Le dinamiche competitive del settore vitivinicolo Borsa Italiana Spa Research & Development, Economic Research Distribuita in occasione dell evento Finanza e vino Palazzo Mezzanotte, Congress & Training Centre
I dati relativi alla produzione italiana di vino Secondo produttore mondiale con una quota del 16,7% (anno 2002) 8,5 miliardi di euro di fatturato previsti nel 2002, in crescita dell 8% rispetto al 2001 Riduzione delle quantità prodotte, scese al livello più basso degli ultimi 30 anni (44,6 milioni di ettolitri) circa 768 mila aziende nel 2001, il 35% in meno rispetto al 1991 Superficie vitata scesa da 1 milione di ettari nel 1990 a 830 mila ettari nel 2001, con una riduzione del 18% Quota sulla produzione mondiale scesa in quantità dal 23,6% del 1992 al 16,7% del 2002 Fonte: Fao, Istat, Mediobanca 2
L interscambio italiano con l estero Insieme alla Francia, maggiore esportatore mondiale per quantità (anno 2001) sono esportati 1.500 milioni di tonnellate di vino viene esportato il 29,4% della produzione nazionale (in quantità) Surplus commerciale di 2.500 milioni di euro nel 2002 (800 milioni all inizio degli anni Novanta), il più elevato nell intero comparto dell agroalimentare Export pari a circa 2.800 milioni di euro nel 2002 (solo 900 milioni a inizio anni Novanta, con una crescita di oltre 3 volte) Quota sull export mondiale scesa dal 29,5% del 1991 al 24,4% del 2001 Fonte: Fao, Istat, Mediobanca 3
Il secondo maggiore settore per contributo all export all interno dell industria alimentare Export dei principali comparti dell industria dei prodotti alimentari, bevande e tabacco (in ML euro, anno 2002) 0 1 000 2 000 3 000 4 000 5 000 Carni e prodotti a base di carne Carni e prodotti a base di carne Pesci conservati e trasformati e prodotti a base di pesce Pesci conservati e trasformati e prodotti a base di pesce Preparati e conserve di frutta e di ortaggi Preparati e conserve di frutta e di ortaggi Oli e grassi vegetali e animali Oli e grassi vegetali e animali Prodotti lattiero-caseari e gelati Prodotti lattiero-caseari e gelati Prodotti della macinazione, amidi e fecole Prodotti della macinazione, amidi e fecole Alimenti per animali Alimenti per animali Altri prodotti alimentari Altri prodotti alimentari Bevande Bevande 1 443 303 1 997 1 066 1 213 709 188 4 005 3 855 Vini di uve (compreso all interno Vini di uve del comparto bevande ) 2 760 Fonte: Istat 4
Quali macro-evoluzioni a livello globale? Diminuzione delle quantità prodotte e delle superfici coltivate, ma perdura un eccesso di offerta Consumi pro-capite in discesa nei principali Paesi produttori, in crescita nel Regno Unito e nei Paesi emergenti Spostamento dei consumi su prodotti di maggiore qualità Crescente interscambio commerciale Rapida affermazione dei produttori del New World Avvio di processi di concentrazione aziendale 5
La produzione mondiale di vino. Europa in testa... Progressiva riduzione delle quantità prodotte e delle aree coltivate Eccesso di offerta (240 ML di ettolitri prodotti, 200 consumati) Posizione ancora dominante dell Europa Occidentale rispetto alle altre macro-aree geografiche Superficie coltivata (MGL ettari) 10 000 9 000 Quantità prodotte (MGL tonn.) 43 000 38 000 Quote su quantità prodotte, anno 2002 Oceania 5.0% Sud America 8.5% Est Europa 6.3% Africa 3.4% Asia 6.4% 8 000 7 000 33 000 28 000 Nord e centro Amercia 10.4% 6 000 23 000 5 000 1961 1971 1981 1991 2001 18 000 Europa Occ. 60.0% Fonte: Elaborazioni Borsa Italiana su dati Fao 6
