Mario Giovanzana 28 aprile 01 LENTI A CONTATTO TORICHE RIGIDE. Conoide di STURM. Fig.1

Documenti analoghi
LENTI A CONTATTO TORICHE MORBIDE. Conoide di STURM. Fig.1

RIGIDE LENTI A CONTATTO SFERICHE E ASFERICHE LENTI A CONTATTO CON SUPPORTO GRAFICO

ASTIGMATISMO L occhio, come sistema ottico, è considerato ASTIGMATICO quando l immagine di un oggetto posto all infinito si forma su piani diversi.

Mario Giovanzana Milano 05 ottobre 01 CHERATOCONO

VISIONE_01 OTTICA GEOMETRICA. FGE aa

Silicone Hydrogel Definitive 74*, Hydrogel GM358, Hydrogel GM349, Contaflex 67, Igel 58, Igel 77

CRITERI DI APPLICAZIONE LAC RGP: un po di teoria.

La Refrazione Dr. U. Benelli

Esercizi di Ottica. Università di Cagliari Laurea Triennale in Biologia Corso di Fisica

Occorre semplificare

OTTICA DELLA VISIONE Mauro Zuppardo 2015

493 (Center) Analisi ACCURATA DEL SEGMENTO ANTERIORE

Paragon CRT Diagnostic Dispensing System

Scelta del raggio base 17/10/15. Scelta dei parametri applicativi di una lente Rigida gas permeabile. Scelta e adattamento di LAC R-GP

Filippo Incarbone

HAXYLEN Biopolymer Technology

ASTIGMATISMO DA LENTE INCLINATA di Luciano Pietropaolo

OTTICA DELLA VISIONE. Disegno schematico dell occhio umano

Telescopi ed aberrazioni ottiche

RIFLESSIONE TOTALE, DIOTTRO

MODULO 5 Lezione 11 CHIRURGIA ENDOBULBARE: IOL «REFRATTIVE» e CATARATTA

Disciplina: Esercitazioni di Optometria TERZO ANNO

Ottica geometrica. Propagazione per raggi luminosi (pennello di luce molto sottile)

MULTIFOCALI LENTI A CONTATTO INTRODUZIONE

LE LENTI E L OCCHIO UMANO Prof. Erasmo Modica erasmo@galois.it

Aberrazioni. Aberrazioni

Una breve guida per applicare l orto k Rinehart Reeves

Correzione dell aberrazione ottica corneale

ESERCIZI DI OTTICA GEOMETRICA

d >> λ rettilinea raggio luminoso riflessione rifrazione

Aberrazioni. NB dip. da n e p. [JW] Aberrazione Sferica o di Apertura. Minimizziamo la AS: 1. agiamo sul fattore di forma. Fattore di forma ottimale

LENTI SOTTILI. Le lenti sottili sono gli strumenti ottici più importanti tra quelli più semplici.

1 p. 1 q 1 R. altrimenti se il mezzo circostante ha un indice di rifrazione n 0. , al posto di n si deve usare

I raggi luminosi. Per secoli si sono contrapposti due modelli della luce. il modello ondulatorio (Christiaan Huygens)

OTTICA, OTTICA APPLICATA

1 LENTE SPESSA Calcoliamo la matrice dei raggi di una lente spessa, ovvero di una lente in cui non sia possibile trascurare la propagazione interna tr

Mario Giovanzana Vicenza 15 Novembre 2009 LENTI A CONTATTO

FORMAZIONE CONTINUA CORSI MONOTEMATICI ANNO FORMATIVO 2017/2018

ORBIFLEX SA / ORBIFLEX S2A / ORBIFLEX S3S ORBIFLEX SxS

Stimoli per l accomodazione

Definizioni riguardo alle lenti sferiche Una lente è un mezzo trasparente limitato da due superfici di cui almeno una curva.

Adattamento di lenti a contatto Ascon dopo cheratoplastica

La Cheratocoagulazione Radiale come tecnica di correzione dell ipermetropia

ANNO SCOLASTICO: 2018/2019 OTTICA OTTICA APPLICATA PAOLO TRAVERSO KATIA CAPPELLI. Finalita

SEZIONE A. CAPITOLATO TECNICO Lenti intraoculari n gara

sezione afferente sensi speciali vista

strumento full-auto per la misura wavefront della refrazione e valutazione della camera anteriore

Lezione 4 Diottro piano e sferico Approssimazioni di Gauss Esempio di diottro sferico: l occhio e le sue anomalie

