REGGIO EMILIA - GUASTALLA

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1 Presidenza del Consiglio dei Ministri Ufficio Nazionale per il Servizio Civile PROGETTO PER L IMPIEGO DI VOLONTARI IN SERVIZIO CIVILE IN ITALIA della Caritas diocesana di REGGIO EMILIA - GUASTALLA TITOLO DEL PROGETTO ESSERE IN UN MONDO D ASCOLTO _ REGGIO EMILIA 1

2 SCHEDA PROGETTO PER L IMPIEGO DI VOLONTARI IN SERVIZIO CIVILE IN ITALIA ENTE 1) Ente proponente il progetto: CARITAS ITALIANA La Caritas Italiana è l'organismo pastorale della Cei (Conferenza Episcopale Italiana) con lo scopo di promuovere «la testimonianza della carità nella comunità ecclesiale italiana, in forme consone ai tempi e ai bisogni, in vista dello sviluppo integrale dell'uomo, della giustizia sociale e della pace, con particolare attenzione agli ultimi e con prevalente funzione pedagogica» (art.1 dello Statuto). È nata nel 1971, per volere di Paolo VI, nello spirito del rinnovamento avviato dal Concilio Vaticano II. Ha prevalente funzione pedagogica, cioè tende a far crescere nelle persone, nelle famiglie, nelle comunità, il senso cristiano della Carità. Caritas diocesana di Reggio Emilia Guastalla è l organo pastorale della Diocesi di Reggio Emilia Guastalla per la promozione della carità in diocesi. Da anni opera per la promozione sul territorio delle Caritas parrocchiali e dei Centri d ascolto e da sempre è attenta alle necessità dei più poveri. La storia del servizio civile in diocesi risale alla fine degli anni 70 e da allora sono alcune migliaia i giovani che attraverso la nostra Caritas hanno potuto svolgere il servizio civile, prima grazie all obiezione di coscienza e oggi attraverso il Servizio Civile Nazionale e volontario 2) Codice di accreditamento: NZ ) Albo e classe di iscrizione: NAZIONALE 1 CLASSE CARATTERISTICHE PROGETTO 4) Titolo del progetto: ESSERE IN UN MONDO D ASCOLTO _ REGGIO EMILIA 5) Settore ed area di intervento del progetto con relativa codifica (vedi allegato 3): Settore: Assistenza Area di intervento: Disagio Adulto Codice: A/12 2

3 6) Descrizione del contesto territoriale e/o settoriale entro il quale si realizza il progetto con riferimento a situazioni definite, rappresentate mediante indicatori misurabili: Contesto Territoriale Il territorio provinciale di Reggio Emilia ha una popolazione di abitanti in costante crescita; nel 2007 la popolazione residente è cresciuta di 8760 unità (fonte osservatorio demografico provinciale della provincia di Reggio Emilia). Questo territorio si estende dalla pianura padana (il fiume Po ne traccia il confine Nord con la Lombardia) sino all alto Appennino (che confina a sud con Liguria e Toscana). Confina inoltre con le provincie di Modena a Est e Parma a Ovest. Per meglio comprendere il ruolo del Centro d ascolto Caritas e l importanza del lavoro di rete con i centri d ascolto parrocchiali è importante capire il territorio in cui opera che è contraddistinto da flussi migratori veloci e molto numerosi all interno dei quali si nascondono spesso forme di povertà. In questo territorio la presenza di stranieri è tra le più alte d Italia. Alcuni dati dell'osservatorio provinciale sulla popolazione straniera: Gli ultimi dati disponibili collocano la provincia di Reggio Emilia al primo posto in Regione come incidenza di cittadini stranieri sulla popolazione residente (sono infatti pari al 10,3%) e al terzo posto a livello nazionale dopo le province di Prato e Brescia 1. Come detto in precedenza la popolazione provinciale è aumentata dell 1,7%, mentre quella straniera ha registrato un dato positivo del 12,1% (nel passaggio dal 2005 al 2006 si era registrato un aumento del 9,2%. In realtà tale dato risente maggiormente della componente interna relativa ai cittadini neocomunitari dal 2004 (+22,4%) e in particolar modo del 2007 (+85,7%), mentre il riferimento con quelle extra UE è in linea con il valore dell anno precedente. Nel contesto italiano, Reggio Emilia è la prima provincia nella regione Emilia - Romagna e la quarta provincia in Italia (alla pari di Treviso, dopo Brescia, Prato e Vicenza) per incidenza di cittadini stranieri sulla popolazione residente. L'incidenza rilevata a Reggio è quasi il doppio di quella nazionale. Inoltre la nostra provincia, secondo le stime dell ISMU, si trova al quarto posto dopo Brescia, Mantova e Modena, con una presenza di 24,5 irregolari ogni mille abitanti e 20,4 ogni cento stranieri. Tra i Comuni della provincia, Luzzara è il Comune con l'incidenza più alta dei cittadini non comunitari sulla popolazione residente (16,8%), primato che, per altro, detiene dal Seguono nell'ordine: Rolo (15,8%), Fabbrico (13,7%), Boretto (13,0%), Campagnola Emilia (12,6%), Reggio Emilia (11,7%). Tra i primi 10 Comuni per incidenza della popolazione straniera, 4 sono collocati nella zona di Guastalla, 4 in quella di Correggio e 2 nel distretto di Reggio Emilia. Contesto Settoriale Nel corso del 2007 al Centro di Ascolto diocesano di Via Adua sono state incontrate complessivamente persone, registrando un calo rispetto all anno precedente di oltre 200 unità (pari al 10,8%). E in calo però l andamento delle percentuali delle persone nuove, intendendo con tale etichetta le persone che hanno avuto un primo contatto con il Centro di Ascolto diocesano nell anno di riferimento. Infatti, la percentuale degli stessi rilevata su ogni anno ha continuato a diminuire passando dal 74,9% del 2004 al 60,4% del Questa tendenza ci porta ad esprimere una forte preoccupazione, in quanto invita a riflettere sulla possibilità che nel tempo siano cresciute forme di povertà per così dire cronicizzate le quali portano le persone che ne sono investite ad accedere al centro di ascolto che si trascinano per più anni prima di risolvere il proprio problema. Delle persone incontrate nel corso del 2007, sono uomini (pari al 61,8%) e le restanti 664 donne (pari al 38,2%). Un dato interessante che emerge dai dati raccolti è quello legato alla composizione familiare delle persone incontrate: vediamo che la condizione Coniugato/a rimane la prevalente pur diminuendo nel passaggio da un anno all altro a partire dal Per controparte è la condizione Celibe/Nubile a crescere vistosamente superando nel 2007 di oltre due punti percentuali la 60.0% 50.0% 40.0% 30.0% 20.0% 10.0% 0.0% Il confronto con le altre province a livello nazionale si riferisce al 31 dicembre Celibe/Nubile Coniugato/a Separato/a Divorziato/a Vedovo/a Altro 3