ma emergono nuovi concorrenti Pur rimanendo area dominante, l Europa (anche per l impossibilità di accrescere le superfici coltivate) mostra una notevole diminuzione delle quote a fronte della forte crescita di Nord America e Oceania (in particolare Usa e Australia) Africa Asia Variazione quote produttive (in quantità) per macroaree, periodo 1992-2002 Europa Occidentale Centro e Nord America Oceania Sud America 0.2% 2.4% -9.2% 4.1% 3.2% 0.7% Europa Orientale -0.5% Quote produttive (in quantità) dei principali Paesi, confronto 1992-2002 24.4% 25.2% 5.2% 11.6% 23.6% 9.5% 12.9% 16.7% 22.3% 19.4% 1.6% 4.6% 4.9% 4.5% 1992 2002 Argentina Australia Cile Francia Italia Portogallo Sud Africa Spagna USA Altri Paesi Fonte: Elaborazioni Borsa Italiana su dati Fao 7
L evoluzione della domanda: consumi in calo... Consumo in calo (a eccezione di Paesi emergenti e Regno Unito) evoluzione degli stili di vita verso contenuti più salutistici riduzione delle occasioni di consumo invecchiamento della popolazione 250 200 150 100 Consumo mondiale di vino, pro capite (1965=100) Consumo di vino in Italia, pro capite (litri per persona) 150 120 90 60 30 50 1965 1975 1985 1995 0 1976 1981 1986 1991 1996 2001 In Francia il consumo pro capite è di circa 34 litri, contro 43 di 10 anni fa Fonte: Assobirra Osservatorio permanente giovani e alcool 2002 ed elaborazioni Borsa Italiana su dati Fao 8
e spostamento su consumi di qualità più elevata valorizzazione del contenuto edonistico del prodotto riscoperta dei valori tradizionali, culturali e gastronomici del vino rivalutazione degli effetti positivi per la salute crescita del consumo extradomestico Tassi di crescita (in quantità) per tipologia di prodotto e area geografica di produzione (CAGR 1995-2000) Tassi di crescita (in quantità) per price position (CAGR 1998-2000) Non branded wines -0.1% 0.2% Low price Medium price -1.0% 4.7% Branded wines 6.8% 11.9% Premium price 11.7% "Old World" "New World" Fonte: Allied Domecq 9
Il crescente interscambio commerciale ha portato alla ribalta nuovi competitors Le esportazioni di vino a livello mondiale (in MGL tonn.) Export Quota export su produzione 7000 35% Variazioni quote nel periodo 1991-2001 (quote su export espresso in quantità) Africa 1.8% 6000 30% Asia -0.3% 5000 25% Europa Occidentale -14.8% 4000 20% Centro e Nord America 1.9% 3000 2000 15% 10% Oceania 4.7% 1000 5% Sud America 6.6% 0 1961 1965 1969 1973 1977 1981 1985 1989 1993 1997 2001 0% Europa Orientale -1.8% Dinamiche particolarmente positive dell export hanno caratterizzato Cile, Argentina, Australia e Stati Uniti Fonte: Elaborazioni Borsa Italiana su dati Fao 10
La riduzione delle quote di export dei produttori tradizionali Quote di export dei maggiori Paesi mondiali (in valore) Quote di export dei maggiori Paesi mondiali (in quantità) 100% 100% 90% 80% 70% 60% 11.8% 11.7% 4.1% 8.7% 9.0% 5.3% 3.4% 18.0% 18.1% 90% 80% 70% 60% 16.9% 15.1% 2.5% 15.2% 3.8% 4.3% 13.9% 2.4% Altri Paesi USA Spagna Sud Africa 50% 40% 50% 40% 29.5% 24.4% Portogallo Italia 30% 20% 10% 51.1% 37.8% 5.1% 30% 20% 10% 28.2% 23.3% 7.3% Francia Cile Australia 0% 7.9% 0% 5.6% 1.4% Argentina 1991 2001 1991 2001 Fonte: Elaborazioni Borsa Italiana su dati Fao 11
Le quote di mercato nei principali mercati di destinazione (1987-2003E, in quantità) L Australia ha raggiunto la Francia nel Regno Unito e si sta progressivamente avvicinando negli USA (dove è già in seconda posizione) alla leadership italiana 50% 45% USA 50% 45% UK 40% 40% 35% 35% 30% 30% 25% 25% 20% 20% 15% 15% 10% 10% 5% 5% 0% Italia Francia Cile Australia Spagna 0% Italia Francia Cile Australia Germania 1987 1990 1993 1996 1999 2001 2003E 1987 1990 1993 1996 1999 2001 2003E Fonte: Elaborazioni Citigroup su dati Adams Wine Handbook 12
