Generalità. Pecorino Crotonese
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- Floriano Pastore
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1 Generalità Presentazione Riconoscimenti Denominazione d Origine E' uno dei prodotti lattiero-caseari più pregiati della provincia di Crotone e, dalla stessa, ne prende il nome. Si caratterizza per un basso tenore di grasso, ha forma cilindrica, pasta dura, compatta e semicotta. La crosta è sottile con impressi i segni del canestro di giunco nel quale è stagionato (appartiene infatti alla famiglia dei canestrati ). La stagionatura, che può andare dai 4 mesi ai 2 anni, ne determina l'aspetto: se è fresco ha una pasta tenera ed elastica, dal colore bianco latteo; se invece è stagionato la pasta è più compatta, di colore giallo ocra, con varie occhiature. Il sapore, pieno e gentile, può variare da sentori più leggeri nelle forme giovani, a note sempre più piccanti conferite dall'invecchiamento. Generalmente da tavola viene gustato il pecorino stagionato, come antipasto, accompagnato a pomodori secchi e salumi locali; quello fresco, invece, viene utilizzato come ingrediente da cucina, grattugiato sui primi piatti conditi con sugo piccante di carne di capretto o d'agnello. L abbinamento consigliato per il vino è quello con rossi di corpo, maturi, armonici, con tannini poco evidenti. DOP Reg. CE 1262/2014 Produzione Nazione Regione Province-Zona Italia Calabria Provincia di Crotone: l'intero territorio amministrativo dei comuni di Belvedere Spinello, Caccuri, Carfizzi, Casabona, Castelsilano, Cerenzia, Cirò, Cirò Marina, Cotronei, Crotone, Crucoli, Cutro, Isola di Capo Rizzuto, Melissa, Mesoraca, Pallagorio, Petilia Policastro, Rocca di Neto, Roccabernarda, San Mauro Marchesato, San Nicola Dell'Alto, Santa Severina, Savelli, Scandale, Strongoli, Umbriatico, Verzino. Provincia di Catanzaro: l'intero territorio amministrativo dei comuni di Andali, Belcastro, Botricello, Cerva, Cropani, Marcedusa, Petronà, Sellia, Sersale, Simeri Crichi, Soveria Simeri, Zagarise. Provincia di Cosenza: l'intero territorio amministrativo dei comuni di Bocchigliero, Calopezzati, Caloveto, Campana, Cariati, Cropalati, Crosia, Mandatoriccio, Paludi, Pietrapaola e San Giovanni in Fiore, Scala Coeli, Terravecchia. Tipologie Allevamento Tipo Alimentazione L allevamento è semi-brado; il gregge è lasciato libero di pascolare per fare ritorno la sera nell ovile, ma i capi sono sorvegliati, vaccinati e curati in caso di necessità. Le greggi sono al pascolo dal mese di settembre al mese di giugno e in monticazione nel periodo estivo. Di pecore allevate esclusivamente nella zona di produzione. La razione di base annuale è costituita essenzialmente foraggi verdi e fieni aziendali non fermentati provenienti dalla zona geografica. La composizione floristica dei pascoli naturali è composta prevalentemente da essenze vegetali fresche, quali: loglio, trifoglio, cicoria, sulla, erba medica di ecotipi locali. È consentita l integrazione con concentrati «OGM FREE» provenienti fuori della zona geografica, in particolare nelle giornate invernali quando le pecore non possono pascolare, in misura non superare al 40 % del totale della razione nell arco dell anno. E' vietato l'utilizzo di prodotti derivati di origine animale e insilati. Organismi di tutela Storia CONSORZIO DI TUTELA DELLE D.O.P. PECORINO CROTONESE E RICOTTA AFFUMICATA CROTONESE VIA XXV APRILE, Crotone tel. Fax web Il è un formaggio che rappresenta un elemento costitutivo dello spazio rurale identificato con l'area di produzione della DOP: le testimonianze della sua produzione sono molto antiche, già antecedenti il Medioevo, ma documenti comprovanti l'esportazione risalgono al XVI secolo. Durante il Viceregno Austriaco ( ) si assiste ad una massiccia esportazione di formaggio e, all'inizio del gennaio 1712, a Napoli, il reverendo Giacinto Tassone di Cutro vende al mercante napoletano Aniello Montagna «200 cantara di formaggio Cotrone della presente stagione del corrente anno, non gonfio, ne tarlato, ne sboccato o serchiato». L'apice e la diffusione del Pecorino si è registrata nel periodo del Regno Borbonico, quando il formaggio fresco iniziò ad essere stagionato per poter giungere sul mercato di Napoli dove la richiesta era alta. Quella di produzione è un'area omogenea sia dal punto di vista geografico che storico-culturale e coincide, sostanzialmente, con il territorio del Marchesato di Crotone che, sin dall'anno 1390 dell'era volgare, identifica il territorio in questione. La tecnologia di produzione risale a quei tempi ed è rimasta immutata fino ad un decennio fa.
