Crisi ecologica e costruzione sociale della questione ambientale. Esplorazioni teoriche e concettuali di sociologia dell ambiente

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1 Crisi ecologica e costruzione sociale della questione ambientale. Esplorazioni teoriche e concettuali di sociologia dell ambiente Maria Laura Draetta 1

2 L obiettivo di questo volume è di presentare un percorso sintetico di sociologia dell ambiente attraverso alcune esplorazioni teoriche e concettuali tendenti a fare dell ambiente un oggetto di studio pertinente per la sociologia. La sociologia dell ambiente si distingue dagli altri campi disciplinari per fare dell ambiente e della questione ambientale il suo oggetto scientifico, riconoscendo alle variabili ecologiche il valore di determinanti nella spiegazione di alcuni fenomeni sociali (Dunlap, Catton 1979), ma anche e soprattutto concettualizzando il rapporto uomo/natura in quanto fatto sociale (Picon 2002). Quali sono le sue caratteristiche principali e come è venuto costruendosi questo nuovo campo disciplinare che è la sociologia dell ambiente? Quali sono i suoi quadri teorici, i suoi terreni di ricerca e le problematiche che costituiscono il punto di partenza delle sue analisi? Come si definisce il suo oggetto di studio? Il volume si compone di due parti. Nella prima verranno affrontate delle questioni concettuali, relative all ambiente in quanto categoria del senso comune e del sapere scientifico. La seconda parte affronta invece il tema del rapporto tra sociologia e ambiente presentando, in particolare, la sociologia dell ambiente come campo disciplinare emergente. Dopo un primo capitolo introduttivo sul processo di formazione e le principali caratteristiche della sociologia dell ambiente, questa parte presenterà in modo più analitico i percorsi che hanno condotto questa sub-disciplina alla sua forma attuale. 2

3 Indice I. Quale ambiente per lo studio dell ambiente? 1. Una nozione multidimensionale 2. Una categoria di preoccupazioni socio-istituzionali II. La sociologia dell ambiente 1. Un campo disciplinare in formazione 2. Sociologia e Ambiente 3. La negazione e l esclusione dell ambiente naturale dal campo di studio della sociologia classica 4. Quadri teorici della Sociologia dell ambiente 4.1 Lo strutturalismo ecologico 4.2 La struttura analitica della sociologia dell ambiente: il complesso ecologico 4.3 Lo strutturalismo politico-economico 5. Dallo strutturalismo ecologico alle prospettive degli anni Novanta a. Il costruzionismo sociale b. La teoria della modernizzazione ecologica III. Per concludere 3

4 I. Quale ambiente per lo studio dell ambiente? L ambiente fa parte di quelle categorie che, come la «qualità», non rilevano chiaramente né del senso comune, né di una costruzione come oggetto scientifico o politico, ma un pò di tutto contemporaneamente (Deverre 1998 : 12). 1. Una nozione multidimensionale «L ambiente è l insieme, ad un dato momento e in un determinato luogo, degli agenti e delle condizioni fisiche, chimiche e biologiche, suscettibili d avere un effetto diretto o indiretto, immediato o a lungo termine, sugli esseri viventi e le loro attività». 1 «Per "ambiente" deve intendersi il contesto delle risorse naturali e delle stesse opere più significative dell uomo protette dall ordinamento [giuridico] perché la loro conservazione è ritenuta fondamentale per il pieno sviluppo della persona. L ambiente è una nozione, oltre che unitaria, anche generale, comprensiva delle risorse naturali e culturali». 2 Risultato di una costruzione progressiva nell interazione tra il campo del sociale e il campo scientifico, la nozione di ambiente si caratterizza, nell uso corrente come in quello degli esperti, per una vasta polisemia (cfr. Guerrini, Muxart 1989 ; Godard 1992) ed è spesso percepita in modo contraddittorio. Questa polisemia deriva dall etimologia del termine, che non designa una realtà ben specifica ma piuttosto il risultato di uno stato: quello di essere intorno (circondare). In effetti, quando si parla di ambiente si fa riferimento ad una nozione multidimensionale, tipicamente relativa, dipendente dal contesto in cui è utilizzata. Tale nozione porta con sé un certo imbarazzo interpretativo, 1 E questa la Definizione data dal Consiglio Internazionale della lingua francese, che è stata ripresa dal Ministero dell Educazione Nazionale per designare l istruzione degli studenti in materia di ambiente (cfr. B.O.E.N. del 8/9/77, circolare n riguardante l istruzione generale). 2 Secondo una sentenza della Cassazione Penale Italiana (sez III, 10 marzo 1993, n. 513). 4

5 generando spesso confusione e suggerendo ad alcuni la sua inesistenza o una certa inutilità empirica. Alcune sue definizioni teoriche (come quelle su riportate) ci permettono di constatare che il termine ambiente rinvia ad un opposizione dicotomica tra ciò che è fisicamente intorno l ambiente fisico, bio-fisico, o la natura e il contesto economicosociale e culturale, che serve da sfondo alle attività dell attore o dei gruppi sociali. Nel linguaggio «non-sociologico», soprattutto nel senso comune, questo termine è oramai utilizzato quasi esclusivamente in un accezione ecologica, per indicare il contesto bio-fisico all interno o all esterno del quale si realizzano le attività umane. Con o senza l aggettivo naturale, il temine ambiente ha tendenza allora a coincidere con quello di natura, rinviando a dei concetti come quelli di spazio, di paesaggio, di insieme delle specie viventi non-umane. Questa concezione ecologica è comune ugualmente in numerosi ambiti scientifici, soprattutto non-sociali, dove il l ambiente non è niente altro che una nuova denominazione per un oggetto di studi che non è nuovo e che è specifico delle scienze naturali (Godard 1992 : 342). Gli sviluppi storici della sociologia hanno condotto la maggior parte dei sociologi ad utilizzare il termine ambiente con un significato differente, facendo riferimento piuttosto all ambiente sociale. In sociologia, l ambiente è considerato come costituito da un insieme di condizioni e di fattori che rilevano del sociale e del culturale (Dunlap, Catton 1979 : 245) e che caratterizzano la vita degli individui, le loro interazioni e il funzionamento dei sistemi sociali. In questa ottica, se ci si rapporta ad un sistema sociale, l ambiente designa un insieme di aspetti tipicamente socioculturali esterni a suddetto sistema, che sono contemporaneamente fattori di funzionamento di quest ultimo e funzione dell attività antropica. Questa assimilazione della categoria di ambiente a quella di ambiente sociale deriva dalla volontà della mainstream sociology d andare al di là della visione positivista e di considerare i soli fattori socioculturali come pertinenti nella determinazione dei comportamenti sociali. La sociologia dell ambiente, nel suo specifico, va nel senso opposto. Il termine ambiente è diventato, nel linguaggio di diversi sociologi ambientali, contrazione 5

