Analisi delle principali criticità incontrate dalle imprese del settore della pesca nel percorso di accesso al credito

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1 Analisi delle principali criticità incontrate dalle imprese del settore della pesca nel Pagina 1 di 58

2 INDICE 1 PREMESSE E QUADRO MACROECONOMICO LE CARATTERISTICHE DEL CAMPIONE DI INDAGINE LE TIPOLOGIE DI STRUMENTI FINANZIARI UTILIZZATI LE FINALITA DI IMPIEGO DEGLI STRUMENTI FINANZIARI LE STRATEGIE AZIENDALI NEI RAPPORTI CON IL SISTEMA DEL CREDITO GLI ACCORDI DI BASILEA: CONOSCENZA, IMPLICAZIONI E PROSPETTIVE LE DINAMICHE DELL ACCESSO AL CREDITO CONCLUSIONI...52 Pagina 2 di 58

3 1 PREMESSE E QUADRO MACROECONOMICO Sono ormai diversi anni che il mercato del credito ha cambiato i propri parametri operativi. Il mondo delle imprese e quello delle banche hanno attraversato, su versanti diversi, numerosi momenti difficili, in una spirale che ha spesso amplificato i fattori recessivi del contesto economico e finanziario internazionale. L accesso al credito è così diventato un passaggio critico, mettendo in difficoltà le imprese con situazione finanziaria non equilibrata e con troppa dipendenza dal debito bancario. Le banche, anche sotto la pressione di più stringenti parametri imposti dalle autorità di vigilanza, hanno assunto frequentemente atteggiamenti restrittivi ed hanno incrementato i costi (commissioni e spread) del denaro. Dall inizio del secolo e fino al 2007 il modello di finanziamento bancario ha permesso alle imprese italiane un soddisfacente (quando non abbondante) grado di disponibilità creditizia. Ciò ha rafforzato i canali di dipendenza delle imprese italiane dal settore bancario, rinviando quel processo di diversificazione delle fonti di finanziamento (verso obbligazioni e capitalizzazione interna, soprattutto). La crisi economica ha messo in evidenza il difetto più destabilizzante del sistema banco centrico di finanziamento alle imprese: la prociclicità. La stretta creditizia si è perciò abbattuta con maggior reverbero sulle economie come quella italiana e spagnola che, non avendo sviluppato solide alternative ai prestiti bancari, si sono ritrovate senza liquidità sufficiente. Già a partire dal primo semestre 2014 la quota di imprese italiane che non ha ottenuto il credito bancario richiesto è andata riducendosi, come rilevato dalle Pagina 3 di 58

4 indagini qualitative Istat e confermato dalla Survey on the access to finance of SMEs (SAFE) condotta congiuntamente da Commissione Europea e BCE. Il Rapporto sulla stabilità finanziaria emesso nel maggio 2014 da Banca d Italia delinea il quadro macroeconomico generale in Italia; esso evidenzia che pur in presenza di un lieve miglioramento nell ultima parte dell anno, nel 2013 la redditività delle imprese è rimasta su livelli molto bassi. Le recenti indagini congiunturali segnalano un miglioramento delle aspettative degli imprenditori sull andamento della domanda nei prossimi mesi, in particolare tra le aziende esportatrici e tra quelle di maggiore dimensione; le condizioni per investire sono considerate più favorevoli rispetto ai mesi scorsi e prevalgono previsioni di crescita della spesa per investimenti nel Le condizioni finanziarie delle imprese restano nel complesso deboli. I casi di interruzione dell attività produttiva o di avvio di procedure concorsuali hanno raggiunto nel 2013 un nuovo massimo; il saldo demografico delle imprese, pari a circa unità, resta positivo ma di oltre due terzi inferiore a quello osservato nel quinquennio precedente. Negli ultimi mesi del 2013 sono tuttavia emersi segnali di lieve miglioramento. La crescita delle sofferenze è divenuta meno intensa; i dati CERVED indicano una moderata riduzione della quota dei mancati pagamenti sul valore complessivo delle fatture in scadenza e della percentuale di imprese in ritardo nei pagamenti. Si è rafforzato nel corso del 2013 il calo dei debiti finanziari iniziato a metà del 2011 (-2,7 per cento su base annua). In rapporto al PIL i debiti sono diminuiti di due punti percentuali, all 81,0 per cento. Il calo è essenzialmente ascrivibile ai prestiti bancari che hanno continuato a contrarsi anche nei primi mesi del 2014 (-4,2 per cento, su base annua, a marzo 2014). Gli intermediari italiani intervistati nell ambito Pagina 4 di 58