4 soglia del 40%. Ciò che colpisce maggiormente tuttavia è la costante presenza negli anni di persone che hanno vissuto situazioni di disgregazione familiare (separazioni o divorzi) stabilendo un collegamento fra questo aspetto e l insorgere di forme di povertà (complessivamente 154, pari al 9,1%). In ultimo osserviamo la condizione occupazionale delle persone incontrate. Come già fatto negli altri anni è necessaria a tale riguardo una precisazione di metodo. A livello generale tale dato risente fortemente della presenza della condizione altro e ciò non per un grossolano errore di metodologia in fase di impostazione e raccolta delle informazioni, quanto invece derivato dalla necessità di far confluire in tale voce tutte quelle persone che trovandosi illegalmente sul nostro territorio (quantificate nei paragrafi successivi) e non lavorando, non possono essere considerate disoccupate, in quanto impossibilitate ad avere una condizione lavorativa legalmente riconosciuta. Fatta questa necessaria premessa osserviamo in tabella che nel 2007 è tornata a salire la percentuale di coloro che pur avendo un occupazione si rivolgono al Centro di Ascolto per chiedere aiuto. Tale valore sale al 26,1% nel caso in cui si prendano in considerazione solamente i cittadini i italiani. Se poi a tale valore Condizione Occupazionale (%) Occupato 26.2% 19.6% 14.1% 17.2% 19.9% Disoccupato 64.3% 72.3% 77.9% 75.4% 73.9% Casalinga 1.8% 0.7% 0.7% 0.5% 0.2% Studente 1.1% 1.6% 1.1% 0.2% 0.4% Inabile tot. o parziale 3.1% 3.2% 2.3% 2.1% 1.4% Pensionato/a 3.5% 2.5% 3.8% 4.4% 4.2% aggiungiamo la percentuale di coloro che posseggono una pensione, per i quali è ipotizzabile che comunque vi sia un reddito seppur minimo, le percentuale sale al 24,1% a livello generale e al 39,8% fra le persone italiane. Ne deriva che le riflessioni già avviate l anno precedente sull impoverimento delle persone anche in presenza di un reddito (e di conseguenza anche delle famiglie) si rafforzano e richiedono interventi differenziati e più attenti al sostegno del reddito che c è ma non è sufficiente. Passando ora ad osservare la nazionalità delle persone incontrate la prima cosa che colpisce nella tabella è che, nonostante a livello generale Cittadinanza siano diminuite le persone, tale effetto non Apolide riguarda i cittadini italiani, dove al contrario Italiana osserviamo che nel passaggio dal 2006 al Non Italiana aumentano sia in termini quantitativi (+15) sia in termini percentuali (passando Doppia cittadinanza dal 14,6% al 17,3%). Tale effetto, peraltro già avviatosi nell anno precedente, dimostra come vi sia stata una diminuzione ancor più sensibile all interno della condizione cittadinanza non italiana, rafforzando l idea che è proprio all interno di questa condizione che vanno ricercate le cause che hanno portato ad una diminuzione nel numero complessivo delle persone incontrate. Per fare ciò proviamo ad analizzare quelle che sono state le variazioni che hanno interessato le nazionalità maggiormente rappresentate (per semplicità si intendono le dieci più numerose, esclusa l Italia) e che hanno fatto sì che in termini quantitativi nel passaggio dal 2006 al 2007 siano diminuite di 228 unità. Per fare ciò nella tabella che segue abbiamo provato a sottolineare gli andamenti registrati nei diversi anni per ogni nazionalità. Possesso pds Si No In attesa Altro Non richiesto* Totale Possesso pds (%) Si 58,6% 43,0% 38,6% 33,8% 33,4% No 36,2% 51,8% 56,8% 58,0% 50,5% In attesa 4,3% 4,1% 3,4% 6,3% 5,5% 4

5 Altro 0,3% 0,6% 0,3% 0,8% 2,8% Non richiesto* 0,5% 0,5% 0,9% 1,1% 7,9% * Rientrano in questa voce coloro che pur non essendo italiani non necessitano di pds per stare nel nostro paese In riferimento, invece, alla regolarità sul nostro territorio di queste persone la tabella mostra come resti maggioritaria la componente di coloro che non possiedono un permesso di soggiorno (722 persone pari al 50,5%), pur registrando un flessione rispetto all anno precedente. Osservando le variazioni percentuali notiamo che tale diminuzione non porta ad un aumento della condizione Si, questo perché nell anno 2007 si è provveduto a codificare le persone con nazionalità Rumena o Bulgara nella condizione Non richiesto essendo cambiate le condizioni per la permanenza sul nostro territorio (complessivamente si tratta di 113 persone pari al 7,9%). Provando a sottrarre questo ultimo dato si vede che la percentuale di persone non regolarmente presenti sale al 54,8%, un valore ben più vicino a quello osservato nel Passando ad osservare l anno di ingresso in Italia delle persone incontrate, possiamo fare due tipi di riflessioni. Da un lato si osserva che, seppur l anno considerato rimane sempre quello più significativo, il Centro di Ascolto diocesano costituisce sempre e comunque un punto di primo approdo per coloro che arrivano sul nostro territorio nazionale; dall altra parte è evidente dall osservazione delle percentuali che tale valore tende a scendere nel tempo arrivando nel 2007 ad essere inferiore al 20%. Colpisce inoltre come nello stesso anno torni a salire la percentuale di coloro che sono nel nostro paese da prima del 2001 (passa infatti dal 19,8% al 23,0%), manifestando in questo senso come tutta una serie di necessità solitamente presenti al momento dell arrivo nel nostro paese continuano a persistere nel tempo. Bisogni individuati Povertà/problemi economici Problemi di occupazione/lavoro Bisogni in migrazione/immigrazione Problematiche abitative Problemi di istruzione Problemi familiari Problemi di salute Altri problemi Dipendenze Handicap/disabilita' Detenzione e giustizia Totale In merito ai bisogni individuati dagli operatori del Centro di Ascolto nel corso dei colloqui emerge come accanto ad una significativa e massiccia presenza di problematicità di tipo strettamente materiale (reddito, casa, lavoro) emergono una molteplicità di criticità che rendono ancora più difficile qualsiasi tipo di approccio individuale e istituzionale volto a rimuovere gli ostacoli che ingenerano e mantengono nella povertà. Ci riferiamo in particolare a quei bisogni legati alla fragilità delle relazioni intrafamigliari (158 persone nel 2007), a problemi di dipendenza (sia nelle forme più storiche come alcool o sostanze, sia nelle forme più recenti del gioco d azzardo, complessivamente 45 sempre nel 2007). O infine a problemi di salute (69 nel corso del 2007) che, collegati a situazioni di precarietà lavorativa, portano ad una rapida esclusione dal mercato del lavoro con una conseguente perdita dell indipendenza economica. La Caritas diocesana di Reggio Emilia opera sul territorio provinciale attraverso la rete dei centri d ascolto parrocchiali o zonali coordinati e guidati dal Centro d ascolto diocesano che svolge anche una funzione di rilevamento di dati significativi per il proprio operato e che spesso vengono utilizzati anche dall amministrazione pubblica per capire gli scenari futuri. Il Centro d ascolto è un osservatorio privilegiato di tutte quelle situazioni che non vengono censite dalla pubblica amministrazione. I dati forniti e raccolti a livello nazionale vengono utilizzati per la redazione di un dossier statistico nazionale che un quadro complessivo dei fenomeni sommersi legati soprattutto all immigrazione clandestina e alle povertà più nascoste. Per rispondere alle necessità sempre emergenti del territorio la Caritas diocesana attraverso il Centro d ascolto (CdA) ha avviato il Progetto Rete Il Progetto Rete della Caritas diocesana ha come obiettivo prioritario la condivisione di modalità di lavoro e conseguentemente di intervento fra le diverse realtà parrocchiali e zonali del territorio. In questo senso le 5

