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1 Liaison Office Univr

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5 L Ateneo in cifre 15 Dipartimenti 41 Corsi di laurea 41 Scuole di Specializzazione 33 Master 24 Corsi di Perfezionamento 7 Scuole di Dottorato di Ricerca 3 Scuole di Dottorato Interateneo

6 ,29 Euro risorse complessive nel 2011 che l Università degli Studi di Verona ha destinato alla ricerca scientifica Euro ricevuti dall UE dal 2007 per 38 progetti nell ambito del VII Programma Quadro L Ateneo in cifre ,29 Euro 65 assegni di ricerca (2011) 120 borse di dottorato (2011) Fonte: Comunicato stampa del

7 ,28 Euro costo totale progetti per Joint Projects ,54 Euro cofinanziati da Enti e Imprese del Territorio ,19 Euro cofinanziati dai Dipartimenti Euro cofinanziati dall Ateneo per 28 progetti L Ateneo in cifre Fonte: Comunicato stampa del

8 L Ateneo in cifre 13 milioni Euro Joint Projects dal 2006 al 2011 (6 edizioni) 107 progetti confinanziati dal 2006 al 2010 oltre 80 imprese come partner di progetto Fonte: Comunicato stampa del

9 10 spin off Società srl nate da ricercatori dell Ateneo 7 idee di impresa potenziali spin off 11 brevetti titolarità dell Università di Verona oltre 20 brevetti titolarità dei ricercatori L Ateneo in cifre Fonte: Comunicato stampa del

10 Liaison Office Promozione competenze dei ricercatori Anagrafe Ricerca Attivazione di programmi comuni di ricerca in collaborazione con imprese Joint Projects Incentivazione della creazione di imprese Spin Off Gestione delle valorizzazione proprietà intellettuale Brevetti

11 Come vedete l Università

12 10 esempi di collaborazione con l Università

13 Esempio n. 1 Ambito: nanotecnologie Settore: illuminotecnica Esigenza: preparazione di dispositivi basati su nanocompositi luminescenti ad efficiente emissione nella regione visibile Risultato: un prototipo fabbricato e provato per lo sviluppo industriale

14 Esempio n. 2 Ambito: biotecnologie Settore: agroalimentare Esigenza: individuare microrganismi o contaminanti presenti nella produzione valutando la presenza/assenza di tratti potenzialmente rischiosi per la salute Risultato: sviluppo di metodi diagnostici molecolari per fornire un vantaggio competitivo con possibilità di personalizzare le metodiche in base alle specifiche richieste

15 Esempio n. 3 Ambito: economico-gestionale Settore: logistica Esigenza: identificare nuovi scenari per la logistica in una particolare regione Risultato: raccolta di informazioni e dati riguardanti il settore di riferimento con attenzione alla visibilità della Società all'interno del sistema territoriale logistico

16 Esempio n. 4 Ambito: ingegneria dei materiali Settore: sportivo Esigenza: sviluppare nuovi blocchi di partenza dotati di un dispositivo in grado di misurare grandezza e direzione delle forze generate dai piedi dell atleta Risultato: prototipo dotato di trasduttori di forza in grado di fornire informazioni durante l allenamento

17 Esempio n. 5 Ambito: ICT Settore: Computer Vision Esigenza: raggiungere una precisione ed un accuratezza del controllo in presenza di oggetti caratterizzati da tolleranze molto ristrette Risultato: un sistema di visione in grado di svolgere operazioni di verifica in frazioni di secondo su oggetti in movimento su nastri trasportatori

18 Esempio n. 6 Ambito: medicina Settore: farmaceutica Esigenza: individuazione di un anticorpo per una più accurata e precisa individuazione dei tumori della prostata Risultato: prodotto farmaceutico volto al miglioramento della diagnostica e della cura del carcinoma della prostata

19 Esempio n. 7 Ambito: robotica Settore: domotica Esigenza: realizzare hardware e software per l assistenza e la terapia domestica di pazienti anziani e di bimbi affetti da paralisi celebrale Risultato: sviluppo di prodotti per sistemi di automazione e robotica domestica da commercializzare

20 Esempio n. 8 Ambito: processi Settore: bioenergia-ambiente Esigenza: trattamento anaerobico delle acque reflue Risultato: sistema avanzato e protocolli per la gestione tecnica ed ottimizzazione della performance di impianti di digestione anaerobica

