Le Regioni d Italia Campania Il sito ufficiale della regione: http://www.regione.campania.it Una città: Caserta La città nuova è situata ai piedi del monte Tifata, al limite orientale della vasta piana del Volturno e si è sviluppata attorno alla Reggia, costruita nel XVIII secolo dall'architetto Luigi Vanvitelli. Il Palazzo Reale, che si ispirava alla reggia di Versailles (nei pressi di Parigi, in Francia), ha un imponente scalone d'onore e uno splendido parco, che si estende per tre chilometri quadrati. A Caserta Vecchia, la parte con origini più antiche, sono caratteristici il borgo medievale, la Cattedrale e i resti di un castello del IX secolo. La Reggia. La provincia di Caserta, il cui territorio è in gran parte collinare e montuoso, è una delle regioni più fertili della Campania, la popolazione è prevalentemente dedita all'agricoltura (si coltivano cereali, patate, ortaggi, frutta) e alla trasformazione industriale dei prodotti agricoli. Sono però sorte anche industrie chimiche, meccaniche, tessili e del tabacco. 2006 RCS Libri S.p.A. Divisione Education 1
Un sito archeologico: Pompei Una strada lastricata a Pompei. Pompei sorge su un altopiano di formazione vulcanica, sul versante meridionale del Vesuvio, La fortuna della città fu legata alla sua posizione sul mare e al suo porto che veniva utilizzato dai centri dell'entroterra campano, in concorrenza con le città greche della costa. Naturalmente Pompei subì l'influenza greca, e successivamente, quella etrusca. Rimase sotto il dominio etrusco, periodo al quale risalgono la costruzione del Tempio di Apollo e le Terme Stabiane, finché, nel V secolo a.c., le popolazioni sannitiche provenienti dalle zone montane conquistarono tutta la Campania, ad eccezione di Napoli. Nel II secolo a.c. il dominio di Roma sul Mediterraneo facilitò la circolazione delle merci e Pompei conobbe un periodo di grande crescita economica basata soprattutto sulla produzione e l'esportazione di vino e olio. Il benessere favorì lo sviluppo dell'edilizia pubblica e privata: furono realizzati il Tempio di Giove, la Basilica nell'area del Foro, la Casa del Fauno, l'anfiteatro e l'odeon (un piccolo teatro coperto generalmente utilizzato per spettacoli di musica e danza). Nel 62 d.c. un disastroso terremoto provocò gravissimi danni agli edifici della città; gli anni successivi furono impiegati nell'imponente opera di ristrutturazione che era ancora in corso al momento della fatale eruzione del Vesuvio del 24 agosto del 79 d.c., quando Pompei, Ecolano e Stabia, vennero completamente sepolte dalla lava e da una fitta pioggia di lapilli. I resti della città che possiamo visitare oggi sono il risultato di lunghi anni di scavi che poco per volta hanno riportato alla luce l antica Pompei. Gli scavi furono iniziati dopo la scoperta casuale delle tre città sepolte avvenuta alla metà del 1700. 2006 RCS Libri S.p.A. Divisione Education 2
Storie e leggende: Il marito e la Janara Una vecchia leggenda racconta che tanti anni addietro una notte un uomo, svegliatosi all'improvviso, si rese conto che la sua sposa non era a letto accanto a lui. Allora si alzò e si mise a cercarla per tutta la casa, ma cerca e gira, non riuscì a trovarla, e se ne tornò a letto. La notte successiva, incuriosito, pensò bene di spiare la moglie, per vedere che cosa combinava. Così fece finta di addormentarsi, e a un certo punto vide la donna che zitta, zitta si alzava e andava a prendere una boccetta. Si cosparse il corpo con il suo contenuto e si lanciò dalla finestra prendendo il volo. A quella vista il marito rimase stupefatto e il giorno dopo decise di sostituire il magico unguento con dell'acqua. Alla terza notte, la moglie che nulla sospettava, attese che l'uomo s'addormentasse, e quando le parve immerso nel sonno, s'alzò e prese la sua boccetta per ungersi e lanciarsi di nuovo in volo, ma precipitò nel cortile sottostante. Dopo il tonfo, il marito scese a soccorrerla, e mentre la donna lo guardava dolorante, le disse: "Meglio na mugliera cu 'e cosce rotte, ca janara" ("Meglio una moglie con le gambe rotte, che una moglie strega"). 2006 RCS Libri S.p.A. Divisione Education 3
