche di mitigazione deve essere congruente con la scala temporale della vita umana e degli ecosistemi con cui l uomo interagisce. La scala spaziale non dovrebbe limitarsi a quella del contesto di applicazione ma valutare anche gli eventuali impatti su sistemi sociali e naturali al di fuori di quello interessato. 5. Il monitoraggio e la verifica dell efficacia dell implementazione di un piano di mitigazione dovrebbero essere basate su di un limitato numero di indicatori di facile calcolo e interpretazione. 6. Criteri, metodi e dati utilizzati per valutare e monitorare il grado di implementazione e successo di una politica di mitigazione dovrebbero essere unanimemente aperte e accessibili a tutta la popolazione interessata. 7. Il grado di implementazione e successo di una politica di mitigazione dovrebbe essere comunicato in modo efficace alle comunità coinvolte. 8. Viene richiesta una larga partecipazione al processo di definizione del piano e alla sua implementazione. 9. Occorre prevedere verifiche periodiche sullo stato d avanzamento sull implementazione di una politica in modo da capitalizzare le esperienze maturate sul territorio e valutare gli interventi correttivi. 10. Deve essere previsto un ruolo istituzionale al fine di poter sviluppare e coordinare le attività di pianificazione e implementazione. La definizione di un piano di mitigazione va, quindi, oltre la caratterizzazione del territorio anche se ne costituisce il fondamento. Ciò nonostante, considerato lo sforzo di interpretazione e di analisi sviluppato con questo studio per valutare la distribuzione dei rischi per l area di Lecco, si può affermare che sia disponibile un valido riferimento informativo sulla base del quale definire le priorità di intervento. Pertanto si è ritenuto opportuno sviluppare un metodo che possa guidare e supportare il decisore nell interpretazione dei rischi e delle sue componenti a scala d area al fine di fornire i contenuti informativi che costituiranno parte integrante di un piano di mitigazione. Lo sviluppo di tale strumento di supporto alla definizione del piano di mitigazione deve permettere di definire da un lato i criteri di valutazione e le variabili decisionali sulla base delle quali interpretare il territorio e, dall altro, di identificare le priorità di intervento e la loro programmazione temporale e spaziale. Come detto in precedenza, il sistema di supporto alle decisioni che si intende sviluppare ha per obiettivo il supporto alla formalizzazione di politiche di mitigazione di aree interessate da attività industriali e da fonti di pericolo Cap25_Approccio Decisionale alla Definizione di Interventi di Mitigazione Finale-01 - Pag. 10

