Quadrimestrale edito dal Collegio Provinciale IPASVI di Trento. Registrazione Tribunale di Trento n del Indirizzo redazionale: Via
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1 Quadrimestrale edito dal Collegio Provinciale IPASVI di Trento. Registrazione Tribunale di Trento n del Indirizzo redazionale: Via Calepina Trento. Direttore responsabile: Massimo Dalledonne. Stampa: Centro Stampa Gaiardo O. snc - Borgo Valsugana (TN). Poste Italiane SpA Spedizione in Abbonamento Postale 70% NE/TN
2 Sommario Sicurezza e presa in carico: dove siamo oggi Editoriale 2 Crisi dell assistenza infermieristica inglese e del nursing italiano: verso quale direzione? 4 Assistenza infermieristica diretta: siamo davanti a un allontanamento della professione dal contatto con il paziente? 6 Il giro del pazienti: un passo indietro o un passo avanti nella presa in carico dei nostri pazienti? 8 Analisi e confronto sullo stato psicologico e qualità di vita tra usual care e monitoraggio telematico in pazienti (donne) portatrici di ICD 10 News 13 Corsi IPASVI Brochure corsi IPASVI Modulo di iscrizione Il tema conduttore, affrontato ed approfondito con il Notiziario Notizie e informazioni è stato, in questi ultimi numeri, quello della sicurezza. Tema che vogliamo continuare a tenere come riferimento perché è, secondo noi, un linguaggio universale, caro a tutti e di interesse per tutti. Infatti, la sicurezza rappresenta uno degli elementi trasversali a tutti gli ambiti e contesti ma anche quale principio etico e deontologico che guida e orienta le scelte ed azioni di tutti! Dai professionisti, ai responsabili organizzativi, ai decisori politici, ai cittadini ed a tutti gli stakeholders a vario titolo coinvolti ed interessati alla salute dei cittadini. Il contesto che si prospetta dinnanzi per i prossimi anni, è caratterizzato dalla forte ed impellente necessità di innovazione. Ma, attenzione a cosa s intende e si indica per innovazione! Per innovare è necessario avere basi solide, punti/dati di riferimento oggettivi e precisi, perché è su questi che si possono poggiare le scelte e le azioni definite e contenute in un vero e realizzabile progetto innovativo. Progetto d innovazione che deve essere capace di prevedere e pre definire gli outcome di salute nonché tutti i risultati attesi nei contesti organizzativi ed operativi del Sistema Sanitario Provinciale: sapere cosa si vuole fare e conoscere cosa si vuole avere ma avendo cura che questo avvenga con la massima consapevolezza e partecipazione di tutti. E quindi, anche dei professionisti tra i quali, un ruolo importante è posto in capo agli infermieri. E per essere pronti cioè capaci di proporre e sostenere proposte e scelte, è necessario avere bene chiaro il proprio mandato professionale. Mandato inteso come valori guida etico deontologici, propri degli infermieri, con una chiara identità professionale e del modello assistenziale di riferimento che esprime grande responsabilità sui propri interventi assistenziali sia diretti che indiretti, educativi, di guida e accompagnamento, di sostegno e di vicinanza. La sostenibilità del ruolo e mandato riconosciuto agli infermieri avviene nella misura in cui si dimostra misurando le ricadute in termini di qualità della vita dei cittadini anche in una situazione di cronicità e disabilità. Uno studio di Almalaurea (Bologna - rapporto 2014, dati 2012 su 64 atenei e quasi 450 mila laureati) conferma come anche nel settore sanitario, la crisi fa sentire i suoi effetti con una diminuzione del tasso occupazionale dell'83% sul totale anche per gli