La cucina regionale La cucina campana è famosa per molti piatti, ma soprattutto per: la pasta, prodotta in molte aziende in modo artigianale seguendo procedimenti antichi che le conferiscono una consistenza particolare e una grande capacità di assorbire il sugo. La pasta viene cucinata con sughi a base di verdure come pomodori, peperoni, olive, melanzane e condita con olio e formaggi. In alcune ricette si utilizzano anche le acciughe che danno un sapore più deciso al piatto; il ragù napoletano viene fatto con un pezzo di manzo in cui vengono inserite listarelle di prosciutto e pancetta. Il condimento è a base di lardo e strutto tritati fatti rosolare con aglio e cipolla, poi si aggiunge il passato di pomodoro. Al termine di una lunga cottura si toglie la carne e con il sugo si condisce la pasta: la pizza; la pastiera, una torta dolce di pasta frolla ripiena di ricotta, zucchero, grano cotto, cedro e arancia canditi insaporiti con cannella. Con l aiuto di un adulto puoi preparare questo piatto tipico: Reginette Capresi Ingredienti per 4 persone - 350 g di pasta del tipo reginette - 350 g di pomodori maturi - 3 cucchiai di olio extravergine d oliva - 2 mozzarelle - 1 mazzetto di basilico - 1 cipolla - sale Preparazione Schiaccia i pomodori per eliminare i semi; in una casseruola fai rosolare la cipolla con l olio, il sale e qualche foglia di basilico. Aggiungi i pomodori e fai cuocere per 15 minuti circa e poi passa il tutto al passaverdure. Versa il composto in un tegame e continua la cottura per altri 15 minuti; il sugo si deve addensare. Nel frattempo, fai cuocere le reginette, scolale al dente e condiscile con questo sugo e con le mozzarelle tagliate a cubetti. Metti foglioline di basilico e fettine di mozzarella sulla pasta come decorazione. 2006 RCS Libri S.p.A. Divisione Education 4
Un canto: Funiculì funiculà Giuseppe Turco (1846-1903), in occasione dell inaugurazione della funicolare del Vesuvio nel 1880 scrisse i versi che, musicati da Luigi Denza (1846-1922), produssero una delle canzoni-simbolo di Napoli Funiculì Funiculà. Aissera, Nanninè, me ne sagliette tu saie addò? Tu saie addò? Addò stu core 'ngrato cchiù dispiette farne non pò. Farne non pò. Addò llo fuoco coce, ma si fuje te lassa stà; te lassa stà; e nun te corre appriesso, nun te struje sulo a guardà. Sulo a guardà. Jammo, jammo 'ncoppa, jammo jà. Jammo, jammo 'ncoppa, jammo jà. Funiculì funiculà Funiculì funiculà 'ncoppa, jammo jà, Funiculì funiculà... Nè jammo da la terra a la montagna no passo nc'è. No passo nc'è. Se vede Francia, Proceta, la Spagna e io veco te. E io veco te. Tirate con lli fune nnitto, 'nfatto ncielo se va; ncielo se va Se va comm'a llo viento, a l'antrasatto. Guè saglie, sà. Guè saglie, sà. Ritornello Se n''e sagliuta, oie Ne', se n''e sagliuta, La capa gia'; La capa gia'; E' ghiuta, po' e' tornata, e po' e' venuta... Sta sempe cca'! Sta sempe cca'! La capa vota vota attuorno, attuorno, Attuorno a te, Attuorno a te, Llo core canta sempe nu taluomo. Sposammo, oie Ne'! Sposammo, oie Ne'! Ritornello 2006 RCS Libri S.p.A. Divisione Education 5