6 operazioni di compilazione di un unica scheda per la raccolta dati, la successiva immissione sul terminale dei dati raccolti favoriscono una mappatura precisa dei fenomeni ed un approccio impostato maggiormente alla promozione umana e meno all assistenzialismo. Dal novembre 2005, quando il progetto ha preso avvio, sono state incontrate complessivamente 20 realtà con oltre un ottantina di contatti (telefonici o di persona). Si è proceduto attraverso un processo graduale che ha permesso il coinvolgimento di una nuova realtà ogniqualvolta quelle precedentemente contattate si fossero rese autonome. Per la realizzazione di tale progetto è stato distaccato per 10 ore settimanali un operatore dal Centro d Ascolto diocesano (Alberto Pighini) rendendo così possibile una presenza più costante nelle realtà del territorio. Le priorità nella selezione della realtà da coinvolgere nel progetto è stata data a quelle di nuova costituzione e a quelle che già vantavano un esperienza più solida, di alcuni anni. Si è cercato inoltre, nel limite del possibile, di coinvolgere realtà differenti dal punto di vista territoriale. Fattore vincolante è stato, da parte di esse, l accettazione di una logica di lavoro prevalentemente pedagogica, così come auspicato da Caritas Italiana, in cui i servizi attivati non rivestissero una parte prioritaria ma piuttosto di conoscenza e verifica della progettualità. Per ognuna di esse si è cercato di realizzare un percorso che prevedesse più incontri. In particolare, nel primo, sono stati presentati al referente della realtà, accompagnato da un possibile collaboratore con conoscenze informatiche, gli obiettivi intermedi (adozione della scheda cartacea e quindi dell impostazione di aiuto e progettazione con la persona) e finali (installazione del programma Opso3 e messa in rete dei dati del Centro di Ascolto). Successivamente ogni realtà zonale coinvolta è stata invitata provare la scheda e a fare osservazioni e proposte di modifica. In un secondo incontro con l operatore diocesano assieme al gruppo allargato si è provveduto a redigere una scheda adattata alle esigenze della realtà territoriale e, secondo le risorse umane del centro, si è provveduto all installazione del programma e al caricamento dei dati. In sintesi la situazione attuale dei 20 Centri di Ascolto incontrati è: - 8 hanno completato il progetto e sono pronti a mettere in rete i propri dati. (Interparrocchiale Sant Antonio - San Luigi - Sant Anselmo, Centro Storico - Vicariato Urbano coordinato dalla parrocchia SS. Giacomo e Filippo, Correggio - San Martino in Rio - Rio Saliceto - Vicariato III, Unità Pastorale Albinea - Montericco, Centro di Ascolto Madre Teresa - Zona Ovest della parrocchia di Pieve Modolena, Unità pastorale San Giovanni Battista - Cavriago; Villa Ospizio, Cda Zonale di Bagnolo). - Tre si sono fermati al primo incontro: Vicariato di Scandiano, Cda di Ascolto di Cerredolo e Interparrocchiale dell Immacolata. Il problema in questi casi è stato primariamente quello di condividere metodi di approccio e progettazione condivisi. - Uno (San Pellegrino) utilizza già una scheda e un programma proprio di archiviazione dei dati, per cui ci si è incontrati per condividere alcuni items nella raccolta dei dati ma non si sono fatte ulteriori condivisioni. - Tre realtà sono state contattate ed è stato fatto un primo incontro dove sono state spiegate le finalità e gli obiettivi del progetto (S. Ilario, Pontenuovo Sassuolo, Cda Zonale DI Castelnovo Sotto e Meletole). - Le restanti cinque realtà sono state contattate ed è stato fissato un calendario di incontri che si realizzeranno nel corso dell anno pastorale. In questi anni di esperienza è emersa in maniera forte la necessità di condividere i dati raccolti attraverso l implementazione delle risorse umane e tecniche destinate a questa attività. In particolare si è ravvisata la necessità di potere confrontare le informazioni relative agli utenti in tempo reale nei diversi centri. Per questo motivo si intende dotarsi di un software specifico che consenta la messa in rete dei dati raccolti in forma cartacea o informatica in quanto il programma attuale non permette tale condivisione. Dal 2005 Caritas diocesana di Reggio Emilia e Guastalla gestisce un progetto di microcredito sociale a favore di percorsi di autonomia e inserimento sociale di persone svantaggiate che difficilmente potrebbero avere accesso al credito. Per quanto riguarda l aspetto burocratico, possiamo dire che una persona che necessita di un prestito, deve innanzi tutto sottoporsi ad un primo colloquio con un operatore dei nostri centri d ascolto. Se l equipe del CdA riterrà valida la richiesta si procederà a far pervenire la domanda compilata al Comitato di valutazione che si riunisce periodicamente nella sede di Caritas diocesana. Il microcredito può essere compreso tra 500 e 5000 euro e restituito al massimo in 60 rate. Una volta accertata l idoneità del soggetto ad avere accesso al microcredito si procede con l erogazione della cifra richiesta dopo un controllo bancario della posizione della persona. Successivamente verrà aperto un conto corrente che verrà estinto una volta restituita l intera cifra pattuita. 6

7 A partire dal 2007 si è reso necessario introdurre una figura referente del progetto, sia in termini di segreteria che di tutoraggio degli utenti, procedendo ad una puntuale rendicontazione. In concomitanza con l introduzione di alcuni strumenti di anagrafica, è iniziato un crescente fenomeno di insolvenza da parte degli utenti, soprattutto maschi, che avevano contratto il prestito all inizio del progetto. Proprio da questo dato si è partiti per una verifica e riorganizzazione del lavoro svolto. Da un anno a questa parte si è inoltre notata una rapida evoluzione nel mercato dei così detti prestiti personali con un sempre crescente indebitamento plurimo delle famiglie che pervengono nei nostri Centri d ascolto. Questi due fattori, uniti all acquisizione di una sempre maggior esperienza, oltre che all introduzione di una figura di Assistente sociale all interno del comitato di valutazione donne, ha fatto sì che le istruttorie ad oggi siano sempre più particolareggiate e di conseguenza anche le indagini, la conoscenza degli utenti oltre che di determinate dinamiche di indebitamento. Ci siamo ritrovati presto impotenti di fronte a situazioni di massiccio indebitamento a fronte di un reddito assolutamente insufficiente. Ecco allora che il Microcredito, da valido strumento a supporto di progetti di autonomia è divenuto anche strumento di indagine e diagnostica di una nuova povertà che affligge le famiglie italiane. Da qui la necessità di rivedere periodicamente gli obiettivi del progetto rispetto ad esempio alle insolvenze, al tutoraggio, alla presentazione delle domande, alle possibilità di sostegno ai nostri utenti, a coloro che non possiamo inserire nel progetto, accompagnando le persone in un cammino di educazione e prevenzione. A questo proposito funziona presso la sede di servizio uno sportello dedicato all indebitamento nelle sue diverse forme che si avvarrà della consulenza di alcuni esperti volontari oltre che di una rete di professionisti che collaborano con noi su diversi livelli. ALTRI SERVIZI PRESENTI SUL TERRITORIO Nel territorio in cui operiamo sono diverse le realtà che operano in questo settore, ma come vedremo in seguito riescono ad incontrare solo in parte le povertà che la rete dei centri d ascolto riescono a incrociare: Nel settore pubblico i servizi sociali territoriali sono molto attivi e strutturati e sono organizzati per poli che fanno riferimento al territorio di competenza. Questi servizi possono operare esclusivamente sui residenti del territorio di competenza per cui vengono esclusi a priori i residenti in altre zone, i senza fissa dimora, e gli irregolari. In riferimento ai fenomeni connessi all immigrazione esiste un osservatorio della popolazione straniera gestito dalla provincia di Reggio Emilia che però prende in considerazione solamente gli stranieri residenti nel territorio provinciale. Inoltre sempre a livello istituzionale operano servizi sociosanitari gestiti dalla Azienda Sanitaria Locale che lavorano elusivamente su settori specifici legati alle problematiche dell utenza (SERT, dipartimento di salute mentale, ecc). L UEPE del Ministero di Grazia e Giustizia si occupa esclusivamente dei detenuti in misure alternative al carcere. Nel privato sociale esiste un Centro d ascolto del CPS che però è molto specifico ed accoglie solo persone con disagio sociale e con problematiche legate all uso di sostanze e si occupa di disagio giovanile attraverso interventi nelle scuole. L Associazione Non da Sola opera l ascolto ma si rivolge esclusivamente a donne con trascorsi di disagio famigliare e vittime di violenze domestiche. L associazione Rabbunì e la Coop sociale Madre Teresa si occupano rispettivamente di sostegno e aiuto alle donne provenienti dalla tratta e dallo sfruttamento sessuale e dell accoglienza di ragazze madri. Il reinserimento sociale e lavorativo a Reggio Emilia ha avuto un notevole sviluppo e sono molte le realtà che operano in tale settore. Ci sono quattro Enti di formazione professionale (CIOFS, CESRE, ENAIP e IFOA) che forniscono percorsi professionalizzanti a persone in cerca di lavoro e senza esperienza lavorativa. Esiste inoltre una ricca rete di cooperative sociali riunite principalmente in due consorzi (Consorzio Oscar Romero e consorzio Quarantacinque ). I seguenti bisogni sono emersi negli incontri tra gli operatori della Caritas, l OLP del punto 4 e l equipe del Centro d ascolto. Si tratta di bisogni su cui si vuole incidere tramite il presente progetto di Servizio Civile. Bisogni Mancanza di conoscenza dei fenomeni legati alla clandestinità e all indebitamento Indicatori Dati raccolti sui fenomeni legati alla clandestinità e all indebitamento Dati elaborati sui fenomeni legati alla clandestinità e all indebitamento 7