Interscambio con l estero e qualità dei prodotti La grande crescita del vino italiano all estero e il mantenimento delle quote in valore è stata sospinta dall export di produzioni di qualità Import, export e saldo (in ML euro) Crescita % media annua nel periodo 1990-2002 (su dati in quantità) 3 000 2 500 2 000 1 500 Doc-Docg Da tavola Totale 8.1% 5.6% -6.6% 1 000 Crescita % nel periodo 1990-2002 (su dati in quantità) 500 Doc-Docg 175.3% 0 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 Da tavola 103.3% Import Export Saldo Totale 129.5% Fonte: Elaborazioni Borsa Italiana su dati Istat 13
Le tendenze da affrontare: la distribuzione Riscoperta del vino (anche di qualità) da parte della Gdo Scarsa presenza all estero della distribuzione diretta Quote su valore complessivo vendite in Italia, anno 2002 I canali distributivi del vino italiano all estero 8.4% 15.9% Altri canali 5.4% 10.2% 17.1% 58.5% Intermediario importatore Rete propria 15.3% 8.8% 79.3% 81.0% Iper e super Enoteche Discount Lib. servizio Grandi vini Totale produzione Fonte: AC Nielsen, Mediobanca Focus sulle principali società vinicole italiane 14
La struttura produttiva Sostanziale frammentazione delle unità produttive, dovute alle basse economie di scala esistenti Avvio di processi di concentrazione legati all esistenza di economie di scala nelle funzioni commerciali e distributive Ingresso nel settore di players in settori limitrofi (alcoolici), che trovano nel settore del vino opportunità di diversificazione dell offerta su prodotti ad alto valore aggiunto Differenze geografiche nelle strutture dimensionali delle imprese e nei livelli di produttività, differenti in funzione delle tipologie di produzioni e dei livelli di modernità degli impianti utilizzati 100% 90% 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% Vino I livelli di concentrazione nel settore beverage nel mondo Spirits Birra Soft Drinks Fonte: International Wine Investment Fund 15
Le caratteristiche della produzione Le rese produttive nelle varie aree sono diverse non solo per le differenti tipologie di produzioni e condizioni climatiche, ma anche a causa dei livelli tecnologici dei sistemi di produzione adottati Maggiore efficienza si registra in modo particolare in Australia e negli Stati Uniti Rese produttive medie nel periodo 1992-2001 (tonn. per ettaro) Africa Asia Europa Orientale 2.86 Europa Occidentale Centro e Nord America Sud America Oceania 2.86 0.85 4.84 5.85 5.44 8.52 Le maggiori rese per ettaro, a parità di resa per pianta e di qualità delle produzioni, abbattono fortemente i costi di produzione garantendo maggiori livelli di efficienza (anche se con diversi impieghi di capitale investito) Fonte: Elaborazioni su dati Fao 16
La tendenza alla concentrazione: la crescita dell attività di fusioni e acquisizioni L elevato livello di frammentazione dell industry a livello mondiale, anche se destinato a permanere, inizia a generare fenomeni di M&A Cessione del portafoglio vini del gruppo Seagram a Diageo e Pernod Ricard, che hanno poi provveduto a riallocare le attività ritenute non strategiche a terzi Crescita della divisione vini di grandi aziende beverage (Allied Domecq e Foster s) Attenzione dei grandi gruppi americani (acquisizione di Brl Hardy da parte di Constellation Brands), inglesi (Allied Domecq), francesi (Lvmh), spagnoli (Freixnet) e canadesi (Vincor International) alla crescita di realtà dei Paesi emergenti, in particolare Australia, Nuova Zelanda, Cile e Argentina Crescita degli investimenti da parte del mondo finanziario 17
