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Quadro generale Le vicende delle ultime settimane hanno confermato l analisi svolta il mese precedente sia relativamente all incertezza politica ed alla debolezza del quadro macroeconomico europeo sia rispetto alla dinamica della crescita statunitense ed ai possibili rischi correlati con l attesa stretta fiscale ed il difficile confronto sulla riduzione della spesa pubblica. Nell area Euro l esito incerto delle elezioni italiane e la complessa situazione cipriota hanno riportato l attenzione sui fattori di debolezza ancora presenti, evidenziando, da un lato, l ovvia difficoltà di raccogliere un adeguato consenso intorno a politiche economiche e fiscali restrittive in una fase di profonda recessione economica e la conseguente crescita di movimenti di protesta e cambiamento, a discapito della governabilità. Lo stallo provocato dal risultato elettorale in Italia rappresenta un rischio rilevante, a fronte della necessità di un intraprendere le misure necessarie al fine di reagire alla continua e profonda crisi dell economia, la quale rappresenta prima di tutto un costo sociale elevatissimo ma anche un pericolo per la tenuta del bilancio statale nel medio periodo, ed in particolare dopo il 2013. Purtroppo la situazione appare difficilmente risolvibile in tempi stretti ma la prospettiva di un governo con poteri ed un raggio di azione limitati, pur essendo l unica soluzione plausibile, è potenzialmente insostenibile poiché difficilmente potrà portare alle riforme ed alle misure economiche di medio e lungo periodo indispensabili per un prossimo ritorno alla crescita. Lo scenario più probabile rimane quello di un esecutivo di durata contenuta e nuove elezioni nei prossimi mesi e, di conseguenza, della mancanza di un adeguata risposta politica alla crisi in atto, con un ulteriore deterioramento del quadro macroeconomico, crescente disagio e tensione sociale e nuova volatilità sui mercati finanziari, anche alla luce della possibile revisione del rating del debito italiano. L evoluzione della crisi a Cipro (nota a tutti da tempo ed esplosa tutt altro che all improvviso), invece, è l ennesimo e forse il più eclatante esempio dell inadeguatezza delle istituzioni politiche europee e delle enormi distanze ancora presenti tra i diversi paesi ma anche della complessità determinata da anni di politiche fiscali ed economiche divergenti all interno dell Unione Monetaria. Premesso che l entità assoluta del problema (poche decine di miliardi) è sostanzialmente irrisoria a livello europeo, è da un lato comprensibile la reticenza da parte dell Unione Europea verso forme di aiuto unilaterali ed incondizionato a favore di un paese divenuto, nel corso degli ultimi anni, un vero e proprio paradiso fiscale, rifiutando i principali accordi anti-riciclaggio, gonfiando sproporzionatamente il proprio sistema bancario ed attirando capitali (russi ma non soltanto) di provenienza incerta. Allo stesso tempo, però, la proposta di un prelievo forzoso sui depositi in conto corrente, anche se in principio coerente con le caratteristiche della crisi cipriota, non è presentabile all interno di un Unione Monetaria, non soltanto per il costo sociale che può rappresentare ma soprattutto per quello politico, cioè alimentare un sempre più diffuso (e pericolosamente giustificabile) sentimento antieuropeista e rappresentare un preoccupante precedente, nonostante gli sforzi di tutti i paesi nel definire la situazione unica e non ripetibile (esattamente come in occasione della ristrutturazione del debito greco). In sostanza l area Euro appare ancora intrappolata nella contrapposizione tra un approccio veramente europeista dei propri problemi, riconoscendo gli errori e le anomalie determinata dalle scelte comuni di tutti i paesi membri e contribuendo tutti alla soluzione degli stessi, e la decisione invece di mettere ciascun paese duramente di fronte alle proprie (e non soltanto ) responsabilità, anche a discapito della stessa Unione.

