SINCRONIZZAZIONE. Cos è (e cosa non è) la sincronizzazione. Sincronizzazione di fase di oscillatori periodici

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "SINCRONIZZAZIONE. Cos è (e cosa non è) la sincronizzazione. Sincronizzazione di fase di oscillatori periodici"

Transcript

1 SINCRONIZZAZIONE Cos è (e cosa non è) la sincronizzazione Sincronizzazione di fase di oscillatori periodici Sincronizzazione di fase di oscillatori caotici Sincronizzazione completa C. Piccardi e F. Dercole Politecnico di Milano ver. 7/0/03 /4

2 COS E (E COSA NON E ) LA SINCRONIZZAZIONE La sincronizzazione è l adattamento del ritmo di due (o più) oscillatori dovuta alla loro debole interazione. Esempio: gli orologi a pendolo (Huygens, 665) I due orologi (=oscillatori), separati, hanno velocità di avanzamento leggermente diverse. Connessi allo stesso supporto (=debole interazione), gli orologi avanzano a velocità perfettamente identica (=adattamento del ritmo). C. Piccardi e F. Dercole Politecnico di Milano ver. 7/0/03 /4

3 Lo scenario tipico è quello di una lingua di Arnold: f, f : frequenze degli oscillatori non interagenti ( f = f f Δ ) F, F : frequenze degli oscillatori interagenti ( F = F F ε : grado di interazione Δ ) La sincronizzazione ( ΔF = 0) può avvenire se f Δ è sufficientemente piccolo. La sincronizzazione può avvenire con ε piccolo a piacere (ma richiede f più piccolo). Δ sempre C. Piccardi e F. Dercole Politecnico di Milano ver. 7/0/03 3/4

4 L osservazione che due variabili oscillano in modo sincrono non implica necessariamente che vi sia sincronizzazione. Esempio: preda-predatore x = n di prede x = n di predatori Se le due variabili sono disaccoppiate (il predatore non trova le prede) le oscillazioni svaniscono. Il sistema non è separabile in sottosistemi (non interagenti) che oscillano indipendentemente. C. Piccardi e F. Dercole Politecnico di Milano ver. 7/0/03 4/4

5 Non è corretto parlare di sincronizzazione se l interazione tra gli oscillatori è forte. Quando l interazione si può considerare debole? Intuitivamente, se un sotto-sistema cessa di oscillare non deve impedire agli altri di continuare a farlo. C. Piccardi e F. Dercole Politecnico di Milano ver. 7/0/03 5/4

6 SINCRONIZZAZIONE DI FASE DI OSCILLATORI PERIODICI Fase di oscillatori periodici La fase Φ (t) di un oscillatore di periodo T è definita come: πt Φ( t) = + const = ωt + const T Φ (t) è una variabile che cresce linearmente nel tempo. ω = dφ( t) dt è la pulsazione di oscillazione. C. Piccardi e F. Dercole Politecnico di Milano ver. 7/0/03 6/4

7 Sincronizzazione di un oscillatore periodico con una forzante periodica Un oscillatore periodico sottoposto a forzante periodica u (t): Φ u (t) =fase della forzante ( u = dφu ( t) dt Φ (t) =fase dell oscillatore ( ω = dφ( t) dt ) ω ) ω ω. Senza interazione ( u ( t) = 0) supponiamo risulti u L oscillatore si dice sincronizzato con la forzante (sincronizzazione di fase, phase locking ) quando Φ( t) Φu ( t) = const o più in generale Φ( ) Φ ( t) < const t u C. Piccardi e F. Dercole Politecnico di Milano ver. 7/0/03 7/4

8 Nota bene: Φ( ) Φ ( t) < const t u se e solo se ω = ω u La sincronizzazione di fase equivale quindi alla sincronizzazione di frequenza ( frequency locking ). In definitiva, la sincronizzazione fa in modo che l oscillatore sia agganciato alla frequenza della forzante. Le ampiezze dei segnali possono invece restare incorrelate. Più in generale, si parla di sincronizzazione in frequenza di ordine quando n : m ( n, m interi) nω u = mω cioè Φ ( t) mφ( t) < const Ciò significa che l oscillatore compie n periodi ogni m periodi della forzante ( nt = mtu ). n u C. Piccardi e F. Dercole Politecnico di Milano ver. 7/0/03 8/4

9 Esempio: ventilazione polmonare forzata C. Piccardi e F. Dercole Politecnico di Milano ver. 7/0/03 9/4

10 Esempio: sincronizzazioni di vari ordini n : m in un laser Nel laser non forzato l intensità luminosa oscilla con f 0 40Hz ( ω0 π f0). Il sistema viene sottoposto a ingresso periodico (segnale di tensione) con varie frequenze (pulsazione ω ) ed ampiezze (V). u Sincronizzazione :: l oscillatore compie periodo ogni periodi della forzante. ω = ω u / ω = ω u Lingue di Arnold relative a sincronizzazioni di vari ordini. ω u /ω 0 C. Piccardi e F. Dercole Politecnico di Milano ver. 7/0/03 0/4

11 Sincronizzazione di due oscillatori periodici Due oscillatori si influenzano reciprocamente: Nota: i segnali u e u possono dipendere dagli stati di entrambi i sistemi. Φ ( t ) =fase dell oscillatore ( = dφ ( t) dt Φ ( ) =fase dell oscillatore ( = d ( t) dt t ω ) ω Φ ) Senza interazione ( u = u = 0) supponiamo risulti ω ω. I due oscillatori si dicono sincronizzati (in fase e in frequenza) quando Φ < ( t ) Φ ( t) const cioè ω = ω Analogamente si definisce la sincronizzazione di ordine n : m come n ω = m ( nt = mt ) cioè n Φ ( t) mφ ( t) const ω < C. Piccardi e F. Dercole Politecnico di Milano ver. 7/0/03 /4

12 Esempio: due atleti fanno jogging su una pista circolare, ciascuno con la propria velocità (costante): Φ& Φ& = ω = ω Il sistema ( Φ, Φ) ha funzionamento (genericamente) quasi-periodico. I due atleti sono amici e cercano di sincronizzare le loro velocità, correggendo la loro velocità di base con un termine dipendente dalla loro distanza: Φ& Φ& = ω + k = ω + k sin( Φ sin( Φ Φ Φ ), ), k k < ω < ω La differenza di fase ϕ = Φ Φ è quindi governata dal sistema di ordine : & ϕ = ω ω ( k + ) sinϕ k C. Piccardi e F. Dercole Politecnico di Milano ver. 7/0/03 /4

13 I due atleti sincronizzano se Φ = Φ, cioè se & & ϕ& = 0 ω sin ω ϕ = k + k Se ( ω ω) è abbastanza piccolo e/o ( k + k ) è abbastanza grande, esistono due valori di equilibrio per ϕ, uno asintoticamente stabile ( ϕ * ) e l altro instabile. * Quando ϕ = ϕ, il sistema ( Φ, Φ) ha funzionamento periodico. I due corridori hanno fase sincronizzata poiché Φ & = Φ& cioè Φ t ) Φ ( t) = ( const Tuttavia, in generale, Φ ( t) Φ( t) (i due atleti corrono alla stessa velocità ma continuano a restare separati ). C. Piccardi e F. Dercole Politecnico di Milano ver. 7/0/03 3/4

14 La sincronizzazione di fase (=soluzione periodica (, Φ ) asintoticamente stabile) avviene quando ω ω k < + k cioè all interno di una lingua di Arnold. Al variare di ( ω ω) e/o ( k + k), la perdita di sincronizzazione avviene, attraversando la frontiera della lingua di Arnold, mediante una biforcazione nodo-sella (=tangente) che coinvolge una soluzione periodica ( Φ, Φ ) asintoticamente stabile e una instabile. In questo esempio non ci sono altre lingue ( n : m con, m n ). C. Piccardi e F. Dercole Politecnico di Milano ver. 7/0/03 4/4