6 sinonimica di ambiente naturale (Milanaccio 1990). E vero infatti che, fin dall inizio, la sociologia ambientale ha definito il suo ambiente come un ambiente esclusivamente bio-fisico, rifiutando ogni approccio dell ambiente sociale, con l obiettivo di distinguersi dalla sociologia corrente. Per questa ragione, la sociologia ambientale sul modello delle altre discipline scientifiche non-sociali - ha sempre impiegato il termine ambiente nel suo significato fisico, rivendicando per sé il compito di studiare le variabili ambientali come possibili determinanti di taluni comportamenti o fenomeni sociali 3. Per questo filone sociologico, l ambiente è dunque ciò che non è umano, che non fa riferimento né alla cultura, né alla società, né alla psicologia degli individui. Gli elementi che costituiscono il campo ambientale sono degli elementi bio-fisici, nonumani, sia naturali (l aria, l acqua, gli animali, le piante ) che non-naturali. Questi ultimi non sono totalmente indipendenti dall intervento antropico, potendo pure esserne il risultato (per esempio: i paesaggi modificati, i laghi artificiali, i campi coltivati, l aria e l acqua degradate dalle attività umane, ma anche le abitazioni, gli edifici, i sistemi territoriali di comunicazione) 4. Un esame della letteratura sociologico-ambientale permette di ritrovare, all interno dei diversi scritti, il riferimento a tre sorte di categorie ambientali, individuando: un ambiente naturale, un ambiente modificato e un ambiente costruito. Queste tre categorie sono tutte riconducibili all ordine del biofisico, ma si distinguono per essere caratterizzate rispettivamente da un livello via via più importante di antropizzazione. Raimondo Strassoldo, nel suo saggio di introduzione all ecologia umana (1977), riassume queste tre posizioni intravedendo la possibilità di concettualizzare l ambiente come l insieme degli elementi bio-fisici (che siano naturali o costruiti) del sistema sociale. Egli include in questa concettualizzazione lo spazio e il territorio 5. Nella prospettiva di Strassoldo, questi elementi naturali e artificiali che 3 Tra l altro, la prima questione teorica che i sociologi dell ambiente hanno dovuto affrontare è stata quella della moltitudine di significati che caratterizza la nozione di ambiente, nonché dell ambiguità degli usi che sono fatti di questa nozione (Mela, Belloni, Davico 1998). 4 Per saperne di più sul modo in cui la sociologia ambientale affronta l ambiente e le sue questioni, vedi R.E. Dunlap, W.R. Catton, «What Environmental Sociologists have in Common (whether Concerned with Built or Natural Environments)», Sociological Inquiry, vol. 53, n. 2-3, 1983, pp Lo spazio è definito da Strassoldo come un concetto astratto, che fa riferimento non a degli elementi materiali ma piuttosto ad una serie di rapporti tra soggetti, oggetti, tra soggetto/i e oggetto/i (come i rapporti di distanza-allontanamento, di densità, di forma, di dimensione ). Il territorio, al contrario, è 6

7 costituiscono la dimensione ambiente rispetto all uomo, possono essere considerati non solo come lo sfondo delle attività umane ma anche come risorse e vincoli di queste attività. Essi acquistano così un ruolo attivo nelle azioni e nelle relazioni umane. Un interpretazione ulteriore della nozione di ambiente, che ingloba le diverse dimensioni individuate fino ad ora, è quella in cui il termine rinvia a tutto ciò che è esterno a un sistema. Questa interpretazione è ispirata da approcci di tipo sistemico in cui l ambiente è pensato come un sistema globale, costituito dall intreccio di una serie di sottosistemi in opposizione reciproca che costituiscono i presupposti e le determinanti dell interazione sociale. In questo registro, Edgar Morin (1980) è il promotore di una «ecologia generalizzata», fondata sul postulato della reciprocità delle relazioni natura/società. Egli considera l ecosistema come una vera e propria organizzazione e non come un semplice serbatoio di energia per i sistemi umani. La sua percezione della relazione uomo/ambiente rinvia ad un idea di equilibrio tra mondo naturale e mondo sociale. In questo equilibrio, Morin riconosce alla natura un potere di interazione 6 e ci invita a non sottovalutare l effetto di retroazione che il suo asservimento da parte dell uomo produce sull uomo stesso (il proprio asservimento). Con questa prospettiva, Morin pensa l ambiente come una organizzazione complessa che può essere capita soltanto attraverso la fusione delle sue componenti, quella naturale e quella culturale 7. Sempre in un ottica sistemica, Alfredo Mela, Maria Carmen Belloni e Luca Davico, nel loro manuale di sociologia dell ambiente (1998), si distaccano dalla prospettiva dominante nel loro campo disciplinare. Costruiscono una teoria dell interazione sociale nella quale l ambiente è definito come un sistema globale che determina l azione sociale. Nel loro modello esplicativo, l interazione si sviluppa all interno di uno spazio ambiente costituito da diverse dimensioni che appartengono allo stesso tempo al dominio del naturale e a quello del socio-culturale e sono definito come facente riferimento allo spazio materiale nel quale e grazie al quale il sistema vive e si nutre (Strassoldo 1977). 6 Anche se considera l autonomia come una realtà ontologica fondamentale della vita umana. 7 Questa concezione è riassunta nella nozione ben nota di errore matematico : «L uomo è allo stesso tempo 100% natura e 100% cultura». Attraverso questa nozione, Morin presenta la necessità di integrare la visione e lo studio delle società umane con la visione e lo studio degli ecosistemi (cfr. Morin 1980). 7