L incertezza riguardo le prospettive dell area Euro è quindi cresciuta nelle ultime settimane, accompagnata da un incremento della volatilità sui mercati finanziari, di fatto relativamente limitato rispetto a quanto osservato in passato, e soprattutto da un significativo indebolimento della moneta unica, in particolare nei confronti del Dollaro statunitense. La complessità della situazione rende difficile prevedere le prospettive di breve periodo: la debolezza relativa dell Euro potrà probabilmente proseguire nelle prossime settimane, soprattutto a fronte del continuo deterioramento del quadro macroeconomico, mentre la sostanziale stabilità del mercato dei titoli di Stato continua a beneficare del sostegno implicito e potenziale della BCE attraverso la possibile attivazione dell OMT. Tale situazione potrebbe essere ancora sostenibile nel medio periodo, anche se l incertezza riguardo cosa potrà accadere se e quando un paese dovesse effettivamente ricorrere all aiuto della Banca Centrale rappresenta un rischio sistemico rilevante e le scelte politiche ed economiche sembrano alimentare questo pericolo, soprattutto mediante la possibile reazione delle società di rating e le conseguenti azioni degli investitori internazionali. Il quadro macroeconomico, intanto, continua a peggiorare e non offre segnali di possibile miglioramento nel medio periodo: la produzione industriale ha subito l ennesima contrazione nel primo mese dell anno, con risultati negativi ed inferiori alle attese anche in Francia e Germania, e proprio le prospettive non positive anche per le due principali economie europee riducono ulteriormente le possibilità di una ripresa, anche parziale, nella seconda parte dell anno, come ormai confermato dalla revisione al ribasso delle stime di tutti i principali istituti di ricerca. In questo contesto appare poco sostenibile la posizione della BCE, la quale ha lasciato ancora invariati i tassi di interesse in occasione dell incontro di inizio mese: nonostante i problemi europei non siano strettamente dipendenti dal livello del costo del denaro ma piuttosto dalle conseguenze delle politiche fiscali restrittive e dello stallo della situazione politica comunitaria, il deterioramento dell economia e l assenza di pressioni inflazionistiche potrebbero giustificare un prossimo taglio da parte dell autorità di politica monetaria. In generale, la situazione europea presenta ancora diversi fattori di incertezza ed il rischio implicito non appare adeguatamente remunerato e riflesso nella relativa stabilità dei mercati, soprattutto in ambito obbligazionario ed in confronto a diverse alternative, imponendo un attenzione ancora maggiore verso un adeguata diversificazione di qualsiasi portafoglio di investimento. Negli Stati Uniti l incertezza è invece legata all evoluzione della situazione fiscale ed, in particolare, al piano di tagli automatici alla spesa pubblica scattato in assenza di un accordo politico in merito: l entità effettiva di questi interventi dipenderà dalle scelte del Congresso delle prossime settimane, che potrebbe individuare ancora soluzioni alternative di riduzione del deficit, ma in ogni caso saranno misure restrittive e potranno pesare sulle crescita statunitense. Il graduale ma costante miglioramento del mercato del lavoro e di quello immobiliare, insieme al sostegno garantito dalla Federal Reserve, appaiono però in grado di compensare il contributo negativo delle politiche fiscali restrittive e della minore spesa pubblica, permettendo un continuo consolidamento della crescita economica, nonostante un prevedibile rallentamento nelle prima parte dell anno ma con prospettive ancora moderatamente positive nel medio periodo.

Macroeconomic Data Euro Area Data Paese Indicatore Periodo Atteso Effettivo Precedente 7-mar EC BCE Annuncio tassi MAR 0,75% 0,75% 0,75% 13-mar EC Produzione industriale area Euro m/m GEN -0,1% -0,4% 0,7% 11-mar FR Produzione industriale m/m GEN -0,2% -1,2% -0,1% 8-mar GE Produzione industriale m/m GEN 0,4% 0,0% 0,3% 19-mar IT Produzione industriale m/m GEN -0,3% 0,8% 0,4% 11-mar GE Esportazioni m/m GEN 0,5% 1,4% 0,3% 7-mar GE Ordini di fabbrica GEN 0,6% -1,9% 0,8% 1-mar GE Vendite al dettaglio m/m GEN 0,9% 3,1% -1,7% 5-mar EC Vendite al dettaglio m/m GEN 0,3% 1,2% -0,8% 1-mar IT Disoccupazione GEN 11,3% 11,7% 11,2% 1-mar EC Disoccupazione GEN 11,8% 11,9% 11,7% L inizio dell anno è stato segnato da una contrazione della produzione industriale dell area Euro a livello aggregato (-0,4%): il contributo negativo più rilevante è stato quello della Francia (-1,2%) mentre in Germania la variazione è stata nulla, confermando le crescenti difficoltà anche per le due principali economie europee in un contesto di profonda e prolungata recessione dei paesi periferici, nonostante il dato positivo registrato in Italia (0,4%). In Germania le rilevazioni macroeconomiche hanno offerto segnali contrastanti: il significativo incremento delle esportazioni (+1,4%) è stato accompagnato da una rilevante diminuzione degli ordini di fabbrica (-1,9%) mentre le vendite al dettaglio sono cresciute di oltre tre punti percentuali dopo il dato negativo del mese precedente, contribuendo in maniera decisiva al recupero registrato a livello aggregato. Il quadro macroeconomico dell area Euro rimane, però, negativo e le prospettive quelle di un ulteriore recessione nei pesi periferici e di una crescita molto contenuta delle economie più forti, con una crescente incertezza relativamente all evoluzione della situazione in Francia; la disoccupazione, infine, è ormai prossima al 12% a livello aggregato, nonostante i livelli minimi raggiunti in Germania.