5 dell indagine sul credito (Bank Lending Survey) segnalano un attenuazione nella severità dei criteri di offerta che restano tuttavia restrittivi. L indagine condotta dall Istat nei primi mesi del 2014 presso le imprese manifatturiere indica che la percentuale di aziende che dichiarano difficoltà nell accesso al credito è rimasta elevata, attorno al 18 per cento tra le aziende con meno di 50 addetti e al 12 tra quelle più grandi. Al calo del credito ha contribuito, oltre alla debole dinamica degli investimenti, l accelerazione dei rimborsi dei debiti della Pubblica amministrazione, che molte imprese hanno utilizzato per ridurre l esposizione nei confronti degli intermediari: alla fine di marzo del 2014 erano stati rimborsati 23,5 miliardi, circa la metà della cifra stanziata per il biennio Alcune rilevazioni effettuate da associazioni imprenditoriali indicano tempi di pagamento della Pubblica amministrazione leggermente inferiori rispetto al passato, benché ancora lontani dai giorni prescritti dalle regole europee (cfr. il riquadro: I debiti commerciali delle Amministrazioni pubbliche, in Bollettino economico, n. 2, 2014). Come nel 2012, tra le società più grandi e finanziariamente più solide il calo del credito ha riflesso in buona parte la sostituzione tra debiti bancari e titoli obbligazionari. Per le piccole e medie imprese (PMI) la principale misura a sostegno dell accesso al credito resta il Fondo centrale di garanzia, che ha raggiunto nell anno 2013 un picco di domande accolte (circa ) e di finanziamenti garantiti (10,8 miliardi). Nuovi ampliamenti dell attività del Fondo potranno derivare dall aumento della sua dotazione e dai cambiamenti nelle modalità operative introdotti di recente (cfr. Rapporto sulla stabilità finanziaria, n. 6, 2013). Nel luglio 2013 l ABI e le principali Pagina 5 di 58

6 associazioni imprenditoriali hanno sottoscritto una nuova moratoria, la terza dal 2009, che ripropone misure di sospensione dei pagamenti e allungamento dei finanziamenti in favore delle PMI; i criteri di accesso all iniziativa, analoghi a quelli del precedente accordo, escludono le imprese che presentano anomalie nel rimborso dei debiti. L adesione è risultata meno ampia che in passato: nel 2013 sono state accolte circa domande per un totale di quote di capitale sospese pari a 3,3 miliardi. Un miglioramento della capacità di accesso al credito nel medio periodo potrà derivare dagli incentivi alla patrimonializzazione delle imprese introdotti dal decreto legge 6 dicembre 2011, n. 201 (ACE, Aiuto alla crescita economica) e rafforzati con la legge di stabilità per il 2014: lo scarso apporto del capitale di rischio è infatti una delle caratteristiche che maggiormente hanno limitato le capacità delle aziende di ottenere nuovi finanziamenti durante la crisi. La debolezza della ripresa e le difficoltà di accesso al credito rimarranno i principali fattori di rischio per le imprese nei prossimi mesi. Pur in presenza di attese positive sull evoluzione della domanda di beni e servizi, tra le aziende di minore dimensione sono ancora molto diffusi i problemi di liquidità e di finanziamento. Ritardi nel recupero della redditività potranno incidere soprattutto sulla solidità delle imprese finanziariamente più fragili: secondo gli ultimi dati disponibili, relativi ai bilanci di circa società in larga parte rappresentate da microimprese, nel 2012 la quota di aziende vulnerabili (quelle con un rapporto tra oneri finanziari e MOL superiore al 50%) era prossima al 33% e l incidenza dei loro prestiti sul totale del credito alle imprese era pari al 46%; la vulnerabilità è più elevata tra le imprese di minore dimensione e tra quelle del settore delle costruzioni. Per conoscere le dinamiche creditizie del sistema produttivo delle imprese della pesca e analizzare aspetti relativi al rapporto tra aziende e sistema del credito non Pagina 6 di 58

7 rilevate dalle statistiche ufficiali, è stata realizzata un indagine campionaria tra imprese del settore dislocate sull intero territorio nazionale. Tale indagine ha consentito di rilevare e analizzare l attenzione e la propensione delle imprese della pesca italiane a ricorrere al sistema del credito, le valutazioni delle imprese stesse sull accessibilità e sui costi del credito, ossia su una delle variabili di particolare rilievo nei processi di sviluppo imprenditoriale e di crescita economica, e le prospettive per il prossimo futuro, anche alla luce dei cambiamenti introdotti dagli Accordi di Basilea. Pagina 7 di 58

8 2 LE CARATTERISTICHE DEL CAMPIONE DI INDAGINE L indagine è stata realizzata su un campione rappresentativo di imprese attive dislocate sull intero territorio nazionale e disaggregate per volume della produzione e localizzazione geografica. L indagine campionaria ha riguardato le risposte effettivamente fornite da 79 imprese cooperative, intervistate attraverso la somministrazione ai Titolari/Responsabili delle aziende di un questionario strutturato da compilarsi on line su apposita piattaforma web predisposta dal Settore Pesca delle centrali cooperative AGCI, CONFOCOOPERATIVE e LEGACOOP aderenti alla Alleanza delle Cooperative Italiane. Le interviste alle aziende sono state realizzate nel periodo compreso tra novembre 2013 e settembre Le imprese coinvolte nell indagine sono equamente suddivise sul territorio nazionale con una distribuzione del 30% al nord, del 27% al sud e il rimanente 43% tra sud e isole (Tav.1). Le imprese analizzate appartengono tutte alla categorie delle piccole imprese o microimprese secondo la definizione del D.M. 18 aprile 2005 del Ministero dello sviluppo economico che riprende i parametri di classificazione della Raccomandazione della Commissione europea 2003/361/CE del 6 maggio 2003 relativa alla definizione delle microimprese, piccole e medie imprese, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale Unione europea legge n. L 124 del 20 maggio Secondo tale impostazione, è definita piccola impresa quella che : Pagina 8 di 58

