ELMER, L ELEFANTINO VARIOPINTO

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1 Anno scolastico : 2014/2015 Classe/Sezione: PLESSO BLU Ministero dell Istruzione dell Università e della Ricerca ISTITUTO COMPRENSIVO DI LENO Via F.lli De Giuli 1, LENO ( Brescia) ; Tel Fax codice ministeriale BSIC89600Q - C.F bsic89600q@istruzione.it bsic89600q@pec.istruzione.it PROGETTARE IL PROGETTO TITOLO DEL PROGETTO ELMER, L ELEFANTINO VARIOPINTO AREA DEL BISOGNO Ragioni della scelta(motivazioni del progetto, esplicitazione dei bisogni dei soggetti) Lo scorso anno Elmer, l elefantino variopinto, è stato un grosso stimolo per tutti i bambini. Avevamo prefissato alcune mete di viaggio da intraprendere insieme ad Elmer: la jungla, i poli e il deserto. Per ragioni di tempo ci è stato impossibile conoscere l ambiente del deserto. Si è pensato pertanto di continuare durante questo anno scolastico il percorso già iniziato l anno precedente, che quest anno ci porterà alla scoperta e alla conoscenza del deserto. La ragione che ci induce a proporre un progetto sul tema della diversità è che nel nostro plesso, già da molti anni, sono presenti molti bambini di varie culture. Provengono dalla Romania, dall Albania, dalla Tunisia, dall India, dal Pakistan, dal Marocco, dalla Cina, dal Senegal. Elmer è un elefantino, un personaggio fantastico che si accorge di essere l unico multicolore in un mondo di elefanti grigi. Elmer, il nostro sfondo integratore, ci accompagna durante tutto l anno per aiutare i bambini e le bambine a cogliere la bellezza delle diversità come unicità di ciascuno di noi e perciò risorsa da condividere con gli altri attraverso relazioni positive.

2 Questo progetto avvicinerà gradualmente i bambini/e alla differenza, alla novità, all insolito,attraverso una molteplicità di stimoli che apriranno alla curiosità e alla voglia di conoscere, come fondamento della più complessa capacità di cambiare prospettiva e di mettersi nei panni dell altro. Avere uno sguardo interculturale significa lavorare con atteggiamento accogliente verso tutto ciò che è diverso, divergente, nuovo. riconoscere che non vi è un solo modo di pensare, che non vi è un solo modo di vestire, di mangiare, di amare ( T.B. Jelloun, Il razzismo spiegato a mia figlia : Quando tornerai a scuola guarda bene tutti i tuoi compagni e noterai che sono tutti diversi tra loro, e questa differenza è una bella cosa. E una buona occasione per l umanità. Quei bambini, che vengono da orizzonti diversi, sono capaci di darti cose che non hai, come tu puoi dargli qualcosa che loro non conoscono. Il miscuglio è un arricchimento reciproco ) AREA DELLE FONTI Riferimenti Teorici: - Indicazioni per il curricolo della scuola dell infanzia, 2012: Nel suo itinerario formativo ed esistenziale lo studente si trova a interagire con culture diverse, senza tuttavia avere strumenti adatti per comprenderle e metterle in relazione con la propria. Alla scuola spetta il compito di fornire supporti adeguati affinché ogni persona sviluppi un identità consapevole e aperta. -Modica, Di Rienzo, Mazzini Le forme del gioco, per l educazione interculturale. -Demetrio-Favaro, Immigrazione e pedagogia interculturale. -Demetrio-Favaro, Bambini stranieri e scuola. Accoglienza e didattica interculturale nella scuola dell infanzia e nella scuola primaria.

3 Collegamenti con il Pof: Tra i diversi indicatori che delineano la qualità del servizio della nostra scuola il Pof indica LA VALORIZZAZIONE DELLE PERSONE E DELLE CULTURE ALTRE. Nelle linee guida per l ampliamento dell offerta formativa troviamo: PROMUOVERE L AVVICINAMENTO DI CULTURE.

4 AZIONI DI SVILUPPO Fasi di sviluppo del progetto : mappa. BAMBINI DI TUTTO IL MONDO I NOSTRI AMICI DI SAN NICOLAS PROGETTO SOLIDARIETA : IL CALENDARIO. GLI ABITANTI ELMER, L ELEFANTINO VARIOPINTO CONOSCIAMO UN NUOVO AMBIENTE: IL DESERTO LE ABITAZIONI I CIBI LA FESTA DI FINE ANNO GLI ANIMALI

5 Competenze attese: IL SE E L ALTRO: Il bambino pone domande sui temi della diversità culturale: si interroga e cerca risposte su eventi della vita e sulle diversità. Il bambino riflette, si confronta, discute con gli adulti e con gli altri bambini, si rende conto che esistono punti di vista diversi e sa tenerne conto. E consapevole delle differenze e sa averne rispetto Aspetti dell organizzazione (tempi,spazi,raggruppamenti): TEMPI Il progetto Elmer, l elefantino variopinto inizia a novembre, in coincidenza con l inizio dei gruppi omogenei. Dopo la presentazione del nostro amico al gruppo dei grilli partiranno vari input, che determineranno le fasi di sviluppo del progetto durante tutto l anno scolastico. Il progetto terminerà nel mese di maggio con la festa di fine anno. SPAZI Sezioni- salone corridoio -giardino RAGGRUPPAMENTI Gruppi omogenei e gruppo sezione

