Dipartimento Ambiente
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- Marcella Biagi
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1 Dipartimento Ambiente Arenzano, 20 marzo2015
2 Così come altrove, il ritorno del lupo in Liguria ha suscitato opinioni e sentimenti contrastanti. Da un lato soddisfazione e dall altro preoccupazione degli allevatori e timore, pur ingiustificato, degli abitanti dell entroterra. Per questi motivi la Regione Liguria ha avviato, dal 2007, un Progetto Regionale, per studiare tutti gli aspetti legati al ritorno del lupo e i conseguenti conflitti con le attività economiche dell entroterra, in particolar modo quelle legate agli allevamenti. Ciò al fine di garantire da un lato la tutela di questa importantissima specie, protetta da norme nazionali e internazionali, e dall altro lo svolgimento delle attività zootecniche, individuando le più opportune azioni gestionali.
3 In passato la presenza del lupo in determinate zone della Liguria è stata monitorata da alcuni Enti maggiormente coinvolti nel problema (Province e Parchi), i quali hanno prodotto dati importanti. Considerata però l ampia valenza territoriale della specie, era chiara la necessità di gestire il problema a livello regionale organico e coordinato. Inoltre era evidente la necessità di collegamento con le attività condotte nelle regioni limitrofe in quanto gli areali dei branchi si estendono su territori molto vasti, che travalicano i confini regionali. Quindi: Il Progetto Regionale
4 Il progetto è stato promosso, finanziato e coordinato dal Dipartimento Ambiente, su capitoli destinati alla tutela della biodiversità e ad iniziative di sistema nelle aree protette, e negli ultimi anni anche su capitoli del Dipartimento Agricoltura destinati alla tutela della fauna selvatica. Per l ultimo triennio si è inoltre usufruito di un finanziamento POR-FESR. Il progetto è coordinato dal Settore Progetti e Programmi per la Tutela e Valorizzazione Ambientale, del Dipartimento Ambiente. La gestione amministrativa ed operativa è stata affidata al Parco Naturale Regionale dell Antola. Lo staff scientifico e le attività di monitoraggio sono coordinati da un Responsabile scientifico (Università di Pavia).
5 OBIETTIVI Monitoraggio della ricomparsa del lupo in Liguria Il monitoraggio e la ricerca costituiscono il primo punto, fondamentale, del progetto, per acquisire le informazioni sulla presenza del lupo, sulla sua dinamica di colonizzazione e sulle sue interazioni con animali domestici e selvatici. Attività previste: - monitoraggio della presenza del lupo; - studio dell ecologia alimentare del lupo; - monitoraggio presenza e condizione sanitaria cani vaganti; - monitoraggio predazioni bestiame (impatto su zootecnia); - indagine sulle modalità di conduzione degli allevamenti, per individuare idonee forme di prevenzione nei confronti delle predazioni.
6 Gestione del conflitto lupo-zootecnia Tre aspetti di fondamentale importanza: - risarcimento dei danni da predazione (individuare ed applicare una procedura efficace, attraverso protocolli d intesa con le province e con le ASL o con l introduzione di specifiche norme legislative); - prevenzione dei danni (recinti elettrici, dissuasori acustici, ricoveri notturni, cani; problema cani vaganti); - informazione, supporto ed assistenza agli allevatori, con il coinvolgimento di Enti e Istituzioni già operanti sul territorio (Province, Parchi, Corpo Forestale dello Stato, ASL, ecc.). Nell ambito del programma è stato inoltre previsto, ed avviene da anni, lo sviluppo di azioni di prevenzione.
7 Sensibilizzazione e comunicazione al pubblico e ai gruppi di interesse Attività di sensibilizzazione con i gruppi di interesse (allevatori, cacciatori, associazioni, popolazione). Studi di human dimension, per investigare la percezione e le opinioni delle comunità locali nei confronti del lupo. Questa attività consente di svolgere da un lato una capillare informazione sul lupo, e dall altro di verificare gli atteggiamenti nei confronti del lupo e sulle possibilità di gestione, la percezione del suo impatto sul bestiame domestico e sugli ungulati selvatici e della sua eventuale pericolosità nei confronti dell uomo. Si è inoltre ritenuto opportuno prevedere la pubblicazione e la divulgazione delle informazioni.
