Il welfare. C. Saraceno
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- Artemisia Maggio
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1 Il welfare C. Saraceno
2 Che cos è il welfare state Si parla di welfare state quando lo Stato si assume la responsabilità della soddisfazione dei bisogni fondamentali dei cittadini, configurando quindi un insieme di diritti sociali. Si tratta di prestazioni che riducono la discrezionalità e tendenzialmente universalistiche.
3 Che cos è il welfare state Definizione [allargata] di Briggs: Modificare le forze di mercato in tre direzioni: Reddito minimo indipendentemente dal valore di mercato del loro lavoro Ridurre l insicurezza Garantire servizi a tutti indipendentemente dallo status o classe Secondo Titmussil welfare state deve assumere un carattere tendenzialmente universalistico.
4 Che cos è il welfare state Secondo una definizione ristretta, il welfare state riguarda un insieme specifico di politiche sociali: sostegno del reddito, servizi sociali, servizi sanitari, politiche per la casa. Il problema (per la ricerca) è che spesso queste politiche, soprattutto nel caso di servizi, sono regolate a livello locale. Particolarmente evidente nel caso italiano legge 328/00 e riforma Titolo V della Costituzione 2001
5 Che cos è il welfare state Dualismo tra politiche rivolte ai lavoratori e politiche rivolte a tutti i cittadini: le prime hanno maggiore legittimazione. In Europa il wssi è sviluppato innanzitutto come protezione dei lavoratori. In altre parti del mondo (Sud America, India, Africa) si sta sviluppando dalle politiche di contrasto della povertà.
6 Modelli di WS e di cittadinanza Bismarck assicurazione, mantenimento del reddito, redistribuzione life-cycle Beveridgecittadinanza, contrasto della povertà, redistribuzione verticale Modello bismarckiano Modello beveridgiano Obiettivo Mantenimento del reddito Prevenzione/contrasto povertà Benefici Collegati al reddito Flat-rate (a somma fissa) Eleggibilità Posizione contributiva Residenza o bisogno Copertura Occupati Universale Finanziamento Contributi Fiscalità generale I sistemi si sono ibridati nel tempo (previdenza, sanità)
7 Modelli di WS e di cittadinanza Bismarck Beveridge Spesa elevata DE, FR, NL, BE SE, DK, SF Spesa bassa IT, ES, GR, PT, CH UK, IRL
8 25 Il welfare italiano non è né efficiente né efficace Spesa sociale (x) e povertà (y) SP GR PT ITA UK BE IRL CH D S F SF DK NL Fonte: Eurostat, 2012 Spesa sociale: social protection benefits in % sul PIL; Povertà: % famiglie con reddito inferiore al 60% della mediana equivalente
9 Spesa sociale (x) e riduzione della povertà (y) 60,0 IRL 50,0 SF UK NL BE S DK 40,0 F CH D 30,0 PT SP 20,0 ITA GR 10, Fonte: Eurostat, 2012 Spesa sociale: social protection benefits in % sul PIL; Riduzione povertà: (povertà pre- povertà post)/povertà pre*100
10 Modelli di WS e di cittadinanza Esping-Andersen (già visto!): - demercificazione(tramite politiche pubbliche) - benessere come combinazione di Stato, mercato, famiglia (e terzo settore) Tre modelli: 1) Liberale 2) Universalistico 3) Continentale-conservatore Critiche: assenza demercificazionee genere; assenza bisogni di cura (tipo famiglia sottintesa); modello mediterraneo
11 Modelli di WS e di cittadinanza Modelli di welfare diversi definiscono modelli di cittadinanza diversi in particolare rapporti di genere e tra generazioni, modelli di famiglia. Familiasmovs. defamilizzazione: quanto conta la solidarietà famigliare per l accesso al benessere (in senso ampio)? È fondamentale capire come è regolato l accesso al welfare e quali assetti sociali sono impliciti. Vedi welfare lombardo.
12 Modelli di WS e di cittadinanza La struttura del regime di welfare, insieme al sistema scolastico, ha anche un forte impatto sui modelli di sviluppo dei corsi di vita: definendo età e durate di vari passaggi, favorisce una standardizzazione dei corsi di vita. Scuola (militare) lavoro famiglia figli pensione Oggi è in atto un processo di de-standardizzazione
13 Modelli di WS e di cittadinanza Malgrado le differenze nazionali, con riferimento ai paesi appartenenti all UE si parla spesso di modello sociale europeo : Stato interventista Elevata tassazione Welfare robusto e (tendenzialmente) universale Contenimento disuguaglianze Sarebbe uno dei fattori critici per la competitività dei paesi europei e una delle ragioni della mancata uscita dalla crisi.