3 Editoriale infermieri. Meglio solo fisioterapisti, logopedisti (88%) e igienisti dentali (87%). All'estremo opposto i tecnici, con un trend che evidenzia anche un ulteriore peggioramento del trend occupazionale nell ultimo anno. Quindi, pur rimanendo ancora in cima alla classifica di quelle professioni che trovano lavoro più rapidamente, non è possibile stare fermi a guardare: in 6 anni le professioni dell area sanitaria hanno comunque perso il 25% di occupazione. Stando ai risultati dell indagine, le performance occupazionali delle professioni sanitarie risultano in crisi in tutte le quattro aree, seppure con valori diversi, dal 2007 al 1012: dall 88% al 78% (perciò -10%) nella riabilitazione; dal 74% al 50% (-23 punti) nella prevenzione; dal 90% al 60% del (-30) nell area infermieristica-ostetrica; dall 81% al 50% (-31 punti) nell area tecnica. Questi dati devono però essere stimolo per riflettere sulla nostra professione che trova la sua ragion d essere ed esclusività di mandato nella relazione d aiuto per rispondere ai bisogni di assistenza infermieristica dei singoli e della collettività. Diventa oggi più che mai fondamentale non allontanarsi dal proprio specifico professionale, riappropriandoci di ciò che rappresenta il cuore dell agire infermieristico: il paziente, la persona, il cittadino, la collettività! Per dare ancora maggiore valore e forza a questi assunti guida, abbiamo raccolto l opportunità offerta dalle colleghe neo laureate che, con i loro elaborati di tesi, guidati dai loro relatori, hanno scelto di approfondire proprio il dibattito oggi in essere sull assistenza infermieristica in Italia. Dibattito importante ed indispensabile per definire dove la professione vuole andare per riuscire così a garantire un futuro positivo e concreto sia ai colleghi che entrano oggi a far parte di questo gruppo professionale ma anche per chi nella professione opera da tempo e può / deve garantire un valore aggiunto definito dall esperienza che ci ha permesso di arrivare ai risultati fino ad oggi raccolti. La Presidente dott.ssa Luisa Zappini 3 A P R I L E
4 Sicurezza e presa in carico: dove siamo oggi Crisi dell'assistenza infermieristica inglese e del nursing italiano: verso quale direzione? I. Santi - K. Lorenzi - M. Stinghen relatori: Anna Brugnolli - Anita Bevilacqua 4 Negli ultimi anni, i mass media inglesi hanno iniziato a parlare di una crisi dell assistenza infermieristica che ha colpito questa categoria professionale nel mondo anglosassone; ne sono nati, in seguito ad alcuni eventi importanti di cui si parlerà a breve, numerosi dibattiti che hanno coinvolto anche il mondo politico. L attualità e rilevanza del tema in Inghilterra e la successiva analisi che è stata condotta sullo stesso, sono stati lo spunto per una riflessione sull infermieristica italiana e il futuro della stessa. ridotta sorveglianza e presenza degli infermieri al letto dei pazienti; tempi di risposta eccessivamente dilatati alla chiamata; spinta eccessiva della medicina verso la tecnicizzazione che ha così sostituito l esame obiettivo, l osservazione del paziente e la relazione con lo stesso. Per quanto riguarda l organizzazione delle cure, risulta esserci: Notizie & informazioni Tre sono stati gli eventi sentinella che hanno dato avvio a questa crisi. Innanzitutto l apertura nel 2010 di un inchiesta da parte dell Healthcare Commission circa un inspiegabile aumento delle morti in un moderno ospedale inglese, lo Stafford Hospital, avvenute nel quinquennio Vengono dunque pubblicati sul sito nel Ministero della Salute inglese i tassi di mortalità di questo ospedale e nel 2011, Robert Francis, un avvocato inglese con esperienza nel campo delle inchieste contro la malpractice ospedaliera, pubblica il Francis Report. Questo report contiene una cospicua raccolta delle testimonianze di pazienti e famigliari assistiti presso lo Stafford Hospital che denunciano una carenza e in alcuni casi mancanza di assistenza di base da parte degli infermieri che ha portato alla morte di alcuni pazienti per malnutrizione, disidratazione, fratture, infezioni e lesioni da decubito. In seguito a questi eventi, l allora Primo Ministro e l ex Ministro della Salute inglese, rispettivamente Gordon Brown e Alan Johnson si scusarono pubblicamente per le morti e l Healthcare Commission decreta il licenziamento immediato dei dirigenti dello Stafford Hospital. Una seconda edizione del Francis Report è stata pubblicata nel 2013: molto più ricca in termini di testimonianze, con statistiche e dati più completi e con 290 raccomandazioni di buona pratica formulate dall Healthcare Commission. In questa edizione vengono descritti anche i determinanti della crisi che si possono così classificare. Per quanto riguarda l erogazione delle cure, emerge: frammentazione dell assistenza, demandando l assistenza di base unicamente ad operatori di supporto; leadership poco presente e poco concentrata sul miglioramento continuo. Infine per quanto riguarda la formazione di base e continua, si è osservato: scarsa competenza e cultura scientifica da parte degli infermieri; carente formazione rispetto ai problemi dell anziano, questo è probabilmente dovuto al fatto che gli studenti di infermieristica inglesi non praticano stage in contesti geriatrici. All interno della professione infermieristica e dell università si decide di applicare i seguenti interventi: l intro- >