15 Esempio: sincronizzazione di oscillatori a triodo (Appleton, 9) I due oscillatori interagiscono attraverso i campi magnetici generati dai due induttori (posti fisicamente vicini). C ω varia in funzione della capacità variabile C ) rilevano un intervallo di C in cui vi è sincronizzazione. Gli esperimenti riportati nel diagramma ( ω C. Piccardi e F. Dercole Politecnico di Milano ver. 7/0/03 5/4

16 Esempio: sincronizzazione di generatori elettrici I generatori collegati alla rete elettrica (nazionale, internazionale) mantengono la medesima velocità di rotazione (=frequenza del segnale elettrico) per sincronizzazione. C. Piccardi e F. Dercole Politecnico di Milano ver. 7/0/03 6/4

17 Esempio: ritmo respiratorio e battito d ali nel volo delle oche migratorie f / 4 f / 3 f / 3: f La distribuzione delle frequenze di respirazione presenta una netta evidenza di sincronizzazione di ordine 3: con la frequenza del battito d ali ( 3 f = f, 3T = T, ovvero respiro ogni 3 battiti d ali). C. Piccardi e F. Dercole Politecnico di Milano ver. 7/0/03 7/4

18 SINCRONIZZAZIONE DI FASE DI OSCILLATORI CAOTICI Fase di oscillatori caotici La fase Φ (t) di un oscillatore caotico deve essere definita come una variabile monotonicamente crescente che parametrizza il movimento del sistema. La pulsazione media dell oscillatore è definita come ω = t) lim Φ( t t C. Piccardi e F. Dercole Politecnico di Milano ver. 7/0/03 8/4

19 Fase in un oscillatore caotico: Proiezione dell attrattore E una definizione di fase possibile quando l attrattore ha opportune caratteristiche geometriche. Esempio: sistema di Rössler Φ ( t) = arctan y( t) x( t) ~ y ~ x Per altri valori dei parametri, l attrattore è tale da rendere impossibile la definizione di fase prima adottata. C. Piccardi e F. Dercole Politecnico di Milano ver. 7/0/03 9/4

20 In alcuni casi, la definizione di fase mediante la proiezione dell attrattore diventa possibile con un cambio di variabile. Esempio: sistema di Lorenz z C. Piccardi e F. Dercole Politecnico di Milano ver. 7/0/03 0/4

21 Fase in un oscillatore caotico: Sezione di Poincaré Individuata nello spazio di stato un opportuna sezione di Poincaré Π, si definisce (t) modo che aumenti (linearmente) di π tra due attraversamenti consecutivi di Π. Φ in Φ t t ( t) = π k + πk, tk t < tk+ tk+ tk C. Piccardi e F. Dercole Politecnico di Milano ver. 7/0/03 /4

22 Una sezione di Poincaré comoda è quella che corrisponde ai massimi di una delle variabili di stato. In questo modo è anche possibile associare una fase Φ (t) ad una serie temporale caotica (analisi picco-picco). Esempio: sistema preda-predatore (Rosenzweig-MacArthur) C. Piccardi e F. Dercole Politecnico di Milano ver. 7/0/03 /4

23 Sincronizzazione di un oscillatore caotico con una forzante periodica Φ è la fase della forzante periodica, ω = dφ ( t) dt u (t) u u Φ (t) è la fase dell oscillatore caotico, ω lim Φ( t t = t ) L oscillatore si dice sincronizzato con la forzante (sincronizzazione di fase) quando Φ( ) Φ ( t) < t u const Quindi la differenza tra le fasi può variare ma deve rimanere limitata. Nota bene: Φ( ) Φ ( t) < const t u se e solo se ω = ω u La sincronizzazione di fase equivale quindi alla sincronizzazione di frequenza. In definitiva, la sincronizzazione fa in modo che l oscillatore sia agganciato alla frequenza della forzante. Le ampiezze dei segnali possono invece restare incorrelate. In particolare: Il movimento dell oscillatore può rimanere caotico. C. Piccardi e F. Dercole Politecnico di Milano ver. 7/0/03 3/4

24 Esempio: sistema di Rössler con forzante periodica x& = y z + ε cos( ω t) y& = x + 0.5y z& = z( x 8.5) u La sincronizzazione di fase avviene all interno di una lingua di Arnold. ω ω u ω u C. Piccardi e F. Dercole Politecnico di Milano ver. 7/0/03 4/4

25 Diagramma stroboscopico: i punti marcano la traiettoria negli istanti multipli di periodo della forzante). π ω (il u In assenza di sincronizzazione (figura b) i punti sono distribuiti su tutto l attrattore (la loro fase è distribuita tra π e π ). In regime di sincronizzazione (figura a) i punti sono concentrati in un intervallo di fase molto ristretto. C. Piccardi e F. Dercole Politecnico di Milano ver. 7/0/03 5/4

26 Esempio: esperimento su un tubo Geissler forzato periodicamente Il tubo (tipo Geissler ad elio), sottoposto alla tensione costante di 800V, presenta oscillazioni caotiche nell intensità luminosa. In figura l attrattore ricostruito proiettato in uno spazio di dimensione. La stima della dimensione frattale è d =. 8. C. Piccardi e F. Dercole Politecnico di Milano ver. 7/0/03 6/4

27 Diagramma stroboscopico del sistema non forzato: i punti sono distribuiti su tutto l attrattore (la loro fase è distribuita tra π e π ). Applicando una forzante sinusoidale (ampiezza 0.4V, frequenza 3850 Hz ) si ottiene sincronizzazione di fase. C. Piccardi e F. Dercole Politecnico di Milano ver. 7/0/03 7/4

28 Esempio: sistema di Lorenz con forzante periodica x& = 0( y x) y& = 8x y xz z& = (8 3) z + xy + ε cos( ω u t) In questo caso, la sincronizzazione di frequenza è imperfetta ( 0) comunque siano scelti a zero). ω ω u ω e ε (anche se per certi valori di ω e ε la differenza ω ω è molto vicina u u u ω ω u ω u C. Piccardi e F. Dercole Politecnico di Milano ver. 7/0/03 8/4

29 Si osservano lunghi intervalli di apparente sincronizzazione ( interrotti da improvvisi salti di ( t) Φu ( t) giro rispetto alla forzante). Φ di π Φ( ) Φ ( t) < const t u ), (ogni tanto l oscillatore perde un ( Φ( t) ω t) / π u Nel caso del sistema di Lorenz, ciò avviene quando la traiettoria passa molto vicina alla sella ( x, y, z) = (0,0,0), nei pressi della quale può rimanere intrappolata per un tempo arbitrariamente lungo ( effetto sella ). C. Piccardi e F. Dercole Politecnico di Milano ver. 7/0/03 9/4

30 Esempio: sincronizzazione imperfetta nella locomozione dello halobacterium salinarium E un batterio cigliato, che si muove in un fluido invertendo direzione ad intervalli irregolari. Sottoposto a stimolazione luminosa periodica (=sequenze di flash) di ampiezza A, la durata degli intervalli di commutazione tende a sincronizzare con il periodo T di stimolazione. A = T =.5 A = 4 T =. 5 C. Piccardi e F. Dercole Politecnico di Milano ver. 7/0/03 30/4

31 ( A T Per certe coppie, ), tuttavia, alcuni flash non producono inversione di direzione. A = T = 9 A = T = 6 Si tratta di sincronizzazione imperfetta: lunghi intervalli di apparente sincronizzazione (=il batterio commuta con la stessa frequenza della forzante) sono interrotti da improvvisi salti di fase (=il batterio commuta volta ogni impulsi luminosi). C. Piccardi e F. Dercole Politecnico di Milano ver. 7/0/03 3/4

32 Sincronizzazione di due oscillatori caotici Φ ( t) =fase dell oscillatore ( lim ( t t ω = t Φ ) ) Φ ( t ) =fase dell oscillatore ( lim ( t t ω = t Φ ) ) ω. Senza interazione ( u = u = 0) supponiamo risulti ω I due oscillatori caotici si dicono sincronizzati (in fase e in frequenza) quando Φ t ) Φ ( t) const cioè ω = ω ( < C. Piccardi e F. Dercole Politecnico di Milano ver. 7/0/03 3/4