8 fortemente interconnesse le une con le altre. Queste dimensioni, distinte sulla base di due criteri fondamentali la distinzione naturale/culturale e la gradualità dimensionale dei livelli di realtà della natura costituiscono, secondo questi autori, le determinanti e i presupposti dell interazione sociale 8. Il termine ambiente suscita dunque diverse immagini, secondo il contesto in cui è utilizzato. La maggior parte delle definizioni su riportate confluisce nondimeno su di una interpretazione di ambiente in quanto spazio materiale o immateriale - in cui vive l uomo (i francesi utilizzano a questo proposito il termine generico milieu), e tendono a prendere in conto i fattori capaci di influenzare questo milieu (Boullet 1999 : 20). Per sintetizzare, l uso del termine rinvia generalmente a due opposizioni dicotomiche fondamentali: una prima opposizione è quella tra una dimensione naturale e una dimensione costruita, la prima facente riferimento ad un sistema biofisico dal quale l uomo resta escluso, la seconda riferendosi allo spazio fisico costruito (questa seconda dimensione ci rinvia al territorio abitato, all insieme dei luoghi della vita quotidiana dei soggetti, compresi gli spazi fortemente antropizzati come gli ambienti urbani e metropolitani). La seconda dicotomia oppone invece una dimensione materiale, comprensiva delle due precedenti (quella dello spazio naturale e quella dello spazio costruito), ad una dimensione socioculturale o mentale, che designa i diversi tipi di relazioni umane (tra l individuo o il sistema sociale di riferimento e i gruppi, le organizzazioni, le società, le culture che influiscono sulla loro esistenza). 2. Una categoria di preoccupazioni socio-istituzionali L economista francese Olivier Godard (1992), noto per le sue teorizzazioni sulla relazione tra sistemi ecologici e sistemi socio-economici, va al di là delle concettualizzazioni in termini di opposizione dicotomica. Egli dà dell ambiente tre 8 Lo «spazio ambiente», come è definito da Mela, Belloni e Davico, è disaggregato in otto dimensioni, distinte dapprima secondo che rilevino del campo naturale o del campo socio-culturale e, in seguito, secondo le dimensioni delle entità considerate (andando dalla più piccola, l individuo, fino alle più grandi aggregazioni, di soggetti umani, di ecosistemi, la natura inanimata). 8

9 significati principali basati sui diversi universi a cui questa nozione rinvia nei discorsi scientifici e in quelli prodotti dal senso comune. Per Godard, l ambiente può essere allo stesso tempo un ambiente-natura, un ambiente-sistema e un ambiente-problema. Quest ultimo significato, spiega Godard, è di formazione recente. Esso è legato all emergenza della questione ambientale e, dunque, alla percezione sempre più diffusa della crisi ecologica in quanto problema sociale. Oggi, il termine ambiente rinvia ad un tema ideologico e ad un insieme di problemi specifici della nostra epoca. E sempre più utilizzato per designare delle problematiche che toccano l ambiente naturale e che costituiscono delle categorie di preoccupazioni sociali e istituzionali (Godard 1992). Intorno a questa nozione di ambiente in quanto preoccupazione sociale, si è costruita una nuova prospettiva di studi sociologici dell ambiente: il costruzionismo sociale 9 (Hannigan 1995 ; Yearley 1992, 1996). Tale prospettiva nega il carattere oggettivo delle questioni ambientali e considera l ambiente come un problema unicamente nella misura in cui gli individui o i gruppi lo costruiscono mentalmente e socialmente in quanto tale. Il costruzionismo sociale, come verrà meglio spiegato in seguito, è un nuovo approccio teorico-metodologico che si è sviluppato recentemente nell ambito della sociologia ambientale, sull influenza degli studi culturali. Attribuisce ai problemi ambientali una forte componente di soggettività, che conduce a considerarli in termini di attribuzioni di significati. Secondo tale approccio, la crisi ecologica diventa una preoccupazione sociale solo quando gli attori - sociali, individuali o collettivi - la percepiscono e la trattano come tale (Beato 1998). Questa prospettiva si distacca dall approccio dominante in sociologia ambientale, che è invece di tipo oggettivista, strutturalista e che precede cronologicamente il costruzionismo sociale 10. In quanto social-costruzionista, il canadese John A. Hannigan 11 definisce l ambiente come il sito in cui tutto un repertorio di attività definizionali, di 9 Dall inglese social constructionism. 10 La prospettiva strutturalista della sociologia ambientale si sofferma sulla materialità delle questioni dell ambiente, considerandole come delle variabili determinanti di alcuni comportamenti e fenomeni sociali. Tuttavia, non nega il fatto che alla base della crisi ecologica vi siano delle cause sociali e, anzi, fa di queste cause un oggetto di riflessione e di ricerca. 11 J.A. Hannigan è l autore di un opera che costituisce fino ad oggi il contributo più importante all approccio costruzionista della sociologia ambientale (Hannigan J.A., 1995, Environmental Sociology : A Social Constructionist Perspective, Routledge, London). 9

10 contestazione e di formulazione di interessi culturali si incrociano e entrano in competizione (Hannigan 1995 : 187). Senza negare l affermazione di una società attuale più ecological friendly, questo autore ci mette in guardia contro il fatto che le tematiche e i problemi ambientali emergono e ricadono costantemente, come lo fanno le nostre definizioni e le nostre percezioni della natura, dell ecologia, del rischio e di altri elementi della connessione ambiente-società. Suggerisce allora che l obiettivo di una nuova sociologia dell ambiente, social-costruzionista, sia quello di comprendere il modo in cui le rivendicazioni riguardanti le condizioni ambientali sono assemblate, presentate e contestate. Egli propone per questo un modello analitico che si focalizzi sulle forze sociali e politiche (attori e istanze) della costruzione sociale dei problemi ambientali, per rispondere alla domanda: perché soltanto determinati problemi si trasformano in politiche pubbliche efficaci? In definitiva, determinare ciò che è l ambiente dipende in larga misura dall osservatore concettualizzante, che può utilizzare questa nozione per riunire una serie di conoscenze sui rapporti tra uomo e natura, tra sistema sociale e sistemi (bio)- fisici, tra attività umane e territorio, tra società e spazio. E questa una prospettiva sistemica che concepisce l ambiente come l insieme dei sistemi esterni a quello preso in considerazione. Quello di ambiente è bene ripeterlo è un concetto relativo, che mette tutte le scienze nella condizione di essere scienze dell ambiente, nella misura in cui analizzano la realtà che circonda il loro oggetto di studi 12. Raimondo Strassoldo (1989) ci invita a specificare le diverse dimensioni secondo le quali la nozione di ambiente è tematizzata, in relazione al tipo di problematica e all orizzonte disciplinare, per evitare di tradurre l ampiezza del concetto in indeterminazione e ambiguità. 12 R. Strassoldo afferma che «ogni scienza attribuisce all ambiente tutto ciò che non è parte costitutiva dei suoi oggetti di analisi : così, la società è ambiente per l individuo ; le piante, gli animali e il clima sono ambiente per l uomo ; la società è ambiente per il sistema politico» (Strassoldo 1989). 10