8 Dati pubblicati e divulgati sui fenomeni legati alla clandestinità e all indebitamento Migliorare la raccolta dati e lo scambio di informazioni con i centri periferici Costruire percorsi personalizzati che aiutino le persone in difficoltà ad uscire da situazioni cronicizzate di povertà Numero di centri d ascolto territoriali coinvolti Numero di centri d ascolto periferici che utilizzeranno il nuovo programma informatico Numero di centri d ascolto periferici che utilizzano il vecchio programma informatico Numero di percorsi di reinserimento sociale per persone definite in situazione di Povertà cronicizzate Situazione di partenza rispetto agli indicatori INDICATORE Dati raccolti sui fenomeni legati alla clandestinità e all indebitamento Situazione di partenza 0 Dati elaborati sui fenomeni legati alla clandestinità e all indebitamento 0 Dati pubblicati e divulgati sui fenomeni legati alla clandestinità e 0 all indebitamento Numero di centri d ascolto territoriali coinvolti 8 Numero di centri d ascolto periferici che utilizzeranno il nuovo programma informatico Numero di centri d ascolto periferici che utilizzano il vecchio programma informatico Numero di percorsi di reinserimento sociale per persone definite in situazione di Povertà cronicizzate ) Obiettivi del progetto: PREMESSA Caritas Italiana e le Caritas diocesane intendono promuovere una proposta di Servizio Civile Volontario come esperienza di formazione globale della persona. Ai giovani che si avvicinano al Servizio Civile in Caritas si chiede di pensare a questo anno non come una parentesi nella loro vita, ma come un anno intenso, ricco di stimoli e di sfide, un anno che raccoglie le memorie del passato e produce orientamenti per le scelte future. L intenzione progettuale è di attingere dalla cultura cristiana del servizio, che ha radici assai antiche e profonde, partendo dal cambiamento di sé per giungere ad un cambiamento della società. 8

9 Le Caritas diocesane si uniscono nell impegno di proporre un anno di formazione intesa come competenza del servizio che si svolge, ma anche come momento di auto-riflessione, di ripensamento e di scoperta. Un anno per mettersi alla prova, per conoscere se stessi e fare nuove amicizie; per condividere con altri giovani i propri vissuti attraverso la dimensione comunitaria e la sensibilizzazione. L intento è quello di proporre un esperienza che cerchi e costruisca senso. Un esperienza che davvero cambi. Il Progetto si allinea altresì agli obiettivi condivisi dalle Caritas a livello nazionale, che mirano in particolare alla prevalente funzione pedagogica del Servizio Civile nazionale, affermando l impegno alla realizzazione delle condizioni fondamentali affinché l esperienza proposta abbia come finalità ultima l attenzione ai giovani coinvolti nel Progetto, ai bisogni del territorio in cui si inserisce, all impatto sulla società civile come sensibilizzazione alla testimonianza della Carità. Queste finalità generali sono così riassumibili: Educazione ai valori della solidarietà, gratuità attraverso azioni di animazione e d informazione per una cittadinanza attiva e responsabile. Condivisione coi poveri e con gli altri partecipanti al progetto, riconoscendo e promovendo i diritti umani e sociali, per accompagnare le persone vittime di povertà ed esclusione sociale in percorsi di liberazione. Riflessione sulle proprie scelte di vita, vocazionali, professionali, sociali e possibilità di approfondimento spirituale. Creazione delle condizioni per l incontro con nuove persone, per inventare nuove professionalità in ambito sociale. Coscientizzazione: approfondimento della cultura della pace, della nonviolenza e della solidarietà. Attenzione a tutto ciò che potrà incoraggiare un futuro volontariato inteso come stile di vita nei giovani che verranno coinvolti nell esperienza. Difesa delle comunità in modo non-armato e nonviolento in termini di: gestione E superamento del conflitto, riduzione e superamento della violenza implicita e/o esplicita, acquisizione e riconoscimento di diritti. OBIETTIVI GENERALI DEL PROGETTO 1. Conoscere i bisogni sociali e promuovere legami con il territorio 2. Accogliere e ascoltare le persone 3. Sostenere individualmente persone disagiate nel cammino di reinserimento sociale OBIETTIVI SPECIFICI DEL PROGETTO Obiettivo 1. Implementare la raccolta dati sui fenomeni riscontrati legati soprattutto a due aspetti nuovi della povertà: Indebitamento e irregolarità Situazione di partenza Raccolta dati senza un settore specifico legato alla presenza di irregolari e sul problema dell indebitamento Produzione di un report senza dati legati alla presenza di irregolari e sul problema dell indebitamento Inesistenza di una bibliografia sui fenomeni legati alla presenza di irregolari e sul problema dell indebitamento Obiettivo da raggiungere Produrre all interno dei dati raccolti un settore specifico sui fenomeni legati alla presenza di irregolari e sul problema dell indebitamento Produzione di un report con i dati raccolti legati alla presenza di irregolari e sul problema dell indebitamento Creazione presso la sede di una bibliografia di almeno trenta volumi sui fenomeni legati all indebitamento e sull irregolarità 2. Rafforzare ed aumentare i legami con i centri d ascolto parrocchiali, interparrocchiali o vicariali portando i centri d ascolto aderenti al progetto Rete da 8 a 10 e che utilizzino il nuovo programma informatico Situazione di partenza Obiettivo da raggiungere 9

10 8 centri d ascolto coinvolti 10 centri d ascolto coinvolti Utilizzo vecchio programma informatico in 8 centri Utilizzo nuovo programma informatico in 10 centri periferici periferici Visite occasionali 1 visita in loco in ogni Centro e un incontro di formazione tecnica durante il progetto Monitoraggio delle attività semestrale Monitorare il lavoro dei centri d ascolto locali attraverso un monitoraggio bimensile. 3. Promuovere nuovi percorsi individuali di reinserimento sociale per persone definite in situazione di Povertà cronicizzate Situazione di partenza Obiettivo da raggiungere 20 individuali di reinserimento sociale per le Aumentare il numero di persone definite in persone definite in situazione di povertà situazione di povertà cronicizzate accompagnate in cronicizzate percorsi di reinserimento sociale da 20 a 50 Assenza di contatti con altri enti del territorio per favorire i percorsi di reinserimento sociali per persone definite in situazione di Povertà cronicizzate Creare legami con 2 attori del territorio per ognuno delle 50 persone seguite 8) Descrizione del progetto e tipologia dell intervento che definisca dal punto di vista sia qualitativo che quantitativo le modalità di impiego delle risorse umane con particolare riferimento al ruolo dei volontari in servizio civile: 8.1 PIANI DI ATTUAZIONE PREVISTI PER IL RAGGIUNGIMENTO DEGLI OBIETTIVI Fase preliminare: Per rendere possibile la completa realizzazione del progetto Rete in tutti i suoi obiettivi, prima dell avvio dei volontari, è stata presentata una richiesta di co-finanziamento alla Fondazione Manodori. Una volta avuta l approvazione del progetto dalla suddetta fondazione, con questa ulteriore disponibilità finanziaria si è proceduto all acquisto di un software per la messa in rete delle schede personali su supporto informatico ed un sostegno per finanziare il personale che si occuperà di queste attività. Il programma informatico è stato commissionato alla software house (Res Coop). In ottobre 2008 verrà condiviso con almeno tre Centri d ascolto periferici quali sono le necessità principali e come strutturare il nuovo programma in base alle necessità dei Centri territoriali. Due Centri di ascolto hanno già dato la loro disponibilità (vedi lettere di Parrocchia di San Michele Arcangelo di Pieve Modolena e Parrocchia di SS. Giacomo e Filippo in Reggio Emilia al punto 25) e si ipotizza di coinvolgerne almeno un altro tra quelli che già oggi collaborano attivamente con la sede. Nel mesi di ottobre novembre dicembre 2008 verrà realizzato dalla software house il progetto e si manterranno contatti diretti con essa e con i Centri d ascolto periferici per monitorare lo stato d avanzamento del programma. Da gennaio a marzo 2009 verrà testato il programma nella sede diocesana e nei tre centri territoriali in modo sperimentale. Da aprile a giugno 2009 verranno fatti gli aggiustamenti e il perfezionamento del programma informatico e verrà elaborata una nuova scheda cartacea per la raccolta dei dati durante i colloqui che faciliti poi l inserimento in rete dei dati medesimi. Nel mese di settembre 2009 si inizieranno le attività di informazione ai Centri territoriali con i quali già si lavora e anche con altri Centri d ascolto potenzialmente interessati. Dopo l avvio dei volontari i piani di attuazioni vengono presentati a seconda degli obiettivi da raggiungere: per l obiettivo: 10

