IL RAPPORTO BANCA IMPRESA

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1 IL RAPPORTO BANCA IMPRESA Dott.ssa Giusy Angelini Partner 1

2 Il rapporto tra banca e impresa UN RAPPORTO IN RAPIDA EVOLUZIONE Il rapporto banca impresa ha subito nel recente passato mutamenti ragguardevoli in relazione sia al cambiamento dell assetto organizzativo e proprietario delle PMI sia al cambiamento dell approccio al mercato del sistema bancario Italiano. 2

3 Trasparenza e Chiarezza delle informazioni l arma negoziale a disposizione dell impresa per consentire alla banca la corretta lettura del merito creditizio del prenditore. Ruolo della banca: finanziare progetti meritevoli 3

4 Tendenza evolutiva Banche da Enti governati da istituzioni pubbliche a imprese 4

5 Le banche hanno dato risposte al mutamento delle esigenze di mercato: Struttura organizzativa Risposte al cambiamento del mercato Approccio al mercato 5

6 Principali iniziative per modificare la struttura organizzativa: Occupazione del territorio Monitoraggio del controllo delle performance Introduzione di modelli e logiche di marketing Potenziamento della rete commerciale Politiche di controllo di gestione e ricerca di efficienza Esternalizzazione di alcuni servizi generali, con l obiettivo di migliorare le performance 6

7 I mutamenti nell approccio al mercato: Maggiore aggressività nelle politiche di raccolta e di impiego Ricerca di competitività sui prezzi Segmentazione della clientela e ricerca di proposte personalizzate alle esigenze dei diversi operatori Soluzioni informatiche adeguate alle mutate esigenze di mercato 7

8 Le banche stanno attuando politiche per la creazione del valore: 1. Espansione tramite processi di fusione ed acquisizione; 2. Innovazione tramite sviluppo di nuovi prodotti e soluzioni, sempre più rispondenti alle esigenze della clientela; 3. Efficienza operativa legata ad ottimizzazione delle attività in termini di costo 8

9 Le PMI Le PMI italiane rappresentano circa il 70% del PIL Hanno da sempre basato la propria efficienza e competitività sulla: 1. Capacità di catturare innovazione 2. Forte motivazione del Management 3. Orientamento al mercato 9

10 PMI Ricorso all autofinanziamento Modalità di finanziamento Ricorso al credito bancario 10

11 Il rapporto tra banca e impresa - le PMI - 1) L AUTOFINAZIAMENTO DELLE PMI Importanza prioritaria alle fonti interne: l'autofinanziamento prevale sul conferimento soci tramite aumento di capitale. Propensione da parte degli imprenditori ad investire in azienda i flussi di cassa generati dalla gestione corrente, a scapito di una certa riluttanza ad immettere risorse nuove aumentando il proprio impegno in termini di capitale di rischio oltre la quota originariamente investita in azienda. 11

12 Il rapporto tra banca e impresa - le PMI - 2) IL RICORSO AL CREDITO BANCARIO Oltre un terzo delle passività complessive per imprese di piccola e media dimensione sono rappresentate da debiti verso banche; Il debito bancario a breve termine rappresenta oltre i tre quarti del debito bancario complessivo PMI Sotto-dotate di risorse finanziarie stabili Esposte a variabilità dei tassi a breve e alle fluttuazioni del ciclo economico 12

13 IL RAPPORTO BANCA PMI: Elementi caratterizzanti il rapporto 1) ASSIMMETRIA INFORMATIVA: dovuta sia alla riservatezza con cui le PMI trattano i dati della gestione, sia alla vera e propria mancanza di sistemi informativi aziendali efficienti, in grado di elaborare strutture informative valide. 2) ELEVATO COSTO DEL CREDITO le condizioni applicate alle PMI mostrano un costo del credito più elevato rispetto a quello che si verifica per le imprese maggiori. EFFETTI SULLE PMI L Asimmetria informativa, l elevato costo dei capitali mettono le PMI in condizione di minor capacità di ottenere capitale. 13

14 L EVOLUZIONE DEL RAPPORTO BANCA IMPRESA CON BASIELEA 2 OBIETTIVI DI BASILEA 2 1) Basilea II introduce la possibilità di definire il requisito patrimoniale in ragione della specifica rischiosità del prenditore prevedendo un requisito crescente con il peggioramento dello standig creditizio del cliente. 2) Incoraggiare le banche all utilizzo di sistemi interni per il calcolo dei rischi, prevedendo apposite metodologie per il calcolo dei requisiti patrimoniali. 14

