1 Ferdinand de Saussure: dalla linguistica alla semiologia

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1 1 Ferdinand de Saussure: dalla linguistica alla semiologia Saussure nacque a Ginevra nel All età di 19 anni intraprende gli studi letterari e linguistica. A 24 anni insegna grammatica comparativa alla Sorbona. Nel 1891 fu richiamato all Università di Ginevra, dove tra il 1907 e il 1911 tiene 3 corsi di Linguistica generale con i quali riesce a fornire un quadro delle sue idee teoriche sulla lingua e sulla linguistica. Muore a Ginevra nel Il Corso di Linguistica generale viene pubblicato dopo la sua morte grazie a due suoi allievi, che uniscono gli appunti che insieme ad altri avevano preso durante i corsi tenuti da Saussure ( ). Langue e parole Saussure afferma che la linguistica deve sempre costituire il proprio oggetto e per individuarlo si sofferma su una dicotomia che diventa fondamentale per tutta la sua teoria: parole/langue. La parole è intesa come realizzazione del segno linguistico e quindi atto individuale (=realizzazione individuale di un segno. È l atto linguistico in quanto tale, in italiano può essere tradotto come discorso). La langue è l aspetto condiviso del linguaggio, cioè la parte sociale del linguaggio. Per spiegare meglio questa dicotomia utilizza la rappresentazione del circuito dell comunicazione linguistica tra due individui A e B: il punto di partenza è nel cervello di A in cui i concetti si trovano associati alle rappresentazioni dei segni linguistici o alle immagini acustiche che sercono alla loro espressione. Supponiamo che un dato concetto faccia scattare nel cervello una corrispondente immagine acustica (fenomeno psichico seguito da un processo fisiologico): il cervello trasmette agli organi della fonazione un impulso correlativo alle immagini; poi le onde sonore si propagano dalla bocca di A al cervello di B (processo fisico). Successivamente mentre il circuito si prolunga in B in ordine inverso dall orecchio al cervello (trasmissione fisiologica dell immagine acustica, nel cervello associazione psichica di questa immagine con il concetto corrispondente). In questo modo si possono distinguere: le parti fisiche (onde sonore); le parti fisiologiche (fonazione e audizione); la parti psichiche (immagini verbali e concetti). I due individui che comunicano svolgono due processi paralleli e simultanei: primo processo: A pronuncia delle sequenze di suoni che sono dette fonazioni o fonie; secondo processo: A trasmette suoni che stanno per pensieri, per descrizioni di cose, per stati di esperienze, per associazioni psichiche e che sono denominati significazioni o sensi. Le fonie, a differenza dei sensi, sono degli eventi fisici percepibili e possono essere simili, ma non mai identiche perché ad esempio se A pronuncia la fonia cane in momenti diversi, avrà delle variazioni timbriche di durata, di intensità tali da assi- pag.1 di 74 1

2 curare la non identità delle varie pronunce. Lo stesso discorso vale anche per i sensi, ad esempio se pronuncio la parola paesaggio per alcuni può evocare un paesaggio brutto, per altri un paesaggio fresco, per altri un senso di degrado, per altri ancora un paesaggio narrativo. A ciò va aggiunto che anche il legame tra fonie e sensi è molto problematico perchè una fonia può corrispondere a diversi sensi e un senso può essere espresso da diverse fonie. Per risolvere questo ostacolo Saussure propone un sistema di connessioni che sia in grado di spiegare come i suoni possono trasmettere o avere senso. L ipotesi è che quando A produce una fonia, compie un atto fonatorio avendo presente un modello che viene definito significante (o immagine acustica), cioè un modello superindividuale, collettivo e astratto. Lo stesso discorso vale per i sensi, in cui si hanno modelli astratti e collettivi detti significati (o concetti) che sono superindividuali e collettivi. Il rinvio tra fonia e sensi è non diretto (linea tratteggiata). La fonia viene riconosciuta come membro di una classe il significante, mentre il senso viene visto come membro di un significato. Fonie e sensi, in quanto atti linguistici costituiscono il dominio della parole; invece, i significanti in quanto atti di fonazione e i significati in quanto classi di sensi costituiscono il dominio della langue. Saussure afferma che per capire cos è la langue occorre uscire dall atto individuale e tentare di abbordare il fatto sociale, poiché una collettività condivide un linguaggio, nel senso che condivide gli stessi segni, il cui sistema costituisce la langue. Il segno rappresenta l unione del significato e del significante. Saussure delinea quattro caratteristiche della langue: è la parte sociale del linguaggio, esterna all individuo, che da solo non può né crearla né modificarla; è un oggetto che si può studiare separatamente dalla parole (infatti possiamo studiare le lingue morte nonostante non parlino più); è di natura omogenea, a differenza del linguaggio che è eterogeneo; è un oggetto di natura concreta in quanto i segni linguistici non sono delle astrazioni. La linguistica esterna ed interna Gli elementi che costituiscono la parole sono subordinati rispetto alla langue che viene definita come prima scienza. Infatti, introdotta questa dicotomia si può pensare ad una linguistica della langue, che è essenziale ed ha per oggetto la lingua che nella sua essenza è sociale ed indipendente dall individuo, questo studio è psichico; e ad una della parole, che è secondaria ed ha per oggetto la parte individuale del linguaggio, ivi compresa la fonazione, questo studio è psicofisico. Analogamente per Saussure si può pensare ad una linguistica interna e ad una e- sterna. La linguistica esterna confina con l etnologia e studia i rapporti tra la storia di una lingua e quella di una razza, o di una civiltà, o il rapporto tra la lingua e la pag.2 di 74 2

