A cura di E. De Santo
|
|
- Fausto Paoletti
- 8 anni fa
- Visualizzazioni
Transcript
1 A cura di E. De Santo
2 Se hai una casa in riva al mare e ti nasce un figlio, non erigere un muro di fronte ma insegnagli a nuotare R. Giannatelli
3 LA MEDIA EDUCATION Mutamento profondo avvenuto nell universo comunicativo Spostamento d interesse d negli studi sulla comunicazione Diversa tendenza verso le varie posizioni apocalittiche
4 LA MEDIA EDUCATION RIPENSARE L EDUCAZIONEL MEDIA EDUCATION: EDUCAZIONE AI CON PER I MEDIA
5 LA MEDIA EDUCATION Educazione AI: : educare alla comprensione critica dei testi e del sistema dei media, intesi non solo come strumenti, ma anche come linguaggio e cultura, ovvero come ambiente di vita Educazione CON: : i mass media sono considerati come strumenti da utilizzare nei processi formativi e come momento significativo dell esperienza esperienza formativa Educazione PER: : rimanda al problema della formazione di una nuova figura professionale, quella del media educator,, che potrebbe trovare opportuna collocazione tanto negli ambiti della scuola e dell extrascuola, extrascuola, quanto in quelli del profit e del no profit.
6 LA MEDIA EDUCATION La ME propone una strategia non puramente difensiva, limitata a proteggere i minori dagli effetti negativi dei media, ma una strategia di attacco,, finalizzata a fornire ai minori una competenza mediale o empowerment,, perché i giovani acquisiscano la capacità di comprendere e confrontarsi con l universo l dei media e di saper creare, a loro volta, nuove forme di espressione e di comunicazione
7 LA STORIA MEDIA EDUCATION= EDUCAZIONE AI CON PER I MASS MEDIA Movimento mondiale che si è diffuso in quasi tutti i paesi del mondo
8 LA STORIA PATROCINIO UNESCO DAGLI ANNI 70 AUSTRALIA: prima nazione a proporre la ME come curricolo scolastico. 1978: CANADA (ONTARIO): ASSOCIATION FOR MEDIA LITERACY 1983: John Pungente (Padre Gesuita) conduce una ricerca sull insegnamento della ME presso le 400 scuole secondarie dei Gesuiti presenti in ogni parte del mondo.
9 LA STORIA 1983: nasce in Francia il CLEMI (Centre de Liason de l Ensegneiment l et des Moyens d Information), un agenzia speciale del Ministero dell Educazione nazionale francese il cui mandato è quello di promuovere, attraverso azioni di formazione, l uso l pluralistico dei mezzi di informazione nell insegnamento, al fine di favorire da parte degli allievi una migliore comprensione del mondo intorno a loro sviluppando il loro senso critico.
10 LA STORIA 1985 LEN MASTERMAN :Teaching: the Media 1988 ITALIA: R. GIANNATELLI AVVIA I PRIMI ESPERIMENTI DI MEDIA EDUCATION PRESSO L UNIVERSITAL UNIVERSITA PONTIFICIA SALESIANA (UPS) 1996 ITALIA: ASSOCIAZIONE ITALIANA PER L EDUCAZIONE L AI MEDIA E ALLA COMUNICAZIONE (MED) 2003 CALABRIA: NASCITA DEL MEDCALABRIA.CENTRO DI MEDIA EDUCATION
11 LA MEDIA EDUCATION NELLA SCUOLA ITALIANA
12 LA MEDIA EDUCATION NELLA SCUOLA ITALIANA 1979: i nuovi programmi della scuola media assegnano lo studio dei media alle discipline Educazione tecnica e Educazione artistica. I programmi fanno riferimento, ma non in modo sistematico, al cinema e ai mezzi di comunicazione di massa e di informazione (il giornale e la televisione).
13 LA MEDIA EDUCATION NELLA SCUOLA ITALIANA 1985: i programmi della scuola elementare rivolgono un attenzione più profonda e globale ai media: essi vengono considerati per il loro contributo alla formazione di competenze specifiche nel bambino. ( educazione all immagine immagine )
14 LA MEDIA EDUCATION NELLA SCUOLA ITALIANA 1991: gli Orientamenti dell attivit attività educativa nella scuola materna riconoscono nei media moderni un campo di esperienza del bambino,, in cui trovano posto le attività di comunicazione e di espressione manipolativo-visiva, visiva, sonoro-musicale, drammatico-teatrale, teatrale, audiovisuale e massmediale
15 LA MEDIA EDUCATION NELLA SCUOLA ITALIANA 2000 ad oggi: la ME indica un attivit attività educativa e didattica della scuola finalizzata a sviluppare negli alunni un informazione e una comprensione critica circa la natura, il linguaggio, le categorie e i generi dei media, le tecniche da loro impiegate per costruire i messaggi e produrre senso; vengono inoltre analizzati i condizionamenti che i media subiscono da parte di fattori economici, politici e ideologici e l impatto l che essi hanno sul pubblico; gli alunni vengono esercitati a scrivere con i media,, in particolare nella produzione audiovisiva.
16 LA MEDIA EDUCATION NELLA SCUOLA
17 LA MEDIA EDUCATION NELLA SCUOLA Andrew Hart, Direttore del Media Education Centre dell Universit Università di Southampton (England), ritiene che la ME possa entrare con pieno diritto nella scuola a condizione che sappia rispondere a queste tre domande : 1. Perché insegnare i media? 2. Che cosa insegnare dei media? 3. Come (con quale metodo) insegnare i media?
18 LA MEDIA EDUCATION NELLA SCUOLA Il problema era già stato posto da un leader della Media Education mondiale, Len Masterman: Che cosa sarà la ME nella scuola? Sarà solo un insieme di entusiasmi, in teoria uniti, ma di fatto divisi; o si presenterà (come sarebbe necessario) come un corpo di teorie e di pratiche? I media educator della tradizione anglofona hanno fornito alle domande poste da Hart e, precedentemente, da Masterman le risposte riportate qui di seguito.
