OGGETTI E SOGGETTI 47
Direttore Bartolo ANGLANI Università degli Studi di Bari Comitato scientifico Ferdinando PAPPALARDO Università degli Studi di Bari Mario SECHI Università degli Studi di Bari Bruno BRUNETTI Università degli Studi di Bari Maddalena Alessandra SQUEO Università degli Studi di Bari Ida PORFIDO Università degli Studi di Bari Rudolf BEHRENS Ruhr Universität Bochum Stefania BUCCINI University of Wisconsin Madison
OGGETTI E SOGGETTI L oggetto e il soggetto sono i due poli che strutturano la relazione critica secondo Starobinski. Il critico individua l oggetto da interpretare e in qualche modo lo costruisce, ma lo rispetta nella sua storicità e non può farne un pretesto per creare un altro discorso in cui la voce dell interprete copre la voce dell opera. Ma d altro canto egli non si limita a parafrasare l opera né ad identificarsi con essa, ma tiene l oggetto alla distanza giusta perché la lettura critica produca una conoscenza nuova. In questa collana si pubblicheranno contributi articolati sulla distinzione e sulla relazione tra gli «oggetti» e i «soggetti», ossia fra il testo dell opera o delle opere e la soggettività degli studiosi.
Raffaele Lampugnani I diari d internamento di Federico Bonisoli La lingua e il bel dire di un fascista italo australiano Prefazione di Desmond O Connor
Copyright MMXVI Aracne editrice int.le S.r.l. www.aracneeditrice.it info@aracneeditrice.it via Quarto Negroni, 15 00040 Ariccia (RM) (06) 93781065 ISBN 978-88-548-9724-3 I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento anche parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi. Non sono assolutamente consentite le fotocopie senza il permesso scritto dell Editore. I edizione: ottobre 2016
I wish to express my sincere gratitude to Mrs Maria Bois and Ms Maria (Mia) Spizzica who have made this book possible
alla piccola Maria Bonisoli di undici anni, a mio figlio Edwin e a tutti i figli di migranti che, come loro, hanno dovuto crescere troppo presto per aiutare la famiglia
Indice 13 Prefazione di DESMOND O CONNOR 17 Introduzione I diari d internamento di Federico Bonisoli. Importanza dei diari Parte I La lingua e il bel dire di un fascista italo-australiano 23 Capitolo I La lingua di Bonisoli 1.1. La lingua italiana e «il bel dire» di un fascista italo australiano, 23 1.2. L espressione di ascendenza fascista il discorso paratattico, 25 1.3. La perentorietà del discorso paratattico, 28 1.4. Aspetti fonico ritmici ritmo ternario e binario, 29 1.5. Ripresa apposizionale, sospensione, polisindeto, 31 1.6. Elementi stilistico retorici il valore sentimentale dell espressione e partecipazione dell ascoltatore, 34 1.7. La parola azione il linguaggio guerresco, 36. 41 Capitolo II Linguaggio letterario e italiano popolare 2.1. Un italiano popolare, 41 2.2. Grafia, fonetica, accenti, apostrofo, maiuscole, 47 2.3. Punteggiatura e anacoluti, 49 2.4. Uso incoerente dei tempi verbali, 50 2.5. Concordanze ad sensum, 51 2.6. Il che polivalente, 52 2.7. Uso ridondante di pronomi personali, 53 2.8. Ausiliari, si impersonale e si passivante frasi ipotetiche, 54. 11
12 Indice 57 Capitolo III Il purismo linguistico di un internato italo australiano 3.1. Il purismo linguistico, 57 3.2. Calchi lessicali, trasferimenti semantici, 60 3.3. Trasferimenti sintattici, 65. 69 Capitolo IV La vita di Federico Bonisoli 4.1. Bonisoli: figura a prima vista incongruente, 69 4.2. L adozione di una patria adottiva l inserimento dei Bonisoli nella società australiana, 72. 79 Conclusioni Parte II I diari d internamento di Federico Bonisoli 93 Capitolo I Libro I L internamento in Australia 169 Capitolo II Libro II Memorie dell internamento 239 Capitolo III Libro III Memorie dell internamento 335 Bibliografia
Prefazione di DESMOND O CONNOR Allo scoppio della seconda guerra mondiale risiedevano in Australia circa 30.000 italiani di prima generazione. Di questi, tra gli anni 1940 1944 un totale di 4800, inclusi molti italiani che avevano già assunto la cittadinanza australiana, furono arrestati e internati per un periodo di tempo che andava da pochi mesi a quattro anni. I campi di internamento erano disseminati in punti diversi del territorio nazionale, ma soprattutto a Loveday nel Sud Australia, a Hay nel New South Wales e a Harvey nell Australia Occidentale. Tutto sommato, gli internati, colpevoli solo di essere italiani, venivano trattati relativamente bene dai militari che gestivano i campi, anche se la vita quotidiana era scandita da vari controlli e ispezioni. Ma tra le difficoltà maggiori fu l angoscia che gli internati, chiusi in un posto isolato per un periodo di tempo indeterminato, provarono per la separazione dai familiari e dai posti di lavoro dove prima della guerra avevano potuto guadagnarsi il pane e farsi una vita. Di qui la noia e la malinconia sempre incombenti e la frustrazione derivata dalla monotonia di una routine giornaliera. Gli internati cercarono di porvi rimedio con vari espedienti: chi passava il tempo a coltivare il proprio orto, chi accettava di lavorare all esterno del campo sorvegliato dai soldati, chi scolpiva oggetti in legno oppure in terracotta, chi dipingeva o disegnava, chi organizzava concerti o spettacoli teatrali, chi giocava a tennis o a bocce con quegli internati con cui non era difficile andare d accordo perché provenienti dalle stesse regioni italiane o dallo stesso Flinders University, Adelaide, Australia. 13