3 storia politica, o tra la lingua e le istituzioni (es. Chiesa, scuola ecc.). Per capire meglio la differenza fra le due linguistiche ricorre al paragone degli scacchi: il fatto che il gioco degli scacchi prima di approdare in Europa sia passato per la Persia, è di ordine esterno, mentre è interno ciò che riguarda il sistema e le regole. È esterno il fatto che per evoluzione i pezzi della scacchiera siano di avorio piuttosto che di legno; è interno che ci sia una grammatica del gioco piuttosto che un'altra, quindi è interno tutto ciò che intacca il sistema (quando usa questo termine parla della struttura degli elementi e come questi sono relazionati, se ad esempio prendo in considerazione una griglia ho la struttura, nel momento in cui ci metto qualche elemento dentro ho il sistema). La semiologia Saussure definisce la lingua in quanto sistema di segni e introduce la semiologia, che si occupa dello studio di questi segni (es. segnali stradali, segnali militari, riti simbolici, alfabeto dei sordomuti). Questa disciplina è legata alla psicologia sociale e di conseguenza alla psicologia generale, perché la sociologia a quel tempo non si era sviluppata a pieno. Il segno linguistico: l arbitrarietà e la linearità Come detto prima il segno unisce il concetto (=significato) e l immagine acustica (=significante). Esso è un entità psichica a due facce in discendibili (es.foglio di carta). Il segno è caratterizzato da due principi: l arbitrarietà. Il legame che unisce significato e significante è arbitrario, cioè non vi è un legame naturale, ma una relazione immotivata, involontaria, frutto di una scelta e ciò porta a dire che la lingua può essere cambiata solo per volontà di tutta la massa e non solo per opera di un singolo individuo. Esistono due tipi di arbitrarietà: verticale, cioè quella in cui non ci sono vincoli naturali motivati, necessari, tra il significante e il significato, non c è nulla nel significante tavolo che motiva il fatto che esso è significante di tavolo e non di sedia; orizzontale, che è legata al concetto di valore secondo la quale in un sistema linguistico sono arbitrari i rapporti tra significante e gli altri significanti, così come quelli tra un significato e gli altri significati, in altre parole la lingua ritaglia significati e significanti in un continuum fonico o semantico non differenziato e lo fa in modo arbitrario (suddividendo lo spazio dei significanti in unità distintive minori diverse da lingua a lingua come i fonemi il cui numero e relazioni cambiano a seconda delle lingue o lo spazio dei significati in unità concettuali o sottosistemi semantici anche essi non uguali da lingua a lingua). Ad esempio in italiano i due significati pino e pi:no designano lo stesso significato pino poiché l italiano non pone differenza tra la i breve e quella lunga; in inglese, invece, ship e shiip designano i significati di nave e pecora perché l inglese differenzia la i breve da quella lunga, introducendo un confine. Quindi la di- pag.3 di 74 3

4 stinzione tra una i breve e una i lunga non è necessaria, ma arbitraria in quanto se fosse il contrario tutte le lingue la rispetterebbero. Il carattere lineare del significante. Il significante essendo di natura auditiva si svolge solo nel tempo ed ha i caratteri che trae dal tempo: rappresenta un estensione, che è misurabile in una sola dimensione, la linea. Mentre i significanti visivi (es. segnali marittimi) possono avere simultaneità su più dimensioni, i significanti acustici dispongono solo della linea del tempo e i loro elementi si allineano l uno dopo l altro (formano una catena). Immutabilità e mutabilità del segno Attraverso il concetto di arbitrarietà (che da una parte sembra dare ampia libertà di scelta agli individui nella scelta dei significanti per veicolare i significati, mentre dall altro c è il sistema dei segni nei confronti del quale né i singoli individui né la massa possono esercitare alcun tipo di sovranità). Saussure introduce quello di immutabilità della lingua, che per giustificarlo utilizza quattro possibili motivazioni che sono: il carattere arbitrario del segno. È il principio che legittima la libertà di scelta e nello stesso tempo è un sistema di sicurezza contro i possibili attacchi per trasformare le lingue. La moltitudine dei segni necessari a costituire qualsiasi lingua. I segni linguistici sono innumerevoli e mentre è pensabile modificare e/o sostituire un sistema di pochi elementi è difficile pensare alla sostituzione di un sistema linguistico. Il carattere troppo complesso del sistema. La lingua è un sistema complesso al punto che coloro che la usano quotidianamente la ignorano profondamente, un cambiamento è pensabile solo con l intervento di specialisti, grammatici, logici, ecc. La resistenza collettiva ad ogni innovazione linguistica. La lingua appartiene alla massa parlante ma ha anche un importante dimensione storica, infatti, il sistema linguistico è sempre un eredità dell epoca precedente e ciò è un altro fattore importante di stabilità: il segno non conosce altra legge che quella della tradizione. Però, se da una parte il segno assicura la continuità dall altra ne determina la mutabilità. L ipotesi è che la lingua si trasforma senza che i soggetti possano trasformarla e che ciò che si trasforma è il segno. Sincronia e diacronia In base al tempo (variabile fondamentale) Saussure prende in considerazione due assi della linguistica: l asse della simultaneità che riguarda i rapporti tra entità coesistenti da cui è e- scluso ogni intervento del tempo; pag.4 di 74 4

