Non sprecare il cibo è un dovere per tutti

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1 Non sprecare il cibo è un dovere per tutti

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4 La fame nel mondo La malnutrizione infantile Cos è il GHI (indice globale della fame) Lo spreco del cibo Cosa possiamo fare noi

5 La fame nel mondo Tutti sappiamo che cos è la fame: è quella tipica sensazione che proviamo quando il nostro corpo chiede cibo, preferibilmente zuccheri. Ogni giorno abbiamo fame e ogni giorno ci attiviamo per soddisfare questo bisogno, che non a caso si chiama primario. Perché mangiare è una necessità e per essere sano il nostro corpo richiede ogni giorno una certa quantità e qualità di cibo. Le organizzazioni internazionali che si occupano di salute e alimentazione, Food and Agricolture Organization (FAO) e World Health Organization (WHO), hanno stabilito che in media, per un adulto, la quantità deve essere compresa tra e calorie mentre la qualità deve comprendere proteine, carboidrati, grassi, minerali, vitamine, fibre e altre sostanze.

6 La fame nel mondo Quando la quantità di calorie consumate è inferiore a al giorno, si parla di denutrizione. Chi ne soffre non ha l energia minima per condurre una vita sana e attiva. In questa situazione si trovano oltre 800 milioni di persone nel mondo (fonte: SOFI FAO 2014). Non si tratta di fame come la intendiamo noi (es. non mangiare per un giorno), ma di una condizione costante di carenza in quantità e/o qualità di certi alimenti.

7 La fame nel mondo

8 La fame nel mondo

9 La fame nel mondo Nonostante il mondo produca già abbastanza cibo per tutti e ci siano le conoscenze e le competenze per intervenire in modo risolutivo, la fame nel mondo continua a essere un problema attuale e probabilmente anche futuro. Lottare contro la fame e la malnutrizione significa non tanto dar da mangiare a chi ha fame (aiuto alimentare), ma individuare ed eliminare le cause che la generano: bassa produttività agricola, povertà, disuguaglianze di genere, guerre e conflitti, corruzione e malgoverno, regole commerciali inique, cambiamento climatico, disastri naturali, uso dei cereali per l allevamento animale e per produrre biocarburanti, deforestazione, desertificazione, spreco alimentare.

10 La fame nel mondo

11 La fame nel mondo

12 La malnutrizione infantile

13 La malnutrizione infantile La denutrizione infantile può e deve essere sconfitta, affinché ogni bambino possa raggiungere il proprio potenziale fisico e psichico e contribuire così allo sviluppo umano, economico e sociale del contesto in cui vive.

14 La malnutrizione infantile La malnutrizione spesso inizia già durante la gravidanza, quando il feto non riceve tutti i nutrienti necessari al suo regolare sviluppo e continua a manifestare in modo grave i suoi effetti durante i primi due anni di vita del bambino. È stato provato che un alimentazione inadeguata in gravidanza e nei primi giorni di vita può generare effetti negativi irreversibili sulle capacità fisiche e psichiche di un bambino. La mancanza di iodio per esempio è la prima causa di ritardo mentale e di danni cerebrali. Bambini denutriti non crescono in altezza e in peso, in forza mentale e fisica. Questo incide su molti fattori, dal rendimento scolastico alla capacità di generare reddito una volta adulti, e infine sulla capacità di mettere al mondo bambini sani.

15 Il concetto di Indice Globale della Fame (Global Hungry Index) L Indice Globale della Fame è uno strumento sviluppato per misurare e monitorare in modo complessivo la fame mondiale e di regioni e Paesi. Calcolato ogni anno dall Istituto Internazionale di Ricerca sulle Politiche Alimentari (IFPRI), il GHI permette di approfondire le cause della fame e mette in evidenza i successi e gli insuccessi nella lotta per la sua riduzione. Il GHI vuole stimolare lo sviluppo di azioni per ridurre la fame.