33 C. Piccardi e F. Dercole Politecnico di Milano ver. 7/0/03 33/4 Esempio: due sistemi di Rössler debolmente accoppiati [ ] [ ] [ ] 5.7) ( 0. ) ( 0. ) ( ) ( ) ( + + = + + = + + = x z z y x y x x z y x δ δ ε δ & & & [ ] [ ] [ ] 5.7) ( 0. ) ( 0. ) ( ) ( ) ( + = + = + = x z z y x y x x z y x δ δ ε δ & & & La sincronizzazione di fase avviene all interno di una lingua di Arnold. ε δ Δω

34 Esempio: controllo posturale Con una speciale piattaforma, è possibile rilevare le oscillazioni anteriore/posteriore x (t) e laterale y (t) di un soggetto in piedi, in varie condizioni sperimentali (occhi aperti, occhi chiusi, ). La serie temporale ( x (t), y (t)) ( stabilogramma ) contiene importanti informazioni sul sistema nervoso centrale. In generale, interrelazioni tra le due variabili denotano la presenza di patologie. In questo esempio, sebbene le ampiezze di x (t) e y (t) siano variabili e incorrelate, le due oscillazioni sono perfettamente sincronizzate in fase. C. Piccardi e F. Dercole Politecnico di Milano ver. 7/0/03 34/4

35 SINCRONIZZAZIONE COMPLETA Consideriamo due sistemi Σ e Σ : tra loro identici ( f è la stessa): x & = f ( x, u ) x & = f ( x, u ) & in regime caotico quando non interagenti ( x & = F( x ), x = F( x ), F( x) = f ( x,0) ) u interagenti in modo uni- o bi-direzionale: = g( x, x ), u = g( x, x ) Nota: Σ e Σ ammettano lo stato sincronizzato (o sincrono), ovvero la varietà (lineare) x ( t) = x ( t) è invariante. Nello stato sincronizzato si vede la dinamica del sistema x = x = x, x& = f ( x, g( x, x)), che coincide con quella del singolo sistema isolato & se g ( x, x) = 0. x = F(x) C. Piccardi e F. Dercole Politecnico di Milano ver. 7/0/03 35/4

36 Tra Σ e Σ avviene sincronizzazione completa se lim x ( t) x ( t) = t 0 Nota bene: La definizione equivale a richiedere che lo stato sincronizzato x ( t) = x ( t) sia asintoticamente stabile (almeno localmente). A differenza della sincronizzazione di fase (=stessa frequenza media ma ampiezze non necessariamente correlate), la sincronizzazione completa comporta la perfetta coincidenza del movimento dei due sistemi. Perché ciò avvenga, l interazione necessaria può non essere debole. Più in generale, i due sistemi possono venire considerati non identici ma simili (p.e. stesse equazioni ma parametri leggermente diversi). In questi casi si richiede che x ( t) x ( t) < const La sincronizzazione completa preserva la caoticità del movimento dei due sistemi (se nello stato sincronizzato si vede la dinamica del singolo sistema isolato). g( x, x) = 0 C. Piccardi e F. Dercole Politecnico di Milano ver. 7/0/03 36/4

37 Esempio: sincronizzazione di due mappe F (x) I due sistemi sono a tempo discreto, di ordine (mappa a tenda asimettrica, a = 0. 7 ): F ( x) = ( x x) a ( a) se 0 x < a se a x Senza interazione, la dinamica è caotica. x I due sistemi vengono fatti interagire in modo bi-direzionale: x ( t + ) = x ( t + ) = f ( x ( t), u ( t)) = ( ε ) F( x ( t)) + εf( x ( t)) f ( x ( t), u ( t)) = εf( x ( t)) + ( ε ) F( x ( t)) con f ( x, u) = F( x) + u e g ( x, x ) = ε ( F( x ) F( x )) (verifica!). C. Piccardi e F. Dercole Politecnico di Milano ver. 7/0/03 37/4

38 Il parametro ε misura l entità dell interazione: ε = 0 (nessuna interazione) x (t) e x (t ) evolvono indipendentemente in modo caotico. x (t ) x (t) ε = 0. (debole interazione) x (t ) x (t) e x (t) sincronizzare. mostrano la tendenza a x (t) C. Piccardi e F. Dercole Politecnico di Milano ver. 7/0/03 38/4

39 Sperimentalmente, si rileva che la sincronizzazione completa si ha per ε > ε c Per ε di poco inferiore a c (p.e. ε = ε c 0. 00) si rilevano intervalli di apparente sincronizzazione, interrotti da fiammate di de-sincronizzazione. ε ( x x ) / ε = 0.3 (sincronizzazione completa) x (t) e x (t) coincidono in ogni istante e riempiono l intervallo (0,). x (t) x (t) ε = corrisponde alla massima interazione: si ha x ( t) = x ( t) a partire da = t (vedi equazioni) per ogni condizione iniziale (sincronizzazione completa in tempo finito). C. Piccardi e F. Dercole Politecnico di Milano ver. 7/0/03 39/4

40 Esempio: sincronizzazione (sperimentale) di due circuiti di Chua Due circuiti teoricamente identici (in pratica, leggermente diversi a causa delle tolleranze dei componenti) interagiscono tramite un accoppiamento uni-direzionale: Le equazioni (adimensionalizzate) dei due sistemi sono le seguenti: x& = α( y x h( x )) y& = x y + z + u z& = βy u = K( y y ) x& = α( y x h( x )) y& = x y + z z& = βy Il parametro K misura l entità dell interazione. C. Piccardi e F. Dercole Politecnico di Milano ver. 7/0/03 40/4

41 La sincronizzazione completa avviene superando un valore critico K = K c (.,.). K =. K =. C. Piccardi e F. Dercole Politecnico di Milano ver. 7/0/03 4/4

ATTRATTORI CAOTICI. Attrattori. Classificazione degli attrattori: equilibri, cicli, tori, caos. Esponenti di Liapunov di attrattori

ATTRATTORI CAOTICI. Attrattori. Classificazione degli attrattori: equilibri, cicli, tori, caos. Esponenti di Liapunov di attrattori ARAORI CAOICI Attrattori Classificazione degli attrattori: equilibri, cicli, tori, caos Esponenti di Liapunov di attrattori Sistemi dissipativi C. Piccardi e F. Dercole Politecnico di Milano - 06/12/2012

Dettagli

INSIEMI FRATTALI. Dimensione di un insieme. Insiemi frattali elementari. Dimensioni frattali. Insiemi frattali e sistemi dinamici

INSIEMI FRATTALI. Dimensione di un insieme. Insiemi frattali elementari. Dimensioni frattali. Insiemi frattali e sistemi dinamici INSIEMI FRATTALI Dimensione di un insieme Insiemi frattali elementari Dimensioni frattali Insiemi frattali e sistemi dinamici C. Piccardi e F. Dercole Politecnico di Milano - 30/11/2011 1/29 Caratteristiche

Dettagli

ANALISI DI SERIE TEMPORALI CAOTICHE (1)

ANALISI DI SERIE TEMPORALI CAOTICHE (1) ANALISI DI SERIE TEMPORALI CAOTICHE (1) Problematiche Ricostruzione dello stato Dimensione di embedding C. Piccardi e F. Dercole Politecnico di Milano ver. 28/12/2009 1/15 Per studiare e comprendere appieno

Dettagli

ANALISI E SIMULAZIONE DI SISTEMI DINAMICI. Lezione XI: Stabilità interna

ANALISI E SIMULAZIONE DI SISTEMI DINAMICI. Lezione XI: Stabilità interna ANALISI E SIMULAZIONE DI SISTEMI DINAMICI Lezione XI: Stabilità interna Stabilità interna e esterna Stabilità alla Lyapunov Stabilità asintotica I sistemi lineari Esempi 11-1 Tipi di Stabilità Idea intuitiva