Motivazioni alle operazioni di acquisizione, joint venture e accordi commerciali Riorganizzazione/ampliamento del portafoglio prodotti acquisizione dei marchi Mumm e Perrier Jouet da parte di Allied Domecq dal gruppo texano Hicks, Muse, Tate & Frust Sinergie produttive joint venture al 50% tra Robert Mondavi e Southcorp per produrre e commercializzare due linee di vini (1 in Usa e 1 in Australia) nei segmenti premium e super premium Sinergie distributive accordo tra Sogrape e Pernod Ricard, che diventa unico distributore al mondo dei vini della società portoghese Ricerca di modalità di ingresso su nuovi mercati accordo tra E & J Gallo Winery e Suntory Ltd per la distribuzione dei vini della società americana in Giappone Fonte: Ismea Assetti e nuove tendenze dell industria del vino in Italia e nel mondo 18
La dimensione dei maggiori produttori mondiali 4500 4000 3500 >1 000 ML euro 5 aziende Fatturato delle maggiori imprese mondiali attive nel settore della produzione di vino (in milioni di euro, anno 2002) 3000 Fatturato 2500 2000 1500 1000 1 000-500 ML euro 7 aziende <500 ML euro 4 aziende 500 Capitalizzazione 0 Allied Domecq* Pernod Ricard* Brown Forman* LVMH Beringer B. Wine E. Constellation Brands Lion Nathan* Southcorp Distell* Gruppo Freixenet Brl Hardy Mondavi Vincor Inter. Concha y Toro Laurent Perrier JeanJean 6.117 5.758 2.077 27.975.. 1.749 2.138 1.395 321.... 294 451 598 178 26 Fonte: Elaborazioni su dati Bloomberg, Datastream, Ismea * Per queste imprese è compresa nel fatturato anche la quota proveniente da altri settori 19
Dimensione aziendale e livelli di concentrazione delle quote di mercato Grazie alle notevoli dimensioni aziendali raggiunte dalle maggiori imprese del settore, i livelli di concentrazione nei Paesi emergenti sono più elevati rispetto a quelli dei tradizionali Paesi produttori Quota di mercato dei primi cinque produttori nei principali Paesi Nuova Zelanda Usa Australia Argentina Cile 50% 47% 73% 68% 80% Francia (champagne escluso) Spagna Italia 5% 10% 13% Un azienda vinicola australiana possiede in media 111 ettari di terreno coltivabile, in Francia meno di 6, in Italia circa 0,9 Fonte: IlSole24Ore 20
La dimensione dei maggiori produttori italiani 250 250-110 ML euro 4 aziende Fatturato delle maggiori imprese italiane (in milioni di euro, anno 2002) 200 Fatturato 150 100 110-70 ML euro 9 aziende 50-70 ML euro 4 aziende 50 0 Giv Cavit Caviro Campari Giordano Fratelli Gancia Marchesi Antinori Illva di Saronno* Mezzacorona Fratelli Martini Zonin Barbero 1891* Gruppo Ruffino Coltiva Cantine Riunite Castello Banfi Cantina di Soave Scarl Le prime 4 imprese coprono una quota di mercato intorno al 20% nel segmento dei vini da pasto e al 4% in quello dei vini fini e Doc/Docg Fonte: Ismea Assetti e nuove tendenze dell industria del vino in Italia e nel mondo * Per queste imprese è compresa nel fatturato anche la quota proveniente da altri settori 21
Gli investimenti diretti italiani all estero La piccola dimensione delle imprese italiane ha reso molto rari gli investimenti diretti all estero, rivolti soprattutto agli Stati Uniti e all Europa Orientale nel 1976 Zonin ha acquistato la tenuta di Barboursville Vineyards in Virginia (82 ettari) nel 1985 Marchesi Antinori ha acquisito la cantina californiana Atlas Peak Vineyards (200 ettari) e creato collaborazioni e joint ventures in Ungheria (nel 1991, con la società Baatapati), Malta (1993) e nello stato di Washington (1999, con il gruppo Stimson) nel 1997 Fantinel ha acquistato vigneti a Cuba in joint venture con l ente agricolo del Governo cubano nel 1999 Masi ha costituito una joint venture con Norton (Argentina), per produrre vino argentino su un area di 75 ettari nel 1999 Calatrasi è approdata in Tunisia (480 ettari in locazione) Fonte: Ismea Assetti e nuove tendenze dell industria del vino in Italia e nel mondo 22