21 Esempio n. 9 Ambito: ICT Settore: database Esigenza: fornire una soluzione ai problemi relativi ai processi e ai dati gestiti dall applicativo gestionale Risultato: una descrizione formale e completa dei requisiti del sistema informativo della Società

22 Esempio n. 10 Ambito: organizzazione aziendale Settore: innovazione di processo Esigenza: ripensare e ottimizzare la gestione delle informazioni al fine di recuperare efficienza nella gestione del business aziendale Risultato: nuovo modello gestionale (in particolare del magazzino) con le specifiche funzionali e organizzative

23 Collaboriamo insieme? Modalità ricerca commissionata, accordo di collaborazione, consulenza, placement, dottorati di ricerca Fondi finanziamenti nazionali e UE, fondi di Ateneo, risorse azienda

24 La gestione delle risorse immateriali: l'esperienza del Liaison Office dell Area ricerca dell'università di Verona Dott. Luca Guarnieri Responsabile Liaison Office Area Ricerca Università degli Studi di Verona

25 Risorse immateriali Innovazioni Pratiche organizzative Risorse umane Fonte: Baruch Lev Intagibles (pag. 8) Etas

26 Genealogia delle Risorse immateriali Concorrenza, globalizzazione, deregolamentazione, cambiamenti tecnologici Modifiche dell azienda, enfasi sull innovazione, deverticalizzazione, uso massiccio ICT Risorse immateriali connesse a Innovazioni Pratiche organizzative Risorse umane Fonte: Baruch Lev Intagibles (pag. 20) Etas editore

27 Risorse immateriali Difficoltà di misurazione Difficoltà di valutazione Mancanza di informazioni Fonte: Baruch Lev Intagibles (pag. 117) Etas editore

28 Obiettivi Conoscere la terza missione Valorizzare le risorse universitarie Creare massa critica Fonte: Baruch Lev Intagibles (pag. 117) Etas editore

29 Glossario Trasferimento conoscenze Invenzione Spin off Fonte: Baruch Lev Intagibles (pag. 117) Etas editore

30 Trasferimento di conoscenze? o Trasferimento tecnologico Fonte: Riccardo Pietrabissa Presidente NETVAL

31 Insieme si può anche se si fanno cose diverse!

32 Cos'è il Contratto di Ricerca?

33 Cominciamo a costruire qualcosa insieme

34 Cos'è un laboratorio congiunto?

35 Aggiungiamo un altro tassello

36 Perché costituire una Spin Off?

37 E se aggiungiamo anche un brevetto?

38 A cosa serve un Brevetto?

39 R&S: Università & Imprese

40 Il Castello di Pietrabissa

41 e la massa critica? Come si crea?

42 A cosa serve un Brevetto?

43 R&S: Università & Imprese

44 Cos è una invenzione? è un idea che permette di risolvere un problema o consente di distinguere un prodotto o servizio

45 Quali invenzioni si brevettano Fonte: Diego Pallini Studio Notarbartolo e Gervasi

46 Non si possono brevettare Le scoperte, le teorie scientifiche, i metodi matematici I piani, i principi, i metodi per attività intellettuali, per gioco o per attività commerciali e i programmi per elaboratore Le presentazioni di informazioni

47 Come proteggere un invenzione? Brevetto 20 anni Modello d utilità 10 anni Marchio Disegni e modelli Copyright Know how Segreti industriali

48 Un invenzione si brevetta NOVITÀ Non comprese nello stato della tecnica ossia TUTTO quanto è stato reso pubblico (prima della data di deposito della domanda) DESCRIZIONE Un testo brevettuale deve contenere informazioni sufficienti per attuare l invenzione da parte di un tecnico del settore

49 Cosa significa invenzione non resa pubblica Pubblicazione Descrizione scritta e/o orale Internet Riviste specializzate Mostrare l invenzione stessa o parti di essa

50 Un invenzione si brevetta ATTIVITÀ INVENTIVA non ovvie rispetto allo stato della tecnica oltre le considerazioni ordinarie dell uomo del settore

51 Un invenzione si brevetta INDUSTRIALITÀ il suo oggetto può essere fabbricato o utilizzato in qualsiasi genere di industria, compresa quella agricola