15 L evoluzione del rapporto banca impresa con basilea 2 Struttura di Basilea 2 Stabilità del sistema Primo pilastro Requisiti Patrimoniali minimi a copertura dei rischi Secondo pilastro Definizione di processi di controllo prudenziale da parte delle Autorità di Vigilanza. Terzo pilastro Trasparenza e disciplina di mercato. 15

16 I Pilastro Requisiti Patrimoniali minimi a copertura dei rischi. È un affinamento della misura prevista dall'accordo del 1988 che richiedeva un requisito di accantonamento dell'8% In primo luogo ora si tiene conto del rischio operativo (frodi, caduta dei sistemi, etc.) e del rischio di mercato. Capitale di Vigilanza 8% Crediti x Ponderazione Funzione di: rischio di credito rischio di mercato rischio operativo 16

17 Tre Approcci per la valutazione del rischio: IRB Advanced IRB Foundation Standard 17

18 Le variabili determinanti il rischio di credito 18

19 Metodologie di calcolo del rating Approccio Standard: Il capitale da detenere varia con il rating esterno (Moodys, S&P o Fitch) della controparte. Per le controparti prive di rating esterno l assorbimento è posto pari a quello tutt oggi in vigore ossia l 8%. Considerato che le controparti in Italia dotate di rating esterno sono di numero modesto ciò implica che non cambia sostanzialmente nulla rispetto ad oggi. 19

20 Metodologie di calcolo del rating Approccio di base fondato sui rating interni (IRB( Foundation) Grazie a tale approccio, la banca può stimare internamente il rating del debitore (Probability of Default), mentre le altre componenti del rischio perdita in caso di insolvenza (LGD) ed esposizione in caso di insolvenza (EAD) sono fissati dal Comitato di Basilea. Tale approccio può definire un profilo di rischio che potrebbe condurre ad un assorbimento patrimoniale inferiore. Per poter accedere a questo metodo di calcolo dei requisiti patrimoniali, la banca richiedente deve ottenere preliminarmente la validazione, da parte della Banca d Italia, del sistema di valutazione interno delle controparti. 20

21 Metodologie di calcolo del rating Approccio avanzato fondato sui rating interni (IRB( Advanced) In base a tale approccio, tutte le componenti di rischio (e quindi anche il rating dell operazione) sono stimate internamente dalla banca e l assorbimento patrimoniale è in questo modo ritagliato sul profilo di rischio dello specifico credito. 21

22 Metodologie di calcolo del rating Le banche non utilizzeranno tutte lo stesso metodo e quindi non valuteranno allo stesso modo il rischio. Si potrebbe allora immaginare che anche il metodo utilizzato per valutare il rischio potrà influire sul pricing. 22

23 23

24 Metodo Standard STATI/BANCHE CENTRALI A+/A- AAA/AA- BBB+/BBB- BB+/B- <B- NR 0% 20% 50% 100% 150% 100% BANCHE A+/A- AAA/AA- BBB+/BBB- BB+/B- <B- NR 20% 50% 100% 100% 150% 100% 20% 50% 50% 100% 150% 50% IMPRESE A+/A- AAA/AA- BBB+/BB- <B- NR 20% 50% 100% 150% 100% RETAIL 75% MUTUI IPOTECARI 35% 24

25 TABELLA RATING BANCARIO Sicurezza elevata AAA Sicurezza AA Ampia solvibilità A Solvibilità BBB Vulnerabilità BB Vulnerabilità elevata B Rischio CCC Rischio elevato CC Rischio molto elevato C o D 25

26 26

27 Fonte:Unioncamere

28 Conseguenza dell accordo per le banche Il patrimonio economico della banca diventa una risorsa scarsa e preziosa; infatti non venendo più assorbita omogeneamente da qualsiasi prestito, è logico attendersi qualche cambiamento nella gestione del medesimo. Non solo gli investitori creditizi rischiosi dovranno avere un rendimento adeguato, più che in passato, ma ciascuna banca, in funzione delle preferenze sulla combinazione rischio/rendimento, potrà determinare (o delimitare) il proprio campo d azione. Mentre, al momento, tutti i crediti verso le imprese richiedono la medesima quantità di capitale, con il nuovo accordo le banche saranno chiamate a detenere capitale in misura correlata alla rischiosità delle imprese clienti, nel senso che ad un rischio più alto corrisponderà un maggiore ammontare di capitale 28