Dettagli

Appunti sul moto circolare uniforme e sul moto armonico- Fabbri Mariagrazia

Appunti sul moto circolare uniforme e sul moto armonico- Fabbri Mariagrazia Moto circolare uniforme Il moto circolare uniforme è il moto di un corpo che si muove con velocità di modulo costante lungo una traiettoria circolare di raggio R. Il tempo impiegato dal corpo per compiere

Dettagli

La corrente alternata

La corrente alternata La corrente alternata Corrente continua e corrente alternata Le correnti continue sono dovute ad un generatore i cui poli hanno sempre lo stesso segno e pertanto esse percorrono un circuito sempre nello

Dettagli

Induzione magne-ca. La legge di Faraday- Neumann- Lenz e l indu7anza

Induzione magne-ca. La legge di Faraday- Neumann- Lenz e l indu7anza Induzione magne-ca a legge di Faraday- Neumann- enz e l indu7anza egge di Faraday Un filo percorso da corrente crea un campo magnetico. Con un magnete si può creare una corrente? a risposta è naturalmente

Dettagli

OSCILLATORE ARMONICO SEMPLICE

OSCILLATORE ARMONICO SEMPLICE OSCILLATORE ARMONICO SEMPLICE Un oscillatore è costituito da una particella che si muove periodicamente attorno ad una posizione di equilibrio. Compiono moti oscillatori: il pendolo, un peso attaccato

Dettagli

e una frequenza = 0 /2 =1/T (misurata in Hertz). Infine è la fase, cioè un numero (radianti) che dipende dalla definizione dell istante t=0.

e una frequenza = 0 /2 =1/T (misurata in Hertz). Infine è la fase, cioè un numero (radianti) che dipende dalla definizione dell istante t=0. 8. Oscillazioni Definizione di oscillatore armonico libero Si tratta di un sistema soggetto ad un moto descrivibile secondo una funzione armonica (seno o coseno) del tipo x(t) = Acos( 0 t + ) A è l ampiezza

Dettagli

FISICA APPLICATA 2 FENOMENI ONDULATORI - 1

FISICA APPLICATA 2 FENOMENI ONDULATORI - 1 FISICA APPLICATA 2 FENOMENI ONDULATORI - 1 DOWNLOAD Il pdf di questa lezione (onde1.pdf) è scaricabile dal sito http://www.ge.infn.it/ calvini/tsrm/ 08/10/2012 FENOMENI ONDULATORI Una classe di fenomeni

Dettagli

Circuiti RC. i(t = 0) = V 0. Negli istanti successivi l equazione per i potenziali risulterà

Circuiti RC. i(t = 0) = V 0. Negli istanti successivi l equazione per i potenziali risulterà Circuiti C Carica e scarica del condensatore (solo le formule) Consideriamo un condensatore di capacità C collegato in serie ad una resistenza di valore. I due elementi sono collegati ad una batteria che

Dettagli

Valutazione della capacità dissipativa di un sistema strutturale

Valutazione della capacità dissipativa di un sistema strutturale Tecniche innovative per l identificazione delle caratteristiche dinamiche delle strutture e del danno Valutazione della capacità dissipativa di un sistema strutturale Prof. Ing. Felice Carlo PONZO - Ing.

Dettagli

Risposta temporale: esempi

Risposta temporale: esempi ...4 Risposta temporale: esempi Esempio. Calcolare la risposta al gradino unitario del seguente sistema: x(t) = u(t) s + 5 (s + )(s + ) y(t) Il calcolo della trasformata del segnale di uscita è immediato:

Dettagli

Risposta al gradino di un sistema del primo ordine

Risposta al gradino di un sistema del primo ordine 0.0..4 Risposta al gradino di un sistema del primo ordine Diagramma Si consideri il seguente sistema lineare del primo ordine: G(s) = +τ s L unico parametro che caratterizza il sistema è la costante di

Dettagli

01. Modelli di Sistemi

01. Modelli di Sistemi Controlli Automatici 01. Modelli di Sistemi Prof. Cesare Fantuzzi Ing. Cristian Secchi Ing. Federica Ferraguti ARSControl - DISMI - Università di Modena e Reggio Emilia E-mail: {nome.cognome}@unimore.it

Dettagli

Oscillazioni. Si produce un oscillazione quando un sistema viene perturbato rispetto a una posizione di equilibrio stabile

Oscillazioni. Si produce un oscillazione quando un sistema viene perturbato rispetto a una posizione di equilibrio stabile Oscillazioni Si produce un oscillazione quando un sistema viene perturbato rispetto a una posizione di equilibrio stabile Caratteristica più evidente del moto oscillatorio è di essere un moto periodico,

Dettagli

VELOCITA' CRITICHE FLESSIONALI

VELOCITA' CRITICHE FLESSIONALI VELOCITA' CRITICHE FLESSIONALI Si consideri un albero privo di massa recante in posizione intermedia un corpo puntiforme di massa "M". Se la massa viene spostata dalla sua posizione di equilibrio in direzione

Dettagli

Capitolo 3: Ottimizzazione non vincolata parte III. E. Amaldi DEI, Politecnico di Milano

Capitolo 3: Ottimizzazione non vincolata parte III. E. Amaldi DEI, Politecnico di Milano Capitolo 3: Ottimizzazione non vincolata parte III E. Amaldi DEI, Politecnico di Milano 3.4 Metodi di ricerca unidimensionale In genere si cerca una soluzione approssimata α k di min g(α) = f(x k +αd k

Dettagli

Applicazioni delle leggi della meccanica: moto armnico

Applicazioni delle leggi della meccanica: moto armnico Applicazioni delle leggi della meccanica: moto armnico Discutiamo le caratteristiche del moto armonico utilizzando l esempio di una molla di costante k e massa trascurabile a cui è fissato un oggetto di

Dettagli

INTERPRETAZIONE CINEMATICA DELLA DERIVATA

INTERPRETAZIONE CINEMATICA DELLA DERIVATA INTERPRETAZIONE CINEMATICA DELLA DERIVATA Consideriamo un punto mobile sopra una qualsiasi linea Fissiamo su tale linea un punto O, come origine degli archi, e un verso di percorrenza come verso positivo;

Dettagli

Indice slides. 1 Oscillatore semplice 5. 2 Equazione caratteristica 6. 3 Radici complesse 7. 4 Integrale generale 8. 5 Forza Peso 9.

Indice slides. 1 Oscillatore semplice 5. 2 Equazione caratteristica 6. 3 Radici complesse 7. 4 Integrale generale 8. 5 Forza Peso 9. Moto di Oscillatori Pietro Pantano Dipartimento di Matematica Università della Calabria Slides 1 di 27 Slides 2 di 27 1 Oscillatore semplice 5 2 Equazione caratteristica 6 3 Radici complesse 7 4 Integrale

Dettagli

Consideriamo un sistema dinamico tempo-invariante descritto da:

Consideriamo un sistema dinamico tempo-invariante descritto da: IL PROBLEMA DELLA STABILITA Il problema della stabilità può essere affrontato in vari modi. Quella adottata qui, per la sua riconosciuta generalità ed efficacia, è l impostazione classica dovuta a M. A.