11 I. La sociologia dell ambiente 1. Un campo disciplinare in formazione Per questioni legate alla sua storia e alla sua istituzione, oltre che per ragioni epistemologiche, specifiche del suo oggetto di ricerca (infra: capp. 2 e 3), la sociologia ha a lungo esitato prima di prendere in considerazione le tematiche ambientali come oggetto scientifico. E infatti solo nel corso degli anni Settanta, all epoca dell emergenza della crisi ambientale e dell ecologismo come movimento sociale, che la disciplina si confronta con queste tematiche. Inizialmente, si tratta di affrontare le interazioni tra ambiente 13 e società facendo ricorso agli strumenti teorici e metodologici tradizionali, visto che: [ ] gli studiosi fanno proprie nuove interrogazioni e nuovi concetti con un tempo di assimilazione piuttosto lungo [e perchè] il primo atteggiamento degli studiosi consiste in effetti nel ridurre le nuove questioni alle problematiche e alle categorie ben rodate che organizzano il loro universo delle rappresentazioni e i loro interventi professionali (Godard 1992 : 338) 14. In seguito, quando l ambiente si trasforma in categoria dell azione pubblica (sociale e politica) propriamente detta, un processo di ricostruzione teorica fondato su un cambiamento paradigmatico diventa inevitabile per ripensare i rapporti dialettici tra società e ambiente naturale. Ai suoi inizi, la teoria sociale dell ambiente è una teoria della crisi ambientale (Beato 1998 : 41). Tale crisi deve essere intesa non solo come l alterazione degli equilibri ecosistemici da parte dell attività umana, ma anche come il problema a partire dal quale un insieme di dispositivi sono pensati e messi in opera dalla società per denunciare il problema e fronteggiarlo. Per dirla nei termini dei francesi Michel Callon e Bruno Latour 15, la crisi ambientale è un forum hybride 16 (Callon, Rip 13 In questo caso inteso come ambiente naturale, milieu come dicono i francesi. 14 Tradotto da me, M.L.D. 15 M. Callon e B. Latour sono all origine della ormai famosa sociologia della traduzione a cui si ispirano anche alcuni sociologi neoistituzionalisti dell organizzazione (per esempio, Barbara Czarniawska). 11

12 1992), all interno del quale entrano in gioco dei problemi che sono allo stesso tempo umani e non-umani (Latour 1997/1991), come per esempio il global warming, la desertificazione, il buco dell ozono, le maree nere... e i cui attori tra cui i movimenti sociali e politici ambientalisti, ministeri e agenzie per l ambiente danno luogo a delle norme socio-tecniche, a delle politiche pubbliche ambientali, alle scienze sociali dell ambiente... In questo modo, la teoria sociale dell ambiente diventa quel complesso organico di proposte riguardanti la relazione di crisi che si è stabilita tra l ambiente naturale e le società umane, tra natura e cultura (Beato 1998 : 42). In sociologia, due grandi opzioni teoriche sono scelte per affrontare questa relazione di crisi: da un lato e per prima, lo strutturalismo (ecologico e politicoeconomico), dall altro e più recentemente, il costruzionismo sociale. Le due forme di strutturalismo quello ecologico e quello politico-economico - segnano la genesi storica e concettuale della sociologia dell ambiente. Sviluppate, la prima da William Catton e Riley Dunlap, la seconda da Allan Schnaiberg, hanno una base concettuale comune: un approccio oggettivo strutturale, che è di tipo macroanalitico, istituzionale e naturalista. Dal canto suo, il costruzionismo sociale si presenta come un approccio soggettivo, costruzionista, di tipo microanalitico e azionalista 17. Lo strutturalismo ecologico è fondato sul postulato che le strutture e i cambiamenti sociali sono in relazione reciproca con l ambiente biofisico. Considera le variabili ecologiche come determinanti di taluni fatti sociali e pertanto le propone come oggetto di studio pertinente per la sociologia. Questo quadro teorico ha ispirato a coloro che sono considerati i fondatori della sociologia dell ambiente gli americani Wiliam Catton e Riley Dunlap - la costruzione di una struttura analitica per il loro campo disciplinare. Tale struttura, ci invita a prendere in considerazione l impatto dei fatti sociali sull ambiente naturale e/o l impatto dei fatti ambientali sui fatti sociali. 16 Un foro ibrido. Foro è qui da intendersi nel senso latino del termine. 17 Si precisa che queste caratteristiche definiscono il costruzionismo sociale in quanto quadro teorico della sociologia dell ambiente. Nel caso più generale del costruzionismo sociale come approccio trasversale della disciplina sociologica in generale, tale avvicinamento col soggettivismo non è sempre possibile. 12

13 2. Sociologia e ambiente Luciano Gallino, nel suo Dizionario di sociologia (1988/1978) alla voce ambiente naturale, descrive il percorso che ha attraversato la riflessione sociologica sur rapporto società/ambiente (naturale) e ne mette in evidenza tre fasi distinte: quella della sociologia preclassica, quella della sociologia classica o moderna e quella della sociologia contemporanea. La prima fase di questo percorso, che secondo Gallino risale alle radici stesse del pensiero sociale e che è quella della sociologia preclassica 18, si caratterizza per un interesse quasi esclusivo per l influenza dei fattori ambientali sui fenomeni sociali; la seconda fase, quella della sociologia classica o moderna, cominciata negli ultimi decenni del 1800, si caratterizzerebbe invece per aver spostato il suo interesse scientifico verso l organizzazione sociale e la cultura in quanto mediazioni del rapporto tra l uomo e l ambiente biofisico; infine, la terza fase, che sarebbe cominciata trenta anni fa, si è sviluppata e continua a svilupparsi oggi sotto il segno dell ecologia. E solo nel corso di quest ultima fase recentissima che la sociologia si è interessata alla funzione che i fattori culturali e i fattori strumentali assumono nell alterazione dell equilibrio dei biosistemi (Gallino 1988 : 21). Da un lato, l ideologia di depredazione e la convinzione che le risorse naturali sono inesauribili (fattori culturali), dall altro lo sviluppo del sistema industriale nelle sue variazioni capitalista e socialista, oltre che le esigenze della geopolitica (fattori strumentali), sono finalmente studiati in quanto responsabili degli squilibri ambientali. Tali aspetti sono ugualmente presi in conto per gli effetti che l alterazione ecologica può produrre a sua volta su determinati fenomeni e comportamenti sociali (Dunlap, Catton 1979 : 255). Secondo un immagine costantemente evocata dalla maggior parte dei sociologi ambientali 19, la teoria sociologica contemporanea si è sviluppata rifiutando sistematicamente di incorporare le variabili ecologiche nell analisi sociologica. Questo 18 Che potremmo datare dall antichità fino al XIX secolo (sempre secondo la periodizzazione proposta da Luciano Gallino). 19 Cfr. Dunlap, Catton 1979 ; Buttel 1986 ; Beato 1993 ; Strassoldo 1993 ; Benton 1994 ; Murphy 1996 ; Tessier, Vaillancourt 1996 ; Deverre 1998 ; Kalaora 1998 ; Foster