14 Dilemmi del welfare state Storicamente le politiche di welfare nascono per rispondere a problemi di povertà: per questo è ampiamente diffuso il criterio della selettività. Si contrappone al principio dell universalismo. (Un altro criterio ampiamente utilizzato è quello della categorialità) Selettività ottimizzazione risorse scarse Universalismo no stigma, meno costi gestione Spesso le singole prestazioni hanno uno statuto misto universalismo selettivo, universalismo sostenuto dalla selettività
15 Dilemmi del welfare state Vantaggi della selettività: maggiore efficienza ed efficacia nell azione di contrasto della povertà (target efficiency e poverty gap efficiency) maggiore sostenibilità finanziaria (non determinano aspettative generalizzate) maggiore efficacia nella redistribuzione interpersonale rispetto a quella life-cycle (maggiore redistribuzione) capacità di adattamento al mutamento Vantaggi dell universalismo: affermazione dei diritti di cittadinanza maggiore flessibilità nel mercato del lavoro semplicità amministrativa e integrazione con la tassazione personale sul reddito
16 Dilemmi del welfare state Svantaggi della selettività: invasione nella sfera privata, stigma e minore coesione sociale minore generosità di spesa rispetto ai programmi universali trappola della povertà e disincentivi al lavoro difficoltà di identificazione dei potenziali beneficiari (errori di inclusione ed esclusione che riducono la superiorità della selettività in termini di target efficiency) obiettivo limitato di lotta alla povertà Svantaggi dell universalismo: lievitazione della spesa pubblica disincentivi all accumulazione del capitale umano e riduzione dell etica del lavoro
17 Dilemmi del welfare state Distribuzione quote di reddito e spesa assistenziale per decili di famiglie ordinate per reddito disponibile equivalente Decili Reddito disponibile Assegno al nucleo fam. Pensioni minime Pensioni sociali Invalidità civile 1 3,3 30,0 7,7 8,5 7,6 2 4,9 20,8 14,3 16,4 8,1 3 5,9 17,8 14,2 18,8 2,3 4 7,1 13,8 14,2 10,1 20,7 5 8,2 7,4 12,1 12,1 6,5 6 9,4 5,2 9,5 4,9 16,8 7 10,8 2,8 9,2 10,1 17,3 8 12,3 1,3 8,3 5,0 9,6 9 14,6 0,6 7,3 10,7 9, ,4 0,3 3,2 3,4 2,2 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Primi 5 decili 29,4 89,8 62,3 65,9 45,2
18 Decili Dilemmi del welfare state Distribuzione dei beneficiari per programmi di spesa. Assegno al nucleo fam. Pensioni minime Pensioni sociali Invalidità civile 1 16,6 8,3 7,9 11,0 2 17,2 14,2 15,9 11,3 3 17,1 14,0 18,5 4,3 4 16,6 12,5 13,2 17,3 5 13,6 11,3 11,6 6,4 6 9,2 9,4 4,6 15,4 7 5,9 9,7 9,3 16,3 8 2,4 9,1 6,4 11,6 9 1,1 8,0 8,6 4,1 10 0,2 3,5 4,0 2,2 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 Primi 5 dec. 81,1 60,4 67,1 50,3
19 Dilemmi del welfare state Efficacia della spesa per l assistenza in Italia: diffusione della povertà prima e dopo i trasferimenti (1995) Diffusione povertà Tutta popolazione 12.7 Prima (a) 24.7 Assegnatari assegni familiari Dopo (b) 20.6 (a-b)/a*100 16,6% Prima (a) 37.1 Assegnatari pensioni sociali Dopo (b) 10.1 (a-b)/a*100 72,8% Prima (a) 31.8 Assegnatari invalidità civile Dopo (b) 11.8 (a-b)/a*100 62,9% Prima (a) 40.2 Pensionati integrati al minimo Dopo (b) 12.4 (a-b)/a*100 69,1%
20 Dilemmi del welfare state La selettività non è esente da limiti! Trappola della povertà a volte le prestazioni assistenziali creano una distorsione degli incentivi per cui è conveniente restare dipendenti dalla prestazione piuttosto che impegnarsi per risolvere la propria situazione Sussidio: 500 al mese (+300 da lavoro in nero) per 48 mesi Salario: 1000 al mese (- perdita agevolazioni) con contratto temporaneo Quale alternativa scegliereste?
21 Dilemmi del welfare state Problemi legati alla disponibilità delle informazioni (asimmetrie informative) da entrambi i lati: i funzionari pubblici e i cittadini in condizioni di difficoltà falsi positivi e falsi negativi. Problemi legati alla categorialità (esclusione di alcune categorie)
22 Dilemmi del welfare state Le politiche sociali possono erogare denaro (sussidi) o servizi. La scelta tra le due modalità rivela diverse opzioni politiche e culturali: il sussidiovalorizza la libertà di scelta, ma tende a familizzarela risposta al bisogno il serviziovincola il beneficio ad uno specifico obiettivo, ma può nascondere obiettivi di controllo o di normalizzazione. Uno strumento che sta avendo un certo successo è il voucher, che ha una natura mista. Nel caso di una famiglia povera, è meglio trasferire reddito o buoni per acquistare prodotti alimentari?