19 LA MEDIA EDUCATION NELLA SCUOLA Perché insegnare i media (A.Hart) Saturazione o pervasività dei media. Industria delle coscienze Fabbrica delle notizie Esiste uno stretto rapporto tra ME e democrazia: Non c èc democrazia senza partecipazione, non c èc cittadinanza attiva senza formazione, non c èc formazione senza informazione, cultura, consapevolezza critica. Se vogliamo che i media servano la vita democratica di un paese, dobbiamo partire da un approccio democratico e educativo ai media. La scuola è necessaria (Jospin) Importanza dell audiovisivo nella vita moderna. Privatizzazione dei media Educare i giovani per il futuro Crescente digitalizzazione Globalizzazione
20 LA MEDIA EDUCATION NELLA SCUOLA Che cosa insegnare dei media Un insegnamento attorno ai singoli media era già stato attuato negli anni 80, anche se non in modo sistematico e solo nei sistemi scolastici più avanzati. Si era fatta educazione all immagine e al cinema, alla lettura dei giornali, ecc., e ogni medium veniva considerato piuttosto isolatamente. In Francia, l istituzione l governativa del CLEMI aveva organizzato fin dal 1983 la «semaine de la presse»,, in cui le scuole «aprivano le porte» ai giornali e ai professionisti della stampa, per una lettura critica dei quotidiani e un confronto delle informazioni da loro fornite (Gonnet 1995). Lo stesso Masterman aveva proposto nel 1980, in l Inghilterra, l il suo Teaching about television, un corso di ME sulla televisione.
21 LA MEDIA EDUCATION NELLA SCUOLA L apporto nuovo e decisivo del suo Teaching the media (1985) consiste nell identificazione di un area d indagined che precede lo studio dei singoli media, una sorta di koiné,, una lingua comune, che è necessario apprendere per capire il linguaggio dei media, una cultura generale che sta alla base del corso di Media Education. Si tratta, innanzi tutto, di approfondire il concetto-chiave chiave di rappresentazione :: i media non sono la realtà,, ma la rappresentano; non sono «finestre sul mondo»,, ma «costruzioni» dettate da interessi economici, politici, ideologici, secondo un complesso processo di selezione e montaggio; non sono trasparenti ma opachi
22 LA MEDIA EDUCATION NELLA SCUOLA I media sono influenzati da fattori estetici, economici, ideologici, culturali e dalla stessa routine dei professionisti. Il loro linguaggio enfatizza il ruolo dell immagine e dell emozione. emozione. I media comunicano secondo forme e generi propri. Il feed-back dell audience influenza le scelte prese dai produttori e dai professionisti. La scuola, pertanto, deve studiare il ruolo dell audience audience,, non come semplice recettore ma come negoziatore dei messaggi e produttore di senso (Bechelloni 1995) e, soprattutto, deve fornire gli strumenti perché gli alunni siano messi in grado di «decostruire» le rappresentazioni dei media
23 LA MEDIA EDUCATION NELLA SCUOLA Ciò premesso, le domande iniziali della ME di fronte a un «testo» fornito dai media (spot pubblicitario, telegiornale, talk show, ecc.) sono le seguenti: chi ha prodotto questo messaggio? Per quali scopi? Quali interessi economici, politici, ideologici sono in gioco? Con quali tecniche e quale retorica è stato costruito il messaggio? Possediamo un metodo per tentare di decodificarlo? Quali conoscenze scientifiche (ad esempio, quelle attinte alla semiotica, all etnologia del consumo, agli studi culturali) ci aiuteranno in questo compito? In che modo la «scuola di media» potrà diventare un «laboratorio di democrazia»?
24 LA MEDIA EDUCATION NELLA SCUOLA Quanto alle fondamentali domande che l insegnante dei media dovrà proporre ai propri alunni a scuola di media, si possono citare le seguenti: chi comunica e perché?? di che tipo di testo si tratta? come è stato prodotto? come ne conosciamo il significato? quali interessi sono in gioco? chi riceve il messaggio e quale significato gli attribuisce? come viene rappresentata la realtà?? che cosa è stato omesso e che cosa enfatizzato, e perché?
25 LA MEDIA EDUCATION NELLA SCUOLA Il volume di Masterman, Teaching the media, propone infatti quattro aree di esplorazione per aiutare l alunno l a capire la «logica» dei media: i determinants o le istituzioni dei media (chi comunica e per quali interessi); l analisi l della retorica dei media (il loro linguaggio, le tecniche impiegate, i generi e le categorie dei media); lo studio dell ideologia dei media (le idee, i valori e gli interessi in gioco) e infine lo studio del pubblico o audience dei media (chi riceve il messaggio e attraverso quale processo di negoziazione fa proprio il significato dei messaggi e ne elabora uno proprio)
26 LA MEDIA EDUCATION NELLA SCUOLA Che cosa insegnare dei media (L.Masterman) Determinants: : chi comunica, chi produce e perché? Rhetoric: : come avviene la selezione delle informazioni e delle immagini? Come avviene il montaggio, l editing l dei materiali disponibili? E secondo quali scopi? Ideology: «I I media costituiscono un sistema di storie e immagini che modellano molto di ciò che siamo, pensiamo, facciamo; e di come gestiamo la nostra vita. Sono i cantastorie, gli stories tellers del tempo moderno» (Gerbner) Audience. Quale impatto hanno i media sull audience, in particolare su ragazzi e giovani? Attraverso quale processo di «negoziazione» il giovane coglie il significato dei testi mediali o ne crea un altro alternativo?
27 LA MEDIA EDUCATION NELLA SCUOLA Come insegnare i media Individuata la materia di studio, i contenuti della ME, è necessario conoscere il metodo con cui insegnare i media,, perché la ME possa avere una sua dignità disciplinare al pari delle altre materie scolastiche. I metodi con cui l esperienza l che fa capo a Giannatelli si è confrontata in dieci anni di ME attingono principalmente alla semiotica, ai Cultural Studies, agli studi sulla ricezione
28 LA MEDIA EDUCATION NELLA SCUOLA Interagendo con gli insegnanti che hanno partecipato al Laboratorio di ME fin dal 1991, la suddetta scuola ha formulato delle costanti che potremmo definire principi di metodo per la Media Education italiana
29 LA MEDIA EDUCATION NELLA SCUOLA Come insegnare i media (Giannatelli) La ME deve essere affidata agli stessi educatori presenti nella scuola, possibilmente a un team di docenti.. Non pare necessario configurare per il momento una nuova materia scolastica. Sembra più utile predisporre un insegnamento interdisciplinare il cui regista (con riferimento alla scuola media italiana) sarà l insegnante di lettere, coadiuvato da quello d educazione tecnica ed artistica. L educazione ai media sarà progettata secondo un percorso progressivo e a spirale,, che si svolge a partire dai singoli media secondo una progressione in difficoltà e complessità (dalla fotografia, alla televisione, al giornale, al cinema ).
30 LA MEDIA EDUCATION NELLA SCUOLA Le attività di analisi e di produzione (lavoro pratico) procederanno di pari passo. Il lavoro pratico con i media conserverà le caratteristiche di un esercizio didattico senza voler scimmiottare i professionisti. Tuttavia la collaborazione di un professionista (come può essere un genitore di un alunno) conferisce un tono di serietà e professionalità alle esercitazioni scolastiche. La figura dell insegnante, con il ruolo del facilitatore dell apprendimento e dell animatore della classe e dei colleghi, rimane centrale ed è la garanzia del successo della ME nella scuola.