5 l asse delle successioni, su cui è possibile considerare solo un elemento alla volta e dove sono situate tutte le entità del primo asse con i loro cambiamenti. Questi due assi riflettono due prospettive di studio, da un lato la linguistica statica che studia gli stati della lingua, dall altro una linguistica evolutiva che focalizza l attenzione sull evoluzione della lingua. Anche in questo caso introduce un altra dicotomia importante quella della linguistica sincronica, che si occupa degli aspetti statici; e quella della linguistica diacronica, che si occupa degli aspetti evolutivi della lingua. Per capire meglio pone l esempio degli scacchi: se analizziamo una partita di scacchi in un determinato momento ci poniamo in una dimensione sincronica, nel senso che ci interessa uno stato della partita cioè una fase ben precisa in cui i pezzi sono posizionati in un certo modo e danno luogo ad un determinato equilibrio. Se decidiamo di analizzare la partita fin dal suo inizio, ricostruendo tutte le mosse ci poniamo in una prospettiva diacronica. Per quanto riguarda la linguistica sincronica (che è più difficile da fare rispetto a quella diacronica poiché i fatti statici hanno un alto grado di astrazione, rispetto ai fatti evolutivi) decide di soffermarsi su due concetti: l identità e il valore. L identità tra due elementi è data dalle relazioni che intrattengono con altri elementi del sistema, dalle posizioni che ricoprono, dalle differenze che li caratterizzano: l identità è data dal valore. Per spiegare il concetto di valore, ricorre di nuovo al gioco degli scacchi affermando che se durante una partita un cavallo viene distrutto o smarrito è possibile sostituirlo con uno di plastica (anche se il precedente era di legno) o con un altra figura che non ha nulla a che vedere con un cavallo poiché le si attribuisca lo stesso valore: ciò che conta è la funzione del pezzo, la sua capacità di effettuare certe mosse, le sue relazioni e le sue differenze rispetto agli altri pezzi. Quindi la lingua è un sistema di valori, cioè di elementi che intrattengono relazioni, e ciò mostra come sia illusorio isolare un termine dal sistema di cui fa parte e dagli altri elementi con cui intrattiene relazioni. Il valore si può apprezzare solo dalla presenza simultanea di diversi segni, dal rapporto e dalle differenze che ci sono. Rapporti sintagmatici e associativi. In uno stato dalla lingua tutto poggia sui rapporti e sulle differenze che sono di due tipi: 1. rapporto sintagmatico. Sono i rapporti basati sul carattere lineare della lingua e in questa dimensione gli elementi si dispongono l uno dopo l altro nella catena della parole. Queste combinazioni sono definite sintagmi. Il rapporto è sintagmatico e in praesentia poiché si basa su due o più termini presenti in una serie. I sintagmi che possono essere parole, membri di frasi o frasi intere, appartengono al dominio della langue. 2. Rapporto associativo. Gli elementi che hanno qualcosa di comune si associano nella memoria, ad esempio il termine insegnare si associa con insegnamento, insegnante, istruzione. Il rapporto è associativo e in absentia, poiché unisce due o più elementi in una serie mnemonica virtuale. Per capire meglio la differenza si può prendere come esempio una colonna: questa si trova in pag.5 di 74 5

6 2 Louis Hjelmslev: i tratti fondamentali del linguaggio Hjelmslev nasce a Copenaghen nel Precoce nello studio e nell apprendimento delle lingue, nel si iscrive all università di Copenaghen per studiare linguistica indoeuropea. Il suo testo, in cui si trova la sua teoria, è I fondamenti della teoria e del linguaggio pubblicato in danese nel In seguito pubblica lavori che servono a riferire la sua teoria, che sono riuniti nei saggi di linguistica generali pubblicati in danese nel Premesse teoriche Hjelmslev elabora la sua teoria articolando alcuni aspetti del corso di linguistica generale di Saussure. Per Hjelmslev la lingua deve essere analizzata come un entità autonoma di dipendenze interne, cioè come una struttura. L analisi linguistica deve basarsi sul principio empirico, cioè essere coerente, esauriente e semplice; e sulla deduzione, cioè partire dai testi e analizzarne le componenti di grado minore (in passato era induttiva, cioè dal particolare al generale). Il suo lavoro è teso alla costruzione di una teoria semio-linguistica, la glossemica, i cui obiettivi sono: prediligere l analisi deduttiva; insistere sulla forma spesso trascurata in favore della sostanza; considerare anche la forma del contenuto; considerare il linguaggio come un sistema sostituito da piani differenti. I cinque tratti fondamentali dei linguaggi Per Hjelmslev il linguaggio naturale ha delle potenzialità maggiori rispetto agli altri linguaggi, in quanto tramite di esso si può parlare di altri linguaggi mentre il contrario non può avvenire: ad esempio con la nostra lingua possiamo esprimere una formula matematica, descrivere una sinfonia o un quadro, mentre in quadro non può raccontare una discussione oppure un componimento musicale non può tradurre una conversazione. Quindi, la lingua naturale assume le proprietà di un metalinguaggio, poiché può parlare di quasi tutti gli altri linguaggi. Inoltre pone la distinzione tra i linguaggi non linguistici (o linguaggi ristretti), che possono servire solo a certi fini (per esempio le formule matematiche) e i linguaggi linguistici (o pass-partout), che hanno un campo d azione molto più esteso e sono in grado di tradurre quasi tutti gli altri linguaggi. I tratti che caratterizzano la struttura fondamentale di ogni lingua sono: il piano dell espressione e del contenuto; la presenza di due assi: uno del processo e uno del sistema; pag.6 di 74 1

7 il piano dell espressione e del contenuto sono legati tramite la commutazione; le relazioni della lingua sono definite reggenze e combinazioni; non esiste tra espressione e contenuto una corrispondenza biunivoca. I piani dei linguaggi: espressione e contenuto Hjelmslev afferma che i linguaggi sono caratterizzati dal piano dell espressione e da quello del contenuto, connessione che è espressa da Saussure, che aveva introdotto i concetti di significante e di significato per indicare le due entità di cui è composto un segno. Infatti, il significante diventa l espressione, mentre il significato diventa il contenuto, il segno invece diventa la funzione segnica. Hjelmslev si chiede se la funzione segnica sia da considerare interna o esterna al segno, cioè se sia di portata formale o se invece investe le sostanze; e per rispondere a ciò elabora il modello della stratificazione del linguaggio. Egli afferma che esiste una materia (massa amorfa, priva di forma) a partire dalla quale la lingua traccia le sue suddivisioni all interno della massa del pensiero. La materia in quanto massa amorfa è articolata dalla forma che la rende sostanza (organizzata e articolata) e ciò avviene sia per il piano dell espressione sia per quello del contenuto. Per quanto riguarda il piano dell espressione, si può pensare alla materia come ad una massa amorfa di suoni, la forma l articola ponendo delle segmentazioni e in virtù di esse si delineano le sostanze: ad esempio si può pensare ad un continuum vocalico indifferente (materia), la forma traccia delle segmentazioni individuando dei settori che corrispondono ad a, e, i, o, u, e solo grazie a queste segmentazioni si può produrre il suono a che è la sostanza. Quindi la forma dell espressione articola la materia (massa informe di suoni), secondo schemi fonologici e in virtù di questa pertinentizzazione della materia si possono produrre vocali e consonanti (sostanze dell espressione). Lo stesso discorso vale per il piano del contenuto. La forma del contenuto articola la materia secondo schemi lessicali specifici ed è solo a partire da questa pertinentizzazione della materia che percepiamo e distinguiamo determinati aspetti della realtà (sostanze del contenuto). Quindi la sostanza del contenuto può essere colta solo grazie ad una lessicalizzazione, che non va confusa con la realtà extralinguistica perché indica ciò che noi possiamo percepire attraverso la lessicalizzazione; ad esempio la materia relativa all unità semantica albero è segmentata in modo diverso in lingue differenti: il danese skov non corrisponde al tedesco holz, che non corrisponde al francese bois, oppure se prendo in considerazione il continuum a- morfo del tempo viene formato e suddiviso in molti modi: l inglese ha un presente e un passato, altre lingue usano il presente per indicare il futuro, il francese e l italiano hanno diversi tipi di passato. La funzione segnica è la relazione formale interna che guarda all esterno verso le sostanze. Nel saggio la stratificazione del linguaggio Hjelmslev si sofferma sui livelli della sostanza; e afferma che la sostanza dell espressione ha diversi livelli quello fisico, fisiologico, auditivo; e che la stessa cosa vale per la sostanza del contenuto solo pag.7 di 74 2