9 a) ha meno di 50 occupati, e b) ha un fatturato annuo oppure un totale di bilancio annuo non superiore a 10 milioni di euro. E definita microimpresa quella che: a) ha meno di 10 occupati, e b) ha un fatturato annuo oppure un totale di bilancio annuo non superiore a 2 milioni di euro. In particolare l analisi del numero occupati (Tav. 2) mostra che la maggior parte del campione (64%) presenta una popolazione tra le imprese con un numero di occupati inferiore o uguale a 10, mentre una quota minoritaria è rappresentata dalle imprese con un grado di occupazione tra gli 11 e i 19 addetti e quelle con un numero maggiore di o uguale a 20, rispettivamente il 12% e il 24%. Pagina 9 di 58

10 Tav. 1 Distribuzione geografica del campione Nord 30% Sud e isole 43% Centro 27% Pagina 10 di 58

11 Tav. 2 Distribuzione del campione per numero di occupati >=20 24% 11<x<19 12% <=10 64% Pagina 11 di 58

12 3 LE TIPOLOGIE DI STRUMENTI FINANZIARI UTILIZZATI Alle imprese del campione è stato richiesto di indicare quali fossero le più importanti fonti di finanziamento dell attività di impresa. Le risposte del campione sono suddivise equamente tra l autofinanziamento e il ricorso al sistema del credito (Istituti bancari e altre imprese finanziarie), attestandosi rispettivamente al 46% e al 54% denotando un sostanziale equilibrio tra fonti interne ed esterne alle imprese (Tav.3). E stato altresì richiesto di specificare la categoria delle fonti interne ed esterne di finanziamento (Tav. 4), e al proposito si è rilevato che tra le fonti interne di finanziamento (autofinanziamento) viene privilegiato l apporto di capitale sociale da parte di soci cooperatori (52%) seguito dall apporto di risorse finanziarie da prestito sociale (29%) e dall apporto di capitale sociale da parte di soci sovventori (19%). Il prestito sociale nelle imprese cooperative si configura come una particolare forma di apporto di mezzi finanziari propri (autofinanziamento) disciplinato dalla legge nell impresa cooperativa che contraddistingue da sempre la relazione tra il socio e la sua cooperativa: il socio impegna una parte delle proprie disponibilità finanziarie per sostenere la cooperativa e il suo sviluppo, oltre che a tutela del proprio risparmio, ed è considerato uno strumento essenziale per il conseguimento dello scopo mutualistico e per la realizzazione dell oggetto sociale. La figura del socio sovventore si inserisce, diversamente, nella più ampia categoria dei soci finanziatori. In particolare la normativa prevede la possibilità di diventare soci di una cooperativa senza il diritto/dovere di prestare la propria opera, pur partecipando gli scopi sociali, al progetto complessivo, come sovventori, Pagina 12 di 58

13 sottoscrivendo azioni della cooperativa. Si diventa socio sovventore sottoscrivendo un fondo di sviluppo tecnologico o di ristrutturazione aziendale. Considerando le fonti di finanziamento di terzi o esterne, si rileva che sono privilegiati i finanziamenti bancari a medio-lungo termine (40%) rispetto quelli sempre provenienti dal sistema bancario a breve termine (33%); il 27% del campione di imprese intervistate fa prevalentemente ricorso a fonti esterne alternative al sistema creditizio bancario quali società finanziarie e di leasing (Tav. 5). A fronte dei finanziamenti richiesti a fonti esterne sono state richieste garanzie nel 65% dei casi mentre nel 35% non sono state chieste. L importo della garanzia prestata dall impresa è risultato più alto del valore del finanziamento concesso nel 39% dei casi mentre il 26% delle imprese ha prestato garanzie comprese tra il 50% e il 100% del valore del finanziamento concesso (Tav. 6) Pagina 13 di 58

14 Tav. 3 Tipologie di strumenti finanziari utilizzati Auto finanziamento 46% Istituti finanziari 54% Pagina 14 di 58

15 Tav. 4 Tipologie di autofinanziamento Soci sovventori 19% Capitale sociale 52% Prestito sociale 29% Pagina 15 di 58

16 Tav. 5 Tipologie di finanziamento di terzi Altro 27% Finanaziamento bancario ML 40% Finanaziamento bancario BT 33% Pagina 16 di 58

17 Tav. 6 Garanzie richieste dagli Istituti di finanziamento >=100% 39% Nessuna garanzia 35% 50%<x<100% 26% Pagina 17 di 58

18 4 LE FINALITA DI IMPIEGO DEGLI STRUMENTI FINANZIARI Alle imprese del campione è stato richiesto di indicare quali fossero le finalità sottostanti il fabbisogno di finanziamento dell impresa. Le risposte del campione hanno visto prevalere le esigenze di nuovi investimenti ( 58%) ma una percentuale significativa del campione (42%) ha indicato l esigenza di liquidità di cassa quale motivazione principale del fabbisogno (Tav. 7). Pagina 18 di 58