11 naturali. Per quanto riguarda la definizione di mitigazione si potrebbe formulare nel seguente modo: Azione che ambisce a ridurre al minimo i rischi per la popolazione e l ambiente mantenendo i vantaggi dell'attività economica per la gente Si può valutare come tale definizione risulti generica, per cui congruente con quanto previsto dal punto 2 precedentemente descritto. Ad esempio, si può pensare che una strategia di intervento possa essere mirata a minimizzare il rischio di incidente tecnologico e allo stesso tempo ambisca a minimizzare anche il rischio finanziario relativo agli investimenti necessari per implementare nuove misure di sicurezza. Si evidenzia, inoltre, che tale definizione assume quali oggetti di riferimento per lo sviluppo di una azione di mitigazione la popolazione e l ambiente. Analoghe considerazioni possono essere effettuate per il concetto di vantaggio che pertanto si deve interpretare in chiave olistica. L entità benificiaria cui viene riferito il vantaggio è più ristretta rispetto a quella assunta per il rischio e con il termine gente si riassume sia il concetto di singolo individuo sia di comunità locale. Occorre notare che nella definizione non sono esplicitati i riferimenti temporali e spaziali. Di conseguenza rimane aperta la questione se le comunità soggette a rischi di varia natura siano da intendersi identiche a quelle beneficiare dei vantaggi correlati. Le comunità beneficiare potrebbero essere diverse e fisicamente lontane da quelle impattate oppure i benefici di una certa politica si potrebbero avere soltanto per generazioni future. L analisi di questi aspetti ha un interesse relativo alle tematiche di equità sociale, importantissime per la definizione di un piano di mitigazione territoriale. Infatti l analisi della distribuzione degli oneri e dei vantaggi di una qualsiasi politica è tipicamente uno degli elementi più delicati dei processi negoziali e decisionali. Normalmente, la partecipazione di portatori d interesse ai tavoli di concertazione ha lo scopo di integrare nel processo decisionale la complessità legata alla valutazione di tali aspetti. Il sistema di supporto alla decisione quindi dovrà essere in grado di mantenere memoria delle finalità e dei giudizi espressi da ogni attore coinvolto e di poterne agevolare l interpretazione mettendo in luce gli effetti positivi e negativi associabili a ogni comunità coinvolta. Di particolare interesse risulta essere il punto 4, secondo il quale la definizione di un piano di mitigazione richiede la definizione di un orizzonte temporale. L interpretazione di questo punto connota il sistema di supporto alla decisione secondo due funzioni diverse. Da un lato il sistema dove essere in grado di elaborare informazioni che permettano di valutare gli effetti di politiche nel futuro (funzione predittiva), dall altro deve caratterizzarsi anche quale strumento di verifica delle fasi di implementazione di una politica (funzione di verifica). Il DSS deve essere in grado di aiutare i decisori sia a confrontare le alternative di intervento (al fine di individuare la più soddisfacente), sia a monitorare le fasi di attuazione e sviluppo della politica adottata. Per ciascuna delle due tipologie di utilizzo occorre quindi predisporre appropriati strumenti Cap25_Approccio Decisionale alla Definizione di Interventi di Mitigazione Finale-01 - Pag. 11

12 d analisi. Un altro punto rilevante per lo sviluppo di un sistema di supporto alle decisioni è il 5. Limitare il numero di indicatori da utilizzare non risulta essere motivato a priori ma semplicemente giustificato da problemi di comunicabilità ed interpretazione. Essendo il processo di implementazione di un piano un processo partecipato, la comunicabilità e la comprensione delle informazioni sulle quali basare le decisioni gioca un ruolo importante. Di conseguenza il numero di indicatori come il livello di disaggregazione dell informazione da utilizzare non può essere predefinito ma dipende molto dalla complessità del problema e dalla capacità di interlocuzione degli attori coinvolti. A tal proposito si ricorda che tipicamente la scelta di un set di indicatori è una delle fasi più critiche per i processi di concertazione partecipata. Infine, un ultimo aspetto che occorre considerare nello sviluppare un sistema di supporto alla decisione è costituito dal principio di sussidiarietà che risulta sempre più determinante nella definizione di politiche di pianificazione territoriale. Secondo tale principio si sviluppa una strategia di mutua collaborazione tra organi di governo di pari ruolo e responsabilità amministrativa (ad esempio i comuni), al fine di interagire tra loro per allocare al meglio le risorse disponibili (sussidiarietà orizzontale). Ad esempio l allocazione di fondi per implementazione di azioni di mitigazione potrebbe essere effettuata sulla base dei rischi esistenti sul territorio e non come tipicamente avviene sulla base del numero di abitanti caratteristico di ogni comune. Lo stesso principio potrebbe essere sviluppato per garantire la congruenza di interpretazione e la definizione di strategie di mitigazione tra enti che rivestono un ruolo amministrativo gerarchicamente diverso (sussidiarietà verticale). Ad esempio il sistema di supporto alle decisioni dovrebbe permettere la congruità tra le priorità a scala nazionale o regionale e quelle a scala provinciale e comunale Cap25_Approccio Decisionale alla Definizione di Interventi di Mitigazione Finale-01 - Pag. 12