Macroeconomic Data United States Data Paese Indicatore Periodo Atteso Effettivo Precedente 1-mar US Reddito personale GEN -2,4% -3,6% 2,6% 13-mar US Vendite al dettaglio FEB 0,5% 1,1% 0,1% 8-mar US Variazione salari non agricoli FEB 165k 236k 157k 8-mar US Disoccupazione FEB 7,9% 7,7% 7,9% 6-mar US Ordini di fabbrica GEN -2,2% -2,0% 1,8% 27-feb US Ordini di beni durevoli GEN -4,8% -5,2% 4,6% 15-mar US Indice dei prezzi al consumo m/m FEB 0,5% 0,7% 0,0% 15-mar US CORE CPI m/m FEB 0,2% 0,2% 0,3% 15-mar US Indice dei prezzi al consumo a/a FEB 1,9% 2,0% 1,6% 15-mar US CORE CPI a/a FEB 2,0% 2,0% 1,9% 28-feb US PIL t/t 4 TRIM 0,5% 0,1% -0,1% 15-mar US Produzione industriale FEB 0,4% 0,7% -0,1% Negli Stati Uniti gli effetti del stretta fiscale determinata dal mancato rinnovo degli incentivi all inizio dell anno sono stati evidenti sulla dinamica del reddito personale nel mese di gennaio (-3,6%), peggiore anche alle attese, mentre le vendite al dettaglio sono ancora cresciute a febbraio (+1,1%), a dimostrazione della relativa solidità della domanda interna. Nonostante le oscillazioni del tasso di disoccupazione, inoltre, la variazione dei salari è stato positiva e superiore alle aspettative, a supporto del graduale consolidamento del mercato del lavoro, ancora distante però dall obiettivo dichiarato della Federal Reserve. I dati relativi all economia reale hanno offerto, invece, segnali più contrastanti: la produzione è cresciuta dello 0,7% mentre gli ordini di fabbrica e di beni durevoli hanno segnato una contrazione significativa. Rilevante l incremento dei prezzi al consumo nel mese di febbraio, pari allo 0,7% su base mensile e nuovamente alla soglia del 2% su dodici mesi, completamente determinato dalla componente core: un segnale importante della graduale ma costante ripresa della domanda interna. Nonostante l atteso rallentamento nella prima parte dell ano, le prospettive per l economia statunitense rimangono positive nel medio periodo, grazie al contributo sempre positivo del mercato del lavoro ed alla ripresa di quello immobiliare, oltre al sostegno continuo della Federal Reserve, in grado di compensare gli effetti presumibilmente negativi della stretta fiscale in atto e della riduzione della spesa pubblica.