14 rifiuto è una conseguenza della storia e dell istituzione della disciplina, in particolare di alcune barriere erette dalla sociologia classica tra società e natura, da un lato, e tra sociologia e scienze naturali, dall altro. La negazione e l esclusione deliberate dell ambiente naturale dal suo campo di intervento, sono volute dalla sociologia classica nel nome della legittimazione dell esercizio della professione e dell autonomizzazione accademica (Kalaora 1998 : 14). La crisi ecologica, che si manifesta in tutta la sua gravità e la sua urgenza all inizio degli anni Settanta, interviene come elemento di rottura nella trama delle relazioni complesse che i sistemi sociali storici avevano stabilito fino a quel momento con i sistemi naturali (Catton, Dunlap 1980). Già alla fine degli anni Sessanta, alcune problematiche ambientali relative al funzionamento normale del sistema sociale avevano cominciato ad emergere: inquinamento atmosferico e idrico, crisi ambientale urbana, ma soprattutto preoccupazioni legate alla sicurezza delle centrali nucleari (Strassoldo 1989, citato da Martinelli: 62) e ai rischi di incidenti tecnologici. «Ad una natura risorsa, utilitaria, ricreativa, si sostituisce una natura ecologica, minacciata e minacciosa, [ ] tappezzata di crisi, di catastrofi e di irreversibilità» (Kalaora 1998 : 14, 98). Nel contesto occidentale, soprattutto in quello nordamericano (il primo ad esser stato colpito dagli effetti perversi dell industrializzazione e del consumismo), emerge l esigenza di ristabilire un consistente numero di temi relativi al rapporto società/ambiente e uomo/natura 20. Questa esigenza opera transversalmente, nelle attività economiche, politiche, giuridiche, come pure nel campo scientifico oltre che nelle opinioni degli attori sociali in gioco. I movimenti ecologisti trovano un terreno fertile, soprattutto e inizialmente negli Stati Uniti. Come le altre nuove scienze sociali dell ambiente (economia, politica, storia, antropologia), la sociologia ambientale emerge, all inizio degli anni Settanta, in quanto figlia legittima di questa crisi-discontinuità (Beato 1993 : 11). E il risultato dell incorporazione della coscienza ecologica nel nucleo paradigmatico della disciplina- 20 E negli Stati Uniti che l idea della protezione naturalistica nasce e si sviluppa per prima, già a partire dal XIX secolo con la creazione dei primi parchi nazionali (in particolare Yellowstone nel 1872 e Yosemite nel 1890). 14

15 madre, in risposta alla crisi ambientale e alla sfida sollevata dall ambientalismo. Il contenuto del dibattito politico e scientifico, ma anche le caratteristiche degli attori implicati (lo Stato, i movimenti ambientali e sociali, l opinione pubblica), sono i suoi primi campi di ricerca. E vero che, prima dell esplosione della crisi ecologica, la sociologia contemporanea aveva già mostrato un certo interesse benché secondario per alcune tematiche ambientali. Le ricerche della sociologia rurale sulla gestione degli spazi e delle risorse naturali e quelle della sociologia urbana sull ambiente costruito (vedi quelle sviluppate dalla Scuola di Chicago) testimoniano su questo interesse. Tuttavia, i sociologi dell ambiente sono unanimi sul fatto che la sociologia ambientale, in quanto campo disciplinare, si sia sviluppata in risposta all emergenza dell attenzione sociale per le tematiche ambientali 21. Ecco perché la maggior parte della letteratura ambientalista di matrice sociologica si è concentrata sull osservazione di fenomeni sociali legati all emergenza della problematica ambientale, come il movimento ecologista e gli atteggiamenti del pubblico verso le questioni ecologiche, la traduzione della nozione di qualità ambientale in problema sociale, i rischi di catastrofi, lo sviluppo delle politiche ambientali. Gradatamente, si sviluppa una coalizione tra quei sociologi animati da un tale interesse per gli effetti sociali della crisi ambientale ed altri interessati a temi già affrontati, come l ambiente costruito, i rischi naturali, la gestione degli spazi naturali. I sociologi detti dell ambiente costituiscono un gruppo piuttosto eterogeneo che presenta, come unico elemento unificatore, l interesse per le tematiche ambientali. I loro lavori si caratterizzano per applicare le prospettive sociologiche tradizionali all analisi di queste tematiche, facendo ricorso ad approcci già verificati, come quelli del mutamento sociale, dei movimenti sociali, della stratificazione... Questo approccio, che riprende delle questioni già poste dall opinione pubblica e che fanno già parte delle agende politiche, è quello di una scienza normale, che è stata etichettata come sociologia delle tematiche ambientali (Dunlap, Catton 1979). 21 Cfr. Dunlap, Catton 1979 ; Buttel 1987 ; Freudenburg, Gramling 1989 ; Beato 1993 ; Tessier, Vaillancourt

