Riunione congiunta Comitati Scientifico Esecutivo Roma 9/10 ottobre 2008 Relazione introduttiva di Roberto De Santis

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1 Riunione congiunta Comitati Scientifico Esecutivo Roma 9/10 ottobre 2008 Relazione introduttiva di Roberto De Santis Credo che nemmeno studiandoci saremmo riusciti, quando abbiamo programmato a Maggio questa riunione, a centrare il momento più caldo della trattativa sul modello contrattuale. Per la verità non avremmo voluto. Speravamo che l intesa unitaria sarebbe riuscita a rimuovere le ultime resistenze datoriali, quindi a marginalizzare gli avversari che da tempo impediscono il necessario aggiornamento delle regole della contrattazione. La riforma del modello contrattuale, infatti, aveva due avversari ( il gruppo confindustriale, che aveva imposto a suo tempo l infelice esperienza D Amato, e una parte della CGIL). Speravamo fossero disarmati dai due cambi di guardia in Confindustria e dall intesa unitaria sottoscritta dalla CGIL. Non sembra sia così. Le resistenze di quella parte sindacale appaiono più forti di quanto previsto e potrebbero dare di nuovo vigore a chi, dall altra parte, preferisce non avere il sindacato fra i piedi e una gestione unilaterale del rapporto con i lavoratori. Su questo tema abbiamo tempestivamente fornito i documenti unitario e confindustriale e la posizione della CISL. 1

2 Tutto si può migliorare come, ad esempio, tentare di ottenere un sostegno governativo (in aggiunta certo alla conferma dei provvedimenti di detassazione delle parti economiche determinate dalla contrattazione di secondo livello) alla politica dei redditi, prima di introdurre l esclusione dal calcolo dell inflazione di quella parte importata con l energia. Sostegno quale il blocco delle accise, l impegno a rendere uguali, alla pompa, i tempi relativi all aumento e alla diminuzione dei carburanti, in ragione delle dinamiche del costo del petrolio. Queste misure potrebbero aiutare e rendere meno pesante al potere d acquisto l accettazione di un calcolo che esclude l inflazione importata con l energia. Ma, come non riconoscere l importanza di avere un indice condiviso fra le parti per la salvaguardia del potere di acquisto dei salari? Come dimenticare i balletti sulle cifre che hanno avvelenato l avvio delle trattative? L amarezza per questa situazione è tanta ed è inasprita dalla constatazione che prevale ancora la semplice regola aurea di una parte del sindacalismo italiano, cioè che quello che viene da noi è cattivo, mentre ciò che viene da loro è perfetto. Salvo poi accorgersi, dopo un po di tempo, come è accaduto negli anni 50 con la contrattazione articolata e più recentemente con l accordo del 1993, che la CISL aveva ragione. Crediamo che una riforma del modello contrattuale ci viene richiesta dalla necessità di essere il più adeguati possibile anche alla crisi finanziaria mondiale. Cuore e azioni rivolte esclusivamente agli strumenti finanziari a discapito del prodotto, del servizio, della 2

3 persona, degli investimenti e della sicurezza, sono un danno all economia reale e, già, si profila un ulteriore deciso rallentamento dello sviluppo. Attardarsi sulle questioni ideologiche non è utile ai lavoratori, compromette la capacità del nostro Paese di attrezzarsi per vivere la dimensione mondiale dell economia. Si conferma così la teoria secondo la quale il sindacato conservatore o moderato rende pigro l imprenditore nell innovazione. C è bisogno piuttosto di impegnare tutte le forze, affinché la questione vera trovi l adeguata priorità. Si tratta dell investimento che impresa e lavoro devono promuovere, insieme e ciascuno per la propria parte, per rendere disponibile un capitale intellettuale, professionale e relazionale, in grado di fronteggiare la sfida competitiva proveniente dalla concorrenza globale. C è chi si attarda sulle questioni declinanti del fordismo e chi, pur sapendo che si deve investire di più e meglio nel capitale umano, spera che siano altri a farlo, e si attrezza ad utilizzare opportunisticamente le risorse liberate. Se la crisi attuale, invece, è gestita con un sano gusto del reale, l uscita dal tunnel potrebbe vedere il nostro Paese allineato con i paesi di testa dell economia mondiale e invertire la tendenza di un declino emarginante. Si spezza, infatti, la morsa che fino ad oggi ha stretto l Italia: da un lato i paesi avanzati che competono innovando con grandi mezzi e dall altro i paesi con lavoro a basso costo che praticano dumping sociale ed ambientale. 3