11 Implementare la raccolta dati sui fenomeni riscontrati legati soprattutto a due aspetti nuovi della povertà: indebitamento e irregolarità Tempistica Primi quindici giorni Dalla terza settimana al terzo mese Dal quarto mese Dal settimo mese Ottavo mese Dal nono al dodicesimo mese Piani di Attuazione Presa visione delle metodologie di raccolta dati utilizzate e dei dati presentati lo scorso anno. Sperimentazione dell utilizzo del nuovo programma informatico presso la sede centrale, raccolta dati e registrazione degli stessi nel nuovo programma informatico Sperimentazione di inserimento dati legati alla clandestinità e indebitamento Estrazione e studio dei dati raccolti con il nuovo supporto informatico Stampa e divulgazione del dossier statistico Promozione di focus group tematici sui dati emersi per l obiettivo: Rafforzare ed aumentare i legami con i centri d ascolto parrocchiali interparrocchiali o vicariali Tempistica Primo mese Dal secondo al quinto mese Dal quinto mese Dal nono mese Piani di Attuazione Conoscenza del territorio, dei referenti e volontari dei centri d ascolto periferici e delle loro metodologie di lavoro. Presa visione delle diverse realtà pubbliche e private che interagiscono con il Centro. Organizzazione di incontri con i Centri periferici Relazione con i Centri d ascolto periferici per una maggiore condivisione delle metodologie di lavoro e con le diverse realtà pubbliche e private per consolidare o iniziare il lavoro di rete. Restituzione ai centri periferici dei dati raccolti ed elaborati e programmazione di interventi di restituzione dei dati sui territori per l obiettivo: Promuovere nuovi percorsi individuali di reinserimento sociale e per persone in difficoltà Tempistica Primo mese Dal secondo mese Dal terzo mese Dal quinto mese Dal nono mese Piani di Attuazione Conoscenza del metodo di lavoro del Centro d ascolto. Presa visione delle diverse realtà pubbliche e private che interagiscono con il Centro. Conoscenza delle persone maggiormente in difficoltà e con problematiche di reinserimento sociale Mappatura di tutte le risorse del territorio che possono agevolare il reinserimento sociale Accompagnamenti agli utenti e creazione di reti sociali Verifica degli inserimenti svolti 8.2 COMPLESSO DELLE ATTIVITÀ PREVISTE PER LA REALIZZAZIONE DEI PIANI DI ATTUAZIONE. per l obiettivo: Implementare la raccolta dati sui fenomeni riscontrati legati soprattutto a due aspetti nuovi della povertà: indebitamento e irregolarità Piani di Attuazione Attività progettuali Presa visione delle metodologie di raccolta dati utilizzate e dei dati presentati lo scorso anno. Sperimentazione dell utilizzo del nuovo programma informatico presso la sede centrale, raccolta dati e registrazione degli stessi nel nuovo programma Studio della scheda cartacea Analisi della metodologia di rilevazione dei dati Studio e verifica del report dell anno precedente Sperimentazione raccolta dati sulla nuova scheda cartacea Studio del nuovo programma informatico di inserimento dati Inserimento sperimentale dati e rilevazione eventuali problematiche tecniche e di rilevamento Risoluzione delle problematiche tecniche e di rilevamento dati 11

12 informatico Sperimentazione di inserimento dati legati alla clandestinità e indebitamento Estrazione e studio dei dati raccolti con il nuovo supporto informatico Stampa e divulgazione del dossier statistico Promozione di focus group tematici sui dati emersi Ampliamento raccolta e inserimento dei dati con particolare riferimento alla clandestinità e all indebitamento Confronto con altre realtà che incrociano questi due fenomeni (es. provincia di Reggio Emilia, Sindacati, Associazioni dei consumatori, ecc) Costruzione di una bibliografia sui due fenomeni Presa visione dei documenti raccolti Estrazione dei dati Elaborazione dei dati raccolti attraverso il programma informatico Confronto con i dati raccolti l anno precedente Elaborazione dei nuovi dati raccolti sui nuovi fenomeni studiati Predisposizione di un dossier con i dati emersi Presentazione alla cittadinanza dei dati emersi Organizzazione di una conferenza stampa Stampa e distribuzione del dossier statistico alle amministrazioni pubbliche e al privato sociale Organizzazione di focus group tematici (per far conoscere i dati elaborati e confrontarsi con altri osservatori istituzionali e privati sui problemi evidenziati) per l obiettivo: Rafforzare ed aumentare i legami con i centri d ascolto parrocchiali interparrocchiali o vicariali Piani di Attuazione Attività Conoscenza del territorio, dei referenti e volontari dei centri d ascolto periferici e delle loro metodologie di lavoro. Presa visione delle diverse realtà pubbliche e private che interagiscono con il Centro. Organizzazione di incontri con i Centri periferici Relazione con i Centri d ascolto periferici per una maggiore condivisione delle metodologie di lavoro e con le diverse realtà pubbliche e private per consolidare o iniziare il lavoro di rete. Restituzione ai centri periferici dei dati raccolti ed elaborati e programmazione di interventi di restituzione dei dati sui territori Mappatura dei centri d ascolto territoriali partendo da quelli non ancora censiti (per quelli già censiti è previsto l aggiornamento dei dati). Ricerca sul territorio di altri Centri d ascolto, rilevamento dei dati: referenti, riferimenti, aperture, localizzazione sul territorio, modalità di accesso, rapporti, ecc Organizzazione e realizzazione di incontri con i singoli centri d ascolto (con quelli già conosciuti verranno valutate le modalità a seconda delle relazioni già instaurate). Negli incontri verrà presentato il progetto, le metodologie di lavoro il nuovo sistema informatizzato a servizio caritas zonali, il metodo di lavoro in rete. Verifica delle disponibilità dei diversi centri a lavorare in rete e definizione con ognuno delle modalità di approccio al progetto Presentazione delle modalità operative di lavoro in rete Presentazione degli strumenti operativi (nuovo programma informatico e nuova scheda raccolta dati) Consegna ai centri d ascolto della nuova scheda cartacea Consegna del programma informatico e formazione sull utilizzo (aggiornamento per chi aveva già un programma e istallazione per chi non lo utilizzava già) Prove tecniche di inserimento dati Colloqui telefonici con i volontari dei centri d ascolto periferici Verifiche in sede attraverso la rete informatica dei dati inseriti dai centri periferici. Relazione e condivisione con i centri d ascolto periferici dei modi e metodi di lavoro, modalità di incontro con le diverse situazioni di bisogno. Elaborazione dei dati raccolti in rete con i centri Studio dei dati emersi a livello territoriale Incontri di confronto nelle diverse sedi sui dati emersi e sulle necessità dei diversi territori Restituzione ai territori (parrocchie o vicariati) di quanto emerso 12

13 (organizzazione di incontri, pubblicazione su siti internet, distribuzione di materiale o pubblicazione su giornalini parrocchiali, ecc) per l obiettivo: Promuovere nuovi percorsi individuali di reinserimento sociale e per persone in difficoltà Piani di Attuazione Attività Conoscenza del metodo di lavoro del Centro d ascolto. Presa visione delle diverse realtà pubbliche e private che interagiscono con il Centro. Conoscenza delle persone maggiormente in difficoltà e con problematiche di reinserimento sociale Mappatura di tutte le risorse del territorio che possono agevolare il reinserimento sociale Accompagnamenti agli utenti e creazione di reti sociali Verifica degli inserimenti svolti Studio dei dati rilevati l anno precedente con particolare attenzione a quelle persone che continuano ad essere utenti del Centro d Ascolto da vari anni. Studio ed aggiornamento delle diverse realtà pubbliche e private che interagiscono con il Centro d ascolto Incontri singoli con gli utenti individuati e verifica di possibili percorsi personalizzati. Discussione della proposta in equipe settimanale. Proposta all utente di essere parte attiva del proprio progetto mettendo a disposizione anche proprie risorse (conoscenze, amicizie, capacità, ecc) Presa visione e studio delle cartelle singole e progettazione di interventi mirati Studio e ricerca territoriale e settoriale di altri attori da coinvolgere su ogni singolo utente coinvolto Confronto con le realtà già conosciute su possibili progetti e ricerca di altri attori sul territorio (istituzionali e non) Condivisione con questi attori di una possibile progettualità Presentazione agli utenti del percorso proposto ed eventuali variazioni prendendo in dovuta considerazione anche quanto l utente può mettere in campo. Accompagnamenti singoli sul territorio (per inserimenti in dormitori, ambulatorio, presentazione presso gli assistenti sociali o presso agenzie del territorio, ecc) Colloqui con l utente e aggiornamento costante della cartella cartacea e di quella informatica. Discussione dei singoli casi all interno dell equipe settimanale Incontri di verifica con i singoli utenti per monitorare il percorso svolto Incontri con i referenti territoriali e gli altri attori coinvolti nella progettazione sul caso Proposta all utente di rendersi autonomo rispetto al percorso fatto 8.3 RISORSE UMANE COMPLESSIVE NECESSARIE PER L ESPLETAMENTO DELLE ATTIVITÀ PREVISTE, SPECIFICANDO SE VOLONTARI O DIPENDENTI A QUALUNQUE TITOLO. Le risorse umane complessive necessarie per le attività previste sono cosi riassumibili: per l obiettivo 1 Implementare la raccolta dati sui fenomeni riscontrati legati soprattutto a due aspetti nuovi della povertà: indebitamento e irregolarità Attività Studio della scheda cartacea e analisi di eventuali dati mancanti Progettazione e costruzione della nuova scheda cartacea Sperimentazione raccolta dati sulla nuova scheda cartacea Studio del nuovo programma informatico di inserimento dati Inserimento sperimentale dati e RISORSE UMANE Al Centro d Ascolto Diocesano operano tre operatori: due a tempo pieno (40 ore settimanali) e uno a contratto. Uno di essi, sociologo, cura nello specifico gli aspetti sociologici e statistici in collaborazione con l equipe di lavoro. Affiancherà i giovani in SCV in tutte le attività collegate all elaborazione dei dati raccolti in sede e nei centri territoriali. Un secondo operatore segue in modo particolare un progetto di microcredito e sosterrà i volontari per tutte le attività collegate alla raccolta dati sul fenomeno dell indebitamento. Il terzo 13

