1.1 La folla e il pubblico

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1 1.1 La folla e il pubblico Termini come folla, massa e pubblico vengono spesso assunti come sinonimi. E però bene distinguere. Una folla è una moltitudine di persone che, trovandosi fisicamente insieme in uno stesso luogo, reagiscono in modo uniforme ad uno stimolo. Questa reazione viene chiamata in sociologia comportamento collettivo. Una massa è qualcosa di più di una folla, in quanto le persone che ne fanno parte possono anche essere lontane le une dalle altre, pur reagendo anch esse nello stesso modo al medesimo stimolo. Per Le Bon 1 l eterogeneità individuale scompare nella massa per cedere il posto a un omogeneità che rappresenta il risultato di influenze ereditarie e di residui ancestrali; un sentimento di potenza si impossessa delle masse, 1 G. Le Bon, Psicologia delle folle, Milano, Longanesi,

2 indebolendo il loro senso di responsabilità grazie ad una sorta di contagio mentale. Ciò può avvenire anche grazie a mezzi che comunicano a distanza, come la stampa dapprima, e poi soprattutto con il cinema, la radio e la televisione. Infine un pubblico è un insieme di persone che possono anche reagire in modo differenziato ai messaggi che i media diffondono, e che si pone con loro in un rapporto tendenzialmente di interazione. Mc Dougall riferendosi alle masse organizzate, sostiene che in esse vive una rappresentazione che esalta l affettività dei membri, a sua volta rafforzata da una rivalità con gli altri gruppi, dalle norme che regolano le relazioni reciproche e da una organizzazione che porta alla specializzazione e alla differenziazione dei compiti 2. 2 W. Mc Dougall, The group Mind, in Doise W., Psicologia sociale e relazioni tra gruppi, Bologna, Il Mulino,

3 Sempre Le Bon 3 notava come una delle caratteristiche della folla fosse quella di essere diversa dalla somma degli individui che la costituiscono, in quanto l individuo, perdendo la propria autonomia, si porta ad un livello psichico molto basso, nel quale l illusione la fa da padrona sulla ragione. Per Le Bon la società è composta da una pluralità di individui uniti tra loro da stati psichici emotivi, fondamentalmente irrazionali. La folla viene quindi dominata dall inconscio. D altro canto Smelser, nell ambito degli studi sul comportamento collettivo, specifica ulteriormente il concetto di folla distinguendolo da quello di massa, la prima caratterizzata dai rapporti diretti che intercorrono fra coloro che ne fanno parte, la seconda semplicemente da un comune oggetto d attenzione 4. Nella folla, la persona semplice perde la sensazione che lo pervade 3 G. Le Bon, op. cit., E. Smelser, Il comportamento collettivo, Firenze, Vallecchi,

4 normalmente di essere insignificante per sostituirla con l idea di una forza illimitata; ciò avviene a causa di un elemento determinante della folla: l influenza suggestiva esercitata reciprocamente dalle persone 5. Questa interazione operando come un processo inibitorio reprime gli impulsi individuali in modo tale che le uniche associazioni di idee che permangono nelle coscienze individuali sono quelle che si fondono con le idee che hanno preso forma attraverso quel processo reciproco. A questo punto bisogna tracciare con Park, la netta differenziazione tra folla e pubblico; mentre nella folla riscontriamo una inibizione degli impulsi e degli interessi individuali gli atteggiamenti del pubblico hanno tipicamente due facce. L esistenza delle cose, il cui significato viene accettato come identico per tutti i membri del gruppo, e il valore delle cose, diverso per tutti i 5 R. Park, La folla e il pubblico, Roma, Armando Editore,

5 membri, divergono non appena nasce il pubblico, a differenza della folla dove esistenza e valore coincidono 6. Esiste un altra fondamentale differenza che è data dal fatto che il pubblico esprime senso critico al contrario della folla. Nel pubblico le opinioni sono diverse e per questo motivo le dinamiche che si sviluppano al suo interno sono guidate prevalentemente dalla prudenza e dalla riflessione razionale. La folla cede invece all influenza della spinta collettiva senza porsi problemi di ordine critico o razionale. Solo nella folla, come dice Park, esiste l anarchia nella sua forma più pura.l ultima tirannide, come ha osservato Max Stirner, è quella del concetto. Tuttavia gli individui di una folla e di un pubblico possiedono un elemento comune, cioè la mancanza 6 R. Park, op. cit.,

6 di una tradizione che accomuni gli individui stessi. Ciò fa sì che gli individui, siamo essi all interno di una folla o di un pubblico non hanno alcun fondamento per vedersi come una collettività permanente. Al contrario quando un certo numero di persone si riunisce frequentemente e con regolarità si assiste ad una rievocazione degli stati d animo precedenti ad ogni incontro successivo venendosi così a costituire abitudini e tradizioni che sono alla base della formazione di un gruppo. In altre parole la volontà interindividuale che prima agiva come forza dominante le spinte individuali evolve nella norma e nella regola. Per capire le dinamiche individuali all interno dei gruppi non possiamo non riferirci a Riesman, il quale inquadra le modificazioni contemporanee dei tratti caratteriali dominanti in una ricostruzione dell'evoluzione della personalità nella cultura occidentale. Per Riesman la modernizzazione ha comportato la transizione da un 8