2 Descrizione Categoria Prodotto Materia prima Lattifera DOP Formaggio Latte Ovino Classificazione Trattam. latte Intero, Termizzato o Pastorizzato Intero, Crudo Temp. Cagliata Semicotto Umidità pasta Molle Semiduro, Duro Duro Tecnologia Pressato Stagionatura Fresco Semistagionato, Stagionato Stagionato Conten. Grasso Grasso Aspetto Cilindrica Geometria forma Facce Dimensioni (cm) Piane ø (per peso di 0,5 5,0 kg) Piane ø (per peso di 5,0 10,0 Kg) Scalzo Dimensioni (cm) Dritto o Leggermente Convesso 6 15 (per peso di 0,5 5,0 kg) Dritto o Leggerm. Convesso (per peso di 5,0 10,0 Kg) Peso Kg 0,5 5,0 (per formaggi con stagionatura fino a 6 mesi) 5,0 10,0 (per formaggi con stagionatura superiore a 6 mesi) Tipo Pulita, Trattata (cappata (curata) con olio, o morchia di oliva) Aspetto esterno (Crosta) Aspetto Regolare, Evidenti segni del canestro, Untuosa Spessore Sottile Spessa Colore Bianco o leggermente paglierino Leggermente bruno Bruno Consistenza Elastica Abbastanza dura Dura Colore Bianco latte Bianco-paglierino Leggermente paglierino Struttura Tenera Abbastanza compatta Semidura Compatta Dura Molto compatta Aspetto interno (Pasta) Unghia/Sottocr. Colore Spessore Assente Presente Giallo paglierino Sottile Presente Giallo paglierino Abbastanza spessa Occhiatura Forma Dimensione Distribuzione Rara Rara Rara Intensità Media Medio-alta Alta Persistenza Media Medio-alta Alta Odore - Aroma Riconoscimenti Retrogusto Odore lieve di latte di pecora legato armonicamente con altri odori suoi caratteristici, quali odore di fieno, erbe mature di campo, sentore di nocciola e di fumo. Leggera dominanza del sentore di pecora.
3 Sapore Dolce, Salato Acido, Amaro Dolce Leggermente Acidulo Mai amaro Abbastanza dolce, Più salato con la stagionatura Saporito Sensazioni Trigeminali Struttura (in bocca) Abbastanza tenera, poco elastica. Leggermente piccante Scarsamente elastica. Durante la masticazione si avvertono i granuli della struttura, che si sciolgono bene in bocca. Principali caratteristiche fisico-chimiche Grasso (% s.s.) 40% Proteine (%) 25 % Umidità (%) 30 % Utilizzo Utilizzo In tavola In cucina Preparazioni in cui serve un formaggio tenero Formaggio da tavola come antipasto, insieme a pomodori secchi e salumi locali Ottimo per piatti gratinati Formaggio da tavola Da grattugia sui primi piatti, conditi con sugo piccante di carne di capretto, o d'agnello Vino Si abbina tradizionalmente al vino locale (DOC Cirò bianco). Si abbina tradizionalmente al vino locale (DOC Cirò rosso). Abbinamenti Miele / Confetture Frutta Verdure Pane Produzione Periodo di produzione Tutto l anno Lattifere Vacca Pecora Capra Bufala Vacca Pecora Capra Bufala Vacca Pecora Capra Bufala % q.tà Materia prima: Latte Sale Provenienza Munte Fisici Allevamento con pascolo semibrado La tradizionale pratica della monticazione permette di tutelare gli ovini da stress ambientali e nutrizionali durante la calura estiva preservando così i contenuti aromatici del latte. 2 4 munte giornaliere Intero Termici Termizzato, o Pastorizzato Crudo Nel caso che il formaggio sia prodotto da latte intero e crudo la trasformazione deve avvenire secondo la vigente normativa in materia. Aggiunte E' consentito lo sviluppo e l'utilizzo di fermenti lattici naturali esistenti nel latte sottoposto a
4 caseificazione, o l'uso di sieri innesti o lattoinnesti naturali provenienti ed esistenti nella zona di produzione. Coagulazione Tipologia Temperatura Tempo Tipo di caglio Presamica C minuti; Di capretto, in pasta Rottura coagulo Cottura Formatura forma Dimensione Temperatura, Tempo, Azione Pressatura Stufatura Sigillatura Salatura In granuli della dimensione di chicco di riso C (semicottura); 5 6 minuti, con la massa in agitazione Si lascia depositare la cagliata sul fondo. Nel caso di utilizzo di latte crudo, una volta che la cagliata si è unita in un unico aggregato, essa viene estratta in pezzi e messa nelle tipiche forme a canestro. Nel caso di utilizzo di latte termizzato o pastorizzato, la cagliata viene fatta defluire insieme al siero grasso nelle tipiche forme a canestro. I canestri possono essere di plastica, di giunco o di altro materiale adatto a venire a contatto con i prodotti alimentari, secondo la normativa vigente. Molto importante è la frugatura e pressatura manuale della pasta nella messa in forma nei canestri, La pasta viene ancora frugata e