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Svolgimento problema Il metodo delle parabole di Thomson. Il moto nella direzione y sotto l azione del campo elettrico è un moto rettilineo uniformemente accelerato con accelerazione q E e velocità iniziale nulla. Lo spostamento nella regione di m azione del campo elettrico vale: qe d y = 2m t2 La componente della forza diretta nella direzione z è () q B diretta esclusivamente lungo z e lo spostamento in tale direzione vale quindi: d z = qbv 0 2m t2 Il tempo impiegato per uscire dalla regione di azione del campo, di ampiezza L, è t = L da cui otteniamo: d z = qbl 2 d y = qel 2 2m 2mv0 2 Se la lastra fotografica fosse posta all uscita di questa regione avremmo ottenuto il risultato di Thomson con: A = EL 2 2 A BL 2 2 = 2 Moto nel piano y x Moto nel piano x z y z d y d z L L regione di azione dei campi L L regione di azione dei campi Se la lastra fosse posta invece all estrema destra della regione rappresentata nella figura data nel testo, regione in cui non agiscono campi elettrici e magnetici, all uscita dalla zona di azione dei campi avremmo: qel v x = v y = v z = qv 0 B m m L = qbl m Indicando con t = L il tempo necessario per arrivare sullo schermo, posto a distanza L dalla zona di azione, abbiamo: y = d y + v y t = qel 2 qel 2mv0 2 + L m da cui: q y = A con A = EL 2 2 + ELL mv 2 0. In realtà la forza di Lorentz ha direzione variabile e centripeta, ma il testo fornisce chiaramente nella prima domanda indicazioni in tal senso. La giustificazione di questa approssimazione non è richiesta allo studente.

Allo stesso modo è: z = d z + v z t = qbl 2 + qbl 2m m L q da cui segue la tesi z = A 2 identificando opportunamente A 2. m 2. Le particelle che entrano nella regione di azione dei campi hanno a priori velocità non note e diverse tra loro. Ricavando dall equazione per z: = qel 2 2mz e sostituendo nell equazione per y otteniamo: A A2 2 y = m q z 2 Tutte le particelle, a parità di rapporto q/m, indipendentemente dalla loro velocità iniziale, colpiscono quindi la lastra fotografica formando una parabola. 3. Il testo afferma che l idrogeno è l elemento con q/m maggiore. Infatti tutti gli altri hanno masse maggiori, inclusi gli isotopi deuterio e trizio, e numero di cariche di ionizzazione sicuramente minori del proprio numero di massa (a causa della presenza dei neutroni nel nucleo). Prendendo una retta parallela all asse z = 0, di equazione y = k, che intersechi le parabole in z,2, come mostrato in figura, troviamo: A 2 2 (z,2 ) 2 = k q A m Da ciò si deduce che l idrogeno, se presente, è rappresentato dalla parabola con apertura maggiore. E E E 2 F 2 F F C C C 2 D 2 D D A A A 2 B 2 B B y = 0 Misurando i valori di z,2 è possibile determinare il rapporto cercato. Per migliorare i dati è possibile misurare i valori di z corrispondenti a diversi valori di k, calcolando la differenza d = z 2 - z per la stessa parabola. Per esempio, misurando le distanze tra le coppie di punti riportate nella figura sopra otteniamo i dati riportati nella seguente tabella: Coppia punti d (cm) Distanza / distanza idrogeno AB 6,76 CD 8,54 EF 9,86 A B 4,32 0,4 C D 5,44 0,4 E F 6,38 0,42 A 2 B 2,68 0,063 C 2 D 2 2,02 0,058 E 2 F 2 2,38 0,058 I valori richiesti sono quindi: q/m = 0,4 e q/m = 0,060.