16 Nel frattempo, un altro gruppo di sociologi non resta indifferente davanti ai testi fondamentali della cultura ecologista moderna, come Silent Spring (Carson 1962), Population, Resources, Environment (Ehrlich, Ehrlich 1970), The Closing Circle (Commoner 1971) e I limiti dello sviluppo (Club di Roma 1972). Sull influenza di tali letture, questi sociologi riconoscono la realtà dei vincoli ecologici (soprattutto la scarsità delle risorse naturali) come causa di problemi evidenti per le società umane (Catton, Dunlap 1980). A partire da questo momento, cominciano a focalizzare la loro attenzione sulle interazioni tra società umane e ambiente biofisico, un attualità tradizionalmente ignorata in sociologia. La preoccupazione per gli impatti sociali del degrado ambientale si integra con un attenzione per le cause sociali dell inquinamento e della rarefazione delle risorse naturali (cfr. Catton 1972, citato da Dunlap 1997 : 22). Un attenzione esplicita è rivolta ugualmente ai rapporti dialettici tra le società e i loro ambienti, ovvero alla dipendenza delle società moderne dagli ecosistemi (cfr. Burch 1971, citato da Dunlap 1997 : 23). Si apre così un dibattito sociologico sulla necessità di incorporare nel perimetro degli oggetti della disciplina i rapporti tra sistemi sociali e sistemi ambientali. I ruralisti americani Catton e Dunlap ne sono all origine. Questi orientano in particolare la discussione sulla necessità di ricusare il presupposto antropocentrico implicito in tutta la sociologia. La loro proposta teorica, che comincia con una riflessione critica sulla tradizione sociologica europea e americana, verte sull opportunità di una rottura epistemologica portando avanti un processo di ricostruzione teorica della disciplina, che accetti le variabili ambientali come determinanti nelle ricerche e speculazioni sociologiche. La seconda parte degli anni Settanta marca il passaggio da una sociologia delle tematiche ambientali ad una sociologia ambientale (Dunlap, Catton 1979), essendo l una la tappa pre-paradigmatica dell altra (Beato 1993 : 34). Se la prima si focalizzava sullo studio delle tematiche ambientali attraverso le prospettive della sociologia tradizionale, la seconda propone di togliere i paraocchi disciplinari (Catton, Dunlap 16

17 1980 : 22) e di ripensare la norma durkheimiana tradizionale della «purezza sociologica» (ibid.). Una diversità di paradigmi, temi e livelli di analisi caratterizza la sociologia ambientale. Tuttavia, un identità minima è stabilita attraverso delle ricerche empiriche significative e dei contributi teorici costruiti in quanto critica alla sociologia tradizionale corrente (Buttel 1987 : 468). La sociologia ambientale si allontana esplicitamente da questa tradizione e affronta le tematiche ambientali facendo ricorso ad un nuovo paradigma ecologico il New Ecological Paradigm 22 - fondato sul riconoscimento delle variabili ambientali nella spiegazione di determinati fenomeni sociali. Questo paradigma, formalizzato da Catton e Dunlap (1978a), si propone come alternativa al Paradigma dell Eccezionalismo ou dell Esenzionalismo Umano, che aveva ispirato la sociologia tradizionale fino a quel momento (infra). Nel 1976, la sociologia ambientale diventa, negli Stati Uniti, un campo disciplinare istituzionalmente riconosciuto negli ambienti scientifici e accademici 23. William Catton, Riley Dunlap, Allan Schnaiberg e Frederick Buttel sono identificati come i suoi fondatori. Questi sociologi provengono tutti e quattro dalla sociologia rurale o dalla sociologia delle risorse naturali. I loro lavori nell ambito del nuovo campo disciplinare sono abbastanza lontani dalla ricerca empirica. Sono piuttosto di tipo concettuale e speculativo, orientati verso la messa in discussione della posizione della sociologia di fronte alle questioni della natura e dell ambiente, nonché verso la proposta di nuove prospettive teoriche. In particolare, Catton, Dunlap e Buttel si applicano alla decostruzione dell approccio sociologico tradizionale dell ambiente e alla costruzione dei quadri teorici di una sociologia dell ambiente nascente. Il dibattito epistemologico che ne segue e che attraversa la sociologia dell ambiente anche attualmente si costruisce 22 In acronimo : NEP. 23 Nel 1976, l Associazione Americana di Sociologia (ASA) istituisce la sociologia dell ambiente come nuova sezione disciplinare, che prenderà in seguito la denominazione di «Ambiente e Tecnologia». Ma già nel 1971 l ambiente era stato ufficialmente riconosciuto come oggetto di studio della disciplina sociologica quando, nel corso di una conferenza internazionale nei Paesi Bassi, i sociologi europei avevano creato il Comitato di Ricerca in «Ecologia Sociale» all interno dell Associazione Internazionale di Sociologia (ISA). Questo comitato non ha mai avuto molto sucesso. E stato necessario attendre il 1990, perchè un gruppo di lavoro sulla sociologia dell ambiente il Gruppo Tematico Ambiente e Società fosse creato all interno dell Associazione Internazionale di Sociologia (all occasione del suo congresso a Madrid). Questo gruppo è diventato, nel 1992, il Comitato di Ricerca Ambiente e Società, attualmente diretto dall olandese Arthur Mol. 17

18 a partire dai loro scritti. In quanto a Schnaiberg, questo autore resta estraneo al dibattito. Come Catton, Dunlap e Buttel, parte anche lui dal postulato che la struttura e il cambiamento sociale sono in relazione reciproca con l ambiente biofisico. Ma non è interessato come gli altri dalle questioni di rottura paradigmatica o epistemologica. Il suo approccio è piuttosto orientato verso la spiegazione delle relazioni contraddittorie tra espansione economica e equilibrio ecologico. Si concentra in particolare sull applicazione di alcune nozioni di sociologia e di economia politica ortodosse (neoweberiane e neomarxiste) a quest analisi. La sua opera The Environment : From Surplus to Scarcity (1980) è considerata come la spiegazione sociologica più influente della relazione tra capitalismo, Stato e ambiente (Hannigan 1995 : 19). Per riassumere, la sociologia ambientale si caratterizza in base ai quattro elementi seguenti: la negazione di un possibile legame con la tradizione sociologica classica; la coscienza dell ampiezza e dell eterogeneità del gruppo di sociologi «dell ambiente» 24. Cio vuol dire che questi sociologi sarebbero uniti dal solo interesse per le relazioni tra società umana e ambiente biofisico, piuttosto che dalla condivisione di un paradigma teorico ben preciso (Buttel 1986); il riconoscimento della necessità di inserire una prospettiva ecologica nel pensiero e nella ricerca sociologica (Dunlap, Catton e Buttel), oltre che nella dinamica politicoeconomica (Schnaiberg), per capire e gestire meglio il fenomeno delle interazioni tra società e ambiente; un limite principale, riconosciuto dai suoi stessi teorici, che è quello di non aver ancora raggiunto un forte senso dell orientamento comune o di identità professionale (Dunlap, Catton 1983 : 113). All origine di questo limite vi sarebbero la separazione tra tradizione sociologica classica e sociologia ambientale, da un lato e, dall altro, la varietà che caratterizza i sociologi dell ambiente (ibid.). 24 Questo grande gruppo di ricercatori condivide degli oggetti di ricerca diversi, come la valutazione di impatto sociale, l aménagement del territorio, i rischi ambientali, la gestione delle risorse naturali, i loisirs all aperto, gli atteggiamenti e i comportamenti ambientali, ecc. (crf. Dunlap, Catton 1983). 18