5 > duzione di test attitudinali pre inserimento lavorativo, la ripresa dei tirocini in contesti geriatrici per gli studenti con un tutorato efficace ed efficiente che sia accanto allo studente e accanto al letto del paziente, l introduzione degli intentional roundings nella pratica clinica e una leadership più presente. In conseguenza alla crisi dell assistenza, nel 2011, il Primo Ministro inglese, Cameron in un discorso pubblico durante la visita di alcuni ospedali pubblici pronuncia queste parole: è obbligatorio per gli infermieri fare i giri regolari intenzionali dei pazienti. I mass media si schierano contro la professione infermieristica ed echeggiano moti come Fuori gli infermieri dalle università, ritornino negli ospedali. In Italia non è attivo un dibattito rilevante circa la qualità dell assistenza erogata e non vi sono stati casi eclatanti di malpractice. Secondo gli Esperti, vi sono alcuni determinanti della crisi inglese che anche in Italia rappresentano alcune criticità anche nei nostri contesti, sulle quali occorre lavorare e investire a partire da subito: leadership che deve farsi riconoscere dai pazienti ed essere il garante del progetto terapeutico degli stessi e promuovere il miglioramento continuo nei membri dell equipe giri regolari intenzionali capacità di making decision raggiunta con la legge 42/99 soprattutto nel giro visita con il medico; questo momento diventa irrinunciabile e fondamentale per l assistenza se rappresenta un occasione per uno scambio di idee, pensieri e preoccupazioni circa i pazienti e il loro progetto multidisciplinare con l equipe multiprofessionale e gli utenti. L infermiere deve riprendere l assistenza di base dei suoi pazienti, pianificando all inizio del turno con l OSS e attribuendo a questo operatore mansioni secondo il principio dell alta riproducibilità e bassa discrezionalità. Gli Esperti concordano nel dire che è necessario iniziare ad applicare anche nelle nostre realtà nuovi modelli assistenziali di presa in carico come quello del Primary Nursing. Se è dunque vero che esistono alcune criticità nel nursing italiano, d altro canto è anche vero che vi è una Bibliografia grande consapevolezza di ciò e che comunque già da tempo si stanno attuando degli interventi preventivi. Due sono dunque i punti di forza dell infermieristica italiana che ci proteggono da una possibile crisi dell assistenza come quella avvenuta negli ultimi anni in Inghilterra. Innanzitutto, la Conferenza Permanente delle Professioni Sanitarie del 2004 si è riunita per elaborare un nuovo piano di studi a partire dal DM 270/04 da applicare nell ambito della formazione base dell infermiere. È stato dunque redatto un nuovo piano di studi (recepito anche dall Università di Verona) che pone grande enfasi ed attenzione alla cronicità e all anziano, all infermieristica di comunità, alla relazione d aiuto e alla promozione della salute nei contesti di cura. Accanto a questo, non sono stati abbandonati i tirocini in contesti geriatrici: ogni studente pratica almeno uno stage in questi contesti affiancato da un tutorato adeguatamente preparato e orientato al caring, alla continuità assistenziale e all interdisciplinarietà. Inoltre, a differenza dell Inghilterra che non prevede per gli operatori di supporto una formazione ben regolamentata, in Italia, gli OSS hanno un loro profilo aggiornato, regolamentato e successivo al profilo dell infermiere. Inoltre, in ogni reparto vi è il piano delle attività che evita che l OSS ecceda dalle sue competenze. A conferma di ciò secondo un sondaggio del 2011 del Ministero della Salute è emerso che ben il 75 % degli italiani ritiene poco o per nulla frequenti casi di malasanità negli ospedali; questa percentuale si riduce leggermente al Sud, mentre al Nord arriva addirittura al 90 %. Beer G., (2013) Too Push to wash: reflection on the Future of Nursing, Retrieved from: Darbyshire, P., McKenna, L., (2013) Nursing s crisis of care: What part does nursing education own? Nurse Education Today 33 (4): Francis R., (2013) The Mid Staffordshire NHS Foundation Trust Public Inquiry Chaired by Robert Francis QC 5 A P R I L E