8 Elaborazione di un piano di gestione del lupo sul territorio regionale In prospettiva il progetto dovrebbe definire un Piano di gestione della specie a livello regionale, in accordo con il Piano di azione nazionale per il lupo. Il Piano dovrebbe analizzare dettagliatamente dal punto di vista ecologico, socio-economico, gestionale, politicoamministrativo, i fattori favorevoli e sfavorevoli alla conservazione del lupo e definire strategie ed azioni per la tutela e la gestione della specie. È auspicabile che con la definizione del Piano la Regione Liguria si doti di uno strumento legislativo specifico che sia rivolto alla protezione del lupo, ma che tenga conto anche delle esigenze di chi vive ed opera nelle aree interessate dal fenomeno.
9 Le attività di monitoraggio a livello regionale, avviate all inizio del 2007, hanno utilizzato i seguenti metodi monitoraggio tramite transetti ululati indotti (wolf-howling) fototrappole reperimento di tracce sulla neve (snow-tracking) analisi di escrementi e altri reperti registrazione degli eventi di predazione analisi genetiche.
10 Monitoraggio della ricomparsa del lupo in Liguria acquisire le informazioni sulla presenza del lupo e sulle sue interazioni con animali domestici e selvatici
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21 La difficile convivenza con l uomo Nessun mammifero in Italia è mai stato perseguitato e odiato quanto il lupo. Il lupo non piace ai cacciatori, che lo considerano un competitore, agli allevatori, perché provoca danni al bestiame, agli animalisti perché è un predatore che si ciba di ungulati, all'opinione pubblica male informata perché costituirebbe un pericolo per gli escursionisti, e piace poco anche ad alcuni funzionari ed amministratori, che lo considerano un costoso e scomodo argomento da gestire. Il lupo è uno degli animali che hanno più stimolato la fantasia, alimentando favole, miti e leggende.
22 Lupo ed attività zootecniche La presenza del lupo può costituire un problema per gli allevatori, in quanto costituisce un pericolo per la loro attività. Le specie domestiche più vulnerabili sono pecore e capre e, in minor misura, giovani bovini ed equini. I danni, pur potendo risultare rilevanti per un singolo allevamento, sono su scala generale di scarsa entità. Le amministrazioni pubbliche, i ricercatori, i parchi e le associazioni sono impegnati a gestire la convivenza di questo predatore con gli allevatori ed esistono forme di indennizzo per chi ha subito danni causati da lupi.
23 Siccome fino ai primi anni Ottanta La Liguria non era più frequentata da lupi, i pastori liguri non pensavano più a questa possibile minaccia e quindi non esercitavano alcun controllo, né forme di prevenzione, e gli animali domestici venivano lasciati in totale libertà. Gli allevatori attuali, (e il bestiame) si sono abituati rapidamente a questa nuova situazione, dimenticando la secolare convivenza tra predatori e prede che si presentava normalmente ai pastori di un tempo; essi si sono quindi dimenticati anche tutte le forme di prevenzione che si attuavano per la conservazione del gregge.
24 È ovvio che il pascolo brado sia più rischioso per il bestiame, che risulta più vulnerabile agli attacchi di lupi e cani randagi, al pari degli ungulati selvatici. Però, mentre questi ultimi conoscono i meccanismi naturali di difesa dai predatori, il bestiame li ha dimenticati nel corso del lungo processo di domesticazione, divenendo una preda più facile. Il lupo vede nel bestiame una valida alternativa agli animali selvatici, perché gli è più facile catturare una pecora o un vitello, disponibili spesso in gran numero sui pascoli, che cercare le prede selvatiche. Sembra però che in un territorio in cui il predatore sia presente da anni si riscontrino meno danni al bestiame, rispetto alle aree di nuova colonizzazione.