Market Monitor Equity Indices DJ EuroStoxx S&P 500 MSCI World (Euro) 290 280 270 260 250 240 230 220 210 200 2850 2750 2650 2550 2450 2350 2250 2150 2050 150 145 140 135 130 125 120 115 110 Price Performance Price Performance Price Performance 275 12,58% 5,40% 3,22% 2.754 9,54% 9,96% 3,14% 145 9,31% 9,30% 2,96% 19150 FTSE MIB 1450 Topix 320 MSCI Emerging Mkt (Euro) 18150 17150 16150 15150 14150 13150 12150 11150 1350 1250 1150 1050 950 850 310 300 290 280 270 260 250 Price Performance Price Performance Price Performance 16.061 6,39% -1,30% 0,88% 1.384 42,84% 22,37% 7,79% 300 2,92% -0,10% -1,04% Il mercato azionario statunitense continua a mostrare una maggior forza relativa rispetto al mercato europeo: il mercato USA rimane supportato da buoni dati macro, sia sul fronte occupazionale che delle vendite al dettaglio migliori delle attese, e da prospettive di aumento degli utili, rafforzate dall andamento positivo degli ultimi risultati societari; i listini europei, contagiati dal rialzo delle principali borse mondiali, presentano una dinamica positiva, anche se indeboliti dalla recessione economica che colpisce in particolare i paesi periferici, i cui indici risultano essere maggiormente penalizzati. Nelle prime settimane di marzo l indice europeo, quello statunitense e quello mondiale hanno guadagnato circa tre punti percentuali, mentre la crescita dell indice italiano è stata più contenuta e prossima a novanta centesimi; da inizio anno, L indice S&P 500 ha conseguito un rendimento prossimo al 10%, il risultato dell indice MSCI World è stato di poco superiore al 9%, l indice europeo ha guadagnato circa cinque punti percentuali, mentre il risultato del FTSE MIB è negativo (-1,30%) in seguito alle perdite subite nel emse di febbraio. Con riferimento ai mercati emergenti, l indice generale, dopo il recupero osservato a partire dalla seconda metà di marzo, ha subito una nuova contrazione negli ultimi giorni, ottenendo da inizio anno un rendimento negativo di dieci centesimi in valore assoluto; continua, al contrario, la forte crescita del mercato azionario giapponese, in atto dall inizio dello scorso mese di novembre, da quando cioè il nuovo governo si è impegnato a mettere in atto politiche di stimolo alla crescita economica: l indice Topix ha guadagnato circa otto punti percentuali nella prima metà di marzo, ottenendo un rendimento superiore al 22% da inizio anno e superiore al 42% da fine settembre.

Market Monitor Fixed Income Indices 195 Citigroup EGBI 560 Citigroup WGBI 270 JP Morgan GBI-EM 190 185 180 175 170 165 540 520 500 480 460 260 250 240 230 220 210 200 Price Performance Price Performance Price Performance 192 3,13% 0,12% % 495-6,33% -2,33% -0,70% 257 2,82% 1,19% -0,06% 160 Citigroup AGBI 155 150 145 140 135 130 Price Performance 15-mar-13 28-set-12 31-dic-12 28-feb-13 151 1,30% 0,64% -% Rispetto ai livelli osservati lo scorso mese il comparto obbligazionario governativo ha mostrato segnali di recupero in tutti i mercati, nonostante permangano delle divergenze: il mercato europeo, dopo i rendimenti negativi conseguiti nel primo mese dell anno, è tornato a crescere a partire dal mese di febbraio in maniera stabile ma meno sostenuta di quanto osservato lo scorso anno, ottenendo da inizio anno un risultato positivo di poco superiore a dieci centesimi; l indice mondiale, invece, dopo il parziale recupero delle perdite subite nella prima parte dell anno, è tornato a scendere, ottenendo da inizio anno un rendimento ancora negativo di oltre due punti percentuali. Sul fronte dei mercati emergenti, la dinamica dell indice generale e di quello asiatico è stata simile nei primi due mesi dell anno: entrambi gli indici hanno subito una pesante correzione, più violenta per l indice AGBI, nella seconda metà di gennaio, recuperando poi nelle settimane successive le perdite subite grazie alla ripresa di un trend crescente; negli ultimi giorni entrambi gli indici hanno subito una lieve correzione, più evidente di nuovo per l indice asiatico: tuttavia, i rendimenti da inizio anno rimangono positivi e pari all % per l indice emerging market globale e a circa settanta centesimi per l indice AGBI.