52 Un invenzione si brevetta LICEITÀ contraria all'ordine pubblico o al buon costume non può essere considerata contraria all'ordine pubblico o al buon costume per il solo fatto di essere vietata da una disposizione di legge o amministrativa

53 ma cos è un brevetto? Un documento legale Un brevetto definisce i diritti concessi dallo Stato all inventore. Il titolare di un brevetto ha il diritto di escludere altri dal produrre, utilizzare o vendere quanto descritto nel brevetto. Un documento tecnico Un brevetto descrive un modo nuovo e inventivo di risolvere un problema tecnico rispetto allo stato della tecnica

54 Segreto o Brevetto? SEGRETO Poco efficace per i prodotti e gli impianti ossia la commercializzazione del primo esemplare fa generalmente perdere il segreto. Generalmente è più efficace per le invenzioni di processo. La durata potenzialmente illimitata, ma rischio e onere della prova a carico dell inventore. BREVETTO Obbligo di descrizione dell invenzione Monopolio temporaneo garantito e tutelato dalla legge: assistito da presunzione di titolarità e validità a fronte di una tutela limitata nel tempo ma certa nella sua durata

55 che info ricavo da un brevetto? Ricerca di brevettabilità per determinare la novità e il livello inventivo prima di depositare una domanda di brevetto Ricerca di libertà di attuazione per non impedire ad una società/ente la vendita o in genere l utilizzo (Freedom to Operate Search) Ricerca di validità per identificare la tecnica nota che possa invalidare le rivendicazioni di un brevetto esistente Monitoraggio dei concorrenti per identificare i filoni di ricerca in anticipo rispetto al mercato e permette di depositare eventuali opposizioni Fonte: Diego Pallini Studio Notarbartolo e Gervasi

56 Flusso tutela proprietà intellettuale Fonte: Diego Pallini Studio Notarbartolo e Gervasi

57 D.Lgs. 10 febbraio 2005, n. 30 Codice della proprietà industriale Disposizioni generali e principi fondamentali (art. 1-6) Norme relative all esistenza, all ambito e all esercizio dei diritti di proprietà industriale Marchi (art. 7-28) Indicazioni geografiche (art ) Disegni e modelli (art ) Invenzioni (art ) Modelli di utilità (art ) Topografie dei prodotti a semiconduttori (art ) Informazioni segrete (art ) Nuove varietà vegetali (art )

58 CPI (continua) Tutela giurisdizionale dei diritti di proprietà industriale Disposizioni processuali (art ) Misure contro la pirateria (art ) Acquisto e mantenimento dei diritti di proprietà industriale Domande in generale (art ) Osservazioni sui marchi d'impresa e opposizioni alla registrazione dei marchi (art ) Pubblicità (art ) Procedure speciali espropriazione, trascrizione, annotazioni, segretazione militare,licenza obbligatoria, (art ) Ordinamento professionale (art ) Gestione servizi e diritti (art ) Disposizioni transitorie e finali (art )

59 Domanda di brevetto Contiene una descrizione dettagliata, figure, rivendicazioni Si deposita presso l`autorità competente Nazionale (IT) Europea (EP) Internazionale (PCT) La domanda di deposito dipende da: territorio in cui si vuole proteggere dai costi che si intendono sostenere

60 Priorità Possibilità di combinare una o più domande Per ogni domanda può essere rivendicata la priorità di una domanda precedente Limite di tempo: 1 anno La data di deposito della domanda successiva è posticipata alla data di deposito della domanda di priorità

61 Domanda di brevetto europeo Fonte: Diego Pallini Studio Notarbartolo e Gervasi

62 Tempistica brevetto europeo

63 Brevetto UE: Nazionalizzazione Il brevetto europeo non è un brevetto comunitario avente validità sul territorio europeo È un brevetto riconosciuto da tutti i paesi aderenti Per essere tutelati è quindi necessario nazionalizzare il brevetto cioè trasformarlo in altrettanti brevetti nazionali

64 Chi chiede il brevetto europeo Fonte: Diego Pallini Studio Notarbartolo e Gervasi

65 Costo medio brevetto europeo Fonte: Diego Pallini Studio Notarbartolo e Gervasi

66 Costo medio brevetto europeo Fonte: Diego Pallini Studio Notarbartolo e Gervasi

67 Domanda brevetto internazionale Deposito (domanda unica) Fase Internazionale (ricerca, pubblicazione domanda, esame preliminare) Fasi nazionali (EP, US, JP ecc.) Ricerca Esame Rilascio (Pubblicazione Brevetto)