8 che in quello strato ve ne è uno superiore che è quello degli apprezzamenti collettivi, che è l insieme delle valutazioni adottate da una comunità, cioè il contratto sociale che permette di pertinentizzare la materia. Anche se il piano dell espressione del contenuto si differenziano per le diverse organizzazioni formali e sostanziali con la glossematica inizia ad imporsi l idea che si possa attuare la stessa procedura d analisi. Ne consegue che se per il piano dell espressione si possono trovare degli elementi minimi e in numero limitato (es. lettere dell alfabeto) la stessa cosa si può avere nel piano del contenuto; ad esempio le entità di contenuto montane, pecora, porco, scrofa, possono essere eliminate poiché possono essere spiegate come unità relazionali che comprendono maschio e femmina da un lato e ovino, suino dall altro. Nel contenuto le unità minime sono prive di significato e sono dette figure che formano i segni, cioè entità di taglio superiore dotate di significato. Quindi una lingua è organizzata in maniera che grazie ad un numero limitato di figure a disposizione, sempre nuove, si possa costituire un numero larghissimo di segni. Questo perché con tutta la sua illimitata ricchezza per essere adeguata una lingua deve essere anche facile da impiegare, pratica da apprendere e da usare. Tutto ciò chiama in causa il principio della doppia articolazione, secondo il quale le lingue hanno in sé unità prive di significato che combinandosi danno luogo ad unità di livello superiore dotate di significato. Martinet definisce di seconda articolazione gli elementi privi di significato, che riguardano il piano dell espressione; e di primo quelli dotati di significato che comprendono i due piani. Gli assi dei linguaggi: il sistema e il processo In ogni struttura linguistica c è un asse del processo che può essere rappresentato da una linea orizzontale orientata a destra, e un asse del sistema che può essere rappresentato da una linea verticale che interseca la linea precedente. Sull asse del processo si dispiegano i sintagmi, cioè gli elementi linguistici minimi che si congiungono e danno vita a sequenze complesse. Gli elementi si congiungono per contiguità spazio-temporale e la relazione che si instaura è sintagmatica e in praesentia; un esempio può essere una giacca che si indossa solo con altri elementi complementari quali la camicia o un pantalone, oppure una trasmissione televisiva inserita in un palinsesto. Sull asse del sistema la relazione è più astratta perché qui si dispiegano gli elementi che potrebbero stare al posto di un entità comunicativa e quindi la relazione è in absentia: ad esempio sopra una camicia al posto di una certa giacca può essere indossata una maglietta, un giubbotto, un golf, ma non un altra camicia; oppure al posto di un film in prima serata si può mettere un quiz, un varietà, uno sceneggiato non un telegiornale o una trasmissione per bambini. In questo caso il rapporto è di sostituzione nel senso che si può mettere un elemento oppure un altro e la relazione che si instaura è detta paradigmatica. Quindi sul processo la relazione è di tipo e e (un elemento poi l altro), mentre sul sistema vi è una correlazione di tipo o o (un elemento oppure l altro). pag.8 di 74 3

9 Ciò che conta nel processo non è la direzione spazio-temporale quanto l ordine posizionale, cioè gli elementi sono combinati in una certa maniera ed occupano delle posizione precise: ad esempio i colori di un semaforo devono succedersi secondo un ordine determinato verde, verde-arancio, rosso, verde. L ordine posizionale è interno e riguarda una questione di compatibilità e di condizionamenti, il che fa sì che il processo rientra nel dominio della forma e non della sostanza; ad esempio le combinazioni seguono regole posizionali precise, per cui una fotografia legata ad un pezzo non può essere distante dal pezzo stesso. La commutazione Se i cambiamenti introdotti in un piano provocano trasformazioni sull altro piano siamo in presenza di una mutazione e diremo che l elemento in questione è una invariante: ad esempio se nella parola letto sostituisco l unità del piano dell espressione i con t ottengo la parola tetto quindi ho una trasformazione anche sul piano del contenuto della lingua. Se i cambiamenti introdotti su un piano non provocano trasformazioni sull altro allora siamo in presenza di una sostituzione e diremo che l elemento sostituito è una variante del sistema: ad esempio se al verde chiaro di un semaforo sostituissimo un verde scuro non si ha una trasformazione sul piano del contenuto, poiché il verde indica sempre partenza. Le mutazioni sono nell ordine del sistema nel senso che si instaurano delle correlazioni sull asse paradigmatico e quindi delle possibili alternative. Questo tipo di mutazione è definita commutazione ed è per Hjelmslev il terzo tratto fondamentale del linguaggio. La mutazione può anche riguardare l asse del processo e in questo caso si parla di permutazione; ad esempio nella frase Luca ama Paola posso mutare gli elementi sintagmatici e dire Paola ama Luca e avrei una trasformazione sul piano del contenuto. La reggenza e la combinazione Il quarto tratto fondamentale sono le relazioni tra unità linguistiche, che possono essere: la reggenza, che si ha quando un unità ne implica necessariamente un altra: ad esempio in latino tra sine e l ablativo c è reggenza, poiché sine presuppone l ablativo; la combinazione, che si ha quando c è compatibilità: ad esempio in latino tra ab e l ablativo c è combinazione nel senso che la coesistenza tra i due elementi è possibile, ma non necessaria. pag.9 di 74 4