14 rilevazione eventuali problematiche tecniche e di rilevamento Risoluzione delle problematiche tecniche e di rilevamento dati Ampliamento raccolta e inserimento dei dati con particolare riferimento alla clandestinità e all indebitamento Analisi ed elaborazione dei dati raccolti Predisposizione di un dossier con i dati emersi Presentazione alla cittadinanza dei dati emersi Organizzazione di una conferenza stampa Stampa e distribuzione del dossier statistico alle amministrazioni pubbliche e al privato sociale Organizzazione di focus group tematici (per far conoscere i dati elaborati e confrontarsi con altri osservatori istituzionali e privati sui problemi evidenziati) operatore è di supporto a tutte le altre attività del centro; in particolar modo è referente dei volontari che collaborano con la struttura e per questo è stato scelto come OLP. Sono presenti n. 7 volontari che si alternano settimanalmente a seconda del tempo e delle possibilità che si affiancheranno ai giovani in SCV nelle attività ordinarie di ascolto e di presa in carico degli utenti (dall accoglienza, ai colloqui, alla redazione delle schede, ecc). Altri volontari coadiuvano l attività degli operatori del centro ma non partecipano a queste attività. In particolare, un diacono permanente in pensione che da oltre dieci anni vive l esperienza della Caritas Diocesana è responsabile del Centro d ascolto. In occasione della divulgazione dei dati all opinione pubblica e nella gestione dei Focus Group collabora anche il Direttore Caritas. Tutte le attività previste verranno concordate all interno dell equipe settimanale cui sono invitati a partecipare anche i referenti di alcune strutture Caritas con le quali si costruiscono progetti (referente dormitorio e accoglienza invernale, referente mensa e ambulatori, o altri a seconda delle problematiche affrontate) Per quello che riguarda l installazione dei programmi informatici l azienda fornitrice (Res COOP) del programma metterà a disposizione un proprio tecnico per il tempo necessario per l obiettivo 2 Rafforzare ed aumentare i legami con i centri d ascolto parrocchiali interparrocchiali o vicariali Attività RISORSE UMANE Mappatura dei centri d ascolto L operatore sociologo si occupa della relazione con i parrocchiali partendo da quelli già centri d ascolto periferici ed è il referente per questo censiti (per quelli già censiti tipo di attività. Anche gli altri due operatori presenti ed il aggiornamento dei dati). diacono responsabile sostengono in modo fattivo Ricerca sul territorio di altri Centri questa attività. d ascolto, rilevamento dei dati: 5 volontari che si alternano settimanalmente a seconda referenti, riferimenti, aperture, del tempo e delle possibilità sono anche inseriti localizzazione sul territorio, nell attività di animazione del territorio e di relazione modalità di accesso, rapporti, ecc con i centri d ascolto territoriali. Organizzazione e realizzazione di Ogni centro d ascolto parrocchiale che accetta di incontri con i singoli centri d ascolto mettersi in rete e di accogliere le modalità di lavoro si (con quelli già conosciuti verranno impegna a mettere a disposizione un volontario valutate le modalità a seconda delle competente. relazioni già instaurate). Per quello che riguarda l installazione dei programmi Negli incontri verrà presentato il informatici l azienda fornitrice del programma (Res progetto, le metodologie di lavoro il COOP) metterà a disposizione un proprio tecnico per il nuovo sistema informatizzato a tempo necessario che sarà a disposizione anche per servizio caritas zonali, il metodo di quello che riguarda il lavoro di rete con i Centri lavoro in rete. d ascolto periferici Verifica delle disponibilità dei diversi Per la restituzione dei dati sui territorio dei vari Centri centri a lavorare in rete e collaboreranno anche i volontari delle parrocchie in cui definizione con ognuno delle verranno presentati i dati. modalità di approccio al progetto Consegna ai centri d ascolto dei materiali cartacei ed informatici Consegna del programma informatico e formazione sull utilizzo (aggiornamento per chi aveva già un programma e istallazione per chi non lo utilizzava già) 14

15 Prove tecniche di inserimento dati Colloqui telefonici con i volontari dei centri d ascolto periferici Verifiche in sede dei dati inseriti dai centri periferici. Relazione e condivisione con i centri d ascolto periferici dei modi e metodi di lavoro, modalità di incontro con le diverse situazioni di bisogno Elaborazione dei dati raccolti in rete con i centri Studio dei dati emersi a livello territoriale Incontri di confronto nelle diverse sedi sui dati emersi e sulle necessità dei diversi territori Restituzione ai territori (parrocchie o vicariati) di quanto emerso (organizzazione di incontri, pubblicazione su siti internet, distribuzione di materiale o pubblicazione su giornalini parrocchiali, ecc) per l obiettivo 3 Promuovere nuovi percorsi individuali di reinserimento sociale e per persone in difficoltà Attività RISORSE UMANE Studio dei dati rilevati all anno precedente Un operatore del Centro d ascolto (l olp) segue in con particolare attenzione a quelle modo particolare i reinserimenti sociali degli persone che continuano ad essere utenti utenti. del Centro d Ascolto da vari anni. Inoltre particolarmente importante è la Studio ed aggiornamento delle diverse collaborazione degli assistenti sociali del realtà pubbliche e private che comune, dell UEPE, con i quali si costruiscono i interagiscono con il Centro d ascolto progetti di reinserimento sociale Incontri singoli con gli utenti individuati e Sono presenti n. 5 volontari che si alternano verifica di possibili percorsi personalizzati. settimanalmente a seconda del tempo e delle Discussione della proposta in equipe possibilità che si affiancheranno ai giovani in settimanale. SCV nelle attività ordinarie di ascolto e di presa Proposta all utente di essere parte attiva in carico degli utenti (dall accoglienza, ai colloqui, del proprio progetto mettendo a alla redazione delle schede, ecc). disposizione anche proprie risorse Un diacono permanente in pensione da oltre (conoscenze, amicizie, capacità, ecc) dieci anni vive l esperienza della Caritas Presa visione e studio delle cartelle Diocesana è responsabile del Centro d ascolto. singole e progettazione di interventi mirati Alla riunione di equipe sono invitati a partecipare Studio e ricerca territoriale e settoriale di anche i referenti di alcune strutture Caritas con le altri attori da coinvolgere su ogni singolo quali si costruiscono i progetti (referente utente coinvolto dormitorio e accoglienza invernale, referente mensa e ambulatori, o altri a seconda delle Confronto con le realtà già conosciute su problematiche affrontate) possibili progetti e ricerca di altri attori sul Collaborano al progetto anche i volontari dei territorio (istituzionali e non) servizi gestiti direttamente dalla Caritas che Condivisione con questi attori di una gestiscono Mensa, Ambulatorio per STP, possibile progettualità dormitorio) che si occupano dell inserimento nelle Presentazione agli utenti del percorso diverse strutture. proposto ed eventuali variazioni prendendo in dovuta considerazione anche quanto l utente può mettere in campo. Accompagnamenti singoli sul territorio (per inserimenti in dormitori, 15