4. La direzione dei vettori velocità (verso destra), campo elettrico (diretto in verso entrante nella pagina) e campo magnetico (verso l alto) è rappresentata qui sotto. In questa configurazione le forze dovute al campo elettrico e magnetico sono opposte e dirette lungo z. Per avere deflessione nulla è sufficiente chiedere che le forze si equilibrino, essendo nulla la velocità iniziale in quella direzione. In queste condizioni il dispositivo funziona da selettore di velocità e avremo qe = q B, da cui: = E B B Misurando i campi magnetici ed elettrici possiamo quindi dedurre il valore della velocità. E v x = Svolgimento problema 2 Uno strumento rinnovato B F A O m B - verso della corrente indotta F m F p x F p v max +. La nuova situazione può essere rappresentata con la figura qui a fianco dove è stato scelto un verso entrante per il campo magnetico _ B applicato. Eliminando i blocchi A e B, la barretta inizia il suo moto di caduta sotto l effetto della forza peso F p, nella direzione e nel verso dell asse x introdotto in figura. Con il movimento della barretta aumenta nel tempo l area della regione delimitata dalla barretta e dalla parte della guida sopra di essa, provocando una continua variazione del flusso del campo magnetico che attraversa la regione stessa. In queste condizioni la barretta subisce il fenomeno dell induzione elettromagnetica diventando sede di una forza elettromagnetica indotta fem i che, per la legge di Lenz, ha la polarità indicata in figura. Per la legge di Faraday-Neumann: d fem i = - = - d BS = d Bl x(t) = Bl dx = Bl v(t) Tale forza elettromagnetica genera una corrente indotta i i che scorre con verso antiorario lungo la spira metallica che costituisce il bordo della regione di area variabile e ha intensità direttamente proporzionale alla velocità istantanea v(t) della barretta. Infatti: fem i i = i R = Bl v(t) [] R La barretta di lunghezza l, percorsa dalla corrente i i e immersa nel campo magnetico _ B, risente allora anche della forza magnetica _ F m descritta dalla legge _ F m = i _ _ l B che, per la regola della mano destra, ha la stessa direzione della forza peso ma verso opposto. Il modulo di tale forza è dato dall espressione: F m = ilb sen 90 = Bl v(t) R lb = B 2 l 2 v(t) [2] R F m è quindi una forza che ostacola il moto della barretta e ha una intensità proporzionale alla velocità istantanea v(t): si comporta quindi come una forza di attrito viscoso. 2. Il grafico corrisponde a un moto uniformemente accelerato in quanto la pendenza della curva, che identifica l accelerazione, si mantiene costante. Il grafico 2 corrisponde a un moto che presenta un accelerazione crescente nel tempo. Il grafico 3 descrive un moto che risulta accelerato, con accelerazione decrescente nel tempo fino ad annullarsi, facendo così proseguire il moto a velocità costante. Il grafico 3 rappresenta quindi l andamento nel tempo della velocità della barretta: infatti, col passare del tempo cresce la forza magnetica e diminuisce l accelerazione, finché la forza magnetica non arriva a uguagliare in modulo la forza peso, facendo così proseguire il moto a velocità costante (primo principio della dinamica: _ F tot = 0 _ a = 0 _ v = cost).

3. La velocità massima si ottiene imponendo la condizione di equilibrio delle forze applicate: F m = F p Utilizzando il risultato dell espressione [2]: B 2 l 2 R v mgr max = mg v max = B 2 l 2 [3] Con i valori assegnati si ottiene: (30 0-3 kg)(9,8 m/s 2 )(2,00 Ω) v max = (2,5 T) 2 (40 0-2 2 = 0,5886 m/s 59 cm/s m) 4. L equazione del moto si ottiene applicando la seconda legge della dinamica: F tot = ma F p - F m = m dv Sostituendo a F m l espressione trovata nella [2]: B 2 l 2 mg - v(t) = mv (t) [4] R e tenendo conto della [3], si ottiene: v (t) + g v(t) = g [5] v max che rappresenta l equazione cercata. Derivando la funzione: si ha: v(t) = v max ( - e -t/t ) [6] v (t) = v max t e-t/t Effettuando le sostituzioni nella [5] si verifica che la [6] è la soluzione dell equazione del moto se: t = v max g Nella funzione espressa dalla [6] si osserva che la velocità istantanea v(t) si ricava dal prodotto tra la velocità massima v max, analizzata al punto 3, e il fattore ( - e -t/t ) in cui e è il numero di Nepero, t rappresenta il tempo e t è una grandezza avente le dimensioni di un tempo, anche detta costante di tempo. Rispetto al grafico corrispondente alla [6], che è il grafico 3 presente nel testo del problema al punto 2, si può verificare che t rappresenta l ascissa del punto in cui la retta tangente nell origine incontra l asintoto orizzontale v = v max, e quindi il tempo che avrebbe impiegato la barretta a raggiungere la massima velocità se avesse mantenuto un accelerazione costante pari a quella iniziale (g), cioè in assenza di campo magnetico.