25 Purtroppo la presenza del lupo e dei cani vaganti costituirà sempre una minaccia per il bestiame, nonostante gli Enti preposti adottino iniziative per rendere possibile la convivenza. È tuttavia importante che anche i pastori adottino e seguano idonee procedure per la gestione del bestiame. È quindi fondamentale una corretta informazione agli allevatori sui modi, i costi e gli scopi della prevenzione: oltre all utilizzo di cani da pastore, è opportuno incentivare la presenza del pastore al pascolo, oppure l'uso di recinti elettrificati o dissuasori sonori. La Regione Liguria, Con il Progetto Lupo, fornisce queste attrezzature gratuitamente agli allevatori che le richiedono.
26 I cani da pastore sono da sempre uno strumento di difesa importante per la tutela del bestiame, essendo in grado di respingere gli attacchi. È stato infatti ampiamente dimostrato che greggi custodite da cani sono soggette a danni trascurabili rispetto a quelle incustodite. Sono state selezionate nel tempo numerose razze di cani addestrati allo scopo, ma le più antiche sembrano essere originarie dell Asia e successivamente introdotte in Europa da pastori nomadi, circa 5000 anni fa. In Italia si è dimostrato particolarmente efficace il pastore maremmano abruzzese, non solo nei confronti dei lupi, ma anche dei cani vaganti.
27 Il problema dei cani vaganti è serio, a vari livelli: incolumità pubblica, aspetti igienico-sanitari, danni al bestiame e alla fauna selvatica. L opinione pubblica non sembra però percepirne la gravità e ne viene a conoscenza solamente nei casi di attacco all uomo. In Italia sono oltre un milione, compresi i cani padronali in libertà. Se il numero di lupi è stimato in circa individui, si ha un rapporto di un lupo per più di cani vaganti. Essi hanno un forte impatto sulla zootecnia, sia per il loro numero, sia perché ogni loro attacco provoca un numero circa doppio di vittime rispetto ai lupi. Questi sono infatti cacciatori molto più abili e selezionano le prede, uccidendo solo quelle necessarie. Il lupo però viene ingiustamente ritenuto responsabile di tutte le predazioni di bestiame e di fauna selvatica
28 Il bracconaggio è probabilmente la principale causa di morte del lupo in Italia. Si ritiene che annualmente venga uccisa una percentuale tra il 10 e il 20% della popolazione complessiva di lupo. Nonostante la diffusione del fenomeno, in Italia non era mai stata inflitta alcuna condanna, fino al 2011, quando, proprio in Liguria, un bracconiere è stato condannato per aver ucciso sei lupi. È vero che, grazie alla protezione in atto dai primi anni Settanta, la popolazione di lupo in Italia si sta riprendendo, ma con l'aumento del numero di lupi, aumenta il numero di esemplari uccisi.
29 Sensibilizzazione e comunicazione al pubblico e ai gruppi di interesse Corsi di formazione (Polizia Provinciale, Veterinari ASL, Corpo Forestale dello Stato) Pubblicazione e divulgazione delle informazioni Attività di sensibilizzazione con gruppi di interesse (allevatori, cacciatori, associazioni, popolazione)
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31 home / Natura / biodiversità e rete natura 2000 / emergenze naturalistiche / il lupo
32 Azioni future Come già enunciato, e visti i risultati ottenuti, è auspicabile che si prosegua lungo il percorso intrapreso, in base a quanto previsto dal Progetto, continuando ad implementare le conoscenze già acquisite in questi anni e ad attuare l adozione di sistemi di prevenzione, e lavorando ad una proposta di normativa regionale di standardizzazione dei metodi di accertamento danni, di risarcimento e di prevenzione, in collaborazione con gli altri enti e strutture preposti.
33 Azioni future Infine, la Regione ha sempre ritenuto importante collaborare con altre Regioni ed altre Istituzioni su questo tema, per favorire uno scambio e condivisione di dati, di esperienze e di buone pratiche, ed un ottimizzazione delle sempre più scarse risorse disponibili.
34 e d ora in poi, a chi vi dirà un augurale «in bocca al lupo!», non rispondete più con un macabro e poco simpatico «crepi!», ma con un molto più gioioso e appropriato «viva!», «viva il lupo!»
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