19 Tav. 7 Fabbisogni di finanziamento Liquidità 42% Investimento 58% Pagina 19 di 58

20 5 LE STRATEGIE AZIENDALI NEI RAPPORTI CON IL SISTEMA DEL CREDITO Alle imprese del campione sono state sottoposte una serie di domande al fine di evidenziare il quadro del rapporto relazionale banca impresa. A tal fine l analisi è partita dalla comprensione del numero medio dei partner bancari dell impresa; appare evidente la prevalente tendenza delle imprese a ricorrere ad un solo Istituto di credito (62%), seguono le aziende con rapporti con due/quattro Istituti (30%) e, infine, con una percentuale nettamente minoritaria dell 8% quelle con cinque o più Istituti (Tav. 8). La Tav. 9 evidenzia le ragioni sottostanti al rapporto con diversi Istituti di credito che risiedono principalmente nella motivazione della necessità di soddisfare maggiori esigenze finanziarie (60%), seguite dall esigenza di ottenere servizi diversi (24%) ed infine dalla necessità di ridurre il costo del credito (16%). La Tav. 10 mette in evidenza le motivazioni generali alla base della scelta di un Istituto di credito; la maggioranza del campione di aziende intervistate ritiene che la vicinanza fisica e l esistenza di rapporti personali siano i principali parametri di scelta (42%), seguiti da una significativa percentuale (36%) che identifica il parametro di scelta nella qualità generale dei servizi offerti. Parametri residuali risultano il costo del denaro minore (9%), le minori garanzie richieste (9%) e il livello di consulenza prestata (4%). Relativamente alla dimensione di Istituto prescelto, il campione intervistato mostra una netta preferenza degli Istituti Territoriali (74%) rispetto quelli Nazionali (26%); le motivazioni di tale preferenza sembrano risiedere sia nelle migliori Pagina 20 di 58

21 condizioni economiche generali di erogazione del finanziamento sia nel maggior volume erogato (Tav. 11 e 12). Dalla più puntuale analisi delle risposte fornite emerge pertanto la significativa criticità del rapporto con gli Istituti di livello nazionale che sembrano offrire peggiori condizioni sia nel costo dell indebitamento che nel volume di erogato; in tal senso il campione ha riscontrato maggiori difficoltà di accesso al credito bancario dovuto pertanto sia a riduzioni o revoche degli affidamenti bancari sia ad inasprimento degli oneri finanziari. Infine si è ritenuto importante comprendere le esigenze di servizi di tipo gestionale richieste al sistema creditizio, richiedendo alle imprese per quali dei servizi si desidererebbe ottenere un maggior supporto da parte degli Istituti stessi ai fini di ottimizzare l accesso al credito; l analisi mostra come le aziende intervistate abbiano indicato diversi fattori critici e comunque che il supporto maggiormente apprezzato e richiesto sia quello relativo al miglioramento della gestione finanziaria aziendale (47%), seguito dalla individuazione di finanziamenti agevolati (23%) e dal supporto ad eventuali rinegoziazioni dell indebitamento (10%); a livello residuale e per una percentuale del 20% cumulato risultano preferiti i supporti in materia di semplificazione istruttorie, di facilità di accesso al credito, la maggiore trasparenza del rapporto e la maggior personalizzazione del servizio (Tav. 13). Pagina 21 di 58

22 Tav. 8 Distribuzione del numero degli Istituti di finanziamento >5 8% 2/4 30% 1 62% Pagina 22 di 58

23 Tav. 9 Motivazioni alla base dell'utilizzo di diversi Istituti Per ottenere servizi diversi 24% Per ridurre il costo del credito 16% Per soddisfare maggiori esigenze finanziare 60% Pagina 23 di 58

24 Tav. 10 Motivazioni alla base della scelta dell'istituto di credito Minori garanzie richieste 9% Livello consulenza prestata 4% Costo del denaro minore 9% Vicinanza fisica / Esistenza di rapporti personali 42% Qualità generale dei servizi offerti 36% Pagina 24 di 58

25 Tav. 11 Condizioni del credito: costo indebitamento Stesse condizioni; 21% Stesse condizioni; 27% Peggiori condizioni; 15% Peggiori condizioni; 43% Migliori condizioni; 65% Migliori condizioni; 30% Istituti territoriali Istituti nazionali Pagina 25 di 58

26 Tav. 12 Condizioni del credito: volume credito erogato Stesse condizioni; 23% Peggiori condizioni; 13% Stesse condizioni; 41% Migliori condizioni; 67% Peggiori condizioni; 41% Migliori condizioni; 23% Istituti territoriali Istituti nazionali Pagina 26 di 58

27 Tav. 13 Necessità di servizi da parte degli Istituti di credito Individuazione di finanziamenti agevolati 23% Altro 20% Miglioramento gestione finanziaria aziendale 47% Rinegoziazione dell indebitame nto 10% Pagina 27 di 58

28 6 GLI ACCORDI DI BASILEA: CONOSCENZA, IMPLICAZIONI E PROSPETTIVE A seguito della crisi finanziaria del 2008 il Comitato di Basilea ha approvato una serie di provvedimenti al fine di modificare e perfezionare la preesistente regolamentazione prudenziale del settore bancario, l efficacia dell azione di vigilanza e la capacità degli intermediari di gestire i rischi assunti (Basilea III). Tali regole, che integrano o sostituiscono quelle precedenti, meglio note come Basilea I e II, si articolano principalmente su tre punti: la garanzia di liquidità a breve, la trasformazione delle scadenze e i requisiti di capitale. Il dibattito sui possibili effetti delle nuove regole è molto intenso, in quanto sono state sollevate alcune critiche sulla eccessiva penalizzazione che queste potrebbero comportare per i sistemi bancari caratterizzati da modelli di business più orientati al finanziamento dell economia reale rispetto a quelli più incentrati sulla finanza. Se questo elemento di criticità sollevato venisse confermato, le nuove regole di Basilea III correrebbero il rischio, a giudizio di alcuni rappresentanti del sistema imprenditoriale, di riflettersi negativamente sul sostegno del settore bancario alle piccole e medie imprese del territorio. Negli ultimi anni le banche, conseguentemente a quanto sopra evidenziato, hanno modificato le proprie modalità operative in materia di concessione del credito, anche nei confronti delle PMI. Alla base di tale modifica vi è una significativa trasformazione del settore bancario europeo. L evoluzione della gestione del rischio, accompagnata da trasformazioni strutturali (quali le crescenti aspettative di rendimento degli azionisti, l intensificazione della concorrenza e, in alcune zone, la recessione economica a cui è seguito un aumento Pagina 28 di 58