13 Ruolo di un DSS in un processo decisionale obiettivi del sistema di supporto alla decisione Si può osservare come l'agire umano sia caratterizzato da una sequenza di continue decisioni. La maggior parte di esse sono semplici perché basate su singoli criteri di non difficile interpretazione. Un bambino dovendo scegliere tra diversi gusti di gelato deciderà di prendere quello che massimizza la sua soddisfazione. L interpretazione di questo problema decisionale potrebbe subito complicarsi se si tenesse conto di fattori che influenzano la decisione, ma che non sono formalmente esplicitabili. Ad esempio la preferenza sulla scelta del gelato potrebbe cambiare con il tempo, in funzione dell'età o di altri analoghi fattori condizionanti. Il problema decisionale è di più difficile soluzione se aumenta il numero dei criteri secondo il quale il decisore si deve esprimere. Un esempio tipico di un problema caratterizzato da due criteri può essere costituito dalla scelta di un'auto, nella quale oltre a massimizzare la soddisfazione, il decisore tende a minimizzare il costo: Tra tutte le auto che mi piacciono, comprerei una macchina sportiva, ma dovendo minimizzare i costi opterò per un'utilitaria che più di altre risulti avere una linea sportiva. Questo secondo esempio se pur più complicato rispetto al precedente, trova comunque soluzione perché l'unico decisore conosce e riesce a esprimere le proprie preferenze trovando il livello di equità tra la massimizzazione della sua soddisfazione e la minimizzazione del costo. Molta ricerca è stata effettuata su questi temi soprattutto nel campo della definizione delle strategie di mercato. Attraverso la raccolta di informazioni e l elaborazione di statistiche si ricostruiscono le preferenze dei consumatori. In ogni caso il problema decisionale rimane nella sua natura semplice: il consumatore, potendo agire autonomamente, tende a massimizzare la propria soddisfazione nel rispetto dei propri vincoli. Per situazioni decisionali nelle quali sono coinvolti diversi decisori i quali si devono esprimere su numerosi criteri di valutazione, l identificazione di un unico e comune livello di soddisfazione non è in pratica possibile. Gli attori tenderanno a valutare i criteri in modo discordante ed esprimeranno livelli di soddisfazione diversi. Dovendo in ogni caso trovare un unica soluzione comune, alla fine il processo decisionale si ridurrà alla ricerca del compromesso, trasformando in altri termini il processo decisionale in un processo negoziale. L ideazione di un DSS si inquadra in questo contesto. Il sistema non dovrà ricercare e fornire soluzioni ottimali, ma dovrà essere in grado di aiutare gli attori coinvolti a comprendere le caratteristiche del problema, a esplicitare le proprie preferenze e a valutarne le differenze rispetto a quelle espresse dagli altri interlocutori. Per interpretare il ruolo di un DSS nell ambito di un processo decisionale possiamo riferirci allo schema riportato (Figura 1), nel quale sono illustrate le funzionalità che un DSS deve assolvere: Fase d'identificazione: vengono riconosciuti i problemi che richiedono l attivazione d'interventi e quindi di processi decisionali (identificazione). Il Cap25_Approccio Decisionale alla Definizione di Interventi di Mitigazione Finale-01 - Pag. 13