19 Anche se alcuni teorici della sociologia ambientale hanno sentito il bisogno di trovare legittimazione nei classici procedendo ad una loro revisione con una griglia di lettura ecologica 25, una delle caratteristiche fondamentali della sociologia dell ambiente resta la proclamazione della sua novità radicale rispetto a tutta la tradizione sociologica precedente (Dunlap, Catton 1979). Il rifiuto dell ottica antropocentrica, comune a tutte le prospettive teoriche in competizione nella sociologia contemporanea funzionalismo, interazionismo simbolico, etnometodologia, marxismo e teorie del conflitto sociale costituisce il punto di partenza della proposta teorica della sociologia dell ambiente 26. A causa del loro antropocentrismo, queste prospettive teoriche sarebbero in effetti limitate nella comprensione del cambiamento sociale che caratterizza il mondo moderno, sempre più vincolato dall ecologia (Buttel 1987 : 468). Nonostante la loro diversità, esse condividono una visione del mondo anti-ecologica, fondata su un insieme di convinzioni antropocentriche e ottimiste riguardo alla relazione uomo/ambiente. Tale visione sarebbe un eredità della cultura occidentale dominante nella quale la sociologia si è sviluppata. 3. La negazione e l esclusione dell ambiente naturale dal campo di studio della sociologia classica Un obiettivo fondamentale della sociologia classica è stato quello di allontanarsi dalle preoccupazioni biologiste e naturalistiche che invece avavano avuto un ruolo centrale nella sociologia preclassica dei darwinisti sociali. Al tentativo di spiegare i fenomeni sociali in termini di fattori biologici o fisici (tentativo piuttosto comune fino ai primi decenni del XIX secolo), la sociologia classica, a modello delle altre scienze sociali, ha opposto infatti il rifiuto di ogni forma 25 Cfr. O Connor 1988 ; Foster 1999 ; Dickens 1992, 1996, 2000, Il nucleo della formulazione di Catton e Dunlap della sociologia ambientale è la loro analisi, ad un largo livello paradigmatico, della similarità essenziale, in termini d antropocentrismo, che caratterizza le teorie apparentemente differenti fondate sulla tradizione classica. Per Catton e Dunlap, le diversità di queste prospettive teoriche vengono meno quando queste ultime si trovano difronte ad un nuovo oggetto di studio come l ambiente, condividendo al suo riguardo una posizione antropocentrica (cfr. Catton, Dunlap 1978a, pp ). 19

20 di determinismo ambientale o di biologismo. Ogni qualvolta si è trovata a dover spiegare il comportamento umano, la sociologia classica ha ignorato deliberatamente le classi di variabili considerate come le meno importanti (per prime le variabili biologiche e in seguito le variabili fisiche) e si è concentrata piuttosto sulla classe emergente delle variabili sociali (Dunlap, Catton 1983 : 117). La tradizione sociologica avrebbe dunque trasmesso alla sociologia corrente la convinzione che l ambiente biofisico non è importante nel funzionamento e nella comprensione delle società umane. L enfasi durkheimiana dei fatti sociali e dell antiriduzionismo è alla base di questa trasmissione. Ma la tradizione classica ha avuto tendenza a trascurare l ambiente naturale ugualmente per una esigenza di legittimazione epistemologica. In altri termini, per la sua preoccupazione di voler istituire, istituzionalizzare e professionalizzare la sociologia come una disciplina accademica autonoma, caratterizzata dall unicità del suo oggetto e delle sue prospettive. Durkheim ha insistito molto sull importanza di concentrarsi sulla dimensione sociale del comportamento umano, non solo per reagire contro il determinismo ambientale, ma anche per offrire un area di competenza legittima al nuovo campo della sociologia. Max Weber, anche lui, ha escluso la natura dall approccio sociologico. La sua posizione era radicale: la specializzazione della sociologia deve riguardare allo stesso tempo l oggetto e il metodo. Ragion per cui Weber ha volontariamente epurato le sue opere da qualunque considerazione evoluzionista, oltre che da ogni ipotesi proveniente dai metodi delle scienze naturali (Buttel 1986 : 365) 27. Il fatto che i classici della tradizione disciplinare fonte di legittimità dell agire sociologico non abbiano trattato il rapporto ambiente (naturale)/società, che le concezioni metodologiche durkheimiane privilegiassero la spiegazione sociale dei fatti sociali e la volontà di escludere dal campo visivo della sociologia ogni elemento biofisico, costituiscono una prima serie di motivazioni che possono spiegare la 27 Quando Weber forza la separazione della sociologia dalle scienze naturali e dalle altre scienze sociali, lo fa con il solo scopo di legittimare la sociologia come una disciplina accademica autonoma. Weber non nega l esistenza delle relazioni reciproche tra la società e la natura. Lui stesso prende in conto la dipendenza materiale della società, per esempio quando stabilisce che il capitalismo si fonda sulla disponibilità delle risorse fossili. Tuttavia, egli considera che queste relazioni debbano restare escluse dall approccio sociologico, per poter garantire a quest ultimo l autonomia rispetto alle discipline delle altre scienze. 20

