LA CRISI RAFFREDDA L ENTUSIASMO DEI MANAGER ITALIANI PER LA CORPORATE RESPONSIBILITY

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1 LA CRISI RAFFREDDA L ENTUSIASMO DEI MANAGER ITALIANI PER LA CORPORATE RESPONSIBILITY 1 Quasi dimezzate rispetto al 2009 le imprese che considerano la Corporate Responsibility come parte integrante della strategia aziendale. Non demordono, però, le grandi imprese e grande sensibilità risulta anche da parte delle aziende del settore energetico e alimentare. Invariati, comunque, gli investimenti previsti. Executive summary DNV BUSINESS ASSURANCE CReSV, UNIVERSITÀ BOCCONI OTTOBRE 2011: LA CORPORATE RESPONSIBILITY (CR) NELLE RELAZIONI DI FILIERA Sommario Obiettivi, metodologia e campione della ricerca L evoluzione della CR in Italia 3 Il livello di conoscenza In calo l orientamento strategico alla CR Le attività e gli strumenti di CR prediletti dalle imprese I benefici per il cliente finale e l intervento di un ente terzo Invariate le previsioni di investimento in CR da parte delle aziende La CR nelle dinamiche di filiera 9 Come le imprese cercano di diffondere lungo la filiera il proprio orientamento alla sostenibilità Aree di impatto delle strategie di CR nelle dinamiche di filiera Effettiva partecipazione alla definizione dei piani di CR Effettiva capacità di influenzare le relazioni di filiera, fornitori e distributori Ostacoli per la diffusione della CR lungo la filiera e future aree di intervento

2 Obiettivi, metodologia e campione della ricerca L obiettivo della ricerca condotta da DNV Business Assurance e il CReSV - Centro di Ricerca su Sostenibilità e Valore dell Università Bocconi è stato duplice. Da un lato si è proceduto con un aggiornamento dell indagine condotta nel 2009, volta alla comprensione del grado di conoscenza e divulgazione della Corporate Responsibility (CR) o Responsabilità Sociale nel tessuto imprenditoriale italiano. Dall altro lato, si è investigato il grado di diffusione e sviluppo di adeguate strategie di CR lungo la filiera produttiva, al fine di comprendere le aspettative del management e le prospettive di sviluppo delle attività di CR adeguate alle dinamiche relazionali di filiera. 2 La ricerca evidenzia che la CR - seppur con un raffreddamento - continua a essere un punto fermo nell agenda degli imprenditori e dei manager italiani. Il lavoro mette altresì in evidenza che ulteriori sforzi sono indispensabili nella costruzione di nuovi modelli di gestione responsabile della filiera produttiva. L indagine è stata svolta su un campione di 1361 imprese italiane, con un tasso di risposta del 17%, alle quali è stato somministrato un questionario con la metodologia CAWI (Computer Assisted Web Interview). Il campione utilizzato per l analisi può essere considerato significativamente rappresentativo della popolazione di imprese presenti in Italia per dimensione, distribuzione geografica e settore di attività. Figura 1. Le imprese italiane per dimensione Grande 6% PMI 94% Media 22% Piccola 52% Micro 2 Figura 2. Distribuzione per area geografica Figura 3. Distribuzione per settore di attività Nord Ovest 34% Sud Centro 19% Aut 27% Altro 1 Tra 8% Pub Ene Fin 1% Foo 9% ICT 1 Pro 2 Nord Est 35% Hea