29 CONSEGUENZA PER LE IMPRESE DEGLI ACCORDI DI BASILEA 2 Per le aziende muta il contesto competitivo e negoziale. Le aziende devono capire quale metodologia adottano le proprie banche. In presenza di metodi IRB, l azienda che chiede un finanziamento può e deve giocare un ruolo fondamentale per accedere alle migliori condizioni, tenuto conto che l ottenimento di queste non è tanto frutto di una buona negoziazione, quanto di una sana gestione aziendale nel tempo. 29

30 CONSEGUENZA PER LE IMPRESE DEGLI ACCORDI DI BASILEA 2 PRICING del CREDITO TASSI Impatto sul sistema delle PMI scenderanno Per i prenditori di qualità migliore che abbisognano in maniera limitata di capitali Secondo una larga parte degli osservatori, le banche saranno indotte a ridurre il credito destinato alle PMI aumentando al contempo i tassi di interesse saliranno Per i prenditori di qualità inferiore che necessitano maggiormente di capitali CAPITAL RATIONING (compressione possibilità di indebitamento) 30

31 CONSEGUENZA PER LE IMPRESE DEGLI ACCORDI DI BASILEA 2 La diffusione di Modelli di IRB rappresenta pertanto un cambiamento di grande portata nel rapporto tra banche ed imprese, intervenendo nel ridefinire i confini dei rispettivi rapporti di relazione informativa ed operativa. Sarà pertanto di fondamentale importanza gestire il più correttamente possibile i dati forniti al sistema bancario in termini soprattutto di coerenza e continuità informativa. Nel prossimo futuro l Area della Finanza Aziendale diverrà una delle funzioni più rilevanti e decisive per il sostegno dei processi di crescita e di affermazione competitiva. Sarà pertanto di fondamentale importanza gestire il correttamente possibile i dati forniti al sistema bancario in termini soprattutto di coerenza e continuità informativa. più 31

32 CONSEGUENZA PER LE IMPRESE DEGLI ACCORDI DI BASILEA 2 Strategie delle Aziende Dal punto di vista aziendale sarà pertanto fondamentale DEFINIRE LA STRUTTURA ORGANIZZATIVA E GLI OBIETTIVI DEFINIRE IL FABBISOGNO FINANZIARIO DEFINIRE LE FONTI DI FINANZIAMENTO 32

33 CONSEGUENZA PER LE IMPRESE DEGLI ACCORDI DI BASILEA 2 Il ruolo dell informativa esterna nei confronti del sistema bancario Il primo passo necessario da compiere per le imprese sarà quello di considerare la TRASPARENZA INFORMATIVA ELEMENTO DI NEGOZIAZIONE CON LE BANCHE Una comunicazione finanziaria coerente, gestita e controllata permette quindi di migliorare : Il controllo della gestione finanziaria L accesso al credito L immagine aziendale 33

34 CONSEGUENZA PER LE IMPRESE DEGLI ACCORDI DI BASILEA 2 Asimmetria d informazione banca -impresa 100% 90% 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% 34 Bilancio di gruppo Chiusura annuale Chiusura trimestrale Chiusura trimestrale conti esercizio Chiusura annuale conti esercizio Budget e previsioni Confronto trimestrale Budget Confronto annuo Budget Conti di flussi Pianificazione liquidità Businessplan Strumenti utilizzati nell'azienda Informazione comunicata alla banca Fonte: Rating de crédit par les banques suisses, KPMG Suisse, 2002

35 Asimmetria d informazione banca impresa Le PMI dovranno adottare un nuovo modo di relazionarsi nei confronti delle Banche per l ottenimento delle linee di credito richieste, funzionali allo svolgimento della propria attività. L impresa deve essere in grado di fornire alla Banca informazioni adeguate, tempestive, attendibili, strutturate e periodicamente aggiornate sulla propria posizione economico-finanziaria e sulla conseguente capacità di generare flussi di liquidità sufficienti a rimborsare il credito ottenuto. 35

36 Asimmetria d informazione banca impresa L impresa sarà chiamata a fornire: i bilanci con tempestività; informazioni periodiche sull andamento di fatturato e della redditività, piani strategici ed industriali per illustrare le scelte imprenditoriali; piani finanziari per dimostrare il raggiungimento dei piani strategici, nel rispetto dell equilibrio finanziario dell impresa; budget per pianificare le esigenze finanziarie e di supporto al business. 36