Market Monitor Inflation Linked and Commodities Indices 225 220 215 210 BarCap World Inflation Linked Bond (HedEUR) 205 200 195 190 185 180 BarCap Euro Inflation Linked Bond 305 300 295 290 285 280 275 BarCap US Inflation Linked Bond (USD) 205 175 270 Price Performance Price Performance Price Performance 222 1,88% 0,22% -0,09% 197 0,12% -1,47% 0,11% 294-0,38% -1,09% -0,35% 310 300 290 280 270 260 250 DJUBS Commodities 115 110 105 100 95 90 85 80 75 WTI Crude Oil 1850 1800 1750 1700 1650 1600 1550 1500 1450 1400 Golds Price Performance Price Performance Price Performance 278-6,79% -0,49% 1,32% 93 0,48% 1,78% 1,52% 1.592-10,17% -4,98% 0,78% Nel corso delle ultime settimane il comparto delle obbligazioni indicizzate all inflazione ha avuto una dinamica differente in relazione ai diversi mercati: mentre i titoli europei hanno guadagnato circa dieci centesimi, i titoli statunitensi hanno subito una perdita di circa trentacinque centesimi; tuttavia, da inizio anno il mercato relativamente più debole risulta essere quello europeo, con una perdita prossima all 1,50%, mentre il mercato statunitense ha conseguito un rendimento negativo prossimo al singolo punto percentuale. L indice mondiale, invece, ha recuperato le perdite subite, conseguendo da inizio anno un rendimento positivo prossimo a venti centesimi. Le prime settimane di marzo sono state positive per tutti i principali indici di commodities: l indice generale ha guadagnato circa l 1,30%, sostenuto da un incremento dei prezzi del petrolio, dopo aver toccato il livello minimo da inizio anno nei primi giorni del mese, e da un lieve aumento delle quotazioni dell oro. Tuttavia, da inizio anno solo l indice rappresentativo del petrolio ha ottenuto un rendimento positivo e prossimo all 1,50%; il recupero osservato negli ultimi giorni, infatti, ha solo compensato parzialmente le perdite subite dall indice generale di commodities nel mese di febbraio: il suo rendimento da inizio anno è negativo di circa cinquanta centesimi. Rimane evidente anche la forte contrazione subita da inizio anno dall indice rappresentativo dell oro, pari a circa cinque punti percentuali in valore assoluto.

Market Monitor German Interest Rates 0,25 GE 1YR GE 2YRS GE 5YRS 0,30 0,15 0,10 0,05 0,10 0,80 0,60-0,05-0,10-0,15-0,10 - Price Variation Price Variation Price Variation 0,04 0,03% -0,09% 0,02% 0,05 0,02% 0,06% 0,01% 0,43-0,08% 0,13% -0,01% GE 10YRS 2,90 GE 30YRS 2,20 2,70 2,00 2,50 1,80 1,60 1,40 2,30 2,10 1,90 1,70 1,50 Price Variation Price Variation 15-mar-13 28-set-12 31-dic-12 28-feb-13 15-mar-13 28-set-12 31-dic-12 28-feb-13 1,46 0,01% 0,14% % 2,35 0,10% 0,18% 0,04% Il livello dei tassi dei titoli tedeschi è diminuito su quasi tutte le scadenze nel corso delle ultime settimane, con variazioni maggiori sul segmento medio-lungo della curva: il tasso dei titoli a cinque e dieci anni è diminuito di circa venti centesimi, offrendo rispettivamente un rendimento rispettivamente pari a circa quaranta centesimi e all 1,45%, il rendimento dei titoli a due anni è sceso di circa quindici centesimi, tornando su un livello molto basso, pari a cinque centesimi, e prossimo al rendimento dei titoli con scadenza ad un anno, il quale, invece, è rimasto invariato rispetto allo scorso mese. Il movimento sui titoli trentennali è stato più contenuto, con una variazione negativa di dieci centesimi, offrendo ora un rendimento del 2,35%. Da inizio anno, il rendimento dei titoli ad un anno è diminuito di circa dieci centesimi, mentre su tutte le altre scadenze il livello di rendimento è aumentato proporzionalmente.