68 Domanda brevetto internazionale 30 mesi a partire dalla data di deposito scopo di ottenere una opinione preliminare non vincolante Comprende ricerca ed esame Dopo 30 mesi si presentano diverse domande nazionali e/o regionali che seguono l iter previsto dalla procedura nazionale e/o regionale

69 Vantaggi e svantaggi PCT VANTAGGI Costi posticipati Rilascio dei brevetti posticipato!? Fasi nazionali e/o regionali semplificate SVANTAGGI Costi aumentati Rilascio die brevetti posticipato

70 Art. 65 CPI e Università di Verona Tutte le informazioni relative a questo tema sono contenute a questo link: ent=catdoc&id=3111&iddest=4&s Serv=69&serv=65&ssServ=124&l ang=it

71 Valori di Royalties utilizzate Fonte: Pallini Diego in Brevetti e imprese - IPSOA ed.

72 Perché costituire una Spin Off?

73 Cosa posso fare? A chi mi devo rivolgere? È la strada giusta? Di cosa ho bisogno?

74 La fuga dei cervelli? Non c'è lavoro? Sarò sottopagato? Ci sono esempi? Lectio Magistralis Federico Faggin

75 MOTIVAZIONE CUOA Master Honoris Causa of Business Administration Federico Faggin per le sue competenze tecnico-scientifiche, le qualità manageriali e imprenditoriali, la visione strategica e la concretezza operativa che lo hanno guidato in tutta la sua vita professionale. Fonte: Fondazione CUOA Laudatio Faggin

76 Chi è Federico Faggin 1941 nasce a Vicenza dove frequenta ITIS A. Rossi, 1960 progetta in parte e costruisce un piccolo calcolatore elettronico lavorando come tecnico nei laboratori Olivetti di Borgolombardo 1965 si laurea con 110 e lode a Unipd lavora alla SGS-Fairchild 1968 si trasferisce nei laboratori californiani di Palo Alto della Fairchild Semiconductor a capo di un team di ricerca sui semiconduttori. Alla Fairchild crea la tecnologia MOS con porta di silicio che renderà possibile la fabbricazione di memorie a semiconduttori, e il primo microprocessore, un paio di anni dopo. Fonte: Fondazione CUOA Laudatio Faggin

77 Testi tratti dalla Lectio Matistralis di Federico Faggin

78 Tipico percorso di una start up High-tech in Silicon Valley Punto di partenza: buona idea di prodotto. In generale, nuove idee vengono in mente a chi è sensibile e attento alle tendenze di mercato e alle nuove possibilità offerte dalle tecnologie emergenti. In questa fase creativa, l idea viene concepita e prende forma nella mente di una singola persona, o nella mente collettiva di un piccolo team di persone, grazie al loro contatto con un ambiente ricco di stimoli.

79 Tipico percorso di una start up High-tech in Silicon Valley Studio di fattibilità tecnologica e studio di mercato: l idea bisogna validarla con uno studio di fattibilità tecnologica e uno studio di mercato. Per far ciò occorrono delle risorse economiche modeste, che però sono spesso superiori a quelle disponibili tra i soci. Tali risorse devono quindi essere reperite all esterno. Inizia così la fase del seed financing, durante la quale emerge la figura dell angel investor.

80 Tipico percorso di una start up High-tech in Silicon Valley Angel investor: è un individuo facoltoso che ha fatto esperienza di come far partire e come gestire una ditta di startup. Spesso egli ha fatto parte del gruppo dei fondatori di una o più ditte di successo. L angel investor ama anche fare da mentore a imprenditori alle prime armi, insegnando come muoversi nel dare forma e sostanza alla nuova entità. Se le risorse economiche richieste sono superiori a quelle disponibili da un solo angel investor, è facile mettere in comune le risorse di più di uno di loro, visto che gli angel investors si conoscono tra di loro.

81 Tipico percorso di una start up High-tech in Silicon Valley Struttura giuridica: durante la fase iniziale, solo una persona lascia il posto di lavoro il futuro CEO o CTO (Chief Technical Officer). Gli altri soci, se ci sono, lavorano fuori orario, usando anche consulenti esterni, finchè lo studio di fattibilità non è concluso positivamente. Questa fase tipicamente dura da 3 a 12 mesi, richiede un finanziamento che va da $ a $2 milioni e si consclude con la chiara articolazione della value proposition, la formula di business, e la prova di principio.