Dettagli

Derivate. Rette per uno e per due punti. Rette per uno e per due punti

Derivate. Rette per uno e per due punti. Rette per uno e per due punti Introduzione Rette per uno e per due punti Rette per uno e per due punti Rette secanti e tangenti Derivata d una funzione in un punto successive Derivabilità a destra e a sinistra Rette per uno e per due

Dettagli

Elementi di Teoria dei Sistemi. Definizione di sistema dinamico. Cosa significa Dinamico? Sistema dinamico a tempo continuo

Elementi di Teoria dei Sistemi. Definizione di sistema dinamico. Cosa significa Dinamico? Sistema dinamico a tempo continuo Parte 2, 1 Parte 2, 2 Elementi di Teoria dei Sistemi Definizione di sistema dinamico Parte 2, 3 Sistema dinamico a tempo continuo Cosa significa Dinamico? Parte 2, 4? e` univocamente determinata? Ingresso

Dettagli

Sistemi vibranti ad 1 gdl

Sistemi vibranti ad 1 gdl Università degli Studi di Bergamo Dipartimento di Ingegneria Sistemi vibranti ad 1 gdl - vibrazioni forzate - rev. 1. Le vibrazioni forzate di un sistema ad 1 gdl sono descritte dall equazione: mẍ + cẋ

Dettagli

Azionamenti Elettrici Parte 1 Generazione del moto mediante motori elettrici

Azionamenti Elettrici Parte 1 Generazione del moto mediante motori elettrici Azionamenti Elettrici Parte Generazione del moto mediante motori elettrici Prof. Alberto Tonielli DEIS - Università di Bologna Tel. 05-6443024 E-mail mail: atonielli@deis deis.unibo.itit Collocazione del

Dettagli

Banda passante e sviluppo in serie di Fourier

Banda passante e sviluppo in serie di Fourier CONTROLLI AUTOMATICI Ingegneria Meccanica e Ingegneria del Veicolo http://www.dii.unimore.it/~lbiagiotti/controlliautomatici.html Banda passante e sviluppo in serie di Fourier Ing. e-mail: luigi.biagiotti@unimore.it

Dettagli

Che cos'è il caos? Caos Dove comincia il caos si arresta la scienza classica (1987) L'aspetto irregolare della natura sono stati dei veri rompicapo

Che cos'è il caos? Caos Dove comincia il caos si arresta la scienza classica (1987) L'aspetto irregolare della natura sono stati dei veri rompicapo Che cos'è il caos? Che cos'è il caos? Poincarè nel 1903 afferma che : una causa piccolissima che sfugga alla nostra attenzione determina un effetto considerevole che non possiamo mancare di vedere, e allora

Dettagli

06. Analisi Armonica. Controlli Automatici. Prof. Cesare Fantuzzi Ing. Cristian Secchi Ing. Federica Ferraguti

06. Analisi Armonica. Controlli Automatici. Prof. Cesare Fantuzzi Ing. Cristian Secchi Ing. Federica Ferraguti Controlli Automatici 6. Analisi Armonica Prof. Cesare Fantuzzi Ing. Cristian Secchi Ing. Federica Ferraguti ARSControl - DISMI - Università di Modena e Reggio Emilia E-mail: {nome.cognome}@unimore.it http://www.arscontrol.org/teaching

Dettagli

Gli esperimenti condotti da Faraday hanno portato a stabilire l esistenza di una forza elettromotrice e quindi di una corrente indotta in un circuito

Gli esperimenti condotti da Faraday hanno portato a stabilire l esistenza di una forza elettromotrice e quindi di una corrente indotta in un circuito Gli esperimenti condotti da Faraday hanno portato a stabilire l esistenza di una forza elettromotrice e quindi di una corrente indotta in un circuito quando: 1) il circuito è in presenza di un campo magnetico

Dettagli

Corso di Laurea in Ingegneria Meccatronica SISTEMI ELEMENTARI DEL 1 o E 2 o ORDINE

Corso di Laurea in Ingegneria Meccatronica SISTEMI ELEMENTARI DEL 1 o E 2 o ORDINE Automation Robotics and System CONTROL Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia Corso di Laurea in Ingegneria Meccatronica SISTEMI ELEMENTARI DEL o E 2 o ORDINE CA 5 Cesare Fantuzzi (cesare.fantuzzi@unimore.it)

Dettagli

OSCILLAZIONI SMORZATE E FORZATE

OSCILLAZIONI SMORZATE E FORZATE OSCILLAZIONI SMORZATE E FORZATE Questo esperimento permette di studiare le oscillazioni armoniche di un pendolo e le oscillazioni smorzate e smorzate-forzate. Studiando il variare dell ampiezza dell oscillazione

Dettagli

CONTROLLI AUTOMATICI Ingegneria Gestionale ANALISI ARMONICA

CONTROLLI AUTOMATICI Ingegneria Gestionale  ANALISI ARMONICA CONTROLLI AUTOMATICI Ingegneria Gestionale http://www.automazione.ingre.unimore.it/pages/corsi/controlliautomaticigestionale.htm ANALISI ARMONICA Ing. Federica Grossi Tel. 059 2056333 e-mail: federica.grossi@unimore.it

Dettagli

Studio delle oscillazioni di un pendolo fisico

Studio delle oscillazioni di un pendolo fisico Studio delle oscillazioni di un pendolo fisico Materiale occorrente: pendolo con collare (barra metallica), supporto per il pendolo, orologio, righello. Richiami di teoria Un pendolo fisico è costituito

Dettagli

Università del Salento Corso di Laurea Triennale in Ingegneria Industriale Secondo esonero di FISICA GENERALE 2 del 16/01/15

Università del Salento Corso di Laurea Triennale in Ingegneria Industriale Secondo esonero di FISICA GENERALE 2 del 16/01/15 Università del Salento Corso di Laurea Triennale in Ingegneria Industriale Secondo esonero di FISICA GENERALE 2 del 16/01/15 Esercizio 1 (7 punti): Nella regione di spazio compresa tra due cilindri coassiali

Dettagli

R = 2.2 kω / 100 kω Tensione di alimentazione picco-picco ε = 2 V (R int = 600 Ω)

R = 2.2 kω / 100 kω Tensione di alimentazione picco-picco ε = 2 V (R int = 600 Ω) Strumentazione: oscilloscopio, generatore di forme d onda (utilizzato con onde sinusoidali), 2 sonde, basetta, componenti R,L,C Circuito da realizzare: L = 2 H (±10%) con resistenza in continua di R L

Dettagli

PRINCIPIO DI FUNZIONAMENTO DEL TRASFORMATORE

PRINCIPIO DI FUNZIONAMENTO DEL TRASFORMATORE PRINCIPIO DI FUNZIONAMENTO DEL TRASFORMATORE Il trasformatore è costituito essenzialmente da un nucleo di lamierini ferromagnetici su cui sono avvolti due avvolgimenti in rame con diverso numero di spire

Dettagli

Esercitazione 2. Soluzione

Esercitazione 2. Soluzione Esercitazione 2 Esercizio 1 - Resistenza dell aria Un blocchetto di massa m = 0.01 Kg (10 grammi) viene appoggiato delicatamente con velocità iniziale zero su un piano inclinato rispetto all orizziontale

Dettagli

5.4 Larghezza naturale di una riga

5.4 Larghezza naturale di una riga 5.4 Larghezza naturale di una riga Un modello classico più soddisfacente del processo di emissione è il seguente. Si considera una carica elettrica puntiforme in moto armonico di pulsazione ω 0 ; la carica,

Dettagli

Diagrammi di Nyquist o polari

Diagrammi di Nyquist o polari 0.0. 3.3 1 qualitativa Ampiezza Diagrammi di Nyquist o polari Esempio di diagramma polare senza poli nell origine: 40 20 G(s) = 100(1+ s 50 ) (1+ s 10 )2 (1+ s 20 )(1+ s 100 ) Imag 0 20 15 20 30 80 0.1

Dettagli

LA LEGGE DI FARADAY-HENRY O DELL INDUZIONE ELETTROMAGNETICA

LA LEGGE DI FARADAY-HENRY O DELL INDUZIONE ELETTROMAGNETICA LA LEGGE DI FARADAY-HENRY O DELL INDUZIONE ELETTROMAGNETICA Se un magnete è posto vicino ad un circuito conduttore chiuso, nel circuito si manifesta una f.e.m. quando il magnete è messo in movimento. Tale

Dettagli

TEORIA DEI SISTEMI SISTEMI LINEARI

TEORIA DEI SISTEMI SISTEMI LINEARI TEORIA DEI SISTEMI Laurea Specialistica in Ingegneria Meccatronica Laurea Specialistica in Ingegneria Gestionale Indirizzo Gestione Industriale TEORIA DEI SISTEMI SISTEMI LINEARI Ing. Cristian Secchi Tel.

Dettagli

SISTEMI DI CONTROLLO Ingegneria Meccanica e Ingegneria del Veicolo.