Market Monitor Italian Interest Rates 4,60 4,10 3,60 3,10 2,60 2,10 1,60 1,10 0,60 IT 1YR 5,50 5,00 4,50 4,00 3,50 3,00 2,50 2,00 1,50 IT 2YRS 7,00 6,50 6,00 5,50 5,00 4,50 4,00 3,50 3,00 2,50 IT 5YRS Price Variation Price Variation Price Variation 1,25-0,62% -0,14% -0,05% 1,78-0,57% -0,21% -0,14% 3,33-0,67% 0,02% -0,16% 7,50 7,00 6,50 6,00 5,50 5,00 4,50 4,00 IT 10YRS 7,50 7,00 6,50 6,00 5,50 5,00 4,50 IT 30YRS Price Variation Price Variation 15-mar-13 28-set-12 31-dic-12 28-feb-13 15-mar-13 28-set-12 31-dic-12 28-feb-13 4,60-0,49% 0,10% -0,14% 5,30-0,52% 0,23% -0,03% Il mercato dei titoli di Stato italiani è stato interessata da un aumento dei tassi d interesse su tutta la curva, con un movimento più evidente sui titoli con scadenza ad un anno, il cui rendimento è aumentato di circa trentasei centesimi rispetto a quanto osservato lo scorso mese, portandosi su un livello dell 1,25%. Il rendimento dei titoli a due e cinque anni sono aumentati in misura minore, rispettivamente di circa venti e quindici centesimi, e attualmente offrono il primo l 1,80% e il secondo il 3,30% circa. Sul tratto più lungo della curva, il rendimento del decennale è cresciuto di circa venti centesimi mentre quello del trentennale di circa trenta centesimi, offrendo rispettivamente il 4,60% e il 5,30% Da inizio anno, mentre il segmento breve della curva è stato interessato da una riduzione del livello dei tassi d interesse, il segmento più lungo è stato interessato da un aumento dei rendimenti, con variazioni in media prossima ai quindici centesimi, mentre il rendimento dei titoli con scadenza intermedia è rimasto sostanzialmente invariato. In ogni caso, i rendimenti sono ormai decisamente inferiori rispetto a quelli osservati all inizio dell anno 2012 su tutte le scadenze.

Market Monitor US Interest Rates 0,25 0,15 0,10 0,05 US 1YR 0,45 0,35 0,30 0,25 0,15 US 2YRS 1,40 0,80 0,60 US 5YRS Price Variation Price Variation Price Variation 0,14-0,02% % -0,02% 0,25 0,02% % 0,02% 0,83 0,21% 0,11% 0,07% 2,60 2,40 2,20 2,00 1,80 1,60 1,40 US 10YRS 3,60 3,40 3,20 3,00 2,80 2,60 2,40 US 30YRS Price Variation Price Variation 15-mar-13 28-set-12 31-dic-12 28-feb-13 15-mar-13 28-set-12 31-dic-12 28-feb-13 1,99 0,36% 0,23% 0,11% 3,21 0,39% 0,26% 0,13% Il livello dei tassi d interesse dei titoli di Stato statunitensi è rimasto stabile rispetto ai livelli osservati lo scorso mese: i titoli con scadenza ad uno e due anni offrono un rendimento rispettivamente pari a quindici e venticinque centesimi, rimanendo sui livelli di inizio anno; il rendimento dei titoli a cinque è pari a ottantatré centesimi, con una variazione di circa dieci centesimi da inizio anno. Il rendimento dei titoli decennali rimane sulla soglia del 2% mentre quello dei titoli trentennali è pari al 3,20%: da inizio anno il livello dei tassi sul segmento più lungo della curva è cresciuto di circa venticinque centesimi.

Market Monitor UK Interest Rates 0,50 0,45 0,35 0,30 0,25 0,15 0,10 0,05 UK 1YR 0,60 0,50 0,30 0,10 UK 2YRS 1,40 0,80 0,60 UK 5YRS Price Variation Price Variation Price Variation 0,19 % -0,15% -0,06% 0,22 0,03% -0,10% -0,02% 0,82 0,09% -0,04% 0,03% 2,60 2,40 2,20 2,00 1,80 1,60 1,40 UK 10YRS 3,60 3,40 3,20 3,00 2,80 2,60 2,40 2,20 2,00 UK 30YRS Price Variation Price Variation 15-mar-13 28-set-12 31-dic-12 28-feb-13 15-mar-13 28-set-12 31-dic-12 28-feb-13 1,94 0,21% 0,11% -0,04% 3,29 0,22% 0,19% 0,02% Il mercato dei titoli di Stato del Regno Unito è stato interessato da una riduzione dei tassi d interesse su tutta la curva: il rendimento dei titoli con scadenza ad uno e due anni sono diminuiti di circa dieci centesimi, offrendo entrambi un rendimento prossimo a venti centesimi; il tasso a cinque anni è diminuito di circa quindici centesimi, offrendo un rendimento prossimo agli ottanta centesimi; il rendimento dei titoli decennali ha subito variazione maggiore, prossima a venticinque centesimi in termini assoluti, portandosi sotto il livello del 2%, mentre i titoli a lunghissima scadenza sono diminuiti di circa quindici centesimi, offrendo rendimenti prossimi al 3,30%. Da inizio anno, mentre il segmento breve della curva è stato interessato da una riduzione del livello dei tassi d interesse, il segmento più lungo è stato interessato da un aumento dei rendimenti, con variazioni in media prossima ai quindici centesimi, mentre il rendimento dei titoli con scadenza intermedia è rimasto sostanzialmente invariato.