82 Tipico percorso di una start up High-tech in Silicon Valley Esiti studi: se la fattibilità tecnologica e lo studio di mercato danno risultati positivi, si passa alla stesura di un piano finanziario e operativo proiettato su un arco che va da 3 a 5 anni. Questo documento serve anche per raccogliere i fondi necessari per lo sviluppo vero e proprio del prodotto, fondi che sono molto più ingenti di quelli richiesti nella fase precedente.

83 Tipico percorso di una start up High-tech in Silicon Valley Fase di sviluppo: il prodotto viene ingegnerizzato e progettato in modo che funzioni perfettamente, con dimensioni fisiche e consumi appropriati, producibile a costi competitivi, e con la dovuta qualità. Questo compito può coinvolgere un grosso team altamente specializzato che deve lavorare per qualche anno prima di raggiungere il livello desiderato di prestazioni e di costo.

84 Tipico percorso di una start up High-tech in Silicon Valley Ricerca capitali: la fase di sviluppo richiede un team che va da 5 a 40 persone, una durata da 12 a 24 mesi e una spesa che si aggira tra i $3 e i $20 milioni. Le risorse finanziarie necessarie vengono generalmente reperite tra le varie società di venture capital che esistono in Silicon Valley, in cambio di azioni della ditta per un ammontare che va dal 20% al 60% del numero totale di azioni.

85 Tipico percorso di una start up High-tech in Silicon Valley Fase di commercializzazione del prodotto: si crea l organizzazione di marketing e di vendite, il prodotto viene introdotto nel mercato, la produzione e le vendite vengono avviate, e si raggiunge il più presto possibile un fatturato sufficiente per fare profitti in modo da poter far crescere la ditta organicamente. Questa fase normalmente impiega ancora più risorse umane e finaziarie della fase di sviluppo, richiedendo una grossa organizzazione capace di comunicare al pubblico l esistenza e i vantaggi del nuovo prodotto, stabilire i canali di vendita, approntare le fabbriche e l engineering di produzione, continuare la ricerca e sviluppo per migliorare il prodotto, progettare la generazione successiva di prodotti, e naturalmente gestire il tutto in maniera efficace.

86 Tipico percorso di una start up High-tech in Silicon Valley Exit strategy: questa fase della startup va dal raggiungimento di cash flow positivo fino all exit, cioe al momento in cui le azioni della ditta diventano liquide. Ci sono sostanzialmente due modi per dare liquidità alle azioni: il primo, e il preferito dai venture capital, è quello di quotare in borsa la ditta; il secondo èdi vendere l azienda ad un altra in cambio di cash, o di azioni della ditta acquirente, purché essa sia una ditta quotata in borsa.

87 Elementi essenziali del modello innovativo Silicon Valley Primo elemento: Università e college di altissimo livello. Es. Stanford University; University of California, Berkeley; University of California, San Francisco; e Santa Clara University. Nella Baia di San Francisco ci sono un totale di 35 istituzioni pubbliche e 75 istituzioni private per l educazione superiore.

88 Elementi essenziali del modello innovativo Silicon Valley Secondo elemento: Personale con eccezionale preparazione scientifica, tecnica, manageriale e di marketing. Ciò è dovuto alla presenza di centinaia di ditte di alta tecnologia, all esistenza di università di prim ordine, e all attrazione che la zona esercita sui migliori ingegneri e scienziati del mondo.

89 Elementi essenziali del modello innovativo Silicon Valley Terzo elemento: Spirito imprenditoriale e innovativo. Il successo di molti imprenditori ha creato un profondo desiderio di emulazione nella popolazione locale, nonché attirato potenziali imprenditori da tutte le parti degli Stati Uniti e del mondo, creando un circolo virtuoso nella zona.

90 Elementi essenziali del modello innovativo Silicon Valley Quarto elemento: Venture capital Disponibilità di ingenti capitali di ventura. Tale percentuale è diminuita nel tempo e si aggira oggi sul 30%. Si stima che gli angel investors nella Silicon Valley investano circa il 30% del totale degli investimenti di venture capital. Pertanto in Silicon Valley l investimento totale medio annuale negli ultimi 10 anni è stato di circa $8.5 miliardi all anno.