3 L evoluzione della CR in Italia Analizzando i dati relativi al contesto italiano, risultanti dalle indagini del 2009 e 2011, emergono alcune caratteristiche interessanti. 3 Il livello di conoscenza Per quanto riguarda il livello di conoscenza delle tematiche di CR, i dati forniti dai rispondenti risultano significativamente invariati rispetto alla precedente ricerca. Si può rilevare, in particolare, una lieve diminuzione di imprese che dichiarano un livello buono di conoscenza dei temi di CR e un corrispondente lieve aumento di quelle imprese che dichiarano una conoscenza piuttosto bassa. I dati in generale confermano una distribuzione tipicamente gaussiana, già emersa nel 2009, laddove i risultati si polarizzavano sui valori centrali della distribuzione. Il settore finanziario, con il 7 delle imprese che dichiara livelli di conoscenza buoni, risulta essere quello maggiormente informato sul tema. Si rileva anche che la maggiore conoscenza dei temi di CR è prerogativa soprattutto delle grandi imprese (5). Figura 5. Grado di conoscenza per settore Figura 4. Grado di conoscenza dei temi di CR Aut 2% 1% 3 41% 35% 3 37% 37% Ene Fin Foo 28% 31% 25% 6% 17% 17% 4% 2 35% 32% 7% 56% 1% 2% 1 Trascurabile Scarso Piuttosto basso Abbastanza buono % Buono 4% Molto buono Hea 7% 5% 2 36% 32% Figura 6. Grado di conoscenza per dimensione ICT Pro Pub Tra Altro 4% 1 8% 1% 1 8% 21% 1 5% 16% 8% 47% 3 36% 36% 44% 3 34% 39% 37% Grande Media Piccola Micro 2% 1% 2% 4% 9% 1 22% 24% 3 35% 38% 3 38% 41% 4 Molto buono Buono Abbastanza buono Molto buono Buono Abbastanza buono Piuttosto basso Scarso Trascurabile Piuttosto basso Scarso Trascurabile

4 In calo l orientamento strategico alla CR Quasi la metà dei manager intervistati (48%) ritiene che la CR sia parte integrante della strategia di impresa. Tale dato è in calo rispetto al 2009, quando l 8 dei manager aveva indicato la CR come parte della strategia aziendale. I manager sembrano oggi considerare la CR più come un costo (2 nel 2011 contro il nel 2009), una modalità per migliorare l immagine aziendale (22% nel 2011 contro il nel 2009) o una moda passeggera (6% del 2011 contro il 2% nel 2009). 4 Figura 7. Evoluzione della CR % 2 6% 2% 22% Parte integrante della strategia aziendale Un costo Una moda passeggera Una modalità semplice per migliorare l immagine In controtendenza, le imprese del settore energetico dimostrano la maggiore propensione verso un approccio strategico alla CR, ritenendola nel 65% dei casi parte integrante della strategia aziendale. Medesima opinione anche per il 58% delle imprese operanti nel settore alimentare. Figura 8. La CR nei settori di attività Aut Ene Fin Foo Hea ICT Pro Pub Tra Altro Una moda passeggera Una modalità semplice per migliorare l immagine Un costo Parte integrante della strategia aziendale Dal punto di vista della dimensione aziendale, è interessante notare che il 7 delle grandi imprese considera la CR come parte integrante della strategia d impresa.

5 Le attività e gli strumenti di CR prediletti dalle imprese Analizzando gli strumenti e le attività che le imprese attuano e integrano all interno della strategia d impresa, è emersa una chiara preferenza per le attività relative alla gestione della governance d impresa, soprattutto attraverso l utilizzo di codici di condotta o codici etici, e per le attività di gestione della variabile ambientale, attraverso l utilizzo di strumenti quali la ISO o l Eco-Management and Audit Scheme (EMAS). 5 Tali strumenti, già utilizzati in passato dalle imprese, sono risultati essere in netto aumento rispetto all indagine del 2009: quasi raddoppiato l impiego di codici etici (35% vs. 16%) e in crescita di quasi dieci punti percentuali anche l utilizzo di sistemi di gestione ambientale come ISO e EMAS (29% vs. 21%). In calo, invece, il ricorso ad attività filantropiche (17% vs. 2). Tra le nuove attività di CR (non sottoposte alle aziende nell indagine 2009) è emerso un alto livello di utilizzo di pratiche e politiche a favore dei dipendenti (4 circa). Si evidenzia, inoltre, che le imprese che hanno dichiarato di non ricorrere ad alcuno strumento o attività di CR sono calate dal 38% al 16% del Figura 9. Strumenti e attività di CR % 38% 29% 25% 25% 21% 2 1 7% 14% 17% 16% 16% 8% 7% 4% 2%