14 problema viene poi analizzato cercando di mettere in luce quali siano le relazioni tra cause ed effetti ed evidenziando le implicazioni per il processo decisionale (diagnosi). Fase di sviluppo: questa fase implica la ricerca di potenziali soluzioni al problema (ricerca) e la loro verifica preliminare (screen) per poi evidenziare gli elementi che costituiscono la definizione di alternative d'intervento (progettazione). In questa fase vengono anche esplicitati i criteri secondo i quali occorre valutare le alternative. Fase decisionale: in questa fase vengono giudicate e confrontate le diverse alternative. Fase di implementazione: la fase finale verifica se è necessaria la reiterazione del processo oppure se si possa avviare la fase di implementazione della strategia scelta. Normalmente la verifica di una strategia può richiedere una fase autorizzativa cioè l avvallo di un responsabile istituzionale. Il processo di definizione di una strategia è iterativo. Dal confronto tra le parti coinvolte sugli obiettivi e sul relativo grado di soddisfazione, il processo di ricerca e individuazione della proposta può essere reiterato fino al raggiungimento di un livello di accettazione condiviso dalle parti. Nella fase di valutazione delle alternative si possono avere tre diversi livelli di reiterazione: Se durante la fase di valutazione dovesse emergere che il grado di conoscenza del problema non è sufficiente per prospettare una soluzione accettabile, il processo potrebbe essere reiterato a livello di diagnosi, per poi procedere alla formulazione di nuove alternative. Se invece la definizione del problema fosse sufficientemente dettagliata, ma le soluzioni proposte non venissero ritenute adeguate, il processo ritornerebbe alla fase di individuazione delle alternative di intervento. La generazione di nuove alternative potrebbe anche nascere dalla semplice ricombinazione di parti delle alternative analizzate. In questo caso il processo rimane all interno della fase decisionale. Per quanto riguarda la partecipazione degli attori, solitamente essi sono coinvolti soltanto durante la fase decisionale. Risulta più semplice per essi esprimere un giudizio su una proposta piuttosto che progettare una serie di soluzioni. Se da un lato, la definizione di soluzioni tecniche nella maggior parte dei casi può essere affrontata soltanto da specialisti secondo un approccio scientifico, è anche vero che l espressione di un giudizio si fonda anche su altri assunti. Mentre, ad esempio, lo scienziato ricorre all interpretazione di dati numerici generati da modelli matematici o da test di laboratorio, altre categorie di persone si avvalgono di altri modelli interpretativi che magari non si fondano su definizioni altrettanto rigorosamente formalizzate, ma che in ogni caso, sono a tutti gli effetti dei modelli interpretativi. L interpretazione e il giudizio di individui che non sono in grado di comprendere la formalizzazione Cap25_Approccio Decisionale alla Definizione di Interventi di Mitigazione Finale-01 - Pag. 14

15 scientifica è fondata su criteri basati principalmente sulla fiducia (Slovic, 1987; Slovic 1999). In questo senso un informazione sarà tanto più attendibile quanto più la fonte goda di fiducia. Secondo questo approccio tutti gli attori riescono a contribuire alla definizione del problema creando allo stesso tempo un migliore grado d interazione e di fiducia. Infine, si evidenzia come, in ogni caso, la costruzione e la definizione di un contesto decisionale non si possa limitare all analisi delle preferenze degli attori e del loro confronto. Pur non rientrando negli scopi di questo documento, si fa notare come la corretta formalizzazione del contesto decisionale dovrebbe prevedere anche la definizione dei criteri e di procedure per l individuazione degli attori da coinvolgere e per valutare la loro eleggibilità. Queste attività, che sono di estrema importanza per la corretta costruzione sia del quadro conoscitivo sia decisionale, non rientrano comunque tra le funzionalità a cui un DSS deve assolvere. Figura 1: Schema del processo decisionale Fase di Identificazione Identificazione Diagnosi Fase di Sviluppo Progettazione Ricerca Screen Fase Decisionale Negoziazione Valutazione Giudizio/Scelta Fase Autorizzativa Implementazione Autorizzazione Principali obiettivi del sistema di supporto alla decisione Come già evidenziato in precedenza, lo scopo di un Sistema di Supporto alle Decisioni nell ambito dei processi di governo di un territorio esposto a una molteplicità di fonti di pericolo, è quello di definire e di implementare un sistema di analisi che permetta di supportare politiche di mitigazione ambientale dei rischi tecnologici e ambientali. In seguito a tutte le analisi Cap25_Approccio Decisionale alla Definizione di Interventi di Mitigazione Finale-01 - Pag. 15