L Astigmatismo DEFINIZIONE CONOIDE DI STURM CLASSIFICAZIONE

Valutare la superficie oculare: OSD e MGD sono sottostimate Valutare corneal enhancement prima di correggere astigmatismi irregolari Chirurgia Pulita

Esercizi Ottica: la rifrazione

GARA AD EVIDENZA REGIONALE CND P03 - AZIENDA CAPOFILA AOU CAGLIARI

Lezione 4 Diottro piano e sferico Approssimazioni di Gauss Esempio di diottro sferico: l occhio e le sue anomalie

Cos è la Presbiopia. Definizione di Punto Remoto (P R )

Come funzionano gli occhiali

ONDE ELETTROMAGNETICE OTTICA LEZIONE 33

Lezione 22 - Ottica geometrica

highly customized Lenti personalizzate al centesimo di diottria Miglior comfort visivo in diverse condizioni d uso

Si definisce astigmatico l occhio che con l accomodazione completamente

Lenti d ingrandimento palmari PEAK

di CHIRURGIA della CATARATTA e REFRATTIVA LA VOCE Nuove tecnologie in chirurgia della cataratta

Corso di Laurea in Fisica Compito di Fisica 3 (Prof. E. Santovetti) 21 giugno 2018

Misure di fenomeni di aberrazione di una lente

Esercizi di Fisica LB - Ottica

GIOVANZANA STUDIO OPTOMETRICO

Fisica della Visione Introduzione

Ottica Geometrica. Si dividono solitamente in

Prestazioni dei telescopi

I VIZI DI REFRAZIONE EMMETROPIA ACCOMODAZIONE. Occhio: sistema diottrico con potere refrattivo 60 D

I esonero di Ottica Geometria a.a compito A

Il disegno delle lenti oftalmiche

Dalla ricerca Safilens: Open 30 Toric. Nuove lenti a contatto mensili in silicone hydrogel per astigmatici. L effetto combinato dell Acido Ialuronico

CORSO DI FOTOGRAFIA DIGITALE LIVELLO AVANZATO

1 S/f. M = A t = A + CT = 1 S f

Lezioni di illuminotecnica. Fenomeni ottici fondamentali

Introduzione al modello di Beltrami

ilcheratocono la diagnosi

Lenti Progressive di ultima generazione. Una nuova categoria di lenti oftalmiche

Cenni di anatomia oculare

Il Frontifocometro. Struttura e Funzionamento. Esercitazioni di Lenti Oftalmiche - Gli Strumenti

Strumenti ottici Gli strumenti ottici sono sistemi ottici progettati allo scopo di aumentare il potere risolutivo dell'occhio. Trattiamo per primo,

ACUITÀ VISIVA, DIOTTRIE E LENTI CORRETTIVE: TUTTO CIÒ CHE NON SERVE SAPERE PER GUARIRE LA VISTA

5 Fondamenti di Ottica

OTTICA GEOMETRICA. Ovvero la retta perpendicolare alla superficie riflettente. Figura 1. Figura 2

Fisica II - CdL Chimica. Formazione immagini Superfici rifrangenti Lenti sottili Strumenti ottici

[Appunti di Optometria a.s.2015/16 classe 5G] [RAPPORTO AC/A] [Differenza tra AC/A gradiente e AC/A calcolato] tiziano rigo [31/1/2016]

Il diottro : c s o t s r t u r zi z on o e gra r f a i f ca c a dell immag a ine

SUPERFICI CONICHE. Rappresentazione di coni e cilindri

5 Lenti e Specchi. Formazione immagini Specchi Superfici rifrangenti Lenti sottili Lenti spessi Punti cardinali

1.Visione_01 Ottica geometrica. Prof. Carlo Capelli Fisiologia Corso di Laurea in Scienze delle Attività Motorie e Sportive Università di Verona

Condizione oculare in cui la potenza refrattiva dell occhio non è proporzionata alla distanza fra l apice corneale e la retina (lunghezza assiale)

Serie AR-1 / ARK-1 Autorefrattometri e Autorefrattometri/Cheratometri Nidek

IODA ha creato dei semi finiti che permettono di produrre lenti, anche con poteri negativi, adatte a montature sportive con lenti in base 8.