6 L utilizzo di strumenti e attività di CR è molto variegato in base al settore di appartenenza. Le imprese operanti nel settore energia utilizzano soprattutto strumenti e attività orientati alla sostenibilità, come i codici di condotta e i sistemi di gestione della salute e sicurezza. Le imprese del settore pubblico rivelano il maggior utilizzo di sistemi di gestione ambientale (indicati dal 6 delle aziende) mentre le imprese operanti nel settore finanziario utilizzano soprattutto i codici di condotta (72%). 6 Figura 10. Strumenti e attività di CR per settore Aut Ene Fin Foo Hea ICT Pro Pub Tra Altro Bilanci di sostenibilità, sociale, ambientale Sistemi di gestione ambientale (es: ISO 14001, EMAS) Sistemi di gestione della salute e sicurezza (es: OHSAS 18001) Sistema di gestione etica della catena dei fornitori (es: SA8000, selezione dei fornitori e dei clienti basata sulle certificazioni) Formazione sulla responsabilità d impresa Codici di condotta (es: codici etici, codici di autodisciplina, carte dei valori, ) Attività filantropiche (es: donazioni) Programmi rivolti ai propri dipendenti (es: piani di formazione, benefici ai dipendenti, ) Attività di comunicazione e marketing associate a temi socio-ambientali (es: sponsorship di organizzazioni non profit, attività di cause-related marketing) Certificazioni di prodotto e marchi socio-ambientali (es: marchi green, certificazioni di sicurezza del prodotto, life cycle assessment) Coinvolgimento della comunità locale (es: programmi impianti aperti, coinvolgimento di rappresentanti del territorio nelle decisioni aziendali) Produzione e lancio di prodotti socio-ambientali Sistema di gestione dell efficienza energetica (UNI EN 16001) Schemi di certificazione tipo Sedex, WRAP, BSCI o analoghi Nessuno dei suddetti Inoltre, si rileva che le grandi imprese ricorrono per lo più ai codici di condotta (indicati dal 6 delle aziende) e ai sistemi di gestione ambientale (65%). Le piccole e medie imprese si focalizzano, invece, sull attuazione di programmi a favore dei dipendenti, con punte del 5 circa per le medie imprese.

7 I benefici per il cliente finale e l intervento di un ente terzo Dall analisi dei dati emerge altresì che seppur si registri un calo a livello dello scenario generale quasi il 4 delle aziende del settore energetico, pubblico e alimentare, riconosce che le strategie di CR determinino benefici per la clientela. In quest ottica la certificazione da parte di un ente terzo continua a rappresentare un elemento di garanzia forte, in grado di aumentare la riconoscibilità del valore aggiunto offerto al cliente. 7 Figura 11. Percezione dei benefici della CR per il cliente Figura 12. Importanza della verifica esterna della CR % 19% 19% 28% 28% 25% % 17% 18% 17% 22% % 14% 14% 9% Non so / Non applicabile No Pochi Alcuni Molto Non so / Non applicabile No Poco Abbastanza Molto Figura 13. Benefici per il cliente finale per settore 4 35% 3 25% 2 1 5% Aut Ene Fin Foo Hea ICT Pro Pub Tra Altro No Pochi Alcuni Molto Non so / Non applicabile

8 Invariate le previsioni di investimento in CR da parte delle aziende Invariate, rispetto al 2009, le previsioni di investimento in attività di CR. Il 7 dei manager dichiara di voler mantenere costanti i livelli di investimento, solo il 18% manifesta l intenzione di volerli incrementare. Trattasi in particolare delle imprese del settore energetico (25%) e alimentare (2). Si evidenzia, inoltre, che il 41% delle grandi imprese ha dichiarato di voler incrementare gli investimenti per gli anni successivi. 8 Figura 14. L'orientamento futuro alla CR Figura 15. L'orientamento futuro alla CR per dimensione Come prima Meno importante Più importante 68% 68% Grande 5 6% 41% Media 66% 22% 14% 18% 18% Piccola 7 14% Come prima Meno importante Più importante Micro 68% 18% 14%