31 LA MEDIA EDUCATION NELLA SCUOLA La ME dovrà conservare uno stile educativo, democratico e non impositivo, fatto di partecipazione e di scambio generazionale.nel campo dei media, gli insegnanti (e, in genere, gli adulti) hanno molto da imparare dai loro alunni, ma anche molto da dare loro in fatto di cultura, valori, esperienza e saggezza di vita.
32 LA MEDIA EDUCATION NELLA SCUOLA La ME darà origine a un processo a lungo termine, che deve continuare lungo la vita nell educazione educazione degli adulti. Se scopo della ME è il conseguimento dell autonomia critica (Masterman) e la competenza del fruitore (Baacke), è chiaro che tali obiettivi possono essere raggiunti solo nel lungo periodo e ripensati in situazioni diverse. La scuola potrebbe divenire il luogo adatto per continuare il dialogo sui media.
33 IL MEDIA EDUCATOR
34 IL MEDIA EDUCATOR Il media educator è una nuova figura professionale esperta nei processi di educazione/formazione AI CON PER i media. Collocazione rispetto all organizzazione di una struttura: Consulente esterno (libero professionista) Consulente interno (Esperto interno accreditato presso consorzi di P.A) Responsabile di servizio (Coordinatore di attività,, FOB) Ambiti di intervento: scuola, profit, non profit
35 IL MEDIA EDUCATOR NELLA SCUOLA
36 IL MEDIA EDUCATOR Scuola Il media educator potrebbe trovare spazio nell organico docente della scuola: identificando la sua professionalità con una funzione-obiettivo obiettivo (FOB), ovvero essendo un insegnante che, oltre alla sua normale attività didattica, coordina il settore delle attività organizzative o formative della scuola in materia di ME, con funzioni di sostegno al lavoro dei docenti e di intervento e servizio per gli studenti; diventando un insegnante disciplinare, con una sua precisa identit ità professionale, nel caso in cui dovesse aprirsi nei nuovi curricoli scolastici uno spazio specifico per la ME.
37 IL MEDIA EDUCATOR Scuola Il media educator potrebbe trovare spazio nella scuola come professionista: che assume la funzione di animatore delle attività extracurricolari in materia di ME; che si propone come formatore degli insegnanti in materia di ME.
38 IL MEDIA EDUCATOR Formazione Come insegnante di ME o professionista, il percorso più idoneo alla sua formazione universitaria è un biennio di specializzazione a hoc nell ambito delle Scienze dell educazione: educazione: Laurea Magistrale in Media Education
39 Verso una New Media Education
40 La New Media Education L avvento del digitale ridefinisce sia gli strumenti che le modalità di consumo dei media: si assiste ad una profonda trasformazione tanto dei processi comunicativi quanto dei processi educativi.
41 La New Media Education Le variabili che avevano caratterizzato la costruzione dell industria culturale si modificano ed emergono nuovi aspetti che richiedono una ridefinizione delle definizioni della Media Education Un primo aspetto riguarda la portabilità del medium
42 La New Media Education Il telefono cellulare ha reso possibile l abbandonol del telefono fisso Il computer palmare ha reso possibile l abbandono del PC desktop La fusione dei due dispositivi, confluenti nei cosiddetti smartphone, sta proponendo soluzioni multitasking: con il cellulare è possibile navigare in internet, scattare fotografie, girare video e inviarli, vedere la televisione, ecc.
43 La New Media Education Questa caratteristica invalida gli accorgimenti educativi come il non permettere al minore il consumo dei media da solo o di collocare la postazione internet in un ambiente condiviso della casa Da ciò si deduce che la portabilità rende inefficaci tali indicazioni dal momento che, affrancandosi dal luogo fisico, l accesso l diviene attività che sfugge completamente al controllo diretto dell adulto
44 La New Media Education Tale considerazione implica il rimando al concetto della personalizzazione del medium: I media digitali sono personali perché appartengono alla sfera privata del soggetto (es. il cellulare-rubrica, rubrica, il cellulare-banca dati ecc) la tecnologia è parte integrante del nostro ambiente: è protesi tecnologica dei nostri vissuti e della nostra memoria.
45 La New Media Education Un altro aspetto riguarda la configurazione multitasking delle nuove generazioni:
46 La New Media Education «Nella loro camera i ragazzi hanno sul piano della scrivania un libro di scuola; davanti a loro un documento di Word in cui, a partire da quel che stanno leggendo, organizzano un testo; ma nello stesso tempo sono aperte sullo sfondo altre finestre: il client della posta elettronica, Messenger dove stanno chattando con un compagno di scuola, e-mule da cui stanno scaricando musica; intanto il cellulare è acceso sul tavolo e riceve e invia SMS; tutto mentre ascoltano musica in cuffia, dal loro i-pod» P.C. Rivoltella, La Media Education, fra tradizione e sfida del nuovo
47 La New Media Education Altro aspetto importante riguarda il fatto che i giovani, da ricettori di media, sono diventati produttori di media: YouTube e Facebook in primis, propongono spazi per la creazione di gallerie fotografiche/filmati personali in cui ci si racconta in rete, ci si offre alla valutazione degli altri visitatori, si costruiscono reti sociali attraverso le quali viene decretata la notorietà del singolo videomaker e valutato il suo lavoro
48 La New Media Education Tutto quanto disaminato fin qui comporta l educazione delle nuove generazioni alla responsabilità.. I giovani si ritrovano ad essere non più solo consumatori, ma autori, con tutto ciò che questo comporta in relazione all etica del rappresentare.
49 La New Media Education Le sfide educative cui la Media Education deve rispondere di fronte alla diffusione dei new media riguardano: la portabilità dei supporti il passaggio dalla lettura alla scrittura
50 La New Media Education Si tratta di due punti di attenzione fondamentali per una New Media Education, intesa sia come educazione ai nuovi media che come nuovo paradigma, nuovo modo di pensare la Media Education.
51 La New Media Education La Media Education migra dentro la didattica e l intervento l educativo, e l educazione nel suo complesso diventa Media Education
Cartoni animati: alleati educativi?
