Sessione congiunta SIMDO-ANMCO

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Transcript:

Sessione congiunta SIMDO-ANMCO giacomo chiarandà U.O Cardiologia Ospedale "Gravina"

Cardiopatia ischemica cronica e DM2 Il rischio CV dei diabetici è sovrapponibile a quello di paz con pregresso IM, equivalente infartuale G Ital Cardiol 2016;17(7-8):529-569 Il diabete si associa ad significativo aumento del rischio CV Lesioni coronariche significative nel 50 80 % ( anche senza segni clinici di cardiopatia ) Il DM2 ha un rischio di morte per cause CV 3 volte superiore per gli uomini, 6 volte per le donne ; 2 x 4 rischio di CAD e Stroke Il diabete, a parità di altri fattori di rischio, si accompagna a prognosi peggiore in paz con cardiopatia ischemica cronica ( responsabile del 35 % dei decessi ; il 24 % ad ictus )

Rischio CV Sindrome cardio-renale Diabete con microangiopatia Sindrome reno-cardiaca Dislipidemia Ipertensione Obesità Uricemia Diabete No Diabete Tempo

ha delle proprie peculiarità

Quando ed in quali pazienti asintomatici ricercare la Cardiopatia ischemica silente

Le LLGG affrontano la controversia sullo screening per la ricerca di coronaropatia ; ad oggi, non c è evidenza che l identificazione precoce di una coronaropatia stabile, anche nel diabetico, abbia ricadute sulla prognosi, come evidenziato nello studio DIAD. Le LLGG dell ADA e AHA sono contrarie ad una ricerca sistematica della coronaropatia con test non invasivi, anche se più possibilista l ESC e l EASD per soggetti ad alto rischio con arteriopatia non coronarica o albuminuria, disfunzione erettile, retinopatia, IRC

The DIAD study JAMA 2009; 301:1547-1555

..the positive predictive value of having moderate or large MPI defects was only 12 %. Conclusion: In this contemporary study population of patients with diabetes, the cardiac event rates (2,9% in >4 yrs) were low and were not significantly reduced by MPI screening for myocardial ischemia over 4.8 years

The screening of asymptomatic patients with high CVD risk is not recommended There is also some evidence that silent MI may reverse over time, adding to the controversy concerning aggressive screening strategies A randomized observational trial demonstrated no clinical benefit to routine screening of asymptomatic patients with type 2 diabetes and normal ECGs cardiac outcomes were essentially equal (and very low) in screened versus unscreened patients

AMD-SID - Standard italiani per la cura del diabete mellito 20. 4. 2016

AMD-SID - Standard italiani per la cura del diabete mellito 2016

AMD-SID - Standard italiani per la cura del diabete mellito 2016

E utile ricordare che gli algoritmi attualmente disponibili per il calcolo del rischio cardiovascolare non siano ottimali Nel 2004 sono state proposte dall Istituto Superiore di Sanità le carte del rischio cardiovascolare basate su 17 studi di coorte effettuati nel nostro paese dagli anni 80 del secolo scorso (www.cuore.iss.it). Queste carte, pur essendo state disegnate sulla popolazione italiana, continuano a considerare il diabete come una variabile dicotomica (presenza/assenza), senza considerare la durata di malattia e il grado di compenso metabolico: non rappresentano, pertanto, ancora lo strumento ottimale per il calcolo del rischio cardiovascolare nella popolazione diabetica italiana Nel 2001 i ricercatori del UKPDS hanno formulato un algoritmo nel quale vengono presi in considerazione sia la durata di malattia sia il valore di HbA1c (UKPDS RISK ENGINE) (www.dtv.ox.ac.uk/index.php?maindoc =/riskengine/). Le linee-guida dell IDF (16), sulla base delle considerazioni sopra esposte, considerano questo algoritmo come il più idoneo per la popolazione diabetica. L UKPDS Engine recentemente è stato validato anche in una popolazione di diabetici italiani (20). Pagano E, Gray A, et al. Prediction of mortality and macrovascular complications in type 2 diabetes: validation of the UKPDS outcomes Model in the Casale Monferrato Survey, Italy. Diabetologia 2013;56:1726-1734

CARDIOVASCULAR OUTCOME TRIAL DI EFFICACIA Studio risultati p UKPDS rischio di IMA - 15 % 0.014 F-UP 20 aa e MORTE TOT - 15 % 0.007 ACCORD ADVANCE Interrotto per aumento della mortalità tot + 22 % e CV + 35 % nel braccio intensivo 0.032 non efficacia, riduzione solo del 6 % dell endpoint VADT - 17 % endpoint primario ( morte, infarto, SC ) F-UP 9.8 aa PRO-active ( con Pioglitazone ) - 28 % rischio IMA, - 37 % rischio SCA, - 40 % rischio ictus