29 degli accantonamenti ai fondi rischi su crediti), ha indotto le banche a prestare maggior attenzione alla misurazione e alla gestione della propria esposizione al rischio di credito, nonché alla propria adeguatezza patrimoniale rispetto a questo rischio. Per le PMI il mutamento del quadro regolamentare sull adeguatezza patrimoniale degli intermediari creditizi determina significative conseguenze. Le banche analizzano con maggiore profondità la capacità dei clienti di rimborsare i prestiti. Nelle valutazioni che le banche effettuano per misurare i rischi connessi ai prestiti, le caratteristiche del singolo cliente assumono un rilievo crescente, e vengono sintetizzate in un «rating». Le banche si servono di questi sistemi per misurare i livelli di rischio di ciascun prestito e per determinarne così il relativo prezzo, congruo rispetto al rischio sopportato. Queste trasformazioni incidono direttamente sulle relazioni d affari tra impreseclienti e banche. Mentre per le grandi imprese le conseguenze sono abbastanza contenute, data la loro maggiore dimestichezza con i metodi di valutazione basati su sistemi di rating, per molte PMI i cambiamenti sono significativi. Le banche, infatti, sottopongono queste ultime a una valutazione (o rating) interna sempre più completa, anche quando chiederanno prestiti modesti. Le PMI sono quindi destinate a confrontarsi con una varietà sempre più ampia di prezzi e condizioni di accesso al credito. A prescindere dagli effetti sull economia reale, che saranno più noti e quindi più facilmente analizzati nel prossimo futuro, è interessante rilevare il livello di conoscenza e di consapevolezza del campione di imprese intervistate sui contenuti degli Accordi di Basilea. Pagina 29 di 58

30 Indicato quanto in premessa, l indagine ha voluto mettere in rilievo le principali criticità che necessariamente discendono dal meccanismo di valutazione dell impresa imposto dalle regole di Basilea. A tal fine si è richiesto al campione di imprese una serie di quesiti per comprendere il grado di conoscenza e di percezione delle implicazioni in ambito aziendale. Il primo quesito si riferisce alla conoscenza o utilizzazione di strumenti di autovalutazione del merito di credito nel campione di imprese; dall analisi delle risposte è emersa la criticità che la maggior parte delle imprese(68%) non si è mai preoccupata di affrontare il tema della (auto)valutazione d impresa pur magari essendo al corrente della materia mentre solo il 20% lo ha fatto ma più preoccupante è la condizione che il 12% degli intervistati non era a conoscenza del significato stesso (Tav. 14). Il secondo quesito è relativo al livello di conoscenza del rating dell'azienda sulle varie banche con le quali le aziende operano e le dinamiche/fattori/parametri che ne influenzano il valore; anche in questo caso emerge la criticità della non conoscenza della posizione aziendale pur conoscendone la problematica (52%) e della scarsa o assente conoscenza della materia (8%) mentre una buona percentuale (40%) è a conoscenza della propria posizione (Tav. 15). Il terzo quesito è mirato a evidenziare la conoscenza dell utilizzo dello strumento della Centrale dei Rischi. La Centrale dei Rischi (CR) è un sistema informativo sull'indebitamento della clientela verso le banche e le società finanziarie (intermediari). Gli intermediari comunicano mensilmente alla Banca d'italia il totale dei crediti verso i propri clienti: i crediti pari o superiori a euro e i crediti in sofferenza di qualunque importo. Pagina 30 di 58

31 La Banca d'italia fornisce mensilmente agli intermediari le informazioni sul debito totale verso il sistema creditizio di ciascun cliente segnalato. La Centrale dei Rischi ha l'obiettivo di: - migliorare il processo di valutazione del merito di credito della clientela - innalzare la qualità del credito concesso dagli intermediari - rafforzare la stabilità finanziaria del sistema creditizio. La Centrale dei Rischi favorisce l'accesso al credito per la clientela "meritevole". I dati della CR sono riservati. Chi vuole conoscere la propria posizione presso la Centrale dei Rischi può rivolgersi alle Filiali della Banca d'italia. Le principali informazioni contenute nella CR sono: - Crediti per cassa - Crediti di firma - Garanzie ricevute - Derivati finanziari - Sezione informativa I crediti per cassa comprendono cinque categorie di crediti in ordine di rischiosità crescente: - Rischi auto liquidanti, che derivano da operazioni che presentano una fonte di rimborso predeterminata - Rischi a scadenza, che si riferiscono a operazioni con scadenza fissata per contratto, senza una fonte di rimborso prefissata (es. prestiti personali, mutui, pronti contro termine) - Rischi a revoca, che consistono in aperture di credito in c/c concesse per elasticità di cassa con clausola fino a revoca - Finanziamenti a procedura concorsuale e altri finanziamenti particolari Pagina 31 di 58