Ottica visuale. Corso di laurea in Ottica ed Optometria. Facoltà di Scienze M.F.N. Università del Salento Vincenzo Martella optometrista

I prismi. Prismi. Un prisma è un mezzo ottico delimitato da facce piane, lavorate otticamente e non parallele. Alessandro Farini CNR-INOA CNR-INOA

PROGRAMMA di FISICA Classe 2^ I a.s. 2013/14 Docente: Marcella Cotroneo

OTTICA APPLICATA. Anno Scolastico Classe 3 A OBIETTIVI GENERALI

PROIEZIONI ORTOGONALI: SEZIONI CONICHE

I Esonero di Elementi di Ottica del 13/06/2011

CAPITOLATO DI GIUDIZIO TECNICO - PROTESI OCULISTICHE

Transcript:

Mario Giovanzana 28 aprile 01 LENTI A CONTATTO TORICHE RIGIDE ASTIGMATISMO DEFINIZIONE E FONDAMENTO OTTICO Fu il fisico Whewell ( 1817 ) a dare per primo la definizione di astigmatismo. Egli definì come astigmatismo o ametropia astigmatica l ametropia caratterizzata da una differenza fra i raggi di curvatura, e quindi fra i poteri diottrici, della cornea registrabili lungo i vari meridiani. ( Per meridiani corneali si intendono i diametri della cornea che si incrociano sul suo vertice). Un ulteriore e in definitiva migliore definizione di astigmatismo fu quella data da Gullstrand che definì l ametropia astigmatica come il risultato di una asimmetria della rifrazione oculare. Conoide di STURM GENESI DELL ASTIGMATISMO La causa tipo dell astigmatismo è la toricità di una o più superfici oculari; si tratta quindi di un astigmatismo di curvatura. Non si può escludere comunque la possibilità di un astigmatismo per incidenza obliqua. Irregolare è invece l astigmatismo causato da una chiara mancanza di coincidenza fra l asse ottico della cornea e quello del cristallino. Inoltre irregolare è l astigmatismo definito da indice ( tipicamente del cristallino nella cataratta incipiente ). Di minima importanza inoltre è l astigmatismo da inclinazione dello schermo retinico. Fig.1 1

SEDE DELL ASTIGMATISMO Nella maggior parte dei casi, l astigmatismo è da attribuire alla superficie anteriore della cornea. Nell astigmatismo secondo regola, il meridiano verticale della cornea avrà un raggio più stretto, mentre nel contro regola il raggio sarà più piatto. Sede dell astigmatismo può essere anche la superficie posteriore delle cornea. Un ulteriore sede dell astigmatismo è quella del cristallino, che rappresenta l elemento più importante dell astigmatismo residuo. Fig.2 ASTIGMATISMO CORNEALE La superficie corneale anteriore non risulta sferica, SENFF e VON HELMHOLTZ la consideravano di profilo ellissoidale; da ricerche meno antiche ( MATTHIESSEN, ERIKSEN, GULLSTRAND, LO CASCIO ) è stata dimostrata distinguibile in due zone: la parte centrale, o ZONA OTTICA, di forma circolare con un diametro non superiore ai quattro millimetri, con il suo punto medio, in genere, decentrato rispetto al polo oftalmometrico e leggermente torica; la zona basale, anulare, progressivamente più piatta verso la periferia. L appiattimento della zona basale risulta un po più accentuato nel meridiano verticale, a causa della pressione esercitata dalla palpebra. La superficie posteriore della cornea è di difficile rilevazione, data la sua vicinanza alla superficie anteriore. ASTIGMATISMO DEL CRISTALLINO Le superfici esterne del cristallino non hanno una curvatura sferica, ma tendono, secondo le teorie di Nordenson e Lo Cascio, alla paraboloide. E comunque accertabile un rapido appiattimento, verso la periferia. Inoltre la superficie anteriore è più piatta rispetto a quella posteriore. Lo spessore del cristallino si aggira intorno ai quattro millimetri. 2

CORREZIONE DELL ASTIGMATISMO LENTI SFERICHE L utilizzo di lenti sferiche, rigide e morbide, nei casi di bassi poteri di astigmatismo è la soluzione migliore in quanto una lente coassiale, priva di prismi e differenze di spessore nella giunzione e quindi più confortevole, assicura comunque una correzione ottimale. Fig.3 LENTI ASFERICHE Lo studio delle lenti asferiche fu iniziato più di tre secoli fa da Cartesio, studio che è tuttora di grande attualità. Tale studio ha come fondamento la legge della rifrazione dalla quale si osserva che i raggi paralleli all asse ottico di una lente, una volta usciti dalla faccia di emergenza, non si incontrano in un punto dell asse stesso ma su punti di zone diverse. La zona vicina all asse ottico si chiama PARASSIALE e quella vicino all orlo si chiama MARGINALE. Di conseguenza, esistono sull asse un fuoco parassiale, un fuoco marginale e tanti fuochi intermedi. La potenza della lente varia passando dalla zona marginale a quella parassiale. Questo fenomeno si chiama ABERRAZIONE SFERICA, e deve il suo nome al fatto che è generato dalla forma sferica delle superfici. La soluzione era quella di generare una superficie non sferica, ma sempre di rivoluzione intorno all asse ottico. Le lenti a contatto asferiche hanno una superficie asferica ( esterna ) e una superficie sferica ( interna ) sono assosimmetriche. L uso di lenti asferiche si è rivelato efficace in quanto, correggendo l aberrazione sferica, favoriscono una visione più contrastata con immagini più nitide. Le lenti sferiche e asferiche non assicurano una correzione ottimale dell astigmatismo quando il difetto supera certi valori ( per semplicità : 2 diottrie per lenti rigide; 0,75 diottrie per lenti morbide ). 3