23 Dilemmi del welfare state Le differenze tra paesi non riguardano solo l entità della spesa per le politiche di welfare, ma anche la composizione interna di questa spesa, cioè i rischi sociali protetti (come abbiamo già visto!)
24 Reddito e lavoro: pensioni Le pensionigarantiscono un reddito a chi per età non può più svolgere un lavoro. (Le regole del sistema pensionistico strutturano aspettative e comportamenti lungo tutto il corso di vita) Il concetto di vecchiaia (come quello di infanzia e giovinezza) è moderno. Oggi la stessa percezione della vecchiaia, e quindi la funzione della pensione, è cambiata.
25 Reddito e lavoro: pensioni Tipi di pensioni Pensione di vecchiaia Pensione sociale (contro la povertà) Pensione di base Pensione di anzianità Pensione di reversibilità Pensione di benemerenza Finanziamento Calcolo Impatto redistributivo Capitalizzazione Contributivo Basso (life-cycle) Ripartizione Retributivo Alto (intergenerazionale)
26 Reddito e lavoro: pensioni I problemi di equilibrio dei sistemi pensionistici derivano da: 1. Squilibri demografici 2. Dinamiche di crescita endogeni Riforme sottrattive la pensione è strettamente collegata ai contributi versati e alla durata delle vita lavorativa In altri paesi (USA, UK) eliminato obbligo di pensionamento
27 Reddito e lavoro: politiche del lavoro Politiche del lavoro interventi volti alla tutela dell interesse collettivo all occupazione. Garanzia del reddito (politiche passive) Indennità di disoccupazione Contratti di solidarietà Cassa integrazione guadagni Varie indennità Promozione dell occupazione (politiche attive) Formazione Orientamento Servizi all impiego Creazione posti di lavoro (borse lavoro, LSU) Supporto lavoratori svantaggiati
28 Reddito e lavoro: politiche del lavoro Servizi Attive Passive
29 Politiche di contrasto della povertà In molti paesi già dalla fine della IIGM reddito minimo per i poveri (universale o categoriale). In altri paesi dagli anni 80, anche per impulso della Commissione Europea. Differenze in merito a universalità, generosità, accessibilità, durata. Solo Italia e Grecia rimangono senza una misura generale. In Italia solo anziani e persone con disabilità. In Alaska il Permanent Fund Dividend.
30 Politiche di contrasto della povertà Dagli anni 90, si è diffuso l approccio dell attivazione (come nel caso delle politiche del lavoro): I poveri (abili) devono essere messi nelle condizioni di attivarsi, partecipando a iniziative di riqualificazione e accettando qualsiasi tipo di lavoro: Trappola della povertà Vedi il caso delle madri sole viene protetto il diritto a un reddito, e non a fornire cura.
31 Politiche di contrasto della povertà Se fatte bene, le politiche di attivazione sono molto onerose: 1) Devono fornire supporti robusti e duraturi 2) Devono fornire servizi di supporto (orientamento, formazione, consulenza, accompagnamento) 3) Presenza di personale qualificato Vedi l esperimento del Reddito Minimo di Inserimento in Italia
32 Salute, istruzione, abitazione Diritto alla salute e politiche sanitarie : approfondiamo con il testo di Mascagni
33 Salute, istruzione, abitazione Le politiche per l istruzione appartengono al campo del welfare in quanto: 1) Redistribuiscono risorse garantendo le opportunità di istruzione anche agli svantaggiati demercificazione 2) Riducono (più o meno) le disuguaglianze ereditate dfamilizzazione 3) Redistribuiscono da chi non ha figli a chi ha figli
34 Salute, istruzione, abitazione Tuttavia, come sappiamo, le origini sociali hanno un forte impatto sulle opportunità di istruzione: nella scelta di proseguire gli studi nel tipo di percorso scolastico Inoltre, è molto rilevante anche il luogo di residenza e il tipo e la qualità dell offerta scolastica disponibile. Sono molto importanti i servizi educativi prescolastici.
35 Salute, istruzione, abitazione Questione dell istruzione terziaria (università): Universalità (gratuità) o selettività (tasse progressive)?
36 EDUCAZIONE E ISTRUZIONE L'indagine PISA (Programme for International Student Assessment) consente di comparare i livelli di apprendimento raggiunti dagli studenti a 15 anni consente di valutare l'efficacia didattica dei diversi sistemi scolastici.