21 mancanza d attenzione della sociologia moderna e contemporanea per l ambiente naturale. A questi si aggiunge l orientamento essenzialmente umanisticoantropocentrico della disciplina, dovuto al contesto socioculturale all interno del quale si sono sviluppate le scienze sociali in generale. La sociologia moderna, nel suo periodo classico, si è sviluppata nell ambito della cultura occidentale, che era fortemente antropocentrica e anti-ecologica 28 (Catton, Dunlap 1978 ; 1979). Gli importanti successi scientifici e tecnologici della rivoluzione industriale, lo sviluppo dell urbanizzazione (che ha ridotto il contatto con la natura), hanno alimentato considerevolmente la marginalizzazione della natura nella considerazione delle sue relazioni con la società 29. Durante quasi un secolo e mezzo, fino ai trenta gloriosi, le società umane sembrano essere esenti dai vincoli ecologici e la sociologia si piazza interamente sotto il segno della cultura. I sociologi condividono una visione delle società umane, soprattutto di quelle industriali, fondata sul paradigma dell eccezionalismo dell essere umano e della sua cultura (Dunlap 1997). Secondo la sociologia classica, le caratteristiche eccezionali della specie umana il linguaggio, la tecnologia, la scienza e la cultura moderna avrebbero reso le società industrializzate esenti dai principi e dai vincoli ecologici che governano le altre specie della biosfera (ibid.) 30. Questo «Paradigma dell Eccezionalismo Umano» (in acronimo, dalla sua denominazione inglese, HEP) 31, Catton e Dunlap lo rinominano più tardi come «Paradigma dell Esenzionalismo Umano» 32, per sottolineare appunto il fatto dell esenzione delle società umane dai principi e dai vincoli ecologici. Se è vero che gli sforzi degli uomini di scienza sono spesso influenzati dall ambiente socioculturale nel quale si sviluppano (Merton 1968), 28 Secondo questa cultura, l uomo sarebbe separato e al di sopra della natura e quest ultima esisterebbe essenzialmente per essere al servizio dell uomo. 29 Lo sviluppo scientifico e tecnologico dei due ultimi secoli avrebbe in effetti contribuito a rinforzare la convinzione che gli uomini sono sempre più indipendenti dall ambiente biofisico e che questo rappresenta una risorsa da manipolare e da sfruttare piuttosto che un vincolo per il comportamento umano (cfr. Dunlap, Catton 1983 : 116). 30 E riprendendo una definizione di Klausner (1971), che Catton et Dunlap riassumono questa prospettiva antropocentrica (caratterizzando implicitamente la sociologia tradizionale) nel «paradigma dell eccezionalismo umano» (1978a). 31 Human Exceptionalism Paradigm. 32 Human Exemptionalism Paradigm, anche lui abbreviato con la sigla HEP. 21

22 non puo allora sorprendere il fatto che la sociologia abbia riflesso, fino agli anni Settanta, l antropocentrismo ottimista di questa prospettiva occidentale dominante. 4. Quadri teorici della sociologia dell ambiente Generalmente, si tende a far coincidere l atto di nascita della sociologia ambientale con la pubblicazione del primo stato dell arte della sub-disciplina in un importante rivista sociologica internazionale (Beato 1994 : 321). Si tratta dell articolo ben noto di Dunlap e Catton, «Environmental Sociology», apparso nel 1979 su Annual Review of Sociology. Quest articolo, insieme ad un altro - «Environmental Sociology : A New Paradigm» (Catton, Dunlap 1978a) pubblicato un anno prima (1978) in un numero tematico della rivista The American Sociologist, costituiscono una fonte di ispirazione o di critica per ogni tentativo di teorizzazione condotto nell ambito della sociologia dell ambiente durante il decennio seguente. L articolo del 1978, «Environmental Sociology : a New Paradigm», è dedicato alle nuove prospettive teoriche della sociologia. Gli autori vi trattano l emergenza della sociologia ambientale, cercando di codificare i lavori sociologici realizzati fino ad allora su tematiche legate alle questioni ambientali. Catton e Dunlap vi danno una definizione esplicita della sociologia ambientale come lo studio delle interazioni tra società e ambiente biofisico e presentano le sue caratteristiche fondamentali che la qualificano come campo di ricerca distinto. Il rifiuto dell antropocentrismo, che secondo Catton e Dunlap è comune a tutte le prospettive teoriche ricorrenti nel campo degli studi sociologici, è una di queste caratteristiche. In «Environmental Sociology» (Dunlap, Catton 1979), gli autori discutono in particolare delle tradizioni che hanno reso difficile, per la sociologia, il riconoscimento dell importanza dei problemi ambientali e dei vincoli ecologici. In questo articolo, Dunlap e Catton lanciano una sfida esplicita al paradigma fondamentale della sociologia (quello che essi chiamano il Paradigma dell Eccezionalismo Umano), proponendo un paradigma alternativo, il Nuovo Paradigma Ecologico, che mette l accento sul 22

23 rapporto biologico dell uomo col suo ambiente naturale e fa propria la tesi della dipendenza ecologica delle società umane dal loro ecosistema. Come già è stato accennato, insieme a Catton e Dunlap, altri due ruralisti sono all origine della sociologia dell ambiente come campo disciplinare: F. Buttel e A. Schnaiberg. L apporto di Frederick Buttel alla costruzione di una sociologia ambientale non è un contributo teorico vero e proprio, nel senso di quelli di Catton e Dunlap o di Schnaiberg. Buttel ha piuttosto contribuito a far conoscere e a far avanzare la sociologia ambientale che lui preferisce chiamare eco-sociologia - discutendo, criticando e paragonando le elaborazioni teoriche dei suoi tre colleghi. Due dei suoi articoli sono fondamentali a questo proposito: «Environmental Sociology: A New Paradigm?» (1978), apparso anche lui nel numero speciale della rivista The American Sociologist e consacrato alle nuove prospettive teoriche della sociologia, ed un altro, risalente al 1986, tradotto anche in francese col titolo «Sociologie et environnement : la lente maturation de l écologie humaine». In questi due articoli, Buttel manifesta anche lui, in accordo con Catton e Dunlap, la necessità e la difficoltà dell incorporazione dei parametri ecologici nelle analisi della disciplina madre. Accetta e conferma la distinzione fatta da Catton e Dunlap tra il Paradigma dell Eccezionalismo Umano (che caratterizza le correnti sociologiche dominanti) e il Nuovo Paradigma Ecologico, proposto da questi in alternativa. Tuttavia, Buttel avanza delle critiche e delle riserve riguardo a quest ultimo paradigma. Da un lato, gli rimprovera il suo determinismo materiale troppo spinto e, dall altro, dubita che le sue ipotesi che si situerebbero ad un livello troppo astratto possano promuovere una ricerca fruttuosa. Per Buttel, il dominio dei postulati del nuovo paradigma ecologico e della sociologia ambientale è materia di controversie. La sua interrogazione critica consiste nel cercare di capire se i sociologi dell ambiente che lui definisce come coloro che accettano la totalità o almeno la maggior parte dei postulati del NEP rappresentano effettivamente l uniformità teorica fondamentale che Catton e Dunlap gli attribuiscono (Buttel 1986). 23

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