4 I mezzi ingenti di quei grandi paesi saranno destinati a tamponare, infatti, le voragini create da una finanziarizzazione dell economia. Il primo impegno che le parti devono assumere, allora, è quello di far crescere la produttività e ripartire l aumento fra impresa, lavoro, formazione e ricerca. Il consapevole equilibrio fra queste componenti, consente una contrattazione aziendale e territoriale puntuale, efficiente e orientata alla valorizzazione della persona, il bene inesauribile e facilmente disponibile. Ciò significa compiere quel salto di qualità ormai non più rinviabile. Speravamo che ad oggi fosse tutto concluso e si potesse iniziare a studiare come rendere più efficace l esigibilità della contrattazione di secondo livello per ripristinare alcuni istituti negoziali per la categoria dei quadri e dei lavoratori al alta professionalità. La nostra idea, scaturita dall approfondimento avviato alla nostra VI conferenza nazionale del Maggio scorso, era ed è quella di confermare le ragioni della opzione netta a vantaggio della contrattazione di secondo livello e di ricercare le migliori modalità: per coinvolgere i quadri aziendali nelle varie fasi negoziali, per far emergere, assieme a loro, i contenuti negoziali più aderenti alla realtà aziendale, per contrattualizzare istituti attualmente sfuggenti, per individuare il miglior uso possibile degli impianti, per l introduzione di innovazioni in grado di garantire lo sviluppo e la crescita aziendale. 4

5 A Firenze, abbiamo cominciato a ragionare sulla forza della mitezza per contrapporla all arroganza, alla prepotenza e alla protervia, le caratteristiche con cui si tentava e si tenta di connotare da troppo tempo le questioni del lavoro. Abbiamo continuato a declinarlo nel lavoro di realizzazione della precondizione per un negoziato win win, ovvero nella ricerca delle reciproche convenienze per giungere ad un intesa condivisa, responsabile, esigibile e capace di soddisfare i bisogni che l hanno determinata. Le conseguenze delle innovazioni che vengono introdotte nel sistema produttivo, comunque positive, in primis investono i quadri e i lavoratori ad alta professionalità. Vivere in un contesto di continua innovazione richiede ai quadri, infatti, di avere la capacità di rispondere alla esigenza di combinare risorse diverse per raggiungere risultati di assoluta eccellenza. Ovvero, il Quadro deve avere la capacità di comprendere gli scenari, di decidere nell incertezza, di essere reattivo ai cambiamenti e anzi di prevenirli, di essere aggiornato sulle innovazioni tecnologiche e sulle competenze tecnico - specialistiche e di apprendere ad apprendere. APQ invoca, da tempo, questa trasformazione, perché può garantire il lavoro e può aiutare a costruire il futuro con un nuovo stile di management, che si faccia carico di ridurre stress e insicurezza, invece crescenti in quest ultimo decennio. È qui, in questa categoria che si trovano le persone che capiscono che le sole opportunità di sicurezza nel lavoro sono quelle che derivano dalle proprie capacità e dalla 5

6 continua produttività e rivendicano percorsi certi di formazione continua. Ciò è una ricchezza per le aziende e non solo. Può essere disponibile anche per il sindacato. Un patrimonio, questo, che va, infatti, posto in sinergia con la strategia che sottende lo sviluppo della contrattazione di secondo livello. Un patrimonio di cui la CISL non può privarsi nel perseguire il suo cammino. Lo sviluppo della contrattazione di secondo livello impone al sindacato di impossessarsi di ulteriori abilità, ovvero è necessario rafforzare la propensione all innovazione, all imprenditorialità, allo sviluppo della capacità di apprendere, alla responsabilità. Da questi lavoratori la CISL può aspettarsi l impegno a trasferire l attitudine ad affrontare in modo ordinato i problemi e risolverli con un ampio ventaglio di conoscenze, approfondire con strumenti analitici e con studi di casi di elevato contenuto di valutazioni oggettive, i temi dell inedita responsabilità. Il ruolo dei quadri, all interno della CISL, può rispondere anche all esigenza di interagire in modo equilibrato e consapevole fra tutela e sviluppo aziendale. Può, qui, infatti essere utile la lunga esperienza dei quadri abituati a contemperare risorse ed indicazioni strategiche al fine di pervenire ai più alti risultati. Dobbiamo però continuare a promuovere la incessante ricerca di una proficua sintonia. 6

7 Vediamo nel merito cosa succede attualmente ai quadri. L accordo del 23 luglio del 1993, che è (sarebbe utile che qualcuno si ricordasse di quante rigidità ci siamo fatti responsabili, ma anche del coraggio che alcuni gruppi dirigenti hanno mostrato nel rimuoverle) il compimento di un processo partito nel 1977 con la svolta dell EUR, non è stato in grado di ottemperare a tutti gli obiettivi che gli erano stati affidati. Pensiamo al tema dell occupazione, che negli intenti anticipava gli orientamenti della strategia di Lisbona, ma che non ha fatto passi significativi in avanti e che fa registrare fenomeni inediti di precarietà. Le parti in questi anni hanno introdotto degli aggiustamenti che hanno coperto alcuni nei di quell accordo. Nei Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro per i quadri esiste, in genere, un istituto significativo. La normativa è giustamente uguale per tutti; i quadri sono esclusi, tranne due eccezioni, dalla disciplina dell orario di lavoro; è prevista in alcuni un indennità di funzione più nominale che sostanziale. Ha valore l istituto salariale. Ma fino a quando? Da indagini che conduciamo con centri specializzati da anni, risulta, infatti, che diminuisce anche l importanza del ruolo sindacale nel salario. Da una recente ricerca sulle politiche retributive emerge quanto le aziende procedano da sole in questa materia. Nella retribuzione fissa ci sono stati aumenti sia nel 2007 che nel corso di questa parte del 2008 ( quadri più 4% 2007 e più 3,6% nel 2008). Solo il 2,1% degli incrementi sulla retribuzione fissa per i quadri si basano su criteri 7

