Che emozione! Come aiutare i propri figli a conoscere, riconoscere, esprimere e vivere le emozioni

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Transcript:

Che emozione! Come aiutare i propri figli a conoscere, riconoscere, esprimere e vivere le emozioni Pogliano Milanese, 27/02/2019 Dott.ssa Laura Brambilla, Psicologa

Diversi tipi di intelligenza Per «intelligenza» si intende l insieme di diverse abilità, indipendenti tra loro, che ci consentono di stare nel mondo vivendo una vita piena e appagante. Tra queste, Goleman definisce l intelligenza emotiva come la capacità di connettersi con le proprie emozioni, di riconoscere i propri sentimenti e quelli degli altri, di gestire positivamente le proprie emozioni, anche nelle relazioni sociali.

Nessuno di noi nasce già con la capacità di regolare le proprie emozioni: questa abilità evolve gradualmente a partire dalla comprensione e dalle risposte del caregiver ai segnali di cambiamento dello stato del neonato e si affina per tutta la vita grazie alle esperienze relazionali che facciamo.

A cosa servono le emozioni? A dare un senso a quello che accade intorno a noi A comunicare con gli altri A orientare le nostre azioni

Le emozioni danno un senso a ciò che accade intorno a noi Parliamo di mentalizzazione Capacità di vedere delle relazioni tra fatti esterni e stati interni della mente (emozioni e pensieri). IL RUOLO DELL ADULTO Siamo noi grandi che possiamo aiutare i bambini a vedere che c è relazione tra comportamenti e emozioni, ma non sono la stessa cosa!

Emozioni e comportamenti: quale relazione? È importante distinguere tra emozione (che va sempre bene, non è mai «sbagliato» provare un emozione) e comportamento (che invece può non essere adeguato e deve quindi essere modificato) GIUSTIFICAZIONE («ha picchiato suo fratello perché gli ha rubato un gioco») Vs LEGITTIMAZIONE AFFETTIVA («fa arrabbiare quando qualcuno ci ruba qualcosa di mano, ma dobbiamo trovare un modo diverso dal picchiare»)

Comunicare le emozioni «Guarda che disordinato! Un giorno o l altro mi farai cadere con tutti questi giochi in giro!!» VS «Io mi arrabbio tantissimo quando lasci in giro i tuoi giochi perché qualcuno potrebbe inciampare!» Vale anche per noi adulti la regola per cui le emozioni sono sempre lecite ma non lo sono tutti i comportamenti! Fa parte del nostro ruolo mostrare ai bambini/ragazzi che le emozioni si possono comunicare senza oltrepassare la linea del rispetto dell altro.

I capricci: un modo poco funzionale di dire come sto Per quanto sembrino inspiegabili, hanno sempre alla base un emozione molto intensa che il bambino non è (ancora) in grado di gestire È vero che dopo un po passano da soli, ma lasciano delle conseguenze nella relazione: tengo il broncio, non ho voglia di giocare con te I capricci sono un vero e proprio concentrato di emozioni, spesso non differenziate, che esplodono in un modo che sembra incomprensibile e incontrollabile, e investono l adulto che a sua volta proverà rabbia, frustrazione, impotenza, ansia

Calmare i capricci: lo smartphone funziona? I media interattivi sembrano avere una grande e immediata efficacia TUTTAVIA Se ogni volta che il bimbo piange lo calmiamo facendolo giocare con lo smartphone/tablet, gli togliamo la possibilità di imparare a stare con le sue emozioni

La capacità di sopportare la frustrazione I media interattivi funzionano in modo istantaneo, diretto: a ogni mia azione corrisponde una immediata reazione Nel mondo reale DEVO ASPETTARE Abituare un bambino ad ottenere risposte immediate al suo tocco gli renderà molto difficile sopportare che nelle interazioni con le persone questo non avviene! Il rischio è quello di sviluppare comportamenti aggressivi e difficoltà nella gestione della rabbia

L auto- regolazione delle emozioni Un importante obiettivo di sviluppo è quello di imparare a stare con tutta la gamma delle emozioni. Il ruolo dell adulto è fondamentale perché possiamo trasmettere ai bambini che si può piangere/annoiarsi ed essere consolati (o auto-consolarsi) OPPURE che alcune emozioni non vanno bene e vanno quindi eliminate il prima possibile. COSA SCEGLIAMO?

La competenza sociale Un bambino (ma anche un adulto!) che ha famigliarità con le proprie emozioni le saprà esprimere senza esserne sopraffatto e starà quindi meglio con sé e con gli altri (competenza sociale).

Accogliere le emozioni: l ascolto attivo Comunicare a chi parla che ciò che in quel momento l altro dice è importante per l ascoltatore, consente di creare un clima empatico e di accettazione, che contribuisce a costruire un rapporto positivo. COME FARE? Inizialmente mantenere il silenzio e non interrompere Manifestare accoglimento con messaggi verbali e non verbali Invitare ad approfondire (occhio alle domande tendenziose!) Riproporre il messaggio con parole diverse

Il ruolo dell adulto Prendere sul serio ciò che il bambino/ragazzo dice e sente Empatizzare e condividere le esperienze, mantenendo il proprio ruolo di adulto guida Essere disponibile ad aiutarlo ad interpretare le esperienze sociali attraverso i mezzi simbolici adeguati alla sua età (linguaggio, disegno) Dobbiamo essere noi per primi a nostro ag io con le nostre emozioni per poter insegn are ai nostri ragazzi come esserlo con le lo ro!

Grazie per l attenzione! Pogliano Milanese, 27/02/2019 Dott.ssa Laura Brambilla, Psicologa