6 Assistenza infermieristica diretta: siamo davanti a un allontanamento della professione dal contatto con il paziente? I. Santi - K. Lorenzi - M. Stinghen relatori: Anna Brugnolli - Anita Bevilacqua 6 Notizie & informazioni Uno degli elementi cardine per il miglioramento nell assistenza ai pazienti e per accrescere la gratificazione degli infermieri risulta essere il tempo che essi dedicano all approccio diretto, ossia tutte le attività collegate in modo diretto con il paziente, che prevedono una diretta comunicazione con quest ultimo e relativi familiari/caregivers, tempo e modalità di assistenza infermieristica al letto dell assistito, attività di caring. È stato messo in evidenza che il prevalere di un assistenza che prevede un diretto contatto con il paziente determina un minor numero di eventi avversi, riduzione degli errori per una carente conoscenza dei pazienti in carico, una riduzione della mortalità, una maggiore soddisfazione bilaterale, sia per gli assistiti in carico sia per gli infermieri, un minor turnover (Farquharson et al., 2013). Sempre di più, tuttavia, risulta essere il tempo che gli infermieri dedicano all assistenza indiretta, ovvero alle attività che riguardano e completano la presa in carico dei pazienti ma che non vengono svolte accanto a loro come l attività di pianificazione, di documentazione, consultazione, implementazione di procedure organizzative, di natura informatica, o di confronto con altri professionisti, tanto che spesso viene utilizzata l accezione di essere burocrati, a discapito di azioni e interventi prettamente di cura, caring al letto del paziente. L aumento dell assistenza indiretta è legato principalmente ad una sempre maggiore complessità dei sistemi e contesti di cura, una sempre maggiore complessità di gestione delle risorse e per una maggiore richiesta di efficienza. Il sovvertimento dell assistenza diretta a favore di quella indiretta è un problema reale o un rischio prevenibile innanzitutto attraverso una presa di coscienza del processo a cui, nella realtà sanitaria, stiamo andando incontro? A questo proposito sono due i principali studi che hanno analizzato i tempi dedicati all assistenza diretta e alle altre attività assistenziali da parte degli infermieri: lo studio di Westbrook et al. del 2011 (condotto a Sydney) e lo studio di Farquharson et al. del 2013 (condotto nel Regno Unito). Dal trend si mette in evidenzia una maggiore percentuale di assistenza diretta negli ospedali inclusi nello studio condotto nel Regno Unito pari al 37.5% rispetto alla percentuale emersa dallo studio condotto a Sydney corrispondente al 24.8% nel A differenza di quest ultimo, tuttavia, nel Regno Unito viene dedicata minore tempistica all attività di somministrazione dei farmaci, alla comunicazione professionale e all attività di supervisione tanto che, a tal proposito, è evidenziata la necessità di implementare strategie affinché si possa andare incontro ad un aumento e sviluppo del livello di supervisione degli studenti e dei neoassunti. Significativo, tuttavia, è un confronto rispetto alla nostra realtà sanitaria trentina. A tal proposito è stata condotta una intervista strutturata rivolta ad infermieri esperti, includendo alcune aree mediche e chirurgiche dell Ospedale Santa Chiara di Trento. I partecipanti sono stati individuati dalle capo sala di reparto, chiedendo allo stesso il coinvolgimento di infermieri con una esperienza professionale maggiore dei tre anni, e a cui è stato chiesto di attri- >