SISTEMI DI CONTROLLO Ingegneria Meccanica e Ingegneria del Veicolo. SISTEMI DI CONTROLLO Ingegneria Meccanica e Ingegneria del Veicolo http://www.dii.unimore.it/~lbiagiotti/sistemicontrollo.html Banda passante e sviluppo in serie di Fourier Ing. Luigi Biagiotti e-mail:

Dettagli

Corso di elettrotecnica Materiale didattico: i grafi

Corso di elettrotecnica Materiale didattico: i grafi Corso di elettrotecnica Materiale didattico: i grafi A. Laudani 12 ottobre 2005 I grafi costituiscono uno strumento matematico che permette di descrivere e schematizzare una grande varietà di problemi

Dettagli

Fisica per scienze ed ingegneria

Fisica per scienze ed ingegneria Serway, Jewett Fisica per scienze ed ingegneria Capitolo 15 Blocchetto legato ad una molla in moto su un piano orizzontale privo di attrito. Forza elastica di richiamo: F x =-Kx (Legge di Hooke). Per x>0,

Dettagli

FILTRI ANALOGICI L6/1

FILTRI ANALOGICI L6/1 FILTRI ANALOGICI Scopo di un filtro analogico è l eliminazione di parte del contenuto armonico di un segnale, lasciandone inalterata la porzione restante. In funzione dell intervallo di frequenze del segnale

Dettagli

L INDUZIONE ELETTROMAGNETICA. V Scientifico Prof.ssa Delfino M. G.

L INDUZIONE ELETTROMAGNETICA. V Scientifico Prof.ssa Delfino M. G. L INDUZIONE ELETTROMAGNETICA V Scientifico Prof.ssa Delfino M. G. INDUZIONE E ONDE ELETTROMAGNETICHE 1. Il flusso del vettore B 2. La legge di Faraday-Neumann-Lenz 3. Induttanza e autoinduzione 4. I circuiti

Dettagli

1. RELAZIONI TENSIONE-CORRENTE NEL DOMINIO DEL TEMPO. i(t) = v(t) / R = V M / R sen ωt i(t) = I M sen ωt I(t) = I M e jωt

1. RELAZIONI TENSIONE-CORRENTE NEL DOMINIO DEL TEMPO. i(t) = v(t) / R = V M / R sen ωt i(t) = I M sen ωt I(t) = I M e jωt 1. RELAZIONI TENSIONE-CORRENTE NEL DOMINIO DEL TEMPO i(t) Tensione applicata : v(t) v(t) = V M sen ωt V(t) = V M e jωt : vettore ruotante che genera la sinusoide RESISTORE i(t) = v(t) / R = V M / R sen

Dettagli

CORRENTI ALTERNATE. Dopo che la spira è ruotata di in certo angolo in un tempo t si ha

CORRENTI ALTERNATE. Dopo che la spira è ruotata di in certo angolo in un tempo t si ha 1 easy matematica CORRENI ALERNAE Consideriamo una bobina ruotante, con velocità angolare ω costante all'interno di un campo magnetico uniforme B. Gli estremi della spira sono collegati a due anelli chiamati

Dettagli

ANALISI E CONTROLLO DI UN MODELLO DI IMPATTO PUBBLICITARIO

ANALISI E CONTROLLO DI UN MODELLO DI IMPATTO PUBBLICITARIO ANALISI E CONTROLLO DI UN MODELLO DI IMPATTO PUBBLICITARIO Un modello di impatto pubblicitario Analisi del modello: il caso stazionario Analisi del modello: il caso periodico Analisi picco-picco Controllo

Dettagli

Sviluppi e derivate delle funzioni elementari

Sviluppi e derivate delle funzioni elementari Sviluppi e derivate delle funzioni elementari In queste pagine dimostriamo gli sviluppi del prim ordine e le formule di derivazioni delle principali funzioni elementari. Utilizzeremo le uguaglianze lim

Dettagli

ONDE ELETTROMAGNETICHE

ONDE ELETTROMAGNETICHE ONDE ELETTROMAGNETICHE ESERCIZIO 1 Un onda elettromagnetica piana di frequenza ν = 7, 5 10 14 Hz si propaga nel vuoto lungo l asse x. Essa è polarizzata linearmente con il campo E che forma l angolo ϑ

Dettagli

Sistemi dinamici-parte 2 Parentesi di Poisson e trasformazioni canoniche

Sistemi dinamici-parte 2 Parentesi di Poisson e trasformazioni canoniche Sistemi dinamici-parte 2 Parentesi di e trasformazioni AM Cherubini 11 Maggio 2007 1 / 25 Analogamente a quanto fatto per i sistemi lagrangiani occorre definire, insieme alla struttura del sistema, anche

Dettagli

Cinematica. Descrizione dei moti

Cinematica. Descrizione dei moti Cinematica Descrizione dei moti Moto di un punto materiale Nella descrizione del moto di un corpo (cinematica) partiamo dal caso più semplice: il punto materiale, che non ha dimensioni proprie. y. P 2

Dettagli

Scomposizione in fratti semplici

Scomposizione in fratti semplici 0.0.. Scomposizione in fratti semplici La determinazione dell evoluzione libera e dell evoluzione forzata di un sistema lineare stazionario richiedono l antitrasformazione di una funzione razionale fratta

Dettagli

Legge di Faraday. x x x x x x x x x x E x x x x x x x x x x R x x x x x x x x x x. x x x x x x x x x x. x x x x x x x x x x E B 1 Φ B.

Legge di Faraday. x x x x x x x x x x E x x x x x x x x x x R x x x x x x x x x x. x x x x x x x x x x. x x x x x x x x x x E B 1 Φ B. Φ ε ds ds dφ = dt Legge di Faraday E x x x x x x x x x x E x x x x x x x x x x R x x x x x x x x x x 1 x x x x x x x x x x E x x x x x x x x x x E Schema Generale Elettrostatica moto di q in un campo E

Dettagli

Segnali e Sistemi (Ingegneria Informatica)

Segnali e Sistemi (Ingegneria Informatica) Segnali e Sistemi (Ingegneria Informatica) Lezione 3 last update Oct 17, 2004 c 2004 Finesso, Pavon, Pinzoni 1 SIMMETRIE DEI SEGNALI - Simmetria pari (Definizioni analoghe nel caso discreto) Segnale pari

Dettagli

Analisi Matematica II (Prof. Paolo Marcellini)

Analisi Matematica II (Prof. Paolo Marcellini) Analisi Matematica II Prof. Paolo Marcellini) Università degli Studi di Firenze Corso di laurea in Matematica Esercitazione del 5//14 Michela Eleuteri 1 eleuteri@math.unifi.it web.math.unifi.it/users/eleuteri

Dettagli

Reti nel dominio delle frequenze. Lezione 10 2

Reti nel dominio delle frequenze. Lezione 10 2 Lezione 10 1 Reti nel dominio delle frequenze Lezione 10 2 Introduzione Lezione 10 3 Cosa c è nell Unità 3 In questa sezione si affronteranno Introduzione all Unità Trasformate di Laplace Reti nel dominio

Dettagli

Capitolo 12. Moto oscillatorio

Capitolo 12. Moto oscillatorio Moto oscillatorio INTRODUZIONE Quando la forza che agisce su un corpo è proporzionale al suo spostamento dalla posizione di equilibrio ne risulta un particolare tipo di moto. Se la forza agisce sempre

Dettagli

Effetto Zeeman anomalo

Effetto Zeeman anomalo Effetto Zeeman anomalo Direzione del campo B esempio: : j=3/2 Direzione del campo B j=1+1/2 = 3/2 s m j =+3/2 m j =+1/2 l m j =-1/2 m j =-3/2 La separazione tra i livelli é diversa l e µ l antiparalleli

Dettagli

LICEO SCIENTIFICO STATALE A. VALLISNERI Classe 5A 2 o periodo/ 1 a verifica scritta 6 febbraio Campo magnetico e suoi effetti