Percorso media educativo per insegnanti e genitori 20 gennaio 2013 Dott.ssa AlessiaRosa Cartoni animati: alleati educativi? Percorso media educativo per insegnanti e genitori I media pervadono oggi la
DettagliInsegnare con il blog. Materiale tratto da:
Insegnare con il blog Materiale tratto da: Weblog La parola "blog" nasce dalla contrazione del termine anglosassone "weblog" che, letteralmente, significa "traccia nella rete". Il blog infatti rappresenta
DettagliIl corso di italiano on-line: presentazione
Il corso di italiano on-line: presentazione Indice Perché un corso di lingua on-line 1. I corsi di lingua italiana ICoNLingua 2. Come è organizzato il corso 2.1. Struttura generale del corso 2.2. Tempistica
DettagliRUOLO CENTRALE DEL DS NELL ACCOGLIENZA DEGLI ALUNNI DISABILI COME SENSIBILIZZARE E RESPONSABILIZZARE I DIRIGENTI
INTEGRAZIONE, ORIENTAMENTO E BUONE PRASSI RUOLO CENTRALE DEL DS NELL ACCOGLIENZA DEGLI ALUNNI DISABILI COME SENSIBILIZZARE E RESPONSABILIZZARE I DIRIGENTI L iscrizione degli alunni con certificazione L.104
DettagliLINGUA INGLESE DALLE INDICAZIONI NAZIONALI
LINGUA INGLESE DALLE INDICAZIONI NAZIONALI L apprendimento della lingua inglese e di una seconda lingua comunitaria, oltre alla lingua materna e di scolarizzazione, permette all alunno di sviluppare una
DettagliLABORATORIO a cura di Pier Cesare Rivoltella e Andrea Garavaglia La Formazione a distanza di Terza Generazione
LABORATORIO a cura di Pier Cesare Rivoltella e Andrea Garavaglia La Formazione a distanza di Terza Generazione Laboratorio 2 Apprendimento collaborativo in rete Laboratorio 2 Apprendimento collaborativo
Dettagliregolamento scuola primaria e secondaria
regolamento scuola primaria e secondaria La mia biblioteca FINALITÀ ED OBIETTIVI GENERALI Sostenere e valorizzare gli obiettivi delineati nel progetto educativo e nel curriculo; Sviluppare e sostenere
DettagliIstituto Comprensivo Cepagatti anno scolastico 2015-2016
Finalità della Scuola del primo ciclo Compito fondamentale della scuola del primo ciclo d istruzione, che comprende la Scuola Primaria e la Scuola Secondaria di primo grado, è la promozione del pieno sviluppo
Dettagli28 maggio 2015, LEZIONE 10: La didattica museale
MUSEOLOGIA e ARCHEOLOGIA Anno Accademico 2015/2016 Docente Patrizia Gioia patrizia.gioia@uniroma1.it 28 maggio 2015, LEZIONE 10: La didattica museale CULTURA E FORMAZIONE I musei rappresentano una straordinaria
DettagliI.C. CLEMENTE REBORA STRESA CURRICOLO VERTICALE DI INGLESE
I.C. CLEMENTE REBORA STRESA CURRICOLO VERTICALE DI INGLESE INGLESE Scuola primaria di Gignese Classi I, II, II, IV, V COMPETENZE CHIAVE EUROPEE PL. 1 / 2 Comunicazione nelle lingue straniere Imparare ad
DettagliApprofondimenti e-book: I laboratori come strategia didattica autore: Antonia Melchiorre
Approfondimenti e-book: I laboratori come strategia didattica autore: Antonia Melchiorre Breve excursus delle risoluzioni giuridiche introdotte per garantire il diritto al Successo formativo nella scuola
DettagliInsegnare le abilità sociali con la carta a T. ins. Fabrizia Monfrino
Insegnare le abilità sociali con la carta a T ins. Fabrizia Monfrino Scuola: I circolo di Giaveno (To) Classe: trasversale Anno scolastico: 2003/2004 Insegnare le abilità sociali con l uso della carta
DettagliJ. Delors NELL EDUCAZIONE UN TESORO. Rapporto all UNESCO della Commissione Internazionale sull Educazione per il XXI secolo
J. Delors NELL EDUCAZIONE UN TESORO Rapporto all UNESCO della Commissione Internazionale sull Educazione per il XXI secolo L utopia dell educazione L educazione è un mezzo prezioso e indispensabile che
DettagliISTITUTO COMPRENSIVO STATALE CAPACCIO PAESTUM
ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE CAPACCIO PAESTUM Località Villaggio 84047 CAPACCIO (SA) - C.M. SAIC8AZ00C Tel. 0828725413/0828724471 Fax. 0828720747/0828724771 e-mail SAIC8AZ00C@istruzione.it Ascolta i bambini
DettagliPROGRAMMAZIONE E GESTIONE DI UN PROGETTO DI SERVIZIO SOCIALE
PROGRAMMAZIONE E GESTIONE DI UN PROGETTO DI SERVIZIO SOCIALE A.S. Dott.ssa Carmen Prizzon Il progetto Operazione complessa unica e di durata limitata rivolta a produrre un risultato specifico attraverso
DettagliPROGETTO: TEATRO FORUM
24 5 PROGETTO: TEATRO FORUM (per Oratori sensibili) Che cos è Il Teatro forum è un metodo e percorso formativo utilizzato spesso in situazioni di disagio socio-culturale e si propone come strumento per
DettagliIstituto Scolastico comprensivo G. Lanfranco Gabicce Mare. Educare nell era digitale ARGG! : un esperienza di didattica aumentata NADIA VANDI
Istituto Scolastico comprensivo G. Lanfranco Gabicce Mare Educare nell era digitale ARGG! : un esperienza di didattica aumentata Perché la scuola si è occupata di tecnologie digitali Esperienza di didattica
DettagliIL PAESE QUATRICERCHIO
Scuola dell infanzia di Santa Maria in Punta UNITÀ DI APPRENDIMENTO: IL PAESE QUATRICERCHIO UN MONDO DI FORME(prima parte) Comprendente: UDA CONSEGNA AGLI STUDENTI PIANO DI LAVORO GRIGLIA DI OSSERVAZIONE/RUBRICA
Dettaglida Centri Territoriali Permanenti Centri provinciali di Istruzione per Adulti di Augusta Marconi
da Centri Territoriali Permanenti a Centri provinciali di Istruzione per Adulti di Augusta Marconi Introduzione QuickTime e un decompressore sono necessari per visualizzare quest'immagine. Attualmente
DettagliSalvatore Cacciola CORTI TRA I PARI. Esperienze di video peer education
Salvatore Cacciola CORTI TRA I PARI Esperienze di video peer education Direzione Generale U.O. Educazione e Promozione alla Salute Aziendale educazionesalute@aspct.it tel/fax 095 322507 2 I giovani sono
DettagliYouLove Educazione sessuale 2.0
YouLove Educazione sessuale 2.0 IL NOSTRO TEAM Siamo quattro ragazze giovani e motivate con diverse tipologie di specializzazione, due psicologhe, una dottoressa in Servizi Sociali e una dottoressa in
DettagliUniversità di Parma Facoltà di Ingegneria. Polo Tecnologico Nettuno