37 Principali fasi per un possibile approccio alla comunicazione finanziaria di impresa Definizione profilo finanziario Revisione organizzativa; analisi finanziaria storica e prospettica; esame rapporti finanziari in essere; definizione punti di forza/debolezza Miglioramento Vulnerabilità finanziaria Simulazione credit scoring; definizione rating obiettivo ed analisi degli scostamenti; calcolo di indicatori di vulnerabilità ed opportunità finanziaria; tabella rischi/opportunità Piano comunicazione finanziaria Organizzazione e redazione del piano di comunicazione finanziaria; selezione dei fornitori; misurazione e monitoraggio dei risultati ottenuti dal processo di comunicazione 37

38 LE PMI SANE E VITALI DOVRANNO: 1) DIMOSTRARE ALLE BANCHE LA VALIDITÀ DELLE PROPRIE PROSPETTIVE INDUSTRIALI, ACCETTANDO UN SERENO E PROFICUO CONFRONTO; 2) PORRE FINE ALLA DEGENERAZIONE RAPPRESENTATA DAL RICORSO PREPONDERANTE AL DEBITO BANCARIO; 3) FARE RISCORSO A TUTTI GLI STRUMENTI CHE CONSENTONO UNA MAGGIORE PATRIMONIALIZZAZIONE DELL IMPRESA. 38

39 IL RAPPORTO BANCA PMI: LA PARTECIPAZIONE DELLE BANCHE AL CAPITALE DI RISCHIO Forma del tutto particolare di intervento, che può essere vista come area strategica, che riveste un importanza rilevante per il segmento delle PMI solo nel caso in cui il modello familiare di queste ultime sia disposto ad aprirsi a questo tipo di finanziamento. Tale forma di partecipazione fornisce indubbi vantaggi in termini di crescita dimensionale e di competitività per le aziende. Il rapporto partecipativo non è indispensabile per attivare un rapporto relazionale complesso con l impresa, ma certamente può portare con se sviluppi positivi nel rapporto banca - impresa. Su questo filone molte banche stanno effettuando tentativi di operare in tal senso realizzando strutture di corporate banking. 39

40 Approfondimento delle concrete opportunità di finanziamento - a livello internazionale, comunitario, nazionale e regionale messe a disposizione delle imprese per realizzare gli obiettivi della propria strategia di internazionalizzazione. 40

41 I FINANZIAMENTI ALL INTERNAZIONALIZZAZIONE Regioni, Stato e Comunità Economica Europea hanno da tempo attuato forme di sostegno all internazionalizzazione delle imprese. Il sistema di sostegno italiano è finalizzato a : 1) promuovere la presenza delle imprese italiane sui mercati esteri, 2) Incentivare gli investimenti, 3) Agevolare il finanziamento all esportazione, Elementi necessari per individuare lo più idoneo utilizzabile dall impresa per l internazionalizzazione: 1) conoscenza di quali sono i supporti finanziari eventualmente agevolati di cui l impresa può usufruire nel processo di introduzione sui mercati esteri, 2) conoscenza di quali sono gli Enti / Società in grado di erogare i mezzi finanziari necessari per sopperire ai correlati fabbisogni, 3) conoscenza dei rischi e dei fattori di complessità nel processo di internazionalizzazione. 41

42 I FINANZIAMENTI ALL INTERNAZIONALIZZAZIONE I PRINCIPALI FINANZIAMENTI PER L INTERNAZIONALIZZAZIONE STUDI DI PRE-FATTIBILITA E FATTIBILITA E PROGRAMMI DI ASSISTENZA TECNICA (Decreto Legge 143/1998) AGEVOLAZIONI DEI CREDITI ALL ESPORTAZIONE (Decreto Legge 143/1998 Capo II ex legge 227/1977 legge Ossola ) FINANZIAMENTO DI PROGRAMMI DI PENETRAZIONE COMMERCIALE ALL ESTERO (Legge 394 del 29 luglio 1981) FINANZIAMENTO DELLE JOINT VENTURES NEI PAESI IN VIA DI SVILUPPO (Legge 49/1987 Legge 100/1990) FINANZIAMENTI AGEVOLATI PER LE SPESE DI PARTECIPAZIONE A GARE INTERNAZIONALI (Legge 304/1990) 42

43 Approfondimenti: Le nozioni basilari sulle caratteristiche e sul funzionamento dei finanziamenti comunitari e statali; La gestione tecnica e amministrativa dei programmi e dei progetti; Le tecniche più avanzate di progettazione, gestione, monitoraggio e valutazione dei finanziamenti; Le modalità di rendicontazione e controllo finanziario dei progetti. 43

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