10 La non conformità dei piani La non conformità dei piani è la non corrispondenza termine a termine tra elementi del piano dell espressione e gli elementi del piano del contenuto. Questo tratto differenzia i linguaggi linguistici, che sono non-conformi e i linguaggi non linguistici: per esempio l algebra o i semafori sono conformi, cioè presentano una corrispondenza uno ad uno tra gli elementi dei due piani. Secondo questa ipotesi la lingua naturale è non conforme: ad esempio se prendo in considerazione il termine cane, non vi è corrispondenza con il termine c sul piano del contenuto. Se c è conformità tra i piani, il piano dell espressione e del contenuto si riducono ad uno e il sistema si dirà monoplanare, se invece c è non-coformità il sistema si dirà biplanare. I sistemi monoplanari sono anche detti sistemi simbolici, hanno la conformità tra i piani e la non commutabilità dei derivati, negli esempi di Hjelmslev ci sono il gioco degli scacchi, il linguaggio matematico; i sistemi biplanari sono detti sistemi di segni, hanno la non conformità tra i piani e la commutabilità dei derivati, tra gli e- sempi vi è quello della lingua naturale. Di recente la tipologia si è arricchita di un terzo sistema detto semi-simbolico in cui i piani sono conformi ma gli elementi sono commutabili: si tratta di microsistemi che stabiliscono una relazione non tra elementi isolati dei due piani, ma tra almeno una coppia di contrari: ad esempio il movimento verticale che rimanda al si come il movimento orizzontale rimanda al no ; oppure nelle immagini religiose il basso è omologabile al profano come l alto è omologabile al sacro. In questa tipologia rientrano le semiotiche sincretiche, cioè quelle che si basano su sistemi diversi scritti, visivi, sonori; a cui si affiancano le semiotiche multiplanari, che presentano sincretismo e/o multilinearità ( sono multilineari i sistemi che aprono alternative possibili all interno di un processo, come nel caso della scrittura ipertestuale). In una semiotica sincretica si stabilisce una relazione di montaggio che porta alla fusione di sistemi diversi; ad esempio un testo audiovisivo è una semiotica sincretica che mette in relazione segni visivi che sono in relazione tra loro e segni sonori che sono in relazione tra loro. In una semiotica multiplanare si stabilisce una relazione di montaggio che porta a delle possibili alternative, un esempio può essere la scrittura ipertestuale di un cdrom o una pagine web. Dunque il montaggio sincretico e quello multilineare danno luogo a semiotiche multiplanari nel senso che vengono messi in relazione non due piani, ma due o più semiotiche già dotate dei due piani. Dalle semiotiche denotative alle semiotiche connotative La funzione segnica è chiamata denotazione. La semiotica denotativa si ha quando per esempio l elemento dell espressione casa denota sul piano del contenuto il significato di edificio di uso privato. All interno di questa semiotica si sviluppano i significati connotativi che sono detti connotatori (cioè un indicatore che si trova in pag.10 di 74 5

11 tutti e due i piani) e che sono aggiuntivi rispetto alla prima relazione. Così ad e- sempio se sul piano dell espressione il termine casa che denota il contenuto edificio di uso privato, viene pronunciata con la c aspirata toscana, questa espressione contrae una seconda relazione con il contenuto connotativi toscanità. Quindi i valori aggiunti possono indicare l appartenenza di chi parla ad una zona geografica, ad una fascia d età o dare informazione sulla provenienza socio-economica. Le semiotiche connotative si definiscono come semiotiche il cui piano dell espressione è una semiotica, in opposizione alle metasemiotiche, che avranno lo statuto di semiotiche il cui piano del contenuto è una semiotica. La linguistica è un esempio di metasemiotica, poiché è un metalinguaggio che parla di un linguaggio (una semiotica che ha come piano del contenuto un altra semiotica). Hjelmslev dice che i connotatori possono trovarsi nei due piani e negli strati del linguaggio cioè nella forma e nella sostanza; un esempio con cui una lingua può connotare nazionalità o regionalità è il th o il colpo di gola danese che connotano anglicità e danesità. Anche le strutture sintattiche possono connotare regionalità: ad esempio dire sul treno sono indica meridionalità in quanto l inversione del verbo e del complemento non sono in uso in altre zone dell Italia. Allo stesso tempo la presenza obbligatoria del soggetto connota, per esempio l inglese, mentre l omissione altre lingue come l italiano. Con le semiotiche connotative Hjelmslev vuole reintegrare nella teoria semiotica i sensi indiretti, cioè quei significati che non rientrano nello schema di una semiotica biplanare: in pratica quando comunichiamo qualcosa, comunichiamo direttamente dei significati (denotativi) e indirettamente altre informazioni (connotative). pag.11 di 74 6