Università di Parma Facoltà di Ingegneria Polo Tecnologico Nettuno Guida ai servizi FINALITÀ...2 COORDINATORE...3 SEGRETERIA DIDATTICA E CEDI...4 TUTORI...5 DATI UTILI...6 Finalità L obiettivo di questa
DettagliLINK TO SCHOOL. Il tema per l anno scolastico 2015-16: il diritto alla salute e ad un ambiente sano
LINK TO SCHOOL Un progetto di gemellaggio tra scuole italiane e scuole del Kenya. Un iniziativa promossa da Amref Health Africa per l anno scolastico 2015-16 Il tema per l anno scolastico 2015-16: il diritto
DettagliFigure professionali «Mobilità sostenibile» COMUNICATORE AMBIENTALE. GREEN JOBS Formazione e Orientamento
Figure professionali «Mobilità sostenibile» COMUNICATORE AMBIENTALE GREEN JOBS Formazione e Orientamento COMUNICATORE AMBIENTALE Il comunicatore ambientale è una figura professionale che si occupa di tutti
DettagliCHI SIAMO. Bisogna che ognuno si senta l unico responsabile di tutto
CHI SIAMO Bisogna che ognuno si senta l unico responsabile di tutto LiberaMusica nasce dalla volontà di un gruppo di persone, per lo più donne e per lo più mamme, che vogliono cercare nel loro piccolo
DettagliVisita il sito www.epc.it
Guarda tutti i titoli in collana Visita il sito www.epc.it seguono diapositive di esempio del corso selezionato Durante la proiezione di questa diapositiva il relatore si presenta ed effettua un rapido
DettagliAlternanza scuola lavoro: che cosa significa
Alternanza scuola lavoro: che cosa significa È una modalità didattica realizzata in collaborazione fra scuole e imprese per offrire ai giovani competenze spendibili nel mercato del lavoro e favorire l
DettagliADM Associazione Didattica Museale. Progetto Educare alla Scienza con le mani e con il cuore
ADM Associazione Didattica Museale Progetto Educare alla Scienza con le mani e con il cuore Chi siamo? Dal 1994 l'adm, Associazione Didattica Museale, è responsabile dei Servizi Educativi del Museo Civico
DettagliPROMUOVERSI MEDIANTE INTERNET di Riccardo Polesel. 1. Promuovere il vostro business: scrivere e gestire i contenuti online» 15
Indice Introduzione pag. 9 Ringraziamenti» 13 1. Promuovere il vostro business: scrivere e gestire i contenuti online» 15 1. I contenuti curati, interessanti e utili aiutano il business» 15 2. Le aziende
DettagliISTITUTO COMPRENSIVO LUCCA2. Progettazione curricolare della lingua inglese
ISTITUTO COMPRENSIVO LUCCA2 Progettazione curricolare della lingua inglese FINALITÀ/TRAGUARDI Le finalità dell insegnamento delle lingue straniere nella scuola secondaria di I grado, inserita nel vasto
DettagliAnno Scolastico 2007 2008. Progetto di Tirocinio Animazione Musicale
Istituto di Istruzione Superiore L.R. D.M. 14/06/1946 e Paritario provvedimento del 28/02/2001 "Gesù Eucaristico" Indirizzi: Socio-Psico-Pedagogico Linguistico via Monte, 52-75019 Tricarico MT tel. + fax
DettagliCURRICOLO SCUOLA PRIMARIA BAROLO
CURRICOLO SCUOLA PRIMARIA BAROLO L ISTITUZIONE SCOLASTICA E IL NUOVO SISTEMA DI ISTRUZIONE E FORMAZIONE L Istituzione Scolastica ha proceduto alla definizione del proprio Curricolo operando l essenzializzazione
DettagliPercorsi di Educazione alla legalità per la scuola primaria e la scuola secondaria di primo e secondo grado
Premessa Percorsi di Educazione alla legalità per la scuola primaria e la scuola secondaria di primo e secondo grado Giovanna Baldini e Cristiana Vettori Libera Scuola Pisa Creare comunità consapevoli,
DettagliGentile Dirigente Scolastico,
Gentile Dirigente Scolastico, grazie per aver aderito al progetto VALES, un progetto del Ministero della Pubblica Istruzione in collaborazione con l INVALSI. Come sa, l obiettivo del progetto VALES è quello
DettagliISTITUTO COMPRENSIVO 1 BOLOGNA
ISTITUTO COMPRENSIVO 1 BOLOGNA SCUOLA SECONDARIA DI I GRADO G. DOZZA n. di classi 18 n. alunni 458 di cui 116 stranieri ALUNNI CON CITTADINANZA NON ITALIANA Est Europa: 42 Estremo oriente:37 Maghreb: 19
DettagliADM Associazione Didattica Museale. Progetto Vederci Chiaro!
ADM Associazione Didattica Museale Progetto Vederci Chiaro! Chi siamo? Dal 1994 l'adm, Associazione Didattica Museale, è responsabile del Dipartimento dei Servizi Educativi del Museo Civico di Storia Naturale
DettagliCOMUNE DI RAVENNA GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI)
COMUNE DI RAVENNA Il sistema di valutazione delle posizioni del personale dirigente GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI) Ravenna, Settembre 2004 SCHEMA DI SINTESI PER LA
DettagliIL SISTEMA DEI DESCRITTORI EUROPEI PER LE LAUREE E LE LAUREE MAGISTRALI
IL SISTEMA DEI DESCRITTORI EUROPEI PER LE LAUREE E LE LAUREE MAGISTRALI Osservatorio di Ateneo sulla Didattica Università di Siena Servizio Management Didattico Siena, 21 novembre 2006 D.M. sulla disciplina
DettagliPsicologia dell orientamento scolastico e professionale. Indice
INSEGNAMENTO DI PSICOLOGIA DELL ORIENTAMENTO SCOLASTICO E PROFESSIONALE LEZIONE I ORIENTAMENTO E PSICOLOGIA PROF.SSA ANNAMARIA SCHIANO Indice 1 L orientamento: significato e tipologie ---------------------------------------------------------------
DettagliStrumenti e metodi di ausilio didattico per i dislessici
Strumenti e metodi di ausilio didattico per i dislessici La Dislessia è un Disturbo specifico dell Apprendimento (DSA) di cui soffrono dal 3 al 4% degli studenti in età evolutiva. Da almeno 10 anni viene
DettagliPolitical Game seconda edizione. progetto a cura dell Osservatorio Mediamonitor Politica
Political Game seconda edizione progetto a cura dell Gli obiettivi del Political Game II Costruire un modello didattico professionalizzante nel campo della comunicazione istituzionale e politica Utilizzare
DettagliAppendice III. Competenza e definizione della competenza
Appendice III. Competenza e definizione della competenza Competenze degli psicologi Lo scopo complessivo dell esercizio della professione di psicologo è di sviluppare e applicare i principi, le conoscenze,
DettagliDocumentare,valutare, certificare competenze. Tra indicatori sovradisciplinari e descrittori disciplinari