7 tipo di carattere orientato alla tradizione a un individuo autodiretto, capace di darsi obiettivi e standard autonomi rispetto alla tradizione e di assumere, se del caso, un atteggiamento critico nei confronti degli orientamenti della comunità. Oggi ci troveremmo in presenza di un nuovo spostamento, questa volta dalla autonomia della personalità autodiretta a una nuova forma di eteronomia, che Riesman chiama «eterodirezione». L'individuo eterodiretto di oggi è altrettanto poco capace di distanziarsi dai modelli esterni quanto lo era il suo predecessore premoderno ma, invece di orientarsi verso i modelli immutabili del passato, egli orienta il suo giroscopio interno verso gli atteggiamenti, le preferenze e i gusti di quei contemporanei che costituiscono figure di spicco all'interno del gruppo di riferimento o con cui entra in contatto anche semplicemente attraverso i mass media 7. 7 D. Riesman, R. Denney, N. Glazer, La folla Solitaria, Bologna, Il Mulino,

8 1.2 I gruppi Il termine "gruppo" è talmente connotato a livello di impiego quotidiano e di senso comune da costituire un problema preliminare di definizione in senso scientifico. "Un gruppo sociale è costituito da un certo numero di individui che interagiscono l'uno con l'altro con regolarità. Questa regolarità di interazione tiene insieme i partecipanti, dando vita a una distinta unità con una propria complessiva identità sociale. I membri di un gruppo si aspettano determinate forme di comportamento l'uno dall'altro, che non sono invece richieste ai non appartenenti. I gruppi differiscono quanto a dimensioni: vanno da associazioni intime, come una famiglia, a collettività più ampie, quali un circolo sportivo" 8. Questa prima definizione ci aiuta a capire che se è vero che ogni gruppo è un'aggregazione di individui, è anche vero 8 A. Polmonari, L'interazione nei gruppi, in L. Arcuri, Manuale di psicologia sociale, Bologna, Il Mulino,

9 che non ogni aggregazione è naturalmente un gruppo. La letteratura sociologica ha sviscerato il concetto di gruppo proponendoci una serie impressionante di definizioni e di sistemazioni concettuali; non essendo questa la sede idonea per riproporne la vastità analizziamo le definizioni che possono essere utili alla lettura del fenomeno Ultras. Fondamentalmente individuiamo: gruppi formali, orientati al perseguimento di uno scopo o alla produzione di un'attività e caratterizzati da responsabilità divise e orientate al compito e gruppi informali, che si formano in circostanze accidentali, non sono organizzati né orientati allo scopo e inoltre possiedono scarsa coesione e non hanno in genere persistenza nel tempo. I gruppi primari sono invece insiemi di persone che interagiscono direttamente e sono legate da vincoli 11

10 di natura emotiva. Esempi caratteristici di gruppi primari sono la famiglia, i gruppi amicali e certi gruppi a finalità educativa. Secondo Peter Meyer, il gruppo primario è composto da un numero ridotto di individui, capaci di sviluppare - mediante un'interazione regolare e diretta - un forte sentimento di identificazione collettiva 9. I gruppi secondari sono gruppi formati da persone che hanno rapporti più o meno frequenti ma di tipo prevalentemente impersonale, in quanto determinati principalmente da scopi pratici. Secondo Peter Meyer, il gruppo secondario è composto da un numero elevato di membri, fra i quali non vi è alcuna forma di comunicazione immediata. Le relazioni fra ogni appartenente al gruppo sono di carattere strumentale, mentre quelle tra individui sono pressoché indifferenti sotto il profilo affettivo. Ad 9 P. Meyer, Gruppi sociali, in H. Reimann, Introduzione alla sociologia, Bologna, Il Mulino,

11 esempio si possono considerare gruppi secondari organizzazioni di grandi dimensioni, le unità militari di un esercito, una grande fabbrica 10. Vi è poi la distinzione importante fra gruppo di appartenenza che è quello cui si sente di appartenere, il gruppo in cui ognuno è integrato e che si caratterizza sia in base agli individui di appartenenza sia sulle diversità con gli altri, e gruppo di riferimento (reference group) cioè quello verso il quale una persona si è abituata ad orientarsi nella valutazione di determinati fatti, situazioni ed eventi. Il concetto di gruppo di riferimento ha avuto origine nel campo della psicologia sociale, che si occupa prevalentemente delle risposte degli individui agli stimoli provenienti dall ambiente. Gli studi sociologici naturalmente si sovrappongono a quelli di psicologia sociale. 10 P. Meyer, Gruppi sociali, in H. Reimann, op. cit.,

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