9 Adozione di processi e tecnologie volti a minimizzare impatti ambientali e sociali Sviluppo congiunto di nuovi prodotti e/o processi Coinvolgimento del cliente finale (es: politiche di sensibilizzazione sociale e ambientale nei confronti dei clienti finali) Inclusione di criteri sociali e ambientali nel processo di selezione dei fornitori (es: possesso di certificazioni socio-ambientali) Implementazione di strumenti di comunicazione e coordinamento specifici Partecipazione a corsi di formazione su tematiche sociali e ambientali Coinvolgimento delle autorità locali e istituzionali Definizione congiunta di obiettivi e strategie che includano aspetti sociali e ambientali Incentivazione dei processi di trasferimento di conoscenze e competenze lungo la filiera Sviluppo di un sistema di controllo e monitoraggio dei risultati socio-ambientali dei fornitori Inclusione di criteri sociali e ambientali nel processo di selezione dei distributori (es: possesso di certificazioni socio-ambientali) Sviluppo di un sistema di controllo e monitoraggio dei risultati socio-ambientali dei distributori La CR nelle dinamiche di filiera Il lavoro si concentra inoltre sull analisi dell implementazione, da parte delle imprese italiane, di comportamenti strategici orientati alla CR che vadano oltre i confini aziendali e si estendano a tutti gli attori coinvolti nelle filiera produttiva. 9 È emersa, innanzitutto, una spaccatura del campione: il 4 delle imprese ritiene che le relazioni di filiera nel proprio settore di appartenenza siano state influenzate dai temi di responsabilità sociale e ambientale, a fronte di un 44% contrario a tale percezione. Il 16% delle imprese è incapace di indicare se la CR possa in qualche modo influenzare le dinamiche della filiera produttiva. Come le imprese cercano di diffondere lungo la filiera il proprio orientamento alla sostenibilità Analizzando le strategie di CR, che le imprese prediligono per cercare di diffondere il proprio orientamento alla sostenibilità anche nelle relazioni con i propri partner di filiera, emerge una preferenza per l adozione di processi tecnologici volti alla minimizzazione degli impatti ambientali e sociali (indicato dal 5 delle imprese). È particolarmente interessante notare che le imprese operanti nel settore energetico e alimentare hanno dichiarato di ricorrere a tale strategia nel 67% dei casi. Per quanto riguarda le strategie collaborative dello sviluppo congiunto di nuovi prodotti e/o processi e del coinvolgimento del cliente finale (per esempio attraverso politiche di sensibilizzazione sociale e ambientale) si rileva che sono rispettivamente attuate dalle imprese nel 36% e 3 dei casi. Lo sviluppo di un sistema di controllo e monitoraggio dei risultati socio-ambientali dei fornitori e distributori non sembra, invece, essere una strategia particolarmente perseguita dalle imprese (rispettivamente, solo il 18% e delle imprese la attua). Figura 16. Le strategie di CR lungo la filiera Sicuramente no No Si Sicuramente Si