6 Aspetti della relazione (ruolo dell adulto, tutoring..): Dal nostro POF emerge un immagine di bambino portatore di una storia personale, capace di essere curioso, motivato,alla ricerca di nuove soluzioni e desideroso di esplorare. Il ruolo di noi adulti nel rapporto col bambino è di conseguenza quello di osservare, ascoltare e decodificare i suoi messaggi, per partire da ciò che lui sa, pensa, fa. Il bambino è protagonista del processo educativo, perciò non è possibile formulare delle proposte che siano estranee ai suoi bisogni, ai suoi ritmi e alle sue curiosità. In particolar modo facciamo nostro il ruolo di regia educativa, che si caratterizza come capacità di: -creare un ambiente in grado di accogliere tutte le evoluzioni e i percorsi possibili; -riconoscere le tracce lasciate dai bambini; -inserire elementi problematici che possano creare dissonanze capaci di progressive riorganizzazioni dei quadri concettuali di riferimento; -favorire nel bambino/a il desiderio di provare, esplorare, pensare, fantasticare; -stimolare, mediare, aiutare il bambino a dare significato a vissuti ed esperienze. Le relazioni bambino-bambino coincidono con l attività ludica, attraverso la quale è possibile esplorare, comunicare, osservare, scegliere, acquisire conoscenze, progettare e risolvere problemi. La diversità è un momento di arricchimento e confronto personale di ognuno. L adozione di atteggiamenti di aiuto reciproco e tutoraggio sono stimolati da noi adulti; il lavoro di gruppo è una delle modalità proposte ai bambini per sollecitare atteggiamenti di collaborazione e cooperazione.

7 Aspetti della metodologia: Le insegnanti propongono le attività sotto forma di gioco. I riferimenti assunti dal plesso si riferiscono alle teorie di Bondioli-Savio nel considerare il GIOCO la risorsa privilegiata di apprendimento e di relazione, in grado di favorire rapporti attivi e creativi sul terreno sia cognitivo che relazionale. Esso consente di trasformare la realtà secondo le esigenze interiori, di realizzare le potenzialità e di rivelarsi a sé stessi e agli altri, in una molteplicità di aspetti, di desideri e di funzioni: il gioco nella sua valenza affettiva, emotiva, sociale ed intellettiva diventa uno strumento fondamentale all interno del contesto, come stimolo e percorso conoscitivo. L ESPLORAZIONE e la RICERCA sono, oltre al gioco, altre modalità da noi privilegiate, affinché ognuno si ponga di fronte ai problemi in modo attivo. Attraverso l osservazione attenta, l analisi dei dati a disposizione, la loro rielaborazione, si rendono possibili percorsi originali, sperimentazioni e verifiche, che restituiscono dignità all errore, comunque valorizzato perché parte di una ricerca condivisa. Riteniamo che anche il PROBLEM SOLVING sia una modalità di apprendimento che stimola il bambino a creare relazioni mentali mediante l interazione con l ambiente. La costruzione di situazioni-problema, in cui il bambino/a si pone in modo attivo e produttivo, ricercando, consente l attivazione di strategie proprie che rendono l apprendimento significativo, oltre che condiviso. Il problema in questa prospettiva,è considerato come uno schema di approccio alla conoscenza e come attivazione di strutture cognitive significative. L esplorazione, la ricerca, il problem solving, la conversazione sono metodi da noi costantemente utilizzati: viene privilegiato il vissuto del bambino, quindi si effettuano molte escursioni, l osservazione dell ambiente naturale, la costruzione, l aspetto motorio e psicomotorio. Solo nel momento della formalizzazione dell esperienza si introducono esercitazioni inerenti alla rappresentazione grafico-simbolica.

8 DOCUMENTAZIONE Modalità e strumenti utilizzati: Per chi Che cosa come Bambini/e L intero progetto Con il quadernone dei grandi,il librettoraccolta delle attività per mezzani e piccoli, plastici, disegni cartelloni, foto, riprese video. Insegnanti Il percorso del -con le griglie di gruppo omogene stesura dei progetti -con le foto delle attività genitori Il percorso del -disegni, gruppo omogeneo plastici,cartelloni,quadernoni,ogg etti realizzati dai bambini -foto, riprese con video-camera.

9 MONITORAGGIO E VERIFICA Lo strumento privilegiato sarà l osservazione, occasionale e sistematica, per valutare le esigenze del bambino/a, per registrare i suoi bisogni e le sue curiosità, per riequilibrare le proposte educative in base alla qualità delle risposte. L osservazione sarà inoltre uno strumento essenziale per condurre la verifica della validità dell adeguatezza del processo educativo. La valutazione finale avverrà utilizzando le griglie condivise dal circolo. (Vedere scheda per la valutazione dei progetti) Gli Insegnanti

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