I Disturbi del comportamento dentro e fuori il contesto classe

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1 I Disturbi del comportamento dentro e fuori il contesto classe Dott.ssa Ombretta Carlet Neuropsichiatra Infantile I.R.C.C.S. E.Medea Conegliano Progetto AGORA - Conegliano, 13 gennaio 2009

2 Premessa L aumento dell aggressivit aggressività e la diffusione della violenza giovanile stanno suscitando una crescente preoccupazione tra chi sui occupa a di bambini e adolescenti Forme di violenza, sia fisica che psicologica, di prevaricazione,, di irresponsabilità si riscontrano fin dalla scuola primaria e rappresentano un terreno fin troppo fertile allo sviluppo della delinquenza giovanile e di situazioni di grave disagio per chi subisces Il fenomeno del bullismo si inserisce nel contesto più ampio dei disturbi del comportamento Come si riconosce un disturbo del comportamento? Quali sono i campanelli d allarme? Quali disturbi necessitano di una presa in carico psicologica e dei servizi? Su quali fattori di rischio si può intervenire per prevenire? Come arginare un disagio già presente?

3 Cos è il disturbo del comportamento? Caso clinico Anna (1/4) Bambina prematura e multiproblematica. Genitori molto giovani. La mamma ricerca nel compagno l affettività mai ricevuta nella propria famiglia. La gravidanza indesiderata scatena l ira del compagno che si manifesta con frequenti attacchi di collera. Il compagno, disoccupato, viveva con la propria madre, sola. La madre non fa mancare nulla al figlio (il consumismo può compensare una scarsa autostima).

4 Cos è il disturbo del comportamento? Caso clinico Anna (2/4) Atteggiamento negligente da parte della madre, figlio litigioso e irascibile. Controlli parentali insufficienti, soprattutto da parte di genitori soli, favoriscono comportamenti criminali. Condizioni economiche svantaggiose Mamma di Anna delusa e depressa, provata dalle difficoltà di gestione della figlia. Difficoltà di manifestazione dell amore materno. Rabbia e rancore verso la bambina. Difficoltà con il compagno. Violenza del padre nei confronti di Anna.

5 Cos è il disturbo del comportamento? Caso clinico Anna (3/4) Anna conosce la violenza e la sensazione di non essere amata. Manca un rapporto di fiducia con le sue figure di riferimento. Non sviluppa un autostima profonda e stabile. Difficoltà di comprensione reciproca. Anna piange per ore e sperimenta sentimenti di impotenza, di disperazione e di rabbia per l abbandono. Impara che solo con la protesta rumorosa può ottenere l attenzione su di sè: scoperta cognitiva di grande portata per il suo sviluppo. La mamma reagisce con aggressività, con tono di voce alto e sgarbato e la bambina apprende da questo modello.

6 Cos è il disturbo del comportamento? Caso clinico Anna (4/4) Alla scuola dell Infanzia Anna si dimostra poco interessata alla presenza di adulti e coetanei e manifestava violenza e aggressività. Rifiuto anche all esterno della famiglia. Rifiuta di una proposta di un aiuto specialistico Alla scuola primaria Anna si aggrega con un altro bambino con caratteristiche simili (gruppo riconosciuto per la sua aggressività). La storia di Anna evidenzia tre livelli di comportamento sociale disturbato: In famiglia A scuola Nel gruppo A questi se ne potrebbe aggiungere un ulteriore: la comparsa della violenza associata ad attività criminali. A questo punto è già piuttosto difficile il recupero dei ragazzi.

7 Cos è il disturbo del comportamento? Disturbo della condotta Disturbo oppositivo-provocatorio Disturbo del comportamento legato a problematiche depressive Iperattività nel bambino affetto da ADHD (Deficit di Attenzione ed Iperattività)

8 Aggressività fisiologica Nei processi di Individuazione e Differenziazione, in molti processi di adattamento: progressiva interiorizzazione di regole e acquisizione di crescenti capacità di negoziazione con l ambiente. 9 mesi: quando inizia a gattonare e staccarsi dalla madre 18 m/2 anni: comincia a parlare, fase del no, morde i coetanei al nido 3 anni: controllo sfinterico, scuola dell infanzia, ostinazione Adolescenza: costituzione della propria identità. Separazione dal legame infantile con i genitori, rivendicazione della propria autonomia Aggressività funzionale all affermazione di sè e alla tutela della propria identità.