10 Aree di impatto delle strategie di CR nelle dinamiche di filiera Dall analisi delle risposte emerge inoltre che le imprese ritengono che, per quanto riguarda le dinamiche di filiera, le strategie di CR vadano principalmente a impattare positivamente sulla creazione di valore legate a risorse di tipo intangibile, quali le relazioni e la fiducia. In particolare, le principali aree di impatto per la performance di un orientamento strategico alla CR sono la reputazione aziendale (55%), l impatto ambientale (51%), la fiducia (47%) e la soddisfazione (48%) del cliente finale. 10 Effettiva partecipazione alla definizione dei piani di CR Emerge una posizione di sostanziale prudenza da parte delle imprese italiane. Il 6 delle imprese ha dichiarato di svolgere poco un ruolo attivo nella definizione di attività di CR lungo la filiera produttiva. Solo il 7% delle imprese riconosce di possedere una forte capacità di influenza e si tratta principalmente di grandi imprese (il 6 circa delle grandi imprese ritiene infatti di poter svolgere un ruolo attivo nella definizione dei piani). Altresì è interessante notare che meno del 4 delle imprese dichiara di adeguarsi a piani e programmi definiti da terzi. Figura 17. Partecipazione attiva delle imprese ai piani di CR Figura 18. Adeguamento a piani e programmi definiti da terzi Molto 7% Molto 6% Abbastanza 32% Per nulla 21% Abbastanza 31% Per nulla 29% Poco 4 Poco 34% Effettiva capacità di influenzare le relazioni di filiera, fornitori e distributori Si è inoltre indagato quanto le imprese si sentano effettivamente in grado di influenzare le dinamiche di filiera in merito alle relazioni con fornitori e distributori. Il 6 delle imprese ha dichiarato una limitata capacità di influenzare le dinamiche di filiera, giacché non in grado di condizionare il comportamento degli attori né a monte né a valle della filiera. Solo il 6% delle imprese ha manifestato una forte capacità di influenzare tali dinamiche. L eccezione è costituita dalle grandi imprese che nel 7 dei casi hanno dichiarato di essere in grado di influenzare il comportamento dei partner di filiera.

11 Limitatezza delle risorse a disposizione Bassa riconoscibilità sul mercato finale Scarsa informazione Pressioni da parte dei fornitori contro la riduzione dei prezzi Mancanza di tempo Pressioni da parte dei distributori alla riduzione dei prezzi Competizione internazionale Mancanza di competenze professionali specifiche Mancanza di trasparenza nella diffusione delle informazioni Mancanza di canali strutturati di comunicazione e cooperazione con i distributori Mancanza di canali strutturati di comunicazione e cooperazione con i fornitori Elevata scomposizione del ciclo produttivo Figura 19. Il grado di influenza delle relazioni di filiera 11 Per nulla Poco Abbastanza Molto 6% % Ostacoli per la diffusione della CR lungo la filiera e future aree di intervento In conclusione, l indagine ha mirato a comprendere quali siano i principali ostacoli per le imprese italiane per l attuazione di strategie di CR lungo la filiera produttiva e a individuare le aree di investimento futuro. Le imprese considerano la limitatezza delle risorse a disposizione l ostacolo principale (6 dei casi). A ciò si aggiunge lo scarso riconoscimento di cui le strategie di CR ancora godono sul mercato finale (58%). Figura 20. Gli ostacoli alla CR nelle relazioni di filiera Per nulla Poco Abbastanza Molto

12 Trasparenza Semplificazione della filiera produttiva Valorizzazione del legame con il territorio locale di riferimento Comunicazione con i fornitori Stabilità dei rapporti di fornitura Comunicazione con i distributori Riequilibrio dei poteri decisionali lungo la filiera Stabilità dei rapporti di distribuzione Gestione congiunta dell innovazione lungo la filiera Coinvolgimento in processi decisionali congiunti Coordinamento con i fornitori Coordinamento con i distributori Per quanto concerne, infine, le aree di investimento futuro per lo sviluppo della CR nelle dinamiche di filiera, le imprese intervistate hanno manifestato la necessità di incrementare gli sforzi lungo la filiera produttiva in termini di trasparenza (8), di semplificazione della filiera produttiva e di valorizzazione del legame con il territorio locale di riferimento (65% in entrambi i casi). Un ulteriore dato ha evidenziato l importanza di incrementare gli investimenti nella comunicazione con i fornitori nel 75% dei casi e con i distributori nel 65% dei casi. 12 Figura 21. Le aree future di intervento per la CR Per nulla Poco Abbastanza Molto

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