LENTI A CONTATTO TORICHE Le lenti a contatto a forma torica sono in uso da molti anni e, grazie ad un perfezionamento delle tecniche di produzione e ripetibilità della geometria, il loro uso è notevolmente aumentato. Le lenti toriche vengono applicate nei seguenti casi: quando le lenti sferiche, per l elevato valore o tipo di astigmatismo, non sono in grado di correggerlo in modo ottimale, per migliorare l applicabilità della lente attraverso una geometria fisiologicamente più confortevole. Questi due utilizzi possono essere disgiunti, oppure in alcune circostanze essere sovrapposti. Il principio di base delle lenti toriche si riferisce all allineamento dei due meridiani principali oculari, attraverso diversi sistemi di stabilizzazione. Le lenti toriche sono realizzabili sia con materiale rigido che morbido. Nell ambito delle classificazioni più frequentemente proposte, ne ho selezionato alcune che, per quanto ho potuto verificare nella mia esperienza professionale, si sono rivelate le più idonee alla soluzione delle problematiche appena evidenziate. Gruppo rigido Lente con superficie interna torica, zona ottica e curva periferica torica Lente a base nella zona ottica interna sferica e curva periferica torica Gruppo morbido Lente a stabilizzazione prismatica Lente a stabilizzazione dinamica Lente a stabilizzazione prismo-dinamica LENTI A CONTATTO TORICHE GRUPPO RIGIDO Le lenti toriche rigide si caratterizzano per la stabilizzazione determinata dalla differenza tra la sagittale del meridiano più corto e quella del meridiano più lungo. Considerazioni ottiche: Se applichiamo una lente a contatto con superficie interna torica, il sistema di adattamento non dovrà essere di tipo corneo conforme. I raggi di curvatura della lente non dovranno essere cioè identici a quelli della cornea, per evitare una sovracorrezione dell astigmatismo, che verrebbe determinata dal maggiore indice di rifrazione del materiale della lente rispetto a quello del film lacrimale. Ad esempio se i raggi di una cornea sono: Meridiano più piatto RAGGIO 8.00 mm DIOTTRIE 41.50 a 180 Meridiano più stretto RAGGIO 7.50 mm DIOTTRIE 44.25 a 90 e tenendo conto che: con l INDICE DI RIFRAZIONE del film lacrimale di n. 1.332 otteniamo una POTENZA di D 2.75 con l INDICE DI RIFRAZIONE del materiale di n. 1.46 otteniamo una potenza di D 3.85 si evidenzia che la stabilizzazione della lente attraverso il raggio del meridiano più stretta non è corretta, in quanto superiore di Diottrie 1.10. Il problema allora può essere risolto utilizzando la: Lente con superficie interna torica, zona ottica e curva periferica torica. Con questo tipo di lente è possibile correggere tutti i tipi di astigmatismo in cui la cornea risulta torica, in quanto la stabilizzazione viene realizzata attraverso la curva periferica del meridiano più curvo. Ciò avviene semplicemente cambiando la relazione tra i due meridiani principali, in modo da ottenere sul meridiano più curvo una zona ottica più grande. In questo modo, agendo sulla zona periferica della lente per stabilizzarla e sfruttando la potenza del film lacrimale, che ha un indice di rifrazione inferiore, non si eccede nella correzione astigmatica nel meridiano più stretto. Si ottiene con questo metodo una buona stabilizzazione della lente e non si è costretti ad una compensazione con un toro esterno (lente bitorica). 4