Soluzioni dei quesiti Quesito Detta P ma la potenza media assorbita, la potenza elettrica media emessa sarà: P m = P ma 2,0 00 = (,0 02 W) 0,02 = 2,0 W L intensità è uguale alla potenza per unità di superficie, per cui l intensità media è data da: P m I m = S dove con S abbiamo indicato la superficie. Supposto che la sorgente emetta uniformemente in tutte le direzioni, S sarà la superficie di una sfera di raggio d = 2,0 m, per cui: P I m = m 4p d 2 = 2,0 W 4p (2,0 m) 2 = 4,0 0-2 W/m 2 Considerando che: I m = ce 0 Eeff 2 dove con c abbiamo indicato la velocità della luce, con e 0 la costante dielettrica nel vuoto, con E eff l intensità del campo elettrico efficace, sarà: E eff = I m = ce 0 4,0 0-2 W/m 2 (3,00 0 8 m/s)[8,85 0-2 C 2 /(Nm 2 = 3,9 N/C )] Per calcolare l intensità del campo magnetico efficace B eff utilizziamo: E eff = cb eff da cui: E B eff = eff c = 3,9 N/C 3,00 0 8 m/s =,3 0-8 T Riguardo le considerazioni sulle ipotesi semplificative possiamo dire che la presenza dell aria, a una distanza di 2 m, non incide significativamente nel calcolo dell intensità luminosa. Aver considerato la lampadina una sorgente puntiforme non è effettivamente una condizione reale in quanto il filamento ha un estensione finita. Inoltre, nella parte posteriore del bulbo è presente l attacco della lampadina al filo di alimentazione per cui la radiazione non viene emessa uniformemente in tutte le direzioni. Quesito 2 Poniamo: l = 5,0 cm = 5,0 0-2 m lato delle armature s 0 =,0 mm =,0 0-3 m distanza delle armature al tempo t = 0 v = 0, mm/s = 0, 0-3 m/s velocità con cui si allontanano le armature V =,0 0 3 V differenza di potenziale tra le armature e 0 = 8,85 0-2 C 2 /(Nm 2 ) costante dielettrica nel vuoto La formula per il calcolo della corrente di spostamento è: d ( _ E ) i s = e 0 dove E, l intensità del campo elettrico all interno del condensatore, è data da: [] V E = s Nella precedente formula con s abbiamo indicato la distanza tra le armature. Il flusso di E all interno del condensatore è dato da: ( _ E ) = A s E dove A s = l 2 è la superficie delle armature.