32 - Sofferenze, ovvero crediti verso soggetti in stato di insolvenza anche non accertato giudizialmente I crediti di firma si dividono in due categorie: garanzie commerciali e garanzie finanziarie. Nella sezione informativa rientrano: - Le operazioni effettuate per conto terzi - I crediti per cassa effettuati in pool - I crediti acquisiti da clientela diversa da intermediari debitori ceduti - I rischi auto liquidanti crediti scaduti - I crediti passati a perdita - I crediti ceduti a terzi A tal fine, considerata l importanza del documento in relazione alla conoscenza della posizione finanziaria dell impresa, si è chiesto se essa era stata consultata/monitorata negli ultimi 3/6 mesi; l indagine ha evidenziato aspetti significativamente critici poiché il 63% delle aziende non ne effettua il monitoraggio periodico, il 16% non ne conosce l esistenza e solo il 21% del campione ne conosce l esistenza e ne effettua una consultazione periodica (Tav. 16). Un altro aspetto di forte criticità è stato messo in evidenza dall ulteriore quesito circa l effettuazione periodica di analisi dei bilanci da parte delle imprese; poco meno della meta del campione (44%) ha indicato che non esegue o non è in grado di eseguire analisi periodiche dei valori di bilancio contro il (56%) che invece le esegue periodicamente (Tav. 17). La criticità rilevata non è di poco conto poiché la comprensione delle dinamiche aziendali non può certamente prescindere dall analisi delle dinamiche contabili che Pagina 32 di 58

33 hanno nello strumento del bilancio d esercizio o comunque nelle situazioni contabili periodiche degli importanti strumenti di sintesi. Si è approfondito la problematica indagando la percezione degli intervistati circa le implicazioni che gli Accordi di Basilea possono avere nel rapporto relazionale con gli istituti di credito partner; la maggior parte (63%) evidenzia una percezione negativa, quindi una significativa criticità, lamentando o comunque esprimendo preoccupazioni circa il deterioramento del rapporto relazionale con gli Istituti di credito mentre solo il 27% non evidenzia criticità. Occorre comunque rilevare che una parte del campione (10%) non è neppure a conoscenza della materia (Tav. 18). Pagina 33 di 58

34 Tav. 14 Conoscenza/utilizzo degli strumenti di autovalutazione del merito creditizio Non so cosa siano 12% Si 20% No 68% Pagina 34 di 58

35 Tav. 15 Conoscenza del rating creditizio dell'impresa Non so cosa sia il rating 8% Si 40% No 52% Pagina 35 di 58

36 Tav. 16 Monitoraggio periodico della "Centrale Rischi" Non so cosa sia 16% Si 21% No 63% Pagina 36 di 58

37 Tav. 17 Effettuazione periodica di analisi dei bilanci no 44% si 56% Pagina 37 di 58

38 Tav. 18 Percezione negativa delle conseguenze degli Accordi di Basilea nel rapporto relazionale con l'istituto di credito No 27% Si 63% Non so cosa siano gli accordi di Basilea 10% Pagina 38 di 58

39 7 LE DINAMICHE DELL ACCESSO AL CREDITO La ricerca è proseguita con l approfondimento delle tematiche dell accesso concreto al credito. Il primo aspetto di indagine ha riguardato la contingente necessità di finanziamenti; a tal fine si è chiesto se negli ultimi 3/6 mesi l azienda si è rivolta alle proprie banche oppure a nuove banche per ottenere nuove linee di credito. Solo il 35% ha risposto positivamente mentre il 65% ha dichiarato di non averlo fatto (Tav. 19). Alle imprese che hanno richiesto nuove linee, il sistema creditizio ha risposto positivamente nel 33% dei casi ma negativamente nel 53% mentre il 14% era ancora in attesa di un responso al momento dell intervista (Tav. 20). La criticità evidenziata può essere anche diretta conseguenza di una possibile incomprensione e mancanza di trasparenza nel tra le imprese e gli Istituto di credito; infatti le imprese (Tav. 21) lamentano difficoltà di tipo comunicativo con gli Istituti di credito principalmente in relazione alla valutazione circa l onerosità effettiva dello strumento finanziario richiesto/concesso (57%), seguito dalla difficoltà nel far fronte alle richieste di comunicazione circa la propria situazione economico finanziaria (29%) e da problematiche nella comprensione delle diverse forme tecniche di finanziamento proposte (14%). Altro aspetto critico che si è evidenziato è quello del mancato utilizzo da parte delle imprese degli strumenti agevolativi pubblici di accesso al credito (Fondo Centrale di Garanzia, Fondi di garanzia regionali, Confidi,ecc.) Pagina 39 di 58