rivoltata, poi viene ancora pressata nei canestri Per la produzione a latte termizzato o pastorizzato viene effettuata l'operazione di stufatura a vapore per un periodo di 2 4 ore La pressatura e la stufatura servono ad eliminare il siero in eccesso, oltre che a conferire al coagulo la tipica forma a canestro Per la produzione a latte crudo si effettua sulle forme nei canestri, manualmente o sovrapponendo le stesse. Terminate le fasi precedenti, le forme (ancora nei canestri) vengono immerse per qualche minuto nel siero caldo ( lacciata ), a temperatura non superiore a 55 C, per ottenere la perfetta chiusura delle forme, con ulteriore spurgo del siero e formazione della crosta Le forme si lasciano asciugare e acidificare per uno o più giorni per poi avviarle alla salatura La salatura delle forme può avvenire sia a secco (con sale cosparso manualmente sulla forma) che in salamoia (per immersione in salamoie sature) La durata della salatura è variabile secondo il peso delle forme Tempo Circa 15 giorni giorni oltre 180 giorni, fino a 2 anni Stagionatura C - UR% Cura forma In locali freschi e debolmente ventilati, o in grotte di arenaria adeguatamente allestite Il clima del territorio - caratterizzato da inverni freddi ed estati calde, ma con escursioni termiche relativamente contenute, umidità costante e con un valore medio di umidità relativa pari al 58 % - è determinante sulla stagionatura e contribuisce a conferire la struttura tipica al Il grado di umidità caratteristico dell area ha contribuito nei secoli a definire le tecniche di stagionatura e costituisce un importante risorsa ambientale per la stagionatura del formaggio Una corretta stagionatura del prodotto richiede un livello di umidità né troppo elevato, che rischierebbe di non asciugare completamente il formaggio, né eccessivamente variabile, per garantire l omogeneità delle condizioni durante tutto l arco del periodo di stagionatura. I livelli di umidità generalmente costanti fanno si che la stagionatura del proceda gradualmente, conferendo in tal modo la struttura fisica caratteristica del prodotto, come ad esempio la compattezza e l assenza di occhiature nella pasta Durante la stagionatura sulla superficie delle forme si sviluppano alcune muffe caratteristiche, che il casaro monitora e deve saper riconoscere al fine di selezionare forme correttamente lavorate e scartare le altre E poi importante valutare il giusto momento per rivoltare le forme, spazzolarle, lavarle e, se richiesto, capparle con olio di oliva, o con morchia di olio di oliva Durante la stagionatura la forma può essere cappata (curata)
5 con olio, o morchia di oliva. Marchiatura Commercializzazione Il logotipo deve essere impresso a fuoco, o con timbri fustelle, sulle forme di formaggio così come il testo, impresso sullo scalzo con le medesime modalità Il DOP nel rispetto della normativa vigente viene commercializzato sia intero che porzionato L'etichetta posta sulle forme di formaggio reca, oltre alle informazioni di cui ai requisiti di legge, le seguenti ulteriori indicazioni: il logotipo del, seguito dalla menzione Denominazione di Origine Protetta o dall'acronimo D.O.P. con l'indicazione del regolamento comunitario e/o il logo comunitario la ragione sociale e l'indirizzo dell'azienda produttrice, o confezionatrice I caratteri con cui è indicata la dicitura «DOP o le altre diciture previste dal presente disciplinare, devono essere raggruppati nel medesimo campo visivo e presentati in modo chiaro, leggibile ed indelebile, sufficientemente grandi da risaltare sullo sfondo sul quale sono riprodotte, così da poter essere distinte nettamente dal complesso delle altre indicazioni e/o disegni Possono essere inseriti in etichette i marchi aziendali dei trasformatori e commercianti, ma, con caratteri di dimensioni inferiori rispetto al logotipo della DOP Possono anche figurare in etichetta altre indicazioni facoltative a garanzia del consumatore e/o informazioni di carattere nutrizionale, oltre all'uso di ragioni sociali e marchi privati, purché non abbiano significato laudativo e non siano tali da trarre in inganno l'acquirente Per il prodotto destinato ai mercati internazionali può essere utilizzata la menzione «Denominazione di Origine Protetta» e il logotipo comunitario nella lingua del paese di destinazione μπ
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