Le figure (dalla 4 alla 7) evidenziano infatti che attraverso una riduzione dell appiattimento esistente tra le curve del meridiano più stretto, la zona ottica passa da una forma ellittica orizzontale ad una verticale (vedi figura 7). La sagittale in questo processo passa da una differenza 0, con la curva periferica sferica, a valori progressivamente più elevati, riducendo la differenza tra le due curve del meridiano più stretto. Fig.4 Fig.5 5

Fig.6 Fig.7 Nella figura 8, qui sotto riportata, si evidenzia come le metodologie tradizionali adottino una differenza costante sia tra la curva base del meridiano più piatto e la curva periferica, che tra la curva base del meridiano più stretto e la curva periferica. In questo caso 2.00 mm, mentre la zona ottica del meridiano verticale è di 7.54 mm. L utilizzo dello stesso rapporto non consente una corretta stabilizzazione della lente sulla parte periferica, in quanto le dimensioni della zona ottica del meridiano più curvo sono troppo contenute. 6

Fig.8 Il sistema di produzione da me proposto è effettuabile solo per tornitura in quanto questo consente di sviluppare diverse curvature indipendenti tra di loro. Tale sistema consente inoltre di uniformare lo spessore al bordo della lente, eliminando la differenza tra le due sagittali attraverso l utilizzo di un mandrino decentrante fisso. Il programma relativo alla lente con superficie interna torica, zona ottica e curva periferica torica da me sviluppato consente di calcolare sia il raggio esterno che quello lenticolare del meridiano più piatto, inoltre fornisce il valore del raggio lenticolare del meridiano più curvo in modo da ridurre lo spessore del bordo. GENERATORE DI SUPERFICIE TORICA INTERNA Gfeller City Crown IT-4 CNC Fig.9 7

ESEMPI DI APPLICAZIONE DEL PROGRAMMA Inserendo nel calcolatore i valori di: 1. indice di rifrazione (1.46), 2. sagittale (1.41), 3. sagittale del cilindro (1.52), 4. spessore centrale (0.10), 5. raggio base (7.80), 6. potere (-4.00), 7. zona ottica esterna (8.90), 8. area P (0.60), 9. diametro totale (9.30), 10. spessore totale (2.20) si ottengono i valori di: 1. raggio esterno (8.40), 2. raggio lenticolare (7.45), 3. raggio comparatore (10.50), 4. angolo (31.99), 5. spostamento tecnico (1.15), 6. braccio (-5.34), 7. raggio comparatore (6.11), 8. raggio lenticolare P (6.64) LENTE NEGATIVA Fig.10 Inserendo i seguenti dati: 1.indice di rifrazione (1.46), 2. sagittale (1.41), 3. sagittale cilindro (1.52), 4. giunzione (0.15), 5. raggio base (7.80), 6. potere (15.00), 7. zona ottica (7.80), 8. area P (0.60), 9. diametro totale (9.30), 10. spessore totale (2.20)si ottengono i valori di:1. raggio esterno (6.36), 2. raggio lenticolare (8.54), 3. raggio comparatore (8.12), 4. spessore centrale (0.44), 5. angolo (37.84), 6. spostamento tecnico (-2.57), 7. braccio (9.84), 8. raggio comparatore (7.25), 9. raggio lenticolare P (7.21), 10. potere B (14.41) LENTE POSITIVA Fig.11 8

Inserendo i seguenti dati: 1. indice di rifrazione (1.46), 2. sagittale (1.41), 3. sagittale cilindro (1.52), 4. raggio base (7.80), 5. potere (2.00), 6. area P (0.60), 7. diametro totale (9.30), 8. spessore totale (2.20) si ottengono i valori di: 1.raggio esterno (7.62), 2. raggio comparatore (9.57), 3. spessore centrale (0.25), 4. raggio comparatore (6.40), 5. raggio lenticolare P (6.73) LENTE SFERICA Fig.12 LENTE A BASE NELLA ZONA OTTICA INTERNA SFERICA CURVA PERIFERICA TORICA Questo tipo di lente viene utilizzato nel caso si debba migliorare il posizionamento di una lente sferica su di una cornea torica. Normalmente si usa quando la cornea è leggermente torica nella zona centrale ma tende ad aumentare la toricità verso la zona periferica. In questo caso le lente, per ottenere una buona stabilizzazione, deve prevedere una sagittale più profonda in corrispondenza del meridiano più stretto. Si può notare come in una lente di questo tipo la sagittale del meridiano più stretto (cilindro) sia di valore superiore a quella del meridiano più piatto. Anche in questo caso ridurremo lo spessore al bordo nel meridiano verticale utilizzando un mandrino decentrante fisso. 9