Nel caso in esame: A s = l 2 = (5,0 0-2 m) 2 = 25 0-4 m 2 mentre la distanza tra le armature varia nel tempo secondo la legge oraria: s(t) = s 0 + vt Nelle condizioni indicate dalla traccia, E dipende dal tempo secondo la seguente relazione: V E(t) = s(t) = V s 0 + vt quindi la velocità di variazione del campo elettrico sarà: d a b de(t) (s = V 0 + vt) = V -v (s 0 + vt) 2 Dalla [] otteniamo quindi: d ( _ E ) i s (t) = e 0 = e 0 A s de(t) = e 0 A s V -v (s 0 + vt) 2 e la corrente di spostamento nell istante t = 0 sarà: i s (0) = [8,85 0-2 C 2 /(Nm 2 )](25 0-4 m 2 )(,0 0 3 V) 0, 0-3 m/s (,0 0-3 m) + (0, 0-3 m/s) 0 = -2 0-9 A Il segno negativo sta a indicare che la carica sulle armature del condensatore diminuisce. Quesito 3 La lunghezza d onda l è inversamente proporzionale alla frequenza f, ovvero l f = c =, quindi la lunghezza d onda massima per ogni banda si avrà in corrispondenza della frequenza minima. FM: l max = c = f min 88 0 6 Hz = 3,4 m l c min = = f max 08 0 6 Hz = 2,8 m MW: l max = c = f min 540 0 3 Hz = 5,6 02 m l min = c = f max 600 0 3 Hz =,9 02 m SW: l max = c = f min 6,0 0 6 Hz = 50 m l c min = = f max 8 0 6 Hz = 7 m Le onde possiedono la proprietà di aggirare gli ostacoli grazie al fenomeno della diffrazione, che è presente quando le dimensioni degli ostacoli che l onda incontra sul suo percorso sono minori o uguali alla sua lunghezza d onda; ipotizzando quindi che gli ostacoli siano case con dimensioni dell ordine di grandezza di 0 m, possiamo pensare che le onde migliori siano le onde medie, a seguire le onde corte e infine le onde a maggior frequenza, come avviene nella modulazione di frequenza. Questo non deve trarre in inganno sul motivo che molte trasmissioni di musica siano proprio in FM. Infatti la modulazione in frequenza del segnale portante limita molto la presenza dei disturbi elettromagnetici (a differenza della modulazione in ampiezza AM in cui il disturbo si somma all ampiezza del segnale) e ne aumenta la qualità di trasmissione; inoltre la trasmissione a frequenze maggiori aumenta il numero di informazioni che si possono trasmettere e quindi la qualità della musica trasmessa. La trasmissione delle onde non avviene alla stessa altezza delle case, ma da torri di trasmissione più alte e questo limita il problema che potrebbero avere le case nella propagazione di tali onde. A tanti sarà capitato che in auto la propria radio abbia avuto dei problemi di ricezione in alcuni punti della strada e che poi, spostandosi di pochi metri, la ricezione sia migliorata proprio per la difficoltà delle onde FM ad aggirare alcuni ostacoli presenti sul loro cammino.

Quesito 4 Questo problema fa riferimento alla quarta equazione di Amperé-Maxwell, in cui si dimostra che un campo magnetico non solo può essere generato da una corrente elettrica i, qui assente essendo nel vuoto, come previsto dalla legge di Amperé, ma anche dalla variazione nel tempo del flusso del campo elettrico attraverso un ipotetica superficie delimitata da una curva chiusa. Il campo magnetico si troverà nel piano della curva e perpendicolare quindi alla direzione lungo cui varia il campo elettrico e con linee di campo di tipo circolare, come se fosse stato generato da un ipotetica corrente (detta da Maxwell di spostamento ). Nel nostro caso la curva chiusa può essere solo una circonferenza, per motivi di calcoli che altrimenti non sapremmo fare, lungo la quale consideriamo che il campo elettrico vari in modo costante (ecco perché si parla di variazione media). L equazione che ci interessa è quindi: C l ( n B i ) = B i Δ ( Δl i = e 0 m 0 E x ) i = Δt Da qui, considerando il campo magnetico costante lungo la curva, si avrà che la sommatoria è la lunghezza della circonferenza di raggio 3,0 cm e