37 PISA ha l obiettivo di verificare se e in che misura i giovani quindicenni scolarizzati abbiano acquisito alcune competenze giudicate essenziali per svolgere un ruolo consapevole e attivo nella società e per continuare ad apprendere per tutta la vita (lifelong learning). L indagine accerta il possesso di competenze nelle aree della comprensione della lettura, della matematica e delle scienze. L attenzione non si focalizza tanto sulla padronanza di determinati contenuti curricolari, ma piuttosto sulla misura in cui gli studenti sono in grado di utilizzare competenze acquisite durante gli anni di scuola per affrontare e risolvere problemi e compiti che si incontrano nella vita quotidiana e per continuare ad apprendere pdf
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46 Nel 2009 Per la prima volta il campione italiano è rappresentativo di tutte le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano. Esso è inoltre stratificato per tipo di scuola: Licei Istituti tecnici Istituti professionali Scuole secondarie di I grado Formazione professionale Totale di scuole e studenti
47 La media italiana in Letturanel contesto internazionale Italia: 486 OCSE: 493
48 Punteggi medi in Lettura Macroarea geografica
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50 Italia: 46 punti
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52 La media italiana in matematicanel contesto internazionale Italia: 483 OCSE: 496
53 Punteggi medi in Matematica Macroarea geografica
54 Punteggi medi in Matematica Regione/Provincia autonoma
55 Punteggi medi in Matematica Tipo di scuola
56 La media italiana in scienzenel contesto internazionale Italia: 489 OCSE: 501
57 Punteggi medi in Scienze Macroarea geografica
58 Punteggi medi in Scienze Regione/Provincia autonoma
59 Punteggi medi in Scienze Tipo di scuola
60 Cambiamenti nei risultati di literacy in Lettura ( )
61 Trend Lettura - Italia
62 Cambiamenti nei risultati di literacy matematica ( )
63 Trend Matematica - Italia
64 Cambiamenti nei risultati di literacy scientifica ( )
65 Trend Scienze
66 Salute, istruzione, abitazione Le politiche per la casa Diversi regimi abitativi nei paesi europei (fino anni 80): Sistema duale (UK, IRL + Sud) proprietà (+ edilizia popolare) Sistema unitario (D+DK)propr.+aff. privato+aff. pubblico Sistema est Europa affitto di Stato Da anni 90meno edilizia pubblica, più proprietà. Uno dei problemi più acuti è quello delle persone senza dimora.
67 Politiche per le famiglie Le politiche per le famiglie sono ben antecedenti la nascita del welfare state. Spesso si è trattato di politiche per regolare le dinamiche demografiche: per es. nell Italia fascista o nella Cina comunista. Nel 900: politiche eugenetiche (Germania nazista, Svezia e Danimarca socialdemocratiche )
68 Politiche per le famiglie Tra fine 800 e inizio 900 interventi per limitare il lavoro infantile e delle donne, introduzione obbligo scolastico. Male breadwinner regime I diversi paesi sono intervenuti con modalità eterogenee. Dagli anni forte intervento dell UE: gender equality, incremento occupazione donne e anziani, conciliazione. Un idea di famiglia dualincomeo almeno «1 and ½» con servizi di cura collettivi.
69 Politiche per le famiglie Sostegno al costo dei figliinterventi di socializzazione di una parte del costo dei figli (sostenere la crescita demografica) Perché i bambini Obiettivo finlandesi principale: dormono contrastare il rischio di povertà determinato una dai scatola costi di cura (diretti e indiretti). cartone?! Assegni periodici Assegni alla nascita Assegni per disabilità del bambino Trasferimenti indiretti Indennità legate ai congedi Questione selettività vs. universalismo
70 Politiche per le famiglie Questione selettività vs. universalismo L Italia è uno dei paesi più selettivi: Composizione della famiglia Reddito della famiglia Posizione occupazionale Valore trasferimenti diretti e indiretti coppia con 2 figli
71 Politiche per le famiglie Servizi prima infanzia educazione vs. accudimento Social investment Conciliazione
72 Politiche per le famiglie Average enrolment rate of children aged under three years of age in formal childcare Average enrolment rate of children aged three to five years of age in pre-school
73 Politiche per le famiglie Congedi di maternità e genitoriali Differenze nel caso del congedo genitoriali, in particolare quello paterno: tendenza alla familizzazionedel padre contrapposta alla defamilizzazione della madre. In Italia (solo lavoratori dipendenti): Congedo paternità 1 g. obbligatorio (entro 5 mesi nascita) Congedo parentale facoltativo fino 8 anni figlio, fino 6 mesi madre, fino 7 mesi padre, 30% salario Invece in Svezia
74 Politiche per le famiglie Politiche di conciliazione Rimane una questione prettamente femminile
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