9 Disturbo della condotta (ICD-10) Modalità ripetitiva e persistente di condotta antisociale aggressiva o provocatoria Tale comportamento deve condurre a rilevanti violazioni dei diritti fondamentali delle altre persone o delle principali norme e regole sociali in rapporto all età (più grave delle comuni birichinate infantili o ribellioni dell adolescenza) Durata di almeno sei mesi Sintomi (1/3): 1. Accessi d ira insolitamente frequenti e marcati per il livello di sviluppo 2. Litigiosità frequente con gli adulti 3. Disobbedienza alle richieste e agli ordini degli adulti 4. Frequenti azioni, apparentemente deliberate, che irritano le altre persone

10 Disturbo della condotta (ICD-10) Sintomi (2/3): 5. Attribuzione ad altri di propri errori e comportamenti sbagliati. 6. Marcata suscettibilità e facile irritabilità 7. Risentimento ed ira frequenti 8. Vendicatività e atteggiamento dispettoso 9. Spesso mente e non mantiene le promesse 10. Provoca spesso l inizio di risse (escluse quelle con i fratelli) 11. Utilizzo di armi (bastoni, coltelli, bottiglie rotte, ) che possono creare seri danni ad altre persone 12. Permanenza fuori casa oltre il tramonto nonostante il divieto dei genitori 13. Crudeltà fisica nei confronti di altre persone 14. Crudeltà fisica nei confronti degli animali 15. Distruzione volontaria di cose altrui 16. Provocazione volontaria di incendi

11 Disturbo della condotta (ICD-10) Sintomi (3/3): 17. Furto di oggetti di valore evitando il confronto con la vittima (furto nei magazzini, furto con scasso, ) 18. Frequente assenza ingiustificata da scuola prima dei 13 anni 19. Fuga da casa dei genitori per almeno due volte o una ma per più di una notte 20. Esecuzione di un crimine che comporta il confronto con la vittima (scippo, estorsione, borseggio, ) 21. Obbligo di altre persone ad una attività sessuale contro la propria volontà 22. Frequente atteggiamento prevaricatorio nei confronti di altre persone (continua intimidazione, molestia, ) 23. Intrusione nelle case, negli uffici o nelle macchine altrui

12 Disturbo Oppositivo-Provocatorio (ICD-10) Si verifica abitualmente in bambini Comportamento marcatamente provocatorio e disobbediente che non include atti di delinquenza o manifestazioni aggressive o antisociali più estreme Durata di almeno sei mesi Sintomi: 1. Accessi d ira insolitamente frequenti e marcati per il livello si sviluppo 2. Litigiosità frequente con gli adulti 3. Disobbedienza alle richieste e agli ordini degli adulti 4. Frequenti azioni, apparentemente deliberate, che irritano le altre persone 5. Attribuzione ad altri di propri errori e comportamenti sbagliati. 6. Marcata suscettibilità e facile irritabilità 7. Risentimento ed ira frequenti 8. Vendicatività e atteggiamento dispettoso

13 Il bambino piccolo (12-48 mesi) Iperattività Scarsa attenzione Impulsività Accessi di collera Irritabilità Comportamenti provocatori e autolesionisti Traumi Difficoltà costituzionali/maturative Problemi relazionali

14 ADHD: disturbo da deficit di attenzione con iperattività Sei o più sintomi di inattenzione o di iperattività/impulsività presenti da almeno sei mesi Esordio prima dei sette anni di età Disturbo presente in almeno due contesti (casa, scuola, gioco, ) Compromissione significativa del funzionamento globale (scolastico, sociale, occupazionale) Sintomi (1/2): INATTENZIONE 1. Scarsa cura per i dettagli, errori di distrazione 2. Labilità attentiva 3. Sembra non ascoltare quando si parla 4. Non segue le istruzioni, non porta a termine le attività 5. Difficoltà ad organizzarsi 6. Evita le attività che richiedono attenzione sostenuta (compiti) 7. Perdita degli oggetti 8. Facile distraibilità da parte di stimoli esterni 9. Si dimentica facilmente cose abituali