16 Il concetto di Indice Globale della Fame (Global Hungry Index) Il GHI riunisce in un unico indice numerico tre indicatori con uguale peso: 1. Denutrizione: la percentuale di denutriti (o sottonutriti) sul totale della popolazione (che corrisponde alla quota di popolazione con assunzione calorica insufficiente); 2. Insufficienza di peso infantile: la percentuale di bambini di età inferiore ai cinque anni sottopeso, indice di denutrizione infantile (un peso inferiore a quello previsto a una data età denota deperimento e/o ritardo nella crescita); 3. Mortalita infantile: il tasso di mortalità tra i bambini al di sotto dei cinque anni (che riflette in parte la fatale sinergia tra insufficienti assunzioni caloriche e ambienti insalubri).

17 Il concetto di Indice Globale della Fame (Global Hungry Index)

18 Il concetto di Indice Globale della Fame (Global Hungry Index)

19 Il concetto di Indice Globale della Fame (Global Hungry Index)

20 Lo Spreco del Cibo La FAO calcola che ogni anno si sprechino 1,3 miliardi di tonnellate di cibo, pari a 1/3 della produzione totale destinata al consumo umano. Il solo spreco di cibo in Italia ha un valore economico che si aggira intorno ai 13 miliardi di euro all anno. È possibile distinguere tra due tipologie di spreco di cibo. Food losses: ossia le perdite che si determinano a monte della filiera agroalimentare, principalmente in fase di semina, coltivazione, raccolta, trattamento, conservazione e prima trasformazione agricola. Food waste: ossia gli sprechi che avvengono durante la trasformazione industriale, la distribuzione e il consumo finale.

21 Lo Spreco del Cibo Lo spreco alimentare è un fenomeno che pone interrogativi sugli squilibri di consumo nel mondo e sulla disparità sociale tra chi spreca e chi non ha da mangiare. La FAO indica che sono 222 milioni le tonnellate di cibo buttato nei Paesi industrializzati, una cifra pari alla produzione alimentare dell Africa Subsahariana (circa 230 milioni di tonnellate).

22 Lo Spreco del Cibo A livello europeo si sprecano in media 180 kg di cibo pro-capite all anno; il 42% di questo spreco avviene a livello domestico. Il Paese con maggiore spreco pro-capite è l Olanda con i suoi 579 kg pro-capite all anno; quello che spreca meno è la Grecia (44 kg pro-capite all anno). L Italia si trova all incirca a metà strada tra questi due Paesi, con 149 kg di cibo sprecato annualmente per persona. È interessante notare come la crisi economica abbia ridotto lo spreco di cibo del 57%; per risparmiare, gli italiani hanno iniziato a programmare meglio le proprie spese ed i propri consumi, riducendo le quantità acquistate, riutilizzando gli avanzi e prestando maggior attenzione alle scadenze.

23 Lo Spreco del Cibo Le perdite e gli sprechi di cibo avvengono a diversi livelli del percorso dalla produzione al consumo finale. Possono verificarsi a livello di produzione e raccolto, a causa di intemperie, di malattie o infestazioni, o a causa di difetti nel sistema di coltivazione o trasporto. Può verificarsi invece durante la trasformazione dei prodotti, che produce gli scarti della produzione alimentare. Gli scarti possono anche avvenire nella fase di distribuzione all ingrosso, dove il cibo resta invenduto perché non corrisponde ai canoni estetici dei compratori. La ristorazione e il consumo domestico, in ultimo, creano scarti alimentari a causa delle porzioni eccessive, della mancata consumazione degli alimenti entro la data di scadenza e di difficoltà ad interpretare l etichetta e le indicazioni relative alla consumazione (Fonte SlowFood).

24 Lo Spreco del Cibo Mentre per i Paesi in via di sviluppo c è molta strada da fare per ridurre le perdite nella prima parte della filiera alimentare nei Paesi sviluppati i maggiori problemi sono nella fase di consumazione (ristorazione e consumo domestico) e di distribuzione.