12 3 Donald Barthes Nasce in Normandia nel Nel 1924 si trasferisce a Parigi per intraprendere gli studi liceali. Nel 1947 ha un incarico presso l Istituto francese di Bucarest e nel 1949 è lettore di francese presso l Università di Alessandria d Egitto, dove conosce Greimas che lo introduce agi studi di linguistica. Tornato a Parigi alla fine del 1950 egli si dedica all attività di saggistica e di critico teatrale e nel 1957 pubblica Mythologies. Nel 1977 viene chiamato al College de France a tenere l insegnamento di Semiologia letteraria. Miti d oggi: critica delle connotazioni ideologiche Mythologies è una raccolta di interventi pubblicati nella seconda metà degli anni 50, che analizzano alcuni aspetti della società di massa e sono collegati da un saggio finale (il mito d oggi) che rilegge i vari materiali da un punto di vista semiologico. In questi interventi egli si sofferma su fenomeni di attualità e analizza articoli di giornali, fotografia, film, spettacoli, mostre, arrivando a costruire una semiologia del mondo borghese e tentando di svelare il modo in cui la società borghese tende a far passare come naturale ciò che è storico e culturale. Egli analizza le mitologie della società piccolo-borghese, di cui va smascherato il carattere fortemente ideologizzato: i matrimoni. I grandi matrimoni aristocratici e borghesi mettono i scena con la festa nuziale l unione di due famiglie e la consunzione delle ricchezze. L unione di Sylviane Carpentier, Miss Europa 53 con il suo amico d infanzia ora elettricista, per Barthes permette di sviluppare un immagine diversa, quella della capanna felice: dopo la gloria la miss sceglie un futuro modesto la chiusura del focolare, si allinea alle scelte della maggioranza dei cittadini. In ogni caso il matrimonio appare come finalità naturale dell accoppiamento. I giocattoli. Egli fa notare come i giocattoli più diffusi rappresentano un microcosmo adulto: sono tutti riproduzioni in formato ridotto di oggetti umani, come se agli occhi del pubblico il bimbo fosse un uomo più piccolo a cui si debbano fornire oggetti sulla sua misura. I giocattoli sono sempre socializzati e intrisi di tecniche della vita adulta: radio, eserciti, poste, medicine; in questo modo si prepara il bimbo ad accettare le funzioni adulte, come se la natura avesse da sempre creato soldati, eserciti, attrezzi medici, macchine. Quindi il giocattolo è d imitazione, forma bambini-utenti e non bambini creatori. L inondazione del gennaio Secondo Barthes questa inondazione ha avuto di più i caratteri di una festa piuttosto che di una catastrofe. Le foto della stampa che hanno fatto vedere gli oggetti sradicati, le automobili sommerse danno disorientamento e stordimento, ma non sono terrorizzanti. La stampa mette in moto euforia e solidarietà, mostra barche che avanzano nella strada, pag.12 di 74 1

13 persone che aiutano altre persone. Giorno per giorno la piena diventa un evento raggruppatore di uomini. Le fotografie choc. Le fotografie choc non fanno alcun effetto perché il fotografo è intervenuto troppo nella costruzione della foto, ha supercostruito l orrore che ci rappresenta creando contrasti e accostamenti. Ad esempio un fotografo accosta un gruppo di soldati e dei teschi; un altro ci mostra un militare intento a guardare uno scheletro. Secondo Barthes di fronte a queste foto ci troviamo defraudati della nostra facoltà di giudizio: l orrore di una foto nasce dal fatto che la guardiamo dall interno della nostra libertà. La grande famiglia degli uomini. Queste foto hanno lo scopo di mostrare l universalità di certe fasi umane: la nascita, la morte, i giorni, il lavoro, ma per lui se a questi fatti di natura si toglie il contorno storico- culturale, rimane poco da dire: affinché questi fatti accedano ad un linguaggio veritiero, occorre inserirli in un ordine del sapere, cioè che si possa trasformarli, sottomettere la loro naturalità alla nostra critica di uomini. La nascita di un bimbo ci interessa dal punto di vista delle sue trasformazioni (sofferenza della madre, mortalità, malattie), così come la morte interessa per il modo in cui viene vissuta, rappresentata e collocata culturalmente da una società. In questi esempi, ciò che emerge è che la società tende a far passare come naturale ciò che è culturale, infatti più la classe borghese propaga le sue rappresentazioni più queste diventano natura. Questo meccanismo di smascheramento è ciò che egli chiama semiologicamente mito, che è un sistema di comunicazione, un sistema semiologico secondo che Barthes spiega in termini saussuriani: un segno diventa ad un secondo livello il significante che veicola un altro significato ed è quello che rappresenta il mito. Egli definisce questo schema metalinguaggio in quanto seconda lingua nella quale si parla della prima. Se ad esempio sulla copertina di una rivista vedo la foto di un giovane nero vestito in uniforme francese che fa il saluto militare alla bandiera tricolore, questa immagine ha un senso di primo livello, cioè ha un significante (che Barthes chiama senso) e un primo significato (saluto alla bandiera francese). Tuttavia questo primo segno diventa tutto intero un significante (che Barthes chiama forma) che veicola un altro significato che la Francia è un grande impero, che tutti i suoi cittadini hanno un grande attaccamento patriottico. Questo secondo segno, che Barthes definisce significante è mitico, nel senso che svuota il primo segno e ne impone una seconda lettura. Il segno mitico non è prodotto dal soldato che fa il saluto militare in quel dato momento, ma dalla redazione del giornale che usa l immagine per la propria copertina. Con l analisi dei meccanismi latenti della società di massa prende corpo il progetto di Barthes che pensa alla possibilità che la semiologia sia una disciplina capace di distruggere, decostruire quell insieme di connotazioni culturali, sociali e ideologiche ha la borghesia ha calato sulla lingua. L idea è quella di decostruire queste connotazioni ideologiche e di liberare un grado zero della lingua, una forma bianca della lingua che è legata al progetto di una società libera senza ideologia, senza classi. pag.13 di 74 2