ALTERNANZA SCUOLA LAVORO Formazione 2007-2008 per tutor esperti Documentare,valutare, certificare competenze. Tra indicatori sovradisciplinari e descrittori disciplinari Maria Renata Zanchin MRZ-RED 1
DettagliLa mediazione sociale di comunità
La mediazione sociale di comunità Percorso di formazione destinato agli operatori e alle operatrici del numero verde contro la tratta della Provincia di Milano Elvio Raffaello Martini Agosto 2008 MartiniAssociati
DettagliIL CURRICOLO DI SCUOLA ARTE E IMMAGINE
IL CURRICOLO DI SCUOLA ARTE E IMMAGINE SCUOLA DELL INFANZIA CAMPI DI ESPERIENZA - IMMAGINI.SUONI, COLORI SCUOLAPRIMARIA DISCIPLINE: - ARTE E IMMAGINE SCUOLA SECONDARIA I GRADO DISCIPLINE: - ARTE E IMMAGINE
DettagliProgetto 5. Formazione, discipline e continuità
Istituto Comprensivo Statale Lorenzo Bartolini di Vaiano Piano dell Offerta Formativa Scheda di progetto Progetto 5 Formazione, discipline e continuità I momenti dedicati all aggiornamento e all autoaggiornamento
DettagliLavorare in Rete. a cura di Nunzia Coppedé. Nulla su di Noi senza di Noi. Formazione EmpowerNet
Lavorare in Rete Nulla su di Noi senza di Noi a cura di Nunzia Coppedé Cosa significa lavorare in rete Significa lavorare con diversi attori per affrontare insieme una causa comune La rete informale Le
DettagliTOLLO CH -VIA CAVOUR N.2
TOLLO CH -VIA CAVOUR N.2 Tel. 0871. 961126-961587 Fax 0871 961126 email chic81300t@istruzione.it chic81300t@pec.istruzione.it www.istitutocomprensivotollo.it CHIC81300T Cod. Fisc. 80003000694 PROGETTO
DettagliPROGETTARE UNA GITA. A tale scopo i bambini dovranno ricercare la documentazione che permetta di scegliere la META della gita.
PROGETTARE UNA GITA Prima di dare avvio al percorso è opportuno condividere con gli alunni tutto il progetto ed eventualmente modificare alcuni elementi in rapporto alla discussione. Gli alunni devono
DettagliPROGETTO ACCOGLIENZA Classi prime Anno scolastico 2012/2013
SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO SIMONE DA CORBETTA PROGETTO ACCOGLIENZA Classi prime Anno scolastico 2012/2013 1 Introduzione Il progetto accoglienza nasce dalla convinzione che i primi mesi di lavoro
DettagliPRIMA LINGUA COMUNITARIA: INGLESE TRAGUARDI PER LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE ALLA FINE DELLA SCUOLA PRIMARIA
PRIMA LINGUA COMUNITARIA: INGLESE TRAGUARDI PER LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE ALLA FINE DELLA SCUOLA PRIMARIA L alunno comprende brevi messaggi orali e scritti relativi ad ambiti familiari. Descrive oralmente
DettagliCOME COSTRUIRE UNA UDA: INDICAZIONI METODOLOGICHE
COME COSTRUIRE UNA UDA: INDICAZIONI METODOLOGICHE Riunione Collegio Docenti, 30 Ottobre 2012 A cura della Prof.ssa Valentina Zocco, Figura Strumentale al Riordino e Aggiornamento Per un lessico comune
DettagliI principali servizi educativi gestiti direttamente dal comune sono i nidi, le scuole dell infanzia e i ricreatori.
I Servizi Educativi del Comune di Trieste rappresentano una tradizione storica, un patrimonio di tradizione culturale di cui la città e le famiglie vanno orgogliose. Un patrimonio storico che negli anni
DettagliIl modello veneto di Bilancio Sociale Avis
Il modello veneto di Bilancio Sociale Avis Le organizzazioni di volontariato ritengono essenziale la legalità e la trasparenza in tutta la loro attività e particolarmente nella raccolta e nell uso corretto
DettagliCIRCOLO DIDATTICO DI SAN MARINO Anno Scolastico 2013/2014
CIRCOLO DIDATTICO DI SAN MARINO Anno Scolastico 2013/2014 RICERCA-AZIONE Insegnare per competenze: Lo sviluppo dei processi cognitivi Scuola Elementare Fiorentino DESCRIZIONE DELL ESPERIENZA Docente: Rosa
DettagliIL CICLO DI VITA DEL PROGETTO. Elementi essenziali di progetto. Fasi e tappe Gli Approcci
UNIVERSITA MILANO BICOCCA Corso di laurea di primo livello in servizio sociale anno accademico 2009-2010 Progettare il sociale Prof. Dario A. Colombo IL CICLO DI VITA DEL PROGETTO Elementi essenziali di
DettagliClasse Prima Scuola Secondaria di Primo Grado. NUCLEI TEMATICI CONOSCENZE ABILITA Listening
INGLESE Classe Prima Scuola Secondaria di Primo Grado NUCLEI TEMATICI CONOSCENZE ABILITA Listening (Ricezione orale) Conoscere pronuncia e intonazione di espressioni e sequenze linguistiche Ascoltare e
DettagliSCHEDA DI PROGRAMMAZIONE DISCIPLINARE CLASSI TERZE e QUARTE (RIM, Turismo) TERZA LINGUA STRANIERA
SCHEDA DI PROGRAMMAZIONE DISCIPLINARE CLASSI TERZE e QUARTE (RIM, Turismo) TERZA LINGUA STRANIERA a.s. 2013-2014 INDIRIZZI E ARTICOLAZIONI: TURISMO e RIM DISCIPLINA TERZA LINGUA COMUNITARIA- TEDESCO PROFILO
DettagliMaster in marketing e comunicazione
Master in marketing e comunicazione Il Master intende fornire i fondamenti metodologici per operare in un settore in continua evoluzione come quello del marketing. Oggi la saturazione dei mercati impone
DettagliL INDIRIZZO SPERIMENTALE LINGUISTICO BROCCA
L INDIRIZZO SPERIMENTALE LINGUISTICO BROCCA Che cos è L indirizzo si caratterizza per lo studio delle lingue straniere in stretto collegamento con il latino e l italiano. L obiettivo primario è far acquisire
DettagliMonitoraggio fasi finali del progetto e valutazione. Elementi di caratterizzazione del progetto della rete
Monitoraggio fasi finali del progetto e valutazione Elementi di caratterizzazione del progetto della rete Oggetto problema Osservazioni rispetto all autoanalisi Oggetto definito e area di riferimento Coerenza
DettagliProgrammi di formazione e orientamento per gli istituti superiori della provincia di Pisa
Programmi di formazione e orientamento per gli istituti superiori della provincia di Pisa Catalogo 2013/2014 La Camera di Commercio di Pisa attraverso le proprie aziende speciali è da sempre impegnata
DettagliCOSTRUIRE IL PIANO DELL OFFERTA FORMATIVA
LA SCUOLA POSSIBILE Sviluppo sostenibile e costruzione delle competenze nell obbligo formativo Corso di formazione per docenti Isola del Liri 12-13 maggio 2008 COSTRUIRE IL PIANO DELL OFFERTA FORMATIVA
DettagliPIANO DI MIGLIORAMENTO (PDM) IN RAPPORTO AL RAV PIANO TRIENNALE DELL'OFFERTA FORMATIVA (PTOF).