7 > buire una percentuale al tempo dedicato a dieci attività. Dai risultati si evidenzia un elevato impegno da parte degli infermieri del tempo dedicato ai regimi terapeutici: la somministrazione della terapia, infatti, rappresenta un momento di raccolta dati in una realtà, come quella dell ospedale Santa Chiara, dove è stato effettuato recentemente un processo di accreditamento Joint Commission; secondo gli infermieri intervistati, tale attività, infatti, è divenuta sempre più complessa, assumendo anche la valenza di un momento di vigilanza circa gli effetti terapeutici ed avversi. Rispetto agli studi presi in esame precedentemente, la percentuale di tempo dedicata alle cure dirette risulta essere minore, pari al 15.6%, valore sovrapponibile alla percentuale attribuita alla tempistica richiesta per l attuazione di attività indirette. Bisogna, però, a questo proposito, considerare il rapporto N. infermieri rispetto al N. pazienti presi in carico: nello studio di Westbrook et al. (2011) il rapporto è di un infermiere ogni tre-quattro pazienti presi in carico, nello studio di Farquharson et al. (2013) tale rapporto non è esplicitato, invece nelle unità operative prese in considerazione all ospedale Santa Chiara di Trento il rapporto è di circa un infermiere ogni dodici assistiti. E necessario considerare anche lo skill mix, ovvero l eterogeneità dello staff nei contesti considerati che però, sia nello studio di Westbrook (2011), che nello studio di Farquharson (2013) non viene esplicitato; nella realtà di Trento è caratterizzato, per la turistica della mattina oltre che dalla componente infermieristica, da tre operatori socio sanitari per venticinque/trenta pazienti, che si riducono a due per il turno pomeridiano. Infine è doveroso sottolineare che lo studio di Westbrook (2011), è stato condotto da un osservatore esterno, mentre i punteggi percentuali del questionario strutturato presso le unità operative di Trento, così come lo studio di Farquharson (2013) sono frutto di un self-reporting. Qual è il punto di vista degli infermieri professionisti e dei coordinatori infermieristici circa i risultati emergenti nella nostra realtà sanitaria? Secondo i professionisti della salute la cura della persona si sta perdendo ; l allontanamento dell infermiere dagli assistiti rischia di far perdere dati di sorveglianza che solo vedendo hai ; viene evidenziata la necessità di indicatori rapidi di criticità che ci consentono di dire: in questo caso ci sono io come infermiere, in quest altro caso vai tranquillamente come OSS da solo. I coordinatori infermieristici riferiscono il timore che la vicinanza e vigilanza della persona assistita sia effettuata ed affidata prevalentemente all operatore di supporto. Viene, però, riferito che si cerca comunque di assicurare la presenza infermieristica soprattutto per i pazienti più critici o in fase terminale, situazione in cui i momenti di vicinanza fisica, spirituale, psicologica assumono valore terapeutico. Alcune strategie per ovviare a quello che potrebbe divenire un rischio reale, risultano essere: giro infermieristico e multidisciplinare come misura preventiva per ritornare a contatto con il paziente interventi di natura organizzativo-assistenziale quali: > Primary Nursing > Consegna al letto del paziente > Capacità di attribuzione delle attività alla figura di supporto > Nursing Minimum Data Set > Sistema elettronico di somministrazione della terapia > Istruire personale amministrativo addestrato Bibliografia > Valorizzazione dell equipe. Interventi strutturali quali: > postazione infermieristica centrale > armadi allocati nelle stanze dei pazienti con il materiale più utilizzato > posta pneumatica. Sono approcci che da un punto di vista strutturale, organizzativo, assistenziale potrebbero determinare un aumento del diretto contatto tra paziente e infermiere, su cui bisognerebbe, tuttavia, condurre studi osservazionali sulla efficacia e monitorarne l efficacia sul lungo termine. Dall intervista presso le Unità Operative di Trento una elevata percentuale è stata attribuita alla somministrazione della terapia quale momento di vigilanza, sorveglianza degli effetti terapeutici/avversi. Lo scopo dell indagine, come negli studi citati come confronto, è stato di evidenziare il tempo in ore di