14 Elementi di semiologia: denotazioni e connotazioni Elementi di semiologia è un libretto con il quale Barthes vuole fare il punto della situazione sui rapporti tra la linguistica e la semiologia intesa come nuova scienza delle significazioni. Di questo testo vengono presi in considerazione due aspetti: il ribaltamento di Saussure, che consiste nel considerare la semiologia come una parte della linguistica e non viceversa, sostenendo quindi la centralità della linguista. Egli afferma che un oggetto significa perché interviene una lingua che ne nomina il significante e il significato; in questo modo la lingua naturale diventa il sistema di significazione supremo all interno del quale è possibile tradurre gli altri sistemi di significazione: per questo motivo la linguistica non è una parte della semiologia ma al contrario. La teoria della connotazione. Se la significazione si basa sulla relazione tra un piano dell espressione e uno del contenuto, questa relazione può diventare la base di un secondo sistema che gli sarà coesistivo: in questo modo si ha quella che Hjelmslev ha chiamato semiotica connotativa. Ci può essere anche un caso di sganciamento: è il caso in cui il primo sistema va a costituire il piano del contenuto del secondo sistema; si tratta del metalinguaggio, cioè di una semiotica che tratta di un altra semiotica. Le connotazioni per Barthes sono sensi aggiuntivi: un opera può connotare il significato letteratura, dei messaggi francesi possono connotare il significato Francese. Questi significati, che Barthes definisce frammenti di ideologia, hanno a che fare con la cultura, il sapere, la storia, e in avvenire si imporrà una linguistica della connotazione, dal momento che la società sviluppa continuamente, a partire dal sistema paritario che il linguaggio umano le fornisce, dei sistemi secondi di senso. Al contrario il metalinguaggio è un sistema che parla di un altro sistema; quindi la semiologia è un metalinguaggio poiché si occupa, in quanto sistema secondo, di un linguaggio primario cioè di un linguaggio che intende analizzare. Sistema della moda: retorica e ideologia Egli prova ad applicare le categorie semiologiche al campo della moda, cercando di studiarne il sistema con le categorie elaborate dalla linguistica. Ad esempio prendendo come oggetto di analisi il vestito Barthes pensa sia possibile distinguere il costume che corrisponde alla langue e l abbigliamento che corrisponde alla parole: nel caso del costume/langue siamo nella dimensione istituzionale e sociale, in cui ciò che conta è il livello semantico e normativo che si stabilisce all interno di una comunità rispetto ai codici vestimentari; nel caso dell abbigliamento/parole siamo nella dimensione individuale, ciò che conta è l atto del vestirsi attraverso il quale l individuo concretizza le norme generali del costume. Casi di abbigliamento potrebbero essere le dimensioni individuali del vestito, il grado di usura, di disor- pag.14 di 74 3

15 dine o di sporcizia, le carenze parziali di indumenti, le carenze d uso, la scelta dei colori; casi di costume potrebbero essere le forme, le sostanze, i colori ritualizzati, la distribuzione degli elementi accessori le congruenze e le incompatibilità degli indumenti. A volte però le due dimensioni possono coincidere e bisogna ristabilire la distinzione: per esempio la larghezza delle spalle può essere fenomeno di abbigliamento se si adegua alla conformazione del corpo di chi indossa il vestito, può essere fenomeno di costume se la dimensione è stabilita da un gruppo e fa moda. Secondo Barthes nell analisi della moda deve prevalere la dimensione sociale, cioè tutto quello che può essere ricondotto ad una langue del sistema vestimentario: la produzione delle nuove forme vestimentarie deriva da costrizioni sociali che trascendono le scelte del singolo creatore e la sua presunta inventiva; allo stesso modo guardando questo processo dal punto di vista della fruizione, l individuo che ogni giorno decide come vestirsi crede di operare sulla base di gusti e scelte personali, mentre in realtà agisce sulla base di codici estetici e sociali tanto inconsapevoli quanto costrittivi. Quindi la distinzione langue/parole può essere applicata allo studio della moda, perché se da una parte è importante l abbigliamento individuale nelle sue varie forme espressive, dall altro è essenziale valutare il costume sociale entro cui si inseriscono le occorrenze concrete. Questa distinzione permette di descrivere gli scambi tra vestito istituzionale e vestito indossato e capire come fenomeni di abbigliamento diventano fenomeni di costume (è il caso di usi individuali che diventano collettivi per imitazione) e come fenomeni di costume diventano a loro volta fenomeni di abbigliamento. Egli riprende anche la dicotomia sincronica/diacronica e afferma che da una parte è importante il sistema della moda, inteso in senso sincronico, perché una manifestazione vestimentaria individuale ha senso se inserita e osservata in un micro universo fatto di relazioni e opposizioni; dall altro è essenziale porre grande attenzione al problema della temporalità (diacronica): i cambiamenti della moda sono fenomeni regolari e codici e vanno studiati dal punto di vista del ritmo e della cadenza del tempo. Una altro motivo di apparentamento (collegamento) tra lo studio della moda e lo studio del linguaggio naturale risiede nella possibilità di trovare un significante e un significato. Anche se è difficile determinare i significati degli indumenti, che possono essere di tipo sessuale, antropologico, economico e simili è certo che la significazione del costume indica il grado di inserimento di un individuo nelle regole sociali, la sua partecipazione più o meno totale ai codici vestimentari che la società gli impone. Dal momento che la definizione dei significati è complessa, sia nell ambito del linguaggio naturale, sia nell ambito della moda, Barthes si concentra sulla moda scritta perché lessicalizza i significati, descrive i vestiti indicando con le didascalie quelli che dovrebbero essere i contenuti evocati. Sistema della moda è il testo in cui sfociano tutte le riflessioni maturate da Barthes riguardanti l analisi strutturale dell indumento femminile così come è descritto dalla riviste di moda; quindi l analisi riguarda la moda scritta. Applicando la prova di commutazione Barthes trova che gli enunciati verbali delle riviste possano essere ricondotti a due insiemi: pag.15 di 74 4

16 Insieme A: indumento/mondo. Vi rientrano gli enunciati che mettono in relazione un indumento reale e una circostanza empirica del mondo. È la lingua che ci presenta un enunciato che costituisce questa relazione. Insieme B: indumento/moda. Vi rientrano gli enunciati che mettono in relazione un indumento e la Moda, cioè l indumento è il significante il cui significato è la moda. Secondo lui nelle riviste si instaura sempre una sovrapposizione gerarchica di diversi livelli di senso. Così si prefigura un sistema a tre livelli: il primo livello è costituito da un sistema reale ed è netto da un codice extralinguistico, un esempio può essere un vestito che ha la sua significazione in quanto oggetto concreto. Il secondo livello è costituito da un sistema linguistico che prende in carico il sistema reale e così si passa dal codice reale al sistema denotativo della lingua. Il terzo livello è connotativo: la relazione denotativa della lingua diventa il piano dell espressione (retorica) di un significato ulteriore di ordine ideologico. Questo sistema gerarchico può assumere strutture diverse a seconda che gli enunciati siano di tipo (indumento/mondo) o del secondo tipo (indumento/moda) ed è rappresentato così: codice reale; linguaggio articolato sistema terminologico (2 livello); linguaggio articolato sistema retorico (3 livello). Soffermandosi ancora sul significante retorico (cioè sulla scrittura di moda) ritiene opportuno per fondare una stilistica della scrittura di Moda, per distinguere i tratti segmentali (unità lessicali discrete) e i tratti sopra-segmentali (che possono riferirsi all enunciato nella sua interezza). A livello segmentale ci interessano i tratti che rientrano nel valore della parola, ad esempio la parola piccolo appartiene al livello retorico per le sue sfumature economiche (non caro), estetiche (semplice), caritative (tanto simpatico); i tratti segmentali invece possono essere i giochi di rima e particolari tagli della frase. Quindi diventa importante dal punto di vista connotativo l analisi del sistema retorico: il piano connotativo dell espressione è caratterizzato da specifiche marche fraseologiche, che funzionano come il significante retorico di un significato latente di ordine mitiche e che è in maniera globale la visione che il giornale si dà e dà all indumento al di là del suo senso vestimentario. È seguendo queste dinamiche che la moda diventa racconto organizzando le sue strutture narrative a livello denotativo, e aprendosi al mondo esterno a livello connotativo. pag.16 di 74 5