16 territoriali dei rischi effettuate e illustrate nei precedenti capitoli si è ritenuto opportuno sviluppare uno strumento di supporto alla decisione per la definizione di strategie di mitigazione. Lo strumento deve rispondere alle seguenti problematiche: - Rappresentazione dell informazione: lo strumento deve prevedere deve aiutare a selezionare, visualizzare e integrare l elevata quantità di informazione elaborata e disponibile per la definizione di strategie di mitigazione. - Analisi dello stato di fatto: lo strumento deve prevedere la possibilità di analizzare in modo semplice informazioni relative alla distribuzione territoriale dei rischi e delle loro componenti. - Definizione di politiche alternative di mitigazione: sulla base delle informazioni disponibili, il sistema deve poter dare l'opportunità di formalizzare una serie di strategie di intervento; gli utilizzatori o il decisore devono essere in grado di poter definire gli obiettivi della propria strategia d intervento (ad esempio riduzione dei livelli di rischio tecnologico, ecc.), gli indicatori utilizzati per la misurazione (ad esempio mitigazione dell esposizione della popolazione residente) e i vincoli del sistema (ad esempio vincoli di natura economica, temporale, politica, ecc.). - Analisi delle alternative di mitigazione: considerato l elevato numero di rischi presenti sul territorio, il sistema deve poter fornire la possibilità di esplicitare e formalizzare una serie di criteri che descrivono le diverse strategie di mitigazione; le diverse alternative potranno quindi essere confrontate attraverso l utilizzo di diverse metodologie d analisi al fine di ottenere la classifica delle alternative (ranking) per i diversi contesti territoriali. Il fine ultimo di questa fase deve essere quello di individuare l alternativa migliore da implementare mettendo in luce le principali ricadute (positive e negative) per le diverse comunità interessate. Questa modalità di analisi aiuterebbe notevolmente gli attori coinvolti ad interpretare i risultati perché permetterebbe di associarli più facilmente con le comunità di cui sono portatori di interesse. Inoltre potrebbe essere interessante sviluppare una serie di strumenti di analisi di sensitività che evidenzino come, al cambiare del valore di alcune variabili del sistema, si modifichi la gerarchia delle alternative. - Supporto alle attività di monitoraggio: una volta scelta una strategia di intervento, lo strumento di analisi deve permettere di mantenere traccia dello stato di avanzamento della politica adottata. I dati rilevati con campagne ad hoc di aggiornamento dovrebbero essere confrontati con quanto prefissato, al fine di prevedere eventualmente l attivazione di misure correttive. - Verifica del raggiungimento degli obiettivi prefissati (verifica ex post): il sistema, avendo mantenuto traccia di tutte le fasi intermedie di implementazione, deve poter aiutare ad effettuare la verifica finale del piano di mitigazione, evidenziando sia le criticità sia gli elementi di successo. - Ciascuno di questi punti verrà illustrato in dettaglio nei seguenti capitoli Cap25_Approccio Decisionale alla Definizione di Interventi di Mitigazione Finale-01 - Pag. 16

17 1.3 RAPPRESENTAZIONE DELL INFORMAZIONE NEL SISTEMA DI SUPPORTO ALL INFORMAZIONE Tematismi considerati Si ricorda che le fonti di pericolo considerate da questo studio sono le seguenti: - Rischio industriale - Rischio trasporti merci pericolose - Rischio incidentalità stradale - Rischio infortuni sul lavoro - Rischio idrogeologico - Rischio sismico - Rischio incendi boschivi In particolare per quanto riguarda il rischio idrogeologico sono stati considerati le seguenti tipologie di fenomeni: - Alluvioni fondovalle - Alluvioni in conoide - Collasso dighe - Valanghe - Frane superficiali - Debris flow - Crolli - Frane profonde - lente - DGPV Per quanto riguarda invece le tipologie di rischio valutate nello studio si ricordano i seguenti: - rischio sociale - numero di colpiti, su base annua, attesi, in un dato luogo; - rischio individuale: probabilità, su base annua, che un individuo, presente in un dato luogo, muoia (per l esplicitarsi di uno o più rischi fra quelli considerati) - rischio economico: danni economici, su base annua, attesi, in un dato luogo (per l esplicitarsi di uno o più rischi fra quelli considerati) Cap25_Approccio Decisionale alla Definizione di Interventi di Mitigazione Finale-01 - Pag. 17