Market Monitor Japanese Interest Rates 0,14 0,13 0,12 0,11 0,10 0,09 0,08 0,07 0,06 0,05 0,04 JPY 1YR 0,14 0,12 0,10 0,08 0,06 0,04 0,02 JPY 2YRS 0,39 0,34 0,29 0,24 0,19 0,14 0,09 JPY 5YRS Price Variation Price Variation Price Variation 0,06-0,04% -0,03% % 0,05-0,05% -0,05% % 0,12-0,07% -0,06% % JPY 10YRS JPY 30YRS 1,10 1,05 0,95 0,90 0,85 0,80 0,75 0,70 0,65 0,60 2,05 2,00 1,95 1,90 1,85 1,80 1,75 1,70 1,65 Price Variation Price Variation 15-mar-13 28-set-12 31-dic-12 28-feb-13 15-mar-13 28-set-12 31-dic-12 28-feb-13 0,63-0,15% -0,17% -0,04% 1,77-0,12% -0,21% -0,06% Il mercato dei titoli di Stato giapponesi continua ad essere caratterizzato da bassi tassi d interesse, con rendimenti prossimi a cinque centesimi per i titoli con scadenza ad uno e due anni e inferiori ai quindici centesimi sulle scadenze a cinque anni, rimanendo di fatto invariati rispetto ai livelli dello scorso mese; il segmento più lungo della curva, invece, è stato interessato da una riduzione dei tassi d interesse, con una variazione mediamente pari a quindici centesimi in valore assoluto: i titoli decennali offrono circa sessanta centesimi, mentre i titoli trentennali offrono l 1,80% circa. Da inizio anno si osserva una riduzione dei rendimenti di circa venti centesimi sulle scadenze superiori ai dieci anni, mentre i rendimenti dei titoli a breve-medio termine è rimasto pressoché stabile.

Market Monitor Euro vs Currencies 1,40 1,35 1,30 1,25 1,15 USD 0,89 0,87 0,85 0,83 0,81 0,79 0,77 GBP 133 128 123 118 113 108 103 98 93 JPY Price Performance Price Performance Price Performance 1,31 1,41% -1,05% -0,19% 0,86 8,39% 6,33% 0,28% 124,70 24,30% 9,08% 3,18% 1,25 CHF 1,24 1,23 1,22 1,21 1,19 Price Performance 15-mar-13 28-set-12 31-dic-12 28-feb-13 1,23 1,49% 1,63% 0,41% Nel corso delle ultime settimane l Euro ha continuato a deprezzarsi nei confronti del dollaro statunitense, mentre continua ad apprezzarsi nei confronti dello Yen giapponese; sia la sterlina inglese sia il franco svizzero sono stati caratterizzati dalla stessa dinamica: entrambe le valute si sono deprezzate nei confronti dell Euro nei primi giorni di marzo, per poi tornare ad apprezzarsi nei giorni successivi, ritornando sui livelli osservati lo scorso mese. L indebolimento della valuta nipponica è da imputarsi al perseguimento delle politiche monetarie e fiscali di sostegno all economia da parte del governo: da inizio anno lo Yen giapponese ha subito una deprezzamento significativo, superiore al 9%. Anche il deprezzamento della sterlina inglese è stato importante da inizio anno, prossimo al 6%. Il cambio euro-dollaro statunitense, dopo aver sfiorato la soglia dell 1,37 nei primi giorni di febbraio, è tornato sostanzialmente sui livelli di inizio anno, con un apprezzamento della valuta statunitense prossima al singolo punto percentuale.