Le strategie dei concorrenti esteri Al contrario molti gruppi esteri, anche di media dimensione, hanno diversificato la produzione all estero, specie nei Paesi a maggiore potenzialità di crescita Michel Laroche (Francia, 31 milioni di euro di fatturato) ha siglato una joint venture con Jorge Coderch, uno dei maggiori produttori cileni Sogrape (Portogallo) ha acquistato un impresa argentina (Finca Flinchman) dotata di oltre 400 ettari vitati il gruppo Freixenet (Spagna) ha delocalizzato parte della propria produzione in Messico, Argentina e Australia (acquisendo il 60% di Wiangara Wine Group) Fonte: Ismea Assetti e nuove tendenze dell industria del vino in Italia e nel mondo 23
L investimento diretto estero in Italia La struttura dimensionale e proprietaria delle imprese italiane ha inoltre frenato l insediamento diretto in Italia di società estere nel 1992 Bacardi acquisisce Martini & Rossi nel 1994 Banca Akros cede a Kendall Jackson (Usa) Villa Arceno, azienda situata in Toscana nel 1995 Robert Mondavi (Usa) sigla una joint venture con Frescobaldi e acquisisce, tra gli altri, l Ornellaia (nel 2002) nel 2000 Beringer Blass Wine Estates (Austria) acquisisce Castello di Gabbiano nel 2000 Brown Forman Corporation (Usa) acquisisce Fratelli Bolla Spa nel 2001 Domaines Barons de Rotschlid-Lafite (Francia) acquisisce (in jv) con Castellare di Castellina il 10% di Rocca di Frassinello Fonte: Ismea Assetti e nuove tendenze dell industria del vino in Italia e nel mondo 24
Le possibili risposte (1): il miglioramento qualitativo dell offerta Incrementare la qualità della materia prima Migliorare le tecnologie di produzione, favorendo la meccanizzazione nelle fasi a monte e la diffusione dell innovazione tecnologica nelle fasi di trasformazione (come successo in California e Australia) Migliorare e standardizzare le caratteristiche organolettiche del prodotto Ribilanciamento della struttura dell offerta, ancora troppo spostata su produzioni di tipo comune (37% vini da tavola, 41% Igt, solo 22% Doc/Docg) 25
Le possibili risposte (2): l innovazione di prodotto Sperimentazione di nuovi vini Selezione di vitigni di elevata qualità Utilizzo di nuove tecniche di vinificazione Miglioramento del packaging 26
La necessità di un chiaro posizionamento competitivo Return on net assets 15% 10% 5% Scale economies Premium wines Stuck in the middle 3$ 5$ 7$ 10$ Retail price I posizionamenti competitivi in grado di generare un maggiore ritorno degli assets investiti si trovano agli estremi del posizionamento per qualità del prodotto, da cui la necessità di una chiara scelta strategica, con conseguenti decisioni di investimento Fonte: elaborazioni Borsa Italiana su Goldman Sachs, 2002 27
Le possibili risposte (3): l organizzazione della filiera Incrementare il livello di integrazione verticale per le società che operano nelle fasi a monte (specie tra trasformazione e confezionamento), al fine di valorizzare materia prima e brand Ridurre la frammentazione nelle fasi di trasformazione, nonostante la dimensione ottima minima degli impianti di trasformazione sia ridotta Razionalizzazione della gamma produttiva esistente, oggi ancora troppo complessa per il consumatore finale Rafforzamento delle strategie distributive per valorizzare il ruolo della distribuzione moderna e la presenza all estero Realizzazione di politiche promozionali congiunte 28
le possibili risposte (4): la valorizzazione del rapporto con il mondo finanziario Le caratteristiche dell investimento nel settore vitivinicolo sono peculiari e richiedono un supporto specifico da parte del mondo della finanza, in funzione sia delle esigenze di investimento delle imprese sia delle opportunità che possono essere rese disponibili agli investitori Per le imprese: Lunghi periodi di ritorno dell investimento, specie per le produzioni di pregio Forti investimenti in capitale immobilizzato Per gli investitori: Incertezza sulla qualità del risultato finale, ma possibilità di ritorni elevati nel medio periodo Necessità di competenze specifiche nella scelta dei prodotti 29