assistenza. Utile, tuttavia, sarebbe la verifica della qualità del tempo di assistenza diretta, indiretta garantita e a questo proposito anche la percezione da parte degli assistiti/caregivers. L assistenza diretta, secondo noi, può essere definita come un momento in cui l infermiere dedica tempo agli altri, attraverso l ascolto, concedere ai pazienti/caregivers di sfogarsi, lasciarsi andare, di poter esprimere le loro emozioni siano esse negative che positive; il dedicare tempo è assistenza diretta che si realizza attraverso l ascolto che favorisce accompagnamento alla scelta assistenziale e accettazione della stessa. Farquharson B., Bell C., Johnston D., Jones M., Schofield P., Allan J., Ricketts I.,Mottison K., Johnston M. (2011). Frequency of nursing tasks in medical and surgical wards. Journal of Nursing Management 21: Westbrook J. I., Duffield C., Li L., Creswick N. J. (2011). How much time do nurses have for patients? A longitudinal study quantifying hospitals nurses patterns of task time distribution and interactions with health professionals. Weestbrook et al, BMC Health Services Research 319(11): A P R I L E
8 Il giro dei pazienti: un passo indietro o un passo avanti nella presa in carico dei nostri pazienti? I. Santi - K. Lorenzi - M. Stinghen relatori: Anna Brugnolli - Anita Bevilacqua In passato l infermiere aveva molte opportunità e spazi di interazione col paziente per comunicare e provvedere ai bisogni assistenziali durante i giri formalizzati di reparto. Negli anni Novanta, con il cambiamento del modello assistenziale per attività a quello per processi di cura, queste tipologie di giri sono stati abbandonate in virtù di una vigilanza maggiormente personalizzata sull utente. Nel primo decennio del 2000 si apre un dibattito all'interno della professione infermieristica rispetto alla rivalutazione dei giri regolari dei pazienti come strategia di vigilanza: il dibattito verte su un giro denominato intentional round, non orientato ad attività bensì finalizzato ad anticipare e rispondere ai bisogni del paziente e garantire la loro sicurezza. In letteratura e nelle esperienze assistenziali esistono diverse tipologie di giro dei pazienti che sono sintetizzate nella Tabella I. 8 Tabella I Scopi e caratteristiche delle principali tipologie di giro dei pazienti descritte in letteratura Tipologia SCOPI E CARATTERISTICHE Personale coinvolto Tempistica Regolare Giro di comfort (Comfort round) Il giro è finalizzato a garantire gli aspetti di comfort del paziente (relazione con pazienti e familiari, posizionamento, rilevazione dei parametri vitali, bisogno di eliminazione) Personale infermieristico e di supporto Ogni 2 ore /giorno Ogni 1 ora /notte Si Notizie & informazioni Giro della caposala (Matron round) Giro gestionale dei pazienti (Nurse management round) Giro educativo (Teaching round) L'obiettivo del giro è il controllo dell assistenza fornita e di interagire con i familiari (monitoraggio della qualità del cibo, raccogliere le percezioni dei pazienti e familiari, verificare l adozione di misure di prevenzione delle infezioni legate ai processi assistenziali) La finalità di avere una visione d insieme delle condizioni generali dei pazienti all'inizio del turno per valutare la capacità dello staff assistenziale di rispondere a tali bisogni di salute (determinare le condizioni generali del paziente, misurazione parametri vitali, organizzare le priorità, valutare la necessità dell intervento del medico) L'obiettivo del giro è stimolare l apprendimento degli studenti tramite il contatto diretto col paziente (discussione del caso del paziente, supervisionare gli studenti nelle attività di apprendimento) Capo sala Al mattino Si Infermiere di turno Insegnante e studenti Ad inizio turno Momento adatto durante il turno che non si sovrapponga con il giro medico o con altre attività Si No >