40 Infatti l 82% delle imprese intervistate ha dichiarato di non utilizzarli (Tav. 22, 23) principalmente a causa dello scarso interesse riposto nello strumento agevolativo (55%) e a causa della difficoltà nella presentazione della domanda di aiuto (32%). Contrariamente, le imprese che hanno utilizzato gli strumenti agevolativi per l accesso a finanziamenti (Tav. 24), per lo più consistenti in forme aventi l effetto di abbassare il costo dell indebitamento, lo hanno fatto principalmente per l acquisto/ristrutturazione di attrezzature e mobili (53%) e per esigenze di liquidità (27%). E importante anche evidenziare il ruolo svolto dal Sistema Associazionistico nella divulgazione delle informazioni (Tav. 25); infatti le imprese che hanno usufruito delle agevolazioni, ne sono venute a conoscenza grazie alla propria Associazione di Categoria (83%) e solo in via residuale grazie al consulente fiscale (13%)o al proprio Istituto di credito (4%). A tal proposito la quasi unanimità delle imprese intervistate (91%) ha dichiarato che proprio l informativa sugli strumenti agevolativi di accesso al credito rappresenta un aspetto critico e per il quale risulta necessaria maggiore diffusione delle informazioni (Tav. 26). E stato anche effettuato un focus circa il ruolo del sistema dei CONFIDI nei percorsi di accesso al credito delle imprese. I CONFIDI (consorzi fidi) sono delle istituzioni finanziarie che affiancano e supportano le PMI ai fini dell accesso al credito bancario. Tale obiettivo è raggiunto attraverso l erogazione di servizi quali: - concessione di garanzie; - valutazione del merito di credito; - affiancamento negli adempimenti burocratici relativi al processo di assegnazione del credito; Pagina 40 di 58

41 - consulenza. I confidi in Italia sono solitamente espressione di associazioni di categoria; altri soggetti invece sono legati ad enti pubblici, come Camere di commercio o Regioni. L analisi ha evidenziato (Tav. 27) che una buona percentuale di imprese è a conoscenza del sistema dei CONFIDI e degli strumenti offerti tuttavia solo il 31% delle stesse ha dichiarato di fare ricorso alle garanzie o ai servizi messi a disposizione da queste strutture (Tav. 28). Pagina 41 di 58

42 Tav. 19 Richiesta nuove linee di credito negli ultimi 3/6 mesi si 35% no 65% Pagina 42 di 58

43 Tav. 20 Risposta del Sistema creditizio alla richiesta di nuove linee di credito In attesa 14% Positivo 33% Negativo 53% Pagina 43 di 58

44 Tav. 21 Principali difficoltà di tipo comunicativo con gli Istituti di credito Problematiche nella comprensione delle diverse forme tecniche di 14% Comunicazioni circa la propria situazione economico finanziaria 29% Valutazione circa l onerosità effettiva dello strumento finanziario 57% Pagina 44 di 58

45 Tav. 22 Fruizione di strumenti di agevolazione pubblica di accesso al credito si 18% no 82% Pagina 45 di 58

46 Tav. 23 Motivazioni alla base della decisione di non utilizzare le agevolazioni pubbliche Altro 5% Difficoltà nel presentare domanda 32% Non le interessava 55% Rifiuto della domanda 8% Pagina 46 di 58

47 Tav. 24 Modalità di utilizzo dell'agevolazione pubblica concessa Altro 20% Liquidità 27% Acquisto/Ristru tturazione attrezzature e mobili 53% Pagina 47 di 58

48 Tav. 25 Fonte dell'informazione circa l'esistenza di strumenti agevolativi Commercialista /Consulente 13% Banca 4% Associazione di categoria 83% Pagina 48 di 58

49 Tav. 26 Necessità di maggiore informazione sugli strumenti messi a disposizione dalle amministrazioni pubbliche e finanziarie per agevolare l accesso al credito no 9% si 91% Pagina 49 di 58

50 Tav. 27 Conoscenza del sistema dei CONFIDI no 17% si 83% Pagina 50 di 58

51 Tav. 28 Utilizzo delle garanzie prestate dal sistema dei CONFIDI si 31% no 69% Pagina 51 di 58

52 8 CONCLUSIONI A conclusione dell analisi è stato chiesto alle imprese di dare una valutazione del livello di soddisfazione del rapporto con il sistema del credito e la maggioranza significativa (64%) ha risposto positivamente (Tav. 29) esprimendo, tuttavia, l esigenza di una maggiore comprensione delle dinamiche che regolano il rapporto impresa-banca nel mediante specifici servizi di tipo consulenziale lamentandone ad oggi una carenza (Tav. 30). Inoltre, a completamento del quadro, è stata chiesta una valutazione, alla luce degli attuali scenari finanziari, circa la possibilità di incontrare, anche nel prossimo futuro, maggiori difficoltà nel finanziamento di nuovi investimenti; relativamente a tale aspetto, la stragrande maggioranze delle imprese mostra pessimismo, infatti l 86% del campione risponde che nell immediato futuro esisteranno ancora significative criticità nell accesso al credito contro una minoranza (14%), al contrario, più ottimistica (Tav. 31). Occorre sottolineare come le risultanze dell indagine vadano anche lette alla luce di una congiuntura economica negativa dove la crisi, ha influito prepotentemente sul livello di attenzione che le banche pongono sui prestiti erogati, rendendo più stringenti i parametri legati all erogazione di credito. Preso atto delle risultanze dell indagine effettuata, è possibile concludere che le criticità incontrate dalle imprese della pesca sono comuni a quelle delle PMI di altri settori. In particolare, l accesso al credito rappresenta, specie negli ultimi anni, un elemento di forte criticità per le PMI che, con l acuirsi della crisi economico-finanziaria, hanno Pagina 52 di 58