CARDIOVASCULAR OUTCOME TRIAL DI SICUREZZA Studi con inibitori della dipeptidil peptidasi 4 vs placebo ( TECOS, SAVOR-TIMI 53 ed EXAMINE ): endpoint primario Studio % MACE HR IC 95% p TECOS Sitagliptin: 11.4%, plac: 11.6% 0.98 0.88-1.00 <0.001 F-up 3 SAVOR-TIMI 53 Saxagliptin: 7.3%, plac: 7.2% 1.00 0.89-1.12 <0.001 F-up 2.1 EXAMINE Alogliptin: 11.3%, plac: 11.8% 0.96 1.16c <0.001 F-up 1.5 HR, hazard ratio; IC, intervallo di confidenza; MACE, eventi cardiaci avversi maggiori a) endpoint primario: MACE-4 (morte CV, infarto non fatale, ictus non fatale, ospedalizzazione per angina instabile). b) endpoint primario: MACE-3 (morte CV, infarto non fatale, ictus non fatale). c) limite superiore dell IC unilaterale ripetuto.

CARDIOVASCULAR OUTCOME TRIAL DI SICUREZZA Trial agonisti recettoriali del glucagon-like peptide-1 vs plac ( ELIXA, LEADER e SUSTAIN-6 ): endpoint primario Studio % MACE HR IC 95% p ELIXA Lixisenatide: 13.4%, plac: 13.2% 1.02 0.89-1.17 < 0.00 F-UP 3.3 d) NS LEADER Liraglutide: 13.0%, plac: 14.9% 0.87 0.78-0.97 < 0.001 F-UP 3.8 d) 0.01 SUSTAIN-6 Semaglutide: 6.6%, plac: 8.9% 0.74 0.58-0.95 < 0.001 F-UP 2.8 d) 0.02 HR, hazard ratio; IC, intervallo di confidenza; MACE, eventi cardiaci avversi maggiori. a ) endpoint primario: MACE-4 (morte CV, infarto non fatale, ictus non fatale, ospedalizzazione per angina instabile). b ) endpoint primario: MACE-3 (morte CV, infarto non fatale, ictus non fatale). c ) significatività statistica per non inferiorità d ) per superiorità

Lo studio EMPA-REG OUTCOME ha valutato gli effetti del trattamento con Empagliflozin rispetto al placebo sugli eventi cardiovascolari in pazienti con DM2 ad alto rischio cardiovascolare. Un totale di 7020 pazienti sono stati randomizzati a ricevere Empagliflozin 10 o 25 mg/die o placebo in aggiunta alla preesistente terapia ipoglicemizzante.

Molteplici meccanismi non ancora completamente identificati potrebbero avere concorso al raggiungimento di questo rilevante risultato: a riduzione della stiffness arteriosa del consumo di ossigeno da parte del miocardio, la riduzione dell albuminuria dei livelli plasmatici di acido urico, la diminuzione della pressione arteriosa, del peso corporeo e dell adiposità viscerale sono noti effetti della terapia con Empagliflozin che potrebbero concorrere a ridurre il rischio cardiovascolare nei pazienti affetti da DM2.

ANALISI DI SUPERIORITA Endpoint : Morte per causa CV, Infarto, Ictus Studio con Empaglifozin rischio 14 % Liraglutide rischio 13 % Semaglutide rischio 26 %

G Ital Cardiol 2016;17(7-8):529-569

È evidente un chiaro effetto positivo del trattamento intensivo della glicemia sulle complicanze CV nei diabetici giovani, con breve durata del diabete, no precedenti CV, prima di alterazioni vascolari croniche per cattivo controllo della glicemia (memoria metabolica ) Effetti di prevenzione CV più evidenti nei diabetici si realizzano se il controllo intensivo della glicemia si accompagna ad efficace controllo di altri fattori di rischio CV presenti (PA ed Ipercolesterolemia) G Ital Cardiol 2016;17(7-8):529-569