LICEO SCIENTIFICO STATALE A. VALLISNERI Classe 5A 2 o periodo/ 1 a verifica scritta 6 febbraio Campo magnetico e suoi effetti LICEO SCIENTIFICO STATALE A. VALLISNERI Classe 5A 2 o periodo/ 1 a verifica scritta 6 febbraio 2012 Campo magnetico e suoi effetti Alunno:................................................ Domande a risposta

Dettagli

L ANALISI ARMONICA DI UN SEGNALE PERIODICO

L ANALISI ARMONICA DI UN SEGNALE PERIODICO L ANALISI ARMONICA DI UN SEGNALE PERIODICO Il segnale elettrico è una grandezza fisica (in genere una tensione) che varia in funzione del tempo e che trasmette un'informazione. Quasi tutti i segnali che

Dettagli

Le Derivate. Appunti delle lezioni di matematica di A. Pisani Liceo Classico Dante Alighieri

Le Derivate. Appunti delle lezioni di matematica di A. Pisani Liceo Classico Dante Alighieri Le Derivate Appunti delle lezioni di matematica di A. Pisani Liceo Classico Dante Alighieri Nota bene Questi appunti sono da intendere come guida allo studio e come riassunto di quanto illustrato durante

Dettagli

CAP. VIII CRITERI DI PROGETTAZIONE E VERIFICA DI COMPONENTI REALI

CAP. VIII CRITERI DI PROGETTAZIONE E VERIFICA DI COMPONENTI REALI CAP. III CRITERI DI PROGETTAZIONE E ERIFICA DI COMPONENTI REALI III. Circuiti equivalenti di resistori, condensatori ed induttori reali (vedi nota a parte) III. Progetto di resistori a) progetto di una

Dettagli

CONCETTO DI STABILITÀ NEI SISTEMI DI CONTROLLO. Sistema in condizioni di equilibrio a t = 0. d(t) = 0. u(t) = 0. y(t) = 0. Sistema

CONCETTO DI STABILITÀ NEI SISTEMI DI CONTROLLO. Sistema in condizioni di equilibrio a t = 0. d(t) = 0. u(t) = 0. y(t) = 0. Sistema CONCETTO DI STABILITÀ NEI SISTEMI DI CONTROLLO Sistema in condizioni di equilibrio a t = 0. d(t) = 0 u(t) = 0 Sistema y(t) = 0 Tipi di perturbazione. Perturbazione di durata limitata: u(t) = 0, t > T u

Dettagli

Dinamica di sistemi non lineari

Dinamica di sistemi non lineari Dinamica di sistemi non lineari DINAMICA: ANALISI DI SISTEMI CHE EVOLVONO NEL TEMPO ( in prima battuta, determinazione della presenza di equilibri e valutazione della loro stabilità). CENNI STORICI Metà

Dettagli

COSA E LA MECCANICA? Studio del MOTO DEI CORPI e delle CAUSE che lo DETERMINANO. Fisica con Elementi di Matematica 1

COSA E LA MECCANICA? Studio del MOTO DEI CORPI e delle CAUSE che lo DETERMINANO. Fisica con Elementi di Matematica 1 COSA E LA MECCANICA? Studio del MOTO DEI CORPI e delle CAUSE che lo DETERMINANO. Fisica con Elementi di Matematica 1 COSA E LA MECCANICA? Viene tradizionalmente suddivisa in: CINEMATICA DINAMICA STATICA

Dettagli

Cenni sulla Serie di Fourier

Cenni sulla Serie di Fourier Cenni sulla Serie di Fourier Note per le lezioni del corso di Controlli Automatici Prof.ssa Maria Elena Valcher 1 Serie di Fourier Osserviamo preliminarmente che la somma di segnali periodici non è necessariamente

Dettagli

Macchine ricorsive lineari: alcune applicazioni

Macchine ricorsive lineari: alcune applicazioni Macchine ricorsive lineari: alcune applicazioni Marcello Colozzo http://www.extrabyte.info Le macchine ricorsive lineari hanno un costo computazionale molto basso, giacchè il corrispondente sistema dinamico

Dettagli

8. Energia e lavoro. 2 Teorema dell energia per un moto uniformemente

8. Energia e lavoro. 2 Teorema dell energia per un moto uniformemente 1 Definizione di lavoro 8. Energia e lavoro Consideriamo una forza applicata ad un corpo di massa m. Per semplicità ci limitiamo, inizialmente ad una forza costante, come ad esempio la gravità alla superficie

Dettagli

Theory Italiano (Italy)

Theory Italiano (Italy) Q3-1 Large Hadron Collider (10 punti) Prima di iniziare questo problema, leggi le istruzioni generali nella busta a parte. In questo problema è discussa la fisica dell acceleratore di particelle del CERN

Dettagli

0 se y c 1 (y)) se c < y < d. 1 se y d

0 se y c 1 (y)) se c < y < d. 1 se y d Capitolo. Parte IX Exercise.. Sia X una variabile aleatoria reale assolutamente continua e sia (a,b) un intervallo aperto (limitato o illimitato) di R, tale che P(X (a,b)) =. Sia ϕ : (a,b) R una funzione

Dettagli

TRASFORMATA DI LAPLACE

TRASFORMATA DI LAPLACE TRASFORMATA DI LAPLACE La Trasformata di Laplace è un operatore funzionale che stabilisce una corrispondenza biunivoca tra una funzione di variabile reale (tempo t), definita per t, e una funzione di variabile

Dettagli

L ELETTRICITA I CIRCUITI ELETTRICI

L ELETTRICITA I CIRCUITI ELETTRICI L ELETTRICITA I CIRCUITI ELETTRICI Elettricità Col termine elettricità si fa riferimento genericamente a tutti i fenomeni fisici di interazione tra cariche. I tipici effetti di tali interazioni sono: le

Dettagli

0 : costante dielettrica nel vuoto

0 : costante dielettrica nel vuoto 0 : costante dielettrica nel vuoto Φ Flusso del campo elettrico E dφ E E da EdAcosθ Se la superficie è chiusa (superficie gaussiana) il flusso si calcola come integrale chiuso: Φ E dφ E E da v EdAcosθ

Dettagli

Elettronica II Segnali periodici; serie di Fourier; trasformata di Fourier p. 2

Elettronica II Segnali periodici; serie di Fourier; trasformata di Fourier p. 2 Elettronica II Segnali periodici; serie di Fourier; trasformata di Fourier Valentino Liberali Dipartimento di Tecnologie dell Informazione Università di Milano, 26013 Crema e-mail: liberali@dti.unimi.it

Dettagli

UNIVERSITÀ DEGLISTUDIDIPAVIA Laurea in Ingegneria Elettronica e Informatica

UNIVERSITÀ DEGLISTUDIDIPAVIA Laurea in Ingegneria Elettronica e Informatica 7.09.0 Problema L interruttore indicato nel circuito in figura commuta nell istante t 0 dalla posizione AA alla posizione BB. Determinare le espressioni delle tensioni v (t) ev (t) per ogni istante di

Dettagli

Fisica Generale Modulo di Fisica II A.A Ingegneria Meccanica - Edile - Informatica Esercitazione 6 INDUZIONE ELETTROMAGNETICA

Fisica Generale Modulo di Fisica II A.A Ingegneria Meccanica - Edile - Informatica Esercitazione 6 INDUZIONE ELETTROMAGNETICA Fisica enerale Modulo di Fisica II A.A. 05-6 INDUZIONE EETTOMANETIA Eb. Una spira rettangolare di altezza l 0 cm è 0. T completata da un contatto mobile che viene spostato verso destra alla velocità costante

Dettagli

1. Il moto della sbarretta (OLIMPIADI della FISICA 1991)

1. Il moto della sbarretta (OLIMPIADI della FISICA 1991) 1. Il moto della sbarretta (OLIMPIADI della FISICA 1991) Obiettivi Determinare la f.e.m. indotta agli estremi di un conduttore rettilineo in moto in un campo magnetico Applicare il secondo principio della

Dettagli

Capitolo 6. Variabili casuali continue. 6.1 La densità di probabilità

Capitolo 6. Variabili casuali continue. 6.1 La densità di probabilità Capitolo 6 Variabili casuali continue Le definizioni di probabilità che abbiamo finora usato sono adatte solo per una variabile casuale che possa assumere solo valori discreti; vediamo innanzi tutto come

Dettagli

1^ LEGGE di OHM - CONDUTTORI in SERIE e in PARALLELO

1^ LEGGE di OHM - CONDUTTORI in SERIE e in PARALLELO ^ LEGGE di OHM - CONDUTTOI in SEIE e in PAALLELO attività svolta con le classi 3^D e 3^G - as 2009/0 Scopo dell esperienza Le finalità dell esperimento sono: ) Verificare la relazione tra la ddp ai capi

Dettagli

Esercitazione Misure su circuiti magnetici. 3 - Rilievo del ciclo di isteresi dinamico di un nucleo magnetico

Esercitazione Misure su circuiti magnetici. 3 - Rilievo del ciclo di isteresi dinamico di un nucleo magnetico Esercitazione Misure su circuiti magnetici - 1 Esercitazione Misure su circuiti magnetici 1 - Oggetto Caratterizzazione di materiali magnetici. Strumento virtuale per il rilievo del ciclo di isteresi dinamico.