9 > Tipologia SCOPI E CARATTERISTICHE Personale coinvolto Tempistica Regolare Giro visita medico (Ward round) Il giro è orientato alla pianificazione a breve e lungo termine del piano di cura del paziente. Medico e infermiere (talvolta anche altri professionisti sanitari) Una volta al giorno ad orario concordato No Giro multidisciplinare (Interdisciplinary Round) Il giro è orientato alla pianificazione a breve e lungo termine del piano di cura del paziente con il coinvolgimento di tutti i professionisti sanitari. Tutti i professionisti che prendono in carico il paziente Una volta al giorno o settimanalmente No Giro centrato sulla famiglia (Family centred round) L'obiettivo è enfatizzare la presenza dei familiari e del paziente nella pianificazione del piano di cura stimolando attivamente la loro partecipazione. Equipe assistenziali, paziente e familiari Una volta al giorno No Il giro intenzionale è un giro assistenziale regolare strutturato nel 2000 da un gruppo di studio americano; attraverso il giro intenzionale gli infermieri effettuano dei controlli ai singoli pazienti a intervalli regolari, in genere ogni ora. Durante questi controlli gli operatori svolgono specifiche attività e interazioni coi pazienti secondo protocollo. I parametri del monitoraggio dei giri intenzionali prevedono queste valutazioni: valutazione del dolore; necessità di posizionamento; monitoraggio dell ambiente di vita del paziente; necessità di eliminazione. Il giro viene effettuato dal personale infermieristico e di supporto ogni ora di giorno ( ) e ogni due ore la notte ( ) oppure ogni 2 ore nelle 24 ore. La finalità di questo giro è di anticipare i bisogni del paziente e aumentare il livello di sicurezza degli assistiti riducendo il numero delle cadute accidentali (Fitzsimons et al., 2011). La revisione della letteratura che concerne il giro intenzionale include 11 studi (sei quasi sperimentali, quattro con misurazione pre-post e uno osservazionale) che confrontano gli effetti dell introduzione del giro regolare dei pazienti con l assistenza abitualmente erogata. Questi studi sono stati condotti prevalentemente in USA in unità operative eterogenee (medicina, psichiatria, riabilitazione neurologica, ortopedia, terapia intensiva, reparti di emergenza). Dai risultati degli studi emerge che i giri intenzionali regolari si correlano ad una riduzione delle cadute accidentali, delle richieste di aiuto al campanello, dell incidenza di lesioni da decubito e morte dei pazienti per mancato soccorso (questi ultimi due outcomes, pur presentando una riduzione significativa, sono stati esplorati esclusivamente in un singolo studio). I giri si correlano inoltre ad un aumento della soddisfazione dei pazienti in termini di qualità di presa in carico, ad un miglioramento significativo della percezione dell'ambiente di lavoro da parte degli operatori e ad un aumento significativo della velocità di risposta ai bisogni. Dalla letteratura disponibile emerge come i giri di reparto infermieristici regolari rappresentino un valido strumento di vigilanza correlandosi ad una maggior sicurezza, soddisfazione e minor numero di morti per mancato soccorso. La letteratura, tuttavia, presenta dei forti limiti legati soprattutto al modesto numero degli Bibliografia studi disponibili (effettuati prevalentemente in contesti stranieri) e alla loro debole qualità metodologica, il che rende difficile capire se questo intervento possa essere trasferibile ai nostri contesti locali caratterizzati spesso da importanti carichi di lavoro, carenza di personale e complessità assistenziale. I risultati degli studi sono stati integrati e arricchiti dalle testimonianze di infermieri esperti e di alcuni membri del Collegio, dai quali è emerso che gli stessi percepiscono il giro dei pazienti non più come una tipologia di assistenza acritica per compiti (come succedeva nel passato, in particolare nel momento di transizione dall'assistenza per attività a quella per processi di cura), ma come uno strumento fondamentale dell'assistenza che permette al professionista di raccogliere dati ed evoluzioni rilevanti dei pazienti ed essere così partecipe attivamente al processo di cura. Il giro dei pazienti, nella moderna presa in carico, valorizza pertanto l'aspetto critico, intellettuale ed etico della professione infermieristica, in un' ottica di una professione sempre più responsabile e consapevole del proprio ruolo nella cura. Fitzsimons B., Bartley A., Cornwell J. (2011). Intentional rounding and its role in supporting essential care. Nursing Time 107(27): A P R I L E