16 presentazione presso gli assistenti sociali o presso agenzie del territorio, mensa, ambulatorio medico per STP, ecc) Colloqui con l utente e aggiornamento costante della cartella cartacea e di quella informatica. Discussione dei singoli casi all interno dell equipe settimanale Incontri di verifica con i singoli utenti per monitorare il percorso svolto Incontri con i referenti territoriali e gli altri attori coinvolti nella progettazione sul caso Proposta all utente di rendersi autonomo rispetto al percorso fatto RISORSE UMANE DEL PROGETTO Schema riassuntivo Personale dipendente o a contratto Volontari impegnati sul progetto (esclusi i volontari in SCV) 3 dipendenti del Cda 7 volontari in sede 1 tecnico della ditta fornitrice del programma informatico Oltre ai volontari legati direttamente alla sede operativa rivestono particolare importanza i tanti volontari che operano nelle strutture collegate e nei centri d ascolto territoriali. (Vedi lettere del punto 25) 8.4 RUOLO ED ATTIVITÀ PREVISTE PER I VOLONTARI NELL AMBITO DEL PROGETTO. Il ruolo dei volontari Il centro d ascolto diocesano intende valorizzare a pieno l operato e le aspettative dei volontari che chiedono di partecipare a questo progetto. In quest ottica i volontari in Servizio Civile verranno inseriti con gradualità nella realtà del Centro di ascolto; è un ruolo complementare e mai in sostituzione al lavoro degli operatori, siano essi professionisti o volontari. In particolare verranno impiegati a seconda degli obiettivi da raggiungere come di seguito esposto: Implementare la raccolta dati sui fenomeni riscontrati legati soprattutto a due aspetti nuovi della povertà: indebitamento e irregolarità Il volontario sarà impiegato in affiancamento all operatore sociologo nella raccolta ed elaborazione dei dati. Affiancherà inoltre l operatore nella progettazione della nuova scheda cartacea, nella compilazione delle schede e nell inserimento dei dati. Sosterrà l operatore nell elaborazione dei dati stessi. Avrà un ruolo importante nella ricerca legata soprattutto ai due fenomeni che si vogliono approfondire e cioè l indebitamento e la clandestinità. Curerà la raccolta dei volumi e degli atti legati ai nuovi fenomeni da analizzare dopo avere concordato con il referente le linee d indirizzo e criteri condivisi sull ambito di ricerca. Verrà chiesto al volontario di verificare il materiale e segnalare in equipe quanto ritenuto interessante sul tema in modo da potere riutilizzare il materiale e metterlo a disposizione di chi lo volesse utilizzare. In questi due compiti sarà affiancato dall operatore che si occupa del microcredito e da tutta l equipe per quello che riguarda la clandestinità. Per quello che riguarda lo studio dei fenomeni legati all indebitamento si affiancherà all operatore per comprendere le situazioni affrontate in quanto tale problematica è sempre dovuta da un insieme di cause spesso intrecciate tra loro e molto difficoltose da comprendere. Rafforzare ed aumentare i legami con i centri d ascolto parrocchiali interparrocchiali o vicariali I rapporti con le Caritas periferiche sono molto importanti perché permettono la personalizzazione dell intervento sulla persona indigente e un rapporto diretto con il territorio da cui esso proviene. In questo modo la progettazione non verrà fatta sulla persona, ma costruita insieme a lui ed al territorio che lo circonda. In queste attività il volontario andrà anche personalmente nelle varie sedi territoriali per incontrare sia gli utenti che gli operatori dei centri d ascolto periferici. Questo continuo scambio tra i vari attori dei diversi centri d ascolto eviterà che gli utenti si rivolgano a tutti i centri d ascolto periferici cercando da tutti risposte immediate. Al contrario darà la possibilità di conoscere più a fondo la persona che proviene da un determinato territorio e le risorse che lo stesso territorio può offrire. 16

17 In queste visite il volontario in SCV avrà anche un compito promozionale verso il proprio ruolo e potrà testimoniare direttamente attraverso il contatto e la testimonianza diretta il valore della scelta di SCV. Inoltre queste visite sono propedeutiche al lavoro ordinario del centro d ascolto e alla progettazione di percorsi singoli. Il potere conoscere personalmente i referenti dei centri d ascolto e visitare i territori di competenza semplifica il lavoro già presentato in precedenza. Potrà implementare l importante funzione di ponte tra il centro d ascolto diocesano e quelli periferici soprattutto nella condivisione delle modalità di lavoro e di compilazione delle stesse schede cartacee e del conseguente inserimento dei dati. Utilizzare gli stessi criteri di schedatura e di immissioni dati darà la possibilità di evitare inserimenti errati o doppi e di usare un unica interpretazione. Investito di questo ruolo il volontario in SCN si recherà presso le sedi territoriali per conoscere meglio le metodologie di lavoro e operare a stretto contatto con i Centri che hanno aderito alla sperimentazione. Solitamente queste attività verranno svolte presso la sede di servizio anche se in alcuni casi potrebbe rendersi necessario visitare le sedi decentrate. Promuovere nuovi percorsi individuali di reinserimento sociale e per persone in difficoltà I volontari cureranno l accoglienza delle persone che si rivolgono al centro fornendo i primi orientamenti e le prime informazioni utili e cercando di mettere a proprio agio la persona che si presenta alla struttura. Questo ruolo è particolarmente importante in quanto le persone che si rivolgono al Centro d ascolto solitamente vengono da situazioni di disagio estremo (mancanza di abitazione o di reddito) e l attesa del colloquio o la divergenza di opinioni con altri ospiti può causare inutili tensioni. I volontari in scv faranno anche gli accompagnamenti alle strutture (mensa e ambulatorio) presenti nello stesso stabile del centro d ascolto e manterranno costanti legami e rapporti con i volontari che operano in queste due strutture. All interno della struttura il volontario parteciperà costantemente alla riunione di equipe settimanale con un ruolo inizialmente di osservazione che con il passare del tempo diventerà sempre più attivo e coinvolgente. L equipe rappresenta per il Centro d ascolto l anima attraverso cui vengono condivise sia le difficoltà riscontrate che le progettualità sulle singole persone. All interno di questa equipe quindi il volontario potrà portare un punto di vista diverso da quello dall operatore o del responsabile e verrà incentivato ad aiutare il centro stesso ad innovare sempre il proprio operato. I colloqui che il volontario seguirà in prima persona riguarderanno persone già conosciute o che chiedono soltanto informazioni o l accesso diretto ai servizi offerti dalla Caritas (in questi casi l OLP monitorerà sempre il colloquio). Particolarmente effettuerà i colloqui con le persone per le quali si è progettato un percorso di reinserimento sociale. Di solito queste persone sono quelle che vengono definite cronici cioè che da alcuni anni continuano a presentarsi a chiedere aiuto al Centro d ascolto ma che non hanno ancora risolto i propri problemi o ne debbono affrontare di nuovi. Soltanto nelle ultime fasi, previa verifica dell opportunità da parte dell OLP e del responsabile della struttura, con l intento di aiutare il giovane a sperimentare le proprie competenze potranno essere effettuati anche colloqui più complessi e di persone che non hanno mai avuto accesso al servizio. Si occuperà inoltre di alcuni accompagnamenti sul territorio agli utenti che hanno accettato un progetto personalizzato e manterrà continui contatti con gli altri attori del territorio. Si occuperà in questo caso anche dell aggiornamento della scheda cartacea, della presentazione della situazione all interno dell equipe settimanale e dell aggiornamento in tempo reale della scheda informatica in rete. 9) Numero dei volontari da impiegare nel progetto: N. volontari: 4 10) Numero posti con vitto e alloggio: N. posti: 4 Modalità di fruizione del vitto e dell alloggio: L offerta di posti con vitto e alloggio si inserisce all interno della proposta di vita comunitaria. Tale proposta non si esaurisce nella semplice convivenza tra i volontari, ma prevede la possibilità per essi di essere seguiti in un percorso di condivisione degli spazi e delle esperienze di vita quotidiane che stimoli la capacità di riconoscere e valorizzare la diversità dell altro. I volontari saranno infatti seguiti da un responsabile esterno che proporrà loro periodici incontri di riflessione e verifica delle dinamiche relazioni e delle eventuali situazioni conflittuali che si produrranno nei contesti di vita comunitaria. 17