17 Retorica dell immagine: i semi connotativi Per Barthes le immagini funzionano come i miti, in quanto naturalizzano delle ideologie attraverso stereotipi, tecniche, abitudini percettive. L immagine non copia la realtà ma produce effetti di realtà. In Retorica dell immagine analizza una foto di una pubblicità Panzani : vi si vedono i pacchi di pasta, una scatola, un sacchetto di pomodori, delle cipolle, dei peperoni, il tutto all interno di una borsa a rete semiaperta i cui colori sono il giallo e il verde su fondo rosso. Analizzando l immagine ci accorgiamo che ci sono dei segni discontinui: la borsa semiaperta veicola un significato di freschezze relativo ai prodotti; la tinta tricolore del manifesto veicola un significato di italianità; l assemblamento di oggetti diversi veicola il significato di servizio culinario totale; mentre tutta la composizione rinvia ad un significato estetico, cioè quello di natura morta. Questi sensi costituiscono dei significati simbolici e dal punto di vista iconico avviene che il messaggio letterale fa da sfondo al messaggio simbolico; in questo caso ci si trova di fronte ad un sistema che si serve di altri segni per creare il proprio significato, quindi si può dire che l immagine letterale è denotata, mentre l immagine simbolica è connotata. Barthes definisce i significati connotati (freschezza, italianità, natura-morta, preparazione-culinaria) semi connotativi e specifica che dal punto di vista semantico hanno uno statuto linguistico particolare: l italianità non coincide con l Italia, ma è l essenza condensata di tutto ciò che può essere italiano (dagli spaghetti alla pittura). Data l immagine totale, essi costituiscono tratti discontinui ( o erratici) nel senso che non riempiono tutto il sistema denotativo. L analisi del racconto Barthes applica il metodo strutturale all analisi letteraria, come si può notare nel saggio Introduzione all analisi strutturale dei racconti, posto in apertura di un volume che raccoglieva i contributi di un gruppo di studiosi tra cui Bermand, Eco, Greimas, Todorov, il cui intento era di trovare, sulla scorta di Propp, gli elementi ricorrenti che permettono di descrivere e classificare le narrazioni letterarie. Barthes distingue tre livelli di senso: le funzioni, che sono segmenti costanti di azione considerati a livello generale e astratto; le azioni; la narrazione che è una concatenazione orientata di azioni. Non tutte le funzioni hanno lo stesso ruolo, ci sono le funzioni cardinali (o nuclei) che costituiscono delle vere e proprie cerniere del racconto, aprono alternative per il prosieguo della storia, inaugurano o concludono delle situazioni incerte; e le catalisi che colmano lo spazio narrativo che separa le funzioni cardinali. Ad es. in un racconto, un telefono che suona può essere considerato una funzione cardinale perchè indipendentemente che si risponda o non la storia prenderà una via ben precisa; tuttavia tra il suono del telefono (nucleo) e la risposta del personale (altro nu- pag.17 di 74 6

18 cleo) ci possono essere le catalisi cioè descrizioni accessorie che dilatano il racconto. Oltre ai nuclei e alle catalisi Barthes prevede altre due funzioni: gli indizi, che contribuiscono a delineare la psicologia di un personaggio o a descrivere delle atmosfere; gli informanti, che sono dati puri ed immediatamente significanti (es. età e- satta di un personaggio) e servono ad identificare meglio il referente. Egli precisa come un unità narrativa possa appartenere a due classi diverse: ad es. bere wisky nella hall di un aeroporto può servire da catalisi in quanto momento ripetitivo tra due nuclei, ma può anche costituire un indizio manifestando una certa atmosfera (modernità, tranquillità, etc.). inoltre evidenzia come le catalisi, gli indizi e gli informanti rappresentano delle espansioni rispetto ai nuclei. Uno strumento per un analisi letteraria che risponda ad una logica di questo tipo è la connotazione. La fase semiologica: connotazioni ed ideologie La fase semiologia va dall elaborazione di Miti d oggi (1957) al saggio sull analisi strumentale dei racconti (1966), dopo di che si concentra su tematiche soprattutto letterarie. Nel caso dei miti l intervento di Barthes è quello di demistificare (smascherare) quelle pratiche borghesi attraverso le quali si fa passare come naturale ciò che è costruito culturalmente e storicamente; queste pratiche sono ideologiche e devono essere svelate dal semiologo. Nel caso della moda le significazioni del linguaggio scritto diventano forme retoriche attraverso le quali le riviste veicolano significati ideologici come visioni del mondo, pratiche di consumo, caratteri psicologici dei consumatori; nel coso delle immagini fotografiche, invece, le ideologie sono naturalizzate attraverso tecniche particolari o strategie percettive: un lettore non si accorge subito che determinati colori connotano l italianità o che certi prodotti sono organizzati plasticamente per connotare freschezza. Per spiegare queste procedure di smascheramento Barthes ricorre al concetto semilogico di connotazione, ampliandone a dismisura gli orizzonti applicativi senza preoccuparsi troppo della coerenza filologica. pag.18 di 74 7

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