53 visto un progressivo irrigidimento nelle relazioni con il sistema bancario, con una continua contrazione dell erogazione del credito. Esaminando i dati divulgati dalla Banca d Italia, emerge come le condizioni del mercato del credito nel 2014 continuino a rimanere tese. Le difficoltà, generalizzate, appaiono, inoltre, più marcate soprattutto per le imprese di piccola e media dimensione, per le quali appare difficile una sostituzione dei propri prestiti bancari con altri finanziamenti. La flessione dei prestiti, quindi, rispecchia la perdurante debolezza della domanda di credito, ma continua a risentire anche dell orientamento restrittivo dell offerta. Nonostante la liquidità, le politiche di prestito delle banche sono frenate dal peggioramento del rischio di credito provocato dal prolungarsi della recessione. L accresciuta rischiosità dei prestiti si riflette sul costo del credito, contrapponendosi agli effetti favorevoli derivanti dalle riduzioni dei tassi ufficiali e dal parziale rientro delle tensioni sul mercato del debito sovrano. Il perdurare della fase di recessione, quindi, continua a riflettersi in un peggioramento della qualità del credito delle imprese bancarie, oltre che in sempre più marcate difficoltà del mondo imprenditoriale. I dati Cerved relativi alle chiusure aziendali indicano che nel secondo trimestre del 2014 i fallimenti hanno fatto registrare un nuovo record, mentre risultano in calo le chiusure volontarie di imprese in bonis e le procedure concorsuali non fallimentari, che scontano l effetto delle modifiche legislative al concordato in bianco introdotte a Settembre del Con gli oltre 4 mila fallimenti dichiarati tra Aprile e Giugno, il numero di procedure osservate nei primi sei mesi del 2014 supera quota 8 mila, un aumento del 10,5% rispetto allo stesso periodo del 2013 e un nuovo record dall inizio della serie storica Pagina 53 di 58

54 (dal 2001). L aumento delle procedure fallimentari non ha risparmiato alcun settore o area geografica: i default sono aumentati ovunque, con tassi di crescita a due cifre nel terziario, nel Nord-Ovest e nel Centro-Sud. Nel secondo trimestre è crollato, dimezzandosi rispetto all anno precedente, il numero di concordati in bianco, la procedura che consente di bloccare le azioni esecutive dei creditori in attesa di preparare un piano di risanamento o di avviare un "vero" concordato preventivo: è l effetto dei correttivi legislativi introdotti nel Settembre del 2013 e, in particolare, della possibilità per i tribunali di nominare un commissario giudiziale che monitori la condotta del debitore. Ne è seguita una netta diminuzione dei concordati comprensivi di piano, che nei primi sei mesi del 2014 si sono ridotti del 12,3% rispetto alla prima metà del Tali questioni hanno spostato l attenzione dell intervento pubblico a sostegno delle imprese sulle politiche di accesso al credito, cercando di garantire la tenuta del nostro sistema produttivo, implementando l offerta di liquidità per le imprese. L emergenza ha determinato la necessità di incentrarsi più sul mantenimento del sistema produttivo, piuttosto che sul finanziamento degli investimenti produttivi e quindi sullo sviluppo economico. I più recenti interventi normativi statali sul Fondo Centrale di Garanzia sono stati pertanto volti ad assicurare un più ampio accesso al credito ad un numero maggiore di imprese e di settori di attività delle stesse, anche attraverso l aggiornamento dei criteri di valutazione delle imprese, in funzione del ciclo economico e dell andamento del mercato finanziario. Si sottolinea, tuttavia, che il Fondo centrale di garanzia dovrebbe rappresentare lo strumento attraverso il quale favorire l accesso al credito da parte delle imprese Pagina 54 di 58

55 sane che, in questa particolare congiuntura, si possono trovare in una momentanea condizione di difficoltà. Inoltre, il Fondo nell ultimo anno ha aumentato del 25% le domande accolte e ha nel contempo registrato un aumento apprezzabile delle sofferenze. Peraltro, dalle statistiche si rileva, come già detto, un forte incremento delle garanzie dirette che ha portato tale strumento di fatto ad esercitare una concorrenza nei confronti dell operatività dei Confidi. Proprio a quest ultimo riguardo, in considerazione dell ingente sforzo finanziario che le Regioni hanno impiegato nel sostegno del sistema delle garanzie e dei Confidi, è importante un approfondimento tra lo Stato e le Regioni per rendere più coerenti ed efficienti sia le riforme normative già acquisite in materia e sia gli strumenti le politiche pubbliche messi in campo in questi anni. Si tratta di operare un armonizzazione del sistema nazionale e regionale che consenta di indirizzare effettivamente le risorse pubbliche direttamente a favore del tessuto produttivo. Ciò anche e soprattutto in considerazione del fatto che le politiche di accesso al credito stanno assumendo una forte rilevanza quale asset strategico della nuova fase di programmazione comunitaria Pagina 55 di 58

56 Tav. 29 Livello di soddisfazione nel rapporto Banca/impresa Non soddisfatto 36% Soddisfatto 64% Pagina 56 di 58

57 Tav. 30 Necessità di usufruire di servizi consulenziali specifici al fine di ottenere approfondimenti sul rapporto bancaimpresa no 32% si 68% Pagina 57 di 58

58 Tav. 31 Percezione della difficoltà dei fabbisogni di finanziamento per investimenti no 14% si 86% Pagina 58 di 58

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