15 ADHD: disturbo da deficit di attenzione con iperattività Sintomi (2/2): IPERATTIVITA /IMPULSIVITA Iperattività Impulsività 1. Irrequieto, non riesce a stare fermo sulla sedia 2. In classe si alza spesso quando dovrebbe stare seduto 3. Corre o si arrampica quando non dovrebbe 4. Ha difficoltà a giocare tranquillamente 5. Sempre in movimento, come attivato da un motorino 6. Parla eccessivamente 1. Risponde prima che la domanda sia completata 2. Ha difficoltà ad aspettare il proprio turno 3. Interrompe, si intromette in attività di coetanei ed adulti

16 FATTORI GENETICI, BIOLOGICI e TEMPERAMENTALI Eziologia Un minore che ha difficoltà a raggiungere una propria autonomia di regolazione FATTORI AMBIENTALI Difficoltà nel dare regole e farle osservare in maniera continuativa Trascuratezza Intensa litigiosità Maltrattamenti e abusi Discontinuità negli affetti

17 Fattori di Rischio (1/5) GENITORI CON ATTEGGIAMENTI AGGRESSIVI Modello negativo di comportamento Atteggiamento educativo che utilizzi le percosse Percezione di successo e superiorità del modello educativo violento e/o sentimenti di paura, impotenza e vulnerabilità Genitori in un costante stato di tensione emotiva si sentono impotenti e privi di risorse Il bambino maltrattato ripropone il medesimo comportamento nei confronti di coloro che percepiscono più deboli Dolore fisico e senso di insicurezza, dovuta alla mancanza di un nesso tra il proprio comportamento sbagliato e la reazione esagerata ed imprevedibile dei genitori Identificazione con l aggressore Comparsa di rabbia, odio e desiderio di vendetta Liti tra genitori o violenza verbale e psicologica

18 Fattori di Rischio (2/5) MANCANZA DI CALORE AFFETTIVO Incapacità dei genitori di manifestare il giusto calore ed affetto (in alcuni casi non li hanno conosciuti da bambini) Genitori bisognosi di certezze affettive: si aspettano manifestazioni da parte dei figli. Genitori violenti per la frustrazione di non ricevere attenzioni dai figli Bambini trascurati che sviluppano la convinzione di poter ricevere più attenzioni assumendo un comportamento aggressivo Ironia pesante, indifferenza, sarcasmo, rifiuto, contraddizione Atmosfera famigliare tesa: i figli si sentono responsabili per le difficoltà della coppia genitoriale Madri sole Problemi psicologici o sociali: disoccupazione, alcolismo, tossicodipendenza,

19 Fattori di Rischio (3/5) PROBLEMI PSICOLOGICI DEI GENITORI E PROBLEMI SOCIALI Psicopatologia dei genitori, alcolismo, tossicodipendenza, disoccupazione, povertà, degrado abitativo Tensione nella coppia genitoriale a causa delle difficoltà economiche Atmosfera oppressiva e ansiosa: atteggiamenti irascibili e ansiosi Sensazione di essere genitori incapaci ed inutili: nei figli decadono gioia, ottimismo e sensazioni positive Tendenza al consumo quale funzione compensatoria nei bambini emarginati e con complessi di inferiorità

20 Fattori di Rischio (4/5) SORVEGLIANZA E GUIDA INSUFFICIENTI DA PARTE DEI GENITORI Atteggiamento genitoriale negligente: sviluppo comportamento aggressivo per suscitare l attenzione dei genitori a causa della mancanza di controllo e correzioni Mancanza di interesse: rischio di attività illegali Genitori immigrati e perdita dei valori originari della famiglia Mancanza di un vero rapporto affettivo e reazione alla noia: ricerca di emozioni forti Iperprotettività come restrizione: aggressività quale effetto della mancata possibilità di imparare ad interiorizzare e rielaborare la frustrazione

21 Fattori di Rischio (5/5) INFLUSSO DEI MASS MEDIA Episodi di violenza quali emulazioni della TV Modelli acquisiti dalle trasmissioni televisive Modelli lontani da un principio di realtà Sono più colpiti i soggetti più fragili Calo della fantasia Stimolo all imitazione ed al consumismo