Market Monitor Money Market 1,54 Euribor 3 Month 0,74 EONIA Future Euribor 3M Giugno 2013 1,34 1,14 0,94 0,74 0,54 0,34 0,64 0,54 0,44 0,34 0,24 0,14 0,80 0,60 0,14 0,04 Price Variation Price Variation Price Variation -0,02% 0,02% -0,01% 0,07-0,04% -0,06% % 0,22 % 0,05% 0,03% Future Euribor 3M Settembre 2013 0,80 0,60 Price Variation 15-mar-13 28-set-12 31-dic-12 28-feb-13 0,23-0,02% 0,03% 0,01% Il Presidente della BCE nel corso della riunione di marzo ha confermato sia il tasso di rifinanziamento principale allo 0,75%, il quale era stata tagliato di venticinque basis points nel mese di luglio, sia il tasso sui depositi, che era stato portato allo 0% nel tentativo di disincentivare le banche a depositare elevate somme di denaro presso la BCE. Il tasso Euribor a tre mesi, dopo esser sceso repentinamente in seguito alle decisioni prese a luglio dalla BCE, è ancora diminuito gradualmente nelle settimane successive; dopo aver raggiunto i valori minimi, pari allo 0,18% a dicembre 2012, il tasso è poi leggermente aumentato, collocandosi attualmente ad un livello dello %. Il tasso EONIA, dopo la caduta subita all inizio di luglio, si è stabilizzato su un livello relativamente più basso, pari allo 0,07%, rimanendo di fatto invariato rispetto al livello osservato lo scorso mese. I contratti future sull Euribor a tre mesi in scadenza a giugno e settembre 2013 offrono attualmente entrambi un rendimento implicito di poco superiore ai venti centesimi, con una diminuzione di circa dieci centesimi rispetto ai livelli dello scorso mese.

Market Monitor Fondi di Fondaco 122,00 12 12 119,00 118,00 117,00 Fondaco Euro Cash 138 136 134 132 130 128 126 124 122 120 Fondaco Euro Gov Beta 125 120 115 110 Fondaco World Gov Active Beta Price Performance Price Performance Price Performance 121,63 1,08% 0,50% 0,04% 136,02 3,02% -0,03% 0,21% 116,22-3,36% -1,31% -0,02% 107 106 105 104 103 102 101 100 99 98 97 Fondaco Global Opportunities 102,50 102,00 101,50 Fondaco Lux Euro Cash 110 108 106 104 102 100 98 Fondaco Lux Asia Maximum Bond Price Performance Price Performance Price Performance 105,41-0,03% 0,66% 0,30% 102,26 0,01% -0,01% 0,01% 106,09 2,56% 2,17% 0,78% Il fondo monetario italiano Fondaco Euro Cash è ancora cresciuto nel corso delle ultime settimane, ottenendo da inizio un anno un rendimento positivo di cinquanta centesimi; il valore della quota del fondo monetario lussemburghese, coerentemente con le caratteristiche del fondo, è rimasto stabile nel corso delle ultime settimane, subendo una variazione negativa pari ad un centesimo in valore assoluto da inizio anno. Il valore della quota del fondo obbligazionario governativo europeo Fondaco Euro GovBeta è cresciuto negli ultimi giorni, compensando quasi totalmente le perdite subite nel mese di gennaio: il suo risultato da inizio anno è ora sostanzialmente prossimo a zero. Il fondo obbligazionario governativo internazionale Fondaco World GovActive Beta, dopo aver toccato i minimi assoluti ad inizio febbraio, ha recuperato parzialmente le perdite subite nei giorni scorsi: tuttavia, il suo risultato da inizio anno rimane negativo e prossimo a -1,30% in valore assoluto. Il fondo Fondaco Lux Asia Max, dopo aver toccato i minimi da inizio anno nei primi giorni di febbraio, è stato caratterizzato da un trend positivo, realizzando da inizio anno un rendimento superiore al 2%. Il valore della quota del fondo Fondaco Global Opportunities, dopo essere sceso repentinamente nella seconda settimana di febbraio, è tornato a crescere più che compensando le perdite subite e realizzando da inizio un anno un rendimento positivo prossimo ai trenta centesimi.

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