10 Analisi e confronto sullo stato psicologico e qualità di vita tra usual care e monitoraggio telematico in pazienti (donne) portatrici di ICD 1 C. Tomasi - C. Vogl 10 Notizie & informazioni Nel mese di ottobre 2012, presso l ambulatorio di Cardiologia dell Ospedale S. Chiara di Trento, dal gruppo di lavoro che segue il monitoraggio telematico degli ICD (Defibrillatore Cardiovertitore Impiantabile), è stata avviata un indagine/studio con conseguente raccolta dati sull impatto psicologico e sulla qualità di vita sentita nelle donne portatrici di ICD impiantate nel nostro centro, conclusasi nel dicembre 2012, con lo scopo di valutare il grado di compliance delle pazienti e di conseguenza l efficacia degli aspetti educativi e informativi da noi erogati. Abbiamo scelto di focalizzare la nostra attenzione sulle pazienti di sesso femminile, in quanto meno rappresentate numericamente, nella popolazione dei portatori di defibrillatore e quindi meno studiata. Il ruolo di un infermiere in ambulatorio di cardiologia è proprio quello di essere referente, accompagnando, sostenendo e garantendo continuità assistenziale al percorso che ogni donna, in questo caso, affronta nell'accettazione e gestione di un device che spesso viene impiantato in fase acuta e che può influire sulla qualità di vita in maniera più o meno positiva. Nel marzo 2013 è stato presentato a Lima (Perù) un poster al congresso mondiale WOMEN S MENTAL HEALTH 1, con i dati da noi raccolti. Gli studi confermano/affermano che la morte cardiaca improvvisa 2.3 (MCI) è una delle principali cause di morte in tutti i paesi industrializzati, con un indice di sopravvivenza agli eventi inferiore al 5% in Europa occidentale 4. Circa l 80% degli episodi di morte cardiaca improvvisa sono causati da tachiaritmie ventricolari maligne, quali la tachicardia ventricolare sostenuta (SVT) e la fibrillazione ventricolare (VF), indotte da eventi ischemici acuti. La categoria più a rischio è costituita da coloro che hanno già subito un infarto miocardico. L efficacia terapeutica del Defibrillatore Cardiovertitore Impiantabile (ICD) nella prevenzione di morte cardiaca improvvisa da aritmie ventricolari maligne e il suo utilizzo in un ottica di prevenzione secondaria e primaria hanno ampliato la diffusione di questo dispositivo nella popolazione di pazienti cardiopatici5 aumentandone la sopravvivenza. L ICD (defibrillatore) è costituito da un generatore impiantato sottocute e da uno o piu elettrocateteri posizionati nelle camere cardiache, in grado di rilevare, interpretare e memorizzare l attività elettrica intrinseca del cuore e, all occorrenza, di erogare stimolazioni (terapia antibradicardica) o shock elettrici (terapia antitachicardica).il defibrillatore cardiaco impiantabile è l unico device in grado di riconoscere una tachiaritmia ventricolare maligna e di erogare automaticamente una terapia elettrica immediata in pazienti a rischio di morte cardiaca improvvisa. In base alle modalità di stimolazione, si distinguono ICD monocamerali, bicamerali e bi ventricolari (ICD tricamerali) 6. Telecontrollo o controllo in remoto riguarda la trasmissione/trasferimento quotidiano, automatico delle informazioni/dati relativi al dispositivo ICD al centro di impianto. Queste informazioni/dati sono consultabili in siti web dove solo il personale dedicato vi può accedere. I vantaggi del controllo in remoto sono molteplici i più importanti riguardano una più rapida gestione dei problemi legati sia al device impiantato (problemi ai cateteri, esaurimento della batteria); che alla gestione di problemi clinici (diagnosi precoce di F.A., diagnosi precoce di scompenso cardiaco) 7 ecc... Nel controllo in remoto è fondamentale l'adesione del paziente al suo progetto terapeutico consentendo la trasmissione dei dati dal suo domicilio e segnalando eventuali anomalie. FOLLOW-UP TRADIZIONALE: controllo dell ICD viene eseguito in ambulatorio di Cardiologia ogni 6 mesi, dove il dispositivo viene interrogato e questo consente di verificarne il corretto funzionamento, di ottimizzarne i parametri >
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