PIANO DI MIGLIORAMENTO (PDM) IN RAPPORTO AL RAV PIANO TRIENNALE DELL'OFFERTA FORMATIVA (PTOF). Adempimenti di cui al DPR 80/2013 e alla Legge 107/205. Come è noto i documenti che dovranno essere predisposti
DettagliPREMESSA Continuità curricolare Continuità metodologica
PREMESSA Il progetto continuità, nasce dall esigenza di garantire al bambinoalunno un percorso formativo organico e completo, che miri a promuovere uno sviluppo articolato e multidimensionale del soggetto,
DettagliS i s t e m a d i v a l u t a z i o n e d e l l e p r e s t a z i o n i d e i d i p e n d e n t i
S i s t e m a d i v a l u t a z i o n e d e l l e p r e s t a z i o n i d e i d i p e n d e n t i P r o d o t t o d a A l b e r t o P a o l i n i G r o s s e t o P a r c h e g g i s r l V e n g o n o p
DettagliI WEBQUEST SCIENZE DELLA FORMAZIONE PRIMARIA UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PALERMO. Palermo 9 novembre 2011
I WEBQUEST SCIENZE DELLA FORMAZIONE PRIMARIA Palermo 9 novembre 2011 UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PALERMO Webquest Attività di indagine guidata sul Web, che richiede la partecipazione attiva degli studenti,
DettagliI.Ri.Fo.R. Regionale Toscano Onlus. Analisi dei fabbisogni per la formazione di Trascrittori testi in braille, ingranditi ed elettronici
Analisi dei fabbisogni per la formazione di Trascrittori testi in braille, ingranditi ed elettronici Analisi dei fabbisogni per la formazione di Trascrittori testi in braille, ingranditi ed elettronici
DettagliPROGETTO AFFETTIVITÀ secondaria di primo grado
PROGETTO AFFETTIVITÀ secondaria di primo grado anno scolastico 2014-2015 EDUCAZIONE ALL AFFETTIVITÀ E ALLA SESSUALITÀ Premessa La preadolescenza e l adolescenza sono un periodo della vita in cui vi sono
DettagliRegolamento Approvato dal Consiglio di Amministrazione del CSI-Piemonte il 16 luglio 2007
Regolamento Approvato dal Consiglio di Amministrazione del CSI-Piemonte il 16 luglio 2007 REGOLAMENTO CENTRO ON LINE STORIA E CULTURA DELL INDUSTRIA: IL NORD OVEST DAL 1850 ARTICOLO 1 Obiettivi e finalità
DettagliIntroduzione. L avvento delle nuove tecnologie della comunicazione in. tutte le società moderne ha sollecitato ad interrogarsi
Introduzione L avvento delle nuove tecnologie della comunicazione in tutte le società moderne ha sollecitato ad interrogarsi sull impatto che esse avranno, o stanno già avendo, sul processo democratico.
DettagliPiano di formazione per l insegnamento in Inglese nella scuola primaria
Piano di formazione per l insegnamento in Inglese nella scuola primaria Liceo Quadri, Vicenza 9 dicembre 2013 [corsi livello A0 A1] [1] Profilo delle competenze al termine del primo ciclo di istruzione
DettagliLA SCUOLA DELL INFANZIA E LA SCUOLA DELL ACCOGLIENZA, DELLA RELAZIONE, DELLA CURA
Mirella Pezzin - Marinella Roviglione LA SCUOLA DELL INFANZIA E LA SCUOLA DELL ACCOGLIENZA, DELLA RELAZIONE, DELLA CURA Nelle Indicazioni per il curricolo del 2007, alla sezione Centralità della persona
DettagliRICERCA-AZIONE. l insegnamento riflessivo. Caterina Bortolani-2009
RICERCA-AZIONE ovvero l insegnamento riflessivo Gli insegnanti sono progettisti.. riflettono sul contesto nel quale devono lavorare sugli obiettivi che vogliono raggiungere decidono quali contenuti trattare
DettagliFIRENZE 26 FEBBRAIO 2013
FIRENZE 26 FEBBRAIO 2013 Dall analisi dei dati Invalsi ai piani di miglioramento Pampaloni D., dirigente scolastico I.C Mariti Fauglia ( Pi) Brogi L., funzione strumentale I.C Mariti ISTITUTO COMPRENSIVO
DettagliOrientamento in uscita - Università
ISTITUTO ISTRUZIONE SUPERIORE G. FALCONE - ASOLA (MN) Orientamento in uscita - Università prof. Ruggero Remaforte A.S.. 2012/2013 Premettendo che per orientare bisogna attivare non solo strumenti ma anche
DettagliISTITUTO STATALE D ISTRUZIONE SUPERIORE F. BESTA MILANO
ISTITUTO STATALE D ISTRUZIONE SUPERIORE F. BESTA MILANO PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA PER ALUNNI STRANIERI INDICE: PREMESSA 1. FINALITA 2. CONTENUTI 3. LA COMMISSIONE ACCOGLIENZA 4. PRIMA FASE DI ACCOGLIENZA
DettagliPSA: Laboratorio disciplinare di religione per gli insegnanti della scuola elementare
PSA: Laboratorio disciplinare di religione per gli insegnanti della scuola elementare Sottogruppo coordinato da Fortunata Capparo (verbale 2 incontro - 18 /11 2002) L ispettore Gandelli ha iniziato l incontro
DettagliFormulari e altri materiali di supporto alla sperimentazione
Formulari e altri materiali di supporto alla sperimentazione La presenza e il ruolo di ciascun utente nella sperimentazione è rilevato mediante il questionario di ingresso e il questionario di uscita (form):
Dettagli- Programmi per la scuola elementare. Divisione della scuola, Ufficio delle scuole comunali. Approvati il 22 maggio 1984 dal Consiglio di Stato
1. Elementi di contesto La revisione dei piani di studio svizzeri avviene all interno di un contesto ben definito che è quello legato all Accordo intercantonale sull armonizzazione della scuola obbligatoria
DettagliL AP come elemento qualificante della mission didattica degli Atenei
L AP come elemento qualificante della mission didattica degli Atenei Convegno Nazionale RUIAP Riconoscimento degli apprendimenti e certificazione delle competenze: sfide per l Università e per il Paese
DettagliCORSI DI FORMAZIONE DEAL PRESSO LE ISTITUZIONI SCOLASTICHE