18 Per l implementazione del Sistema di supporto alla decisione sono stati riportati in forma di tematismo georeferenziato tutte le fonti informative che sono caratterizzate da una variabilità spaziale. Per ciascuna griglia di rappresentazione sono stati considerati complessivamente al momento 163 tematismi. Per un maggior dettaglio dei tematismi considerati si faccia riferimento alla Tabella 1 riportata qui di seguito. Occorre comunque ricordare che date le caratteristiche dello strumento, il numero di tematismi, che al momento costituiscono il sistema, rappresenta soltanto un indicazione relativa al risultato raggiunto con l attività fin qui svolta. Infatti, una delle caratteristiche principali dello strumento di supporto alla decisione è data dalla flessibilità a integrare nuovi tematismi qualora fossero necessari per supportare un particolare processo decisionale. Tabella 1: Numero di tematismi considerato dal Sistema di Supporto alla Decisione per classe. Classe di tematismi n. Abitanti equivalenti 10 Fattore di gravità 1 Fattore di esposizione 1 Frequenza pericolo 34 Fattore di resilienza 14 Rischio sociale 26 Rischio individuale 23 Danno economico 50 Scenari industriali 4 TOTALE Discretizzazione del territorio e granularità delle informazioni Le informazioni generate durante il processo d analisi sono molto dettagliate in quanto il territorio è stato discretizzato ricorrendo a una griglia dove ciascuna cella rappresenta una porzione di territorio che ha dimensioni di 20 metri per 20 metri. Per comodità interpretativa in questo studio chiameremo questa cella cella di calcolo. La cella di calcolo costituisce l unità elementare sulla base della quale si sviluppano tutte le possibili analisi territoriali Cap25_Approccio Decisionale alla Definizione di Interventi di Mitigazione Finale-01 - Pag. 18

19 Per quanto accurata, tale informazione risulta di difficile interpretazione se il processo d analisi deve poter rappresentare il quadro d insieme a scala d area, soprattutto se si vogliono apprezzare le differenze tra diversi contesti territoriali. Pertanto è stato scelto di rappresentare il territorio oggetto di studio secondo tre griglie caratterizzate da maglie di dimensioni diverse: - Griglia con celle di dimensioni di 1000 m per 1000 m - Griglia con celle di dimensioni di 500 m per 500 m - Griglia con celle di dimensioni di 200 m per 200 m Le celle delle suddette griglie saranno chiamate celle di rappresentazione in quanto i valori caratteristici di ciascuna di essa sono una derivazione matematica o statistica di un insieme delle celle di calcolo. Nella Figura 2 è rappresentata l area di studio secondo le tre distinte griglie. Si può intuire come basare il sistema di supporto alla decisione sui risultati ottenuti durante il processo d analisi avrebbe reso lo strumento di difficile utilizzo se non inefficace. Ad esempio, si può considerare che all interno di ciascuna cella dimensioni 1000 per 1000 m sono contenute celle di calcolo, 625 per la cella dimensioni 500 per 500 m e circa 100 per la cella dimensioni 200 per 200. Partendo dal livello di calcolo, cioè dalla griglia caratterizzata da celle di dimensioni 20 m per 20 m si passa per aggregazioni successive fino al livello rappresentato con griglia di dimensioni 1000 m per 1000 m (Figura 3). La generazione di questi strati informativi è caratteristico dello specialista e del processo tecnico di modellizzazione del territorio. Al contrario il processo che parte da una visione d insieme del territorio per arrivare a definire delle strategie di mitigazione è caratteristico del processo decisionale. In linea di massima questi due processi avvengono in momenti diversi ed hanno obiettivi diversi. Affinché il Sistema di Supporto alla Decisione sia efficace occorre che il suo sviluppo avvenga attraverso una forte sinergia tra i principali attori dei due distinti processi Cap25_Approccio Decisionale alla Definizione di Interventi di Mitigazione Finale-01 - Pag. 19

20 Figura 2: Esempio delle tre griglie utilizzate dal Sistema di Supporto alle Decisioni per discretizzare il territorio. Discrettizzazione dell area di studio Griglia a maglia di m x m Griglia a maglia di 500 m x 500 m Griglia a maglia di 250 m x 250 m Cap25_Approccio Decisionale alla Definizione di Interventi di Mitigazione Finale-01 - Pag. 20