18 La vita comunitaria, pur essendo parte integrante della proposta di Servizio Civile in Caritas, intesa come percorso di formazione globale della persona, non è obbligatoria e i volontari potranno aderirvi, secondo una propria scelta, per tutto o per parte del loro periodo di servizio. In merito alla modalità di fornitura dell alloggio si specifica quanto segue. La caritas Diocesana dispone, a Reggio Emilia, di appartamenti, situati rispettivamente in: - Via Adua, n Via Farini, n Via Agosti n. 6 Gli appartamenti sono destinati ad ospitare: - i volontari del servizio civile nazionale - i volontari del servizio civile regionale - Giovani che desiderano vivere un esperienza significativa di vita. I volontari del servizio civile nazionale che usufruiranno dell alloggio, aderendo alla proposta di vita comunitaria per tutto o per parte del loro anno di servizio, saranno ospitati in uno dei tre appartamenti. Tutti gli appartamenti sono dotati di cucina. Gli alimenti necessari alla preparazione dei pasti saranno forniti dalla Caritas Diocesana. 11) Numero posti senza vitto e alloggio: N. posti: 0 12) Numero posti con solo vitto: N. posti: 0 13) Numero ore di servizio settimanali dei volontari, ovvero monte ore annuo: Ore settimanali: 30 14) Giorni di servizio a settimana dei volontari (minimo 5, massimo 6) : Giorni settimanali: 5 15) Eventuali particolari obblighi dei volontari durante il periodo di servizio: Partecipazione al percorso formativo previsto a livello diocesano e ai corsi di formazione residenziali organizzati a livello diocesano, regionale, interdiocesano anche fuori dal comune e della provincia ove si svolge il proprio progetto, così come previsto dal percorso di formazione; ogni corso ha la durata di alcuni giorni. Partecipazione ai momenti di verifica dell esperienza di servizio civile con la Caritas diocesana e/o le sedi di attuazione svolti su base periodica (quindicinale-mensile) e previsti a metà e a fine servizio con momenti residenziali di 2-3 giornate organizzati a livello diocesano, regionale, interdiocesano anche fuori dal comune e della provincia ove si svolge il proprio progetto. Disponibilità alla partecipazione ai momenti formativi e di verifica e monitoraggio anche se svolti di sabato e di domenica o in altri giorni festivi. Disponibilità al trasferimento temporaneo della sede in caso di: eventi di formazione e sensibilizzazione diocesani, regionali o nazionale (es. incontro nazionale giovani in servizio civile) 18

19 CARATTERISTICHE ORGANIZZATIVE 16) Sede/i di attuazione del progetto ed Operatori Locali di Progetto: L Ente presso il quale devono essere indirizzate le domande è: CARITAS DIOCESANA DI Reggio Emilia - Guastalla Via dell Aeronautica, 4 cap città Reggio Emilia Tel. 0522/ Fax 0522/ isacco@caritasreggiana.it Persona di riferimento: Rinaldi Isacco N. 1 Sede di attuazione del progetto CARITAS DIOCESANA REGGIO EMILIA - GUASTALLA \CENTRO D'ASCOLTO DIOCESANO DELLE POVERTA' Comun e REGG IO EMILI A [Reggi o Emilia] Indirizzo VIA ADUA 83/C Cod. ident. sede N. vol. per sede Nominativi degli Operatori Locali di Progetto Data Cognome di e nome nascit C.F. a 4 CORGHI VALERIO 15/09 /72 CRGVL R72P15 H223G 17) Altre figure impiegate nel Progetto: N. 1 Sede di attuazione del progetto CARITAS DIOCESANA REGGIO EMILIA - GUASTALLA \CENTRO D'ASCOLTO DIOCESANO DELLE POVERTA' Comun e REGG IO EMILI A [Reggi o Emilia] Indirizzo VIA ADUA 83/C Co d. ide nt. sed e N. vol. per sede 4 Co gno me e no me TUTOR Data di nascit a C.F. RESP. LOCALI ENTE ACC. Cogno me e nome Data di nasci ta C.F. 19

20 18) Eventuali attività di promozione e sensibilizzazione del servizio civile nazionale: L azione di promozione del servizio civile volontario rientra in un iniziativa allargata di promozione generale del servizio civile e dell obiezione di coscienza di Caritas Italiana. La campagna permanente di promozione del servizio civile si propone di sensibilizzare l opinione pubblica ai valori della solidarietà, della pace, della nonviolenza e della mondialità e in particolare alle possibilità offerte dal servizio civile e/o altre forme di impegno civile dei giovani. ATTIVITA PERMANENTI DI PROMOZIONE E SENSIBILIZZAZIONE A LIVELLO NAZIONALE Sito Caritas Italiana Foglio informativo quindicinale on line InformaCaritas di Caritas Italiana Mensile della Caritas Italiana Italia Caritas Blog del Tavolo ecclesiale per il servizio civile Almeno 4 incontri l anno di coordinamento e promozione con il Tavolo ecclesiale per il servizio civile, composto dalla Caritas Italiana, alcuni Uffici della Conferenza Episcopale Italiana, l Azione Cattolica Italiana e vari enti e organismi di ispirazione cattolica che promuovono il Servizio Civile Nazionale. Il Tavolo ecclesiale ha l obiettivo di promuovere il servizio civile nelle Diocesi e presso le articolazioni territoriali dei suoi membri. Progetto di promozione del servizio civile in collaborazione con l Azione Cattolica Italiana, presso i gruppi giovanile delle Azioni Cattoliche diocesane. Stampa di pieghevoli, poster e segnalibro sul servizio civile. Incontro nazionale dei giovani in servizio civile in occasione di San Massimiliano martire (12 marzo). In collaborazione con la Conferenza Nazionale Enti per il Servizio Civile (CNESC), di cui la Caritas Italiana è socia, presentazione pubblica del rapporto annuale degli enti membri della CNESC. Promozione del servizio civile alla Giornata Mondiale della Gioventù del 2010 con la partecipazione di alcuni giovani in servizio civile. ATTIVITA DI PROMOZIONE E SENSIBILIZZAZIONE A LIVELLO LOCALE SVOLTE PRIMA DELL AVVIO DEL PROGETTO Le Caritas dell Emilia Romagna hanno allestito e aggiornano regolarmente il sito web per promuovere il Servizio Civile Volontario, descrivendo nelle varie sezioni del sito i progetti e le diverse sedi di realizzazione, pubblicizzando i diversi bandi e raccontando le esperienze delle volontarie in servizio. Sono stati prodotti dalle Caritas dell Emilia Romagna anche un video promozionale, pieghevoli e locandine contenenti le principali informazioni riguardo al Servizio Civile Volontario in Caritas e con rimandi al sito. La Caritas diocesana di Reggio Emilia Guastalla e tutte le organizzazioni di accoglienza, sedi di realizzazione del progetto, sono impegnate in una campagna permanente per promuovere il Servizio Civile Volontario presso la popolazione giovanile del territorio. Ciò viene effettuato sia autonomamente che in stretta collaborazione con il Coordinamento Provinciale degli Enti di Servizio Civile di Reggio Emilia (COPRESC). Per portare avanti la campagna di promozione del servizio civile vengono utilizzati i seguenti strumenti: a. Pieghevoli, locandine e video contenenti una prima informazione sul Servizio Civile Volontario; strumenti di divulgazione che il COPRESC realizza e predispone per nei vari bandi. b. Articoli e comunicati stampa su pubblicazioni periodiche e quotidiani (Gazzetta di Reggio, Resto del Carlino Reggio, L Informazione e il Giornale di Reggio Emilia), Presentazione sul settimanale diocesano La libertà e sul periodico della Caritas Diocesana (newsletter) e sul periodico Il Fermento. c. Newsletter d. Interventi e comunicati stampa alle televisioni e radio locali (Rai Tre redazione regionale Emilia Romagna, Teletricolore, Telereggio). e. Organizzazione di campi estivi di formazione e lavoro sulle tematiche legate al Servizio Civile e alla cittadinanza attiva aperto a tutti i giovani interessati. f. Realizzazione di banchetti informativi sul servizio civile presso eventi, fiere, feste e sagre. 20

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