Le nuove iniziative del mondo bancario... Negli ultimi anni sono state proposte soluzioni specifiche al credito per le società vitivinicole: Banca Verde: formula Vigneto Italia (finanziamento fino al 100% dell importo necessario per l impianto o il reimpianto di vigneti; l acquisto di attrezzature per la vigna e di nuovi terreni; per l ampliamento delle cantine; per gli adeguamenti strutturali necessari) Banca Popolare di Verona e Novara: servizi a supporto della fase di compravendita di terreni finalizzati alla vinificazione Banca Nuova (Banca Popolare di Vicenza): 5 prodotti specifici (progetto Vigneto Sicilia) per progetti di investimento delle imprese vitivinicole siciliane: ristrutturazione di vigneti; acquisto di attrezzature; anticipi su crediti; stoccaggio, invecchiamento e commercializzazione di prodotti di pregio Selma Bipiemme Leasing (Mediobanca): prodotti specifici per il leasing di vigneti (sia nel caso di acquisto di nuovi vigneti, sia nel caso di cessione di vigneti già posseduti) 30
Nuovi strumenti di investimento, che forniscono flessibilità al finanziamento delle imprese (1) Certificati en primeur (prima emissione da parte di Castellare di Castellina, con un operazione organizzata da Bna-Banca di Roma, distribuita attraverso il canale delle enoteche) Obbligazioni cum warrant Mediobanca nel 1997 e 1998, per conto di Antinori (1997, scadenza 30.9.2002) e Marchesi de Frescobaldi (1998, scadenza 30.9.2004). 2% di interesse annuo + 1 warrant per acquistare lotti a 5 anni di distanza dall annata al prezzo all ingrosso delle bottiglie (ne segue un rendimento pari alla differenza tra prezzo al dettaglio e prezzo all ingrosso, alla scadenza del warrant) Meliorbanca e Caboto nel 1999, per conto di Emprimer. 2% annuo + 1 warrant per l acquisto di lotti di bottiglie di elevata qualità Ubm 2003, per conto di Rocca di Frassinello. 2% annuo + 1 warrant (operazione per complessivi 5 milioni di euro) 31
Nuovi strumenti di investimento, che forniscono flessibilità al finanziamento delle imprese (2) 1996: prime iniziative di futures su produzioni di alta qualità. Prima esperienza da parte di Castello Banfi su lotti di sei bottiglie di Brunello di Montalcino di annate diverse (1995 e 1997), seguita negli anni successivi da emissioni di La Torgata, Fattoria Barbi, Tenimenti Fontanafredda... 32
Nuovi strumenti di investimento, che favoriscono flessibilità per il finanziamento delle imprese (3) I fondi specializzati nell investimento in aziende vitivinicole e nei loro prodotti non si sono ancora sviluppati in Italia, anche se la loro presenza all estero (in particolare in Australia) è numerosa e molti tra essi sono quotati International Wine Investment Fund (Australia, 1989) The First Wine Fund (Australia, 2000) World Wine Fund (Australia, 2002) Orange Wine Fund-Dexia (Olanda, 2001) Redgold Wine Investment-Roger Premier Cru-Societe Generale Fine Wine Fund-Ascot Capital Management 33
I limiti che devono essere superati All investimento in private equity piccola dimensione, che fatica ad attirare manager di alto profilo disponibilità a scorporare le proprietà agricole dal business, per ridurre l investimento necessario e poter generare ritorni soddisfacenti in un arco di 5-6 anni Alla creazione di mercati regolamentati per i prodotti del settore difficoltà di regolamentazione frammentazione eccessiva del mercato scarsa competenza in materia degli intermediari mancanza di prezzi di riferimento Alla quotazione di aziende vitivinicole piccola dimensione delle imprese e volontà di crescere disponibilità all apertura del capitale 34