quindi la circuitazione sarà B 2pR, mentre la variazione del flusso del campo elettrico si ottiene moltiplicando la variazione media del campo elettrico per la superficie delimitata dalla curva. Pertanto avremo: e 0 m 0 ΔE x Δt pr2 e 0 m 0 ΔE x B = Δt R = = 2pR 2 [8,85 0-2 C 2 /(Nm 2 )](4p 0-7 N s 2 /C 2 )(3,0 0 6 V/m s)(3,0 0-2 m) = = 2 = 5,0 0-3 T Come si può vedere dalla formula precedente, il campo magnetico indotto aumenta in modo direttamente proporzionale a R. In particolare se R fosse 0 cm avremmo un campo magnetico nullo. Quesito 5 Nella cella sono contenuti 8 ioni che formano 2 coppie di carica in modulo pari a q e di segno opposto, separati tra loro da una distanza pari a d = l/2. A ciascuno di essi corrisponde un energia coulombiana: q 2 E = - 4pe 0 d Sono presenti inoltre 2 coppie di ioni con carica di segno uguale separati da una distanza _ 2 d, ciascuno con un energia: E 2 = q 2 4pe 0 d _ 2 Infine abbiamo 4 coppie di ioni di carica di segno opposto separati da loro da una distanza ( _ 2 d) 2 + d 2 = _ 3 d. Ad ognuno compete un energia: E 3 = - q 2 4pe 0 d _ 3 L energia totale è quindi: E = E + E 2 + E 3 = - q 2 4pe 0 d 2 a-2 + _ 2-4 _ 3 b e l energia per ione è: E N = - q 2 0,728 = 3,70 ev 4pe 0 d che rappresenta il 90% del valore sperimentale. La discrepanza è da ricercarsi, oltre che nella presenza di altre interazioni, nell aver considerato una cella composta da soli 8 ioni confrontando il risultato con un campione macroscopico.

Quesito 6 Indichiamo con il termine direzione del polarizzatore quella in cui esso polarizza all uscita la luce incidente. Sia _ E inc il vettore campo elettrico incidente su un polarizzatore. Sia b l angolo che esso forma con la direzione del polarizzatore e I inc l intensità luminosa associata. Il campo elettrico trasmesso dal polarizzatore, considerando il polarizzatore ideale, coinciderà con la componente di _ E inc nella direzione del polarizzatore, cioè: _ E trasm = _ E inc cos b L intensità luminosa è proporzionale al quadrato del campo, quindi: I trasm = I inc cos 2 b Se l onda incidente non è polarizzata il valore di b varia rapidamente da 0 a 2p e l intensità percepita è la media su b di questo valore, che, con un calcolo analogo a quello dell intensità di un onda piana, risulta essere pari ad /2. L intensità trasmessa non dipende quindi in questo caso dalla direzione del polarizzatore, ed è: I inc I trasm = 2 Allo stesso risultato si può pervenire senza molti calcoli ipotizzando che nella radiazione incidente per ogni pacchetto d onda formante una angolo b i con il polarizzatore sia presente un secondo pacchetto che forma un angolo 90 - b i. Dividiamo quindi l intensità incidente in due parti uguali, la prima formata da pacchetti di angolo b i, la seconda di angolo 90 - b i. Ciascun pacchetto della prima fornisce un contributo proporzionale a cos 2 b i, mentre il corrispondente del secondo gruppo un contributo proporzionale a cos 2 (90 - b i ) = sin 2 b i. Il risultato è quindi: I inc I inc I inc I trasm = 2 cos2 b i + 2 sin2 b i = 2 Se l onda incidente è invece polarizzata, l intensità trasmessa è: I trasm = I inc cos 2 b Sia I 0 l intensità della luce non polarizzata incidente su P. Da quanto detto l intensità luminosa uscente da P è I = I 0 /2. Se a è l angolo tra P e P 3 l intensità all uscita da P 3 sarà: I 3 = I cos 2 a Poiché l angolo tra P 3 e P 2 è 90 - a l intensità all uscita da P 2 sarà: I 2 = I 3 cos 2 a sin 2 a = 4 I 3 sin 2 (2a) L intensità è quindi massima per 2a = 90, cioè per a = 45 e il suo valore è: I 2 = 4 I = 8 I 0 Il valore dell angolo massimo può essere anche dedotto, alternativamente, dalla simmetria della situazione e dal fatto che l intensità è definita positiva e si annulla per a = 0 e a = 90.