91 Elementi essenziali del modello innovativo Silicon Valley Quinto elemento: Infrastruttura di servizi tecnici, finanziari, legali e logistici. In Silicon Valley è facilissimo trovare avvocati con esperienza di startup, commercialisti che offrono servizi di contabilità, consulenti tecnici e di marketing con espertise in tutti i campi, laboratori di servizi tecnici, servizi di preproduzione, e servizi immobiliari che mettono a disposizione uffici e fabbriche dove far partire una ditta.

92 Elementi essenziali del modello innovativo Silicon Valley Sesto elemento: Personale con esperienza di startup. Ci sono migliaia di imprenditori e di manager con esperienza di startup. Questa ricchezza è in parte riciclabile poichè molti imprenditori fanno partire più di una ditta durante la loro carriera, e spesso diventano consiglieri, mentori e angel investors in ditte di startup locali.

93 Elementi essenziali del modello innovativo Silicon Valley Settimo elemento: Diversità etnica. In Silicon Valley la diversità etnica è estrema. Di fatto ci sono più stranieri che americani. Molti dei nuovi arrivati sono studenti stranieri presso università americane che dopo la laurea decidono di lavorare localmente invece di ritornare al loro paese di origine. In generale chi arriva dall estero porta una voglia di lavorare e una voglia di sfondare che è decisamente superiore a quella della popolazione locale.

94 Elementi essenziali del modello innovativo Silicon Valley Ottavo elemento: Accesso ai mercati globali e visione globale. Con il facile accesso a personale qualificato di origine straniera, la cultura aziendale locale è molto aperta ai contatti e alla conoscenza dei mercati esteri, rendendo il mercato globale più accessibile e aiutando a formulare una visione globale che include le varie realtà che esistono nel resto del mondo.

95 Elementi essenziali del modello innovativo Silicon Valley Nono elemento: Stock options e altri incentivi simili. In quasi tutte le ditte di startup impiegati e operai ricevono delle stock options poco dopo l assunzione, e poi periodicamente, in proporzione al loro contributo al successo della ditta. La stock option è una opzione di comperare in futuro un certo numero di azioni della ditta al prezzo di mercato che esiste al momento dell assegnazione. In una ditta che produce prodotti di successo, il prezzo delle azioni sale in proporzione al valore prodotto, e quindi il dipendente può arricchirsi in proporzione al suo contributo al successo aziendale.

96 Elementi essenziali del modello innovativo Silicon Valley Decimo elemento: Eccezionale capacità di rinnovamento, ottimismo, e can-do-attitude. Questo è il risultato dell esperienza di chi ha fatto parte di una startup. Anche se la ditta non ha avuto successo e ha dovuto chiudere i battenti, il livello di energia, creatività e entusiasmo che si respira in queste imprese lascia un residuo positivo nell esperienza delle persone che ne hanno fatto parte.

97 Auspicio Federico Faggin Al termine della lectio magistralis Mi auguro che la Silicon Valley continui ad ispirare altre nazioni ad imitarla, poichè le ragioni profonde del suo successo sono legate alla valorizzazione di alcuni valori fondamentali umani: gli aspetti creativi e imprenditoriali della gente; il valore di una buona educazione scolastica; il darsi da fare con intelligenza, onestà e intensità; una mentalità egalitaria che condivide il successo tra coloro che l hanno reso possibile; il saper vivere insieme e in buon accordo con persone di tutte le razze; una apertura al rischio, e la mancanza di stigma per coloro che non hanno avuto successo, purché abbiano dato il massimo delle loro energie.

98 Grafici reperiti dalla pubblicazione:

99 Esiste una definizione generale di Spin Off? Per spin off della ricerca pubblica si intende: impresa operante in settori high-tech costituita da (almeno) un professore e/o ricercatore universitario o da un dottorando e/o contrattista e/o studente che abbia effettuato attività di ricerca pluriennale su un tema specifico, oggetto di creazione dell impresa stessa. l utilizzo da parte dell azienda di diritti di proprietà intellettuale dell università non è condizione necessaria; l università detenga una quota del capitale sociale aziendale è condizione sufficiente affinché si possa parlare di impresa spin off della ricerca pubblica.