8 generali uguali per tutti; nell 81.2% dei casi essi sono legati a risultati del lavoratore. I quadri sono fortunati, ma ciò che segue dimostra che è compromessa l autorità salariale del sindacato. I dirigenti e i quadri che non hanno ottenuto un incremento l anno precedente, se lo ottengono l anno successivo recuperano quasi sempre il gap. Ciò non succede per le altre due categorie (impiegati e operai). C è poca trasparenza. La comunicazione formale del pacchetto retributivo è scarsa ed è cosi suddivisa: su richiesta diretta alla direzione del personale 35 % dai diretti capi 31,4 % nessuna comunicazione 20,9 %. Di rilievo è poi la retribuzione variabile, che cresce come incidenza per tutti. Quella dei quadri, costituita per il 55,5% da incentivazione collegata ad obiettivi individuali e ad obiettivi aziendali per il 39,3%, ha le seguenti ulteriori tipologie: bonus/gratifica 35,6% premi collettivi 37,2% incentivazione collegata ad obiettivi di gruppo 19,9% incentivi di lungo termine 2,6% In alcuni casi le varie leve si sommano. In diverse realtà aziendali anche i sistemi di valutazione di competenze e comportamenti danno luogo ad un premio variabile;si tratta di un 22% dei casi. Va sottolineato, infine, il peso che hanno i quadri nella gestione delle politiche retributive per le altre categorie: 8

9 nel 78,5 % dei casi gli incrementi dipendono dal responsabile della linea. Tutto ciò si giustifica perché è poco praticata la contrattazione aziendale, per lo meno non esistono dei criteri negoziati che diano luogo alla parte variabile. Questa occasione ci sarà utile per comprendere anche le ragioni del mancato sviluppo di questa parte dell accordo del 23 luglio 1993 e relativo alla contrattazione aziendale. Queste sicuramente andranno dalle dimensioni aziendali, all idiosincrasia datoriale, dalle difficoltà oggettive alle resistenze a sporcarsi le mani con le necessarie trasformazioni. Desta preoccupazione l ultima ricerca del CNEL che ha registrato una flessione della contrattazione aziendale. Lo studio segnala una flessione dei contratti aziendali nel periodo 1998/2006, confermando il calo registrato nel precedente rapporto relativo al biennio Oggi, si legge nel rapporto, questo fenomeno risulta più accentuato e interessa tanto le grandi imprese tanto, in modo ancora più evidente, le medie imprese. Le motivazioni che si leggono nel documento del CNEL irrobustiscono le convinzioni di chi come noi insiste per la riforma del sistema contrattuale. Secondo il CNEL la flessione è dovuta alla caduta della produttività e il conseguente mancato rinnovo degli integrativi aziendali; alle difficoltà nelle relazioni industriali evidenziate dal forte ritardo dei rinnovi dei contratti collettivi nazionali. 9

10 Potremmo continuare nella ricerca dei limiti attuali nella contrattazione, ma crediamo che: o la scarsa autorità salariale o la mancanza di trasparenza negli sviluppi professionali o l assenza di criteri oggettivi per la definizione dei carichi di lavoro e dei budget individuali o l esigenza di maggiore e qualificata formazione o l urgenza del migliore utilizzo degli impianti o lo sviluppo di relazioni sindacali partecipate o il rispetto di tempistiche certe delle scadenze contrattuali o l esigibilità di contenuti negoziati, siano sufficienti per dire che con l impianto attuale si disattendono le attese, i bisogni e le ispirazioni dei lavoratori. Non è certamente un caso che dove le relazioni industriali sono buone, effettive e coniugate con la ricerca condivisa di nuovi modelli organizzativi, esse corrispondono anche alla necessità di miglioramento delle performance aziendali e delle condizioni e della qualità del lavoro. Non vogliamo il rilancio della contrattazione aziendale per meri motivi corporativi, ma per garantire benefici per tutte le parti in causa. Chateaubriand scriveva: La superiorità del Purgatorio sull Inferno o sul Paradiso,sta nel fatto che ha un avvenire. Il rafforzamento della contrattazione di secondo livello è di una superiorità sovrastante perché ha un avvenire per tutti. 10

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