Gruppo di Ricerca DEAL (Dislessia Evolutiva e Apprendimento delle Lingue) Università Ca Foscari Venezia CORSI DI FORMAZIONE DEAL PRESSO LE ISTITUZIONI SCOLASTICHE Si riporta di seguito l offerta formativa
DettagliCORSI DI FORMAZIONE DEAL PRESSO LE ISTITUZIONI SCOLASTICHE
Gruppo di Ricerca DEAL (Dislessia Evolutiva e Apprendimento delle Lingue) Università Ca Foscari Venezia CORSI DI FORMAZIONE DEAL PRESSO LE ISTITUZIONI SCOLASTICHE A. FORMAZIONE PER LA SCUOLA PRIMARIA FORMAZIONE
DettagliAzione di sistema per l'obbligo di istruzione e la continuità fra Secondarie di I e II grado - Fase 2- USP Torino"
Azione di sistema per l'obbligo di istruzione e la continuità fra Secondarie di I e II grado - Fase 2- USP Torino" Competenze d asse e di cittadinanza Docenti: Cipriani Anna, Ist. Mag. Berti - TO Del Sonno
DettagliCOMUNICAZIONE E MARKETING
COMUNICAZIONE E MARKETING 1. Marketing e comunicazione per lo sviluppo dell impresa sociale Gli obiettivi strategici della proposta La società mondiale sta affrontando una serie di cambiamenti molto rapidi
DettagliSUPERARE LE DIFFICOLTA DI APPRENDIMENTO FA PARTE DEL DIRITTO ALL APPRENDIMENTO
SUPERARE LE DIFFICOLTA DI APPRENDIMENTO FA PARTE DEL DIRITTO ALL APPRENDIMENTO Oggi questo diritto fa fatica ad essere garantito. Se non c è un grave disturbo adeguatamente riconosciuto non è un obbligo
DettagliAnno scolastico 2013-2014 PROGETTO
SCUOLA PRIMARIA DI FOEN Anno scolastico 2013-2014 PROGETTO SCUOLA PRIMARIA DI FOEN Denominazione scuola Scuola Primaria Gino Allegri Foen di Feltre Anno scolastico di attuazione del progetto Anno scolastico
DettagliIl teatro è uno strumento educativo e formativo che i bambini praticano. da sempre nella forma spontanea e divertente del gioco.
Il teatro è uno strumento educativo e formativo che i bambini praticano da sempre nella forma spontanea e divertente del gioco. Il laboratorio teatrale è un occasione di scambio e confronto reciproco in
Dettagli3 CIRCOLO DIDATTICO DI CARPI ANNO SCOLASTICO 2005/2006
Scheda allegato A) 3 CIRCOLO DIDATTICO DI CARPI PROGETTO PER L INTEGRAZIONE DI ALUNNI STRANIERI NELLA SCUOLA ELEMENTARE ANNO SCOLASTICO 2005/2006 Premessa La scuola si fa portavoce dei valori fondamentali
Dettagliorganizzazioni di volontariato
Il bilancio sociale per le organizzazioni di volontariato Modena, 1 Ottobre 2009 Bilancio sociale Cosa ci viene in mente? Rendere conto Perché fare un bilancio? La relazione di fiducia Ti dico chiaramente
DettagliProject Cycle Management La programmazione della fase di progettazione esecutiva. La condivisione dell idea progettuale.
Project Cycle Management La programmazione della fase di progettazione esecutiva. La condivisione dell idea progettuale. Il presente materiale didattico costituisce parte integrante del percorso formativo
DettagliIl disagio educativo dei docenti di fronte al disagio scolastico degli alunni Appunti Pierpaolo Triani (Università Cattolica del Sacro Cuore) Milano
Il disagio educativo dei docenti di fronte al disagio scolastico degli alunni Appunti Pierpaolo Triani (Università Cattolica del Sacro Cuore) Milano 9 aprile 2014 Premessa Mi è stato chiesto di mettere
DettagliCOACHING. Bocconi Alumni Association. Presentazione
COACHING Bocconi Alumni Association Presentazione INDICE Perché il Coaching? Coaching e Mentoring: le differenze Ruoli, competenze e comportamenti del Coach e del Coachee (cliente) Regole del rapporto
DettagliEDUCAZIONE AMBIENTALE NEI PARCHI DEL LAZIO
EDUCAZIONE AMBIENTALE NEI PARCHI DEL LAZIO ( ) Pasolini diceva che le cose ci educano. E i latini dicevano che la goccia scava la pietra. Allo stesso modo, per quanto infinitesimo sia il loro peso sia
DettagliDECRETO E AUTONOMIA SCOLASTICA NELLA SCUOLA PRIMARIA
CGIL SCUOLA DECRETO E AUTONOMIA SCOLASTICA NELLA SCUOLA PRIMARIA a cura della Cgil Scuola Nazionale Via Leopoldo Serra 31 00153 Roma www.cgilscuola.it Premessa Con la Circolare Ministeriale 29/04, le scuole
DettagliConsulenza e sostegno psicologico e scolastico
Consulenza e sostegno psicologico e scolastico abaco consulenza e sostegno psicologico e scolastico abaco individua il problema ed aiuta lo studente a superarlo con metodo, organizzazione, supporto tecnico
DettagliFORMAT PROFILO DI COMPETENZA. competenza chiave
FORMAT PROFILO DI COMPETENZA PRIMA PARTE GRUPPI DI LAVORO PER DISCIPLINA IN VERTICALE compito a. formulare lo specifico formativo della competenza chiave presa in esame in base alla formazione personale,
DettagliIC Brescia Centro 3 Via dei Mille, 4b - Brescia Novembre 2012
Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca Ufficio Scolastico Provinciale di Brescia GLIP di Brescia CTRH DI Brescia Incontri di formazione sul Piano Educativo Individualizzato IC Brescia
DettagliTempi di realizzazione
Unità di Apprendimento: argomento: le rocce classe: terzo anno del liceo scientifico, attività basata principalmente sull osservazione Prerequisiti: I minerali Fondamenti di chimica: gli stati di aggregazione
DettagliAttività destinata a raccogliere e a catalogare documenti con l'obiettivo di farli conoscere e diffonderli.
DOCUMENTAZIONE Attività destinata a raccogliere e a catalogare documenti con l'obiettivo di farli conoscere e diffonderli. Attività di elaborazione, raccolta, organizzazione e diffusione di documenti.
Dettagli