100 E cosa sono le società Spin Off per UNIVR? Articolo 1 Definizioni e scopo. 1. L Università di Verona, in conformità ai principi generali del proprio Statuto, favorisce la costituzione di attività di impresa in forma societaria, finalizzate ai seguenti obiettivi: favorire il contatto tra le strutture di ricerca dell Ateneo e il mondo produttivo al fine di sostenere la ricerca scientifica e lo sviluppo tecnologico; completare la missione formativa e di ricerca dell Ateneo, promuovendo lo sviluppo dell imprenditorialità nella comunità accademica e nei giovani laureati, con assunzione di una funzione di indirizzo Fonte: e Regolamento garanzia Spindi Off tali dell Università attività. di Verona

101 873 spin off in Italia Fonte: VIII Rapporto Netval

102 42 spin off in Veneto Fonte: VIII Rapporto Netval

103 50% spin off in ICT e E&A Fonte: VIII Rapporto Netval

104 5 spin off Univr nel spin off Univr nel 2011

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106 in 16 anni quasi triplicato

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108 numero medio di addetti pari a 10 unità ETP; un fatturato medio di 776,1 mila Euro; una quota media di fatturato derivante dall export pari al 10% una quota media di fatturato investito in R&S pari al 45,9%.

109 Pochi partner finanziari

110 Dalla teoria alla pratica

111 La start up in un film? Università e college di alto livello Personale con eccezionale preparazione Spirito imprenditoriale innovativo Sviluppare l idea Dotarsi di infrastrutture Nascita Facebook La crescita esponenziale Monetizzare pubblicità Organigramma Personale con esperienza di start up Accesso al mercato globale Visione globale Fonte: Film The Social Network (v. art. 70 LDA)

112 E gli investitori?

113 Il mercato italiano del Private Equity e Venture Capital nel 2010 AIFI Associazione Italiana del Private Equity e Venture Capital Via Pietro Mascagni, Milano -

114 Cos è AIFI Associazione Italiana del Private Equity e Venture Capital, che dal 1986 riunisce gli investitori istituzionali nel capitale di rischio presenti in Italia. Oltre a rappresentare i propri associati, AIFI svolge un importante ruolo di diffusione, verso le imprese, della cultura del capitale di rischio e delle opportunità ad esso collegate.

115 GLOSSARIO Buy out Tecnica finanziaria diretta all acquisizione di un impresa mediante il ricorso prevalente al capitale di debito che verrà per lo più rimborsato con l utilizzo dei flussi di cassa positivi generati dall impresa stessa. Capital gain Differenza tra il prezzo di acquisto di una partecipazione e il ricavo derivante dalla sua vendita. Rappresenta la fonte di ricavo principale per un investitore nel capitale di rischio. Deal Investimento effettuato da un investitore nel capitale di rischio. Disinvestimento Cessione, totale o parziale, della partecipazione detenuta dall investitore al temine di un operazione di investimento e una volta raggiunti gli obiettivi di creazione di valore all interno dell azienda partecipata. Early Stage Investimento in capitale di rischio effettuato nelle prime fasi di vita di un impresa (comprendente sia le operazioni di seed, che quelle di start up).

116 GLOSSARIO Equity Capitale proprio dell azienda, versato, generalmente, attraverso la sottoscrizione di titoli azionari o quote. La sua remunerazione dipende dalla redditività e dal successo dell iniziativa, sia in termini di utile prodotto e distribuito ai soci tramite dividendi, sia in termini di aumento di valore delle azioni. Exit Termine generico con il quale si identifica il disinvestimento. Expansion Investimento in capitale di rischio effettuato nelle fasi di sviluppo dell impresa, realizzato attraverso un aumento di capitale e finalizzato ad espandere (geograficamente, merceologicamente, ) un attività già esistente. Follow on Successivo investimento nel capitale di rischio di un impresa già partecipata dallo stesso investitore nel capitale di rischio. Fondo mobiliare chiuso Strumento finanziario che raccoglie capitali presso investitori istituzionali (quali banche, fondazioni, compagnie assicurative, fondi pensione, ) e presso privati, per investirli nel capitale di rischio di imprese non quotate.