Dettagli

Le derivate parziali

Le derivate parziali Sia f(x, y) una funzione definita in un insieme aperto A R 2 e sia P 0 = x 0, y 0 un punto di A. Essendo A un aperto, esiste un intorno I(P 0, δ) A. Preso un punto P(x, y) I(P 0, δ), P P 0, possiamo definire

Dettagli

Università degli studi di Trento Facoltà di Ingegneria Corso di Laurea in Viticoltura ed Enologia

Università degli studi di Trento Facoltà di Ingegneria Corso di Laurea in Viticoltura ed Enologia Università degli studi di Trento Facoltà di Ingegneria Corso di Laurea in Viticoltura ed Enologia Prof. Dino Zardi Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale e Meccanica Fisica Componenti elementari

Dettagli

Lezione 5 MOTO CIRCOLARE UNIFORME

Lezione 5 MOTO CIRCOLARE UNIFORME Corsi di Laurea in Scienze motorie - Classe L-22 (D.M. 270/04) Dr. Andrea Malizia 1 MOTO CIRCOLARE UNIFORME 2 Per descrivere un moto curvilineo occorrono due assi cartesiani ortogonali ed un orologio.

Dettagli

Derivazione Numerica

Derivazione Numerica Derivazione Numerica I metodi alle differenze finite sono basati sull approssimazione numerica di derivate parziali. Per questo consideriamo come problema iniziale quello di approssimare le derivate di

Dettagli

Segnali ad energia ed a potenza finita

Segnali ad energia ed a potenza finita Bozza Data 07/03/008 Segnali ad energia ed a potenza finita Energia e potenza di un segnale Definizioni di energia e potenza Dato un segnale (t), in generale complesso, si definisce potenza istantanea

Dettagli

APPENDICE 1 CAMPI CONSERVATIVI CIRCUITAZIONE DI UN VETTORE LUNGO UNA LINEA CHIUSA CORRENTE DI SPOSTAMENTO

APPENDICE 1 CAMPI CONSERVATIVI CIRCUITAZIONE DI UN VETTORE LUNGO UNA LINEA CHIUSA CORRENTE DI SPOSTAMENTO APPENDICE 1 CAMPI CONSERVATIVI CIRCUITAZIONE DI UN VETTORE LUNGO UNA LINEA CHIUSA CORRENTE DI SPOSTAMENTO Quando un punto materiale P si sposta di un tratto s per effetto di una forza F costante applicata

Dettagli

Quanto bene conosciamo i Segnali Sismici?

Quanto bene conosciamo i Segnali Sismici? Quanto bene conosciamo i Segnali Sismici? In generale, quello registrato non è esattamente il moto del suolo ma la risposta dell apparato strumentale a questo movimento In pratica, lo strumento provoca

Dettagli

5. Applicazione ai dati sperimentali, un modello di previsione delle temperature

5. Applicazione ai dati sperimentali, un modello di previsione delle temperature 5. Applicazione ai dati sperimentali, un modello di previsione delle temperature 5.1 Ricostruzione dello spazio delle fasi L utilizzo del teorema di embedding per ricostruire lo spazio delle fasi relativo

Dettagli

Compito di Elettrotecnica, Ing. Gestionale, Pisa, 5 Giugno vista dai morsetti 1-2 del bipolo in figura (A da tabella)

Compito di Elettrotecnica, Ing. Gestionale, Pisa, 5 Giugno vista dai morsetti 1-2 del bipolo in figura (A da tabella) Compito di Elettrotecnica, Ing. Gestionale, Pisa, 5 Giugno 214 Allievo... 1) Calcolare la R eq vista dai morsetti 1-2 del bipolo in figura (A da tabella) 2) Calcolare la E th (tensione di Thevenin) ai

Dettagli

Dati numerici: f = 200 V, R 1 = R 3 = 100 Ω, R 2 = 500 Ω, C = 1 µf.

Dati numerici: f = 200 V, R 1 = R 3 = 100 Ω, R 2 = 500 Ω, C = 1 µf. ESERCIZI 1) Due sfere conduttrici di raggio R 1 = 10 3 m e R 2 = 2 10 3 m sono distanti r >> R 1, R 2 e contengono rispettivamente cariche Q 1 = 10 8 C e Q 2 = 3 10 8 C. Le sfere vengono quindi poste in

Dettagli

Il rumore nei circuiti elettrici

Il rumore nei circuiti elettrici Il rumore nei circuiti elettrici Il rumore elettrico e' qualsiasi segnale indesiderato presente in un circuito di comunicazione o di misura, che tende a confondere e mascherare il segnale desiderato. Rumore

Dettagli

Fisica II - CdL Chimica. La natura della luce Ottica geometrica Velocità della luce Dispersione Fibre ottiche

Fisica II - CdL Chimica. La natura della luce Ottica geometrica Velocità della luce Dispersione Fibre ottiche La natura della luce Ottica geometrica Velocità della luce Dispersione Fibre ottiche La natura della luce Teoria corpuscolare (Newton) Teoria ondulatoria: proposta già al tempo di Newton, ma scartata perchè

Dettagli

MOTO DI UNA PARTICELLA IN UN CAMPO ELETTRICO

MOTO DI UNA PARTICELLA IN UN CAMPO ELETTRICO MOTO DI UNA PARTICELLA IN UN CAMPO ELETTRICO Sappiamo che mettendo una carica positiva q chiamata carica di prova o carica esploratrice in un punto vicino all oggetto carico si manifesta un vettore campo

Dettagli

Esercizi sui sistemi trifase

Esercizi sui sistemi trifase Esercizi sui sistemi trifase Esercizio : Tre carichi, collegati ad una linea trifase che rende disponibile una terna di tensioni concatenate simmetrica e diretta (regime C, frequenza 50 Hz, valore efficace

Dettagli

Fisica II. 7 Esercitazioni

Fisica II. 7 Esercitazioni Esercizi svolti Esercizio 7.1 Il campo magnetico che agisce perpendicolarmente ad un circuito costituito da 3 spire di 3 cm di diametro, passa da un valore di.4t a -.65T in 18 msec. Calcolare la tensione

Dettagli

INTERPOLAZIONE. Introduzione

INTERPOLAZIONE. Introduzione Introduzione INTERPOLAZIONE Quando ci si propone di indagare sperimentalmente la legge di un fenomeno, nel quale intervengono due grandezze x, y simultaneamente variabili, e una dipendente dall altra,

Dettagli

CAMPO MAGNETICO ROTANTE

CAMPO MAGNETICO ROTANTE Università degli studi di Pisa FACOLTÀ DI INGEGNERIA Corso di Laurea Triennale in Ingegneria Elettrica DISPENSE DI MACCHINE ELETTRICHE TRATTE DAL CORSO TENUTO DAL PROF. OTTORINO BRUNO CAMPO MAGNETICO ROTANTE

Dettagli