25 Lo Spreco del Cibo Perché si spreca? A volte non conviene raccogliere perché il prezzo di vendita atteso non è remunerativo, oppure perché il contributo ricevuto per produrre è stato concesso in funzione della superficie e non del raccolto. Perché la grandine ha rovinato esteticamente la frutta e la verdura. Perché la raccolta automatizzata rovina o non considera una parte del prodotto. Perché il trasporto del prodotto non è effettuato in modo corretto: refrigerazione, igiene, etc. Perché il prodotto fresco non è trasformato tempestivamente nelle industrie alimentari. Perché solo una piccola parte del prodotto viene proposta alla vendita: il petto di pollo, il filetto di pesce, il cuore del sedano, etc. Perché le confezioni non sono immuni da difetti. Nei Paesi in via di sviluppo il 40% dello spreco avviene nella fase di post-raccolta e trasformazione, mentre nei Paesi industrializzati la stessa percentuale è sprecata nella distribuzione.

26 Cosa possiamo fare noi Ci sono delle piccole azioni quotidiane che noi, cittadini e consumatori, possiamo mettere in atto per contribuire a ridurre il proprio spreco alimentare e di conseguenza la propria impronta ecologica come: - fare la lista della spesa e comprare solo quanto necessario; - comprare se possibile da produttori locali; - scegliere prodotti di stagione; - usare meno trasformati e più ingredienti; - imparare a cucinare con quello che c è, usando avanzi e scarti - non servire porzioni eccessive!

27 Cosa possiamo fare noi Il 2 agosto è stata approvata in via definitiva al Senato la legge anti spreco alimentare. Così facendo l Italia diventa il secondo Paese, dopo la Francia, a dotarsi di una legge che mira a ridurre lo spreco di cibo ancora commestibile, troppo spesso gettato al macero per malcostume o troppa burocrazia. L impostazione diversa rispetto all omologa francese ne limita le capacità di impatto. La legge italiana, infatti, è molto meno coraggiosa di quella francese che ha reso obbligatoria la donazione per i grandi supermercati del cibo ancora commestibile imponendo anche pesanti sanzioni e pene detentive per quelli che gettano il cibo nelle discariche o negli inceneritori. La legge italiana, al contrario, si basa su incentivi e bonus che intendono favorire il riciclo del cibo ancora commestibile, lasciando, però, ai grandi supermercati la facoltà di scegliere cosa fare dei prodotti.

28 Cosa possiamo fare noi Incentivi di carattere finanziario e tributario per coloro che evitano lo spreco di cibo. Per le imprese economiche (bar, ristoranti, supermercati) che donano il cibo ancora commestibile il Comune potrà prevedere una riduzione della tassa sui rifiuti proporzionale alla quantita, debitamente certificata, dei beni e dei prodotti ritirati dalla vendita e oggetto di donazione. Semplificazione burocratica per tutti quegli attori interessati a riciclare, ma che incontrano molte difficoltà a causa delle farraginose regole italiane. Prima della legge, infatti, per regalare il cibo in scadenza era obbligatorio fare una dichiarazione preventiva che indicasse 5 giorni prima destinatario e cibo da regalare. Con la legge anti spreco alimentare, invece, sarà sufficiente fare un resoconto a fine mese dei prodotti regalati e dei soggetti beneficiari.

29 Cosa possiamo fare noi Le legge potenzia anche il ruolo del tavolo indigenti del MIPAAF (Ministero della politiche agricole, alimentari e forestali) che ha già avviato un attività di recupero del cibo sprecato da donare ad enti caritatevoli. Le legge stanzia i primi 2 milioni di euro (del piano complessivo da 10 milioni) per l acquisto di alimenti da destinare alle persone in difficoltà. Poi viene istituito un altro fondo, con dotazione di un milione di euro all anno per il prossimo triennio per finanziare progetti innovativi per il riciclo e riuso di cibo ancora commestibile e sul packaging intelligente anti-spreco.

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