..Considerando la molteplicità dei fattori di rischio cardiovascolare presenti nel diabete e le loro interazioni, è importante sottolineare che i risultati più importanti, in termini di riduzione della mortalità totale, della mortalità cardiovascolare e degli eventi cardiovascolari (oltre il 50%) si sono ottenuti con un intervento intensivo teso all ottimizzazione di tutti i fattori di rischio cardiovascolare.solo un approccio globale alla malattia, non limitato al controllo glicemico, ma esteso alle diverse componenti del rischio cardiovascolare, può consentirci di ridurre in maniera clinicamente significativa l impatto delle complicanze macroangiopatiche sulla mortalità e morbilità del diabete

Nei diabetici con malattia CV è indicato trattamento con Aspirina e Statina e considerare ACE inibitore o ARB per ridurre il rischio di eventi cardiovascolari. Se precedente infarto del miocardio il trattamento con Beta bloccanti andrebbe continuato per almeno 2 anni (Livello della prova I, Forza della raccomandazione A) Nei pazienti con pregressi eventi CV maggiori non sufficientemente controllati con Metformina, o con intolleranza o controindicazioni alla stessa, gli inibitori SGLT-2 dovrebbero essere considerati farmaci di prima scelta (Livello della prova II Forza della raccomandazione B)

L uso di sulfaniluree si associa a un aumento del rischio di eventi cardiovascolari maggiori e di mortalità cardiovascolare e/o per tutte le cause. Tali effetti avversi sono più evidenti per glibenclamide. La glibenclamide non è quindi raccomandata per il trattamento delle persone con diabete. (Livello della prova III, Forza della raccomandazione B) Nei diabetici classe funzionale NYHA 1 il rischio di scompenso cardiaco, secondario a ritenzione idrica, controindica l uso dei Tiazolidinedioni (Pioglitazone) nei paz con o a rischio per insufficienza cardiaca (Livello della prova II, Forza della raccomandazione A Nei pazienti con diabete di tipo 2 con insufficienza cardiaca congestizia stabile la Metformina può essere utilizzata se la funzione renale è normale, ma dovrebbe essere evitata nei pazienti instabili o ospedalizzati con insufficienza cardiaca congestizia. (Livello della prova III, Forza della raccomandazione B)

Vi è ampio dibattito sul target di HbA1c per la prevenzione CV Se uno stretto controllo della glicemia ( HbA1c <6.5-7% ) è auspicabile in giovani, con breve storia di diabete, senza importanti comorbilità, in assenza di precedenti CV, in determinati contesti psico-socio-economici, può essere pericoloso in anziani, con pluripatologie, lunga storia di diabete ( trial UKPDS, ACCORD, ADVANCE, VADT, diabetici di vecchia data ; 40 % in prevenzione secondaria ) G Ital Cardiol 2016;17(7-8):52 9-569

Adattata da Ismail-Be Ann.I.Med. 2011 Basso Moderato Alto 40 45 50 55 60 65 70 75 80 0 5 10 15 20 Nessuna Poche o lievi Multiple e severe Malattia CV Nessuna Microvascolari Macrovascolari

endpoint combinato IMA e ictus

Le malattie CV sono la causa principale di mortalità e morbilità nei diabetici con aumento dei costi diretti e indiretti ; Solo un approccio globale, non limitato al controllo glicemico, ma esteso al rischio CV, può consentirci di ridurre significativamente l impatto delle complicanze macroangiopatiche su mortalità e morbilità ; Un intervento intensivo, multifattoriale teso all ottimizzazione dei fattori di rischio CV deve essere implementato nei pazienti con DM2 ; Ancor più che in passato, cardiologi e diabetologi debbono trovare un linguaggio comune ( LLGG, Documenti di Consenso ) e fare un grande sforzo di condivisione degli algoritmi diagnostici e terapeutici, rendendo queste specialità molto più integrate a tutto beneficio dell organizzazione e del paziente ;

Diabete ed ottimizzazione di tutti i fattori di rischio cardiovascolare: terapia antiaggregante La terapia antiaggregante con acido acetilsalicilico non è raccomandata nei pazienti diabetici senza complicanze cardiovascolari o danno d organo (soggetti a basso rischio), ma dovrebbe essere personalizzata nei pazienti ad alto rischio. Il clopidogrel è una valida alternativa in caso di intolleranza all acido acetilsalicilico e nei pazienti con arteriopatia obliterante cronica sintomatica (raccomandazione basata su un singolo trial). La combinazione acido acetilsalicilico-clopidogrel è indicata in caso di rivascolarizzazione coronarica e nella sindrome coronarica acuta per 1 anno nei casi a basso rischio emorragico. Una raccomandazione simile è riportata nelle recenti linee guida ADA. G Ital Cardiol 2016;17(7-8):529-569

Altri farmaci per la cardiopatia ischemica stabile nel diabetico