22 Cosa si può fare? ADULTO = EDUCATORE: DOVERE ETICO! L adulto che si avvicina ad un bambino nei diversi ambiti della quotidianità primariamente un educatore va considerato e si deve considerare L adulto rappresenta il mediatore tra il bambino/ragazzo e la realtà circostante: sono i modelli a cui guardare per inserirsi nel mondo Consapevolezza ed attenzione al ruolo educativo Ruolo attivo (presenza, azione positiva, continuità): Favorire l inserimento dei ragazzi nei vari contesti Aiutare a mediare i conflitti Confrontarsi con i limiti Essere vicini nei momenti di crisi Rafforzare l autostima autonomia ed incoraggiare il percorso di

23 Cosa si può fare? INSEGNANTI: RAFFORZAMENTO DEL RUOLO Contesto Ruolo complesso e disciplina scolastica poco tollerata Scarsa alleanza scuola/famiglia Il 30-40% dei bulli presenterà in età adulta un disturbo antisociale Gli insegnanti devono o meno intervenire? Bloccare sul nascere i comportamenti aggressivi Contenimento, indicazione di regole e limiti I ragazzi si aspettano che gli adulti reagiscano dimostrando di avere il controllo della situazione

24 Cosa si può fare? RIDIMENSIONARE L ECCESSO L DI PERMISSIVISMO Clima relazionale ovattato e spesso privo di contrasti: il genitore si pone quale punto di riferimento economico e affettivo, capace di tranquillizzare e rassicurare, di creare un clima in cui apparentemente va tutto bene Difficoltà a porsi dubbi sulla propria condotta: riflettere se il proprio atteggiamento ha avuto una valenza educativa favorire un confronto critico, un contrasto, un richiamo alle regole, una linea di condotta più determinata Attuale tendenza a contestare il principio di autorità: la relazione viene vissuta come simmetrica

25 Cosa si può fare? FAVORIRE UN DIALOGO APERTO Il dialogo aperto, anche conflittuale, quale strumento capace di: rendere più comprensibile la relazione ascoltare ed aiutare il ragazzo in difficoltà favorire con equilibrio la sua crescita Sviluppare la riflessione critica su tematiche importanti

26 Cosa si può fare? COSTRUIRE CONTESTI EDUCATIVI SIGNIFICATIVI Clima educativo positivo in cui si dia importanza all aspetto relazionale e non solo all apprendimento Contesti vissuti come superflui, poco interessanti, dove c è difficoltà a comunicare, dove ci si sente a disagio e si percepisce indifferenza e ostilità, non possono che avere una ricaduta educativa negativa Contesto aperto alla crescita del gruppo, allo sviluppo di relazioni positive tra i compagni, anche in termini di amicizia, aiuto e solidarietà

27 Cosa si può fare? INTERVENTI CIRCOSTANZIATI E NON TOTALIZZANTI La persona non è totalmente negativa L osservazione va limitata all atteggiamento negativo

28 Cosa si può fare a scuola con il bambino affetto da ADHD? INTERVENTO SPECIFICO E STRUTTURATO

29 CONCLUSIONI Aggressività dei bambini e ragazzi Fattori temperamentali Processi infantili non adeguatamente sviluppati Dinamiche familiari condizionanti Situazioni emotive non risolte Comportamento transitorio Disturbo Coinvolgimento servizi Interventi su due piani educativi Affettivo relazionale (aiutare il dialogo, favorire l ascolto e l empatia, costruire relazioni e contesti affettivamente significativi, sviluppare la riflessione critica e stimolare la partecipazione, responsabilizzare verso sè stessi e gli altri) Dare regole e limiti

30 BIBLIOGRAFIA Manuale di psicopatologia dell infanzia. Massimo Ammaniti, 2001 Psicopatologia del bambino. Marcelli, 1997 Psicopatologia dell adolescente. Marcelli, 1998 Psicopatologia dello sviluppo. G. Fava Viziello, 2003 Il Piano Educativo Individualizzato. D. Janes e S. Cramerotti, 2007 Piccoli bulli crescono. A. Oliverio Ferraris, 2007 Bullismo stop. A. Costantini, 2007 Iperattività e autoregolazione cognitiva. C. Cornoldi. T. De Meo, F. Offredi, C. Vio, 2001 L epoca delle passioni tristi. M. Benasayag e G. Schmit, 2007

31 GRAZIE PER L ATTENZIONEL

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