21 Figura 3: Rappresentazione concettuale dei diversi livelli interpretativi della distribuzione territoriale dei rischi scala locale di dettaglio Processo Decisionale Processo di Analisi Calcolo della distribuzione dei rischi in base ad una griglia spaziale di dimensioni 20m x 20m Processo Tecnico Specialistico Aggregazione griglia 200m x 200m Processo di Aggregazione Aggregazione griglia 500m x 500m Aggregazione griglia 1000m x 1000m scala vasta Aggregazione delle informazioni e propagazione dell errore La griglia informativa sulla base della quale sono state calcolate le griglie utilizzate dal sistema di supporto alla decisione è costituita da una griglia di maglia pari a 20 m per 20 m. Tale griglia viene campionata con una maschera quadrata di dimensioni pari a 200 m, 500 m e 1000 m. Il campionamento viene effettuato in modo che non vi siano sovrapposizioni tra le porzioni d area considerate. Ciascuna cella riporta un indicatore delle caratteristiche della porzione d area considerata. Per ogni dimensione o tematismo si è generato un nuovo tematismo per il quale ogni cella riporta la media dei valori delle celle di calcolo considerate. Ad esempio ciascuna cella di dimensioni 500 m per 500 m, considera 625 celle di calcolo (cioè 25 per 25). Il valore caratteristico di ciascuna cella della griglia aggregata sarà costituito dal valore medio dei 625 valori considerati Cap25_Approccio Decisionale alla Definizione di Interventi di Mitigazione Finale-01 - Pag. 21

22 Il processo di aggregazione e il passaggio alla media comporta una certa perdita di informazione. Come si può intuire, due celle che hanno media uguale in realtà potrebbero rappresentare distribuzioni di valori molto diverse. Pertanto si è ritenuto opportuno generare per ogni temastismo anche un nuovo strato informativo che riporti il valore della deviazione standard. A parità di valore medio, l interpretazione della deviazione standard permette di valutare quanto la distribuzione dei valori caratteristici di due distinte celle di rappresentazione siano simili. Valori relativamente bassi della deviazione standard indicano una distribuzione di valori simili alla media. Al contrario un valore di distribuzione standard alto indica un numero esiguo di valori molto più grandi del valore medio. A titolo puramente esemplificativo si possono considerare due celle di rappresentazione costituite ad esempio da 625 celle di calcolo. Pensando di ottenere la media pari ad 1 si possono avere i due casi estremi: tutti i valori sono uguali ad 1 oppure un solo valore è pari a 625 e i rimanti sono pari a 0. Nel primo caso la deviazione standard è uguale a zero mentre nel secondo è pari a 25. Tale aspetto può essere valutato anche in un altro modo. Confrontando due celle caratterizzate da uguale valore medio, si può sapere a priori che il massimo errore che può essere commesso è pari a un fattore dell ordine di 6,25 E+2. Considerando le tre griglie utilizzate dal sistema di supporto alla decisione, si valuta che il fattore interpretativo dell errore massimo sia: - Griglia con celle di dimensioni di 1000 m per 1000 m fattore pari a 2,50 E+3 - Griglia con celle di dimensioni di 500 m per 500 m - fattore pari a 6,25 E+2 - Griglia con celle di dimensioni di 250 m per 250 m - fattore pari a 1,00 E+2 Nel grafico riportato di seguito (Figura 4) si riporta più in dettaglio la variazione di tale fattore teorico di errore al variare della deviazione standard per le tre diverse griglie sempre assumendo che la media dei valori appartenenti alla cella interpretativa si uguale ad 1. Dal punto di vista applicativo si può valutare come al variare della griglia di rappresentazione l errore massimo che si può avere è di sottostimare di un ordine di grandezza il rischio e qualsiasi altro tipo di informazione considerata. Ciò non preclude l utilizzo delle informazioni in quanto l errore che si effettua tra una griglia e l altra è sistematico. In altri termini le diverse celle interpretative di una stessa griglia saranno affette dal medesimo errore e pertanto potranno essere confrontate e valutate in modo relativo. Per la valutazione invece dei valori assoluti relativi a ogni cella sarà richiesto un Cap25_Approccio Decisionale alla Definizione di Interventi di Mitigazione Finale-01 - Pag. 22

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