117 GLOSSARIO Initial Public Offering (IPO) Offerta pubblica di vendita o di sottoscrizione di azioni di un'impresa, finalizzata ad avviare il processo di quotazione in Borsa. Investitore captive Operatore nel capitale di rischio posseduto per una quota di maggioranza da un istituzione finanziaria o industriale, che ne definisce le linee strategiche e operative, e gli fornisce i capitali necessari per l attività di investimento. Si contrappone all investitore indipendente. Investitore indipendente Operatore nel capitale di rischio non riconducibile, in termini sia di emanazione che di provenienza dei capitali utilizzati, ad un altra istituzione finanziaria o industriale, mantenendo, pertanto, totale autonomia strategica e gestionale. Large deal Investimento di importo (equity) compreso tra i 150 milioni di Euro e i 300 milioni di Euro. Mega deal Investimento di importo (equity) superiore ai 300 milioni di Euro.

118 GLOSSARIO Private equity Termine utilizzato per indicare, in modo generale, l attività dell'investitore nel capitale di rischio. Replacement Investimento finalizzato alla riorganizzazione della compagine societaria di un impresa, in cui l investitore nel capitale di rischio si sostituisce, temporaneamente, a uno o più soci non più interessati a proseguire l attività. Seed Investimento nella primissima fase di sperimentazione dell idea di impresa, quando è ancora da dimostrare la validità tecnica del prodotto/servizio. Start up Investimento finalizzato all avvio di un attività imprenditoriale, quando non si conosce ancora la validità commerciale del prodotto/servizio, ma esiste già almeno un prototipo. Trade sale Modalità di disinvestimento, attraverso la quale la partecipazione detenuta dall investitore nel capitale di rischio viene ceduta ad un acquirente industriale, determinato all acquisto in virtù di una motivazione strategica.

119 GLOSSARIO Turnaround financing Operazione con la quale un investitore nel capitale di rischio acquisisce un'impresa in dissesto finanziario, al fine di ristrutturarla e renderla nuovamente profittevole. Venture Capital Attività di investimento in capitale di rischio realizzata da operatori professionali e finalizzata alla realizzazione di operazioni di early stage ed expansion. Write off Abbattimento totale o parziale del valore della partecipazione detenuta da un investitore nel capitale di rischio, a seguito della perdita di valore permanente della società partecipata ovvero della sua liquidazione o fallimento, con conseguente riduzione della quota detenuta o uscita definitiva dalla compagine azionaria.

120 LA RACCOLTA DEI CAPITALI Risorse complessivamente raccolte nel 2010 pari a milioni di Euro significativa ripresa, +129% rispetto al 2009 grazie al Fondo Italiano d Investimento, sottoscritto dai principali istituti bancari e dalla Cassa Depositi e Prestiti e promosso dal Ministero dell Economia

121 INVESTIMENTI IN ITALIA 292 nuove operazioni su 226 società pari a milioni di Euro rispetto % come investimenti +3% sul numero di operazioni

122 DISINVESTIMENTI IN ITALIA Ammontare disinvestito al costo di acquisto delle partecipazioni 977 milioni di Euro distribuiti su 123 dismissioni interessato 112 società

123 Libro bianco AIFI Proposte per lo sviluppo del venture capital in italia AIFI Associazione Italiana del Private Equity e Venture Capital Via Pietro Mascagni, Milano -

124 La rilevanza del venture capital come motore di sviluppo economico L attività di investimento in venture capital rappresenta, a livello globale, un importante motore di sviluppo non solo per le aziende coinvolte, ma anche per il sistema economico di un Paese

125 L intervento dell attore pubblico nel settore del venture capital A livello comunitario, la Commissione Europea ha più volte sottolineato come, in Europa, sussista una situazione di equity gap, ovvero una grave e generalizzata carenza di finanziamenti di avvio, con particolare riferimento alle iniziative imprenditoriali più innovative.

126 L intervento dell attore pubblico nel settore del venture capital alcune linee guida il più efficace modello di intervento pubblico nel settore del venture capital è, generalmente, quello del fondo di fondi; l intervento dell attore pubblico deve mirare a sostenere tutta la filiera del venture capital; è necessario prevedere adeguate misure a supporto del trasferimento tecnologico delle innovazioni derivanti dalla ricerca di base; promuovere un migliore utilizzo e coordinamento sugli strumenti UE a sostegno dell innovazione; il mercato del venture capital presenta una componente culturale determinante.

127 Grazie per l attenzione Luca Guarnieri Responsabile Liaison Office Area Ricerca Università degli Studi di Verona Mob Via Giusti, 2 - Verona

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